Andy Warhol 1 Andy Warhol Andy Warhol, nome d'arte di Andrew Warhola Jr. (Pittsburgh, 6 agosto 1928 – New York, 22 febbraio 1987), è stato un pittore, scultore, regista e produttore cinematografico statunitense, figura predominante del movimento pop art americano. Biografia Figlio di immigrati ruteni del villaggio di Miková presso Medzilaborce (Slovacchia), mostrò subito il suo talento artistico, e studiò arte pubblicitaria al Carnegie Institute of Technology (CIT), ora conosciuto Andy Warhol come Carnegie Mellon University di Pittsburgh. Dopo la laurea, ottenuta nel 1949, si trasferì a New York. La "grande mela" gli offrì subito molteplici possibilità di affermarsi nel mondo della pubblicità, lavorando per riviste come Vogue e Glamour. Morì a New York il 22 febbraio 1987, alle 5:45 del mattino, in seguito a un intervento chirurgico alla cistifellea, dopo aver realizzato Last Supper, ispirato all'Ultima cena di Leonardo, che fu esposto a Milano. I funerali si svolsero a Pittsburgh, sua città natale, e a New York venne celebrata una messa commemorativa. Pittura Warhol con Jimmy Carter, 39º presidente degli Stati Uniti d'America La sua attività artistica conta tantissime opere, che produceva in serie con l'ausilio dell'impianto serigrafico. Le sue opere più famose sono diventate delle icone: Marilyn Monroe, Mao Zedong, Che Guevara e tante altre. La ripetizione era il suo metodo di successo: su grosse tele riproduceva moltissime volte la stessa immagine alterandone i colori (prevalentemente vivaci e forti). Prendendo immagini pubblicitarie di grandi marchi commerciali (famose le sue bottiglie di Coca Cola) o immagini d'impatto come incidenti stradali o sedie elettriche, riusciva a svuotare di ogni significato le immagini che rappresentava proprio con la ripetizione dell'immagine stessa su vasta scala. La sua arte, che portava gli scaffali di un supermercato all'interno di un museo o di una mostra d'arte, era una provocazione nemmeno troppo velata: secondo uno dei più grandi esponenti della Pop Art l'arte doveva essere "consumata" come un qualsiasi altro prodotto commerciale. Ha spesso ribadito che i prodotti di massa rappresentano la democrazia sociale e come tali devono essere riconosciuti: anche il più povero può bere la stessa Coca Cola che beve Jimmy Carter o Liz Taylor. Fra i suoi assistenti, che successivamente divennero essi stessi famosi, figurò Ronnie Cutrone. Successivamente rivisitò anche le grandi opere del passato, come L'ultima cena di Leonardo da Vinci o capolavori di Paolo Uccello e Piero della Francesca: anche in questo caso cercò di rendere omaggio a delle opere d'arte al posto dei mass media che in alcuni casi cercarono di screditarlo, tuttavia la pop art fu una delle icone principali che accompagnarono il boom economico. Andy Warhol Scultura Andy Warhol ha anche creato alcune sculture che riproponevano in più dimensioni alcuni suoi lavori serigrafici più famosi, come ad esempio scatole di detersivo Brillo ed altri prodotti in scatola. Altre forme d'arte Warhol ha sostenuto e sperimentato altre forme di comunicazione, come ad esempio il cinema e la musica: ha prodotto alcuni I famosi barattoli di zuppa Campbell's spesso lungometraggi e film, ha sostenuto alcuni gruppi musicali - in primis i rappresentati da Warhol Velvet Underground con Lou Reed, la cui famosissima copertina dell'album d'esordio è stata disegnata dallo stesso Andy Warhol, e numerosi artisti anche stranieri tra cui la cantante italiana Loredana Bertè, ha scritto libri e biografie. Il pensiero "commerciale" di Andy Warhol spaziava in ogni campo. Blow Job (telecamera fissa per 35 minuti sul volto di un uomo che riceve una fellatio) e Lonesome Cowboys sono alcuni esempi di film che ritraggono la cultura (gay) newyorkese del tempo, censurati e distribuiti solo con il passaparola. Altri