•S. Freud e J. Breuer, Studi sull`isteria, 1895: “Sul meccanismo

•S. Freud e J. Breuer, Studi sull’isteria, 1895:
“Sul meccanismo psichico dei fenomeni isterici” (1893): isteria traumatica
“L’isterico soffrirebbe per lo più di reminiscenze (…) Il ricordo del trauma psichico a guisa di un
corpo estraneo deve valere per lungo tempo dopo la sua introduzione ancora da agente che opera
nel presente e tuttavia il paziente non ha alcuna coscienza di tali ricordi e del loro emergere”
S. Freud:
Tre saggi sulla psicoanalisi, 1896: (teoria sessuale del trauma)
Al di là del principio del piacere (1920):
Nevrosi da guerra (shell-shock): non spiegabili tramite l’economia sessuale della psiche.
‘Coazione a ripetere’: la psiche cerca di ritornare costantemente alla scena del dispiacere perché nel
rimettere in scena il trauma cerca di dominare il materiale inassimilabile
•André Breton, Conversazioni (1913-1952) con André Parinaud (1973):
“Fui mandato in un centro per uomini disabili, rimandati a casa per la loro malattia mentale, alcuni
di fatto seriamente malati di mente, altri invece casi più sospetti per i quali veniva richiesto un
parere medico. Il tempo che trascorsi là e ciò che vidi fu di importanza fondamentale per la mia vita
ed ebbe un’influenza decisiva sullo sviluppo del mio pensiero, soprattutto per gli esperimenti che
potei fare sui pazienti, vedendo la natura della diagnosi, la cura psicoanalitica, e in particolare la
registrazione e interpretazione dei sogni e delle libere associazioni. Questi materiali furono fin
dall’inizio al centro del surrealismo...e l’esperienza mi lasciò un grande rispetto per ciò che
convenzionalmente chiamiamo le deviazioni dello spirito umano”.
“Vidi qualcuno in quell’ospedale la cui immagine non mi ha mai abbandonato. Un ragazzo giovane,
ben istruito, si era comportato con una temerarietà incomprensibile: durante un bombardamento, in
piedi su un parapetto, tracciava con le dita la traiettoria delle esplosioni. Spiegò ai medici che era
intoccabile. Contrariamente alle attese, non era stato ferito. Aveva elaborato un punto di vista
alquanto insolito: la cosiddetta guerra era in realtà solo uno spettacolo, le cosiddette esplosioni
erano innocue, le ferite una cosa innocente. I corpi ammucchiati sui campi di battaglia provenivano
in realtà da persone morte in ospedale, che durante la notte venivano portati via e disseminati sui
campi.”
W. Benjamin, Sul concetto di storia:
“C’è un quadro di Klee che si chiama Angelus Novus. Vi è rappresentato un angelo che
sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui ha fisso lo sguardo. I suoi occhi sono
spalancati, la bocca è aperta, e le ali sono dispiegate. L’angelo della storia deve avere questo
aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Là dove davanti a noi appare una catena di avvenimenti, egli
vede un’unica catastrofe, che ammassa incessantemente macerie su macerie e le scaraventa ai suoi
piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e riconnettere i frantumi. Ma dal paradiso soffia
una bufera, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che l’angelo non può più chiuderle.
Questa bufera lo spinge inarrestabilmente nel futuro, a cui egli volge le spalle, mentre cresce nel
cielo il cumulo delle macerie davanti a lui. Ciò che noi chiamiamo il progresso, è questa bufera.
W. Benjamin, Sul concetto di storia:
“non è che il passato getti la sua luce sul presente o che il presente getti la sua luce sul passato;
l’immagine è piuttosto ciò in cui il passato viene a convergere con il presente in una costellazione.
Mentre la relazione dell’allora con l’adesso è puramente temporale (continua), la relazione del
passato con il presente è dialettica, a salti”
W. Benjamin, I ‘passages’ di Parigi:
“Metodo di questo lavoro: il montaggio letterario. Non ho niente da dire. Solo da mostrare. […]
Stracci e rifiuti […] ma non per descriverli, bensì per mostrarli”.
Andy Warhol, La filosofia di Andy Warhol da A a B e ritorno, 1975:
“Negli anni ‘50 iniziai una relazione con la televisione che dura nel presente, come quando gioco in
camera da letto insieme a quattro televisori alla volta. Ma il vero matrimonio è arrivato nel 1964,
quando acquistai il mio primo registratore. Mia moglie. Il mio registratore e io siamo sposati ormai
da dieci anni. Quando dico “noi”, intendo il mio registratore e io. Molte persone non lo capiscono.”
Warhol, La Filosofia di Andy Warhol… (1975):
“Non ho memoria. Ogni giorno è un giorno nuovo perché non mi ricordo il giorno prima. Ogni
minuto è come il primo minuto della mia vita. Cerco di ricordare ma non ci riesco. È per questo che
cerco di stare con gente che abbia una mente-registratore. La mia mente è come un registratore con
un solo bottone: “Cancella”.
A. Warhol, POPism, 1980:
“Non voglio che sia essenzialmente lo stesso.Voglio che sia esattamente la stessa cosa. Perché più
guardi alla stessa identica cosa, più perde significato e più ti svuoti e ti senti bene”
Warhol, I’ll be your mirror (interviste 1962-1987):
“Credo, all’epoca, di aver cominciato a ripetere la stessa immagine perché mi piaceva il modo in
cui la ripetizione modificava la medesima immagine”