LA RIVOLUZIONE RUSSA
Tra il 1914 e il 1917 la Russia è impegnata nella Prima guerra mondiale, al fianco delle alleate
della Triplice Intesa (Gran Bretagna e Francia), contro gli Imperi Centrali (austriaco, tedesco e
ottomano). Per quanto potente, l’impero russo ha un apparato bellico antiquato e subisce una
pressione continua da parte della Germania. I disagi portati dall’estenuante guerra alla
popolazione portano al moltiplicarsi degli scioperi e delle agitazioni contro la guerra.
Nel febbraio del 1917 ci sono a San Pietroburgo grandi scioperi e un’insurrezione popolare
che provocano una grave crisi politica; infatti, nel marzo lo zar Nicola II abdica: è la fine dello
zarismo.
La Duma (il parlamento) assume il potere e forma un governo provvisorio guidato dal principe
L’vo, mentre emergono i contrasti tra gli interessi della borghesia liberale e quelli del
proletariato. Subito nel paese si costituiscono i soviet, assemblee di operai, soldati e contadini
che rappresentano la voce del popolo.
Immediato è lo scontro tra gli obiettivi dei soviet e quelli del nuovo governo che si era formato:
i soviet vogliono porre fine alla guerra e ottenere una riforma agraria che tolga le terre ai
latifondisti per distribuirle ai contadini, mentre il governo è totalmente contrario .
Ad aprile torna dall’esilio Vladimir Ilic Ulijanov, detto Lenin, capo dei bolscevichi1, il gruppo che
pone con maggiore determinazione il problema della presa di potere da parte del proletariato.
Vengono pubblicate le Tesi di Aprile2, in cui Lenin esalta la soluzione rivoluzionaria, non
credendo alla possibilità di collaborare con il governo borghese di febbraio. Tra maggio e
luglio si alternano altri governi provvisori.
La prima rivoluzione comunista scoppiò nell’ottobre del 1917. I bolscevichi prendono il potere
e viene formato un governo rivoluzionario con a capo Lenin coadiuvato da due rivoluzionari,
Trotskij e Stalin: si avvia il primo tentativo di stato socialista della storia.
Lenin promulga i Decreti sulla pace e sulla terra3, e nel marzo del 1918 la Russia firma con gli
Imperi Centrali la pace di Brest Litovsk, che sancisce l’uscita dalla Prima guerra mondiale. La
pace, senza annessioni e indennità, indebolisce però pesantemente la Russia per la perdita di
alcune regioni fertili e alcuni importanti centri industriali e minerari.
Appena i bolscevichi prendono il potere avviano con energia la propria azione di governo:
- si assicurano l’appoggio dei contadini dando la terra a chi la lavora
- viene introdotta la giornata lavorativa di 8 ore per gli operai dell’industria
- vengono nazionalizzate tutte le industrie e le banche diventano proprietà dello Stato
- viene affidato ai Consigli degli operai il controllo sulle industrie
- viene sovvertito l’apparato statale:
 i tribunali vengono sostituiti dai tribunali del popolo
 la polizia viene sostituita da milizia popolare
 la Chiesa viene separata dallo Stato
 viene introdotto il matrimonio civile
- la donna viene giuridicamente equiparata all’uomo sotto tutti gli aspetti.
Il mondo russo è come investito da un uragano. Lo sforzo dei rivoluzionari per creare l’uomo
nuovo, si concentra in due direzioni: la scristianizzazione, per cui si chiudono un gran numero
di chiese, il patrimonio del clero è confiscato, e l’istruzione che è resa obbligatoria fino ai 15
anni e viene legata al mondo del lavoro.
Gli ambienti della cultura rispondono con entusiasmo al nuovo corso rivoluzionario, ma alcuni
intellettuali fuggono dalla Russia per rifugiarsi in Francia, Germania e Inghilterra. Il governo
bolscevico incoraggia le avanguardie, le sperimentazioni nei campi, dell’arte, della letteratura
(il futurismo russo), del cinema, ma questo slancio va perdendosi tra il 1925 e il 1930.
