È un libro. Innegabilmente. Un libro illustrato, un libro per bambini, un libro di filastrocche, un libro fantastico, semplicemente un libro. Sono un libro. Gli Stranimali. Gli Stranimali sono un libro ma sono anche molto di più. Dodici animali di fantasia, ognuno con le proprie caratteristiche, le proprie peculiarità, i propri colori cangianti, il proprio nome anagrafico. I bambini sono curiosi, sono più curiosi dei gatti che osservano, affascinati, il cestello della lavatrice che gira, ignorandone la natura. I bambini esistono da così poco tempo che ogni giorno incrociano novità stupefacenti. Non è sempre importante, per loro, una spiegazione razionale di quello che accade; l’importanza è invece insita nella loro interpretazione delle cose, interpretazione che nasce dalle poche basi che sono in loro possesso, come il concetto di “essere” ed “avere”, di “muoversi”, di “fare”, ma anche di “sporcarsi” e di “colorare”. Amalgamando queste ed altre semplici nozioni, essi costruiscono il loro mondo personale. ‐ probabile che per i gatti la lavatrice, quand’è in funzione, faccia le fusa ­ Gli Stranimali vivono della stessa logica a‐razionale. Il loro mélange di forme e colori, riconducibili ad animali diversi e nello stesso tempo a nessun animale, fa parte di questa “logica”, così come le loro storie e le loro descrizioni. Non sono un “prodotto finito”, un libro soltanto da leggere: Gli Stranimali vorrebbero essere anche strumento, materiale per chissà quali storie, quali avventure, quali giochi; vogliono muoversi, conoscere, vivere nuove esperienze, evolversi per mano dei bambini, gli autori più liberi del mondo, gli unici in grado di stravolgere un andamento lineare senza alcuna necessità di giustificazione, gli unici in grado di esaurire una narrazione senza posporre ad essa conclusione alcuna. Gli Stranimali toccano tanti argomenti cari ai bambini, come la natura, i mutamenti, l’analisi delle cose, i vizi e le virtù, le apparenze e le relative smentite, la ricchezza del singolo, la varietà, senza tralasciare però aspetti più concreti ma altrettanto importanti come il cibo, il buio, la nanna, la pipì e la popò. Il bambino si identifica in essi poiché non sono né troppo bravi e buoni né troppo furbi e cattivi, sono “monelli in buona fede”, simpatici e molesti come i bambini veri. La struttura in rima del testo si presta ad una facile memorizzazione, componente che acquista importanza nel momento‐gioco della lettura in cui il bambino ascolta l’adulto ma si diverte anche, ogni tanto, ad anticiparlo, mostrando come “sa leggere bene” anche se, effettivamente, ripete le frasi che ricorda. L’utilizzo di vocaboli non forzatamente elementari e l’inserimento, a volte, di terminologie poco comuni ai bambini stimola il desiderio di conoscenza, creando inoltre un rapporto in cui l’adulto “sa e insegna” e quindi onora ed affascina il piccolo con la condivisione della sua cultura, oggetto di grande ammirazione da parte del bambino che si sente (ed è) ogni volta più ricco. Gli Stranimali vorrebbero essere un ponte tra il mondo dei grandi e quello dei piccoli, ponte grazie al quale l’adulto possa mettere in discussione la sua serietà e la sua autorevolezza senza temerne conseguenze negative, poiché è chiaramente, agli occhi del bambino, una concessione al gioco, che avvicina due età e due figure eccezionalmente intime ma necessariamente distanti. Gli Stranimali sono un regalo per tutti quegli umani più o meno grandi che si ritrovano, per amore, per caso o per amor del caso, un umano piccolo con cui passar del tempo. Testi e disegni de Gli Stranimali sono inventati, amati, creati e prodotti da LEALiCi ‐ www.lealici.it