COMUNICATO STAMPA
4 AMERICANS
15 marzo – 28 aprile 2007
IL 14 MARZO INAUGURA A MILANO, IN VIA MONTEBELLO 30, UNA NUOVA GALLERIA D’ARTE.
DIRETTA DA MATTEO LAMPERTICO, che vanta una consolidata esperienza nel mercato dell’arte, la galleria
intende operare sia nell’ambito dell’arte antica che in quello dell’arte moderna, nel tentativo di
creare un ponte fra due mondi troppo spesso incomunicanti.
L’ambiente stesso è funzionale ad entrambi: uno spazio scevro da interferenze di ordine formale e
cromatiche dove solo il bianco delle pareti e il grigio degli arredi delineano l’ampio spazio illuminato da grandi
finestre che si aprono su un giardino privato. Su una piccola corte si affaccia, invece, lo studio: un ambiente
più intimo e accogliente in cui saranno esposti dipinti antichi solo di selezionata qualità.
LA MOSTRA INAUGURALE, INTITOLATA 4 AMERICANS, È DEDICATA ALL’ARTE AMERICANA DEL DOPOGUERRA.
Attraverso le opere di alcuni dei suoi protagonisti - Andy Warhol, Tom Wesselmann, Robert
Rauschenberg e Sam Francis – illustra la profonda trasformazione del linguaggio artistico attuata a partire
dagli anni sessanta quando prende avvio la contaminazione fra il mondo dell’arte e il linguaggio dei massmedia destinata a lasciare una profonda influenza su tutta l’arte contemporanea.
Nella grande tela di Tom Wesselmann, intitolata Sunset nude, l’artista si cimenta con un tema
d’ispirazione rinascimentale - il nudo - ma lo affronta con il linguaggio semplificato della pubblicità.
Un’immagine tradizionale e persino abusata viene così rivitalizzata e riproposta in chiave contemporanea. La
mostra permette di ammirare altre opere dello stesso tema eseguite dall’artista americano recentemente
scomparso.
Ancora più radicale è l’operazione portata avanti da Andy Warhol – il padre della Pop art. Egli non
solo utilizza un repertorio del tutto nuovo, ispirato al cinema e alla carta stampata, ma sceglie una tecnica che
limita al minimo l’intervento manuale dell’artista. Nei due ritratti esposti, Janet Sartin e Unknown
Woman, il punto di partenza è una polaroid ritoccata e trasferita sulla tela mediante la tecnica serigrafica. In
questo modo il dipinto assume l’effetto artificiale di un bene di consumo. D’altra parte il fine di questi ritratti è
quello di esaltare il glamour delle protagoniste della vita mondana newyorkese degli anni ottanta. Anche
Robert Rauschenberg, di cui è presente in mostra l’opera intitolata Sand del 1974 , utilizza lo stesso
procedimento tecnico. Per questo artista il ricorso alla serigrafia assume però un significato diverso: essa
consente di trasferire sulla tela in modo fedele, mediante riporti fotografici, immagini legate alla vita
quotidiana, che entra così a pieno titolo in una dimensione artistica. Il mondo reale, quello della vita di tutti i
giorni, e quello aulico della pittura si fondono così in un’unica realtà.
A fianco di questi protagonisti della pop art è presente Sam Francis con un lavoro di grande
dimensioni, Santa Monica I. Non è una scelta casuale in quanto l’opera risale agli anni settanta quando
l’artista abbandona le colature e il dripping dell’espressionismo astratto, alleggerendo la gamma cromatica dei
suoi dipinti attraversati, ora, da colori freschi e squillanti non esenti da un influsso pop.
Accanto a questo gruppo di tele sono esposti una decina di lavori su carta di Andy Warhol: disegni
eseguiti verso la fine degli anni cinquanta, nel periodo giovanile, legati alla sua attività di pubblicitario. Essi
evidenziano già quella predilezione per la semplificazione dell’immagine e la finezza del tratto che
contraddistingueranno tutta la sua produzione successiva.
Milano, 9 febbraio 2007
Ufficio Stampa
Anna Orsi
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