CP_64 IT_OSS-Europa - EESC European Economic and Social

COMUNICATO STAMPA N. 64/2015
16 novembre 2015
Sviluppo sostenibile — Un'agenda di portata globale, ma anche europea
"Saranno i cittadini il vero motore degli obiettivi di sviluppo sostenibile",
è il messaggio del convegno congiunto CESE/UNEP/EEB
Comunicato stampa congiunto CESE-UNEP
Il primo passo è stato fatto — nel settembre 2015 i capi di Stato e di governo hanno
convenuto che l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è uno strumento che apre la
strada verso società più inclusive, prospere e sostenibili. La decisione è indice di una
maggiore maturità e di una più forte ambizione della comunità internazionale nel
promuovere nuovi modelli di prosperità più ecologica e inclusiva per tutti. È giunto il
momento che i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile vengano trasposti in politiche
pubbliche, sia comuni che di singoli Stati, adottate in tutti i paesi del mondo.
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) e il programma delle Nazioni Unite per
l’ambiente (UNEP) uniranno le loro forze per garantire il pieno coinvolgimento della
società civile nella realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Al fine di avviare una piattaforma di dialogo aperto e di agevolarne le attività, il CESE, l’UNEP e
l’Ufficio europeo per l’ambiente (European Environmental Bureau - EEB) hanno organizzato insieme
a Bruxelles un convegno di due giorni (12 e 13 novembre 2015) sul tema L'attuazione degli
obiettivi di sviluppo sostenibile in Europa, unitamente ai preparativi della seconda sessione
dell'Assemblea per l'ambiente delle Nazioni Unite (UNEA 2) nel 2016. Il messaggio lanciato dagli
oltre 220 partecipanti all'evento in rappresentanza di un ampio ventaglio di parti interessate è
chiarissimo: limitarsi alla gestione della normale amministrazione non può funzionare,
perché l'Agenda 2030 riguarda anche l'Europa e molto resta ancora da fare per realizzare
i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Occorre informare i cittadini, prestare loro ascolto,
coinvolgerli e includerli in ciascuna delle tappe necessarie lungo il percorso, poiché sono
loro, in definitiva, a tradurre gli obiettivi in realtà concreta. Le strategie e le azioni
devono essere decise ora.
"L’Unione europea, insieme a tutte le altre regioni del mondo, deve aderire all’Agenda 2030 e
considerarla un’occasione unica per ridurre drasticamente le disuguaglianze, eliminare la povertà,
diminuire o cancellare la propria impronta di carbonio e, al tempo stesso, per creare crescita e
nuovi posti di lavoro. Per questo si richiederanno sforzi comuni - anzi, di più: sarà necessaria una
nuova forma di governance nella quale la società civile abbia un ruolo propulsivo. Un simile
cambiamento sarà possibile soltanto con i cittadini", ha dichiarato risolutamente il Presidente del
CESE Georges Dassis nel suo intervento di apertura.
"La posta in gioco è alta e non sarà semplice armonizzare, sincronizzare e accelerare gli sforzi di
7 miliardi, tra non molto di 10 miliardi, di abitanti del pianeta in direzione di un’economia a
emissioni di carbonio ridotte o pari a zero. Ma ogni sfida nasconde anche un'opportunità. Questa
che abbiamo di fronte è un’opportunità straordinaria non solo di trasformazione economica, ma
anche di formazione del consenso sul piano geopolitico", ha affermato in un messaggio video il
direttore esecutivo dell’UNEP Achim Steiner.
L'annuncio di un'iniziativa della Commissione sulle "Prossime tappe per un futuro europeo
sostenibile", che dovrebbe essere pubblicata nel corso del 2016, ha suscitato grandi aspettative tra
i soggetti interessati economici, sociali e ambientali che hanno preso parte al convegno, i quali
hanno chiaramente affermato che l’UE deve dare la sua piena adesione all'Agenda 2030.
Rue Belliard/Belliardstraat 99 – 1040 Bruxelles/Brussel – BELGIQUE/BELGIË
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"La Commissione e il Consiglio hanno il dovere di proporre quanto prima una tabella di marcia per
una strategia europea all'orizzonte 2030, corredata di un piano d’azione dettagliato che ponga gli
Stati e i governi di fronte alle loro responsabilità. Il CESE e la società civile in generale sono pronti
a dare il loro aiuto in tutti i settori di loro competenza": questa l'esortazione di Brenda King,
presidente dell'Osservatorio dello sviluppo sostenibile (OSS) del CESE.
La presidente King ha proposto di creare un forum della società civile europea composto di
rappresentanti delle imprese, dei sindacati, degli agricoltori e delle ONG, incentrato sullo sviluppo e
sulla protezione sociale, ambientale e dei consumatori: il forum sarebbe quindi uno strumento per
dare voce alla società civile e conferirle un ruolo ben preciso nell'elaborazione delle tabelle di
marcia per l'attuazione e la verifica dei progressi compiuti1. Il convegno ha dato un promettente
segnale di avvio di questo impegno comune volto a modificare radicalmente le nostre economie, le
nostre società e anche il nostro modo di pensare.
I principali gruppi e parti interessate di tutta Europa hanno poi preso delle decisioni in merito ai
preparativi della seconda sessione dell'Assemblea per l'ambiente delle Nazioni Unite (UNEA 2), che
si terrà nel maggio del 2016 e sarà consacrata al tema "Realizzare la dimensione ambientale
dell'agenda di sviluppo per il periodo successivo al 2015". Tali principali gruppi e parti interessate e
le loro reti presenti all'incontro hanno dibattuto e formulato una serie di raccomandazioni in merito
alla revisione della politica ministeriale dell'Assemblea per l'ambiente delle Nazioni Unite sul tema
"Ambiente sano - Popolazione sana" e sul simposio dedicato a "Mobilitare risorse per investimenti
sostenibili". Hanno inoltre condiviso le loro riflessioni su come l'UNEA possa fornire sostegno al
quadro di revisione dell’agenda di sviluppo post-2015. Jan Dusík, direttore regionale dell’UNEP per
l’Europa ed ex ministro dell’Ambiente della Repubblica ceca, ha messo l'accento sul ruolo
importante dell'Assemblea per l'ambiente delle Nazioni Unite nel conseguimento degli obiettivi di
sviluppo sostenibile e ha sottolineato l'impegno dell'UNEP nell'aprire le porte ad un maggiore
coinvolgimento delle parti interessate. Dusík ha invitato i principali gruppi e parti interessate a
servirsi di myUNEA.org, uno strumento online varato di recente, per partecipare e contribuire
attivamente alle discussioni online onde raccogliere un ventaglio di idee e soggetti diversi in vista
dell'UNEA 2.
Per saperne di più sugli interventi, le proposte e i documenti di base del convegno, potete
consultare il sito web del CESE.
Per maggiori informazioni, rivolgersi a:
Silvia Aumair
E-mail: [email protected]
Tel. +32 25468141
@EESC_PRESS
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Il Comitato economico e sociale europeo rappresenta le diverse componenti economiche e sociali della società
civile organizzata. Esso è un organo istituzionale consultivo, istituito dal Trattato di Roma nel 1957. La funzione
consultiva del Comitato permette ai suoi membri, e quindi alle organizzazioni che essi rappresentano, di
partecipare al processo decisionale dell'Unione. Il Comitato si compone di 350 membri, provenienti da tutta
l'UE, nominati dal Consiglio dell'Unione europea.
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1
http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.publications.36851
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