EPILESSIA NEI PAZIENTI AFFETTI DA NEOPLASIA CEREBRALE: INCIDENZA E TERAPIA Stefano Meletti, Dipartimento di Neuroscienze – Università di Modena e Reggio Emilia L’incidenza di epilessia nei pazienti affetti da neoplasia cerebrale (NC) è in media pari al 30%, con notevole variabilità a seconda del tipo istologico (10% nei pazienti affetti da linfomi fino a quote pari quasi al 100% nei soggetti con DNET). Una percentuale variabile dal 12 al 50% di questi pazienti presenta una forma di epilessia resistente alla terapia farmacologica. Nei pazienti affetti da glioma di alto grado l’incidenza di epilessia è pari al 52% circa (minore rispetto all’incidenza nei pazienti affetti da gliomi di basso grado). Per quanto riguarda la terapia antiepilettica nei tumori cerebrali, esistono due specifici problemi: quando cominciare la terapia e con quali farmaci. I dati esistenti in letteratura indicano che una terapia profilattica nel paziente affetto da neoplasia cerebrale primitiva o secondaria non è indicata. Poiché, però, i pazienti con NC vengono considerati ad alto rischio di crisi ricorrenti, si ritiene necessario iniziare subito la terapia antiepilettica dopo la prima crisi. Il problema della scelta del farmaco adeguato deve essere affrontato considerando che il paziente affetto da NC (e in particolare da GBM) viene sottoposto, nella maggior parte dei casi, almeno a chemioterapia e terapia antiedemigena; è necessario quindi, per una corretta gestione terapeutica, considerare le interazioni esistenti tra queste classi di farmaci e i farmaci antiepilettici (AED, anti-epileptic drugs). Va tenuto infatti presente che numerosi AED, in quanto induttori degli enzimi del cit. P450, portano ad una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di chemioterapici e cortisonici, cui consegue una minore efficacia antitumorale. Allo stesso modo i chemioterapici tendono ad alterare il metabolismo degli AED, con possibile ridotta copertura antiepilettica. Le interazioni tra AED e chemioterapici tendono poi a rendere più significativa la tossicità di entrambe le categorie farmacologiche. I dati in letteratura indicano quindi la necessità di impostare una monoterapia con farmaci di nuova generazione non induttori (Ac. Valproico, Levetiracetam, Oxcarbamazepina, Lamotrigina, Topiramato risultano i più indicati).