CRITERI DIAGNOSTICI (DSM IV)
Leo Kanner, Hans Asperger descrivono negli anni ‘40 soggetti affetti da peculiare isolamento
sociale, incapaci di stabilire relazioni e di provare piacere nell’interagire con gli altri.
A1 Compromissione qualitative della interazione sociale:
a. Marcata compromissione nell'uso di svariati comportamenti non verbali, come lo sguardo diretto, l'espressione mimica,
le posture corporee, i gesti che regolano l'interazione sociale
b. Incapacità di sviluppare relazioni coi coetanei adeguate al livello di sviluppo
c. Mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone (per es. non mostrare,
portare, nè richiamare l'attenzione su oggetti di proprio interesse).
d. Mancanza di reciprocità sociale o emotiva
A2 Compromissione qualitativa della comunicazione
a. Ritardo, o totale mancanza, dello sviluppo del linguaggio parlato (non accompagnato da un tentativo di compenso
attraverso modalità alternative di comunicazione come gesti o mimica).
b. In soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione della capacità di iniziare o sostenere una conversazione
con altri
c. Uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo, o linguaggio eccentrico.
d. Mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei, o di giochi di imitazione sociale adeguati al livello di sviluppo.
A3 Modalità di comportamento, interessi ed attività ridotte e stereotipate.
a. Dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi ristretti, ripetitivi e stereotipati.
b. Sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici.
c. Manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo, o complessi movimenti di tutto il corpo).
d. Persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti.
FATTORI PROGNOSTICI
L’autismo è un disturbo cronico e permanente .
60-90% individui hanno bisogno di un’assistenza
continuativa da adulti (costante o supervisione
domiciliare).
15-20% vive e lavora all’interno della comunità (con gradi
diversi di indipendenza)
Fattori prognostici favorevoli:
•QI superiore a 70.
•Presenza di linguaggio prima dei 5 anni
•Assenza di crisi d’ira frequenti
PROFILO NEUROPSICOLOGICO E COGNITIVO
•Variabilità nell’eventuale grado di ritardo cognitivo.
•Acquisizione delle prime tappe di sviluppo motorio entro i
tempi stabiliti ma possibili atipie nella gerarchia delle
acquisizioni.
•Difficoltà di coordinazione con persisitente goffaggine
motoria.
•Arresto dello sviluppo linguistico intorno ai 18 mesi.
LINGUAGGIO
•
•
•
•
•
•
•
•
NO PREFERENZA PER VOCE DELLA PROPRIA MADRE;
SCARSO CONTATTO OCULARE;
SCARSA ATTENZIONE CONDIVISA;
SCARSO USO GESTI DEITTICI (E COMUNQUE SOLO RICHIESTIVI
NON DICHIARATIVI)
ESTREMA VARIABILITA’ SULLE TAPPE FUTURE DI ACQUISIZIONE
LINGUISTICA CON POSSIBILITA’ DI SVILUPPARE LINGUAGGIO
ANCHE COMPLESSO SINTATTICAMENTE
STILE COMUNICATIVO MANCA DI RECIPROCITA’;
GRAVI DIFFICOLTA’ PRAGMATICHE
POSSIBILE PRESENZA DI ECOLALIA
CAPACITA’ COMUNICATIVE NON VERBALI (ATTENZIONE CONDIVISA E INTENZIONE
DICHIARATIVA) ACQUISITE NEL PERIODO PRESCOLASTICO SONO I MIGLIORI
PREDITTORI DELLO SVILUPPO LINGUISTICO NEL DISTURBO AUTISTICO.
ATTENZIONE E FUNZIONI ESECUTIVE
•ATTENZIONE: IPERSELETTIVITà ma anche
IPOSELETTIVIA’;
•FE (OZONOFF, 2001):
•INIBIZIONE(priming negativo e no go): OK
•FLESSIBILITà (go no go): NO
•PIANIFICAZIONE E MEMORIA DI LAVORO (torre di
londra CANTAB): dati controversi
DEFICIT DI COERENZA CENTRALE:
•A. NON DIMOSTRANO BENEFICIO COME I SOGGETTI NORMALI QUANDO
DEVONO RIPETERE FRASI SIGNIFICATIVE PIUTTOSTO CHE FRASI SENZA SENSO
(Tager-Flusberg, 1991). ‘il bambino con la giacca sporca era caduto’ vs ‘il
bambino con la fiacca sporca era gremito’;
•NO EFFETTO ILLUSIONI OTTICHE (Happè e Frith, 1994)
•BUONE ABILIUTA’ NEL DISEGNO CON I CUBI.
