Corso di abilitazione per il sostegno
Anno Accademico 2014/2015
Corso di Pedagogia e didattica speciale della
disabilità intellettiva e dei disturbi generalizzati
dello sviluppo.
Prof.ssa Maria A. Geraci
PSICOLOGA-PSICOTERAPEUTA
Specialista in Psicoterapia dell’Infanzia, dell’Adolescenza e degli Adulti (Scuola Humanitas di Roma)
Specialista in Valutazione Psicologica (La Sapienza di Roma)
Docente Humanitas - Docente Formazione di base – Roma Capitale
RESPONSABILE DEL SERVIZIO DSA CONSORZIO HUMANITAS
PROGRAMMA LEZIONI
LIBRO DI TESTO
 15 GENNAIO
 22 GENNAIO
 5 FEBBRAIO
 12 FEBBRAIO
 26 FEBBRAIO
 11 MARZO
CONTENUTI DEL CORSO
LEZIONE 1 : ASPETTI GENERALI E DI
INQUADRAMENTO DEL DISTURBO E DELLA
NORMATIVA
LEZIONE 2: LA PROGETTAZIONE
LEZIONE 3: ADATTARE L’AMBIENTE
LEZIONE 4: METODOLOGIE DI DIDATTICA SPECIALE
LEZIONE 5: METODOLOGIE DI DIDATTICA SPECIALE
LEZIONE 6: LA RISORSA DEI COMPAGNI E LA
FAMIGLIA
LEZIONE 1
VIDEO
https://www.youtube.com/watch?v=MK
qcFbtdJ4s
Esempi di attenzione reciproca
Examples of reciprocal attention
Fissaggio con contatto visivo
Pointing with eye contact
Gesti non comunicanti
Gestures, but NOT communicating
SINTOMI NUCLEARI
Comuni
cazione
Socializz
azione
Interessi
ristretti
Disturbi dello Spettro Autistico
Compromissione qualitativa
INTERAZIONE SOCIALE
Isolamento
Assenza di attenzione
condivisa
Assenza di imitazione
e motivazione e
interazione sociale
Difficoltà di
riconoscimento e
comprensione degli
stati mentali propri e
altrui
Evitamento o
rifiuto di
sguardo
Mancanza di ricerca
spontanea nella
condivisione di gioie ed
emozioni (es. richiamare
l’attenzione su oggetti di
proprio interesse)
Compromissione qualitativa della
COMUNICAZIONE
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Linguaggio non adeguato all’età (Ritardo delle tappe)
Non vi è tentativo di mimica
Ecolalia immediata o differita
Prosodia monotona
Non vi è il gioco del far finta
Mutismo
Mancanza di risposte alle richieste altrui
Difficoltà a condurre e iniziare una normale conversazione
Anormalità nella comunicazione gestuale e mimicastereotipie motorie
• Frequente inversione pronominale (parla di sé usando “tu”;
e della persona alla quale si riferisce usando “io”)
• Non capisce l’ironia e lo scherzo.
MODALITÀ DI COMPORTAMENTO,
INTERESSI E ATTIVITÀ
RISTRETTI, RIPETITIVI E STEREOTIPATI
• Reazioni di angoscia o collera in occasione di cambiamenti di
ambiente, di imprevisti, di frustrazioni o di fronte a tentativi
dell’adulto di entrare in contatto.
• Scelta di oggetti insoliti (sassi, fili etc.)
• Manierismi motori (torsioni delle dita, movimenti a trottola).
• Indifferenza ai richiami.
• Ipo o iperattività motoria.
• Interesse per stimoli sonori (es. aspirapolvere, acqua, ruote etc.)
• Comportamenti auto ed eteroaggressivi.
• Profilo eterogeneo delle performance.
• Buona capacità mnesica.
• Alterazione del comportamento alimentare.
• Disturbi del sonno (per esempio risvegli notturni).
Riassumendo……
• Linguaggio: ecolalico, ritardato, atipico, aprosodico
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•
•
•
ect.
