“EQUILIBRIO ECONOMICO GENERALE (PARTE SECONDA)” PROF. MATTIA LETTIERI Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) Indice 1. L’EQUILIBRIO ECONOMICO GENERALE IN UN’ECONOMIA DI PURO SCAMBIO ------------------- 3 2. I TEOREMI DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE ----------------------------------------------------------------- 9 3. EFFICIENZA ED EQUITÀ ------------------------------------------------------------------------------------------------- 11 4. EQUILIBRIO ECONOMICO GENERALE NON WALRASIANO ------------------------------------------------ 14 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) 1. L’equilibrio economico generale in un’economia di puro scambio Gli individui effettuano scambi al fine di modificare i panieri in loro possesso. Non si è, però, individuato con precisione quanto gli individui scambiano, e un criterio che consenta di stabilire fino a quando gli individui continueranno il processo di scambio. In precedenza è stato detto che gli individui dovrebbero continuare gli scambi fino al raggiungimento dell’ottimo paretiano. Riconsideriamo l’ipotesi rappresentata nella figura n. 54, dello scambio che dovrebbe condurre dal punto X al punto H. Per passare da X a H, Venerdì offre una quantità di abbigliamento misurata dal segmento AB, tracciato sull’asse delle ascisse, pari ad 1 unità. Contemporaneamente domanda una quantità di alimenti misurata dal segmento CD, tracciato sull’asse delle ordinate, pari ad 1 unità. Robinson domanda 1 unità di abbigliamento ed offre 1 unità di alimenti. In questo modo i panieri posseduti dai due individui prima dello scambio e indicati dal punto X si modificano. Venerdì passa da 2 unità di abbigliamento a 3e da 7 unità di alimenti a 6. Robinson passa da 8 unità di abbigliamento a 7 e da 5 unità di alimenti a 6. La nuova situazione è rappresentata dal punto H. Questa è la descrizione dello scambio, ai fini descrittivi, quindi, è sufficiente la lista delle quantità offerte e domandate da due soggetti economici. Affinchè lo scambio abbia luogo domanda ed offerta devono essere uguali su ciascun mercato. Nell’esempio, la domanda di alimenti da parte di Venerdì deve essere uguale all’offerta da parte di Robinson, e la domanda di abbigliamento di Robinson deve essere uguale all’offerta di Venerdì. Questa eguaglianza di domanda e offerta su ogni mercato è un requisito fondamentale, e quando si realizza, si dice che le scelte dei consumatori sono compatibili. Un metodo per raggiungere l’ottimo paretiano è costituito dall’operare dei mercati concorrenziali grazie alla particolare funzione svolta in quei mercati dai prezzi. Una caratteristica fondamentale dei mercati concorrenziali è che i soggetti non possono influenzare i prezzi. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) Nell’esempio significa che Robinson e Venerdì prenderanno il prezzo di ciascuno dei due esistenti nell’economia come un dato da loro non modificabile. Il meccanismo con cui prezzi permettono di raggiungere l’ottimo paretiano è complesso. La prima tappa è che i prezzi ci consentono di costruire una retta di bilancio per i due consumatori. Nella nostra situazione abbiamo supposto che i prezzi siano noti, ma non abbiamo attribuito nessun reddito ai due soggetti. Questo reddito può essere ricostruito a partire dalle dotazioni iniziali. Infatti la somma fissa che ciascuno di essi ha a disposizione sarà data dal valore di tali dotazioni iniziali. Quindi per determinare il reddito di Venerdì si moltiplica la quantità da lui posseduta di alimenti per il prezzo degli alimenti, ed infine si addizionano i due valori. La somma indica quanto Venerdì ha a disposizione per le spese che decide di effettuare. Fissato il reddito e dati prezzi, è ora possibile costruire la retta di bilancio. La sua rappresentazione è nella figura n. 56, nella quale vengono rappresentate rispettivamente le rette di bilancio di Robinson e di Venerdì. Sia per Robinson che per venerdì il punto delle dotazioni iniziali giace sulla retta di bilancio. Questo accade perché la retta di bilancio rappresenta dei panieri che il consumatore si può permettere. Le due rette di bilancio hanno la stessa inclinazione, infatti l’inclinazione è data dal rapporto fra i prezzi, uguali per entrambi i soggetti. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) alimenti XR (a) Robinson abbigliamento Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) alimenti XV (b) Venerdì abbigliamento Figura n. 56 Ora possiamo costruire la scatola di Edgeworth, utilizzando le rappresentazioni delle figura n. 56. La figura n. 57, evidenzia una scatola di Edgeworth. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) abbigliamento Venerdì alimenti R5 V4 D Z C X alimenti A Robinson B abbigliamento Figura n. 57 Nella scatola però, le rette di bilancio diventano una, perché nel sovrapporre i due grafici, uno dei quali è capovolto, anche le due rette si sono sovrapposte. Questo accade perché, dato che le dotazioni iniziali dei due soggetti sono rappresentate da un unico punto nella scatola di Edgeworth, ovvero X, e dato che le dotazioni iniziali giacciono sulla retta del Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) bilancio per entrambi, le rette del bilancio devono passare tutte e due per il punto X. Inoltre, l’inclinazione delle rette di bilancio è la stessa per i due consumatori, quindi due rette che passano per lo stesso punto e hanno la stessa inclinazione devono essere per forza sovrapposte. In questo modo abbiamo ricostruito la scelta del consumatore. Date le curve di indifferenza e le rette di bilancio essi decideranno quale paniere consumare. Il paniere scelto, sarà quello che massimizza la soddisfazione dello stesso consumatore. Tale paniere è individuato nel punto di tangenza fra la retta di bilancio ed una curva di indifferenza. Robinson sceglierà il punto lungo la retta di bilancio in cui vi è tangenza con una curva di indifferenza, nell’esempio potrebbe essere il punto Z. Venerdì sceglierà un punto di tangenza fra la retta di bilancio e le sue curve di indifferenza. Il punto z: È un punto di tangenza fra la retta di bilancio ed una curva di indifferenza di Robinson, e quindi massimizza la sua utilità; È un punto di tangenza fra la retta di bilancio ed una curva di indifferenza di Venerdì, e quindi massimizza la sua utilità; È un punto in cui le scelte dei consumatori sono compatibili, quindi la domanda ed offerta sono eguali su ogni mercato. Si tratta di caratteristiche proprie di equilibrio, infatti, nessuno ha interesse ad allontanarsi dal punto Z, poiché i consumatori sono soddisfatti ed i mercati realizzano l’eguaglianza fra domanda ed offerta. Un punto Z che soddisfa queste caratteristiche si chiama punto di equilibrio economico generale. In tale punto, però, le due curve di indifferenza, dei due soggetti, sono tangenti fra loro. Per cui Z è anche un ottimo paretiano. Per il modo in cui è costruito, ogni equilibrio economico generale sarà un ottimo paretiano, ed è nota come primo teorema dell’economia del benessere. Infatti, l’equilibrio economico generale è un punto sulla retta di bilancio in cui si ha la tangenza con una curva di indifferenza di ciascun individuo. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) 2. I teoremi dell’economia del benessere Da un certo punto di vista l’ottimo paretiano sembra essere un obiettivo desiderabile. Se gli scambi conducono all’ottimo paretiano, possiamo affermare che sono stati sfruttati tutti i vantaggi ricavabili dagli stessi scambi, quindi entrambi i soggetti hanno migliorato la propria posizione e non è possibile innalzare il benessere di uno dei due senza danneggiare l’altro. Questa posizione ottimale può essere raggiunta in un modo automatico se i mercati operano in condizione di concorrenza perfetta. Il primo teorema dell’economia del benessere può essere interpretato come una potente difesa dei mercati concorrenziali. Esso dice che dove tali mercati operano, ovvero dove i prezzi sono dati per i soggetti economici, le azioni che ciascuno intraprende al fine di massimizzare il proprio benessere conducono ad un esito che è desiderabile per la società nel suo complesso. Ed è per questo motivo che si sente parlare di difesa del mercato. Il mercato a cui ci riferiamo, però è solo quello concorrenziale, poiché è l’unico in grado di condurre automaticamente all’ottimo paretiano. Il monopolio invece, comporta una riduzione del benessere rispetto alla