Società reale e immagini di società. All`insieme di relazioni, di

Società reale e immagini di società.
All’insieme di relazioni, di incontri, di fatti e di eventi che compongono la nostra vita quotidiana noi
diamo il nome di società. Un termine e un concetto che si sono sviluppati enormemente con l’evoluzione
della modernità. Società è tuttavia una sintesi, una rappresentazione unitaria e coerente, formata e fissata
nella nostra mente, alla quale attribuiamo una colorazione diversa a seconda degli aspetti che vogliamo
evidenziare. Nessuno infatti ha mai incontrato la società, come nessuno ha mai incontrato lo Stato. Sono
immagini, rappresentazioni idealtipiche sottoposte al fluire delle nostre “impressioni”, dei molteplici nostri
impatti con la realtà, che le colorano di significati, di positivo e negativo, di bene e di male. Scriveva
Nietzsche: “non conosco i fatti ma solo interpretazioni dei fatti”. Così queste immagini acquistano forza,
divengono più significative dell’esperienza nel determinare il nostro atteggiamento. Il quadro che ne risulta
si sovrappone alla realtà e determina spesso valutazioni, decisioni e azioni.
Quindi in ultima istanza le nostre rappresentazioni di sintesi, alle quali riportiamo i frammenti
dell’esperienza, sono particolarmente efficaci nel determinare il nostro comportamento e le nostre
relazioni con gli altri: fiducia e sfiducia, riconoscimento e disprezzo, disponibilità e rigetto, dipendono in
gran parte dalle immagini di riferimento. Per questo, in una società a elevata densità e in rapida evoluzione
come la nostra, queste immagini hanno grande importanza. Anche nella ricerca empirica la rilevanza della
produzione e della persistenza delle immagini si è notevolmente sviluppata.
Una riflessione ulteriore ci permette poi di scoprire che quando parliamo di immagine di società
dobbiamo distinguere rappresentazioni di diverso livello, con le quali cerchiamo di dare unità al mondo che
ci circonda. Un primo livello di immagine è quello che si riferisce alla realtà così come è e si presenta alla
nostra esperienza. Con i concetti di società industriale, di società di massa, di società dei consumi, di società
della comunicazione globale ecc. mettiamo per esempio in evidenza aspetti particolari della realtà
esaltandone determinate caratteristiche e unificandola in un’ottica particolare.
Un secondo livello di immagine, più distante dalla realtà, si riferisce alla società quale potrebbe
essere se essa potesse realizzarsi, nei suoi valori attuali, nella misura più compiuta e coerente, senza
conflitti e senza segmentazioni. Essa rappresenta in sostanza il modello ideale che ogni società reale porta
in sé. La distanza tra i due tipi di percezione, di società reale e di società ideale, è un primo importante
elemento che determina il nostro atteggiamento verso l’altro e verso le istituzioni. Questa distanza ci pone
questo importante interrogativo: fino a che punto la società vissuta realizza l’ideale di società che essa
contiene?
Un terzo livello di immagine, infine, fa riferimento ad un più generale ideale di società che ciascuno
porta con sé. La società nella quale vorremmo vivere: una società che esalta determinati valori che non
troviamo realizzati in tutto o in parte nella società in cui viviamo. L’aspirazione all’eguaglianza, alla giustizia,
alla libertà, ci porta a rappresentare modelli di società capaci di soddisfare il nostro ideale. Anche questa
rappresentazione ha un’importanza pratica enorme, perché in funzione di questi modelli ideali siamo
portati a lottare per cambiare la società nella quale viviamo e per essi siamo talvolta spinti a mettere in
gioco anche la nostra vita. La fede nella desiderabilità di questi modelli e nella loro capacità di soddisfare i
bisogni dell’umanità ci spinge ad una azione politica volta alla costruzione di una nuova realtà.
Queste tre immagini di società, quale è, quale potrebbe essere, quale dovrebbe essere, cioè la
società reale, la società ideale e l’ideale di società si intrecciano e si sovrappongono in tutte le forme di
interazione e di comunicazione e, come detto, sono parte essenziale nella strutturazione della vita sociale.
Nell’insieme le immagini di società soddisfano quel bisogno di controllo della realtà che, come ci ha
insegnato Freud, è uno dei bisogni primordiali dell’individuo, per soddisfare i quali l’individuo ricorre
perfino al pensiero magico o inventa gli dei, attraverso i quali riesce a spiegare o a dare coerenza e unità ai
fenomeni naturali o sociali. La stessa esigenza di controllo della realtà è stata nel mondo moderno una
potente spinta alla ricerca scientifica o allo sviluppo tecnologico, che hanno permesso di estendere questo
controllo nello spazio e nel tempo. L’elettricità prima e l’elettronica poi hanno prodotto altre immagini di
società attraverso le quali il controllo della realtà poteva essere esteso, anche se in un certo senso
produceva una maggiore astrazione. Negli ultimi decenni i mezzi di comunicazione di massa hanno creato
una società rappresentata con caratteristiche che fanno dipendere l’immagine che riceviamo dalla
selezione e dall’interpretazioine della realtà da parte di una fonte della comunicazione, mentre
successivamente, dallo sviluppo dell’informatica, è derivata anche una società virtuale in cui i confini fra
realtà e immaginazione e fra soggetto e oggetto vengono in buona parte cancellati.
Anche queste nuove rappresentazioni entrano come parte integrante nella realtà sociale
contemporanea, in parte sostituendo, in parte integrando, in parte intersecandosi con le altre immagini di
società. L’immaginario collettivo viene enormemente potenziato da questo processo e certamente
l’influenza della “società” nella vita individuale, nella gestione del proprio tempo, delle proprie scelte e
delle proprie emozioni ne risulta fortemente accresciuta. Anche queste immagini perciò, in quanto
fenomeni sociali e creazioni di realtà simboliche, formano oggetto della sociologia, non meno delle
interazioni di cui si intesse la vita quotidiana.