lavori, certamente d'avanguardia, mostrano ad esempio otto ore di sonno di un uomo (Sleep - 1963): in soli cinque anni, cortometraggi e lungometraggi di sperimentazione artistica attraverso la telecamera. Alcuni di questi film furono trasmessi al pubblico dopo trent'anni dalla data di pubblicazione dei lungometraggi, soprattutto in occasione di mostre ed antologie del pittore organizzate in molti musei del mondo. È stato anche fondatore della Factory, luogo in cui giovani artisti newyorkesi potevano trovare uno spazio collettivo per creare: qui sono nati o passati per un breve periodo altri famosi artisti come Jean-Michel Basquiat, Francesco Clemente, Keith Haring. Il 3 giugno 1968, un'artista frequentatrice della Factory, Valerie Solanas, sparò ad Andy Warhol e al suo compagno di allora Mario Amaya. Entrambi sopravvissero all'accaduto, anche se Andy Warhol in particolare riportò gravi ferite e si salvò in extremis. Valerie Solanas dichiarò di aver sparato perché Warhol aveva troppo controllo sulla sua vita [1] : successivamente scrisse anche una sceneggiatura dell'accaduto proponendola addirittura allo stesso Warhol, che rifiutò categoricamente. Le apparizioni pubbliche di Warhol dopo questa vicenda diminuirono drasticamente. La vicenda passò in second'ordine in quanto 2 giorni dopo fu assassinato Bob Kennedy. Pubblicità Il 23 luglio 1985 fa da testimonial al lancio del nuovo computer della Commodore: l'Amiga 1000. Sempre negli anni ottanta è testimonial della rivista Vogue America. Cinema L'interesse di Warhol per il cinema si manifesta a partire dal 1963, quando l'artista, dopo aver frequentato la cinémathèque di Jonas Mekas, decide di comperarsi una cinepresa Bolex 16mm. I film di Warhol di questo primo periodo si possono definire minimali: Sleep, Kiss, Eat, Empire, tutti del 1963-1964, mostrano azioni ripetute dilatate nel tempo, riprese con una camera fissa. A Warhol interessa la "composizione dell'immagine" che si viene a creare partendo da un unico punto di vista. "Questi primi film sono come quadri" che, invece di essere appesi, sono proiettati su una parete bianca. I film sperimentali senza sonoro sono girati in 16mm alla velocità di 24 fotogrammi per secondo e proiettati alla velocità di 16 fotogrammi al secondo; questa caratteristica rallenta e amplifica l'immagine del film, che viene percepito in un tempo lunghissimo. Luogo fondamentale sia per la sperimentazione che per l'ispirazione nel mondo del cinema di Warhol è la Silver Factory, l'ampio locale ubicato al quarto piano di un ex fabbrica di cappelli sulla 47º 2 Andy Warhol strada, è stato il più noto studio laboratorio di Warhol, teatro di molti progetti artistici tra il 1963 e il 1968. Circondato da persone cui chiede suggerimenti ed idee, Warhol lavora alla Factory con ritmi di "catena di montaggio". La Factory è una open house, un luogo aperto in cui tutti possono partecipare, anzi, sono invitati a farlo, perché "è dalle idee e dalla personalità di ognuno che Warhol trae il materiale per la sua arte". Nello studio gravitava un mondo di originali intorno ad una figura che si faceva chiamare "capo", ma che era orgoglioso di non dare mai l'impressione di avere la minima individualità, di non essere mai altro che lo specchio del suo entourage, la copia di ciò che i suoi cortigiani volevano che fosse. La Factory diventa così uno "spazio ideologico" dove molte nozioni sulla pop art si trasformano in stile di vita. Il gruppo forma un nucleo che stabilisce un linguaggio comune, uno stile comune che basa i propri principi sull'accettazione di qualsiasi comportamento, senza pretendere di giudicarlo. Screen Test Un posto importante nella produzione cinematografica di Warhol riguarda i cinquecento rulli di Screen Test, film ritratti di personaggi in vista alla Factory che vengono ripresi con camera fissa per tre minuti