Associazioni di farmaci antiepilettici

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ASSOCIAZIONI DI FARMACI ANTIEPILETTICI,
MEGLIO SE CON MECCANISMI D'AZIONE
DIFFERENTI
19 giugno 2014
Nei pazienti con crisi a esordio parziale, la combinazione di farmaci antiepilettici (AED) con
differenti
meccanismi d’azione (MOA) risulta più efficace delle strategie basate sull’uso di due molecole
dirette allo stesso target terapeutico sotto il profilo di persistenza al trattamento e ridotti rischi di
ospedalizzazione e di visite ai dipartimenti di emergenza, come dimostrano i dati di uno studio
apparso online su JAMA Neurology.
«Per esempio» affermano gli autori, guidati da Jay M. Margolis, del Truven Health Analytics a
Bethesda (Maryland, USA) «mettendo a confronto la combinazione di due bloccanti del canale del
sodio con l’associazione costituita da un bloccante del canale del sodio e un farmaco legante la
proteina 2A della vescicola sinaptica si ha una probabilità inferiore del 19% che la terapia venga
sospesa (P<0,001)».
Si sono riscontrate anche notevoli differenze negli outcomes: la combinazione di un analogo
dell’acido gamma-aminobutirrico (GABA) con un differente tipo di antiepilettico si è associato a un
rischio inferiore del 28% di ricovero ospedaliero rispetto ai pazienti in trattamento con due GABA.
Oppure i pazienti trattati con bloccanti del canale del sodio in combinazione con un secondo
farmaco con meccanismo differente sono risultati associati a un rischio inferiore del 15% di visita al
dipartimento d’emergenza rispetto a chi riceveva un secondo bloccante del canale del sodio.
I ricercatori hanno fatto uso del Truven Health MarketScan Commercial Claims Database –
comprendente 96 milioni di soggetti tra il 2004 e il 2011 – e hanno selezionato individui adulti con
uso concomitante di 2 differenti AED e con diagnosi recente di epilessia a esordio parziale. Gli
AED sono stati classificati in base ai diversi MOA: bloccanti del canale del sodio (SC), analoghi
dell’acido gamma-aminobutirrico (G), leganti la proteina 2A della vescicola sinaptica (SV2), e con
meccanismi multipli (M). I pazienti sono quindi stati assegnati a una categoria di combinazione in
base al concomitante impiego di AED. «Lo scopo della ricerca» affermano Margolis e colleghi «era
quello di confrontare la persistenza nel trattamento e l’uso di cure sanitarie con combinazioni di
AED. La persistenza nel trattamento è stata misurata dall’inizio della terapia di combinazione AED
fino alla fine di tale associazione. L’uso delle risorse sanitarie è stato misurato nel corso dello
svolgimento del trattamento di combinazione».
La distribuzione degli 8.615 pazienti selezionati in base alle combinazioni è stata 3,3% per G+G,
7,5% per G+SV2, 8,6% per G+M, 13,9% per SC+SC, 19,0% per G+SC, 21,5% per SC+M e 26,3%
per SC+SV2. Le combinazioni basate sullo stesso MOA (G+G e SC+SC) hanno avuto la
persistenza più breve (media: 344 giorni e 513 giorni, rispettivamente) e un maggiore rischio di
sospensione rispetto a combinazioni fondate su MOA differenti.
I pazienti con associazione G + MOA differente hanno evidenziato un rischio significativamente
inferiore di ammissione ospedaliera (odds ratio, OR: 0,716; 95% CI: 0,539-0,952; P=0,02) rispetto
alle combinazioni G+G, mentre i pazienti con combinazioni SC e differente MOA hanno mostrato
rischi significativamente inferiori di visita al dipartimento di emergenza (OR: 0,853; 95% CI:
0,742-0,980; P=0,03) rispetto alle combinazioni con SC+SC.
«Nonostante i risultati relativi alle combinazioni con altri bloccanti del canale del sodio o analoghi
dell’acido gamma-aminobutirrico non raggiungano la significatività statistica, la direzione di questi
riscontri è in linea con i rischi minori associati con combinazioni di farmaci con meccanismi
d’azione differente» sostengono gli autori. Ciò, tra l’altro, conferma l’esperienza clinica secondo
cui le interazioni farmacodinamiche o gli effetti collaterali dei farmaci associati sono un punto
fondamentale nel determinare se il paziente è in grado di proseguire il trattamento. Per esempio i
bloccanti dei canale del sodio possono dare vertigini, ma la scelta dei giusti agenti può minimizzare
tali effetti collaterali. «Eppure» sottolineano Margolis e collaboratori «questa semplice via non è
offerta da 20 anni sul mercato degli antiepilettici». Del resto, aggiungono, «il razionale della
politerapia consiste nel fatto che la combinazione di farmaci con differenti meccanismi d’azione
può essere più efficace perché agisce su molteplici target terapeutici rispetto alla combinazione di
farmaci con lo stesso meccanismo che anzi possono determinare un rischio additivo di eventi
avversi».
«Per quel che ci concerne» commentano gli autori «lo studio attuale è il primo a descrivere la
terapia di combinazione AED in accordo ai relativi MOA nel setting del mondo reale e a valutare le
differenze negli outcomes confrontando terapie di combinazione con differenti MOA con terapie
basate sui medesimi MOA in pazienti con crisi a esordio parziale». Ulteriori ricerche, sottolineano,
sono necessarie per capire completamente il ruolo del MOA nel raggiungimento degli outcomes
ottimali.
Arturo Zenorini
Margolis JM, Chu BC, Wang ZJ, et al. Effectiveness of Antiepileptic Drug Combination Therapy
for Partial-Onset Seizures Based on Mechanisms of Action. JAMA Neurol, 2014 Jun 9. [Epub
ahead of print]
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