DAL’ICD AL’ICF
I MODELLI DI CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALI COME
ESPRESSIONE DELL’APROCCIO ALLA DISABILITA’
(estratto da:LA CLASSIFICAZIONE ICF - OLTRE L'INVALIDITÀ
E L'HANDICAP – Dr. Giovanni sicuranza)
Nel Sistema delle Nazioni Unite,compete alla
Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) la
responsabilità di preparare e visionare le misure
internazionali concernenti il diritto alla salute e il
coordinamento del lavoro sanitario in campo
internazionale.
Il Preambolo della Costituzione dell'OMS dichiara: "il
godimento del livello di salute più elevato possibile è uno
dei diritti fondamentali di ogni essere umano, senza
distinzione di razza, religione, credo politico, condizioni
economiche e sociali"
La definizione di salute include "il benessere
fisico, mentale e sociale".
Nel 1970, l'OMS elabora l'International Classification of
Diseases (ICD), focalizzata sulla causa, sulla
descrizione delle principali caratteristiche cliniche e sulle
indicazioni diagnostiche delle patologie. Inoltre, al fine di
rispondere alla necessità di un'omogeneizzazione dei
dati nel mondo, le diagnosi vengono tradotte in codici
numerici.
L'ICD, che ha particolare riguardo per l'aspetto
eziologico della patologia, è una classificazione in cui
assume un ruolo centrale il nesso di causa, secondo lo
schema:
eziologia -> patologia -> manifestazione clinica
Tuttavia, il limite è quello di non prevedere le
conseguenze della patologia,
Nel 1980 Wood e la sua equipe realizzano l'International
Classification of Impairment, Disabilities ad Handicap. A
manual of classification relating to the consequences of
desease (ICIDH).
L'esigenza di un superamento concettuale della ICD è
dunque dettata dalla constatazione che le persone, oltre
a subire le manifestazioni cliniche della malattia,
possono risultare incapaci di svolgere il loro ruolo
sociale e di mantenere normali relazioni.
In questa prospettiva, l'ICIDH propone le nuove
definizioni di Impairment, Disability ed Handicap, di
seguito sintetizzate.
Impairment (menomazione)
Indica ogni alterazione anatomica o funzionale,
psichica o fisica, rispetto agli standard biomedici
generalmente accettati. È evidente la specificità
medica della definizione,
Disability (disabilità/incapacità)
Indica in ogni diminuzione delle possibilità, derivante da una
minorazione, di effettuare una specifica azione finalizzata, nello
stesso modo di un "medio" essere umano. Non riguarda
l'estrinsecazione della funzione relativa ad una struttura
anatomica o funzionale, ma l'abilità di tutta la persona, e non di
una sua parte, a compiere una determinata azione della vita
quotidiana, che consiste in una serie di attività complesse e tra
loro integrate, nello svolgimento di un determinato compito
(lavorativo, ricreativo, necessario o superfluo) della vita
quotidiana.
Il concetto di incapacità / disabilità non può prescindere dal
riferimento all'ambiente di vita della persona e alla sua capacità di
adattarsi ed interagire alla più diverse circostanze.
Handicap
Può derivare da una menomazione, ma in genere è in
relazione alla disability con compromissione della sfera
sociale dell'individuo. Il fatto che si riferisca non tanto
all'individuo in esame, ma alle condizioni esterne (si
pensi, ad esempio, all'ostacolo rappresentato da uno
scalino per chi è sulla carrozzina), rende questa
definizione di non immediato inquadramento medicolegale e richiede l'esigenza di una collaborazione con
altre figure professionali.
Menomazioni
1. Menomazioni della capacità intellettiva
2. Altre menomazioni psicologiche
3. Menomazioni del linguaggio e della parola
2. Menomazioni auricolari
3. Menomazioni oculari
4. Menomazioni viscerali
5. Menomazioni scheletriche
6. Menomazioni deturpanti
7. Menomazioni generalizzate, sensoriali e di altro tipo.
Disabilità
1. Disabilità nel comportamento
2. Disabilità nella comunicazione
3. Disabilità nella cura della propria persona
4. Disabilità locomotorie
5. Disabilità dovute all'assetto corporeo
6. Disabilità nella destrezza
7. Disabilità circostanziali
8. Disabilità in particolari attività
9. Altre restrizioni all'attività
Handicap
1. Handicap nell'orientamento
2. Handicap nell'indipendenza fisica
3. Handicap nella mobilità
4. Handicap occupazionali
5. Handicap nell'integrazione sociale
6. Handicap nell'autosufficienza economica
7. Altri handicap
Nel frattempo in Italia nel 1971 è promulgata la Legge 118, che definisce
"mutilati ed invalidi civili i cittadini affetti da minorazioni congenite o
acquisite, anche a carattere progressivo, compresi gli irregolari psichici
per oligofrenie di carattere organico o dismetabolico, insufficienza
mentali derivanti da difetti sensoriali e funzionali, che abbiano subito una
riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore a un terzo o,
se minori di anni 18, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i
compiti e le funzioni proprie della loro età".