RACCOMANDAZIONI DIAGNOSTICHE
•RACCOLTA DATI DEVE AVVENIRE RISPETTO A PIU’ FONTI
(FAMIGLIA, SCUOLA, TEMPO LIBERO) E DEVER ESSERE
ACCOMPAGNATA DALL’OSSERVAZIONE DIRETTA SUL BAMBINO;
•LA VALUTAZIONE RICHIEDE PIU’ INCONTRI PER PERMETTERE
FAMILIARIZZAZIONE CON AMBIENTE E PERSONE;
•PRESA IN CARICO DEVE ESSERE EFFETTUATA DA UN’EQUIPE
(NEUROPSICHIATRA, PSICOLOGO, TPNEE, LOGOPEDISTA
EDUCATORE, FORMATI RUSPETTO ALLA PATOLOGIA.
DIAGNOSI PSICOLOGICA
VALUTAZIONE DELL’INTERAZIONE SOCIALE E DELL’INTENZIONALITÀ COMUNICATIVA
VALUTAZIONE COGNITIVA (CON STRUMENTI ADEGUATI)
VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA (OVE POSSIBILE)
VALUTAZIONE LOGOPEDICA
VALUTAZIONE PSICOMOTORIA
VALUTAZIONE DEL CONTROLLO MOTORIO
STRUMENTI DIAGNOSTICI PER DGS
CARS (childhood autism rating scale, Schopler e coll., 1988)
Età: da 2 anni. Scale di osservazione del comportamento
Punteggi da 15 a 60 con cut off (30 per bambini, 27 per adulti).
Contenuti:
I. relazioni interpersonali:
-Presenza o evitamento dell’interazione con estranei; Eccessivo attaccamento ai
genitori, Reazione di allontanamento o aggressive in caso di interazione forzata,
Minime iniziative di contatto, Isolamento (il bambino non risponde mai all’adulto
e sembra inconsapevole della presenza dell’adulto).
II. Imitazione:
- Presenza di imitazione di gesti e suoni
III. Risposte emotive:
- tolleranza alla frustrazione
-inibizione emozionale o eccessiva reattività emotiva
IV. utilizzo del corpo:
- qualità del movimento
- movimenti ripetitivi/ stereotipie
- movimenti strani e bizzarri (per esempio sfarfallio delle mani)
STRUMENTI DIAGNOSTICI
CARS (childhoiod autism rating scale, Shopler e coll., 1988)
V. gioco ed utilizzo degli oggetti:
- presenza di uso funzionale dell’oggetto
- interesse atipico per un gioco e soprattutto per una parte di esso insignificante
per gli altri (interesse per le ruote delle macchine ruotate in maniera ripetitiva)
- interesse specifico per oggetti metallici, che luccicano, che ruotano e che
producono movimenti ripetitivi .
VI. livello di adattamento:
-introduzione di una variante
-resistenza al cambiamento proposto con atteggiamenti ostili e ripetitivi
VII. responsività agli stimoli visivi:
-esplorazione degli oggetti e dell’ambiente
-evitamento dello sguardo, mancanza di contatto oculare
-presenza di sguardo fisso nel vuoto
VIII. Responsività agli stimoli uditivi:
- reazione ai suoni e rumori (risposte ritardate al suono, necessità di ripetere il
suono per ottenere una risposta, ipo e iperreazioni, i suoni producono distrazioni)
-reazione alla chiamata per nome
STRUMENTI DIAGNOSTICI
CARS (childhoiod autism rating scale, Shopler e coll., 1988)
IX. modalità sensoriali,:
- Necessità di esplorare gli oggetti e l’ambiente attraverso modalità
specifiche e disfunzionali dei sensi (gusto, olfatto e tatto)
- Reazioni specifiche allo stimolo olfattivo, tattile e gustativo (come mangia
una caramella o come odora uno stimolo profumato o come assaggia oggetti
non commestibili)
-Presenza di iporeazione al dolore
X. Paura o nervosismo:
- Ipo o iperreazioni a situazioni innocue o rischiose
XI. comunicazione verbale:
-Presenza o assenza di linguaggio
-Presenza di ecolalia diretta e/o differita
-Presenza di gergo fonetico
-Uso dei pronomi
-Rumori approssimabili al linguaggio (strilli, suoni simili a quelli degli
animali…)
-Uso persistente e bizzarro di alcune parole o frasi riconoscibili
STRUMENTI DIAGNOSTICI
CARS (childhoiod autism rating scale, Shopler e coll., 1988)
XII. comunicazione extra-verbale:
-Capacità di esprimere non verbalmente bisogni e desideri
-Presenza del gesto d’indicazione
-Presenza dei gesti referenziali
- Presenza di gesti non comunicativi per gli altri (gesti bizzarri o particolari
senza apparente significato)
XIII. livello di attività:
-Livello di attività (irrequieto, agitato, iperattivo; pigro, lento, letargico)
XIV. funzionamento cognitivo:
-Potenzialità intellettive
A ciascun’area viene assegnato un
-Armonia nello sviluppo delle abilità cognitive punteggio da 1 a 4 (1 = nella norma;
-Presenza di isole di funzionamento
2 =lievemente anormale;
3 = moderatamente anormale;
XV. impressioni generali dell’esaminatore:
4 = gravemente anormale per l’età).
