UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MESSINA Master in DIDATTICA E PSICOPEDAGOGIA PER I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO PEDAGOGIA SPECIALE (I PARTE) PROF.SSA EPASTO CONCETTA LE STRATEGIE EDUCATIVO-DIDATTICHE PER IL POTENZIAMENTO DEGLI APPRENDIMENTI Il Potenziamento Cognitivo va visto all'interno di una riflessione ampia ed articolata che riguarda e coinvolge diverse attitudini di pertinenza della sfera cognitiva, emozionale e comportamentale dell’alunno, circa le dinamiche relazionali con se stesso e con gli altri. Attraverso il Potenziamento Cognitivo, caratterizzato da un iter come scoperta o riscoperta di qualità latenti e/o manifeste, ci si propone di individuare, supportare, strutturare e/o ri-strutturare, valorizzando, potenziando o recuperando quel capitale di conoscenze e competenze che lo stesso discente andrà acquisendo lungo il corso del suo apprendimento. Il concetto di potenziamento affonda le radici nella letteratura sull'intelligenza potenziale. Esso ha due aspetti distinti: • il primo riguarda il fatto che i processi cognitivi e le strategie presenti nel repertorio cognitivo di una persona non sempre vengono utilizzati a pieno. Per cui valorizzare il potenziale, in questo senso, significa scoprire le «capacità interne», fornendo al soggetto la conoscenza delle azioni di collegamento funzionali necessarie per la congiunzione tra risorse interne ed esterne. ( Fabio e Peraboni, 1992; Fabio, 1990; 2003; Tzuriel, 2000). • Il secondo aspetto dell'apprendimento potenziale è la modificabilità. Attraverso l'influenza delle condizioni esterne, si evidenziano capacità che erano precedentemente inesistenti nel repertorio comportamentale del soggetto. I soggetti interessati e dunque i destinatari possono riguardare quella macro-area riconducibile ai Bisogni Educativi Speciali (BES) I soggetti con Bisogni Educativi Speciali (BES), sono tutti coloro che si trovano in situazione di difficoltà e che richiedono un intervento individualizzato o personalizzato a prescindere dalla “certificazione” (diagnosi medica o psicologica) Ricadono in tale casistica tutte le situazioni di difficoltà particolari che ostacolano l’alunno nell’apprendimento e nello sviluppo. Tali ostacoli possono essere di natura organica, biologica, familiare, sociale, ambientale e contestuale. Un alunno con B.E.S. può avere una lesione celebrale grave, o la sindrome di Down, o una lieve disfunzione celebrale e percettiva, o gravi conflitti familiari, o background sociale e culturale diverso o deprivato, ecc. Difficoltà che possono essere: • globali e pervasive (si pensi all’autismo) oppure specifiche (dislessia, discalculia, ecc.), settoriali (disturbi del linguaggio, disturbi psicologici dell’ansia); • gravi o leggeri • permanti o trasitori BES con Diagnosi Pscicologica e/o Medica Nelle situazioni che causano, direttamente o indirettamente, difficoltà, ostacoli o rallentamenti nei processi d’apprendimento possiamo riconoscere, tra le principali categorie diagnostiche: • Ritardo mentale • Disturbi dell’apprendimento • Disturbi del comportamento (Epasto C., 2000.) Caratteristiche fondamentali del ritardo mentale sono: • Funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media (test misurazione del Q.I.); • Significativa limitazione nel comportamento adattivo dell’individuo (autonomia personale e sociale). Il ritardo mentale può essere suddiviso in quattro sottotipi: • Il ritardo mentale lieve • Il ritardo mentale medio • Il ritardo mentale grave • Il ritardo mentale gravissimo Il ritardo mentale lieve: • Limitazioni sensoriali minime; • Discrete abilità sociali e di comunicazione con buona autonomie personali. Il ritardo mentale medio: • Difficoltà nei rapporti interpersonali; • Scarsa comprensione delle regole sociali; • Livello di autonomia limitata agli ambienti conosciuti e sotto supervisione. Il ritardo mentale grave: •Deficit