su un fondo nero. Warhol chiede ad ogni partecipante del provino (screen-test) di fissare la camera, di non muoversi durante la ripresa e di non sbattere le ciglia, restando con lo sguardo fisso. « Trovo il montaggio troppo stancante […] lascio che la camera funzioni fino a che la pellicola finisce, così posso guardare le persone per come sono veramente. » (Andy Warhol) L'idea è quella di fissare in un ritratto un personaggio che compie un'azione banale, ma che per Warhol ha un importante significato. L'obbiettivo non è solo quello di entrare nell'intimità del personaggio ripreso ma anche quello di colpire lo stesso spettatore e farlo riflettere.[2] La morte: Andy Warhol muore a New York il 21 febbraio 1987 durante una semplice operazione chirurgica. Nella primavera del 1988, 10.000 oggetti di sua proprietà vengono venduti all'asta da Sotheby's per finanziare la Andy Warhol Foundation for the Visual Arts. Nel 1989 il Museum of Modern Art di New York gli dedica una grandiosa retrospettiva. Filmografia parziale Regia • • • • • • • • • • • Blow job (1963) - 35 minuti Kiss (1963) - 50 minuti Empire (1964) - 485 minuti Mario Banana I&II (1964) - 8 minuti Vinyl (1965) - 70 minuti My hustler (1965) - 79 minuti, co-diretto con Chuck Wein The Chelsea Girls (1966) - 210 minuti, co-diretto con Paul Morrissey The Velvet Underground & Nico (1966) - 70 minuti The nude restaurant (1967) - 100 minuti I, a man (1967) - 99 minuti, co-diretto con Paul Morrissey Lonesome Cowboys (1968) - 109, minuti co-diretto con Paul Morrissey 3 Andy Warhol Soggetto/produzione • • • • • • Flesh (1968) Trash - I rifiuti di New York (1970) Women in Revolt (1971) Calore (Heat) (1972) Il mostro è in tavola... barone Frankenstein (Flesh For Frankenstein) (1973) Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!! (Blood For Dracula) (1974) Songs for Drella Dopo la sua morte, Lou Reed e John Cale – i membri fondatori dei Velvet Underground – fecero uscire nel 1990 un concept album in suo onore, Songs for Drella, in cui esaminavano nel dettaglio il pensiero e l'influenza di Warhol. « ... Il problema con i classicisti / è che quando guardano un albero / non vedono altro / e disegnano un albero... » (Andy Warhol) Curiosità • Conoscente dello scrittore Truman Capote, i due artisti compaiono insieme in varie foto. All'apertura di un negozio di Fiorucci negli USA si misero all'entrata a firmare autografi. • Nell'agosto del 2009, il ritratto di Michael Jackson firmato da Andy Warhol è stato venduto ad un anonimo per più di un milione di dollari. • Il regista Oliver Stone lo cita nel film The Doors dedicandogli due minuti di pellicola in cui incontra Jim Morrison ad una festa. • Il nome dell'artista ha dato spunto ai Dandy Warhols. • Appare nella 19ª puntata della 10 stagione della serie animata I Simpsons "Homer e la pop art" dove Homer Simpson, prima rimane affascinato da un quadro con un barattolo di zuppa Campbell's, poi sogna di essere colpito dallo stesso Andy Warhol con altri barattoli di zuppa Campbell's. Musei Elenco dei musei che espongono opere dell'artista: • • • • • • • • • • • • • • • • Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina (MADRE) di Napoli, Italia Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino, Italia Fondazione Magnani-Rocca di Traversetolo, Parma, Italia Reggia e Gallerie Nazionali di Capodimonte, Napoli, Italia Museo Carlo Bilotti di Roma, Italia Collezione Rosini Gutman di Riccione, (RN), Italia Andy Warhol Museum di Pittsburgh, Pennsylvania, Stati Uniti Art Gallery of Ontario di Toronto, Ontario, Canada Tate Gallery di Londra, Inghilterra, Regno Unito Museo d'Arte Contemporanea di Medzilaborce, Slovacchia Los Angeles County Museum of Art, LACMA, Los Angeles, California Museum of Modern Art (MOMA) di New York City, New York, Stati Uniti Moderna Museet di Stoccolma, Svezia