Presenza di sintomi diagnostici:
Per determinare il grado di
non autismo (non segni tipici)
anormalità nelle aree di sviluppo
autismo lieve (presenza di alcuni sintomi)
autismo moderato (presenza di un certo numero di analizzate l’esaminatore deve
considerare la peculiarità, la
sintomi)
frequenza, l’intensità e la durata del
autismo grave (presenza di molti sintomi tipici)
comportamento considerato-
STRUMENTI DIAGNOSTICI
•CARS (childhood autism rating scale, Shopler e coll., 1988)
VANTAGGI:
- Somministrazione rapida (30 minuti circa)
- Buona consistenza interna, attendibilità (tra operatori) e validità.
SVANTAGGI:
- L’attribuzione del punteggio avviene su base discrezionale (perciò occorre specifico training
per imparare ad utilizzare lo strumento).
- Alcune aree rappresentano costrutti molto vaghi.
- Non è in grado di discriminare tra autismo e spettro autistico.
ADOS (AUTISM DIAGNOSTIC OBSERVATION SCHEDULE, Lord e coll., 2000
Età: da 2 anni. Osservazione diretta e standardizzata del bambino.
Punteggi di cut-off per spettro e per autismo .
4 moduli con diverse attività da scegliere in base allo sviluppo linguistico raggiunto e
all’età.
OSSERVAZIONE:
CODIFICA
Gioco libero;
Linguaggio e comunicazione:
Risposta al nome 8’ 36’’
Frequenza di produzione vocale diretta agli altri, uso di
Risposta all’attenzione condivisa;10’
parole/frasi idiosincarsiche/stereotipate, uso del corpo
20’’
dell’altro per comunicare, indicare, gesti.
Gioco delle bolle; 13’ 18’’
Interazione sociale reciproca:
Anticipazione di una routine con gli
Contatto oculare insolito, espressioni facciali dirette agli
oggetti; 18,19 37’ 30’’
altri, divertimento condiviso nell’interazione, mostrare,
Sorriso sociale di risposta;
inizio spontaneo di attenzione condivisa, risposta
Anticipazione di una routine sociale;
all’attenzione condivisa, qualità delle aperture sociali.
Imitazione funzionale e simbolica; 24’
Gioco:
Gioco funzionale con gli oggetti, immaginazione/creatività.
12’’ 25’ 33’’
Comportamenti stereotipati ed interessi ristretti:
Festa di compleanno; 28’30’’ 30’ 14’’
Interessi sensoriali insoliti verso le persone o i materiali di
Snack 33’24’’ 34’ 50’’
gioco, manierismi dlele mani e delle dita e altri manierismi
complessi,
interessi
insolitamente
ripetitivi
o
comportamenti stereotipati.
CASO CLINICO:
N. 10 ANNI;
GRAVIDANZA NORMALE
PARTO A TERMINE NON COMPLICATO
SEGUITA IN DIURNATO (TRATTAMENTO PSICOEDUCATIVO)
QI : 52 (scala Leiter-r)
ADOS (AUTISM DIAGNOSTIC OBSERVATION SCHEDULE, Lord e coll., 2000)
VANTAGGI:
- Osservazione standardizzata.
