I Principi della Catalisi Catalisi Concetti di Base Dario Duca Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo Chimica Metallorganica e Catalisi, A.A. 2016 – 2017 Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Indice I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Catalysis: Concepts and Green Applications Lecture slides for Chapter 2: Homogeneous catalysis Most of the graphics here were drawn using PowerPoint and Chemdraw (version Ultra 9.0). Feel free to modify and/or add your own pyrotechnics. Please send any feedback to [email protected] Catalysis/ Rothenberg, ISBN 978-3-527-31824-7. Chimica Metallorganica e Catalisi www.catalysisbook.org Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Indice I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Introduzione Figure 2.1 I lo studio della catalisi è strettamente connesso all’analisi cinetica dei processi coinvolti; I con lo studio dei fenomeni catalitici si esplorano nuove vie per il raggiungimento dell’equilibrio chimico che caraterizza una data reazione: rappresentazione pittorica di un processo cinetico/catalitico Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Introduzione I i processi catalitici avvengono principalmente in reattori batch (e, limitandosi ad attività di laboratorio, semi-batch) – usati per piccole e medie linee di produzione (e.g. speciality chemicals, fine chemicals) e pharmaceuticals – e in reattori a flusso continuo (CSTR o CONTI) – usati in linee di produzione di massa (bulk chemistry ) –; I la distinzione fra i processi è importante dal punto di vista cinetico (ad es. i CSTR, quando a regime, lavorano sempre in una condizione di pseudo-steady-state); I sebbene incontreremo qualche esempio riguardante i CSTR, ci occuperemo, quasi esclusivamente, di sistemi batch – incidentalmente, anche più semplici da trattare – Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Termini e Concetti d’Uso in Catalisi I per un processo: A −−→ B, la conversione di A (A conversion: χA ) è il numero di molecole di A trasformate in un dato tempo; I il rendimento in B (B yeld) è il numero di molecole di B prodotte nello stesso tempo; I la velocità di reazione (reaction rate: ν) è: ν = − d[A] dt = d[B] dt ? si noti che con il termine [X ], di seguito, si indicherà anche la pressione parziale di una specie gassosa X Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Termini e Concetti d’Uso in Catalisi I la legge di velocità (rate law) è: ν = −rA = rB = k [A] I per un generico processo: A + 2 B −−→ 3 C + D, la velocità può essere espressa come: 1 d[B] ν = − d[A] dt = − 2 dt = 1 d[C] 3 dt = d[D] dt I k dipende dalla temperatura ma anche dalla pressione e da altri parametri: Ea k = Aexp(− RT ) equazione di Arrhenius I k all’incirca raddoppia per un incremento di T di ∼10 ◦ C; I il parametro pre-esponenziale, A, non ha un significato fisico ben delineato ha le dimensioni di k e ha valori compresi fra 1010 e 1015 ; I quando Ea < 20kJ/mol il processo si dice “a regime diffusivo” (diffusion controlled) per Ea > 20kJ/mol “a regime chimico” (chemically controlled) Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Termini e Concetti d’Uso in Catalisi I l’equazione di Eyring: k= KB T −∆G# h exp( RT ) I è basata sulla teoria dello stato di transizione ed ha quindi un carattere più astratto; I considerando la relazione ∆G# = ∆H # − T ∆S # : ∆H # ∆S # RT + R I si possono ricavare entalpia ed entropia di attivazione ln Tk = ln KhB − Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Termini e Concetti d’Uso in Catalisi I data l’equazione della velocità −rA = k [A]α [B]β , l’ordine di reazione del processo corrispondente è n = α + β; I ad es. per