Comitato Scientifico AIC Il lato debole della celiachia Complicazioni dovute a diagnosi in età adulta e frequenti trasgressioni alla dieta Antonio Di Sabatino Università di Pavia IRCCS Policlinico “San Matteo”, Pavia S ebbene ancora numerosi siano i lati oscuri della storia naturale della malattia celiaca, ciò che di certo sappiamo è che, mentre la mortalità dei celiaci diagnosticati in età pediatrica e da allora in rigoroso trattamento dietetico è uguale a quella della popolazione generale, nei celiaci diagnosticati in età adulta tale mortalità risulta raddoppiata, ed aumenta di ben sei volte nel caso di frequenti trasgressioni dietetiche. Inoltre il consumo di glutine prima della diagnosi è strettamente connesso con un elevato rischio di mortalità (Fig.1). 18567691 Quest'ultima è sostenuta dall'insorgenza di complicanze preneoplastiche (malattia celiaca refrattaria, digiunoileite ulcerativa), francamente neoSicily plastiche (linfoma intestinale) e non neoplastiche (ridotta funzionalità e/o atrofia della milza). 4.0 Mortalità standardizzata 3.5 3.0 2.5 Denmark Italy Sweden 2.0 1.5 UK 1.0 Finland 0.5 0.0 0 20 40 60 80 100 120 140 Consumo di pasta e pane (kg/persona, anno Correlazione tra valore della mortalità standardizzata e consumo di glutine prima della diagnosi tra celiaci sintomatici in alcuni paesi europei con differenti abitudini alimentari nel consumo di pane e pasta. 74 La prolungata esposizione al glutine, dovuta ad una dieta senza glutine poco rigorosa e/o ad una diagnosi tardiva, rappresenta il fattore che maggiormente condiziona lo sviluppo di tali complicanze. Esse vanno sospettate nel caso di una mancata risposta clinica ed CN 2-2013 istologica alla dieta o quando, nonostante una dieta rigorosa, ricompaiono sintomi quali dolori addominali, febbre, diarrea e anemia. In questi casi bisogna, innanzitutto, rivalutare la diagnosi iniziale di malattia celiaca per essere sicuri che il paziente sia realmente affetto da enteropatia e che essa sia glutine-dipendente; successivamente, bisogna assicurarsi che il paziente segua una dieta rigorosa. Chiariti questi aspetti, l'esecuzione di una gastroduodenoscopia con biopsia duodenale è indispensabile. La normalità o meno della biopsia di controllo ci dirà se siamo di fronte ad una mancata o ritardata risposta clinica o ad una refrattarietà sia clinica che istologica. Nel primo caso è verosimile che i sintomi siano mantenuti da situazioni frequentemente concomitanti, quali l'intolleranza al lattosio, l'intestino irritabile o la colite microscopica. Nel secondo caso, dovranno essere considerate quelle complicanze a prognosi sfavorevole che condizionano la refrattarietà alla dieta. Va tenuto presente, tuttavia, che la refrattarietà è nella maggior parte dei casi solo apparente, cioè dovuta ad una insufficiente adesione alla dieta senza glutine. Il linfoma intestinale è la complicanza neoplastica più rilevante. Si tratta di un linfoma generato da linfociti T, ad alto grado di malignità, che insorge tra la quinta e la settima decade di vita. Il quadro clinico, nella maggior parte dei casi, è caratterizzato da dolore addominale, calo ponderale, febbre e diarrea; in altri casi l'esordio è acuto con occlusione o perforazione intestinale. La ridotta funzionalità della milza o iposplenismo (con o senza riduzione del tessuto della milza), potenzialmente responsabile di infezioni a decorso fatale, non complica la malattia celiaca dell'infanzia e nell'adulto la sua incidenza è direttamente correlata con l'età alla diagnosi, cioè con la durata dell'esposizione al glutine. In pazienti celiaci adulti sono stati riscontrati un rischio di sepsi causata da pneumococco e una mortalità per cause infettive significativamente aumentati. Ciò porta a concludere che nei celiaci adulti l'iposplenismo dovrebbe essere sempre ricercato e che pazienti iposplenici debbano essere sottoposti a vaccinazione antipneumococcica. Glossario ga indirizzato ad un centro di riferimento, al fine di formulare una diagnosi precoce ed attuare tempestivamente un trattamento adeguato già nelle fasi iniziali delle complicanze. Storia naturale: l'insieme degli eventi che precedono la comparsa di una patologia e la descrizione dello sviluppo, del decorso e dell'evoluzione (guarigione, morte) della malattia. Con la storia naturale si descrivono diverse fasi di una malattia: a) la fase di latenza in cui la malattia ha inizio ed i sintomi sono ancora assenti; b) la fase sintomatica; c) la risoluzione o meno della malattia. Linfociti T: cellule del sangue appartenenti alla famiglia dei linfociti. Giocano un ruolo centrale nella immunità cellulomediata. Sono distinti dagli altri linfociti, quali i linfociti B e le cellule natural killer per la presenza di uno specifico recettore presente sulla loro superficie. Queste cellule riconoscono molecole estranee al nostro organismo, in maniera cooperativa con altre cellule, che hanno il compito di presentare queste molecole ai T e produrre una efficace reazione immunologica specifica strettamente coordinate dai T attivati. Valore standardizzato di mortalità: quante persone sono morte in un dato periodo e per un specifica causa su migliaia di abitanti di una regione. Questo valore permette di confrontare la mortalità di popolazioni differenti. L'articolo è visionabile anche sul sito AIC www.celiachia.it/AIC E CELIACHIA/La Celiachia/Pubblicazioni clinico-scientifiche AIC Un test semplice e poco costoso Un test semplice e poco costoso, indicativo di ipofunzione splenica, consiste nel conteggio di globuli rossi con caratteristiche escavazioni di membrana nel sangue circolante (pitted cells). Valori superiori al 4% sono diagnostici per ipofunzione splenica. In conclusione, il ritardo diagnostico della malattia celiaca e di conseguenza la prolungata esposizione al glutine o la scarsa adesione alla dietoterapia espone il paziente ad un elevato rischio di complicanze e quindi ad una mortalità maggiore, rispetto alla popolazione generale e agli stessi celiaci diagnosticati precocemente e che seguono correttamente la dietoterapia. Il medico deve conoscere i vari aspetti clinici della malattia per una diagnosi ed un trattamento precoce, come pure verificare la corretta esecuzione della dieta. Tuttavia, qualora vi sia il sospetto di una refrattarietà, è importante che il paziente venCN 2-2013 75