- Punteggi discriminanti per lo spettro.
- Standard per l’autismo.
SVANTAGGI:
- Somministrazione richiede training e procedure di convalida specifiche.
- Opportuna la videoregistrazione (tempi di siglatura lunghi).
ADIR (AUTISM DIAGNOSTIC INTERVIEW REVISED, LORD E COLL., 2000)
Intervista semistrutturata con genitori.
Punteggio permette diagnosi entro lo spettro autistico secondo i criteri diagnostici DSM e ICD
Somministrazione richiede training specifici e procedure di convalida.
GARS (GILLIAN AUTISM RATING SCALE, GILLIAM, 1995).
Checklist per genitori (3-22 anni) basata sui criteri diagnostici del DSM IV, quindi gli items
sono raggruppati in aree che valutano lo sviluppo sociale, la comunicazione e i
comportamenti stereotipati. Facile somministrazione.
DIAGNOSI DI SECONDO LIVELLO
PEP-R (PSYCHO EDUCATIONAL PROFILE, SCHOPLER E COLL., 1989)
Età: 6 mesi 7 anni, età mentale. Scale di osservazione del comportamento
Punteggi: valutazione: insuccessi, riuscita emergenza rispetto alle diverse aree esaminate.
Contenuti:
imitazione, percezione, motricità fine e grossolana, coordinazione oculo-manuale,
livello cognitivo, relazione ed affetti, gioco ed interesse per il materiale, risposte
sensoriali e linguaggio.
VANTAGGI:
-presenza di materiale strutturato concreto ed attraente per il bambino,
-flessibilità nella somministrazione,
-assenza di tempi cronometrati,
-La maggior parte degli item non richiede capacità verbali.
- buona probabilità di successo dell’intervento riabilitativo
-comportamenti inusuali o disfunzionali vengono quantificati ed indicano la gravità delle
difficoltà comportamentali.
VINELAND- ADAPTIVE BEHAVIOR SCALE (SPARROW E COLL., 1984).
OBIETTIVI GENERALI DEL TRATTAMENTO
1. Correggere comportamenti disadattivi;
2. Pilotare la spinta maturativa per facilitare l’emergenza di
competenze (sociali, comunicativo-linguistiche, cognitive) che
possano favorire il futuro adattamento del soggetto all’ambiente
in cui vive;
3. Favorire lo sviluppo di un soddisfacente adattamento
emozionale (controllo degli impulsi, modulazione degli stati
emotivi, immagine di sé).
APPROCCI COMPORTAMENTALI (applied behavior
analysis)
Si basano sullo studio del comportamento,
dei cambiamenti del comportamento e dei
fattori che determinano tali
cambiamenti.
IL PROGRAMMA DI INTERVENTO (= LA MODIFICA DEL
COMPORTAMENTO) VIENE REALIZZATO SU DATI CHE
EMERGONO DALL’ANALISI DEL COMPORTAMENTO,
UTILIZZANDO LE TECNICHE ABITUALI DELLA TERAPIA
COMPORTAMENTISTA:
LA
SOLLECITAZIONE
(PROMPTING), LA RIDUZIONE DELLE SOLLECITAZIONI
(FADING),
IL
MODELLAMENTO
(MODELING),
L’ADATTAMENTO (SHAPING) E IL RINFORZO.
Approcci
tradiziona
li
Approcci
neocomport
amentali;
THE UNIVERSITY OF CALIFORNIA AT LOS ANGELES (UCLA) YOUNG AUTISM
PROJECT (RIADATTAMENTO DI DISCRETE TRIAL TRAINING, LOVAAS, 1981)
fondamento teorico:
cos’è:
L’INTERVENTO MIRA A insegnare specifiche competenze con
lo scopo di migliorare la socializzazione, la comunicazione ed
il comportamento adattivo.
Si basa su due presupposti di fondo:
- la necessità di un insegnamento altamente strutturato, con
un rapporto 1:1, in un ambiente specificamente organizzato;
- l’incapacità del bambino autistico di apprendere in un
contesto “naturale”, che spesso funziona solo da “distrattore”.
intervento che prevede una serie di sedute con frequenza
giornaliera, intensiva (fino a 40 ore a settimana). Ciascuna
seduta, a sua volta, prevede una serie di trial altamente
strutturati. Il trial è un evento di apprendimento, in cui il
bambino è stimolato a rispondere ad un specifico comando
o “stimolo”. Se risponde in modo corretto viene rinforzato.
