• Maria Montessori 1870-1952) • Un percorso formativo inconsueto per le donne: dagli studi tecnici alla laurea in Medicina. • L’inserimento nei movimenti femministi. Partecipa ai Congressi di Berlino e di Londra (1899), dove denuncia le drammatiche condizioni dei bambini nelle solfatare, nonché la condizione iniqua delle maestre elementari. • L’orientamento sperimentale dei suoi studi in psichiatria. Il suo contributo alla Lega nazionale per la cura e l’educazione dei “deficienti”. • Il positivismo aveva legittimato con la scienza l’esistenza di un ordine gerarchico nella natura, nella società nella famiglia. Per Maria Montessori: potenzialità emancipativa della scienza che può modificare la realtà. • Approccio scientifico all’emarginato, al debole mentale. • i “deficienti”: non si tratta di individuare i “degenerati” per isolarli prima che possano recar danno alla società (C. Lombroso), ma occorre focalizzare la ricerca sul soggetto deviante durante l’infanzia, educandolo all’autonomia. • Incontro decisivo con gli scritti di Itard sul “selvaggio” dell’Aveyron e del suo continuatore Eduard Séguin (1812-1880), maestro elementare e medico, ritenuto il fondatore della pedagogia speciale, basata, scrive la Montessori, su un metodo incentrato sullo “studio individuale dell’allievo”. • materiale sensoriale autocorrettivo per distinguere suoni, forme, colori. • Congresso pedagogico del 1898: la Montessori dice che “la questione dei deficienti è prevalentemente pedagogica, anziché prevalentemente medica”. • 1898: Il ministro Baccelli affida alla Montessori la direzione della scuola magistrale ortofrenica, con annessa una sezione sperimentale con bambini anormali. • Le due inchieste del 1904 presso due scuole elementari di Roma: in controtendenza, rispetto all’antropologia del tempo, M. evidenzia il legame tra prestazioni intellettive e condizioni sociali e culturali di provenienza. Rileva che “gli intelligenti hanno una percentuale doppia nelle abitazioni sufficienti; i non intelligenti hanno una percentuale quadrupla nelle abitazioni sovraffollate”. • “la cosa ancor più grave – scrive- è che la scuola assuma una veste repressiva e mortificante nei confronti dei bambini più svantaggiati: “come in una gara tra paralitici ed agili corridori impone gli stessi traguardi e gli stessi premi e castighi, senza domandarsi di metterli nelle medesime condizioni di partenza. • Contro l’impostazione fisiologica della psicologia: ovvero l’applicazione allo studio della psiche i metodi delle scienze fisiologiche (Wundt). • M. Montessori sottopone a una critica rigorosa la pedagogia scientifica di stampo positivistico: la pedagogia scientifica non può ridursi a raccogliere dati descrittivi sugli scolari: “Abbiamo creduto che trasportando le pietre del duro e arido esperimento da gabinetto nella scuola antica e crollante, potessimo riedificarla” (1910). • Non bastano l’antropometria e la psicometria per la nuova pedagogia scientifica: rifiuto di una concezione naturalisticodeterministica:”Ogni ramo delle scienze sperimentali è sorto dall’applicazione di un metodo proprio, e pertanto il metodo della pedagogia sperimentale non potrà essere quello delle altre scienze sperimentali . • Secondo Montessori il centro della pedagogia scientifica deve essere il bambino e una scuola che consenta la libera espressione della sua personalità. • Centralità della libertà: “tutte le vittorie e tutto il progresso umano riposano sulla forza interiore”. • Analisi impietosa della struttura della scuola: “il principio di schiavitù informa tutta la scuola e la pedagogia”: la prova sta nella struttura fisica del banco scolastico . • “Non vale preparare un nuovo maestro se non si trasforma la scuola, una scuola ove i fanciulli sono soffocati nelle espressioni spontanee della loro personalità, come esseri morti, e fissi nel posto rispettivo, nel banco, come farfalle infilate in uno spillo, mentre dispiegano le ali del sapere aridamente acquisito” (1909). • “Dobbiamo preparare nei maestri più lo spirito che il meccanismo dello scienziato; cioè l’indirizzo di preparazione deve essere verso lo spirito, anziché verso il meccanismo”: il maestro non può essere distaccato in maniera oggettiva nel rapporto educativo. • Contro i premi e i castighi: “Il castigo comunemente inteso è sempre una repressione” (1904). • La libertà degli scolari consente lo svolgimento delle manifestazioni individuali del bambino: “nessuna guida, nessun maestro, potrebbe indovinare il bisogno intimo di ogni allievo e il tempo di maturazione a ciascuno necessario” (1904) • La carta biografica: a differenza di pagelle e registri che si limitano a constatare gli effetti, intende indagare le cause dei comportamenti e delle prestazioni. • Critica alla scuola del positivismo: non basta introdurre il canto, la ginnastica, il gioco, senza scalfire lo stato di dipendenza e di impersonale adattamento del bambino alla lezione del maestro. • Progettazione di un modello alternativo di scuola rispetto a quello tradizionale. • Il materiale strutturato autocorrettivo sperimentato con i bambini della scuola ortofrenica: favorire l’attenzione e la concentrazione di ciascuno (individualizzazione). Il problema precedente non prevedeva una proposta di individualizzazione • (Herbart e Positivisti): come mantenere l’attenzione della classe? La soluzione sta nell’insegnante. • La libera scelta: capacità di decidere in ogni momento • FINE