il processo NO + O3 −−→ NO2 + O2 : −rNO = k [NO][O3 ] con n = 2; I mentre, per il processo CO + Cl2 −−→ COCl2 : 3 −rCO = k [CO][Cl2 ] 2 con n = 5 2 I la prima, al contrario della seconda, è una trasformazione molecolare Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Termini e Concetti d’Uso in Catalisi Figure 2.2 I i rate-determining step di una reazione sono i processi elementari/molecolari che determinano la legge di velocità della reazione (considerata nel suo complesso): Ph H H Δ Ph (E)-stilbene + H H Ph Ph (Z)-stilbene Δ F B F + F– + CH4 F F– CH4 F B F F F F B F + CH4 F I la molecolarità conta il numero di specie coinvolte in uno step elementare; I la molecolarità corrisponde all’ordine di reazione del processo molecolare; I nella figura sono mostrati processi elementari con diversa molecolarità Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi TerminiFigure e Concetti d’Uso in Catalisi 2.3 I un processo (ciclo) catalitico è spesso formato da diversi step di reazione ciascuno formato da reagenti e prodotti – questi ultimi possono a loro volta fungere da intermedi catalitici –: ArX Ligands PdII Ar R X L L Pd0 L ligand dissociation L L L Pd0 L catalyst precursor (precatalyst) catalytic intermediates R Ligands BH + X– PdII X Ligands Base II Pd Ar H X R Ar cross-coupling di Heck I lo studio delle specie coinvolte nei cicli catalitici (condotto per es. con metodi cromatografici e/o spettroscopici) permette di definire i valori di attività e selettività catalitica Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Figure 2.4 Termini e Concetti d’Uso in Catalisi I dallo studio sperimentale delle specie coinvolte si può risalire alla definizione del profilo di reazione: 1 0.9 Concentration 0.8 [A] 0.7 [B] 0.6 0.5 0.4 [C] 0.3 0.2 0.1 0 5 10 15 20 25 30 Time (minutes) 35 40 45 I questo può essere riprodotto mediante ipotesi meccanicistiche: nel caso illustrato, ad esempio, considerando due reazioni consecutive del primo ordine, i.e. A −−→ B −−→ C Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Figure 2.5 Termini e Concetti d’Uso in Catalisi I è interessante studiare i processi catalitici, seguendo i corrispondenti profili energetici rispetto a date coordinate di reazione, diagrammi E vs. ξ: transition states first Intermediate Energy second Intermediate Products, catalyst Reactants, catalyst Reaction coordinate I • • • questi permettono di ricavare informazioni: sulla corretta sequenza degli step implicati; sull’attività e selettività nei processi coinvolti; sui rapporti attività-struttura delle specie implicate Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Figure 2.6 Termini e Concetti d’Uso in Catalisi I va precisato che i massimi dei grafici E vs. ξ, sono in effetti punti di sella: Energy Products, catalyst Reactants, catalyst transition state I i grafici E vs. ξ sono infatti sezioni di grafici più complessi, definiti lungo uno dei possibili gradi di libertà caratterizzanti il sistema studiato Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Reazioni d’Ordine 0 I per una data reazione A −−→ B può accadere che la legge di velocità sia: − d[A] dt = k I in questo caso la reazione è di ordine 0; conseguentemente: [A] = C − kt I se [A] = [A]0 a t = 0: [A] = [A]0 − kt I dalla quale è facilmente ricavabile k attraverso misure di concentrazione in funzione del tempo Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Reazioni del Primo Ordine I data la reazione A −−→ B + C con [A] = [A]0 e [B] = [C] = 0 a t = 0 e [A] = (a − x) e [B] = [C] = x a t 6= 0 : dx dt = k (a − x) e: −ln(a − x) = kt + C I poiché x = 0 a t = 0: a ) = kt ln( a−x ossia: −ln(1 − χA ) = kt e: τ1 = 2 Chimica Metallorganica e