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XIII
n. 576 Venerdì 5 Settembre 2014 Settimanale in pdf
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SCOPERTO
AL“FERMILAB”
PRIMO
ESPERIMENTO
PER DIMOSTRARE
CHE L'UNIVERSO
È UN OLOGRAMMA
IL PIÙ GRANDE
DINOSAURO
ERA ALTO 26 METRI
E PESAVA 65 TON.
FOTOSINTESI
ARTIFICIALE,
L’OSSIGENO
ARRIVA
DALL’ACQUA
Abbonamento annuale € 17,00 ISSN 1720 - 366X
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In copertina, una parte dei resti riportati alla luce in Argentina appartenenti
al più grande dinosauro mai apparso sulla Terra (foto drexel.edu)
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Andrea Pivatello
L'Idrogeno
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Heos Editrice 2010
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Sommario
PRIMO PIANO
4
SEQUENZIATO IL GENOMA DEL CAFFÈ
ATTUALITÀ
5
6
IL “DREADNOUGHTUS” ERA ALTO 26 METRI E PESAVA 65 TONNELLATE
L’ITALIA D’INIZIO ’900 E DEI PREMI NOBEL
AMBIENTE
7
8
“FIRESENSE”, DIAGNOSI PRECOCE DEGLI INCENDI PER TUTELARE LE ZONE
ARCHEOLOGICHE
APERTA LA STRADA AL CHEROSENE “SOLARE” PER GLI AEREI
TECNOLOGIA
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s.sp.
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10
11
I GIOCHI INTERATTIVI PER RISOLVERE I CONFLITTI NEI CORTILI DELLE SCUOLE
ARRIVA S-TRIKE, IL “VELO-MOBILE” A PEDALI
FOTOSINTESI ARTIFICIALE, L’OSSIGENO ARRIVA DALL’ACQUA
SCONTRO DI IONI CON LASER INNESCANO REAZIONI DI FUSIONE NUCLEARE SENZA
ELETTRONI
SCIENZE
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13
REALIZZATO IL PROTOTIPO DELLA GOMMA CHE SI AUTO-RIPARA
IL BIANCO PIÙ BIANCO? È DI UN COLEOTTERO
SALUTE
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Settimanale di scienze politica cultura
Direttore responsabile Umberto Pivatello
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FIBROSI CISTICA, ARRIVANO NUOVE TERAPIE MIRATE
DISPOSITIVO A ULTRASUONI POTREBBE PREVENIRE INFARTI E ICTUS
SPAZIO
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URANO: “PERCHÉ DOVREMMO VISITARE QUESTO BIZZARRO E TOSSICO PIANETA ...”
UN PALLONE PER STUDIARE LE GALASSIE PRIMORDIALI
FOCUS
18
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AL “FERMILAB” PRIMO ESPERIMENTO PER DIMOSTRARE CHE L'UNIVERSO
È UN OLOGRAMMA
LE SORPRESE ARITMETICHE DELL'UNIVERSO QUANTISTICO
WEEKEND
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FORTEZZA DELLE VERRUCOLE, BALCONE NATURALE SULLE ALPI APUANE
E SUGLI APPENNINI
CULTURA
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VAN GOGH E TUTANKHAMEN
2 - n. 576 | Venerdì 5 Settembre 2014
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REGALIAMOCI UN LIBRO
PRIMO PIANO
LA FISICA DEI PERPLESSI
L’ENEA NEL TEAM INTERNAZIONALE DI RICERCA
L’incredibile mondo dei quanti di Jim Al‐Khalili Traduzione di Laura Servidei Bollati Boringhieri 2014 pp 275 € 22,00 SEQUENZIATO
IL GENOMA DEL CAFFÈ
P
er mettere bene in chiaro che l’argomento del suo nuovo libro è davvero molto strano, bizzarro e mi‐
sterioso, Jim Al‐Khalili lo dice subito, e si capisce perché lo fa. Il tema è il mondo del molto‐molto piccolo, quello dei quanti, dove le regole del «nostro» mondo non valgono o, in molti casi, sono completamente rovesciate. Dopo più di un secolo, la fisica si è ormai abi‐
tuata a scendere a patti con le implicazioni della meccanica quantistica, perché questa teoria controintuitiva si è dimostrata solidissi‐
ma e perfettamente adeguata a descrivere i fenomeni della materia. Ma chi non ha avuto in sorte l’occasione di studiare fisica è piuttosto perplesso, e fa bene ad esserlo. IN CHE SENSO UNA PARTICELLA può passare da due parti contemporaneamente? Cosa vuol dire esattamente che un corpo si comporta simultaneamente come un’onda del mare e come un granello di materia? Ma davvero il gatto nella scatola è allo stesso tempo vivo‐e‐
morto finché non lo guardiamo? E come è pos‐