motori di una certa gravità; •Significativa compromissione delle abilità comunicative; •Abilità di autonomie personali limitate. Il ritardo mentale gravissimo: • Gravi limitazioni nella mobilità e nell’autonomia personale; •Gravi limitazioni della comunicazione. Nei disturbi dell’apprendimento si possono riconoscere: • Disturbi di sviluppo della lettura (o disturbo specifico della lettura - dislessia) • Disturbi di sviluppo del calcolo (o disturbo specifico delle abilità matematiche discalculia) • Disturbi di sviluppo dell’espressione scritta (disgrafia) • Disturbi di sviluppo dell’articolazione della parola • Disturbi di sviluppo del linguaggio espressivo • Disturbi di sviluppo della comprensione del linguaggio • Disturbi di sviluppo della coordinazione (o disturbo evolutivo specifico della funzione motoria) LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA ALLEGATE AL DECRETO MINISTERIALE 12 LUGLIO 2011 I Disturbi Specifici di Apprendimento hanno una componente evolutiva che comporta la loro manifestazione come ritardo e/o atipia del processo di sviluppo, definito sulla base dell’età anagrafica e della media degli alunni o degli studenti presenti nella classe. LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA ALLEGATE AL DECRETO MINISTERIALE 12 LUGLIO 2011 Alcune ricerche hanno inoltre evidenziato che ai DSA si accompagnano stili di apprendimento e altre caratteristiche cognitive specifiche, che è importante riconoscere per la predisposizione di una didattica personalizzata efficace. LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA ALLEGATE AL DECRETO MINISTERIALE 12 LUGLIO 2011 Ciò assegna alla capacità di osservazione degli insegnanti un ruolo fondamentale, non solo nei primi segmenti dell’istruzione - scuola dell’infanzia e scuola primaria - per il riconoscimento di un potenziale disturbo specifico dell’apprendimento, ma anche in tutto il percorso scolastico, per individuare quelle caratteristiche cognitive su cui puntare per il raggiungimento del successo formativo. LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA ALLEGATE AL DECRETO MINISTERIALE 12 LUGLIO 2011 Per individuare un alunno con un potenziale Disturbo Specifico di Apprendimento, non necessariamente si deve ricorrere a strumenti appositi, ma può bastare, almeno in una prima fase, far riferimento all’osservazione delle prestazioni nei vari ambiti di apprendimento interessati dal disturbo: • lettura, • scrittura, • calcolo. LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA ALLEGATE AL DECRETO MINISTERIALE 12 LUGLIO 2011 Ad esempio, per ciò che riguarda la scrittura, è possibile osservare la presenza di errori ricorrenti, che possono apparire comuni ed essere frequenti in una fase di apprendimento o in una classe precedente, ma che si presentano a lungo ed in modo non occasionale. Nei ragazzi più grandi è possibile notare l’estrema difficoltà a controllare le regole ortografiche o la punteggiatura. Per quanto concerne la lettura, possono essere indicativi il permanere di una lettura sillabica ben oltre la metà della prima classe primaria; la tendenza a leggere la stessa parola in modi diversi nel medesimo brano; il perdere frequentemente il segno o la riga. LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA ALLEGATE AL DECRETO MINISTERIALE 12 LUGLIO 2011 Quando un docente osserva tali caratteristiche nelle prestazioni scolastiche di un alunno, predispone specifiche attività di recupero e potenziamento. Se, anche a seguito di tali interventi, l’atipia permane, sarà necessario comunicare alla famiglia quanto riscontrato, consigliandola di ricorrere ad uno specialista per accertare la presenza o meno di un disturbo specifico di apprendimento. Disturbi di sviluppo della lettura (o disturbo specifico della lettura) Capacità di apprendere la lettura significativamente inferiore rispetto alla scolarizzazione e all’età mentale. Interferisce negativamente