Catalisi ln(2) k Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Reazioni del Secondo Ordine I data la reazione A + B −−→ C con [A] = [A]0 , [B] = [B]0 e [C] = 0 a t = 0 e [A] = (a − x), [B] = (b − x) e [C] = x a t 6= 0 : dx dt = k (a − x)(b − x) e: 1 a−x − a−b ln b−x = kt I analogamente per la reazione 2 A −−→ C, in condizioni analoghe a quelle di sopra: dx 2 dt = k (a − x) e: 1 1 x a−x − a = a(a−x) = kt con: 1 τ 1 = k [A] 0 2 dove τ 1 dipende da [A]0 2 Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Considerazioni sugli Ordini di Reazione I si noti che confrontare k relative a reazioni con ordini di reazione diversi non ha alcun significato (date le diverse dimensioni delle k); I analogamente i due processi A + B −−→ C e A + B + χ −−→ C + χ non possono essere confrontate (relativamente alle loro k) infatti ν = knc [A][B] e ν = kc [A][B][χ]; I un parametro più coerente nella valutazione degli effetti catalitici è il tempo di dimezzamento (valutato ad un dato tempo, ad es. a t = 0); I a questo proposito è interessante osservare che τ 1 può variare in una reazione 2 (catalizzata o non catalizzata) anche di 17 ordini di grandezza: da 7.8 · 106 /y a 0.02/s (decarbossilazione dell’acido orotico in assenza o in presenza dell’orotidina 5’-fosfato decarbossilasi) Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Cinetica Langmuir-Hinshelwood Figure 2.7 I nella cinetica Langmuir-Hinshelwood (LH), i reagenti vengono prima assorbiti sul catalizzatore (eterogeneo) quindi reagiscono e infine le specie prodotte desorbono: substrate active site catalyst support adsorption catalyst support product reaction desorption catalyst support catalyst support I il meccanismo Eley-Rideal è alternativo (complementare) a quello LH ma è tuttavia meno euristico di quest’ultimo; I il meccanismo LH sebbene sviluppato per studiare fenomeni di catalisi eterogenea può essere applicato allo studio della catalisi omogenea e della bio-catalisi Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Figure 2.8 Cinetica Langmuir-Hinshelwood I l’isomerizzazione del 2-metil-pentano (A) a iso-ottano (B) è governata da un meccanismo LH: k1 −− A+∗) −* − − A∗ k1 adsorption A occupied site, fraction θA k–1 2-methylheptane A k–1 k2 −− A∗ ) −* − − B∗ k–2 k3 unoccupied site, fraction θ# k–2 − B∗ − ) −* − −B+∗ B k–3 ν1 = k1 [A]θ∗ − k−1 θA ν2 = k2 θA − k−2 θB ν3 = k3 θB − k−3 [B]θ∗ Chimica Metallorganica e Catalisi surface k2 reaction k–3 iso-octane B desorption k3 occupied site, fraction θB Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Cinetica Langmuir-Hinshelwood se ν1 = ν3 = 0: k1 −− A+∗) −* − − A∗ k–1 k2 ν1 = k1 [A]θ∗ − k−1 θA −− A∗ ) −* − − B∗ ν2 = k2 θA − k−2 θB −− B∗ ) −* − −B+∗ ν3 = k3 θB − k−3 [B]θ∗ k–2 k3 k–3 θA = k1 [A]θ∗ = kA [A]θ∗ k−1 θB = k−3 [B]θ∗ = kB [B]θ∗ k3 e: nota: se θA e θB sono costanti: − d[A] dt =k modello LHHW ν2 = ν = k2 kA [A]θ∗ − k−2 kB [B]θ∗ = θ∗ (k2 kA [A] − k−2 kB [B]) da cui si vede che ν è proporzionale a θ∗ Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Cinetica Langmuir-Hinshelwood poiché: θA + θB + θ∗ = 1 = θ∗ + kA [A]θ∗ + kB [B]θ∗ k 1 − A+∗− ) −* − − A∗ k–1 k2 ν1 = k1 [A]θ∗ − k−1 θA −− A∗ ) −* − − B∗ ν2 = k2 θA − k−2 θB −− B∗ ) −* − −B+∗ ν3 = k3 θB − k−3 [B]θ∗ k–2 k3 k–3 ovvero: θ∗ = 1 1 + kA [A] + kB [B] se ν1 = ν3 = 0, con ν = ν2 : nota: se θA e θB sono costanti: d[A] − dt =k modello LHHW ν = (K2 KA [A] − K−2 KB [B])θ∗ cioè: ν= Chimica Metallorganica e Catalisi K2 KA [A] − K−2 KB [B] 1 + kA [A] + kB [B] Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Figure 2.9 Cinetica Chimica e Catalisi Approssimazione Steady-State I l’approssimazione steady-state: Concentration 1/v 1/vmax Km/vmax 1/Km steady-state