Funzionalità del fegato, normale e patologica E’ il più voluminoso organo viscerale (~1,5 kg), situato nella parte alta e destra dell’addome, subito sotto il diaframma; Conserva le sue dimensioni → capacità di autorigenerarsi; Molto irrorato (a riposo circa 1,5 L di sangue/minuto); costituito da EPATOCITI e da pochi altri tipi cellulari. Funzioni di sintesi Riguarda la maggior parte delle proteine plasmatiche (albumina, globuline (ad eccezione delle immunoglobuline)), dei fattori della coagulazione, (protrombina), dei composti azotati non proteici (urea, purine, pirimidine, eparina ecc.). Interviene nel metabolismo di quasi tutte le sostanze organiche: metabolismo glucidico: mantiene l’omeostasi glucidica, regolando gluconeogenesi, glicogenesi, glicogenolisi; metabolismo lipidico: sintesi di trigliceridi, di acidi grassi, di lipoproteine, con formazione di corpi chetonici, scissione dei trigliceridi, sintesi ed escrezione di colesterolo, fissazione, formazione e scissione dei fosfolipidi; metabolismo di vitamine e degli acidi biliari; metabolismo dei pigmenti biliari (bilirubina); Funzioni di accumulo Costituisce la sede di deposito di glicogeno, dei trigliceridi, degli acidi grassi, dei fosfolipidi, del colesterolo, delle proteine plasmatiche, delle vitamine idro- e liposolubili, dei fattori ematopoietici come ferro, rame, acido folico e vitamina B12. Funzioni cataboliche Attraverso reazioni di ossidazione, riduzione, idrolisi, decarbossilazione e ossidrilazione, il fegato catabolizza sostanze endogene come l’insulina, il glucagone, gli estrogeni, gli ormoni gastrointestinali e detossifica da sostanze esogene, dannose per l’organismo, come prodotti chimici inquinanti e farmaci. Funzioni di escrezione Coniugando composti, sia esogeni che endogeni, con molecole come l’acido glucuronico (prodotto solo dagli epatociti), la glicina, l’acido solforico, l’acido acetico e la taurina, ne consente l’escrezione. Svolge, inoltre, l’importante funzione esocrina di produzione ed escrezione della bile, costituita da pigmenti biliari, acidi biliari, colesterolo, fosfolipidi - soprattutto lecitina- ioni inorganici e proteine in limitata quantità. In considerazione di tale varietà di funzioni, reputando, quindi, onerosa una richiesta di tutti i test disponibili, dispersiva ai fini di una diagnosi, in presenza di una malattia epatica accertata o sospetta il clinico selezionerà i test essenziali (di primo livello), indicativi delle funzioni fondamentali: Bilirubina, diretta e indiretta Enzimi (AST/ALT, ALP, γ-GT, LDH) Proteine plasmatiche (albumina e globuline) Fattori della coagulazione Queste indagini biochimiche possono aiutare nella differenziazione delle seguenti diagnosi: Ostruzione biliare Danno acuto epatocellulare Malattia epatica cronica La funzionalità epatica è mantenuta fino a che rimane attivo anche solo il 10% del parenchima epatico. a) Marcatori di citolisi: fuoriuscita di componenti intracellulari Es.: Enzimi plasmatici (AST, ALT, γ-GT , LDH) b) Marcatori di colestasi: valutazione della incapacità di secrezione Es.: ALP, γ-GT, Bilirubina c) Marcatori di coniugazione: metabolismo di bilirubina e dei sali biliari Es.: Bilirubina totale, diretta, indiretta.... d) Marcatori di Protidosintesi Es.: Proteine plasmatiche, fattori della coagulazione (tempo di Quick), pseudocolinesterasi e) Altri marcatori di danno Es.: Ammoniemia, Transferrina, Ceruloplasmina, Alfa-fetoproteina, ecc ecc N.B. Nessuna delle indagini di laboratorio descritte è in grado, DA SOLA, di valutare la funzionalità epatica in maniera completa I risultati di questi test di primo livello indirizzeranno verso esami più specialistici (in caso di epatite, ricerca di marcatori del virus, in caso di cirrosi biliare indagini immunologiche) ecc… Possono essere necessari test di funzionalità specifica, ad es., per la valutazione pre- operatoria della funzionalità epatica, fondamentale per tutti i pazienti con indicazione all'intervento chirurgico, soprattutto se si tratta di pazienti affetti da cirrosi epatica. In questi ultimi, il rischio di sviluppare complicanze, anche fatali, post- operatorie è