concorrenza perfetta, si avrà quindi che l’equilibrio economico generale con monopolio non garantisce l’ottimo paretiano. Per definizione, il monopolista non prende i prezzi come dati e quindi non si comporta come il consumatore tipico. Il fatto che i prezzi per il monopolista, non siano dati, vuol dire che non è possibile costruire una retta di bilancio per lui, mentre è possibile per l’altro individuo che subisce il prezzo fissato dal monopolista. Nel caso in cui si costruisce la scatola di Edgeworth, non si ha più una retta di bilancio unica per entrambi i consumatori, quindi non accadrà che entrambi scelgano su di essa il punto di tangenza alle curve di indifferenza. In equilibrio economico generale, le curve di indifferenza dei due, non saranno tangenti fra loro e non si avrà l’ottimo paretiano. L’assenza della retta di bilancio, dal punto di vista interpretativo, significa che i prezzi non forniscono agli individui informazioni coerenti. Infatti, se la retta esiste vuol dire che i prezzi sono dati e sono gli stessi per tutti e due i soggetti. I prezzi segnalano la scarsità e orientano la domanda e l’offerta, solo in questo caso i due individui, potranno realizzare scelte compatibili, cioè tali da realizzare l’uguaglianza tra domanda e offerta. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) Questo ci fornisce alcuni spunti per poter comprendere le implicazioni del primo teorema dell’economia del benessere relativo all’azione dello Stato. Lo Stato interviene nell’economia in maniera molto articolata. Nel caso in cui deduciamo dal primo teorema del benessere, erroneamente, che qualsiasi mercato garantisce l’ottimo paretiano, dobbiamo trarre la conclusione che qualsiasi intervento pubblico è inutile, oppure peggiora la situazione. Nel caso in cui più correttamente, affermiamo che l’equivalenza fra equilibrio economico generale e ottimo paretiano si ha solo in presenza di mercati concorrenziali, si può trarre dal primo teorema dell’economia del benessere, una motivazione dell’intervento pubblico. Se la concorrenza garantisce l’ottimo paretiano e le altre forme di mercato no, lo Stato dovrebbe impegnarsi per sostenere la concorrenza laddove esiste ed crearla laddove non c’è. Questa è una forma di azione statale nell’economia che va sotto il nome di politica anti-trust o tutela della concorrenza. Ritornando al primo teorema dell’economia del benessere, l’aggettivo “primo”, suggerisce che vi debba essere più di un teorema dell’economia del benessere. Esiste infatti, un secondo teorema, anch’esso inerente alla relazione fra equilibrio economico generale ed ottimo paretiano: ogni punto di ottimo paretiano, può essere realizzato come equilibrio economico generale con mercati concorrenziali. Si tratta di un teorema inverso rispetto al precedente. Tale secondo teorema ci dice che ogni equilibrio economico generale con mercati concorrenziali è un ottimo paretiano. I due teoremi, insieme, stabiliscono un’equivalenza perfetta fra i due concetti: ogni ottimo paretiano è un equilibrio economico generale con mercati concorrenziali e viceversa. Un modo semplice di illustrare il secondo teorema dell’economia del benessere è quella di fare riferimento alla figura n. 57. Supponiamo di partire da Z, osservando che si tratta di una situazione di ottimo paretiano e ponendoci come domanda se sia possibile raggiungere questo stesso punto come equilibrio economico generale. Se le dotazioni iniziali fossero in X e i prezzi tali da costruire una retta di bilancio come quella della figura n.57, l’equilibrio economico generale sarebbe proprio in Z. Questo procedimento può essere ripetuto per tutti gli infiniti ottimi paretiani che esistono, mantenendo che i mercati siano concorrenziali, cioè che i prezzi siano dati altrimenti non si può costruire la retta di bilancio comune ai due soggetti. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) 3. Efficienza ed equità L’esistenza della retta di bilancio unica è una condizione necessaria perché garantisce la completa equivalenza fra equilibrio economico generale e ottimo paretiano. In questo modo si mette in evidenza il ruolo che i prezzi hanno nel mercato concorrenziale. I due consumatori hanno di fronte gli stessi prezzi e li prendono come un dato, essi coordinano offerta e domanda e realizzano scelte compatibili. Infatti se i prezzi sono gli stessi e dati per entrambi gli individui, vuol dire che essi hanno le stesse informazioni e quindi possono agire in maniera reciprocamente coerente, pur senza aver preso accordi in precedenza. Il teorema è in se stesso una prescrizione di politiche economiche. Essa afferma che dato un obiettivo desiderabile, l’ottimo paretiano, se lo si vuole raggiungere in un contesto di mercati concorrenziali, la politica pubblica ideale è la totale assenza di intervento. Se per un qualsiasi motivo i mercati non sono concorrenziali e quindi i prezzi non possono eseguire il loro compito di diffusori delle informazioni, il raggiungimento dell’ottimo paretiano non è più garantito. In questo caso si può pensare a varie forme di azione statale per ripristinare la concorrenza dove possibile. L’ottimo paretiano è un obiettivo desiderabile ma è stata mossa una critica, ovvero che esso non garantisce in alcun modo l’equità. L’equità è essenzialmente un principio morale, ma la scienza economica ne ha fatto un elemento centrale della propria analisi. L’accusa di iniquità ha originato una serie di dibattiti scientifici che ruotano attorno al conflitto fra equità ed efficienza. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 11 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) abbigliamento Venerdì alimenti A D F E B C alimenti Robinson abbigliamento Figura n. 58 Tale conflitto può essere illustrato tramite la scatola di Edgeworth, vedi figura n.58. Nel grafico sono indicati vari ottimi paretiani ed altri punti. I punti vicini agli angoli della scatola di Edgeworth, rappresentano situazioni inique, perché in essi uno dei due consumatori ha a disposizione la quasi totalità di entrambi i beni. I punti attorno al centro, rappresentanti situazioni eque. Casi estremamente iniqui come quelli descritti dai punti A e B, sono ottimi paretiani ed altrettanto iniqui come C e D non lo sono. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 12 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) Il punto E è di elevatissima equità in cui entrambi i consumatori posseggono esattamente metà di ciascun bene, ma non è un ottimo paretiano, mentre lo è il punto F. Si può dedurre che non esiste alcuna garanzia di equità per un punto di ottimo paretiano. Non è in generale possibile raggiungere contemporaneamente l’equità e l’efficienza ed anzi può ben accadere che inseguendo uno dei due obiettivi si comprometta l’altro. Dall’analisi del conflitto equità-efficienza, possiamo dedurre che: ammesso che l’equità sia considerata una caratteristica ideale della situazione in cui si trova l’economia e visto che l’ottimo paretiano non la garantisce, non è più certo che affidarsi interamente ai mercati concorrenziali, per raggiungere l’equilibrio economico generale sia una cosa desiderabile. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 13 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) 4. Equilibrio economico generale non Walrasiano Nelle teorie Keynesiane, fino agli anni settanta, l’imperfetto funzionamento dei mercati era evidente, per cui non vi era la necessità di nessuna dimostrazione teorica. L’offensiva monetarista ha spinto un gruppo di autori di impostazione Keynesiana a ricercare un fondamento microeconomico alle teorie dell’economista, sviluppando un approccio definito degli equilibri non walrasiani con razionamento. La teoria walrasiana dell’equilibrio economico è fondata sull’ipotesi di concorrenza perfetta e sulla piena flessibilità dei prezzi. Nel momento in cui queste condizione sono assicurate si determina un prezzo che eguaglia l’offerta alla domanda. Gli scambi avranno luogo grazie al cosiddetto banditore. Gli studi sul disequilibrio abbandonano l’ipotesi che i prezzi siano flessibili, o che gli operatori siano price-takers, impossibilitati ad influenzare il prezzo, come avviene in concorrenza perfetta. Nei modelli a prezzi rigidi si assume che i prezzi siano dati e non reagiscano a squilibri dei mercati. Gli scambi si svolgono, quindi, a prezzi non di equilibrio e ciò comporta che la domanda e l’offerta nozionali (quantità espresse dagli