Attenzione condivisa: (assente, occasionale,
discontinua)
Gioco simbolico: assente, occasionale, settoriale
Interessi: stereotipati, ridotti, molto variabili
Percezione (risposta agli stimoli): distorta, ridotta
Comprensione: assente (non valutabile), ridotta,
settoriale
Comportamento: isolato, bizzarro
SVILUPPO ATIPICO
0-6 mesi
• Bimbo particolarmente calmo, pianti poco frequenti, ipotonico,
assenza di dialogo tonico, mancata comparsa del sorriso sociale (dal
3°mese) evitamento di sguardo.
• Si stabilizzano le manifestazioni descritte che compromettono le
qualità dell’ interazione madre-bambino.
6-12 mesi • Contatto oculare scarso.
• Sono assenti le reazioni di angoscia di fronte agli estranei (a partire
dall’ottavo mese). Amimia e assenza di lallazione e di “risposte
anticipatorie” (girare la testa e guardare e tendere le braccia)
6-12 mesi
• Iniziano le stereotipie motorie e i manierismi. Camminare sulle punte.
Assenza di Pointing. Giochi perseveranti.
12-24 mesi • Può essere presente iperattività motoria. Opposizione ai cambiamenti
SVILUPPO COGNITIVO
I bambini con autismo presentano un deficit cognitivo
di grado variabile.
30-40% presenta un ritardo di tipo lieve
40-50% un ritardo di tipo grave o profondo
10-15% presenta un livello intellettivo nella norma
Il profilo delle capacità
cognitive è comunque di
solito irregolare
Sviluppo
cognitivo
Caratteristiche
Il livello di ricezione e
di espressione del
linguaggio è inferiore
alla norma
Alcuni soggetti
presentano isole di
funzionamento
intellettivo
In sintesi…
• Il fenotipo comportamentale di tipo
autistico è eterogeneo e determinato da vari
fattori.
• Il profilo cognitivo è cruciale per
determinare l’evoluzione del disturbo di
questi bambini.
• Un’ attenta valutazione delle comorbidità
psichiatriche consente una migliore gestione
comportamentale.
AUTISMO A SCUOLA
VIDEO
SCUOLA ATTIVA
https://www.youtube.com/watch?v=5ibLeHXnw3A
NORMATIVA
 Legge Quadro n. 104, del 1992
 DPR DEL 24 FEBBRAIO 1994 Decreto del Presidente
della Repubblica del febbraio 1994, noto come: “Atto di
indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità
sanitarie locali in materia di alunni portatori di
handicap”.
 LEGGE 134/2015 del 5 agosto
LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA DEI
TRATTAMENTI PER L'AUTISMO
DIAGNOSI FUNZIONALE, PROFILO
DINAMICO-FUNZIONALE E PEI
 La Legge Quadro e il successivo DPR hanno definito e
regolamentato una specifica metodologia di lavoro di
grande importanza per l’integrazione scolastica.
 In particolare son previsti tre momenti:
 DIAGNOSI FUNZIONALE (D.F.)
 PROFILO DINAMICO-FUNZIONALE (P.D.F.)
 PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (P.E.I.)
DIAGNOSI FUNZIONALE
 La Diagnosi funzionale è redatta dallo specialista
della ASL e fornisce una descrizione analitica delle
difficoltà e delle potenzialità dell’allievo in una serie
di aree di sviluppo (ad es. linguaggio, motricità,
abilità cognitive, etc).
PROFILO DINAMICO-FUNZIONALE
 Il Profilo Dinamico-Funzionale è redatto dall’Unità
Multidisciplinare della ASL, dai docenti curricolari e
dagli insegnanti specializzati della scuola con la
collaborazione dei familiari.
 Il PDF deve indicare i prevedibili livelli di sviluppo, a
breve e medio termine, che l’allievo può raggiungere
in seguito agli interventi educativi messi in atto
dalla scuola.
PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO
 Il Piano Educativo Individualizzato è redatto dagli
operatori socio-sanitari e dai docenti curricolari e di
sostegno, in collaborazione con la famiglia.
 Si tratta di un documento che concretizza il
progetto globale di integrazione scolastica e,
pertanto, non può prescindere da un’interazione di
diverse competenze: didattiche, riabilitative e
sociali.
PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO: ICONTENUTI
 IL PEI deve contenere:
• obiettivi ed interventi educativo-didattici;
• metodologie prescelte;
• strumenti e materiali da utilizzare;
• verifiche in itinere.
