Un nuovo approccio contro le verruche La terapia fotodinamica si sta dimostrando efficace nella cura di patologie e inestetismi: di recente e' stata messa in evidenza la sua attivita' anti-infettiva e antivirale della dott.ssa Fiorella Bini Dermatologo - Firenze e del dott. Vincenzo Nucci Ginecologo -Brindisi GIRTeF – Gruppo Italiano Radiofrequenze e Terapia Fotodinamica Le verruche rappresentano una patologia molto frequente e di cui la dermatologia si occupa da sempre. Sono distinte in comuni, plantari, piane, genitali, mucose e oggi sappiamo che l'agente eziologico e' il virus HPV, ad ampia diffusione e con notevole capacita' infettante, di cui sono stati identificati piu' di 100 tipi. Le verruche sono in genere multiple e recidivanti; il trattamento e' difficile e spesso frustrante con la maggior parte delle terapie tradizionali (farmaci topici, crioterapia, ablazione chirurgica, con laser o radiofrequenza) in quanto queste distruggono le lesioni ma non sono in grado di inattivare selettivamente i virus e quindi non eliminano quelli latenti. Pertanto ciascuna metodica e' gravata da insuccessi e accompagnata da frequenti recidive. Dobbiamo anche considerare che spesso sono colpiti i bambini, che le lesioni sono multiple e insorgono in zone esteticamente rilevanti, come a esempio il volto e quindi a rischio di cicatrici evidenti. Inoltre la localizzazione genitale rappresenta la piu' frequente malattia sessualmente trasmessa: il Papilloma virus e' molto diffuso, soprattutto fra i giovani e si calcola che circa il 75% degli individui venga in contatto con questo almeno una volta nella vita. E' fondamentale ricordare, poi, che alcuni tipi virali possono causare trasformazione neoplastica: si distinguono virus ad alto rischio oncogeno (16 e 18) e virus a basso rischio (6 e 11). La Terapia Fotodinamica (TFD) si pone come una efficace alternativa terapeutica per il trattamento delle lesioni da HPV a livello cutaneo e mucoso. Questa metodica utilizza l'applicazione di una sostanza fotosensibilizzante (5ALA o MAL) che viene trasformata a livello delle cellule bersaglio in Protoporfirina IX e successivamente attivata da una luce a 630 nm. Ne consegue la produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS) che determinano apoptosi e/o necrosi selettiva delle cellule neoplastiche o comunque patologiche. Il danno e' ampliato dalla degenerazione microvasale, dall'induzione di meccanismi infiammatori e immunologici. Nata per il trattamento di precancerosi e neoplasie cutanee non melanoma, la TFD ha dimostrato la sua validita' nel trattamento di patologie infiammatorie, infettive e anche in Medicina Estetica. Oggi conosciamo l'attivita' antibatterica della TFD sui Gram+ e Gram-; negli ultimi anni si e' consolidato anche il suo utilizzo per contrastare lo sviluppo dei virus, ad es. per la fotodecontaminazione del plasma dall' HIV. I meccanismi con cui la TFD esercita la sua azione antivirale sono molteplici. Sui virus determina degradazione e ossidazione di lipidi, proteine, enzimi, DNA e RNA virali con perdita della capacita' infettante e inibizione della replicazione virale. Nelle cellule infette l'azione fotodinamica blocca l'attivita' cellulare inibendo la replicazione virale; inoltre provoca distruzione cellulare per necrosi o apoptosi. Il sistema immunitario viene attivato: infatti la flogosi indotta dalla TFD favorisce l'azione delle citochine capaci di immunomodulare l'attacco alle particelle virali. Infine i processi di degenerazione microvasale determinati dal processo fotodinamico contribuiscono alla distruzione delle lesioni. A partire dagli anni '90 molteplici studi clinici hanno evidenziato l'efficacia Fig 1. Verruche plantari multiple in un bambino prima e dopo trattamento con TFD della TFD su verruche cutanee e piane con risultati sempre piu' soddisfacenti e senza esiti cicatriziali. Una condizione essenziale per il successo del trattamento e' la cheratolisi preliminare delle lesioni in modo da consentire al fotosensibilizzante e alla luce di raggiungere i cheratinociti infetti localizzati entro lo strato granuloso. Nel trattamento delle verruche genitali la TFD ha consentito l'eliminazione di lesioni multiple senza recidive: grazie alla messa a punto di una sorgente luminosa endocavitaria con emissione nella banda dei 630 nm (Fig.1) e' stato possibile trattare con successo la condilomatosi vaginale e rettale. La valenza della TFD nelle lesioni cervicali (CIN) e' stata ben documentata da Bodner et al. Fig 2. Condilomi vulvari e perianali prima e dopo trattamento con TFD Fig 3. Sonda intracavitaria a LED (PDT-CLD 100, EPEM) per la ginecologia e la proctologia Sono state arruolate 22 pazienti che erano state sottoposte a pap-test e a biopsia cervicale (CIN II in tutte le pazienti). Dopo 12 mesi l'HPV risultava eradicato nel 91% dei casi dopo TFD senza alcun effetto collaterale; considerando che non vi sono differenze significative nell'eradicazione della malattia con LEEP (Loop Electrosurgical Excision Procedure) e TFD, quest'ultima e' vantaggiosa in quanto non provoca distruzione di stroma cervicale evitando cosi' il rischio di incontinenza cervico-istmica nelle gravidanze successive. Vi sono alcune situazioni che rappresentano i punti di forza della TFD nelle lesioni da HPV: in caso di lesioni multiple o molto estese, resistenti ai consueti trattamenti, localizzate in sedi problematiche o esteticamente rilevanti; nei bambini o in soggetti psicologicamente labili, nei pazienti immunocompromessi (trapiantati, HIV/AIDS…) (Figg 2 e 3). Inoltre la TFD non presenta particolari controindicazioni o effetti collaterali sia nel corso del trattamento, che nei giorni successivi. Confrontata con le metodiche tradizionali, la TFD costituisce un approccio terapeutico vantaggioso ed efficace per il trattamento delle affezioni da HPV grazie alle sue attivita' citotossica selettiva, antivirale e immunomodulante. Infatti non solo e' in grado di distruggere selettivamente e senza esiti cicatriziali le cellule infette, ma unisce la capacita' di inattivare i virus a quella di stimolare la risposta immunitaria dell'organismo ospite. Inoltre e' efficace anche nella fase latente e subclinica della infezione da HPV, allorche' la cute e' ancora clinicamente indenne anche se gia' contagiata, realizzando in questo modo la bonifica di tutta la zona trattata e quindi la prevenzione delle recidive. In ginecologia la TFD rappresenta anche un importante strumento di prevenzione tumorale grazie alla possibilita' di eliminare i virus oncogeni sia nella zona in cui sono presenti le lesioni sia nelle zone limitrofe, dove spesso il virus continua a persi stere determinando la ricomparsa della malattia. Da “La pelle” Anno 15 Novembre-Dicembre (11) 2010