region Time 1/[S] I è particolarmente utile ed applicabile anche a sistemi industriali che coinvolgono plug-flow-reactor (PFR) e CSTR; I per una data specie X allo steady-state varrà: d[X ] =0 dt Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Approssimazione Steady-State I ritornando al caso dell’isomerizzazione del 2-metil-pentano: dθA =0 dt k1 [A]θ∗ − k−1 θA − k2 θA + k−2 θB = 0 θA = k1 [A]θ∗ + k−2 θB k−1 + k2 dθB =0 dt k2 θA − k−2 θB − k3 θB + k−3 [B]θ∗ = 0 θB = k2 θA + k−3 [B]θ∗ k−2 + k3 dθ∗ =0 dt −k1 [A]θ∗ + k−1 θA + k3 θB − k−3 [B]θ∗ = 0 Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Cinetica Michaelis-Menten I il meccanismo di Michaelis-Menten (M-M) è stato introdotto per razionalizzare l’inversione enzimatica degli zuccheri: k1 −− E+S) −* − − ES k–1 k ES −−2→ E + P I se a t = 0 la concentrazione dell’enzima è [E]0 , ad un generico tempo t sarà: [E]0 = [E] + [ES] I da cui si può ricavare che la concentrazione iniziale di enzima influenza sempre la velocità di reazione, infatti: d[P] = k2 [ES] dt d[ES] = k1 [E][S] − k−1 [ES] − k2 [ES] dt Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Cinetica Michaelis-Menten I se la concentrazione dell’addotto substrato/enzima è all’equilibrio: d[ES] =0 dt k1 [E][S] [ES] = k−1 + k2 k−1 + k2 [E][S] = = kM [ES] k1 I inoltre: [S]tot = [S] + [ES] ma [E]0 [S]0 quindi: [S]tot ' [S] I ed ancora, poiché: [E]0 = [E] + [ES] = [ES] kM + [ES] [S] I allora: [ES] = Chimica Metallorganica e Catalisi [E]0 [S] d[P] d[P] [E]0 [S] ma = k2 [ES] quindi = k2 kM + [S] dt dt kM + [S] Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Cinetica Michaelis-Menten I a regime di “cinetica di saturazione”, i.e. [S] kM , si ha la velocità massima: k2 [E]0 = νmax I al contrario per kM [S]: ν= k2 [E]0 [S] kM I k2 /kM è la costante di specificità dell’enzima; I k2 /kM può essere usato per valutare il comportamento di un enzima rispetto a due substrati diversi o per valutare il comportamento di due enzimi diversi rispetto ad uno stesso substrato; I K2 è talvolta rappresentato come costante catalitica, kcat , e viene messo in rapporto al TOF dei processi catalitici eterogenei: d[P] = k2 [ES]dt Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Cinetica Michaelis-Menten I il plot di Eadie-Hofstee: ν = −kM .9 ν + νmax [S] I o quello di Linewear-Burk: kM 1 1 1 = + ν νmax [S] νmax permettono di ottenere i parametri kM e νmax : Concentration 1/v 1/vmax steady-state region Time Chimica Metallorganica e Catalisi Km/vmax 1/Km 1/[S] Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Reazioni Consecutive del Primo Ordine k1 k I considerato un processo consecutivo A −− → B −−2→ C – caratterizzato da step del primo ordine –, se A è l’unica specie all’inizio della trasformazione con concentrazione [A]0 si può ricavare: [A] = [A]0 exp(−k1 t) k1 [B] = [A]0 [exp(−k1 t) − exp(−k2 t)] k2 − k1 [A]0 [C] = [−k2 exp(−k1 t) + k1 exp(−k2 t)] + [A]0 k2 − k1 I chiaramente non esiste una soluzione analitica di questo sistema; I se k1 k2 o k1 k2 la soluzione del sistema delle equazioni cinetiche corrispondenti si riduce alla soluzione di una reazione del primo ordine Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Reazioni Parallele del Primo Ordine I per un processo parallelo: k A −−1→ B k A −−2→ C I per [A] = [A]0 e [B]0 = [C]0 = 0 a t = 0, si può ricavare: d[B] = k1 {[A]0 − [B] − [C]} dt d[C] = k2 {[A]0 − [B] − [C]} dt I dalle quali abbiamo: [A] = [A]0 exp [−(k1 + k2 )t] k1 [B] = [A]0 {1 − exp[−(k1 + k2 )]t} k1 + k2 k2 [C] = [A]0 {1 − exp[−(k1 + k2 )]t} k2 − k1 Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Figure 2.10 2 C Energy I la selettività è data dal rapporto k1 /k2 ; I nel caso di sinistra il