 IL PEI DEVE AVERE DINAMICITA’ ED ESSERE
ADEGUATO ALLE REALI CAPACITA’ DELL’ALUNNO!
LEGGE 134/2015 del 5 agosto
LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA DEI
TRATTAMENTI PER L'AUTISMO
 La legge prevede l'inserimento l'aggiornamento delle linee guida
per prevenzione, diagnosi e cura, oltre alla ricerca nel campo.
LEGGE 134/2015 del 5 agosto
LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA DEI TRATTAMENTI PER L'AUTISMO
 La legge prevede:
1. interventi finalizzati a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle
condizioni di vita e l'inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello
spettro autistico, (in conformità a quanto previsto dalla risoluzione dell'Assemblea
generale delle Nazioni Unite A/RES/67/82 del 12 dicembre 2012 sui bisogni delle
persone con autismo).
2. l'aggiornamento l'Istituto delle Linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro
autistico e dei Livelli essenziali di assistenza con l'inserimento delle prestazioni della
diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, mediante l'impiego di
strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche
3. il Ministero della salute promuova lo sviluppo di progetti di ricerca riguardanti la
conoscenza del disturbo e le buone pratiche terapeutiche ed educative.
4. invarianza degli oneri finanziari, disponendo che dall'attuazione della legge non
devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e che le
amministrazioni interessate all'attuazione provvedono con le risorse umane,
finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.
DIDATTICA
INTEGRAZIONE SCOLASTICA
 L’ integrazione scolastica di persone con disabilità, ha
trovato supporti e giustificazioni nella ricerca
psicologica internazionale, che sembra ormai
generalmente orientata a riconoscere al modello
dell’integrazione, nonostante la presenza di difficoltà
di svariata natura ed entità, significativi vantaggi
rispetto a quelli suggeriti dal trattamento delle disabilità
in strutture “speciali.”
INSERIMENTO SCOLASTICO
 L’autismo comporta gravi difficoltà di apprendimento
e di inserimento scolastico, poiché è una condizione
invalidante in rapporto alla possibilità di sviluppare
competenze in un sistema scolastico “normale”, che,
se da una parte offre:
 Importanti occasioni di socializzazione di educazione alla
tolleranza delle diversità
 Dall’altra è imperniato su strategie che fanno ricorso a
strumenti poco accessibili ai bambini autistici come la
comunicazione verbale.
INSERIMENTO SCOLASTICO
 Le Linee Guida Nazionali della Società Italiana di
Neuropsichiatria Infantile (SINPIA) sottolineano la
necessità di definire in modo dettagliato e in anticipo:
a) I contenuti dell’intervento, che deve comprendere
attività individualizzate costruite sulla base della
valutazione del bambino
b) Le modalità di strutturazione dell’ambiente, in quanto la
collaborazione da parte del bambino e la sua possibilità di
apprendere dipende in modo sostanziale da come le
attività, il tempo e lo spazio vengono strutturate
visivamente
INSERIMENTO SCOLASTICO
 A queste condizioni, “integrazione” vuol dire:
• Creare esperienze significative
• Ampliare le capacità comunicative
• Favorire l’autonomia personale
• Favorire l’autostima
INTEGRAZIONE SCOLASTICA
 L’inserimento di allievi autistici nelle classi non
costituisce un’opportunità di per sé sufficiente a
promuovere il conseguimento di competenze sociali e
comunicative o a favorire lo sviluppo cognitivo ed
emozionale, qualora non sia sostenuto da un progetto
educativo individuale adeguato
INSERIMENTO SCOLASTICO
 Per una proficua integrazione scolastica è opportuno
prendere in considerazione:
a) Gli obiettivi individualizzati rapportati a quelli della
classe
b) La “risorsa compagni”
c) Le nuove prospettive della didattica speciale
ALUNNO AUTISTICO NEI
DIVERSI ORDINI DI SCUOLA
BAMBINI IN ETA’ PRE-SCOLARE
 La scuola dell’infanzia rappresenta uno spazio
particolarmente utile per il lavoro programmato
sull’attenzione congiunta, la capacità di usare i
simboli, la comunicazione e la modulazione degli stati
emotivi.