THE UNIVERSITY OF CALIFORNIA AT LOS ANGELES (UCLA) YOUNG AUTISM
PROJECT (RIADATTAMENTO DI DISCRETE TRIAL TRAINING, LOVAAS, 1981)
Elementi di criticità:
•Un programma eccessivamente strutturato comporta
notevoli problemi di “generalizzazione” delle competenze
apprese al di fuori del setting di apprendimento. Per
questo le rivisitazioni più recenti del programma
richiedono anche il coinvolgimento della famiglia.
•il bambino autistico può apprendere molto di più di
quanto comunemente ritenuto in ambienti “naturali”, in
maniera incidentale.
TREATMENT AND EDUCATION OF AUTISTIC AND RELATED
COMMUNICATION HANDICAPPED CHILDREN (TEACCH)
fondamento
teorico:
Insegnamento strutturato basato sull'approfondita valutazione dei
punti di forza e di debolezza di ciascun bambino e su alcuni principi di
carattere generale: l’organizzazione dell'ambiente fisico, la scansione
precisa delle attività, la valorizzazione degli ausili visivi e la
partecipazione della famiglia al programma d'intervento. I genitori
vengono coinvolti nel programma di trattamento, sia per consentire la
generalizzazione delle competenze acquisite sia per garantire una
coerenza di approccio in ogni attività di vita del soggetto (Schopler et
al., 1980; Schopler et al., 1983). Il programma TEACCH, pur utilizzando
tecniche comportamentali come il rinforzo, non è di tipo strettamente
comportamentale: infatti, piuttosto che forzare il bambino a
modificare il comportamento attraverso la ripetitività e il rinforzo
positivo o negativo, preferisce modificare l'ambiente in modo che
l'apprendimento sia reso più agevole (Marcus et al., 2000).
Il coinvolgimento dei genitori, la strutturazione e la prevedibilità
dell'ambiente, l'adeguatezza delle richieste, nonché la chiarezza, la
concretezza e la stabilità dei messaggi sono, in sintesi, i principi basilari
del modello.
TREATMENT AND EDUCATION OF AUTISTIC AND RELATED
COMMUNICATION HANDICAPPED CHILDREN (TEACCH)
cos’è:
Intervento che viene messo in atto in un quadro temporo-spaziale
molto strutturato, comprensibile e prevedibile, ed esso costituisce il
primo passo per poter impostare un lavoro educativo con il bambino
autistico. L'ambiente di lavoro è organizzato in spazi chiaramente e
visivamente delimitati, ognuno con delle funzioni specifiche
chiaramente visualizzate, consentendo al bambino di sapere con
precisione ciò che ci si aspetta da lui in ogni luogo e in ogni momento.
La giornata viene strutturata attraverso un’organizzazione del tempo,
che informi ad ogni momento il bambino su ciò che sta accadendo, ciò
che è accaduto e che accadrà, aumentando in questo modo la
prevedibilità e il controllo della situazione e diminuendo l'incertezza,
fonte di ansia.
APPROCCI EVOLUTIVI
SI BASANO SULLA CONCEZIONE
CHE C’È INSCINDIBILITÀ FRA
MATURAZIONE COGNITIVA,
EMOZIONALE, COMUNICATIVA E
RELAZIONALE
INTERVENTO “CENTRATO SUL BAMBINO” PER
FAVORIRE LA SUA LIBERA ESPRESSIONE, LA SUA
INIZIATIVA, LA SUA PARTECIPAZIONE. IL RUOLO
DEGLI OPERATORI PREPOSTI ALLA
REALIZZAZIONE DEL PROGETTO DIVENTA
CRITICO NON SOLO PER GLI “ESERCIZI” CHE
POSSONO SOMMINISTRARE, MA PER IL LORO
MODO DI PORSI E DI RELAZIONARSI
Denver
Model
(Rogers,
2000)
Development
al
intervention
model
(Greenspan,
1999)
Denver Model at the University of Colorado Health
Sciences Center (Rogers, 2000).
