Economia Politica Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi testo di riferimento: Mankiw, Principi di economia, 3°ed., 2004, Zanichelli Cap 9 Commercio internazionale e benessere Inquadramento generale In questa sezione applicheremo i concetti di benessere al caso in cui il paese sia aperto al commercio internazionale. Riprenderemo, sviluppandoli in maggiore dettaglio, i concetti sui vantaggi derivanti dagli scambi internazionali già analizzati nella UD03. Vedremo sotto quali condizioni un paese diventa esportatore o importatore di un determinato bene e chi tra compratori e venditori ne trae vantaggio. Il risultato più importante è che aumenta il benessere della collettività nel suo insieme dall’apertura al libero commercio e che se vengono imposte delle restrizioni al commercio queste comportano una perdita secca per il sistema economico. Obiettivi di apprendimento Capire quando un paese diventa esportatore o importatore di un determinato bene Determinare chi guadagna e chi perde in seguito al commercio internazionale Imparare che i guadagni sono superiori alle perdite e che quindi complessivamente la collettività aumenta il suo benessere Analizzare gli effetti negativi sul benessere derivanti dall’introduzione di barriere doganali e restrizioni al libero commercio. Equilibrio senza commercio internazionale Iniziamo considerando un paese chiuso agli scambi internazionali (autarchia) che produce acciaio. Il mercato dell’acciaio in questo caso è costituito solamente dai compratori (domanda) e produttori (offerta) interni. Non è possibile effettuare importazioni o esportazioni. In questo caso le condizioni di equilibrio del mercato e di benessere per gli agenti economici sono quelle studiate finora. Equilibrio senza commercio internazionale Prezzo acciaio Offerta interna Surplus consumatore Prezzo equilibrio Surplus produttore Domanda interna 0 Quantità equilibrio Quantità acciaio Copyright © 2004 South-Western Prezzo mondiale e vantaggio comparato Consideriamo adesso che cosa succede se il paese decide di aprirsi agli scambi internazionali. La prima cosa da capire è se al nostro paese converrà importare o esportare il suo acciaio. A tal fine si deve confrontare il prezzo mondiale (PM) con il prezzo domestico (PD) di equilibrio che prevale nel mercato interno prima dell’apertura. Per semplicità, si ipotizza che il singolo paese, rispetto al resto del mondo, è piccolo e quindi non influenza il prezzo mondiale, si comporta da price taker. Se Prezzo mondiale > Prezzo domestico il paese diventa esportatore; Se Prezzo mondiale < Prezzo domestico il paese diventa importatore. Il Prezzo domestico riflette il costo opportunità del bene, nel senso che ci dice a quante unità di moneta locale (e quindi di altri beni) dobbiamo rinunciare per ottenere una unita del bene Se il Prezzo mondiale è maggiore del Prezzo domestico significa che il paese ha un vantaggio comparato nella produzione di quel bene, è più efficiente e quindi ha un vantaggio nell’offrire all’estero il suo prodotto. Prezzo mondiale superiore al prezzo domestico, il paese diventa esportatore P O interna Prezzo con commercio prezzo mondiale Prezzo senza commercio D interna esportazioni 0 Quantità domandata interna Quantità offerta interna Q Al prezzo mondiale la quantità offerta dai produttori interni è maggiore di quella domandata dai consumatori interni, la differenza costituisce le esportazioni verso gli altri paesi. P Surplus consumatore prima del commercio O interna Prezzo dopo A commercio esportazioni D B Prezzo prima del commercio Prezzo mondiale C Surplus produttore prima del commercio 0 Assenza di scambi Surplus consumatore Surplus produttore Surplus totale. Con scambi Variazione A+B A -B C B+C+D +(B+D) A+B+C A+B+C+D +D D interna Q Se un paese diventa esportatore: •I produttori interni ne beneficiano e i consumatori sono danneggiati •Il benessere totale aumenta (area D) perché i guadagni dei venditori superano le perdite dei consumatori Copyright © 2004 South-Western Prezzo domestico superiore al prezzo mondiale, il paese diventa importatore P O interna Prezzo prima del commercio Prezzo dopo il commercio Prezzo mondiale Importazioni 0 Quantità offerta interna Quantità domandata interna D interna Q Al prezzo mondiale la quantità offerta dai produttori interni è inferiore a quella domandata dai consumatori interni, la differenza costituisce le importazioni dagli altri paes Copyright © 2004 South-Western P Figure 5 How Free Trade Affects Welfare in an Surplus consumatore Importing Country dopo il commercio Offerta interna A prezzo senza commercio prezzo dopo commercio C B D importazioni Surplus produttore dopo il commercio 0 Surplus produttore Surplus totale. Domanda interna Q Assenza di scambi Surplus consumatore Prezzo mondiale Con scambi Variazione A A+B+D +(B+D) B+C C -B A+B+C A+B+C+D +D Se un paese diventa importatore: •I consumatori interni ne beneficiano e i produttor sono danneggiati •Il benessere totale aumenta (area D) perché i guadagni dei consumatori superano le perdite de venditori. Copyright © 2004 South-Western Dazio doganale Consideriamo adesso il caso in cui il paese importatore, spinto dalle