Paura recessione Londra taglia i tassi allo 0,25% Bce: ripresa lenta

^ Effetto Brexìt
Paura recessione
Londra taglia
i tassi allo 0,25%
Bce: ripresa lenta
L
a Banca centrale inglese alla fine ha
deciso di tagliare i tassi. In linea con le
previsioni di mercato, il governatore
Mark Carney ha abbassato il costo del denaro di un quarto di punto fissando un nuovo
minimo storico dello 0,25%. Ed è possibile
che entro l'anno arrivi un'ulteriore limatura.
È il primo taglio dal 2009, quando la Banca
centrale aveva reagito alla peggiore recessione dagli anni 30 del secolo scorso. Non
solo. Carney ha anche deciso di riaprire il
programma di Quantitative easing con
un'iniezione di liquidità nel sistema dell'economia britannica di 60 miliardi di sterline e varare un programma di acquisto di
bond societari da 10 miliardi.
Già da luglio era chiaro che la Brexit
avrebbe condizionato l'attività nel Regno
Unito ma Carney— che ha sempre detto di
non essere convinto dei benefici di una
politica monetaria espansiva — ha voluto
aspettare. Ieri si è arreso ai dati e ha usato le
armi pesanti. Sullo sfondo ci sono infatti le
previsioni dì rallentamento dell'economia
elaborate dalla stessa Bank of England che
ha ridotto le stima di crescita per il 2017 dal
2,3% allo 0,8% e per il 2018 dal 2,3% all'1,8%.
La BoE ha però conservato la stima di un
+296 per il 2016, essendoci stata un'espansione nella prima metà dell'anno più ampia
del previsto. Dallo storico palazzo di Threadneedle Street sono giunte anche le previsioni sul declino degli investimenti: un calo
del 3,75% nel 2016 rispetto alla previsione di
crescita del 2,596 dì maggio e una flessione
del 296 nel 2017 rispetto alla previsione di
crescita del 7,2596. Subito la sterlina ha reagito con il maggiore calo dal referendum
del 23 giugno (-1,4%) per poi riguadagnare
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Gli
economisti
della Bce
presieduta da
Mario Draghi
(foto)
stimano un
recupero
dell'inflazione
nel 2017
6 2018
terreno. Ieri è arrivato anche l'allarme di
Goldman Sachs. La banca d'investimento
americana con 5-5oo addetti in Gran Bretagna ha avvertito che la Brexit potrebbe condizionare la sua operatività nella Uè.
L'addio di Londra ha quindi costretto la
Banca centrale ad agire su più fronti per
scongiurare scenari di brusca frenata dell'economia, se non addirittura di recessione. Un quadro diventato così Incerto da
spingerla a considerare la possibilità di
arrivare «vicino» all'azzeramento dei tassi
quest'anno. Un'opzione già adottata a marzo
dalla Bce, che ora vede proprio nella Brexit
uno dei principali fattori di rischio per la
ripresa dell'eurozona.
Proprio ieri la Bce ha fatto il punto sullo
stato dell'economia nell'Unione Europea
attraverso il Bollettino economico, che ha
sottolineato che «la domanda interna continua a essere sostenuta dalle misure di politica monetaria all'economia reale» ma i
rischi per le prospettive di crescita «restano
orientati verso il basso»: pesa per l'appunto
il «Leave» britannico. Ma giocano un ruolo
anche le incertezze geopolìtiche e le prospettive dì crescita contenuta nei mercati
emergenti. Il Consiglio direttivo della Bce
ha confermato «l'intenzione di condurre gli
acquisti mensili di attività, per 80 miliardi,
sino a marzo del prossimo anno, 0 anche
oltre se necessario, e in ogni caso finché
non si riscontrerà un aggiustamento durevole dell'evoluzione dei prezzi. Secondo
Francoforte, i mercati del lavoro dell'eurozona continuano a migliorare gradualmente, mentre l'inflazione dovrebbe rimanere
su «livelli modesti» nei prossimi mesi per
poi recuperare nel 2017 e 2018.
Daniela Polizzi
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