patogenesi, diagnosi e trattamento. Analisi epidemiologica nell

La
celiachia
è
una
condizione
patologica
che
consiste
nell’intolleranza permanente, su base genetica, ad alcuni costituenti
del glutine (la gliadina in particolare), che si trova in cereali d’uso
comune: grano, orzo e segale. L’assunzione di glutine da parte dei
celiaci provoca primariamente un danno a carico dell’intestino e
successivamente ad altri organi. La costellazione dei disturbi che ne
conseguono è molto ampia e variabile e può compromettere, talora
in modo irreversibile, l’assorbimento dei nutrienti, l’accrescimento,
l’integrità delle ossa, ma può andare ad influenzare anche la vita
sociale dell’individuo stesso. Infatti si possono verificare problemi
nell’attività riproduttiva sia maschile che femminile, sbalzi di umore
ed attacchi di ira.
Per la diagnosi sono disponibili dei test di laboratorio semplici e
veloci, con buona specificità e accuratezza, però nessuno ha una
sensibilità del 100%. Per questo motivo, ancora oggi, la diagnosi
definita viene effettuata con la biopsia intestinale, dal momento che
solo essa ci permette di dimostrare la presenza delle lesioni tipiche
della celiachia.
Ad oggi l’unica cura possibile è una dieta del tutto priva di glutine,
cosa che comporta alcuni disagi ai celiaci per quanto riguarda
l’alimentazione fuori casa. Questo implica, in alcuni casi, una
“marginalizzazione del celiaco” ad esempio a causa dell’impossibilità
da parte di diversi ristoranti di preparare pasti con modalità distinte
da quelle per non-celiaci o per la mancanza di una specifica
formazione degli operatori delle mense; questo può portare il celiaco
a chiudersi sempre più in sé. In seguito alla opera di educazione
sanitaria questa tendenza sta invertendo e sempre più ristoranti e
mense riescono a cucinare anche piatti senza glutine e senza il
rischio
di
contaminazione
in
quanto
adottano
sempre
più
precauzioni. Così il celiaco è più tranquillo e può vivere più
serenamente anche quando esce per una cena con gli amici.
La malattia celiaca ha, quindi, un grande impatto sociale non
soltanto per il fatto che il celiaco ha bisogno di una dieta priva di
glutine, ma anche per la necessità di avere dei medicinali in cui il
glutine non sia presente. Infatti spesso il celiaco è restio anche ad
assumere medicinali per la paura che contengano glutine e, quindi,
con la paura di curare un malattia e stare male per un’altra. La
presenza di amido di frumento (anche se è sotto i livelli di
tollerabilità) deve essere sempre riportata in etichetta ed in base alla
Legge 123 del 04.07.2005 sulla specialità medicinale deve essere
riportata la dicitura “il medicinale non è controindicato per i soggetti
affetti da celiachia”. Questa normativa a favore dei celiaci presenta,
però, il grosso limite di essere applicata solo per le specialità
medicinali, mentre per tutti i prodotti fitoterapici, omeopatici ed
integratori non è prevista alcuna regola.
La malattia celiaca ha un grande impatto sociale anche per la
prevalenza elevata e per la sottodiagnosi. Infatti si stima che solo 1
celiaco su 7 venga diagnosticato. Nonostante questo, però nella
Azienda USL3 Pistoia si conta 1 caso di celiachia ogni 390 persone,
ad indicare che la celiachia non è affatto una malattia rara come si
pensava in pensato, ma una malattia molto diffusa tra la
popolazione. Una sempre maggiore conoscenza della malattia porta
a far aumentare il numero delle diagnosi: nella Azienda USL3 Pistoia
si è visto, infatti, incrementate fortemente i casi di celiachia dal 2006
ad oggi, in seguito alla educazione sulla malattia e sulle sue
complicanze svolta dalla struttura sanitaria stessa. Una diagnosi
precoce e sicura, poi, può ridurre il rischio di complicanze (tra le più
importanti le neoplasie) derivati dalla malattia celiachia stessa, in
seguito all’inizio precoce di una dieta aglutinata.
Nel mio studio sono andata a verificare anche come la malattia
celiaca è distribuita nelle varie fasce di età. Questo può essere utile
per avere una stima su quale sarà la spesa sanitaria per gli alimenti
senza glutine destinati ai celiaci, degli anni futuri.
Dai dati che ho raccolto e dall’aumento delle diagnosi e dei casi di
celiachia, si può dire che la Azienda USL3 Pistoia ha recepito
correttamente la Delibera Regionale n. 723 del 26.01.2004
riguardante il “Percorso assistenziale del paziente con celiachia”.