pressioni dei produttori interni scontenti di vedere diminuire il proprio benessere, decide di introdurre un dazio doganale sui beni importati. Dazio doganale: una tassa applicata su un bene prodotto all’estero e venduto all’interno. La tariffa fa aumentare il prezzo di vendita all’interno del bene rispetto al prezzo mondiale per l’ammontare della tariffa stessa. Dazio doganale P O interna Equilibrio senza commercio Prezzo con dazio Dazio Prezzo senza dazio 0 Prezzo mondiale Importazioni con dazio O Q O D interna D Q Q Importazioni senza dazio D Q Q Come tutte le imposte,Pil dazio doganale genera una perdita secca (area D+F), il benessere complessivo del paese diminuisce. Surplus consumatore con dazio Surplus produttore con dazio O interna A Perdita secca Entrate fiscali dal dazio B Prezzo con dazio dazio C D Prezzo senza dazio G 0 E Importazioni con dazio O Q O D interna D Q Q Assenza di dazio Importazioni senza dazio Surplus consumatore F prezzo mondiale D Q Q Con dazio Variazione A+B+C+D+E+F A+B -(C+D+E+F) G C+G -C Entrate fiscali nessuna E +E Surplus totale. A+B+C+D+E+F+G A+B+C+E+G -(D+F) Surplus produttore Contingente di importazione (quota) Una alternativa al dazio doganale è l’imposizione di un contingente di importazione. La quota impedisce al paese di acquistare le quantità desiderate all’estero. Esaurita la quota gli importatori vedranno un’offerta totale rappresentata dalla somma dell’offerta nazionale e dalla quota consentita di importazioni. La curva di offerta al di sopra del prezzo globale è parallela all’offerta nazionale ma spostata a destra di una misura pari alla quota. Contingente di importazione (quota) P O interna Equilibrio senza commercio O interna + Quota importazioni prezzo Interno con quota Equilibrio con quota Prezzo Prezzo senza = mondiale quota 0 Importazioni con quota O Q O Q Importazioni senza quota D interna D Q D Q Prezzo mondiale Q Benessere con contingente di importazione (quota) Assenza di quota Surplus consumatore Con quota Variazione A+B+C+D+E’+ E’’+F A+B (C+D+E’+E’’+ F) Surplus produttore G C+G -C Surplus importatore autorizzato nessuna E’+E’’ +(E’+E’’) A+B+C+D+E’+ E’’+F+G A+B+C+E’ +E’’+G -(D+F) Surplus totale. L’introduzione di una quota sulle importazioni riduce la quantità scambiata e diminuisce il benessere della collettività creando una perdita secca (area D+F). Benessere con contingente di importazione (quota) P O interna Equilibrio senza commercio O interna + importazioni Quota A prezzo Interno con quota Prezzo prezzo senza = G mondiale quota 0 B C E' D Equilibrio con quota F E" Importazioni con quota O Q O Q Importazioni senza quota D interna D Q D Q prezzo mondiale Q Benefici del commercio internazionale Aumenta il benessere complessivo della collettività: se il paese esporta: l’aumento del benessere dei produttori interni è maggiore della perdita di benessere dei consumatori interni se il paese importa: l’aumento del benessere dei consumatori interni è maggiore della perdita di benessere dei produttori interni. Aumenta la varietà di beni disponibili sul mercato interno (via importazioni) Diminuiscono i costi di produzione sfruttando le economie di scala (via esportazioni) Aumenta la competizione tra le imprese Favorisce lo scambio di idee e tecnologia. E’ importante ricordare che ciascun paese esporterà quei prodotti per i quali ha un vantaggio comparato e che pertanto ciascun potrà esportare e importare qualche prodotto. Vi saranno pertanto beni per i quali si avvantaggeranno i consumatori e contemporaneamente altri settori nei quali avranno vantaggio i produttori. Nel complesso il paese ha comunque un beneficio netto dal libero commercio Argomenti a favore delle restrizioni Le lobby locali per difendere la loro produzione interna, spesso avanzano alcune motivazioni in difesa del protezionismo commerciale. 1) Salvaguardia dell’occupazione interna le importazioni fanno chiudere le industrie locali danneggiando anche i lavoratori [il libero scambio distrugge posti di lavoro in alcuni settori, ma ne crea altri nei settori di esportazione]. 2) Sicurezza nazionale: è importante mantenere la produzione interna in alcuni settori strategici anche se non è competitiva a livello internazionale [in alcuni casi può essere vero, ma si deve stare attenti a non estendere questo concetto a troppi settori]. 3) Tutela delle industrie nascenti: prima che un nuovo settore diventi competitivo a livello internazionale ha necessità di crescere al riparo dalla concorrenza estera [Se ci si attende che una industria sarà profittevole allora i produttori saranno disposti a sopportare perdite iniziali, in ogni caso è difficile scegliere i settori sui quali puntare]. 4) Concorrenza sleale: il protezionismo può essere giustificato quando gli altri paesi sussidiano le proprie imprese [se un paese sussidia le sue imprese fa concorrenza sleale, ma il minor prezzo che ne deriva va a vantaggio di tutti i consumatori, nazionali ed esteri] 5) Protezionismo come arma di trattativa si ricorre al protezionismo per avere un’arma contro il protezionismo degli altri paesi [non è una strategia efficiente perché produce comunque una perdita di benessere per la collettività]