LEZIONE PROF CONSEGNATI pdf e pei 21 luglio POMERIGGIO

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PROGETTAZIONE DEL PDF E DEL PEI- PROGETTO DI VITA E MODELLI DI
QUALITÀ DELLA VITA: DALLA PROGRAMMAZIONE ALLA GIUBILEO
Prof. Simone Consegnati
Indice della lezione:
 Programma del Corso
 ICIDH
 VISIONE MEDICA DISABILITA’
 ASSI DELL’ICD
 Il DSM ovvero il Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders
 L’ICF
 VISIONE BIO PSICO SOCIALE
Programma del Corso
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I sistemi di classificazione OMS
o Quale idea abbiamo delle persone con disabilità (e perché, forse, va modificata)
Dall’inserimento all’inclusione scolastica
o Con la consapevolezza che non sarà solo un percorso indietro nel tempo
Percorso che porta alla certificazione degli alunni con disabilità
o Progettazione e Valutazione, questi sconosciuti
Costruire e pensare il Progetto di Vita
o Riflessione teorica e Buone prassi a confronto
Chi è l’insegnante specializzato sul sostegno e cosa fa
o Creare strategie inclusive, gestire la classe e sopravvivere anche ai colleghi
Esperienze di buone prassi di inclusione scolastica e Verifica finale
Libro consigliato Verso l'autonomia di Anna Contardi ED. Carrocci.
In breve nel libro (tratto dal link: bit.ly/1Ib7F0W)
Al giorno d’oggi possiamo incontrare persone disabili che escono da sole, che fanno la spesa, che
lavorano o che più semplicemente sono in grado di occuparsi della propria persona o di aiutare
in casa. Per raggiungere questo obiettivo, però, è stato necessario insegnare loro tutte queste
cose, credere che fosse per loro possibile impararle e dar loro fiducia. In altre parole è stata
necessaria un’esperienza educativa volta alla conquista di competenze, ma anche e soprattutto
di una propria identità di giovani e adulti. Dedicato a tutti coloro che sono vicini alle persone
con disabilità intellettiva, e in particolare agli educatori e agli insegnanti, questo libro presenta
e racconta un metodo di lavoro, una sorta di laboratorio finalizzato proprio allo sviluppo
dell’identità individuale e al raggiungi mento dell’autonomia personale e sociale.
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ICIDH
L’ICHD ci dice che la Menomazione (deficit) è una perdita o anormalità a carico di una
struttura o di una funzione psico-logica, fisiologica o anatomica.
Menomazioni (o deficit): Menomazioni della capacità intellettiva, Menomazioni del linguaggio
e della parola, Altre menomazioni psicologiche, Menomazioni auricolari, Menomazioni oculari,
Menomazioni viscerali, Menomazioni scheletriche, Menomazioni deturpanti, Menomazioni
generalizzate, sensoriali e di altro tipo
L’handicap, invece, è la condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una
disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per
tale soggetto in relazione all’età, al sesso e ai fattori socioculturali.
Prima della legge 517 era dato per scontato che per l’alunno con handicap non ci si dovesse
preoccupare della sua integrazione.
La storia dell'integrazione scolastica testimonia un'evoluzione nel costume e nella
consapevolezza pedagogica. Il quadro culturale e normativo attuale si è sviluppato negli anni
Ottanta-Novanta ed è rappresentato dai principi per la prima volta affermati nella Premessa ai
Programmi Ministeriali per la scuola elementare del 1985, ribaditi poi dalla legge 148 del
1990 di riforma degli ordinamenti della scuola elementare, dagli Orientamenti del 1991 e,
finalmente, dalla Legge 104 del 1992.
VISIONE MEDICA DISABILITA’
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Disabilità = Malattia
Prevalenza ambito medico su altri ambiti della vita
Medicalizzazione tempi e spazi
La visione medica della disabilità è una visione totalizzante.
