La società di massa La società di massa è caratterizzata da un significativo ruolo delle masse nello svolgimento della vita politica e sociale, ma anche da una sua crescente omologazione, perdita di autonomia individuale, atomizzazione, conformismo, facilità di manipolazione ed eterodirezione e la sparizione dei singoli individui rispetto al gruppo. Essa di presenta come un'evoluzione della società. L’avvento della s. di m. viene solitamente datato tra la fine del 19° sec. e gli inizi del 20° e ha caratterizzato tutto il Novecento, parallelamente con l’affermarsi della società industriale, della produzione in serie e del mercato dei consumi di massa tipici di taylorismo e fordismo. L’aumento demografico, l’urbanizzazione di massa, la diffusione della scolarità, l’estendersi del diritto di voto hanno completato il quadro, favorendo un ruolo più consapevole e una maggiore partecipazione politica delle masse (non a caso è questa l’epoca anche dei partiti di massa), ma parallelamente la crescente burocratizzazione e concentrazione del potere, sempre più impersonale, il ruolo sempre più forte di strutture e organizzazioni rispetto ai singoli hanno favorito una crisi dell’individuo e della sua autonomia e un suo graduale immergersi e omologarsi nella s. di massa. Alcuni storici vedono questo processo come un momento positivo di affermazione della democrazia e di diffusione del benessere, altri lo trovano un appiattimento delle personalità individuali e di limitazione delle libertà di scelta. Nasce la società dei consumatori: I beni di consumo prodotti dalla Seconda rivoluzione industriale entrarono nelle case e trasformarono la vita quotidiana di milioni di persone, che diedero vita a una società di consumatori, della quale industriali e commercianti dovevano assecondare la spontanea propensione all’acquisto. Gli Stati Uniti furono i primi a soddisfare tale desiderio, migliorando le tecniche di distribuzione delle merci, impiantando i grandi magazzini nei maggiori centri urbani, inventando nuovi modi per raggiungere la clientela e facilitando i pagamenti rateali. Ford introduce in fabbrica il “taylorismo” e la catena di montaggio: Mentre le nuove tecniche di distribuzione e la pubblicità ampliavano la massa dei consumatori, le industrie dovevano produrre di più e più a buon mercato per soddisfare la domanda. Negli Stati Uniti Henry Ford per abbattere ulteriormente i tempi di produzione e i prezzi, applicò il “taylorismo” e introdusse in fabbrica la catena di montaggio, che permise di realizzare la produzione in serie. Il lavoro era ripetitivo e massacrante, ma Ford seppe compensare gli operai riducendo l’orario giornaliero a otto ore e aumentando i salari. Grazie all’ampliamento dei mercati e alle nuove tecniche di produzione, alcune aziende accumularono capitali immensi e crearono veri e propri imperi industriali controllati da un singolo individuo, i trusts. La Seconda rivoluzione industriale offre alle donne nuove opportunità di lavoro La Seconda rivoluzione industriale offrì alle donne nuove opportunità di lavoro. La donna piccoloborghese entrò nel settore terziario, mentre la donna aristocratica e alto-borghese assunse le vesti di donna fatale o si trasformò in intellettuale; le donne operaie, a loro volta, cominciarono a essere tutelate da leggi sociali. La vita quotidiana. In questa società di massa i cittadini vivono in grandi agglomerati urbani ma i loro rapporti, nonostante più frequenti, fanno capo alle grandi istituzioni come: gli Stati, i partiti, i sindacati e altre organizzazioni di massa e non più alle piccole comunità solidali, assumendo carattere anonimo e impersonale. Nascono i mass media, mezzi di comunicazione di massa come i quotidiani e la radio. Fu proprio la stampa quotidiana e periodica a incrementare maggiormente la produzione e la vendita. Nell'economia assunse un ruolo importante in terziario, cioè quel settore che non riguarda la produzione di beni ma di servizi: commercio, banche, ospedali, scuole, etc. Anche il mondo della scuola subì un mutamento sostanziale: l'istruzione non venne più considerata un bene elitario, riservato a nobili e abbienti, ma un'opportunità da offrire a tutti. La scuola venne organizzata e finanziata dallo Stato, nonostante la resistenza degli ambienti più tradizionalisti, che vedevano in una massa popolare alfabetizzata un pericolo per le classi privilegiate; si giunse a rendere l'istruzione obbligatoria e gratuita per superare l'analfabetismo, ormai considerato una piaga sociale Si estende il suffragio universale maschile e nascono i partiti di massa. La società del Novecento fu caratterizzata anche dalla partecipazione delle masse alla vita politica. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento in Europa il suffragio universale maschile fu esteso a tutti gli uomini maggiorenni e i vecchi partiti dei notabili si trasformarono in partiti di massa, i quali intendevano inquadrare larghi strati della popolazione attraverso una struttura permanente articolata in organizzazioni locali. Il partito è un'organizzazione politica che rappresenta gli interessi e le opinioni di una parte della società. Partiti notabili: tradizionali schieramenti dell'Ottocento, come la Destra e la Sinistra storica. Sono partiti formati da aristocratici, proprietari terrieri e borghesi. Partiti di massa: partiti formati dal popolo. I sindacati: contemporaneamente ai partiti di massa nascono organizzazioni sindacali a livello nazionale con lo scopo di tutelare i diritti dei lavoratori. In inghilterra nacquero le Trade Unions (1868); in Francia la Confederation General du Travail (1895); in Italia la Confederazione Generale del Lavoro (1906). Come strumento di lotta vi era lo sciopero, usato per per dare più forza alle rivendicazioni operaie: riduzione degli orari di lavoro, aumento dei salari, ecc. Le donne lottano per ottenere i diritti politici. Il suffragio universale maschile ammise al voto gli uomini, ma non le donne. Negli Stati Uniti esse ottennero il diritto di voto nel 1920; in Inghilterra, dopo violente battaglie, nel 1918; in Italia i diritti delle donne furono sostenuti sia da gruppi di donne borghesi, sia dalle donne del Partito socialista guidate da Anna Kuliscioff, ma per varie ragioni le Italiane votarono per la prima volta solo nel 1946.