Il mal di schiena
Quando si parla di mal di schiena ci si riferisce a un generico dolore alla parte lombare, dorsale
o cervicale. Oggigiorno questo è un male comune all'80% della popolazione, senza alcuna
distinzione d'età, sesso o classe sociale. Spesso il mal di schiena passa senza alcuna cura in
un paio di settimane dall'insorgere del dolore. La ricaduta frequente non è sempre segno di
qualcosa di grave, ma solo il ritornare di un problema cui siamo predisposti. Il mal di schiena è il
segnale che indica che la colonna vertebrale non è "in forma" e dipende quasi sempre da un
mal funzionamento dei muscoli, dei legamenti o del disco.
La colonna vertebrale è una struttura forte e complessa, che svolge le seguenti funzioni: è
responsabile della stabilità dell'intero corpo, sostiene la testa, protegge il midollo spinale, funge
da ammortizzatore per tutti i carichi e le forze esterne e permette gran parte dei movimenti che
caratterizzano l'uomo grazie ad una notevole elasticità e flessibilità.
Il suo funzionamento dipende dal cervello che coordina il corretto equilibrio delle forze che si
caricano su di essa: la perdita di quest'equilibrio comporta l'insorgere del dolore che ci avverte
che la schiena non è in forma. Per lungo tempo il mal di schiena è stato considerato una
malattia fisica. Studi recenti hanno dimostrato che è invece una malattia psicosomatica scaturita
da tensioni e da stati di stress dovuti all'ansia e alla depressione. Molte ricerche hanno rilevato
che le persone con stress famigliari di vario genere e insoddisfazione nel lavoro sono propense
ad avere il mal di schiena cronico. Psicologicamente parlando, in effetti, il mal di schiena è una
motivazione accettabile per l'assenteismo di ogni genere, senza dover giustificare i propri
disturbi emozionali. Se è stato riscontrato che il disturbo fisico non è associato ad alcuna
malattia o trauma, allora la diagnosi del dolore deve essere attribuita a stress e tensioni di tipo
psico-sociale: in genere, come abbiamo detto, ansia o depressione, fattori che causano o
peggiorano il mal di schiena. Spesso possiamo intuire l'origine psicologica del male da un breve
colloquio dove l'uso di metafore è eloquente: "Mi sento come se mi avessero pugnalato alla
schiena". Forse inconsciamente l'interlocutore avrebbe voluto dire: "Ho un problema con un
amico e mi sento tradito". Altre volte capita di sentire: "Ho un dolore come se portassi addosso
un peso enorme". Anche qui probabilmente l'interessato avrebbe voluto dire che da tempo tiene
dentro qualcosa che non ha il coraggio di tirare fuori, o che è un periodo che si trova in
situazioni difficili che non riesce a gestire. Spesso il mal di schiena scaturisce da problemi
posturali dovuti a posizioni o comportamenti non corretti causati da sedie, poltrone, letti troppo
morbidi o abitudini sbagliate come restare troppo tempo nella stessa posizione, o ancora da
posture condizionate dalla propria attività di lavoro o dal sollevamento di pesi in modo sbagliato.
La postura è anche il linguaggio non verbale, l'espressione, l'atteggiamento del corpo in
relazione agli stati emotivi e psicologici nel rapporto con l'ambiente circostante. La postura si
modifica ogni volta che il nostro atteggiamento mentale e le emozioni cambiano: i muscoli si
riorganizzano per bilanciare e controbilanciare le forze che hanno modificato l'equilibrio iniziale.
Ma se uno stato emotivo si prolunga nel tempo, cosa succede? Se l'atteggiamento emozionale
della rabbia continua nel tempo? Pensiamo, ad esempio, alla postura del corpo in avanti come
approccio relazionale o all'area del capo e del collo negli atteggiamenti di sottomissione: se
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questi atteggiamenti si prolungano nel tempo, la postura di base potrebbe esser modificata in
maniera permanente dal nuovo atteggiamento muscolare. A quel punto ci troveremo di fronte
una persona che sarà sempre con il capo chino e le spalle ricurve in avanti. Ci sono
naturalmente casi in cui il dolore alla schiena è dovuto a lesioni o malattie gravi delle ossa,
anche se sono minori di quanto si pensi. In realtà il mal di schiena non è una malattia, è un
sintomo che può dipendere da qualsiasi altra affezione, come un'ulcera, problemi renali,
problemi all'utero ecc. Per far sparire il dolore nell'immediato si ricorre a farmaci come
antinfiammatori e analgesici, che non risolvono il problema alla radice e spesso fanno sorgere
ulteriori fastidi a livello gastrico come acidità e bruciori di stomaco. Anche se non è nato come
pratica terapeutica, lo yoga ha un grande effetto nel ridurre il dolore perché agisce sul corpo e
sulla mente eliminando stress e tensioni che spesso sono la causa dello squilibrio. Inoltre, la
pratica dello yoga migliora le condizioni dei muscoli che governano i movimenti della colonna,
rendendoli più forti ed elastici e rinforza le ossa. Per questo molte persone afflitte dal mal di
schiena, anche inconsapevolmente, si sentono attratte dallo yoga. Lo Yoga, però, non è una
esercizio fine a se stesso che si fa una o due volte alla settimana, ma una disciplina che lavora
sul livello fisico, mentale, emotivo e spirituale.
Per intensificare i suoi benefici è quindi necessario modificare alcune abitudini posturali e
comportamentali, legate alla propria psicologia.
Attraverso lo yoga è possibile migliorare la postura grazie a esercizi di riallineamento e
rafforzamento muscolare. Il praticante afflitto dal mal di schiena sente già dopo poche lezioni i
benefici della pratica ed è incoraggiato ad approfondire la propria consapevolezza sulle cause
del suo male. L'importante è mantenere questa consapevolezza non solo durante la lezione ma
anche nel resto della giornata, in modo da essere in grado di correggere e allineare il corpo per
riacquistare autostima e fiducia.
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