elevato. Es.: Capacità di biotrasformazione: clearance di xenobiotici (Clearance dell’antipirina, del galattosio, verde di indocianina etc…) MARCATORI DI CITOLISI Rivedere Lezione sugli ENZIMI!!!!!!!! Indicatori di danno/necrosi epatocellulare Le transaminasi sono enzimi che si trovano soprattutto nelle cellule del fegato. I loro livelli nel sangue sono utili per valutare il corretto funzionamento del fegato, ma possono anche riflettere lo stato di salute del cuore e dei muscoli scheletrici. Negli esami di routine si misurano: transaminasi AST (o GOT), che riguarda anche il cuore e muscoli transaminasi ALT (o GPT), che riguarda soprattutto il fegato AST: aspartico amino transferasi o GOT: glutammico ossalacetico transaminasi ALT: alanina amino transferasi GPT: glutammico piruvato transaminasi INDICI SENSIBILI DI NECROSI EPATOCELLARE Gli aumenti maggiori si hanno nel danno epatico acuto virale o tossico ALT(o GPT): è un enzima citoplasmatico, anch’esso ubiquitario, ma presente nel fegato in quantità maggiori che negli altri tessuti. Il suo aumento nel siero avviene quindi solo nelle epatopatie. AST(o GOT): è un enzima principalmente legato ai mitocondri (80%), ubiquitario (miocardio ad elevatissima concentrazione, rene, eritrociti, cervello, muscolo), può aumentare oltre che nelle epatopatie a causa della lisi cellulare, anche in altre condizioni patologiche (infarto del miocardio). AST e ALT aumentano, principalmente, per necrosi dell’epatocita ma, anche se in maniera minore, per danneggiamento funzionale cellulare . AST e ALT sono indicatori sensibili, capaci di evidenziare presenza di lesioni epatiche anche in pazienti asintomatici. ALT Dosaggio: siero Note preanalitiche: evitare emolisi (attività negli eritrociti maggiore di quella plasmatica), stabilità buona a temp. amb. Intervallo di Riferimento: adulti (dipende dai metodi) 10-40 UI/l (interferenze da farmaci epatotossici) AST Dosaggio: siero Note preanalitiche: evitare emolisi (attività negli eritrociti circa 6 volte superiore di quella plasmatica), stabilità buona a temp. amb. Intervallo di Riferimento: adulti (dipende dai metodi) 10-37 UI/l ALT /AST Molto elevato (10-20 volte, con Interv. di Riferim.: 0,7-1,4) sono indici di epatite acuta (virale o da farmaci o autoimmune) Altri marcatori di necrosi sono γ-GT e LDH……. …….rivedersi la lezione sugli enzimi!!!!!!! Marcatori di colestasi COLESTASI: In medicina la colestasi è una stasi con flusso retrogrado della bile verso il sangue, per incapacità alla secrezione verso il letto biliare o per aumentata pressione a valle. UNA CONDIZIONE IN CUI LA BILE NON PUÒ FLUIRE DAL FEGATO AL DUODENO. Le due distinzioni principali della colestasi sono: TIPO OSTRUTTIVO, dove c'è un blocco fisico nel sistema duttale come può accadere a causa di calcoli o tumori TIPO METABOLICO, dove ci sono alterazioni nella formazione della bile che possono essere causate da difetti genetici od acquisiti (come effetto collaterale di trattamenti medici). Fisiologicamente…. Nella colestasi intraepatica l'ostruzione biliare è interna al fegato, mentre nella colestasi extraepatica il blocco è situato all'esterno dell'organo. La Fosfatasi Alcalina (ALP/AP) è un enzima presente in diversi tessuti del corpo. In particolare, essa si trova nelle ossa e nelle cellule del fegato che formano i dotti biliari (i canalicoli, che trasportano la bile all’intestino dove è necessaria per la digestione dei grassi). Sebbene in concentrazioni inferiori, la AP è presente anche nelle cellule intestinali e nella placenta. Tutte queste parti del corpo producono forme diverse di fosfatasi alcalina, che sono definite isoenzimi. La AP è presente anche nel sangue, ma a livelli bassi; in caso di malattie del fegato o delle ossa essa può aumentare. L’esame è usato per evidenziare malattie del fegato (soprattutto delle vie biliari, insieme a dosaggio di bilirubina, transaminasi AST e ALT) e delle ossa, per seguirne la progressione o per valutare l’efficacia di un eventuale trattamento terapeutico. Aumenta in due condizioni fisiologiche: • bambini (per l’accrescimento osseo) • gravidanza (isoenzima circolante di