Es: Cosa è la sindrome di Down? E allora i medici mi diedero questa spiegazione:
se in un pronto soccorso vengono de bambini, uno Down e uno normale, che hanno bisogno
dell’ossigeno, l’ ossigeno lo diamo al bambino normale
(Storia di V. M., mamma di Francesco, persona Down che, fino ad ora, non ha mai avuto bisogno
dell’ossigeno dell’ospedale)
Uno dei problemi della scuola italiana è che il percorso che porta all’assegnazione di un
insegnante di sostegno nasce da una indicazione medica per poi trasformarsi in un ambito
psicopedagogico.
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ASSI DELL’ICD
Asse 1:
Disturbi psichiatrici, Es. Schizzofrenia, disturbi del comportamento
Asse 2:
Disturbi specifici dello sviluppo, Es. Disturbi evolutivi specifici delle
abilità scolastiche, Disturbo evolutivo specifico della funzione motoria
Asse 3:
Livello intellettivo: Ritardo mentale
Asse 4:
Sindromi organiche associate: Tumori,Disabilità motorie da danno
cerebrale
Asse 5:
Condizioni psicosociali: Inadeguata o distorta comunicazione
intrafamiliare, Caratteristiche anormali nell’educazione, Ambiente
prossimo inadeguato,
Asse 6:
Valutazione globale del funzionamento psicosociale: Disabilità sociale
Il ritardo mentale
 Asse III (patologie intellettive)
 Nei codici da F70 a F79 viene rilevato il ritardo mentale sulla base di questa
suddivisione:
Codici
Descrizioni
F70
Ritardo mentale lieve
F71
Ritardo mentale di
media gravità
F72
Ritardo mentale grave
F73
Ritardo mentale
profondo
Il DSM ovvero il Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders
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•
I disturbi sono divisi in classi distinte, utilizzando set di criteri di tipo descrittivo.
I soggetti sono classificati in base al grado di somiglianza con i sintomi descritti
Affinché sia diagnosticato un disturbo è sufficiente che siano presenti un numero
minimo di sintomi
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Il DSM rappresenta l’organismo che programma, coordina e realizza gli interventi sulla salute
mentale attraverso la prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione del disagio psichico della
popolazione adulta di ciascuna ASL.
L’ICF
L’ICF si delinea come una classificazione che vuole descrivere lo stato di salute delle
persone in relazione ai loro ambiti esistenziali (sociale, familiare, lavorativo) al fine di cogliere
le difficoltà che nel contesto socio-culturale di riferimento possono causare disabilità.
Tramite l’ICF si vuole quindi descrivere non le persone, ma le loro situazioni di vita quotidiana
in relazione al loro contesto ambientale e sottolineare l’individuo non solo come persona
avente malattie o disabilità, ma soprattutto evidenziarne l’unicità e la globalità.
Lo strumento descrive tali situazioni adottando un linguaggio standard ed unificato, cercando
di evitare fraintendimenti semantici e facilitando la comunicazione fra i vari utilizzatori in
tutto il mondo.
 International Classification of Functioning, Classificazione Internazionale del
Funzionamento, della Disabilità e della Salute
 Si abbandona l’idea del limite e si persegue l’ottica del funzionamento e della salute
 Si considerano gli ambiti sociali nei quali vivono le persone
 Acquisiscono importanza dimensioni “sociali” quali la partecipazione e la attività
 I termini di menomazione e handicap sono sostituiti da attività e partecipazione
sociale
Il primo aspetto innovativo della classificazione emerge chiaramente nel titolo della stessa. A
differenza delle precedenti classificazioni (ICD e ICIDH), dove veniva dato ampio spazio alla
descrizione delle malattie dell’individuo, ricorrendo a termini quali malattia, menomazione ed
handicap (usati prevalentemente in accezione negativa, con riferimento a situazioni di deficit)
nell’ultima classificazione l’OMS fa riferimento a termini che analizzano la salute
dell’individuo in chiave positiva (funzionamento e salute).
L’ICF vuole fornire un’ampia analisi dello stato di salute degli individui ponendo la
correlazione fra salute e ambiente, arrivando alla definizione di disabilità, intesa come una
condizione di salute in un ambiente sfavorevole.
L’analisi delle varie dimensioni esistenziali dell’individuo porta a evidenziare non solo come
le persone convivono con la loro patologia, ma anche cosa è possibile fare per migliorare la
qualità della loro vita.