sibile che agendo su una particella qui sulla Terra si ottenga un effetto simultaneo sulla sua gemella, che ormai naviga oltre Plutone, verso il vuoto interstellare. Sembra Star Trek e invece è il mondo reale, benché ci sia pure il teletrasporto. Questa è la materia ideale per uno straordinario divulgatore come Al‐Khalili, perfettamente a suo agio con l’ironia implicita del materiale che racconta. L'autore. Jim Al‐Khalili (Baghdad, 1962) è docente di fisica teorica all’ University of Surrey (Regno Uni‐
to), dove tiene anche una cattedra di comunicazione scientifica. Vicepresidente della British Science Asso‐
ciation, è anche membro onorario della British Asso‐
ciation for the Advancement of Science, membro della Royal Society e Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico (OBE). Nel corso della sua attività ha ricevuto il Michael Faraday Prize e il Kel‐
vin Prize. Come comunicatore, Al‐Khalili è spesso presente nei canali televisivi e radiofonici britannici, oltre a scrivere per il «Guardian» e l’«Observer». Tra i suoi libri, Buchi neri, wormholes e macchine del tempo (2003). Per Bollati Boringhieri ha pubblicato La fisica del diavolo. Maxwell, Schrödinger, Einstein e i paradossi del mondo (2012) e La casa della sag‐
gezza. L’epoca d’oro della scienza araba (2013). I
l genoma di una delle più importanti piante alimentari, il caffè, è stato sequenziato da ricercatori provenienti da 9 Paesi: Italia, Francia, USA, Canada, Australia, Germania, Brasile, India e In‐
donesia. La pianta sequenziata è la Coffea canephora (o robu‐
sta), che costituisce circa il 35% della produzione mondiale di caffè. Lo studio è stato pubblicato nell’ultimo numero di Science. L’Italia ha visto la partecipazione di ricercatori dell’ENEA e dell’Università di Trieste. Giovanni Giuliano, che ha coordinato i ricercatori dell’ENEA, descri‐
ve così le principali conclusioni dello studio: “Il genoma del caffè è piuttosto ‘semplice’ ed è simile a quello, ipotetico, del progenitore comune di tutte le Asteridi, che comprendono il 25% delle piante superiori. Contiene circa 27 mila geni, contro i 35 mila del pomodo‐
ro e della patata, che sono evolutivamente vicine al caffè, ma in cui il genoma si è triplicato circa 70 milioni di anni fa. Lo studio di questi eventi di duplicazione in altre specie ci ha permesso di concludere che la caffeina è stata “inventata” più di una volta durante l’evoluzione delle piante». CON OLTRE DUE MILIARDI DI TAZZINE AL GIORNO, il caffè è uno dei princi‐
pali infusi consumati dall’uomo, la seconda commodity per valore commerciale dopo il petrolio, ed è alla base di una fiorente industria di trasformazione italiana. (Red) Vedi http://www.enea.it http://coffee‐genome.org/ LA SPETTACOLARE ERUZIONE DEL TAVURVUR
Papua New Guinea. Il vulcano Tavurvur il 29 agosto scorso è stato protagonista di una spettacolare eruzione nella parte orientale della Papua Nuova Guinea. Vomitando rocce e cenere in aria, ha costretto all'evacuazione le comunità
locali e ad un rapido cambio di rotta dei voli internazionali (foto rt.com)
4 - n. 576 | Venerdì 5 Settembre 2014
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CRONACHE
Sopra nella foto, l’aerea di scavo in Argentina dove sono stati ritrovati i resti del
gigantesco titanosauro. A lato Kenneth Lacovara in laboratorio con i suoi studenti
ARGENTINA. RITROVATI RESTI DEL PIÙ GRANDE
DINOSAURO ERBIVORO MAI ESISTITO
IL “DREADNOUGHTUS”
ERA ALTO 26 METRI
E PESAVA 65 TONNELLATE
U
n gruppo internazionale di ricerca coordinato da Ken‐
neth Lacovara dell’università americana di Drexel a Phila‐
delphia (Pennsylvania, Usa) ha scoper‐
to, in Argentina, i resti, quasi completi (il 70% dello scheletro), del più grande dinosauro che sia mai esistito sulla Terra. Il gigantesco animale è stato chiamato Dreadnoughtus schrani e queste sono le sue dimensioni calcola‐
te al centimetro grazie ai numerosi reperti: era alto 26 metri e pesava 65 tonnellate. Sono stati riportati alla luce anche la maggior parte delle vertebre della coda, lunga 9 metri, una vertebra del collo del diametro di oltre un me‐
tro, una scapola, numerose costole, dita dei piedi, un artiglio e una piccola sezione della mascella con un solo den‐
te. Complessivamente sono stati ritro‐
vati più di cento elementi dello schele‐
tro tra cui il femore lungo oltre 6 metri ed un omero che hanno dato le mag‐