con l’apprendimento scolastico e con le attività quotidiane che richiedono capacità di lettura. Capacità inferiore non imputabile ad altre con danni di tipo organico, ritardo mentale, inadeguata istruzione. Nei soggetti con tale disturbo si possono riscontrare difficoltà nel riconoscere e nel ricordare le lettere dell’alfabeto; difficoltà nell’analizzare e catalogare i suoni; difficoltà nella fusione di fonemi; omissioni, sostituzioni, distorsioni o addizioni di parole o parti di parole; false partenza; lunghe esitazioni o perdita di segno nel testo; inversioni di lettere o sillabe; difficoltà di riconoscimento della parola intera; difficoltà di lettura ad alta voce; difficoltà di comprensione del testo scritto. disturbi dovuti a difetti della percezione visiva; disturbi dovuti a difetti della percezione uditiva; disturbi dovuti a difettosa o incompleta lateralizzazione; disturbi dovuti a disorganizzazione neurologica (Delacato); disturbi dovuti a difettosa organizzazione spaziotemporale; disturbi di origine psicologica (B. Bettelheim); disturbi nella relazione interpersonale (B. Leddomade). DISLESSIA EVOLUTIVA Quando la difficoltà di apprendere la lettura e la scrittura scompare nel corso di uno o massimo due anni. DISLESSIA SPECIFICA Quando la difficoltà di apprendere la lettura e la scrittura permane oltre uno o due anni. Per diagnosticare una dislessia specifica è necessario che il mancato apprendimento non possa essere riferito a: Una carriera scolastica irregolare; Situazione di deprivazione socio-culturale; Disturbi del comportamento; Disturbi uditivi o visivi; Ritardi nello sviluppo del linguaggio Esame delle normali modalità con cui il bambino impara a leggere e a scrivere: Coordinazione psicomotoria; Normale lateralizzazione destra (dominanza emisfero sinistro); Progressiva acquisizione delle capacità di decifrazione delle singole lettere; Progressiva capacità di acquisizione simbolica del linguaggio; Capacità di strutturazione temporale (cioè delle sequenze temporali della lettura); Capacità di fissazione (attenzione volontaria). Esame del dislessico Anamnesi Osservazioni generali 1. Lettura 2. Bilinguismo 3. Scolarità (esame attento della carriera scolastica del soggetto) 4. Comportamento in classe (partecipazione, socializzazione, vivacità, distrazione, isolamento, ecc.) 5. Motricità 6. Sviluppo (capacità di coordinamento psicomotorio, maturazione dei processi cognitivi) 7. Esami già fatti (tipo: esame audiometrico – oculistico – psicologico – ecc.) 8. Caratteristiche ambiente familiare (presenza genitori, cura e affetto, gioco, livello culturale, ecc.) 9. Osservazioni sul comportamento del bambino in ambiente familiare, sociale ed extrascolastico in genere (socializzazione, protagonismo, isolamento, aggressività, ecc.) Le prove: Esame intellettivo (Q.I.) – Wisc – Terman – L’omino di Goudenough – La “signora” di Fay - ecc. Esame della lettura Esame della scrittura (dettato) Esame sensoriale (acuità: visiva – uditiva) Esame della percezione visiva e uditiva e dell’organizzazione spazio-temporale Esame della motricità: forza – rapidità – coordinazione Esame della lateralità Esame del linguaggio Test per la valutazione della dislessia Osservazioni generali: lettura Assume una posizione corretta? Si copre un occhio? Sottolinea col dito? Si giova della copertura delle linee sottostanti con un cartoncino? Pronuncia le parole di uso comune? Pronuncia male le parole sconosciute? Non riesce a leggere l’insieme di consonanti e vocali che non costituiscono una parola? Modifica il senso della frase? Ripete? Ha un ritmo lento? Ha un ritmo veloce? Non rispetta l’intonazione della frase? La voce è monotona, balbettante, discontinua? Il bambino esita e si autocorregge? Il bambino commette errori? Omette alcune parole? Inverte una o più sillabe? Inserisce parole? Sostituisce una lettera con un’altra che ha grafia simile (E, F)? Sostituisce una