Museum Moderner Kunst (MUMOK) di Vienna, Austria Museum Ludwig di Colonia, Germania Metropolitan Museum of Art di New York City, New York, Stati Uniti 4 Andy Warhol 5 • Museo d'arte moderna e contemporanea (MART), Rovereto, (TN), Italia Factories a New York Andy Warhol ebbe diverse factories a New York, cioè laboratori nei quali lavorò, alcune volte per molti anni, altre solo per poco tempo. Ma tutte le factories sono state molto significative per il suo lavoro d'artista. Gli indirizzi e i palazzi (oggi convertiti in lussuosi appartamenti o in uffici di prestigio) di quelli che, tra gli anni sessanta e gli anni ottanta, furono veri e propri laboratori di successo, per Warhol ma anche per tutti i suoi fedeli collaboratori, sono i seguenti: • Factory: 1342 Lexington Avenue (la prima Factory) • Factory: 231 East 47th street 1963-1967 • Factory: 860 Broadway (di fronte a 33 Union Square) 1973-1984 (oggi il palazzo è stato completamente rifatto) • Factory: 22 East 33rd Street 1984-1987 (non esiste più il palazzo) • Factory: 33 Union Square 1967-1973 (Decker Building) • Studio: 158 Madison Avenue (ultimo studio personale) • Casa: 242 Lexington Avenue • Casa: 57 East 66th street (ultima casa di Warhol) Factory a New York, 1342 Lexington Avenue Note [1] Articolo da Elapsus (http:/ / www. elapsus. it/ home1/ index. php/ letteratura/ scrittori/ 151-lluniverso-e-una-casualita-moralmente-neutra-dinimmaginabile-violenzar) [2] (http:/ / www. youtube. com/ watch?v=EzOtZg_Zrow) Bibliografia • La furia umana, n. 2, autumn 2009 (http://www.lafuriaumana.it/index.php?option=com_content& view=category&id=25&Itemid=27) LA FURIA UMANA, n. 2, Special about cinema by Andy Warhol, with texts (italian, french, english) by: Yann Beauvais, Toni D'Angela, Romano Gasparotti, Paolo Spaziani, Constantin Verevis, Nicole Brenez Voci correlate • • • • • • • • • • Arthur Danto Joe Dallesandro Gerard Malanga Nico Lou Reed Duran Duran Edie Sedgwick Valerie Solanas Dia Beacon Truman Capote Andy Warhol Altri progetti • • http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Andy Warhol http://it.wikiquote.org/wiki/Andy Warhol Collegamenti esterni • • • • • • • • (EN) The Andy Warhol Foundation (http://www.warholfoundation.org) (EN) The Andy Warhol Museum (http://www.warhol.org/) (EN) Warhol stars (http://www.warholstars.org) (EN) Andy Warhol al Museum of Modern Art (MoMA) (http://www.moma.org/collection/browse_results. php?criteria=O:AD:E:6246&page_number=1&template_id=6&sort_order=1) L'impronta di Andy Warhol sul XX secolo (ANSA) (http://ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/ inlavorazione/visualizza_new.html_2085298856.html) Andy Warhol videoanthology by Fondazione SoutHeritage (http://www.southeritage.org/mostre/Press/ andy_warhol.htm) Attentato a Andy Warhol (https://sites.google.com/site/artistiutili/articoli_dossier_segnalazioni_arte/ attentato_andy_warhol) (EN) The Andy Warhol Museum of Modern Art - city of origin - Medzilaborce (Slovakia) - the second largest collection worldwide (http://www.warholcity.com) 6 Fonti e autori delle voci Fonti e autori delle voci Andy Warhol Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=41669136 Autori:: .anaconda, .snoopy., 77cubetti, A.Ciccone, Absinthe, Aguado3, Aka, Al Pereira, Alberodimele, Alessandrofuscoplanet, Angebe, AnjaQantina, Ares, Art4me, Ary29, Ask21, AttoRenato, Aushulz, Avemundi, Aytrus, Berto, Blakwolf, Ciano, Cicero, Cinnamologus, Codas, Conte Grievous, Dark, Davide, Decio Mure, Dedda71, Demart81, Django, Dome, Dread83, Drugonot, Dusk, Dusted, Eddie619, Emilius, Frieda, Fstefani, G.dallorto, GMastromatteo, Gacio, Giac83, Giacomo Augusto, Giada57, Guidomac, Gvf, Hashar, Hellis, Hill, Horcrux92, Ignlig, Iloveitaly, Ilparce, Incola, Jakstar Karkarov, Kamata, Kelvin, Kiado, Knacker, Leila