origine placentare) Aumenta: • In ogni forma di ostruzione delle vie biliari (da ostruzione dei canalicoli intraepatici, es.: cirrosi biliare primitiva, fino all’ostruzione del dotto comune es.: calcolosi biliare). • A causa di farmaci epatotossici • Nelle epatopatie In presenza di un aumento di dubbia origine, si deve valutare anche la presenza CONTEMPORANEA di aumento della γ-GT, che è più specifico per la patologia epatica. La γ-GLUTAMIL-TRANSPEPTIDASI (γ-GT o GGT) è un parametro di stasi biliare (influenzato in particolare dall’assunzione di alcool). E’ un enzima glicoproteico, legato alla membrana plasmatica e coinvolto nel metabolismo del glutatione. Aumenta: • per danno epatocellulare, ma soprattutto la colestasi può contribuire ad aumentare la GGT sierica • fortemente negli alcolisti, perché l’alcol etilico ne stimola la sintesi epatica • per induzione da farmaci (rifampicina, antiepilettici) Uso preminente nello screening e nel follow-up di alcolisti sottoposti a terapia. Si ritiene un parametro più sensibile e più specifico di patologia epatica della fosfatasi alcalina. Dosaggio: siero Note preanalitiche: buona stabilità Intervallo di Riferimento (dipende dai metodi): Uomini: 10-50 U/L; Donne a 8-31 UI/l Marcatori di coniugazione Metabolismo della bilirubina e iperbilirubinemia La bilirubina è un prodotto del catabolismo dell'emoglobina; è un pigmento di colore giallo-rossastro; Proviene per l’80% dalla distruzione di globuli rossi senescenti nel SRE e per il 15% dal catabolismo di emoproteine sieriche (mioglobina, citocromi, catalasi) e per il 5% da eritropoiesi inefficace; L'emoglobina contenuta nei GR viene catabolizzata e l'eme che viene liberato viene convertita in biliverdina, grazie all’eme-ossigenasi, con distacco del ferro e della globina: HO-1 BVR Bilirubina EME Biliverdina La biliverdina diventa bilirubina grazie all’enzima biliverdina-reduttasi. Questa è la bilirubina non coniugata (o indiretta), è insolubile e quindi per essere trasportata all'interno del sangue deve essere legata ad una proteina sierica prodotta dal fegato, l'albumina. All’interno delle cellule epatiche si distacca dall'albumina e viene coniugata, nel reticolo endoplasmatico, con acido glucuronico con formazione della bilirubina diretta o coniugata (solubile). La bilirubina coniugata è secreta nei canalicoli biliari; nella bile è sotto forma di micelle miste con acidi biliari. Acido glucuronico Idrofobica e tossica, la bilirubina circola nel plasma legata all’albumina; Uptake a livello membrana basolaterale degli epatociti mediante meccanismo carrier mediato; Proteine di legame citosoliche (ligandine) portano la bilirubina al reticolo endoplasmico dove viene coniugata con acido uridindifosfato-glicuronico (UDP-glucuronato) dall’enzima UDP-glucuroniltransferasi (UGT) con formazione di bilirubina mono-(BMG) e di-(BDG) glucuronide; questo processo rende la bilirubina idrosolubile e quindi pronta per la escrezione nella bile; BMG e BDG dirette verso la membrana apicale canalicolare e trasportate nel canalicolo biliare da una pompa di esporto ATP-dipendente. La proteina responsabile si chiama MRP2 (multidrug resistance protein 2); L’80% della bilirubina è escreta come BDG, il 20% come BMG solo tracce come UCB (non coniugata); BDG e BMG sono deconiugate da enzimi batterici nell’ileo e nel colon e convertiti in tetrapirroli privi di colore (urobilinogeno). Il 20% dell’ urobilinogeno è riassorbito ed eliminato nelle urine e nella bile. Valori di riferimento nel siero: Bilirubina Totale: 0,3 -1,1 mg/dl Bilirubina Indiretta (non coniugata): 0,3-1 mg/dl Bilirubina Diretta (coniugata): 0 - 0,4 mg/dl La bilirubina non coniugata (indiretta) è così fortemente legata all’albumina che nel plasma non è presente in forma libera: quindi, in condizioni normali, NON PASSA NELLE URINE. Avendo, inoltre, alta affinità per i lipidi di membrana, un suo aumento causa alterazioni della funzionalità delle membrane cellulari, soprattutto del sistema nervoso. Al contrario, la bilirubina coniugata (diretta) è relativamente solubile in acqua ed un suo aumento porta ad elevate concentrazioni nelle