Cultura.Società Venerdì 22 giugno 2012 17 [email protected] fax 0817947364 Il Mattino Si chiude la diatriba sulla Lupa capitolina: è una copia medievale da un originale etrusco-italico e Sculture simbolo il confronto tra studiosi L’intervista «Così si trasforma la politica al tempo di Internet» Ferraris, gli ideali della contemporaneità e il nuovo senso di destra e sinistra: «Ma i meccanismi restano immutati» Corrado Ocone N ella crisi della democraziarappresentativa, che ne sarà dei partiti? Se lo chiedono politologi ed economisti. Ma c’è anche un punto di vista filosofico sulla questione, o la filosofia è al contrario indifferente rispetto al presente? Lo chiediamoaMaurizioFerraris,ordinario di filosofia Teoretica a Torino, allievodiVattimoeoggifilosofodecisamente à la page grazie all’instancabile promozione della sua prospettiva teorica: quel «nuovo realismo» di cui Laterza ha pubblicato da poco anche un agile Manifesto. Professore, cosa può dirci, allora, la filosofia sull’oggi? «Non molto di più di quanto possa dire il senso comune, almeno per quel chemiriguarda.Nonpensosiavereintuizioni politiche più acute di chiunque altro, anzi, e mi sento in buona compagnia. Come tutti vedo una crisi deipartiti,cometuttivedounacrisidella democrazia rappresentativa, e come tutti sospettocheallabasediquestocisiano delle trasformazioni della società,einparticolare del lavoro, per cui tutto si sposta dalle piazChurchill zeallatveoraain«Un uomo ternet». conservatore La politica nel nostro tempo che attuò sembra schiacmodelli ciata fra populiprogressisti» smo e tecnocrazia. È possibile farla uscire da questa tenaglia? In che modo? «Guardiamociindietroechiediamoci come era la politica quarant’anni fa, nel 1972: una polarità tra Democrazia cristiana e Partito comunista, un sacco di partitini, e il terrorismo. Si stava meglio?Nondireiproprio.Sepoicisichiede com’era la politica ottant’anni fa, nel1932avevamoMussolinieilRe.Anche lì, non credo che la situazione fosse migliore. L’esperimento può essere ripetuto andando indietro nel tempo, e più o meno con lo stesso risultato». Comesipuòricostruireilsensodella politica dopo la fine delle grandi idealità? «Anche qui, sarei cauto. C’erano Herzog Marco Ciriello IlparrucchierediEzioMauro glichiedesempre:comesta FrancescoMerlo?Iovorrei chiedereallamogliediPaolo Sorrentino,comestail regista?Aleggereilsuo secondolibro“TonyPagodae isuoiamici”(Feltrinelli),miè venutainmenteunastoriadi RaffaelloBaldini,ungrande poetadiSantarcangelodi Romagna,non conosciutissimocome Sorrentino,forseperviadel fattochehasempreesolo fattoilpoeta.Baldinihascritto unmonologo,“La Fondazione”(Einaudi),dove c’èunuomocheaccumula coseeoggettidelpassato, vuolemettersuuna Fondazionetenutainpiedidal suodesideriodi conservazioneedallapaura chequestecosespariscano. C’èunritmotondo,unsuono magnifico(iltestoèscrittoin dialetto)ilrisultatosonpoche fittissimepaginechespiace lasciare,perchésisentonole stanzedivitavere,i ragionamentidabar,l’oralità delpaese,laprovinciachesifa raccontodelmondo(pensoa untestodell’americano Doctorow,“Homer& Langley”).Invece,lepaginedi Sorrentinosisaltanocomeè piùdiunatletachesiprepara perlacorsaaostacoli,anche luiprocedeperaccumulo,ma lesueragionisuonanofalse, imposte,tiratesuaforza, appiccicatedallepaginediGQ allibro,ilrisultatoèilcatalogo diunhoarders,un“Sepoltoin casa”,comeunprogrammain ondasuRealTime. © RIPRODUZIONE RISERVATA Indignados La maschera simbolo di uno dei movimenti nati sulla rete In alto, il filosofo Maurizio Ferraris davvero le grandi idealità, un tempo? Ho conosciuto dei comunisti convinti e pieni di idealità, per ragioni anagrafichenon ho conosciuto deifascisti convinti,mapensochegliuniegli altrifossero una minoranza. Così pure, mi sembra difficile parlare di “idealità” in partiti pragmatici come la Democrazia cristiana,maimmaginocheDeGasperi fosse convinto e avesse degli ideali, suAndreottieGavaavreiqualchedubbio in più. Allo stesso modo, credo che oggi ci siano persone con grandissimi ideali, giusti o sbagliati, come sempre. Non direi che ci sia più cinismo di un tempo, non nel senso che i cinici siano pochi,manelsensoche cinici eopportunisti sono sempre stati tanti. Diciamocheinaltreepochelaretoricadiffusa era più favorevole alla proclamazione di grandi ideali, oggi meno». La distinzione fra destra e sinistra ha ancora un senso? E quale? «Halostessosensocheavevainpassato,noncapiscotantoidiscorsisecondo cui questa distinzione non ha più senso. E il senso, grosso modo, è questo: la sinistra è illuminista e punta per unaemancipazionedell’umanitàattraverso la ragione, mentre la destra credeche l’umanitàdebba essere comandata dal trono e dall’altare (e dalle loro versioniaggiornate).Eracosìnell’Ottocento ed è così anche adesso. Ciò premesso, può capitare che la sinistra governi con modalità di destra (si pensi a Stalin)echeladestraattuiidealidisinistra (si pensi a Churchill). Inoltre, il mondoèpienodipersonechesicredono di sinistra e sono di destra (o più raramente viceversa). Questo significa semplicemente che gli esseri umani non sempre hanno le idee chiare». Cosa pensa di fenomeni come Occupy Wall Street o gli Indignados? «Sono la dimostrazione di quello che dicevoprima, e cioè del fatto che le idealità non sono scomparse. Non dimentichiamoci però che anche i Tea Parties sono l’espressione di idealità, così come lo erano le adunate in cui si cantava “Per fortuna che Silvio c’è” o in cui si andava alle fonti del Po con un’ampolla. Dovessi scegliere, visto che sono (o almeno credo di essere) di sinistra, preferisco Occupy Wall Street o gli Indignados. Ma anche qui non dimentichiamoche,peresempio,inBelgio dopo la crisi del ’29 sorse un movimento formalmente uguale a Occupy WalStreet,chesi trasformò inunpartitodiestremadestra,ilRexismo,checollaborò con i nazisti e il cui capo Léon Degrelle diventò ufficiale delle Waffen SS e fu decorato da Hitler». E sulla questione morale in politica cosa ha da dirci? «Ègiustochiederemoralitàallapolitica,soprattuttoadessocheicomportamenti dei politici sono più visibili, non per sceltaloro, ovviamente,maperché siamocircondatidatelefonini,mail,videosu youtube.Èdoveroso chechi detiene il potere abbia quantomeno dei com- La rete portamenti pubblici mora- «Il web è causa li. Ma è dovero- dell’attuale so soprattutto cambiamento perchéseicom- come lo fu portamenti nonsonomora- la televisione li succede che negli anni siraccogliecon- Sessanta» senso politico intornoapersone o movimenti il cui unico contenuto è la moralizzazione della politica. Il chemisembradecisamentepoco,qualunquistico,enonègaranziadimoralità (Scilipoti docet)». Il web è un nemico o un possibile alleatodella partecipazionepolitica? «Né nemico né amico. È la causa dell’attuale trasformazione dello scenario, proprio come la televisione nellasecondametàdelsecoloscorso.Èveroche è uno strumentopiù attivo di radio o tv, dove c’è maggiore partecipazione. Ma nonsi può sostituire ilParlamento con Internet, così come non lo si potè sostituire con Auditel, sebbene qualcuno ci abbia provato e non direi che è andata benissimo». L’anticipazione Spirale autodistruttiva, partiti sull’orlo di una crisi di nervi Il brano che pubblichiamo qui di seguito è l’incipit del saggio di Calise contenuto nel nuovo numero della rivista «il Mulino», da oggi in distribuzione. Mauro Calise R iusciranno i partiti a sottrarsi alla spirale autodistruttiva in cui, per diverse ragioni e in varie forme, si stanno davent’anniavvitando?Perrispondereaquestadomandanonservono le mozioni degli