Mai, Leoman3000, Lingtft, Loroli, Loshack, Luisa, LukeWiller, MaEr, Malemar, Manusha, Marco Bernardini, Marcogian, Mark Hymann-Adler, Marko86, MattSid, Mela, Microsoikos, Midnight bird, Moongateclimber, Mr buick, Oskar '95, Otrebor81, P tasso, Passawuth, Patty, Phantomas, Pipep, Pracchia-78, Qbert88, Quatar, RanZag, Razzairpina, Riccardo.fabris, Roby Mendrisio, Roh, Sbisolo, Shaka, Shymay, Starwars, Suisui, T137, Tartarox, Tia solzago, Ticket 2010081310004741, Traffy46, Triquetra, Tristano Moravia, Trixt, Ylebru, Zio TiBia, 216 Modifiche anonime Fonti, licenze e autori delle immagini File:Andy Warhol by Jack Mitchell.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Andy_Warhol_by_Jack_Mitchell.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Share Alike Autori:: Jack Mitchell File:Jimmy Carter Andy Warhol 1977.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Jimmy_Carter_Andy_Warhol_1977.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Kightlinger, Jack E. File:Campbells.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Campbells.jpg Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: HenryWBee, Maksim, Man vyi, Nikola Smolenski, Spinoff, 2 Modifiche anonime File:Factory Lexington Avenue.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Factory_Lexington_Avenue.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Original uploader was GMastromatteo at it.wikipedia Immagine:Commons-logo.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Commons-logo.svg Licenza: logo Autori:: SVG version was created by User:Grunt and cleaned up by 3247, based on the earlier PNG version, created by Reidab. Immagine:Wikiquote-logo.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Wikiquote-logo.svg Licenza: Public Domain Autori:: -xfi-, Dbc334, Doodledoo, Elian, Guillom, Jeffq, Krinkle, Maderibeyza, Majorly, Nishkid64, RedCoat, Rei-artur, Rocket000, 11 Modifiche anonime Licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported http:/ / creativecommons. org/ licenses/ by-sa/ 3. 0/ 7 Pop art 1 Pop art Pop art è il nome di una corrente artistica della seconda metà del XX secolo che deriva dalla parola inglese "popular art" ovvero arte popolare (con un'accezione del termine diversa dall'uso comune). Arte pop per le strade di New York City (autore anonimo) La Pop Art è una delle più importanti correnti artistiche del dopoguerra. Discende direttamente dal graffiante cinismo della Nuova oggettività e dalla semplicità equilibrata del Neoplasticismo, del Dadaismo e del Suprematismo. Nasce in Gran Bretagna alla fine degli anni cinquanta, ma si sviluppa soprattutto negli USA a partire dagli anni sessanta, estendendo la sua influenza in tutto il mondo occidentale. Questa nuova forma d'arte popolare è in netta contrapposizione con l'eccessivo intellettualismo dell'Espressionismo Astratto e rivolge la propria attenzione agli oggetti, ai miti e ai linguaggi della società dei consumi. L'appellativo "popolare" deve essere inteso però in modo corretto. Non come arte del popolo o per il popolo ma, più puntualmente, come arte di massa, cioè prodotta in serie. E poiché la massa non ha volto, l'arte che la esprime deve essere il più possibile anonima: solo così potrà essere compresa e accettata dal maggior numero possibile di persone.[1] In un mondo dominato dal consumo, la Pop art respinge l'espressione dell'interiorità e dell'istintività e guarda, invece, al mondo esterno, al complesso di stimoli visivi che circondano l'uomo contemporaneo: il cosiddetto "folclore urbano". È infatti un'arte aperta alle forme più popolari di comunicazione: i fumetti, la pubblicità, i quadri riprodotti in serie. Il fatto di voler mettere sulla tela o in scultura oggetti quotidiani elevandoli a manifestazione artistica si può idealmente collegare al movimento svizzero Dada, ma completamente spogliato da quella carica anarchica e