 L’attenzione non è più sul concetto di menomazione: si misura il grado di attività,
che può essere più o meno presente in base alle condizioni dell’individuo e ai suoi
rapporti con il mondo esterno
 Si supera l’idea deterministica della disabilità come conseguenza del deficit a priori
Link alla Storia di Chiara
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VISIONE BIO PSICO SOCIALE
PERSONA DISABILE  PERSONA
ATTENZIONI  ATTENZIONE EDUCATIVA
GESTIONE DEL TEMPO 
ORIENTATA ALLO SVILUPPO DELLA PERSONALITA’
Il modello biopsicosociale, quindi, rappresenta uno dei più importanti principi di ICF proprio
perchè consente di cogliere la fenomenologia umana nella sua interezza. Esso, infatti, pone
sullo stesso piano sia gli aspetti riguardanti la salute della persona, coerentemente con un
modello medico, che gli aspetti di partecipazione sociale, coerentemente con un modello
cosiddetto sociale cioè più orientato sugli aspetti sociali, ponendo tutto in relazione con i
fattori ambientali.
Condizioni Fisiche
Funzioni corporee (Funzioni mentali, Funzioni sensoriali)
Strutture corporee (Strutture del sistema nervoso, Occhio, orecchio e strutture correlate,
Strutture coinvolte nella voce e nell’eloquio)
Attività personali (Comunicazione, Mobilità, Cura della propria persona, Vita domestica,
Interazioni e relazioni interpersonali)
Partecipazione sociale (Istruzione, lavoro e impiego,vita economica, Vita sociale, civile e di
comunità)
Fattori contestuali ambientali (Relazioni e sostegno sociale, Atteggiamenti, Servizi, sistemi,
politiche)
Fattori contestuali personali (Aspetti psicologici, affettivi e comportamentali)
Un capitolo a parte merita poi l’intervento/coinvolgimento delle famiglie dei
bambini/persone con disabilità. Inutile sottolineare che il ruolo delle famiglie è cruciale in
tutte le fasi evolutive della persona con disabilità. Successivamente, all’ingresso nella scuola,
la compilazione del PDF vede la famiglia protagonista degli elementi valutativi funzionali
necessari a programmare un serio/corretto intervento educativo, ed in particolare nella
compilazione del PEI.
Si tratta cioè di garantire un flusso costante in andata ed in ritorno tra servizi e famiglie,
perché non si può rinunciare alla famiglia nel percorso di sostegno, ma non si può nemmeno
lasciare sola la famiglia che ha bisogno di acquisire competenze, ha spesso bisogno di
“accettare” prima di ogni cosa, evitando ogni “negazione” del problema, negazione che rischia
di invalidare gli interventi anche esemplari che servizi ed operatori svolgono a sostegno della
crescita e dell’autonomia degli alunni con disabiità.
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Equilibrio nella valorizzazione dei diversi ambiti
Equilibrio nella gestione di tempi e spazi
Progetto di vita
Infine la famiglia presente, e consapevole, in ogni momento del percorso di “abilitazione”
costituisce anche il garante primario del rispetto dei diritti del bambino e della loro
salvaguardia in ciascuna delle istituzioni con cui viene a contatto.
Non a caso, a conferma di quanto appena esplicitato, la classificazione ICF è stata adattata per
i bambini e gli adolescenti che accoglie l’idea, da un lato, che tutti gli operatori devono avere
una maggiore capacità di coinvolgimento in equipe e saper mettere il bambino ed il suo
ambiente al centro della progettazione di cura e presa in carico dall’altro considera
irrinunciabile il coinvolgimento attivo della famiglia. Tale adattamento è stato sviluppato per
essere sensibile ai cambiamenti associati a crescita e sviluppo e sottolinea che in questo
processo dinamico il funzionamento del bambino/ragazzo dipende dalla continua interazione
con i familiari nel contesto di vita di appartenenza e cioè ribadisce, ove ve ne fosse ulteriore
necessità, che funzionamento di ogni persona, in particolare quello con disabilità, non può
essere pensato isolatamente ma piuttosto sempre e soltanto nel contesto di vita familiare
all’interno del quale esso si esplica.
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