La capacità lavorativa del soggetto ("riduzione permanente della capacità
lavorativa non inferiore a un terzo") è la dimensione principale in cui si
colloca questa definizione e risente ancora dei precedenti interventi
statali destinati a tutela dell'invalidità da causa di lavoro o di guerra o di
servizio, al punto che per stabilire se un cittadino è da considerarsi
invalido civile si ricorre ad un criterio di esclusione: invalido civile è,
cioè, chi si trova in condizione di minorazione non dipendente da cause
di guerra, servizio e lavoro.
Nell'ambito della Legge 118/1971, il ruolo del medicolegale diventa indispensabile non solo per la definizione
stessa di invalido, ma anche in seguito all'introduzione di
criteri di valutazione tabellati (D.M. 11.2.1980 e
5.2.1990).
La formulazione delle tabelle, in realtà rese esecutive
solo con il D.M. 5 febbraio 1992, è chiaramente ispirata
alla classificazione ICIDH. L'elenco delle menomazioni è
redatto sulla base delle indicazioni dell'OMS, così come
lo sono sia la suddivisione in gruppi (prima cifra del
codice) e sottogruppi (seconda cifra), sia le voci delle
singole infermità (terza cifra) causa di menomazione
(quarta cifra).
In Italia, con la Legge 104 del 1992 (legge quadro per
l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone
handicappate) si giunge all'abbandono dei tradizionali
criteri percentualistici, nati in ambito infortunistico a fini
indennizzatori, e riguardanti il singolo individuo in
rapporto alla sua capacità lavorativa, o ai compiti e alla
funzioni proprie dell'età
In particolare, l'articolo 3 precisa che:
è persona handicappata colui che presenta una minorazione
fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è
causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione
lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale
o di emarginazione;
l persona handicappata ha diritto alle prestazioni stabilite in suo
favore in relazione alla natura e alla consistenza della
minorazione, della capacità complessiva individuale residua e alla
efficacia delle terapie riabilitative.
qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto
l'autonomia personale, correlata all'età, in modo da rendere
necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e
globale nella sfera individuale o in quella di relazione la situazione
assume connotazione di gravità. Le situazioni riconosciute di
gravità determinano priorità nei programmi e negli interventi dei
servizi pubblici.
La normativa prevede che gli operatori sanitari valutino il tipo di
relazione del disabile con l'ambiente. L'handicap non deriva da
uno stato di invalidità civile (la menomazione), ma dalle difficoltà
che il soggetto menomato incontra nel corso della sua esistenza.
Si tratta dunque di analizzare elementi tali da determinare un
processo di emarginazione o di svantaggio sociale. Non a caso,
infatti, è prevista nelle Commissioni anche la presenza
dell'operatore sociale.
Tuttavia, lo stesso riferimento alla "capacità complessiva
individuale residua", pur esprimendo il tentativo di
superare il concetto di "capacità lavorativa" in una
dimensione globale della persona, trova un limite proprio
nell'aggettivazione "residua". La residualità della
capacità implica infatti ancora una concezione valutativa
e in termini negativi (ciò che rimane e non ciò che è).
Come in termini di negatività si estrinseca il concetto di
consistenza della minorazione.
Dalla condizione menomante si passa alla
individuazione della capacità complessive individuali
residue, per giungere fino alla valutazione delle difficoltà
che la persona in esame incontra nell'ambiente sociale.
Un passo avanti verso la globalità della persona in un
ambito dinamico ambientale, senza dubbio, ma ancora
in una prospettiva di negazione, volta a descrivere
quello che non c'è, o quanto rimane.
Nella consapevolezza di questo limite, si arriva al
maggio 2001, quando l'OMS promulga l'International
Classification of Functioning, Disability and Health (ICF).