provocatoria. La critica alla società dei consumi, degli hamburger, delle auto, dei fumetti si trasforma presto in merce, in oggetto che si pone sul mercato (dell'arte) completamente calato nella logica mercantile. Ciò nonostante gli artisti che hanno fatto parte di questo movimento hanno avuto un ruolo rivoluzionario introducendo nella loro produzione l'uso di strumenti e mezzi non tradizionali della pittura, come il collage, la fotografia, il cinema, il video. La sfrontata mercificazione dell'uomo moderno, l'ossessivo martellamento pubblicitario, il consumismo eletto a sistema di vita, il fumetto quale unico, residuo veicolo di comunicazione scritta, sono i fenomeni dai quali gli artisti pop attingono le loro motivazioni. In altre parole, la Pop Art attinge i propri soggetti dall'universo del quotidiano – in specie della società americana – e fonda la propria comprensibilità sul fatto che quei soggetti sono per tutti assolutamente noti e riconoscibili. Con sfumature diverse, gli artisti riprendono le immagini dei mezzi di comunicazione di massa, del mondo del cinema e dell'intrattenimento, della pubblicità. La Pop Art infatti usa il medesimo linguaggio della pubblicità e risulta dunque perfettamente omogenea alla società dei consumi che l'ha prodotta. L'artista, di conseguenza, non trova più spazio per alcuna esperienza soggettiva e ciò lo configura quale puro manipolatore di immagini, oggetti e simboli già fabbricati a scopo industriale, pubblicitario o economico. Questi oggetti, riprodotti attraverso la scultura e la pittura, sono completamente personalizzati. Pop art 2 Nelle mani di un artista pop le immagini della strada si trasformano nelle immagini "ben fatte" dell'arte colta. I temi raffigurati sono estremamente vari: prodotti di largo consumo, oggetti di uso comune, personaggi del cinema e della televisione, immagini dei cartelloni pubblicitari, insegne, foto di giornali. A partire dagli anni novanta del XX secolo si è avuta una revitalizzazione di questa tendenza artistica, che va sotto il nome di NeoPop. Note [1] Giorgio Cricco e Francesco Paolo di Teodoro, Itinerario nell'arte, Zanichelli, 2005, ISBN 88-08-22236-5 Voci correlate • • • • • • Arte povera Neo-Dada Nieuwe figuratie Scuola di Piazza del Popolo Scuola di Pistoia Sots-art • • • • • Unpop Art Andy Warhol Equipo Crónica NeoPop Keith Haring Altri progetti • http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Pop art Fonti e autori delle voci Fonti e autori delle voci Pop art Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=41461644 Autori:: .anaconda, .snoopy., 2diPikke, Absinthe, Aedo89, Afnecors, Afranz, Aghi1, Alessandra.Rovati, Alessio Ganci, Alexanderlai, Angebe, ArtAttack, Ask21, Audry87, Beurre, Calabash, Centra, Civvì, Cryptex, Eumolpa, Fanfani, Frieda, Frigotoni, Futurismo, Gac, Ggonnell, Giampietro, Gigi er Gigliola, Glauco92, Grigio60, Guidomac, Hallodami, Hashar, Hill, Ignlig, Il Viandante Immortale, IlPisano, JamGirl, Kal-El, LaPizia, Leila2, Lissen, Lorm, Lost&Fool, Lovelikemine626, M7, Marcok, Mark91, Maurus Flavus, Mickey83, Mr buick, Nick, No2, P tasso, Pap3rinik, Patafisik, Phantomas, Pirru, Potassio, Rael, Retaggio, Riccardo.fabris, Rojelio, Sailko, Senpai, Shaka, Shivanarayana, Siciliano Edivad, Simone, Snowdog, Taueres, TheGreatBelane, Ticket 2010081310004741, Twice25, Vituzzu, 152 Modifiche anonime Fonti, licenze e autori delle immagini File:Batman_pop.jpg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Batman_pop.jpg Licenza: Public domain Autori:: Azrael555, Fanfani, 1 Modifiche anonime Immagine:Commons-logo.svg Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Commons-logo.svg Licenza: logo Autori:: SVG version was created by User:Grunt and cleaned up by 3247, based on the earlier PNG version, created by Reidab. 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