urine, che avranno un’intensa colorazione giallo-marrone. Ittero L’ittero è inequivocabilmente evidente su base clinica quando la concentrazione plasmatica di bilirubina supera la soglia di 2.5-3 mg/dl. L’ittero in seguito a situazioni di iperbilirubinemia si verifica come conseguenza di una delle seguenti condizioni: Iperproduzione della bilirubina nell’organismo ed incapacità della cellula epatica di captare, coniugare ed eliminare il pigmento. Aumento della bilirubina indiretta; Non aumento della produzione di bilirubina, ma difetto funzionale dell’epatocita (alterazione dei meccanismi di captazione, coniugazione). Aumento della bilirubina diretta ed indiretta (es.: Sindrome di Gilbert, uso di farmaci epatotossici..); Incapacità di escrezione della bilirubina attraverso le vie biliari dovuta ad ostacolo meccanico intra o extra epatico. Aumento della bilirubina diretta (ostruzione da calcoli, neoplasie, epatite virale, etc..). Classificazione (storica) degli itteri: Pre-epatico: Ittero emolitico. Nell’ittero emolitico la bilirubina in eccesso e’ quella indiretta (legata all’albumina) che non è escreta nelle urine (bilirubinuria ridotta/assente). Epatico: Ittero epatocellulare. Nell’ittero epatocellulare la bilirubina circolante è in gran parte nella forma glucuronata (diretta) idrosolubile e quindi si ha bilirubinuria più o meno accentuata. Post-epatico: Ittero ostruttivo. Nell’ittero ostruttivo si ha un aumento in circolo di bilirubina glucuronata (diretta) e quindi elevata bilirubinuria. ITTERO NEONATALE Marcatori di protidosintesi Rivedere Lezione sull’Elettroforesi!!!!!!!! Proteine plasmatiche La maggior parte delle proteine plasmatiche è sintetizzata dal fegato, cui compete anche la fase catabolica degli aa (attraverso reazioni di transaminazione, deaminazione dell’aa e successiva trasformazione dello ione ammonio, tossico, in urea, poi escreta dai reni) Le proteine plasmatiche hanno caratteristiche velocità di migrazione durante l’elettroforesi : si possono, così, facilmente separare ALBUMINA, GLOBULINE ALFA1, ALFA2 e BETA, fibrinogeno, gamma-globuline Elettroforesi delle proteine sieriche L’albumina è sintetizzata dalle cellule parenchimali del fegato, ha una vita media di 20 giorni, è responsabile del mantenimento della pressione oncotica e del trasporto di numerose sostanze (bilirubina, acidi grassi liberi, cortisolo, ormoni tiroidei, calcio, farmaci). I valori di riferimento sono 35-55 g/l In caso di valori alterati, si può avere: Iperalbuminemia (rara) in genere per disidratazione Ipoalbuminemia (al di sotto di 3 g/dl), dovuta a varie cause Ipoalbuminemia Perdita da sindrome nefrosica, perdita da ustioni o dermatiti, perdita dal tubo digerente per lesioni della mucosa Apporto inadeguato di proteine (vomito, diarrea, malassorbimento, pancreatiti, coliti, enteriti, etc..) Diminuita sintesi epatica (si ritiene comunque che il fattore che influenza in modo significativo l’albuminemia nelle malattie epatiche croniche non è la funzione epatocellulare ma la ritenzione idrica) eventualmente associata a diminuita alimentazione, ascite, malassorbimento) Aumentato catabolismo (ipertiroidismo, traumi, sindrome di Cushing) In alcune condizioni fisiologiche (gravidanza, lattazione) Infiammazione acuta e cronica con necrosi tissutale Le globuline sono un gruppo eterogeneo di proteine, distinte, nel tracciato elettroforetico, in alfa, beta e gamma; La loro concentrazione fisiologica è 20-35 g/l; Durante la cirrosi epatica si può avere iperglobulinemia, di grado variabile, dovuta a stimolazione del SRE. Le alfa-globuline non rivestono particolare importanza nella diagnosi di malattie epatiche, eccetto l’alfa1-antitripsina, proteina con attività antiproteasica (anti-tripsina, anti-plasmina); essa risulta ridotta o assente nelle cirrosi ad eziologia ignota o nell’ittero colestatico giovanile. Alfa1 globuline Valori riferimento: 0,2-0,4 g/dl Se aumenta: › malattie infiammatorie croniche, malattie infettive, infarto cardiaco, assunzione pillola contraccettiva, gravidanza Se diminuisce: › malattie epatiche gravi, una malattia ereditaria rara chiamata enfisema