DISTRIBUZIONE MARKETING Conoscere il territorio Attraverso l’attenta conoscenza di un determinato bacino di mercato, garantita dagli strumenti del geomarketing, gli operatori della gdo possono compiere le scelte più fruttuose. a cura di Gianluigi Crippa* Per uno sguardo allargato sugli argomenti trattati in questo articolo, digita su: www.largoconsumoinformationsystem.info i titoli “Il business con una bussola” (05/2009) e “Localizzati e catturati nella rete” (04/2008). l termine geomarketing è ormai entrato a pieno titolo nel lessico del marketing. Con esso non si identifica solo un approccio teorico, ma anche uno strumento concreto per analizzare la complessità del mercato e prendere le opportune decisioni strategiche e operative. Numerose aziende hanno migliorato la loro efficacia ed efficienza utilizzando e applicando tecnologie Gis (Geographic Information System) alle strategie di sales, marketing e retail. Il geomarketing applica la legge di gravitazione universale all’analisi territoriale attraverso i cosiddetti “modelli gravitazionali”. La legge formulata da Newton nel 1687 afferma: «la forza di attrazione tra due corpi è direttamente proporzionale al prodotto delle due masse e inversamente proporzionale alla distanza che intercorre tra gli stessi». Traslando il principio fisico per finalità di business, si può affermare che il potere attrattivo di una specifica area commerciale dipende in maniera diretta dalle caratteristiche del sistema di offerta e in proporzione inversa dalla distanza. Questo modello si propone di descrivere il processo di scelta dei consumatori tra una serie di punti vendita alternativi circa l’acquisto di un determinato bene o servizio. Applicando i modelli gravitazionali, quindi, diventa possibile calcoFoto: Value Lab I lare i diversi livelli di probabilità di attrarre i consumatori all’interno di punti vendita alternativi, a partire dall’esatto indirizzo di residenza dei singoli consumatori. Attraverso tecniche statistiche, Value Lab ha elaborato i dati relativi al potenziale di spesa per ciascuna micro porzione di territorio (sezioni di censimento). Tenendo in considerazione la probabilità di attrazione e i dati di potenziale, diventa possibile stimare il fatturato di un punto vendita. Il modello gravitazionale è stato elaborato da Huff, ma affinato attraverso l’arricchimento della funzione d’offerta del punto vendita di nuove variabili (per esempio superficie di vendita, insegna, posizionamento in centro commerciale, ecc.). Come ogni modello di previsione statistica, i modelli gravitazionali devono essere considerati come un valido strumento di supporto all’analisi territoriale e non come un oracolo onnisciente in grado di descrivere minuziosamente scenari futuri. Se utilizzato adeguatamente, e in maniera parallela rispetto a una verifica empirica delle caratteristiche del territorio, il modello presenta un ampio ventaglio 76 LARGO CONSUMO n. 3/2010 di applicazioni: dalla definizione del piano di sviluppo, alla valutazione della pressione competitiva, alla creazione di indici di performance che possono rivelarsi di grande utilità sia nelle strategie di ampliamento sia in quelle di gestione della rete distributiva. Grazie al geomarketing è possibile selezionare la giusta location per una nuova apertura in ambito retail, ottimizzare le attività promozionali a seconda del target di riferimento e, per le aziende di produzione, conoscere il mercato realmente servito. LA LOCATION IDEALE La migliore posizione a livello geografico ha sempre rappresentato un fattore cruciale per vincere nell’arena competitiva della gdo. Gli uffici di sviluppo rete, però, possono riscontrare significative difficoltà nella valutazione di specifiche location, in particolare a causa di tempi stretti per scremare le diverse alternative, poche risorse umane ed economiche disponibili per le analisi, mancanza di strumenti, carenza di dati dettagliati e aggiornati in grado di rispondere alle esigenze dell’azienda. Gli strumenti e le metodologie analitiche del geomarketing aiutano a comprendere i fondamenti del potere attrattivo di uno specifico sistema di offerta nei confronti della domanda potenziale, e a guidare coerentemente le scelte di posizionamento di una nuova apertura. Tracciando i bacini di mercato (attraverso i modelli gravitazionali), è possibile valutare il profilo socio-demografico e socio-economico dei residenti e di chi frequenta la zona per motivi di studio, lavoro e tempo libero (day e night population, in gergo), analizzarne le preferenze e i comportamenti d’acquisto. Parallelamente, è possibile valutare il sistema di offerta esistente, definendo numericamente gli esercizi presenti nel territorio vicino al nuovo punto vendita, i formati distributivi e quantificando le potenziali quote di mercato. Elementi quali il livello di servizio attualmente offerto, il potere dell’inse- DISTRIBUZIONE gna, il livello di prezzo, l’ampiezza/profondità dell’assortimento possono contribuire a comprendere quanto la nuova apertura possa cannibalizzare le vendite attuali della catena, piuttosto che integrarsi in maniera complementare sul mercato. I responsabili marketing spesso segnalano la difficoltà di valutare e pianificare gli investimenti di marketing locale, in particolare quelli del volantinaggio. Le annose questioni sono: quanti volantini devo distribuire? Dove? Sto