Gli oppositori del governo, cioè conservatori, liberali, socialisti rivoluzionari, menscevichi,
piccoli e grandi proprietari terrieri, nobili, organizzano la resistenza contro i bolscevichi,
creando l’Armata bianca e il governo socialista in risposta forma l’esercito comunista,
l’Armata rossa: scoppia la guerra civile, che dura dal 1918 al 1921 e si chiude con la vittoria
dell’ Armata rossa. I morti sono milioni.
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Appunti di storia – Classe 5^- Prof.ssa Livia Dumontet
Tra il 1921 e il 1922 viene fondato il nuovo stato federale che prende il nome di Unione delle
Repubbliche Socialiste Sovietiche, URSS, in cirillico CCCP.
I bolscevichi trovano enormi difficoltà nell’attuazione del proprio programma: il periodo 19171921 è contrassegnato dal fallimento nel campo agricolo e nel campo industriale, sia per la
devastante guerra civile sia per il forte malcontento del popolo. In questo periodo il sistema
economico socialista prende il nome di Comunismo di Guerra.
Caratteristiche del comunismo di guerra sono
- Economia fortemente statalizzata
- Rigido controllo della produzione agricola e industriale
- Espropri e nazionalizzazioni
- Durissimi razionamenti alimentari
- Limitazioni alle libertà sociali e civili
Il dissenso con le decisioni economiche di quella che è ormai una dittatura divenne totale.
Diventa, quindi, evidente l’impossibilità di portare avanti la collettivizzazione dei mezzi di
produzione senza tener conto delle strutture economiche, sociali e mentali preesistenti, per cui
il realismo di Lenin risolve il problema con l’introduzione della Nuova Politica Economica (NEP
1921 - 1928). Il principio basilare della NEP sta nel far convivere elementi collettivistici e
capitalistici, pertanto si inizia in parte a snazionalizzare. Poiché la NEP rappresenta una grave
violazione dei principi del comunismo si stabilisce che questo periodo sarà transitorio. In
concreto la NEP:
- reintroduce parzialmente il libero commercio
- concede ai contadini di vendere la parte di prodotto eccedente la quota destinata allo stato
L’esperimento della NEP si risolve in un relativo successo: nel 1927 l’Unione Sovietica ritrova
il livello produttivo anteguerra e l’apparato industriale esce dalla crisi; aumentano i salari e
migliorano le condizioni di vita degli operai e dei contadini.
Nel 1928 la NEP verrà sostituita dai Piani Quinquennali da Stalin, il successore di Lenin, morto
nel 1924.
Note
1. Le origini del comunismo del XX secolo sono da collegarsi al bolscevismo russo e all’opera
di Lenin. I bolscevichi sostengono che per sovvertire il sistema zarista le masse devono
essere organizzate da un partito fortemente gerarchico guidato dagli intellettuali rivoluzionari.
Il rivoluzionario di professione e l’operaio, espressione delle frange più coscienti del
proletariato, sono i due pilastri su cui si fonda l’intera ideologia rivoluzionaria leninista
2. Quando Lenin torna dall’esilio si batte per un programma di grande impatto sociale ed
emotivo sulle masse popolari. Il programma è espresso nelle “Tesi di aprile”:
- stipulare una pace immediata per rispondere alle aspettative dei soldati, in gran parte
contadini desiderosi di tornare alla loro terra
- avviare una riforma agraria senza indennità per i vecchi proprietari
- porre la produzione industriale sotto il controllo degli operai i quali vedono in questo
obiettivo l’inizio della realizzazione delle loro aspirazioni di giustizia sociale
- rimodellare lo stato spezzando la vecchia macchina oppressiva costruita dalle classi
dominanti per soggiogare le masse lavoratrici
- rivendicare il governo del paese per realizzare una Repubblica dei soviet, perché la
borghesia non può garantire un’efficace guida politica
3. I decreti sulla pace e sulla terra, detti anche decreti di novembre, sono provvedimenti
d’emergenza per avviare il lavoro del primo governo rivoluzionario. Con il decreto sulla pace si
invitano i governi a immediati negoziati per una pace democratica, senza annessioni e
indennità. Con il decreto sulla terra viene abolita la grande proprietà senza alcun indennizzo e
stabilito il controllo operaio delle fabbriche.
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Appunti di storia – Classe 5^- Prof.ssa Livia Dumontet