Amplificatore differenziale Lo schema proposto in figura rappresenta il classico amplificatore differenziale. La tensione applica ai suoi ingressi è attribuibile a due differenti sorgenti: La prima, di tipo differenziale, è dovuta ai due generatori V1 e V2 che sono uguali ed in opposizione per cui il loro contributo è pari a Vd = V1-V2. Vd rappresenta il segnale informativo. La seconda, di modo comune, è dovuta al generatore Vcm ed il suo contributo è proprio pari a Vcm. Vcm rappresenta il rumore in ingresso. Il valore della tensione di uscita è dato da: Vout = Ad ⋅ Vd + Ac ⋅ Vcm Con Ad = Amplificazione di modo differenziale ed Ac = Amplificazione di modo comune. Affinché il rumore in uscita risulti il più contenuto possibile, è auspicabile che il valore di Ac risulti il più piccolo possibile rispetto al valore di Ad. Osservando il circuito, si può ricavare che: Vcm + V 1 − V V − Vout = R1 R2 Vcm + V 2 − V V − 0 i1 = = R3 R4 io = Con V pari alla tensione presente sui due terminali di ingresso dell’operazionale. Dalla seconda equazione si ricava il valore di V: A.C. Neve – Amplificatore differenziale 1 Vcm + V 2 1 1 = V ⋅ + R3 R3 R 4 ⇒ V = Vcm + V 2 Vcm + V 2 = R3 1 1 1+ R3 ⋅ + R4 R3 R 4 Dalla prima equazione si ha invece che: Vcm + V 1 1 Vout 1 = V ⋅ + − R1 R1 R 2 R 2 ⇒ R1 R1 Vcm + V 1 = V ⋅ 1 + ⋅ Vout − R2 R2 Sostituendo in quest’ultima l’espressione trovata in precedenza per V, si ha che: 1+ Vcm ⋅ 1 − 1+ R1 1+ R2 + V 1 − V 2 ⋅ R3 1 + R 4 R1 R 2 = − R1 ⋅ Vout R3 R2 R4 Il termine che moltiplica Vcm rappresenta l’amplificazione di modo comune e può essere reso nullo imponendo l’uguaglianza: R1 R3 = R2 R4 Si ha quindi che: Vout = − R2 ⋅ (V 1 − V 2 ) R1 con R2 = Ad R1 In queste condizioni l’uscita dipende soltanto dalla tensione di ingresso differenziale e non risente di eventuali segnali di rumore presenti sull’ingresso. Assegnando al circuito proposto i seguenti valori si ha che: V1 = 0.5 volt 40 Hz V2 = -0.5 volt 40Hz Vcm = 5 volt 150Hz R1 = 1k R2 = 10k R3 = 1k R4 = 10K Si ha quindi che: R1/R2 = R3/R4 = 1/10 Ad = -10 A.C. Neve – Amplificatore differenziale 2 Come si può notare, sul segnale di uscita non vi è alcuna traccia del segnale Vcm a 150 Hz e, la tensione differenziale di ingresso è amplificata di un fattore 10. Modificando invece il solo valore di R4 si ha che: R4 = 8K R1/R2 =1/10 mentre R3/R4 = 1/8 per cui Ac è diverso da zero e si ottiene: Come si può notare, l’uscita non è più sinusoidale a 40 Hz ma è modificata dall’effetto della componente di rumore a 150 Hz. A.C. Neve – Amplificatore differenziale 3 Il circuito fin ora esaminato presenta però alcuni svantaggi da non sottovalutare: • • • • Ha una bassa impedenza di ingresso L’offset totale risulta proporzionale ai valori resistivi Trovare coppie di resistenze uguali e con lo stesso coefficiente di temperatura (matched) Problematica variazione del guadagno Ad. Nella figura seguente viene proposto un circuito alternativo a quello ora esaminato detto Instrumentational Amplifier (Amplificatore per Strumentazione) il quale offre delle prestazioni notevolmente superiori e limitando gli svantaggi prima esposti. Lo stadio finale è costituito dal classico amplificatore differenziale con guadagno unitario in quanto, le quattro resistenze Ro sono tutte uguali e quindi meno problematiche da implementare. I primi due stadi sono invece degli amplificatori in configurazione non invertente i quali offrono una impedenza di ingresso estremamente elevata specialmente se con ingressi a FET. Osservando il circuito si nota che: Vo1 = − R1 ⋅ I + V 1 + Vcm con Vo2 = + R 2 ⋅ I + V 2 + Vcm I= V 2 − V1 R Sostituendo il valore di I nelle equazioni di Vo1 e Vo2, si ha che: A.C. Neve – Amplificatore differenziale 4 Vo1 = − R1 ⋅ V 2 − V1 + V 1 + Vcm R Vo 2 = + R 2 ⋅ V 2 − V1 + V 2 + Vcm R Sottraendo la prima dalla seconda si ottiene: R1 + R 2 R1 R 2 Vo 2 − Vo1 = (V 2 − V 1) + (V 2 − V 1) ⋅ + = (V 2 − V 1) ⋅ 1 + R R R come si può notare, il contributo della tensione di modo comune è nullo cioè Ac = 0. Osservando che il termine Vo2-Vo1 rappresenta la tensione differenziale di ingresso dello stadio finale e che quest’ultimo ha guadagno unitario, si ha che: R1 + R 2 Vout = (V 2 − V 1) ⋅ 1 + R In questo circuito, il valore dell’amplificazione differenziale può essere più comodamente variato agendo sul solo valore di R. Con i valori indicati nel circuito e con: V1 = 0.5 volt 40Hz, V2 = 0.5 volt 40Hz, Vcm = 5 volt 150Hz ed Ad = 4, si ottiene che: A.C. Neve – Amplificatore differenziale 5 Una ulteriore evoluzione dell’amplificatore differenziale è proposta nel circuito seguente: Questo circuito, oltre ad offrire i vantaggi del circuito precedente, consente un controllo lineare del guadagno infatti: R5 Vout = −(V 2 − V 1) ⋅ R6 è quindi possibile modificate il valore del guadagno agendo sul solo valore di R5. A.C. Neve – Amplificatore differenziale 6