Lezione 7: Dibattito protezionismo contro libero commercio

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Il protezionismo: Gli effetti di un dazio.
Il caso del paese piccolo e della UE.
Stefano Papa
Università di Roma Sapienza
[email protected]
Facoltà di Economia
Protezionismo - Libero commercio
• La politica commerciale consiste nell’atteggiamento assunto dai
responsabili della politica economica di un paese nei confronti del
commercio con l’estero.
1. Liberista: non pone ostacoli al libero commercio.
2. Protezionista: difende la produzione interna dalla concorrenza
internazionale.
3. Autarchica: chiude l’economia nazionale al resto del mondo.
•
Ci occuperemo del protezionismo: Dazi protettivi sono imposte
indirette che aumentano il prezzo del merci estere e generano
un’entrata fiscale per lo stato che le emette.
Protezionismo - Libero commercio
• La politica commerciale, il protezionismo sono una forma di politica
economica (fiscale, monetaria, valutaria).
• Il principale argomento a favore del protezionismo che dà luogo a
divergenza tra prezzi interni e internazionali.
• Strumenti: tariffari e non tariffari, quantitativi.
• Obiettivi finali:
– Teoria del dazio ottimo, migliora la ragione di scambio
internazionale (RdS), caso del paese grande. Problemi di conflitto
di obiettivi o free riding (necessità di cooperazione internazionale
vincolante)
– Protezione dell’industria nazionale nascente.
– Correzione di distorsioni già presenti nei mercati nazionali (Teoria
del second best di Meade)
– Motivazioni di “political economy” (lobby, gruppi di pressione).
Surplus del consumatore
• Consideriamo una curva di domanda (individuale).
• Definiamo prezzo di riserva, e lo indichiamo con pd, il
prezzo massimo che il consumatore è disposto a pagare per
acquistare una determinata quantità, che coincide con
l’utilità marginale al consumo.
• Per esempio, per acquistare la prima unità del bene, il
prezzo di riserva è pari a pm ed inferiore a pd; per acquistare
la quantità ya il prezzo di riserva è pa.
• Se il prezzo di mercato è pa, il consumatore paga tutte le
unità acquistate, tranne l’ultima, meno del loro prezzo di
riserva (perciò ci guadagna).
Surplus del consumatore
• Definiamo surplus del consumatore come la somma di tutti
questi guadagni. Per ogni singola unità venduta è data dalla
differenza pd − pa.
• Può essere calcolato come l’area colorata del grafico: surplus
del consumatore = (pm − pa)ya/2;
• Se prezzo aumenta o si riduce che succede al surplus?
• La domanda del mercato è l’aggregato di tutte le curve di
domanda dei consumatori. Somma orizzontale.
• pd
• pa
0
Ya
Surplus del produttore
• Consideriamo una curva di offerta (individuale).
• Definiamo prezzo di riserva dell’impresa e lo indichiamo
con ps, il prezzo minimo che essa è disposta ad accettare
per vendere una determinata quantità. Di fatto il prezzo di
riserva coincide col costo marginale; per vendere la
quantità y* il prezzo di riserva è p*, ma per venderne di
meno è inferiore (ps = Cm).
• Se il prezzo di mercato è p*, l’impresa incassa su tutte le
unità vendute, tranne l’ultima, più del loro prezzo di
riserva (perciò ci guadagna).
Surplus del produttore
• Definiamo surplus del produttore: la somma di tutti
questi guadagni. Per ogni singola unità venduta è data
dalla differenza p* − Cm.
• Può essere calcolato come l’area colorata del grafico:
surplus del produttore = p*y*/2.
P*
PS
0
Y*
Il mercato concorrenziale e i due surplus
• I due concetti di surplus valgono anche a livello di
domanda e offerta di mercato, i due surplus sono sempre
visualizzati dalle aree sotto la curva di domanda (quello
dei consumatori) e sopra la curva di offerta (quello dei
produttori). È facile verificare che il mercato
concorrenziale, in equilibrio parziale, ha l’effetto di
rendere massima la somma dei due surplus.
0
Dazio
• Paese piccolo, che considera la ragione di scambio come esogena
perché nel paese essendo le quantità di esportazione e di importazione
sono di piccole dimensioni rispetto alla domanda ed offerta mondiale
del commercio internazionale e non può influire sulla ragione di
scambio internazionale.