lettera con un’altra che ha grafia simile o speculare (b, d; p, q)? Sostituisce una lettera con un’altra che ha suono simile (t, d)? Sostituisce una parola con un’altra che ha caratteristiche simili (mela, moda)? Sostituisce una parola con un’altra che non ha alcun elemento visivo in comune? Non fonde i fonemi e pronuncia scorrettamente gn, gh, gl, ch? Sbaglia gli accenti? Sbaglia le lettere iniziali della parole? Sbaglia le lettere intermedie della parole? Sbaglia le lettere finali della parola Errori dovuti a Ignoranza di un suono: sc ch Soppressione di una lettera: apira per aspira tenendo per tendendo suola per scuola Confusione di suoni simili: p per q b per d m per n ch per cl gue Confusioni uditive fra consonanti forti e deboli, sorde e sonore: f e v t e d ce g pe b Errori nella lettura dei dittonghi: bei pronunciato bi fio pronunciato fi o fo viè pronunciato ve Inversioni: sapira per aspira pirgione per prigione rodato per dorato Confusioni uditive fra consonanti forti e deboli, sorde e sonore: f e v t e d ce g pe b Errori nella lettura dei dittonghi: bei pronunciato bi fio pronunciato fi o fo viè pronunciato ve Inversioni: sapira per aspira pirgione per prigione rodato per dorato Trasformazione di una parola: tenue legge ten e poi dà un finale a fantasia Scambia il tempo del verbo dal presente al futuro: si avvicinò al posto di si avvicina aspirò al posto di aspira PROVE DI LATERALITÀ DELLA MANO Arrotolare una cordicella intorno ad un rocchetto. Distribuire delle carte. Mettere delle palline in un recipiente. Infilare un ago. Accendere un fiammifero. Ricevere la palla e rimandarla con una mano. Ritagliare un cerchio (scala motoria di Ozeretski). Tapping – rapidamente tracciare dei punti su un foglio (s. m. di Ozeretski). Profilo – disegnare un uomo di profilo (profilo rivolto a sinistra – destrimane; profilo rivolto a destra – sinistrorso). Lateralità del piede Saltare a piede zoppo. Dare il calcio ad una palla. Scendere una scala con gli occhi bendati. Alzare la gamba per raggiungere la spalliera. Mettersi i pantaloni. Saltare a piede zoppo Si prende nota della gamba sulla quale il bambino preferisce saltare effettuando un percorso in linea retta. Scendere una scala con gli occhi bendati Scendere qualche scalino, senza tenersi, e cercando lo scalino con il piede. Mettersi i pantaloni Quale gamba entra per prima nei pantaloni. Prove della lateralità dell’occhio Guardare attraverso un cartoncino perforato. Osservare al microscopio monoculare. Visione attraverso i Coni di Miles. Mirare con una piccola pistola. Test di Bovet. Guardare attraverso un cartoncino perforato Cartone perforato tenuto dal bambino a braccia tese e guardando un oggetto lontano far avvicinare il cartone al viso. Osservare al microscopio monoculare Si fa chiudere un occhio con la mano e con l’altro si fa guardare al microscopio. Visione attraverso i Coni di Miles Si fa guardare una immagine attraverso il cono (dal lato più grande). Test di Bovet E’ un test per verificare la percezione visiva ( o test delle buone forme) testa di anatra : se guarda partendo da sinistra testa di coniglio: se guarda partendo da destra verifica la direzione dello sguardo. Lateralità dell’orecchio Portare un orologio all’orecchio. Portare una conchiglia all’orecchio. Portare l’orecchio ad una porta per ascoltare. Dopo una attenta anamnesi personale e familiare tendente ad accertare: eventuali casi di dislessia familiare; comportamento dei genitori nei riguardi del bambino; comportamento scolastico del bambino, ecc. si passa all’esame dei principali errori che l’alunno commette nella lettura. Il giorno del mio onomastico Oggi è festa a scuola. Fuori, spira un vento fioco che muove il glicine del giardino e fa cadere le foglioline colorate. Proprio oggi è il mio onomastico e mi piacerebbe ricevere come primo regalo un bel trenino dorato che ho visto nella vetrina di un negozio di giocattoli. Bei