 Gli insegnanti devono essere coinvolti da parte degli
operatori sanitari attraverso incontri periodici in cui
verranno definiti gli obiettivi realizzabili all’interno
“dell’ ambiente scolastico”.
 Una risorsa che va particolarmente utilizzata è la
presenza dei coetanei.
SEQUENZE DI INTERAZIONI ATTIVABILI
 1) Agganciarsi ad attività effettuate dal bambino, anche in
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maniera non intenzionale, ripetendole, per cominciare ad
avviare un processo di condivisione di attività
2) Stabilire una condivisione di affetti (cercando il suo
sguardo e sorridendogli)
3) Attivare sequenze di interazione sociale, mediante
canali privilegiati (contatto fisico fra insegnante e
bambino)
4) Stimolare l’imitazione di azioni semplici
5) Utilizzare “spettacoli” interessanti (palloncini
gonfiabili, bolle di sapone) per catturare l’attenzione del
bambino ed operare su tali spettacoli per stimolare il
bambino a richiedere che l’altro faccia qualcosa per lui
 6) Arricchire, nel corso delle sequenze su accennate, il
repertorio di comportamenti comunicativi, anche se
inizialmente finalizzati al solo scopo di richiedere
l’aiuto dell’altro (sguardo, gesti, vocalizzazioni)
 7) Attirare l’attenzione del bambino su eventi,
spettacoli o oggetti a cui l’insegnante sembra prestare
particolare interesse (attenzione congiunta in risposta
a sollecitazioni dell’operatore)
 8) Stimolare giochi di finzione di complessità
progressivamente crescente
BAMBINI IN ETA’ SCOLARE
 All’età dei 6-7 anni si rende necessaria l’iscrizione alla scuola Primaria, il
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passaggio da un ambiente meno strutturato e più flessibile (Scuola
dell’Infanzia) ad uno più strutturato ed organizzato secondo una logica
curriculare (Scuola Primaria).
La SCUOLA PRIMARIA rappresenta uno spazio privilegiato nel Progetto
Terapeutico, oltre a favorire gli apprendimenti accademici, permette di
perseguire i seguenti obiettivi:
- miglioramento dell’interazione sociale,
- arricchimento della comunicazione funzionale;
- diversificazione degli interessi e delle attività.
La presenza dei coetanei rende l’ambiente scolastico il luogo naturale in cui
generalizzare acquisizioni e competenze favoriti in setting strutturati in
maniera terapeutica (terapia psicomotoria, logopedia, educazione strutturata)
BAMBINI IN ETA’ SCOLARE
 Nelle situazioni in cui persiste una marcata compromissione
funzionale nelle aree della socialità, della comunicazione, e
delle funzioni cognitive, l’insegnante preposto dovrebbe
conoscere le principali strategie di approccio (ABA, CAA,
TEACCH etc.) e, con l’aiuto degli operatori Sanitari, deve
definire gli obiettivi curriculari individuali.
 Nelle situazioni di marcata compromissione di aggancio
relazionale, associate a comportamenti disadattivi, diventa
determinante il ruolo degli operatori sanitari, che devono
definire un dispositivo spazio-temporale adeguato e
individuare le modalità affettivo-relazionale più idonee per
favorire il lavoro sugli apprendimenti accademici.
BAMBINI IN ETA’ SCOLARE
 Nel caso in cui il bambino presenti sul piano
relazionale una soddisfacente possibilità di aggancio,
il lavoro sugli apprendimenti accademici deve essere,
comunque, integrato dalla valorizzazione dei
momenti di interazione e scambio che la scuola può
fornire per l’arricchimento della cognizione sociale
ADOLESCENTI A SCUOLA
 Con l’adolescenza e nel passaggio alla SCUOLA
SECONDARIA molti comportamenti possono subire un
miglioramento, mentre altri possono peggiorare.
 Subentrano le difficoltà di adattamento al corpo che
cambia, alla sessualità emergente, alle trasformazioni nei
processi di pensiero.
 Le tensioni e il senso di confusione che accompagnano lo
sviluppo puberale, possono determinare, nell’autistico, un
incremento dell’isolamento, dei comportamenti
stereotipati, e la comparsa di aggressività.
 Abbandono scolastico.
GRAZIE DELL’ATTENZIONE
RECAPITI
 [email protected][email protected]