giori indicazioni per calcolarne le di‐
mensioni. NELLO STESSO SITO è stato ritrovato anche un esemplare più piccolo della stessa specie ma con uno scheletro incompleto. Per crescere il Dreadnou‐
ghtus, che visse circa 77 milioni di anni Sopra, immagine artistica del gigantesco
Dreadnoughtus schrani (Illustrazione, Jennifer Sala/drexel.edu; foto drexel.edu)
fa in una foresta temperata sulla punta meridionale del Sud America, doveva mangiare grandi quantità di piante. Questi due animali probabilmente so‐
no stati sepolti dalla piena di un fiume che improvvisamente ruppe il suo argi‐
ne naturale, trasformando il terreno circostante in sabbie mobili. È stata una sepoltura rapida e profonda dei corpi e questo fatto ha conservato le loro carcasse. Il nuovo dinosauro è stato collocato nella famiglia dei tita‐
nosauri, i più grandi erbivori apparsi sulla Terra. (Red) http://www.drexel.edu/ RASSEGNA STAMPA. LA VIGNETTE DELLA SETTIMANA
Corriere.it 01 Settembre
Corriere.it 01 Settembre
Italiaoggi.it 5 Settembre
http://vauro.globalist.it/
5 - n. 576 | Venerdì 5 Settembre 2014
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Italiaoggi.it 4 Settembre
S
coperte le ragioni fisiche del bianco incredibilmente in‐
tenso e brillante delle scaglie di rivestimento del “Cyphochilus”, ossia un parente asiati‐
co del “maggiolino”. La ricerca, pubbli‐
cata su Scientific Reports, suggerisce strategie innovative per ottenere una nuova generazione di materiali e verni‐
ci più efficienti e a minor impatto am‐
bientale Il Cyphochilus possiede una caratteri‐
stica che non passa inosservata. Il suo corpo è rivestito da uno strato di mi‐
croscopiche scaglie di un bianco estre‐
mamente intenso, al pari di un foglio di carta o di uno strato di vernice ma ne contempo presentano uno spessore maggiore di oltre dieci volte. QUESTA PARTICOLARE proprietà è stata oggetto di studio da parte di un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino‐Cnr), del Laboratorio eu‐
ropeo di spettroscopia non lineare Lens dell’Università degli studi di Firen‐
ze e dell’Università di Cambridge. Gli studiosi alla fine sono riusciti a spiega‐
re le strategie adottate dall’insetto per ottenere questo sorprendente risulta‐
to, delineando le prospettive per una nuova generazione di materiali e verni‐
ci più efficienti e a minor impatto am‐
bientale. «Il coleottero deve risolvere un du‐
plice problema: da un lato essere leg‐
gero per poter volare e dall’altro appa‐
rire di un colore bianco brillante per mimetizzarsi tra i funghi in cui vive», spiega Matteo Burresi, ricercatore Ino‐
Cnr responsabile del gruppo di ricerca. IN ARRIVO UNA GENERAZIONE DI MATERIALI
E VERNICI PIÙ EFFICIENTI E “GREEN”
IL BIANCO PIÙ BIANCO?
È DI UN COLEOTTERO
Il Cyphochilus, parente asiatico
del comune “maggiolino”,
Aggiunge: «Ciò è possibile grazie alla struttura interna di queste scaglie che è stata opportunamente ottimizzata da milioni di anni di evoluzione. Tale struttura è composta da una rete di‐
sordinata di filamenti il cui diametro è di poche centinaia di nanometri, ovve‐
ro quasi mille volte più sottili di un capello». Gli fa eco Silvia Vignolini, ricercatrice dell’Università di Cambri‐
dge: «Il risultato è ancora più sorpren‐
dente se si pensa che i coleotteri rie‐
scono a ottenere questo grado di bian‐
chezza con un materiale, la chitina, che in genere non è in grado di influenzare sensibilmente la propagazione della luce. Con le attuali tecnologie non sia‐
mo in grado di produrre un materiale altrettanto bianco in uno spessore così ridotto». PER DIEDERIK WIERSMA, ordinario di fisica della materia all'Università di Firenze «i risultati di questa ricerca, da una parte suggeriscono interessanti strategie con cui progettare nuovi ma‐
teriali per diffondere più efficacemen‐
te la luce, dall’altra ‐ conclude ‐ dimo‐
strano che non è necessario impiegare materiali che interagiscono fortemente con essa come quelli attualmente im‐
piegati ad esempio nell’industria delle vernici per ottenere rivestimenti alta‐
mente coprenti». (Red) Vedi www.cnr.it Informazioni commerciali
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