sistema può essere generalmente studiato in quanto il rate-determining-step coincide con una delle due reazioniparallele: −Ea1 +Ea2 −Ea1 +Ea2 k1 A = A1 exp ' exp k RT RT Chimica Metallorganica e Catalisi C B 2 I per il caso a destra si ha la complicazione che il rate-determining-step non coincide con il processo parallelo (ed A è anche un intermedio di reazione) Energy Reazioni Parallele del Primo Ordine B A A Reaction coordinate Reaction coordinate Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo Catalysis/ Rothenberg, ISBN 978-3-527-31824-7. www.ca I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Pre-Equilibrio, Catalyst-Reservoir /Precursori Catalitici Figure 2.11 I talvolta il catalizzatore è formato a partire da un precursore catalitico (in equilibrio con la fase catalitica) che funziona da catalyst-reservoir ; I questa condizione è detta di pre-equilibrio: 0.25 induction period Substrate concentration /M 0.20 ratedetermining step (1st order) 0.15 catalyst precursor active catalyst catalytic intermediates 0.10 0.05 0 10 20 30 40 50 60 Time /min I questa fase, stabilito il regime catalitico, è mascherata dal processo principale Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Pre-Equilibrio, Catalyst-Reservoir /Precursori Catalitici I un esempio è rappresentato da processi catalitici che coinvolgono pre-equilibri dimero-monomero che generano il catalizzatore in situ: Figure 2.12 k1 k Q + S −−2→ Q + P −− D) −* − − 2Q k–1 I in particolare si può considerare il processo: MeO OMe MeO OMe R CN t-Bu O O N base t-Bu P Br Pd Pd Br t-Bu O O k1 k–1 N P O O P N Pd Br t-Bu NC NC MeO OMe ArX product + HX I dove si realizza il pre-equilibrio dimero-monomero caratteristico del ciclo catalitico di Heck: accopiamento del p-bromo-cianobenzene e n-butil-acrilato Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Indice I Principi della Catalisi Cinetica Chimica e Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Metodi Cinetici della Catalisi I lo studio cinetico in catalisi ha molteplici finalità – la fondamentale è comunque quella di determinare il meccanismo di reazione e conseguentemente di ottimizzare catalizzatore e processo catalitico –; I esistono diverse metodiche per arrivare a conclusioni euristiche nello studio cinetico, le due più importanti riguardano lo studio: • della velocità iniziale della reazione; • degli effetti della variazione delle concentrazioni delle diverse specie coinvolte; I per il semplice esempio molecolare A + B −−→ C: ν = k [A]α [B]β , attraverso la variazione delle concentrazioni iniziali ricavabili dalla tabella: I si può, per esempio, ricavare: ν = k [A]0 [B]1 con: k = ν0 /[B]0 = 0.0324/2.00 M · min−1 /M = 0.0162 min−1 Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Metodi Cinetici della Catalisi I un altro esempio che illustra l’uso della variazione delle concentrazioni riguarda l’ipotesi che un processo catalitico possa coinvolgere la dissociazione di una −− * specie L da un precursore catalitico per formare il catalizzatore: Lχ ) − − χ + L: • una conferma all’ipotesi si può avere variando la concentrazione della specie che si suppone venga liberata dal precursore; I è anche possibile creare condizioni di un dato pseudo-ordine variando la k concentrazione delle specie coinvolte, ad es. per A + B −−→ C: ν = k [A]α [B]β ma per [B] [A]: ν ' k ∗ [A]α I NOTA: quest’approccio – che permette di isolare il contributo di singole specie (una alla volta) – è condizionato dal metodo analitico impiegato Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Metodi Cinetici della Catalisi I gli studi cinetici sono – in effetti sempre – condizionati dalle nostre disponibilità e capacità