distribuendo il giusto numero di volantini o potrei risparmiare? Non sto escludendo zone ad alto potenziale per il mio punto vendita? Gli approcci di geomarketing permettono di profilare il territorio, definire le zone di volantinaggio e limitare il più possibile le inefficienze operative offrendo ai distributori il giusto supporto per espletare al meglio l’attività. Dopodiché, starà alla serietà professionale di questi interlocutori garantire il giusto livello di servizio; esistono comunque modalità per controllare l’attività distributiva in tempo reale, proprio grazie agli strumenti di geomarketing. Entriamo nello specifico dei risultati raggiunti da un’azienda dell’elettronica di consumo. La sede è stata in grado di offrire un servizio ai propri affiliati che ha permesso di diminuire in media del 7% il numero complessivo di volantini di ogni punto vendita. I livelli assoluti di redemption, però, sono stati mantenuti in quanto sono state raggiunte zone nuove maggiormente in target e sono stati limitati gli “sprechi”. Inoltre, è stato possibile valutare l’utilizzo delle risorse risparmiate in altre attività di marketing locale. L’industria può trarre significativi benefici dagli approcci di geomarketing, innanzitutto per individuare punti vendita alto o basso performanti rispetto al loro contesto di mercato ed eventuali vuoti distributivi in zone ad alto potenziale. Inoltre, la conoscenza dei bacini di mercato dei punti vendita serviti permette di individuare punti vendita con potenziale in target per testing e lancio di nuovi prodotti, ottimizzare l’allocazione delle risorse promozionali per punto vendita/catena e migliorare la pianificazione media e le attività di local marketing e merchandising all’interno dei negozi. L’ESEMPIO DI MILANO Abbiamo visto che con gli opportuni strumenti di geomarketing le dinamiche di mercato in termini di domanda e offerta sono facilmente misurabili. Prendendo la provincia di Milano, per esempio, è possibile visualizzare la localizzazione degli oltre 100 punti vendita discount classificati per superficie di vendita, correlandoli al profilo reddituale della zona. È possibile, inoltre, ricostruire il bacino di attrazione di ciascuno di questi punti vendita per capire il livello di servizio garantito ai consumatori. All’interno della provincia di Milano sono circa 800.000 le famiglie che rientrano nei bacini di attrazione primari dei punti vendita discount, rispetto alla cifra di 1 milione e 430.000 circa che rappresenta il totale delle famiglie residenti. Nell’attuale congiuntura economica è fondamentale riuscire ad avere il controllo del proprio business non solamente attraverso l’esperienza, bensì anche con il supporto quantitativo che permetta di valorizzare UN ESEMPIO DI APPLICAZIONE: DICEMBRE 2008 * I cruscotti di forecast, la misurazione vendite e i livelli di perfomance. Sono possibili report in tempo reale che integrino i dati delle vendite con quelli esterni di mercato. Fonte: Value Lab Largo Consumo LARGO CONSUMO n. 3/2010 il potenziale, il mercato servito, la pressione competitiva, la differenziazione e la localizzazione del proprio target di riferimento, la penetrazione e la quota sui diversi segmenti. Nella provincia di Milano sono presenti oltre 700 negozi non discount appartenenti ai canali gd/do, di cui circa 380 all’interno dei bacini di attrazione dei discount e quindi direttamente a confronto con questo canale. Il reddito pro capite delle aree primarie dei discount è pari a circa 22.300 euro rispetto ai 21.800 euro circa della provincia di Milano. Quindi, paradossalmente, il canale discount copre maggiormente un profilo medio o addirittura medio-alto. Questo dato potrebbe giustificare le politiche commerciali di questo canale, che stanno sempre più spingendo lo storico formato di “hard discount” verso un “soft discount”. Tra gli ipermercati e i supermercati superiori a 2500 mq di vendita ci sono ben 12 negozi a insegna Esselunga che ricadono all’interno dei bacini dei discount. Mettendosi nei panni di un retailer, è possibile valutare la propria performance di punto vendita o dell’intera rete misurando la distanza dalle diverse insegne competitor; mettendosi nei panni di un produttore, invece, è possibile misurare quanti consumatori vengono raggiunti costruendo il bacino di mercato delle catene servite. Padroneggiare numericamente certe informazioni e poterle usare per scaricare a terra nel migliore dei modi le proprie strategie commerciali e di marketing aumenta le probabilità di successo di una catena, di una marca o di un prodotto, garantendo un livello di efficienza maggiore. Le disponibilità di software Gis di geomarketing sono ormai svariate, tuttavia il vero vantaggio competitivo risiede nelle capacità di utilizzare delle funzionalità e delle banche dati grezze per potere generare informazioni e prendere decisioni in tempi rapidi. Per fare ciò, diventa fondamentale l’utilizzo di strumenti “user friendly” ma sostanzialmente aperti, ossia in grado di aggiornare e inserire diverse fonti esterne di dati, di integrarli velocemente con i propri dati aziendali, analizzarli eventualmente anche con tool di data mining avanzati (Geo-DataMining) e costruire report e cruscotti di performance sui principali Kpi per avere sempre il polso della situazione e indirizzare le proprie azioni strategiche e operative. *(Value Lab) 77