regali, fiori a mazzolini e l’abbraccio dei miei cari renderanno lieto questo giorno A sera, andrò a letto e nell’addormentarmi sentirò ancora la voce dei miei nonni, dei miei fratelli, dei miei cugini e di papà e mamma augurarmi felicità. Premessa indispensabile all’intervento educativo è quella di utilizzare procedimenti idonei che consentano al bambino di conseguire una lettura corretta, corrente, fluida e compresa. Senza tuttavia trascurare che gradualmente bisogna pervenire ad una lettura globale, automatizzata. Cioè che si abbandonino gradatamente quelle tecniche che si rendevano necessarie per procedere alla identificazione di una data lettera o di un gruppo di lettere. Prima fase dell’azione didattica. Obiettivi: far conseguire al soggetto una buona conoscenza del proprio corpo, attraverso addestramenti relativi alla definizione della propria destra e della propria sinistra; farlo pervenire alla conoscenza della posizione del proprio corpo in relazione allo spazio. Esercizi di guida all’orientamento dello sguardo e alla provenienza di un suono. Seconda fase dell’azione didattica. Obiettivi: far conseguire una normalizzazione delle percezioni spaziali e temporali. Far precisare al bambino il proprio orientamento in situazioni diverse e progressive (centramento e decentramento di sè rispetto all’ambiente) Terza fase dell’azione didattica. Obiettivi: far prendere coscienza del linguaggio nella forma orale e nella traduzione di questo nella forma scritta Disturbi di sviluppo del calcolo (discalculia) Capacità ridotta nell’apprendimento del calcolo in relazione alla scolarizzazione e all’età mentale. Interferisce negativamente con l’apprendimento scolastico e con le attività quotidiane che richiedono capacità di calcolo. Capacità inferiore non imputabile ad altre con danni di tipo organico, ritardo mentale, inadeguata istruzione. Le prestazioni aritmetiche di questi soggetti (addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione) risultano significativamente al di sotto del livello atteso rispetto all’età cronologica, all’intelligenza generale e alla classe frequentata. Disturbi di sviluppo dell’espressione scritta (disgrafia) Ridotta capacità di scrittura rispetto alla scolarizzazione e all’età mentale non imputabile a danni organici. Interferisce negativamente con l’apprendimento scolastico e con le attività quotidiane che richiedono la composizione di testi scritti. Altri disturbi non contemplati nella legge 170 Disturbi di sviluppo dell’articolazione della parola Caratterizzato da ridotta capacità di usare i suoni del discorso in modo appropriato rispetto all’età, non imputabile a disturbi generalizzati dello sviluppo, ritardo mentale o danni organici. Disturbi di sviluppo del linguaggio espressivo Caratterizzato da ridotta capacità del linguaggio espressivo (mentre la comprensione è nei limiti della norma) Interferisce negativamente con l’apprendimento scolastico e con le attività quotidiane che richiedono l’espressione del linguaggio verbale. Ridotte capacità non imputabili a disturbo generalizzato di sviluppo ne a danni organici. Altri disturbi non contemplati nella legge 170 Disturbi di sviluppo della comprensione del linguaggio Deficit nel linguaggio recettivo (incapacità di comprendere il linguaggio verbale). Interferisce negativamente con l’apprendimento scolastico e con le attività quotidiane che richiedono la comprensione del linguaggio verbale. Ridotte capacità non imputabili a disturbo generalizzato di sviluppo ne a danni organici. Disturbi di sviluppo della coordinazione (o disturbo evolutivo specifico della funzione motoria) Caratterizzato da capacità deficitarie rispetto all’età cronologica e alle capacità intellettive, nelle abilità che richiedono coordinazione motoria. Interferisce negativamente con l’apprendimento scolastico e con le attività quotidiane e non è imputabile a danno organico noto. Fine Prima parte