analitiche, in particolare, dipendendo: • dalla nostra capacità di distinguere fra le specie; • dai limiti di rilevazione e dai modelli cinetici scelti; • dalla possibilità d’uso di strumenti simulativi e di calcolo; Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Figure 2.13 Metodi Cinetici della Catalisi I un contributo agli studi cinetici è anche dato dalla possibilità di analizzare i processi catalitici in condizioni stechiometriche: Ph P Ni Ph Ph Ph O Ph + CH2=CH2 PPh3 70 ºC P Ph CH=CH2 Ni H + PPh3 + Ph O proposed intermediate (unstable compound) Ph F3C F3C P Ph Ni O Ph H + CH2=CH2 PCy3 F3C F3C P Ph Ni O CH2CH3 PCy3 analogous intermediate (stable compound) I la seconda reazione (stechiometrica) mostra la possibile esistenza dell’intermedio (P – O)-nichel-idrurico e il suo ruolo nello schema SHOP (shell higher olefins process) che può essere collegato ad un’inserzione 1,2 dell’etilene sul complesso del Ni (nota: Cy è il ciclo-esile) Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Metodi Cinetici della Catalisi gure 2.14 I il processo Wacker (ossidazione di olefine ad aldeidi) è dato dalla combinazione di due processi stechiometrici nei quali il Pd(II) viene prima ridotto a Pd(0) e quindi riossidato a Pd(II) da CuCl2 : Cl Pd Cl Cl Pd Cl + H2O 2Pdo + 4HCl + 2CH3CHO I in figura è mostrato il primo step (stechiometrico) del processo Wacker, già caratterizzato nel 1938 da Kharasch et al. Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Altri Concetti di Base della Catalisi I nei corsi elementari il catalizzatore viene presentato come una “black-box” che (non partecipa o eventualmente) partecipa in maniera peculiare (non stechiometrica) alla reazione (catalizzata); I il catalizzatore, Figure 2.15 in effetti, cambia il meccanismo (e la cinetica) della reazione; I l’energia d’interazione substrato/catalizzatore ha un ruolo fondamentale nell’attivazione del processo catalitico (paradigma di Sabatier): dibenzothiophene S Reaction rate Reaction rate ReS2 RuS2 Rh2S3 MoS2 WS2 Periodic group Heat of adsorption VI VII VIII1 VIII2 PtS VIII3 I nell’esempio riportato, si considera l’idrodesulfurazione del dibenzotiofene Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Altri Concetti di Base della Catalisi I un concetto comunenmente usato in catalisi è quello di disattivazione del catalizzatore (catalyst deactivation); I la disattivazione catalitica inibisce (totalmente o parzialmente) le funzioni del catalizzatore: • un catalizzatore omogeneo può ad es. dare origine a dimeri o oligomeri, riducendo la sua attività; I parametri che producono variazioni d’attività riguardano le variazioni di pH, temperatura, la presenza di processi redox, la formazione di nuove fasi, trasformazioni (degradazioni) diverse rispetto alla dimerizzazione e, in catalisi eterogenea, la modificazione delle proprietà di superficie; I è d’uopo qui ricordare che inglobare i fenomeni legati alla disattivazione in un dato meccanismo catalitico, non è generalmente facile Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Altri Concetti di Base della Catalisi I lo studio della disattivazione dei catalizzatori può portare al miglioramento, nel suo complesso, di un processo catalitico: Figure 2.16 O O N H OH Cl Cl N H HO Cl Cl X O N H OH X O O O N H N H N H HO O X N H H N O X O O N H N H N H H N O O nella sequenza i leganti sono sempre meno degradabili dall’acqua ossigenata F F I in figura sono mostrati leganti tetra-ammido macrociclici (TAML) migliorati nella loro attività a seguito di uno studio sistematico fatto su loro complessi di Mn e Fe (usati per l’attivazione di H2 O2 da impiegare per fini ambientali Catalysis/ Rothenberg, ISBN 