CP 72 IT - COP 21 - EESC European Economic and Social Committee

COMUNICATO STAMPA N. 72/2015
4 dicembre 2015
La COP 21 deve rappresentare una svolta decisiva
Il CESE ricorda nuovamente ai leader mondiali che non
possono tornare a casa senza aver ottenuto dei risultati
Nel momento in cui la COP 21 entra nel vivo dei negoziati, il Comitato
economico e sociale europeo (CESE) esorta ancora una volta i leader mondiali a
concludere un accordo ambizioso, giuridicamente vincolante e coerente con
l'obiettivo generale di contenere l'aumento del riscaldamento globale al di sotto
di 2° C.
"Richiamo i dirigenti europei e mondiali alle loro responsabilità e voglio ricordare a tutti loro che la
COP 21 è decisiva per il futuro del nostro pianeta e soprattutto dei suoi abitanti. Se intendiamo
seriamente realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile, se vogliamo davvero lottare contro la
povertà, allora è il momento di agire. Non possiamo non ottenere dei risultati": questo è stato il
messaggio, ancora una volta chiarissimo e incisivo, del Presidente del CESE Georges Dassis ai
negoziatori della COP 21.
Il Comitato si occupa da parecchi anni della questione dei cambiamenti climatici, seguendo con
attenzione i negoziati sul clima e formulando raccomandazioni indirizzate ai responsabili politici
europei. Tra le prese di posizione principali adottate dal CESE per la COP 21 figurano:
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la creazione di un quadro giuridicamente vincolante e ambizioso, valido per tutti i paesi e
che si basi su responsabilità comuni ma differenziate;
la promozione della transizione di tutte le economie verso modelli a basse o a zero
emissioni di carbonio;
l'offerta di solidarietà e di sostegno ai paesi in via di sviluppo, in particolare ai più
vulnerabili;
la garanzia di una transizione equa, che tenga conto del dialogo sociale, dei diritti dei
lavoratori e dei diritti umani;
il pieno coinvolgimento della società civile e dei cittadini in quanto motori di un
cambiamento sostenibile a livello globale, nazionale e subnazionale.
La società civile in un ruolo guida per dare attuazione all’accordo di Parigi
I cittadini e la società civile in generale sono pronti a dare impulso ad un accordo equo, che affronti
la sfida dei cambiamenti climatici e apporti maggiore benessere all'umanità. Il loro contributo è
essenziale per intensificare l'azione e accelerare la transizione verso un’economia e una società a
basse emissioni di carbonio. In molte comunità di tutta Europa e di altre parti del mondo, le
organizzazioni della società civile stanno già traducendo in realtà concreta questo processo di
transizione. È evidente che il ruolo e la partecipazione di queste organizzazioni saranno fattori
cruciali per attuare le decisioni prese a Parigi.
Un accordo giuridicamente vincolante, equo e a favore dei paesi in via di sviluppo
Il CESE ritiene che l’accordo dovrà essere giuridicamente vincolante, chiaro e trasparente, oltre che
provvisto di un meccanismo di controllo e revisione periodici, per rafforzare gli impegni assunti in
materia di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche per reagire prontamente ad
eventuali sviluppi nella direzione sbagliata. Il passaggio ad economie a basse emissioni di carbonio
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non deve essere un gioco a somma zero, in cui i perdenti siano i lavoratori di alcuni settori con
livelli elevati di emissioni e che comporti un incremento delle disuguaglianze sociali. Perché la
transizione abbia successo, il dialogo sociale è di fondamentale importanza. La COP 21 deve
portare a dei risultati sui finanziamenti per il clima, in particolare sui 100 miliardi di dollari che i
paesi industrializzati si sono impegnati ad investire per sostenere modelli di sviluppo a basse
emissioni di carbonio nei paesi poveri.
La COP 21 apre la strada a un futuro senza carbonio
Ridurre quasi a zero le emissioni di CO2 dev'essere l'obiettivo posto al centro di una transizione
economica. Tra gli strumenti a cui si potrebbe ricorrere per stimolare questo processo vanno citati i
regimi fiscali basati sull'ecologizzazione, l’eliminazione progressiva delle sovvenzioni ai combustibili
fossili abbinata alla promozione delle fonti sostenibili di energia rinnovabile, il potenziamento della
ricerca e innovazione a livello europeo, e infine il sostegno allo scambio di buone pratiche e di
conoscenze.
Realizzare un'economia più rispettosa dell'ambiente deve essere un movimento globale che
l’Europa potrebbe candidarsi a guidare. La fissazione del prezzo del carbonio è in questo senso uno
strumento potente, purché sia concepito tenendo conto di criteri ambientali, economici e sociali.
Sabato 5 dicembre il gruppo Lavoratori del CESE organizzerà un evento a margine della COP 21
presso il padiglione dell'Unione europea sul tema della decarbonizzazione, in occasione del quale
sarà presentato un nuovo studio (disponibile tra breve) intitolato Fighting against climate change:
a carbon price based on economic and social criteria ("La lotta ai cambiamenti climatici: fissare il
prezzo del carbonio sulla base di criteri economici e sociali"). Lo studio sarà presentato dal
Presidente del CESE Georges Dassis e dalla presidente del gruppo Lavoratori Gabriele Bischoff.
Per maggiori informazioni rivolgersi a:
Silvia Aumair
E-mail: [email protected]
Tel. +32 25468141
@EESC_PRESS
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Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) è un organo istituzionale consultivo istituito dal Trattato di
Roma nel 1957. Il Comitato si compone di 350 membri, provenienti da tutta l'UE, nominati dal Consiglio
dell'Unione europea. Esso rappresenta le diverse componenti economiche e sociali della società civile
organizzata. La funzione consultiva del Comitato permette ai suoi membri, e quindi alle organizzazioni che essi
rappresentano, di partecipare al processo decisionale dell'Unione europea.
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