operatori esclusivamente in base ai prezzi ed alle dotazioni iniziali) non coincidono più con le quantità effettivamente scambiate. In queste situazioni, scatta il meccanismo della prevalenza del lato corto: se il prezzo è troppo basso vi è eccesso di domanda e i compratori saranno razionati; se il prezzo è troppo alto vi è eccesso di offerta e i venditori saranno razionati. Al verificarsi di equilibri non walrasiani di razionamento, corrispondono situazioni diverse di disoccupazione. Disoccupazione Keinesiana: si ha eccesso di offerta sul mercato dei beni. Il mercato del lavoro è caratterizzato da un eccesso di offerta poiché i lavoratori fronteggiano imprese che non sono in grado di assumere perché non dispongono delle risorse sufficienti. Le conseguenze dello squilibrio, ricadono sia sulle imprese, sia sui lavoratori Disoccupazione classica: l’eccesso di domanda sul mercato dei beni, corrisponde ad un offerta insufficiente. Nonostante il mercato potenziale, le imprese non assumono perché non considerano conveniente soddisfare la domanda. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 14 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) Per i neo-Keinesiani diventa essenziale studiare la rigidità di salari e prezzi. La rigidità dei salari, viene spiegata con motivazioni diverse: Con la teoria dei contratti impliciti; Con le teorie del salario d’efficienza; Con i modelli di Shirking; Con modelli insiders-outsiders; Le relazioni fra datore di lavoro e dipendenti, possono essere regolate anche da contratti impliciti, il quale potrebbe prevedere una forma di assicurazione contro il licenziamento e l’eccessiva variabilità del salario. L’ipotesi di partenza di questa teoria è che i lavoratori siano meno propensi al rischio rispetto alle imprese. Questa teoria può spiegare perché i salari dimostrino una relativa stabilità, presenta però dei limiti: Non sembrerebbe essere in grado di giustificare perché le parti decidono di rispettare tali patti anche quando sarebbe più conveniente rifiutare l’accordo; Non è in grado di spiegare perché le imprese ricorrano al licenziamento. A tali questioni, la teoria dei salari di efficienza, cerca di dare risposte. Nella teoria tradizionale della domanda dei fattori, la produttività marginale di un fattore è indipendente da qualsiasi considerazione di carattere economico. I teorici di questa teoria, adottano il punto di vista opposto, cioè l’effettiva efficienza produttiva di un fattore deriverebbe dal salario corrisposto. L’impresa avrebbe quindi interesse a pagare un salario più alto di quello di equilibrio per: Incentivare la produttività degli impiegati; Evitare il turn over dei lavoratori Evitare fenomeni di adverse selection. Corrispondere un salario più alto di quello di mercato equivale ad emettere un cd. segnale di qualità, il quale dovrebbe comportare un automatica selezione delle candidature da parte degli stessi lavoratori e quindi minori costi di selezione. I meccanismi descritti da questa teoria, scattano solo in determinate circostanze, ovvero quando i costi di turn over sono elevati, quando i livelli di produttività individuali, sono molto differenti e quando risulta difficile controllare il lavoratore. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 15 di 16 Università Telematica Pegaso Equilibrio economico generale (parte seconda) Secondo la teoria degli insiders-outsiders gli occupati, gli insiders, godono di maggiore esperienza lavorativa e possono contare, sulla rappresentazione sindacale. Grazie a questa forza contrattuale, gli insiders possono opporsi in vari modi all’assunzione di nuovi individui, outsiders. Le ipotesi di rischiosità dei prezzi, possono essere raggruppate in: Teorie dei costi di listino L’imperfetta informazione Le imperfezioni di mercato La teoria dei costi di listino sottolinea i costi che comporta l’adeguamento dei prezzi alle variazioni del mercato. L’imperfetta informazione rende incerte le imprese che preferiscono ridurre la produzione piuttosto che abbassare i prezzi. Le imperfezioni di mercato, possono rendere trascurabile la riduzione del profitto per le imprese che tengono fermo il livello dei prezzi. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 16 di 16