All'elaborazione di questa classificazione hanno
partecipato 192 governi che compongono l'Assemblea
Mondiale della Sanità, tra cui l'Italia, che ha collaborato
tramite una rete denominata Disability Italian Network
(DIN), formata da centri dislocati sul territorio nazionale
e coordinata dall'Agenzia regionale della Sanità del Friuli
Venezia Giulia.
Non ci si riferisce più a un disturbo, organico o
funzionale, senza prima rapportarlo a uno stato di
salute.
Il nuovo documento sostituisce ai termini "impairment",
"disability" e "handicap", dalla connotazione negativa (in
quanto, come già visto, indicano qualcosa che manca
per raggiungere la "globalità" organica, funzionale e
sociale della persona), altre definizioni, che potremmo
definire fisiologiche, nel senso di positività, normalità.
Funzioni corporee
1. Funzioni mentali
2. Funzioni sensoriali e dolore
3. Funzioni della voce e dell'eloquio
4. Funzioni del sistema cardiovascolare, ematologico,
immunologico e respiratorio
5. Funzioni del sistema digestivo, metabolico e
endocrino
6. Funzioni genitourinarie e riproduttive
7. Funzioni neuromuscoloscheletriche e collegate al
movimento
8. Funzioni cute e strutture associate
Strutture corporee
1. Strutture del sistema nervoso
2. Occhio, orecchio e strutture collegate
3. Strutture collegate alla voce e all'eloquio
4. Strutture dei sistemi cardiovascolare, immunologico e
respiratorio
5. Strutture collegate al sistema digestivo, metabolico e
endocrino
6. Strutture collegate al sistema genitourinario e
riproduttivo
7. Strutture collegate al movimento
8. Cute e strutture collegate
Attività e partecipazione
1. Apprendimento e applicazione della conoscenza
2. Compiti e richieste di carattere generale
3. Comunicazione
4. Mobilità
5. Cura della propria persona
6. Vita domestica
7. Interazioni e relazioni interpersonali
8. Principali aree della vita
9. Vita di comunità, sociale e civica
Fattori ambientali
1. Prodotti e tecnologia
2. Ambiente naturale e cambiamenti apportati dall'uomo
all'ambiente
3. Supporto e relazioni
4. Atteggiamenti
5. Servizi, sistemi e politiche.
In questo contesto, si noti che l'attività è da intendersi non come
mero riferimento alla capacità lavorativa, ma all'esecuzione di un
compito o di un'azione da parte di un individuo "di carattere
generale". La partecipazione è il coinvolgimento di un individuo in
una situazione di vita. I fattori ambientali sono caratteristiche del
mondo sociale, che hanno impatto sulle prestazioni di un individuo
in un determinato contesto.
Altro aspetto fondamentale dell'ICF, rispetto alle passate
definizione, è che non riguarda solo le persone con disabilità, ma
tutti, assumendo pertanto uso e valore globale.
Quindi a ciascun individuo può essere associato uno o più dei
suddetti parametri.
Ancora, si consideri che a differenza di quanto attiene al deficit
(organico o funzionale), che è concetto assoluto, i concetti
introdotti sono relativi, ovvero valutabili relativamente all'ambiente
e alle condizioni in cui si inseriscono. Ad esempio, l'amputazione
di un mignolo è assoluta considerato l'individuo isolatamente; lo
svantaggio che ne deriva è invece relativo alle condizioni di vita e
di lavoro, cioè della realtà in cui si colloca l'individuo amputato.
L'ICF evidenzia questa prospettiva sottolineando gli aspetti
propositivi, e quindi di valorizzazione, del singolo nel suo contesto
ambientale e sociale. Preme ancora ricordare, che lo stesso
concetto di "contesto" assume connotazione relativa,
modificandosi se si tratta di contesto di lavoro, di svago, o di altro
luogo (una menomazione può essere vissuta diversamente in una
metropoli o in un'area rurale).
Chiunque può trovarsi in un contesto ambientale precario e ciò
può causare disabilità. E' in tale ambito che l'ICF si pone come
classificatore della salute, prendendo in considerazione gli aspetti
sociali dell'individuo menomato. Ciò che importa non è stabilire la
causa della menomazione, ma intervenire sul contesto sociale
costruendo reti di servizi che riducano la disabilità.
Quindi, il nuovo passaggio compiuto dall'ICF elimina il lato
negativo ancora attribuito alle persone ed evidenzia il contesto
sociale a discapito di quello medico (il concetto di menomazione
come elemento che produce disabilità e/o handicap),
precedentemente di maggior rilievo.