fondamento teorico:
cos’è:
Il gioco e l’interazione con lo psicomotricista sono in grado di
promuovere lo sviluppo emotivo, relazionale, comunicativo
Attività ludiche strutturate con l’obiettivo di favorire:
- processi di assimilazione e generalizzazione di una serie di
pattern cognitivi, comunicativi e linguistici;
- potenziamento delle relazioni sociali attraverso l’adulto,
che si fa promotore di relazioni e facilita quelle tra pari;
- sviluppo di affetti positivi, che vengono stimolati nel
bambino per renderlo più motivato all’interno delle attività
psicopedagogiche;
- sostegno della comunicazione, che viene elicitata e
potenziata sia a livello verbale che non verbale;
- sviluppo del pensiero simbolico attraverso attività di
gioco;
per questo scopo il terapista e la famiglia costruiscono
routine ed ambienti strutturati, che forniscano una sorta di
regolazione esterna.
Developmental Intervention Model at the George Washington
University School of Medicine. (Greenspan e coll., 1999).
cos’è:
Basato sull’identificazione del livello di sviluppo funzionale
ed emotivo raggiunto dal bambino, delle differenze
individuali nelle modalità di processare le informazioni
sensoriali e motorie, della tipologia di relazioni che il
bambino stabilisce con le figure adulte di riferimento. Il
cuore del trattamento (“floor time” gioco a terra) è lo
sviluppo funzionale di modalità interattive che mirano a
stabilire ed incrementare sempre di più circoli di
comunicazione, capaci di espandere sia la gamma di stati
emotivi, sia le competenze di comunicazione e di
simbolizzazione del bambino, partendo dal presupposto
che la “lezione emotiva” precede la “lezione cognitiva”. Il
protocollo prevede una serie di attività di gioco calibrate
sulle caratteristiche individuali. Le attività vengono
proposte almeno 6 volte al giorno e durano 20-30 minuti.
QUALE METODOLOGIA?
• Non esistono studi di efficacia che confrontino
i diversi metodi per la verifica di quale sia
maggiormente funzionale ed eventualmente
per quale profilo.
Certamente interventi intensivi (15-20 ore
settimanali) sono più efficaci di interventi
sporadici o a bassa intensità e continuità.
Lavoro di gruppo
• Individuare obiettivi a medio termine
• Individuare un modello di presa in carico
• Strutturare un ipotetico intervento sulla base
degli obiettivi da perseguire.
Sindrome di RETT
• incidenza media stimata di 1:10.000 / 15.000 bambine
nate;
• sviluppo normale sino ai 6 / 18 mesi di età, successivo
rallentamento della crescita della circonferenza cranica
con perdita o stagnazione delle abilità comunicative e
cognitive precedentemente raggiunte.
• Perdita progressiva dell’uso volontario delle mani con
comparsa di movimenti ripetitivi e stereotipati delle
mani.
• Ritardo mentla grave e moto grave con disabilità
linguistica e comunicativa e gravi disfunzioni dello
sviluppo motorio.
FASI DELLA MALATTIA:
1.
2.
3.
4.
6-18 mesi: rallentamento dello sviluppo psicomotorio e dell’accrescimento della
circonferenza cranica.
Perdita di interesse verso le persone e l’ambiente circostante.
1° e il 4° anno: regressione e perdita delle capacità acquisite. Progressivo
isolamento sociale a carattere autistico con sostanziale ritardo cognitivo. Perdita del
linguaggio fin’ora acquisito, dell’uso funzionale delle mani, a cui subentrano
stereotipie (hand-washing, clapping e mouthing).
La deambulazione diventa instabile accompagnata da movimenti bruschi e scatti
involontari.
Possono manifestarsi anormalità respiratorie (apnee e iperventilazione), bruxismo,
difficoltà di alimentazione e di regolazione del ritmo sonno veglia, agitazione e
irritabilità.
3 /4 anni -10: stabilizzazione del quadro: migliora il rapporto emotivo con le
persone e l’ambiente circostante e la comunicazione, diminuiscono i sintomi
autistici, migliorano il contatto visivo, l’irritabilità. Ulteriore deterioramento delle
abilità grossimotorie con comparsa di rigidità (e successivo rischio di comparsa di
deformità). Compaiono crisi epilettiche.
Dopo i 10 anni graduale miglioramento del quadro emotivo e comportamentale e
lento peggioramento del quadro motorio (verso progressivo immobilismo).