Lorenzo genovesi 5 I – 13 maggio 2012 – Pag.1 POP ART Negli anni Sessanta nasce negli Stati Uniti una nuova forma artistica: la Pop-Art. Questa arte, come suggerisce il nome, in particolare il prefisso Pop (abbreviazione di Popular) è un arte di massa, per il popolo. Poiché la massa non ha volto, quest’arte tende a rimanere, nella maggior parte dei casi, anonima; in questo modo potrà essere compresa ed accettata dal da un vasto pubblico di persone. La Pop-Art, che nasce in un contesto storico di sfrontata mercificazione dell’uomo moderno e di grande consumismo, in cui l’uomo moderno è continuamente soggetto al martellamento pubblicitario, attinge i propri soggetti dall’universo del quotidiano. Gli artisti di questo movimento artistico scelgono soggetti assolutamente noti; l’intervento dell’artista, che avviene mediante la manipolazione di forme e colori, è reso possibile dall’utilizzo di sempre più raffinate tecniche tipografiche e fotografiche. La Pop-Art usa lo stesso linguaggio della pubblicità e risulta dunque perfettamente aderente alla società dei costumi che l’ha prodotta; le opere Pop sono più curiose che provocatorie ed il loro impatto con la realtà è più ironico che sarcastico. Alcuni esempi di pubblicità fondate sull’ironia e sull’umorismo sono quella della Ferrarelle, accompagnata alla nota immagine della Gioconda e quella della Levi’s, famosa marca dei pantaloni indossati dal David di Michelangelo. CONNUBIO ARTE PUBBLICITA’ Il dialogo tra arte e pubblicità inizia nei primi del ‘900, entrambe vogliono rivolgersi ad un vasto pubblico, anche se l’arte è vista come lo “specchio dei tempi”, mentre la pubblicità è vista come il futuro. La pubblicità userà l’arte come strumento di comunicazione e di integrazione. Le due arriveranno, nel passaggio dal New Dada alla Pop-Art, ad integrarsi e ad adeguarsi alla nuova società consumista. GLI EMBLEMI DEL POP Andy Warhol è il maggior esponente della pop-art americana. Egli impiega tutte le energie per costruirsi intorno la figura di un personaggio fantasioso ed imprevedibile: una sorta di Dalì americano. Nasce nel 1926 in Pennsylvania, figlio di un minatore immigrato cecoslovacco, l’artista cambia nome quando si Lorenzo genovesi 5 I – 13 maggio 2012 – Pag.2 trasferisce definitivamente a New York: Andrew Warhola diventa così Andy Warhol.La sua formazione avviene tutta in America quindi anche la cultura delle avanguardie europee è mediata attraverso la cultura statunitense. L’artista matura una lunga esperienza nel campo della grafica pubblicitaria e del disegno industriale, interessandosi anche di teatro. Nel 1960 comincia a produrre le sue prime opere partendo da strisce di fumetti o altri prodotti di largo consumo, dal mondo del cinema, della politica o semplicemente dagli scaffali del supermercato. Dal ’65 l’artista rinuncia alla pittura a favore del cinema producendo moltissimi corto metraggi underground . L’attività pittorica riprende nel 1972, anche se delegata principalmente ai suoi collaboratori che si limitano a riprodurre ripetitivamente le sue opere cambiando solo i colori, utilizzando i procedimenti della stampa serigrafia. Muore nel 1987. ANDY WARHOL Andy Warhol è il più grande rappresentante della cultura Pop americana, è anticonformista fantasioso e imprevedibile. L’artista nasce il 6 Agosto 1928 in Pennsylvania, è figlio di un minatore cecoslovacco e costruisce il suo personaggio in modo scientifico. Il suo nome originale è Andrew Warhola, la sua formazione fu tutta in America : studiò al Carnegie Institute of Technology di Pittsburgh, dove l’artista matura una lunga esperienza nel campo della grafica pubblicitaria. Nel 1956 intraprende un viaggio intorno al mondo e nel 1960 incomincia a produrre i primi dipinti aventi come soggetto di partenza strisce di fumetti. Fra il 1962 e il 1963 Warhol affitta una grande mansarda dove riunisce una serie eterogenea di giovani collaboratori, che lui chiamerà Factory. Nel 1965 rinuncia alla pittura e si dedica al cinema , in particolare girerà film underground, realizzati con mezzi di fortuna; riprenderà poi l’attività pittorica soltanto nel 1972.Warhol scompare infine il 22 Febbraio 1987. GREEN GREEN COCACOCA-COLA BOTTLES Opera in olio su tela del 1962. In quest’opera Warhol mostra la sua tecnica pittorica, una volta scelto il soggetto si appropria dell’immagine a esso relativa e la replica per un numero pressoché infinito di volte. Poiché, sostiene Warhol, la gente comprende solo ciò che conosce e nulla meglio degli oggetti-simbolo della società dei consumi può prestarsi a essere rappresentato artisticamente. La ripetizione del tema dell’opera, infatti, ha lo stesso significato estraniante degli spot televisivi. MARILYN Warhol riproduce il volto sorridente della diva mutandone semplicemente i colori. Facendo così, il personaggio scompare e l’immagine non è più la stessa; l’infinita ripetitività di Warhol, infatti, finisce per togliere espressività al volto di Marylin. Lorenzo genovesi 5 I – 13 maggio 2012 – Pag.3 MINESTRA IN SCATOLA CAMPBELL’S Gli oggetti Pop per eccellenza sono i cibi, quasi mai naturali, ma in scatola, surgelati o disidratati. L’opera risale al 1968 e rende paradossalmente artistico il quotidiano, smitizza l’arte portandola al livello della massa. SERIE DI FOTOGRAFIE DELLA FIRST LADY il 22 novembre 1963 a Dallas veniva assassinato il presidente americano JF Kennedy. L’opera vuole essere un omaggio a sua moglie, la first lady, trasformata in un simbolo di dolore universale. Essa incarnava le speranze e la fiducia nel futuro di molti americani. Dopo la morte del marito il suo volto diviene simbolo di un passato da rimpiangere. L’opera è una composizione grafica di più foto. Dalla prima all’ultima le sue espressioni cambiano in peggio fino ad arrivare alle lacrime versate al funerale del marito.