congenito, malattie renali Alfa2 globuline Valori riferimento: 0,4-0,8 g/dl Se aumenta: › malattie renali, malattie infiammatorie croniche e acute, infezioni, infarto cardiaco, sindrome di Down, diabete, alcuni tumori maligni Se diminuisce: › malattie epatiche gravi, diabete, ipertiroidismo, rottura dei globuli rossi (emolisi), artrite reumatoide Beta globuline Valori riferimento:0,6-1 g/dl Se aumenta: › anemia da carenza di ferro, alcuni casi di mieloma multiplo, ipercolesterolemia (elevati livelli di colesterolo nel sangue), gravidanza Se diminuisce: › malnutrizione, cirrosi Gamma globuline Valori riferimento: 0,9-1,4 g/dl Se aumenta: › alcune malattie del sistema immunitario dette gammopatie (MGUS), mieloma multiplo, malattie epatiche croniche (epatite, cirrosi), infezioni, alcuni tumori, artrite reumatoide, lupus Se diminuisce: › alcune malattie ereditarie del sistema immunitario Fattori della coagulazione Fibrinogeno (Fattore I) Proteina sintetizzata dal fegato, solubile, che si trasforma in fibrina, prodotto insolubile e fibroso, ad opera della trombina. La sua concentrazione fisiologica è tra 200-400 mg/dl, che diminuisce in caso di epatopatie croniche, comportando alterazione della coagulazione. Trombina (Fattore IIa) Enzima, sintetizzato dal fegato, che trasforma il fibrinogeno in fibrina. Circola nel plasma come protrombina (Fattore II, un’alfa2-globulina). La sua formazione è dipendente dalla vitamina K. Il tempo di Quick o di protrombina (PT) è molto utilizzato in epatologia: è una misura dell’attività di alcuni fattori di coagulazione, prodotti dal fegato, e viene spesso utilizzata come indicatore dell’attività di sintesi del fegato. Infatti, il fegato sintetizza molti fattori della coagulazione, in particolare quelli vitamina K dipendenti. Il procedimento di Quick misura la velocità della conversione della protrombina (fattore II) in trombina (fattore IIa) in presenza di tromboplastina (fattore III), calcio, fibrinogeno (fattore I) ed altri fattori della coagulazione (V, VII, X), a 37°C; a sua volta la trombina converte il fibrinogeno in fibrina. La protrombina ed i fattori VII e X necessitano della vitamina K per la loro attivazione. Valori di Riferimento: 11-15 secondi Altri marcatori di danno METABOLISMO AMINOACIDI E CICLO DELL’UREA Un uomo normale di 70 kg elimina circa 10-20 g di azoto al giorno (provenienti dall’alimentazione o da aminoacidi non riutilizzabili) attraverso lo schema: AA → L-glutammato → NH3 → ciclo di Krebs → Urea L’NH3 liberata dagli AA, a causa della sua tossicità, deve essere rapidamente allontanata dall’organismo (es.: come urea o glutammina) (AMMONIEMIA). L’Urea nel sangue è generalmente indice di funzionalità renale (nella valutazione dei valori aumentati), ma diminuisce in seguito ad una grave insufficienza epatica o in soggetti con alimentazione povera di proteine. Si può avere uremia normale anche con alterazione dell’80-90% del parenchima epatico (dato poco utile in diagnostica epatologica). Valori di riferimento dell’urea: 11-50 mg/dl Ammoniemia: parametro di alterato metabolismo proteico. I valori di riferimento sono: 20-80 μg/dl L’ammoniemia è utile in caso di sospetta encefalopatia epatica (sindrome caratterizzata da alterazioni neurologiche conseguenti a grave insufficienza della funzionalità epatica e/o cortocircuiti venosi fra vena porta e circolo sistemico). Il danno cerebrale sarebbe conseguente all’accumulo di sostanze tossiche (ammoniaca) assorbite dall’intestino e non metabolizzate dal fegato adeguatamente. Carboidrati Il fegato presiede al’omeostasi del glucosio nel sangue, attraverso il mantenimento dell’equilibrio tra i meccanismi di glicogenesi, glicogenolisi, glicolisi, gluconeogenesi. Tali reazioni sono controllate da ormoni pancreatici (insulina, glucagone, da GH e da catecolamine. Nelle gravi epatopatie si po’ verificare ipoglicemia, mentre nell’epatite cronica si può manifestare un’iperglicemia. Lipidi Il fegato è determinante nella regolazione del metabolismo lipidico, svolgendo sia funzioni di sintesi che cataboliche. Un eccesso di afflusso di acidi grassi può determinare steatosi epatica.