affetti. Ribadire,sullespalleditantigiganti,chei partitisonoilsaledellademocrazia eche è impensabile farne ameno. Contro questo convincimento – purtroppo–èschieratalastragrande maggioranza degli italiani. Al puntocheipartitiappaionoilnemico peggiore di loro stessi, oligar- chie autoreferenziali incapaci di rinnovarsi: tranne che nell’allestimento delle sigle e dei contenitori concui mixano glistessi programmi e riciclano le stesse facce. Proprioperchélacrisiècosìgrave,eapparentemente insuperabile, conviene allungare lo sguardo oltre la prospettivaimmediata eandareal di là delle nostre mura. Cercare di non farsi – troppo – condizionare dal precipitare degli eventi e dalle soluzioni affrettate che i principali protagonisti in campo si sforzano diconfezionare.Seipartitisopravviveranno,saràmalgradolorostessi.Epersentieriche,almenoinparte, fuoriescono dai loro orizzonti culturali edalla loro autoconsapevolezza. Percorrendo un itinerario dicuiindicoidueprincipalipaletti: il primo, storico-comparato, è l’americanizzazione; il secondo, Prospettive No a soluzioni affrettate La realtà impone che si guardi oltre il futuro immediato contemporaneo anche se ad esso intrecciato,èlapersonalizzazione. L’americanizzazione è un processocheinvestetuttiipartitieuropei(comeargomento inun saggio su I partiti e lo Stato democratico, nell’Annale Feltrinelli curato da Alessandro Pizzorno, dedicato a La democrazia di fronte allo Stato. Unadiscussionesulledifficoltàdella politica moderna). Ma, diversamentedallavulgatachevivedeun adeguamento a tendenze recenti della politica d’oltre Atlantico, si trattadelrientroinunalveotracciato alle origini dei partiti moderni. Tardivamente, e riottosamente, i partiti europei si stanno conformando alle caratteristiche salienti che,daoltreduesecoli,segnanola forzaeilimitideipartitistatunitensi:l’occupazionedicarichepubbliche e la salvaguardia delle routine Simboli vecchi e nuovi I loghi di alcuni partiti politici italiani procedurali che consentono la legittimazioneeriproduzionediuna comunitàdemocratica. Lo stretto legame, il connubio tra partiti e istituzioni statali è oggi visto come l’ultimo stadio evolutivo del partito europeo, attraverso lo schema interpretativo del cartel party elaborato da Richard Katz e Peter Mair, con una formulazione molto simile – anche se un po’ più benevola–aquellachenoiitaliani, già da tempo, indicavamo come partitocrazia.Ipartitivedonosemprepiùindebolirsilelororadicisociali e la funzione rappresentativa, e trovano la principale ragione di forzaedisopravvivenzanelmonopolio dell’occupazione delle caricheelettive.Partitididiversoorientamento,incompetizionenell’agoneelettorale,sicoalizzanonellagestione del potere – fanno cartello – Composite IL_MATTINO - NAZIONALE - 17 - 22/06/12 ---- Time: 21/06/12 21:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA per difendere questa loro rendita di posizione. Questo che, secondo molti studiosi eurocentrici, sarebbel’estremoapprodo–edegenerazione–dipartitiuntempoportatoridigrandiidealieinteressi,èstato la ragion d’essere originaria delle organizzazioniamericanechehanno inaugurato, agli inizi dell’Ottocento, l’era della mobilitazione di massa. Anche se non mancavano, all’epoca,lecontrapposizioniideologiche, il funzionamento di queste macchine elettorali era incentrato sulla conquista e la distribuzionedellecosiddettespogliestatali. Un obiettivo che non veniva vistoincontrastoconlabuonaprassi democratica. Anzi, era esplicitamente considerato come un suo presupposto. L’enunciazione ufficiale è nella Doctrine of Simplicity del discorso inaugurale di Jackson al Congresso, nel dicembre del 1829,incuiilneopresidenterivendica che il principale requisito per un buon amministratore sia una sincerafededemocratica. © RIPRODUZIONE RISERVATA