La disabilità diventa una possibile condizione ordinaria della vita
di ciascuno, non legata ad una condizione di malattia, ma
riconosciuta come una esperienza umana universale.
La correlazione fra lo stato di salute e l'ambiente porta inoltre
ad una definizione di disabilità come condizione di salute in
un ambiente sfavorevole.
CAUSE DELLE DISABILITA’
I principali fattori di rischio che possono concorrere a determinare una
situazione di DISABILITA’ sono differenziabili a seconda dei possibili
periodi di insorgenza:
– fattori concepimento (periodo preconcezionale): fattori genetici
(ereditari o congeniti), anomalie cromosomiche, difetti del
metabolismo;
– fattori gravidanza (periodo prenatale): malattie infettive della madre
(ad es. rosolia, epatite, toxoplasmosi), altre malattie della madre (ad es.
diabete, nefropatie), fattori tossici (alcool, droga, farmaci), radiazioni
(radiografie addominali o pelviche), cattive condizioni sociali e scarsa
tutela medica della gestante, fattori RH (affezioni del sangue);
fattori nascita (periodo perinatale): parto anormale, gravidanza multipla,
stress fetale, anossia (insufficienza di ossigeno nei tessuti) o asfissia
(insufficienza respiratoria);
fattori neonatale (periodo postnatale): malattie o infezioni gravi del
bimbo (ad es. meningiti o encefaliti virali), metabolismo alterato (ad es.
ipoglicemia, ittero grave), assenza o carenza di cure materne, lesioni
cerebrali traumatiche esterne (ad es. in seguito a cadute).
I cromosomi sono strutture presenti nel nucleo di ogni cellula umana;
ogni cromosoma è costituito da migliaia di geni, che determinano le
caratteristiche genetiche di ogni individuo. Nell’essere umano ogni
cellula contiene 46 cromosomi divisi in 22 coppie piú due cromosomi
sessuali (femmina xx, maschio xy). Il normale ciclo maturativo delle
cellule della riproduzione porta alla formazione di cellule germinali che
hanno 23 cromosomi (meiosi); l’unione di cellule germinali forma una
nuova cellula (zigote) con 46 cromosomi, dalla quale si svilupperà un
embrione, poi un feto e quindi un individuo.
Le anomalie cromosomiche possono verificarsi al momento della meiosi,
oppure piú raramente durante le prime divisioni cellulari dopo il
concepimento
Esempi di classificazione ICD-10
Categorie diagnostiche e codici per la richiesta di
insegnante di sostegno
CATEGORIE DIAGNOSTICHE e CODICI
Psicosi o schizofrenia da
ICD10
F20 a F29
Sindromi affettive a F30 a F39 con associata griglia del
grado di compromissione e cadute a livello medio ed
importante
Sindrome con pensieri ossessivi ed atti compulsivi
F42.2 con associata griglia del grado di compromissione
Sindromi da disadattamento
F43.1, F43.2, F43.3. F43.8, con associata griglia del grado di
compromissione. Certificazione da rivalutare dopo un anno,
data la transitorietà della patologia.
Sindrome e disturbi da alterato comportamento alimentare
F50 rivalutabile annualmente con indice di compromissione
e con associata griglia del grado di compromissione
Disturbi di personalità
Da F60 a F62 insegnante di sostegno per la scuola
secondaria di 1° e 2° grado con associata griglia del grado
di compromissione e cadute a livello medio o importante
Ritardo mentale e funzionamento mentale limite (QI tot con
valore compreso fra 70 e 79 e profilo omogeneo tra QIV e
QIP)
Da F70 a F79
Disturbi specifici di apprendimento
F81.0 insegnante di sostegno soltanto alla scuola primaria
F81.3 insegnante di sostegno scuola primaria e secondaria
di 1° e di 2° grado per i casi che mantengono un grado di
compromissione
lieve
e
pervasivo,
oppure
medio/importante su un singolo campo
Sindromi da alterazione globale dello sviluppo psicologico
F84-89
Sindromi Ipercinetiche
F90.0, F90.8, F90.9 con griglia del grado di compromissione.
Certificazione limitata alla scuola primaria e secondaria di 1°
grado
Disturbo ipercinetico
condotta
della
condotta
e
Disturbi
della
F90.1, F91.3, F91.8, F91.9, F92.0, F92.8, F92.9 con associata
griglia del grado di compromissione
DIAGNOSI FUNZIONALE