• Un dazio è un’imposta “ad valorem” sulle importazioni, una
maggiorazione proporzionale del prezzo del bene. P(1+d), dove d è
l’aliquota dell’imposta.
• Viene pagato da chi esporta il bene al paese che introduce un dazio.
Dazio in una piccola economia
• Dazio è un’imposta sulle importazioni “ad valorem” come percentuale
che si applica sul prezzo del bene importato, quindi si passa da p a
p(1+d).
• C’è anche il dazio specifico sulle quantità x euro per ogni quantità.
• Gli effetti di una politica protezionistica li analizziamo in un contesto
di equilibrio parziale (considerando solo un mercato).
• Nel libero scambio, un eccesso di domanda interno viene coperto da
un eccesso di offerta al prezzo internazionale.
• Se non ci fosse il libero scambio ma fossimo in autarchia, la legge del
mercato (domanda e offerta) spingerebbe il prezzo in alto fino
all’equilibrio. Perché i produttori, essendoci consumatori insoddisfatti,
aumenterebbero i prezzi di vendita e la produzione interna.
Dazio in una piccola economia
• Ma l’esistenza del mercato internazionale che fornisce a PF
qualunque quantità (eccesso di domanda interna) fa si che il prezzo
non aumenti.
• Se i produttori nazionali aumentassero il prezzo, non venderebbero
nulla perché i consumatori comprerebbero dai produttori esteri
(esportatori) a PF.
• Se viene introdotto un dazio che deve essere pagato dagli esportatori
esteri che vendono il prodotto nel paese che ha introdotto l’imposta
(governo incassa il dazio) .
• Con il dazio gli esportatori esteri vendono a P*, ma guadagnano
P*−tP*, quindi devono scegliere se vendere:
1. nel mercato internazionale dove guadagnano P*,
2. nel paese protezionista dove guadagnano P*−tP*,
Dazio in una piccola economia
• Gli esportatori esteri, per essere indifferenti ad esportare le quantità
precedenti alla politica protezionistica, devono ottenere (ricevere) un
prezzo che tolto il dazio (che devono pagare) sia uguale al prezzo
internazionale.
• Ora l’eccesso di domanda non è soddisfatto dai produttori esteri; i
produttori nazionali possono aumentare il prezzo interno, ma non
oltre P*+D =P*+tP* (con la tariffa).
• Con l’aumento del prezzo interno (con la tariffa) i produttori esteri
(esportatori) vendendo guadagnano esattamente il prezzo
internazionale (PF) e quindi vendono su entrambi i mercati.
• L’entrata degli esportatori nel mercato interno avviene quando nel
paese che introduce il dazio, il prezzo interno aumenta fino a che il
prezzo interno non è uguale al prezzo precedente al dazio (prezzo
internazionale) più il dazio.
Effetti del dazio
1. Aumento del prezzo interno nel settore oggetto del dazio è ora diverso
dal prezzo praticato sul mercato internazionale.
• Con l’introduzione del dazio il prezzo interno aumenta dell’importo
del dazio fino a che rende equivalente per gli esportatori vendere nel
paese interno o nel resto del mondo.
• Commentare il grafico del dazio e calcolare il costo sociale netto =
costo sociale lordo (perdita dei consumatori) – beneficio “surplus” dei
produttori - entrare fiscali;
• Costi sociali: la riduzione di consumo derivante dal maggior prezzo
interno e un aumento di produzione interna, ma ad un prezzo
maggiore rispetto a quanto venivano prodotte in precedenza.
Effetti sul benessere di un
dazio (paese piccolo)
P
Offerta
P0
P* + D
P*
Domanda
O
H
L
M
K
Q
Effetti del dazio sul benessere
2. Un aumento della produzione interna ad un prezzo maggiore:
Perdita dal lato del produzione (B);
3. Una riduzione della quantità domandata per il maggior prezzo
interno: Perdita dal lato del consumo (D);
4. Entrate fiscali per lo Stato per una ammontare pari al dazio per le
quantità importate: Gettito fiscale dello stato (C)
5. Una riduzione delle importazioni per via dell’aumento della
produzione interna e ridotto consumo interno.
6. Il prezzo incassato dai produttori è aumentato a spese dei
consumatori: redistribuzione del reddito interno.
• I consumatori sussidiano la produzione interna di un ammontare
pari all’aumento del prezzo interno per unità prodotta, si può
parlare di anche sussidio equivalente al dazio.
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