Pedagogia attiva e non direttiva L’attivismo pedagogico è una corrente di pensiero nata alla fine del XIX secolo. Tra gli esponenti più celebri John Dewey e Maria Montessori. La pedagogia attiva vede il bambino come il protagonista attivo del processo educativo e non come ricevente passivo dell’azione dell’adulto. Permettere al bambino di vivere attivamente la propria crescita significa trasformare i contesti educativi e scolastici a sua misura, quindi: preparare un ambiente che consente l’azione diretta del bambino l’azione del bambino non viene concepita come disturbo dell’adulto, bensì come attività d’indagine e di apprendimento, anche se dall’esterno potrebbe sembrare meramente un gioco il gioco del bambino è in realtà indagine e scoperta della realtà che il bambino conduce al pari di un piccolo scienziato, dalla formulazione di ipotesi fino alla loro verifica. In quanto tale dunque, tutta l’attività del bambino va rispettata attentamente e aiutata l’azione diretta sulla realtà è vista come bisogno evolutivo del bambino. Muovere le mani permettere di crescere e maturare. La mano è l’organo dell’intelligenza dirà Maria Montessori. Quindi basta bambini azzittiti e immobilizzati dall’educazione vecchio stampo, e si al bambino che si muove liberamente nell’ambiente, toccando, assaporando, annusando, trasformando le cose L’attivismo pedagogico origina anche dalla ricerca psicologica, la quale scopre nell’infanzia il periodo formante dell’uomo; periodo delicato che, se traumatico, può generare disturbi indelebili nella vita adulta. Da qui l’importanza di permettere all’infanzia di svolgersi secondo le sue leggi e la sua misura, senza essere sopraffatta dalla statura e dalla forza dell’adulto. Dalla concezione attiva dell’educazione deriva una nuova concezione di scuola: una scuola non convenzionale, non impostata sul nozionismo e sull’ascolto passivo degli insegnanti, bensì eretta sugli interessi dei discenti. In altre parole, una scuola secondo la psicologia dell’alunno e non del maestro. Nella scuola attiva: il fulcro è il bambino, che non è spinto a diventare adulto il prima possibile, ma è rispettato nella sua dimensione infantile l’insegnante non è più visto come la persona che deve trasmettere delle conoscenze, quanto la guida nel processo di scoperta del fanciullo, un facilitatore a seconda degli interessi e dei bisogni del bambino, l’educatore personalizza il suo insegnamento la scuola non è separata della vita, ma servire per la vita l’apprendimento passa attraverso l’esperienza pratica, la comprensione dei concetti avviene attraverso l’azione e la percezione del mondo. La pedagogia non direttiva, di cui il maggior esponente è stato Alexander S. Neill, crede che non sia necessario che l’educatore diriga la crescita del bambino. Questa visione pedagogica si fonda su una grande fiducia sulle forze interiori che sostengono dall’interno la crescita dell’uomo. Questa crescita è sempre positiva, secondo questa visione. Se l’adulto interferisce immettendo nella vita infantile divieti e punizioni, e quindi paura e senso di colpa, la crescita del bambino ne risulterà deviata, deformata. Da qui la necessità di sostenere l’autoregolazione e la libera scelta del bambino nel percorso educativo. Nella scuola non direttiva: le attività sono facoltative i bambini autogestiscono la vita della scuola decidendo attraverso delle assemblee le regole della vita comune gli insegnanti e i bambini vivono una relazione paritaria Da quando educatori come Maria Montessori e Alexander Neill sperimentavano i loro modelli di scuola è passato molto tempo. Eppure le questioni da loro sollevate e la provocazione che tuttora esercita la loro esperienza pedagogica sono attualissime. Da allora, molti sono stati i contributi a questo tipo di prospettiva educativa, molte le sperimentazioni educative e scolastiche, numerosi i tentativi di promuovere cambiamenti e metamorfosi in questo campo. Perché si avverte la necessità di un rinnovamento delle idee che stanno a monte dell’educazione e della nostra scuola, nonché della pratica pedagogica odierna. Tratto da: http://www.sloweducation.it/educare/pedagogia-attiva-e-pedagogia-nondirettiva