978-3-527-31824-7. www.catalysisbook.org (degradazioni ossidative) Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Catalyst-Sintering/Thermal-Degradation Figure 2.17 I concetti di base che meritano una considerazione a parte sono la sinterizzazione di un catalizzatore e più in generale la degradazione termica dello stesso; I per effetto di degradazione termica si possono avere sostanziali modifiche del catalizzatore: crystallite migration atom migration high temp I la figura riportata mostra pittoricamente alcuni effetti legati alla degradazione termica; questi sono connessi alla temperatura (anche locale), alle caratteristiche del metallo e del supporto e in generale all’atmosfera circostante Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Catalyst-Sintering/Thermal-Degradation I la sinterizzazione del metallo – che porta alla formazione (per diffusione) di particelle più grandi dall’unione di cristalliti più piccoli (o atomi) – comincia, grossolanamente, ad una temperatura di valore circa metà rispetto a quella di fusione dello stesso metallo; I nota che si può avere anche sinterizzazione del supporto (a temperature generalmente molto alte, i.e. > 1000 ◦ C, che può produrre anche variazioni di fase dello stesso supporto e talvolta il collasso del suo scheletro Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Catalyst-Inhibition/Thermal-Poisoning I l’inibizione catalitica è primariamente connessa ai processi bio-catalitici ma può, per estensione, essere considerata per interpretare fenomeni analoghi presenti nella catalisi omogenea ed eterogenea; I l’inibizione competitiva (fenomeno analogo all’assorbimento competitivo presente in catalisi eterogenea) si ha quando più specie (nell’es. I ed S) possono competere con gli stessi siti (competizione diretta) o con altri siti – siti allosterici (competizione indiretta) – dello stesso enzima: k1 −− E+S) −* − − ES k–1 k ES −−2→ E + P ki − * E+I− ) − − EI con k–i ki k−i = Ki = cost.; I gli inibitori che determinano una competizione indiretta sono meno gestibili perchè, come detto, attaccano gli enzimi in siti allosterici; la qualcosa può portare alla disattivazione dell’enzima senza poter incrementare l’attività dello stesso nei confronti di un dato substrato Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo I Principi della Catalisi Studi Cinetici in Catalisi Catalyst-Inhibition/Thermal-Poisoning I in natura, ad es. sono comuni i processi che coinvolgono specie competitive per garantire velocità di reazione (nei processi enzimatici) non troppo elevate; I inibitori non competitivi (di attività metaboliche presenti nel cervello) sono usati a scopi farmacologici – per es. nella cura della malattia di Alzheimer; I l’avvelenamento dei catalizzatori produce una riduzione della loro attività – talvolta un avvelenamento controllato può però essere utile (molecular-imprinting metal-complex catalysts); I l’avvelenamento può essere reversibile o irreversibile; I l’avvelenamento dipende dalle reazioni catalizzate e dalle condizioni in cui queste avvengono; I l’avvelenamento può essere selettivo per catalizzatori e reazioni diverse: • formazioni carboniose, zolfo e fosforo sono, per esempio, veleni nella combustione catalitica della benzina verde, il Pb lo era invece nella combustione della benzina super Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo Appendix Bibliografia di Base Libri di Base Suggeriti per il Corso Gary L. Miessler, Donald A. Tarr; Chimica Inorganica, IV edizione; Piccin Nuova Libraria, 2011 Gadi Rothemberg; Catalysis: Concepts and Green Applications; Wiley-VCH, 2008 Chimica Metallorganica e Catalisi Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo