testo di Gelvin - cucinapadovana.it

annuncio pubblicitario
Gelvin James L., Il conflitto israelo-palestinese. Cent’anni di guerra, Torino, Einaudi,
2007 (PBE nuova serie, Storia, 357)
Cap. II
Le culture del nazionalismo
p. 21
il sionismo nacque verso la fine del XIX secolo per una duplice reazione:
all’antisemitismo europeo, e ai vari movimenti nazionalisti che escludevano gli ebrei
dalle comunitá politiche in fase di formazione.
…
L'impero ottomano duró oltre 400 anni. Aveva caratteristiche simili agli altri imperi:
politica estera = espansione del territorio dal quale incamerare tasse e tributi e la difesa
dei domini piú redditizi dalle brame degli altri imperi;
politica interna = riscuotere tasse e tributi; proteggere i contadini che li pagavano da
incursioni e saccheggi di beduini e predoni; garantire sicurezza e prosperitá dei
commerci, scoraggiare le rivolte urbane fornendo approvigionamenti alle cittá; impedire
che notabii locali e funzionari dai quali dipendeva per la riscossione dei tributi
intascassero troppo e si creassero basi di potere indipendenti.
Gli ebrei d'Europa diventano nazione
p. 49
Dal ME all'inizio dell'eta moderna, molti ebrei d'Europa vissero in ben delimitate aree
urbane, “ghetti”, al cui interno era la comunitá a regolare la vita quotidiana (transazioni
commerciali, matrimoni, istruzione, assistenza sociale, composizione delle liti).
1791 = emancipazione degli Ebrei, prima in Francia poi a seguire negli altri paesi
occidentali.
Nel XIX secolo circa il 75% degli ebrei viveva nell'Europa orientale, di cui una buona
parte nell'Impero russo. Fu tra loro che il sionismo riscosse maggior successo.
Nel 1791 Caterina la Grande dispose che gli ebrei si insediassero al margine dell'Impero
nel “distretto d'insediamento”, come fu definito, che si estendeva dal Mar Baltico al mar
Nero e comprendeva terrritori appartenenti a Lettonia, Lituania, Bielorussia, Ucraina e
Polonia.
Vivevano miseramente in piccole cittá e villaggi, separati dagli altri abitanti;
periodicamente subivano violenze; la loro lingua franca era lo yiddish, un misto di
tedesco, ebraico, qualche tocco di slavo e francese antico.
...
Nel 1882 sulla scia dei tumulti contro gli ebrei (pogrom) le autoritá approvarono una
legislazione limitativa dei diritti degli ebrei di possedere o prendere in affitto terre nel
distretto o di risiedere in campagna.
Cap. II
Il sionismo e la colonizzazione della Palestina
…
p. 64
Fo probabilmente l'affare Dreyfus (1894) che spinse Herzl all'adesione al sionismo. Egli
riteneva che un feroce antisemitismo comportasse la mancanza di sicurezza per gli ebrei
che necessitavano, dunque, di una patria nella quale essere maggioranza. Divenne
sostenitore della causa sionista e pubblicó opuscoli e manifesti per rendere poplare il
movimento. Due anni dopo l'affare Dreyfus pubblicó Der Judenstaat (Lo Stato ebraico)
nel quale riassumeva le sue tesi. Tale libro fu anche pubblicato sotto forma di racconto
utopico-didascalico “Altneuland (Vecchia nuova terra).
Herzl propose agli ebrei di rivolgersi ai governi euiropei affinché garantissero agli
ebrei “sovranitá su una parte del globo sufficientemente estesa da garantire le
esigenze della nazione”. Richiesta che sarebbe stata accolta perché i governi di tutti i
paesi tormentati dall'antisemitismo farebbero il loro interesse aiutandoci a ottenre la
sovranitá desiderata.
p. 73
La storia dell'insediamento ebraico é divisa in periodi corrispondenti alle ondate
migratorie, chiamate aliyot, plurale di aliyah (salita, ascesa = ascensione dalla diaspora
per rinascere in Palestina).
La prima aliyah fu sollecitata dai pogrom che avvennero in Russia dopo l'assassinio dello
zar Alessandro II. Pogrom che non eano una novitá e che in genere avvenivano nel
periodo pasquale con la puntuale diffusione di dicerie secondo cui gli ebrei uccidevano
bambini cristiani per finalitá ritualistiche legate alla loro Pasqua.
p. 75
Dopo i pogrom del 1881 ebrei di Russia e Romania iniziarono a creare comitati per
aiutare l'emigrazione in Palestina. Noti come “Amanti di Sion”, nel 1884 diedero vita
a una organizzazione centralizzata presieduta da Leo Pinsker. Cercarono finanziatori del
loro progetto e istituirono un comitato esecutivo a Giaffa per coordinare il flusso di
immigrati in Palestina.
Privi di esperiena in campo agricolo, copiarono le tecniche locali (pluricoltura estensiva,
di sussistenza) e le forme organizzative (proprietá collettiva della terra e delle
attrezzature).
Secondo Herzl il sionismo sarebbe stato una parte del bastione d'Europa contro l'Asia, un
avanposto della civiltá a difesa della barbarie.
…
Tra il 1882 e il 1900 il barone Raimond de Rotschild investí 1,5 milioni di sterline
negli insediamenti agricoli. La sua visione peró non contemplava l'agricoltura di
sussistenza e introdusse il sistema della piantagione, la monocultura intensiva, rendendoli
peró anche dipendenti dai capricci del mercato. Decollò la viticoltura che richiedeva
mano d'opera a basso costo, spesso araba e non ebraica, pertanto contraria agli ideali
sionisti.
Ciò metteva in dubbio la scelta di basarsi in toto su interessi privati al fine di eprseguire
gli intenti sionisti.
p. 81
Giá al primo Congresso Sionista i delegarti crearono un Fondo nazionale ebraico per
l'acquisto di terra e la sua amministrazione fiduciaria per conto dela nazione ebraica.
Fondo creato nel 1901 che spiega come la proprietá privata della terra continui ad essere
rara nell'Israele odierno.
p. 83
Riuscirono a creare strutture economiche e sociali a sostenere la colonizzazione ebraica
della Palestina la seconda e terza aliyah avvenute, rispettivamente, nel 1904/14 e nel
1918/23.
Le due ondate portarono in Palestina 75 mila nuovi coloni in seguito anche ad eventi
traumatici come: il pogrom di Kisinev del 1903, la guerra russo-giapponese del
1904/05 e la rivolusione russa del 1905.
p. 86
il propposito dei sionisti era disseminare di colonie l'intera Palestina. Si sviluppó un vero
culto del dissodamento della terra, della bonifica, del “far fiorire il deserto”.
p. 89
Seconda e terza aliyah sono spesso identificate con due tipi di insediamento agricolo
(kibbutzim e moshavim). Praticvavano una forma di agricoltura mista. Coltivavano
frutta e granaglie, allevavavano animali, producevano latte e latticini. I kibbutzim erano
aziende agricole di tipo comunistico: non prevedevano la proprietá privata, non
avevano gerarchie permanenti e non impiegavano manodopera esterna, lasciavano
ristretti margini di privatezza (pasti in comune, bambini allevati in comune). Decisioni
collettive.
Il primo kibbutz fu creato nel 1909 a Degania sulla costa meridionale del lago di
Tiberiade.
Le moshavim, aziende agrciole di tipo cooperativistico che prevedevano la proprietá
privata di parcelle di terra e la vendita privata dei prodotti agricoli sul mercato, si
svilupparono dal movimento dei kibbutz a distanza di una decina d'anni dai suoi inizi.
…
Il kibbutz diventó il simbolo dello spirito cooperativistico, egualitario e pionieristico
del movimento sionista.
Secondo il sociologo Gershon Shafir rispondevano all'esigenza concreta e prosaica di
eliminare il ricorso alla manodopera araba.
La celebrazione dello spirito del kibbutz si sviluppò durante la terza aliyah per
affermare il sionismo laburista e il suo movimento.
p. 92
La quarta aliyah (1924/28) fece affluire circa 82 mila nuovi immigrati composta di
ebrei polacchi che avevano scelto di emigrare in seguito alla politica antisemita
adottata in Polonia. Erano nella maggior parte piccoli imprenditori e bottegai. La
magior parte della quarta aliyah non si richiamava ai principi socialisti delle due
ondate precedenti e per loro la conquista della terra era scarsamente allettante.
Circa 4/5 si insediarono a tel Aviv e Haifa non in zone rurali. Dal 1923 al 1926 Tel
Aviv crebbe da 16 a 40 mila unitá.
Molti di questi profughi si sentirono rappresentati da Vladimir Jabotinski, che
sarebbe diventato campione del “revisionismo sionista”. Per lui era necessario
“revisionare” il movimento sionista affinché realizzasse la graduale trasformazione
della Palestina (compresa la Transgiordania) in una repubblica autonoma sotto la
maggioranza ebraica.
Egli sará all'origine del filone dell'attuale pensiero politico israeliano contrapposto a
quello che ha avuto origine nella seconda e terza aliyah. Egli, dunque, ispiró il
Likud e i suoi esponenti. Il primo a diventare premier fu Menachem Begin nel 1977.
Seguirono Y. Shamir, B. Netanyahu e Ariel Sharon.
Cap. IV
La prima guerra mondiale e il mandato britannico in Palestina
Effetti della guerra:
1. distruzione dell'Impero ottomano e sua suddivisione in entitá politiche piccole
che sarebbero diventate poi indipendenti;
2. Gran Bretagna e Francia amministrarono per mandato internazionale (istituto a
metà tra annessione coloniale e sovranità totale)
3. l'obiettico del movimento sionista, la creazione di una sede nazionale per il
popolo ebraico in Palestina garantito dal diritto pubblico, ottenne il sostegno
della Gran Bretagna
4. frantumazione del quadro poitico/istituzionale che aveva tenuto insieme per 4
secoli in un unico stato turchi e arabi. Crollo che comportò la nascita di un gran
numero di movimenti nazionaisti.
p. 105
Conseguenze assai maggiori ebbe la dichiarazione del ministro degli esteri britannico
Asrghur Balfour (proposta dal barone Lionel Walter Rothschild, del ramo britannico
della famigliadi banchieri del barone Edmond de Rothschild) che divenne pietra miliare
del movimento sionista:
“Il Governo di Sua Maestá vede con favore la creazione in Palestina di un focolare
nazionale del popolo ebraico e si adoprerá col massimo impegno per il raggiungimento
di tale obiettivo, essendo inteso che non si fará nulla che possa recare pregiudizio ai
diritti civili e religiosi delle comunitá non ebraiche presenti in Palestina, né ai diritti e
allo status politico di cui godono gli ebrei in qualsiasi altro paese”.
Intenti britannici ?
1. proteggere la via di comunicazione con l'India con insediamento ebraico
fondamentale pre salvaguardare la posizione britannica nel canale di Suez;
2. sopravvalutazione del potere degli ebrei in USA e Russia
3. Lloyd George (all'epoca primo ministro britannico) aggiunse il desiderio di
attrarre risorse finanziarie ebraiche; timore che la Germania s'impadronisse del
movimento sionista; compassione per la situazione degli ebrei nel mondo
p. 109
controversie territoriali : per i francesi secondo Sykes-Picot la Siria spettava alla Francia
e la Palestina era parte della Siria; secondo la interpretazione russa dello stesso accordo la
Palestina non era altro che il territorio circostante Gerusalemme che doveva essere
internazionalizzato; secondo lo sceriffo della Mecca la Palestina avrebbe fatto parte dello
Stato o stati arabi; poi c'era la Dichiarazione Balfour.
p. 111
La questione dei punti di Wilson
1. diritto all'autodeterminazione dei popoli e abbandono degli accordi segreti non
erano condivisi dalle potenze europee
2. mercati aperti e libero commercio: non aveva senso annettersi dei territori se le
potenze coloniali non potevano escludere concorrenti indesiderati dai
possedimenti
p. 113
La Francia ricevette il mandato per Siria e Libano; la GB per i territori oggi
corrispondenti a Israele, Giordania e Iraq.
Il sistema dei mandati consentiva un controllo totale in campo economico e
amministrativo dei territori assegnati. Potevano anche unire e separare territori a
loro piacimento. Alla Conferenza del Cairo del 1921 i britannici decisero di separare
il territorio a est del Giordano dal mandato sulla Palestina per crearvi una unitea
amministrativa separata, la Transgiordania. Nominarono 'Abd Alla'h, secondogenito
di al-Husain ibn Ali, emiro di Transgiordania, divenne re nel 1946 quando i britannici
concessero l'indipendenza alla Giordania.
p. 115
Nel 1922, conforme alle richieste della Societá delle nazioni, la GB presentó un
documento che indicava i criteri per l'esercizio nel mandato della Palestina. Il preambolo
del documento conteneva la dichiarazione Balfour che assumeva cosí valenza giuridica
cogente. L'art. 6 diceva: l'Amministrazione della Palestina … faciliterà l'immigrazione
ebraica in condizioni adeguate e incoraggerà, collaborando con l'Agenzia ebraica di cui
all'art. 4 (istituto pubblico finalizzato a consigliare e collaborare con l'amm.ne per tutte le
questioni attinenti la creazione del focolare ebraico e gli interessi della popolazione).
L'Agenzia ebraica fu, inizialmente l'Organizzazione sionista mondiale con sede a
Londra, rappresentata in Palestina dall'Esecutivo sionista il cui capo era David Ben
Gurion, ebreo di oprigine polacca emigrato con la seconda aliyah.
Mediante i suoi ufifci europei l'Agenzia ebraica istruiva e selezionava gli immigrati.
Fu data precedenza ai sionisti che avevano ricevuto una preparazione in campo agricolo e
in attivitá artigianali ed erano stati istruiti nella lingua ebraica.
Cap. V
Dal nazionalismo in Palestina al nazionalismo palestinese
p. 121
Il nazionalismo palestinese nacque nel periodo tra le due guerre mondiali come
reazione all'insediamento e all'immigrazione dei sionisti.
Nelle campagne si adottarono forme di ressitenza ricorrenti nel mondo contadino:
rioccupazione forata delle terre; aggressione ai coloni; danni alle colture e proprietá.
Hobsbawn definí tale forme “ribellione primitiva” : mira al ristabilimento di quello che si
riteneva lo status quo; sono spontanee, localizzate di breve durata.
p. 123
L'élite colta degli arabi palestinesi all'indomani del crollo dell'Impero ottomano
adottarono il nazionalismo arabo: idea che tutti gli arabi costituivano un'unica nazione
per lingua storia e cultura. Sentimenti panarabi continuarono fino agli anni Cinquanta del
XX secolo e oltre.
Altri abitanti arabi della Palestina si consideravano siriani. Nel tardo Impero ottomano la
Grande Siria era un'unitá socioeconomica integrata. Strade ferrovie e unitá commerciale.
Durante il mandato le aspirazioni nazionaliste si rivelarono imperaticabili. La Palestina fu
separata dalla Siria e il successivo percorso storico divise le due entità per cui si rafforzó
l'identità palestinese.
Il primo nazionalismo era composto da notabili urbani, ex burocrati ottomani, e da
uno strato emergente di liberi professionisti desiderosi di avere un ruolo in qualsiasi
assetto politico futuro.
Programma comune: contrarietá al mandato, alla Dichiarazione Balfour e alla
separazione dalla Siria, sebbene l'autonomia palestinese, nell'ambito di uno starto
federale siriano, fosse un pilastro della piattaforma politica.
Organizzazioni di estrazione piú popolare esprimevano il loro nazionalismo con un
linguaggio che rispecchiava l'atteggiamento militante, l'opposizione all'élite e
l'egualitarismo.
Nel febbraio del 1929 i rappresentanti di entrambi i gruppi si riunirono a Damasco per
creare un fronte comune. Nacque il primo Congresso generale palestinese. Poco dopo per
le strade di damasco comparvero manifesti che dicevano “la Palestina é la nostra terra”.
p. 128
La linea Paulet-Newcombe , ossia la separazione tra Siria e Palestina, entró in vigore nel
1923 ma la separazione tra i due territori non fu mai messa in dubbio.
…
Gli autoctoni palestinese si attaccarono al carro sbagliato: il nazionalismo siriano. Molti
rimasero affezionati al sogno della Grande Siria.
p. 133
La Grande rivolta
Nel 1935 un predicatore con forte seguito, al-Qassam, prese la via delle colline con
alcuni seguaci per condurre la guerrigliacontro britannici e sionisti. I britannici
uccisero al-Qassam durante uno scontro a fuoco. Nella Palestina esplose pre tre anni
la rivolta che segnó un punto di svolta tra autoctoni e sionisti. Le radici nel conflitto:
1. emarginazione economica e crescente impoverimento della popolazione
autoctona
2. aumento e crescente intrusione della comunità sionista. Più ebrei arrivavano
più agenti sionisti acquistavano terre. Nel 1931 circa 20 mila famiglie contadine
erano state espulse dalle loro terre.
p. 140
Uso di immagini e termini religiosi nella retorica nazionalista (martiri, crociata, ecc).
Come la lingua per italiani e francesi fu vista come elemento di differenziazione, cosí
l'Islam fu visto quale elemento caratterizzante la differenza degli ottomani rispetto agli
occidentali. Cosí l'Islam assunse la connotazione di specifica cultura e storia del paese.
p. 142
la Grande rivolta scoppió nell'aprile del 1936 sulla scia dell'uccisione di due ebrei a
Nablus. La spirale delle rappresaglie collegò i vari partiti nazionalisti.
Sciopero e boicottaggio dissanguarono la pop. palestinese delle cittá mentre il prelievo
forzato di danaro dai palestinesi abbienti divise il movimento secondo linee di classe.
…
Nell'autunno del 1937 circa 10 mila combattenti arabi – mujahedin – s'aggiravano per le
campagne, attaccando britannici e sionisti e seminando il panico. Difficile dise se mossi
da sentimento nazionalista o dal saccheggio.
Non ernsao peró sostenuti dalla popolazione autoctona per via delle appropriazioni per
cui si costituí una economia di sacheggio.
p. 148
La rivolta causó la morte di 3 mila ribelli e la carcerazione di molti dirigenti nazionalisti.
Campagne danneggiate dai rivoltosi e dalle rappresaglie britanniche.
Molte persone abbienti e istruite si allontanarono dalla Palestina sia per sfuggire ai
combattimenti che per sottrarsi alle estorsioni dei ribelli.
Cap. VI
Dalla Grande rivolta alla guerra del 1948
p. 156
Relativa quiete della Palestina in epoca bellica per la forte contrazione
dell'immigrazione e il proseguimento dell'espansione dell'economia palestinese. Con la
quinta aliyah erano arrivati circa 200 mila nuovi immigrati (piú degli innigrati di tutte le
altre aliyot messe insieme).
… La guerra nei mari mise al riparo meglio di misure protezionistiche la debole industria
palestinese.
Inoltre Palestina divenne la seconda base britannica nella zona (dopo l'Egitto).
L'acquartieramento delle truppe creó la crescita della domanda di prodotti locali.
p. 158
Gli inglesi si resero conto di non poter sostenere l'impegno coloniale e cercarono di
convincere gli USA a svolgere un ruolo piú attivo nella soluzione del problema
palestinese.
…
1942 all'albergo Biltmore di New York un congresso sionista straordinario =
Programma Biltmore : i moderati di Weizmann (gradualismo, divisione della
Palestina tra ebrei e palestinesi, negoziato coi britannici) scalzati da Ben Gurion :
immediata creazione di uno stato comprendente l'intera Palestina e lotta armata, se
necessaria, per gli obiettivi.
p. 161
Nei primi mesi del dopoguerra Irgun e Banda Stern intensificarono gli attacchi terroristici
contro i britannici. Costoro risposero aumentando la repressione, costretti peró a
mantenere in Palestina un esercito di 1000 mila uomini.
Nel 1947 i britannici s'arresero e rovesciarono la questione Palestina sul tavolo delle
Nazioni Unite. Nell'agosto del 1947 la Commissione presentó una relazione di
maggioranza e una di minoranza.
Maggioranza: fine del mandato GB; divisione Palestina fra comunita' araba ed ebraica ma
unite economicamente; status internazionale per Gerusalemme.
Minoranza : unico stato federale.
Gia' prima del voto GB annuncio' che si sarebbe ritirata nel maggio del 1948. Cosi
quando l'Assemblea voto la proposta di maggioranza sia sionisti che palestinesi sapevano
che nessuno avrebbe reso esecutiva la deliberazione delle Nazioni Unite. Fu in questo
momento che la guerra in Palestina inizio' veramente.
p. 163
panorama internazionale: URSS aveva istituito il blocco di Berlino; si prevedeva la
vittoria del Pci in Italia; scioperi comunisti avevano paralizzato la Francia; un colpo di
stato in Cecoslovacchia aveva portato al potere i comunisti.
Truman: impegno morale per ebrei vittime della Shoah; Israele avamposto
occidentale in una area ostile.
p. 164
La guerra del 1948
Israeliani chiamano “guerra d'indipendenza” e palestinesi “nakbah”, si compose di
due conflitti: guerra civile tra Yishiv e palestinesi dal dic. 1947 al maggio 1948 e una
guerra tra neonato stato di Israele e i suoi vicini iniziata nel maggio 1948 e conclusa
con vari accordi armistiziali nei primi mesi del 1949.
Effetto: creazione di uno Stato di Israele all'interno di confini riconosciuti.
Per la guerra i tre quarti dei palestinesi residenti nei territori sui quali israele
proclamo' la sovranita' diventarono profughi ed era proibito far ritorno nelle loro
case nello Stato ebraico.
…
La vittoria dello Yishuv sugli Stati arabi circostanti e lo spostamento dei palestinesi
all'interno dei confini di Israele trasformarono il conflitto. Nel maggio del 1948 Israele si
era proclamato stato sovrano e un cataclisma aveva travolto i palestinesi.
…
La comunita' internazionale volse l'attenzione a quella che riteneva la questione primaria:
porre fine alla belligeranza nell'area.
p. 170
Stati arabi (Lega araba, niente piu' della somma dei suoi componenti) erano divisi in due
campi: Giordania e Iraq da una parte, Egitto Siria Arabia Saudita dall'atra. Giordania e
Iraq governati da due rami della famiglia hashimita, che avevano relazioni strette con i
britannici, sicche' si temeva una “cospirazione hashimita” volta a dominare il mondo
arabo.
A complicare la faccenda Giordania, Egitto e Iraq nutrivano tutti ambizioni egemoniche
nell'area. Risultato: mancanza di coordinamento e collaborazione.
p. 172
Colloqui di pace a Rodi organizzate dall'ONU si arenarono su due questioni:
Gerusalemme e profughi. Per i sionisti i palestinesi erano arabi che, in quanto tali,
potevano essere “rimpatriati” in uno dei tanti stati arabi.
…
Anziché trattare trattati di pace si raggiunsero accordi armistiziali = confermati confini
dello stato di Israele, La striscia di Gaza, zona occupata dall'esercito egiziano
durante la guerra rimase sotto controllo egiziano. Giordania annette
la
Cisgiordania i cui residenti avrebbero avuto passaporto e valuta giordana.
Gerusalemme divisa tra citta' nuova controllata da israeliani e citta' vecchia
controllata da giordani. Nel 1960 i Giordani aggiunsero confusione dichiarando
Gerusalemme loro capitale.
Piano ripartizione delle Nazioni Unite, 1947
Linea armistiziale, 1949
p. 176
Perche' i palestinesi abbiano abbandonato le loro case é questione controversa. Forse la
paura di restare intrappolati in una zona di guerra...
Furono cancellati oltre 500 villaggi palestinesi. La maggior parte dei palsestinesi
fuggi' in Cisgiordania, nella strisca di Gaza, nei paesi arabi limitrofi. Quelli più
istruiti e con maggio disponibilità economica cercarono rifugio anche in luoghi lontani
come Golfo persico, Europa, Americhe.
Cap. VIII
Conflitto arabo-israeliano
Questione irrisolta dalla guerra del 1948 =
1. Stato d'Israele riconosciuto da molti paesi ma non dagli Stati arabi limitrofi,
della Lega araba che impose boiccottaggio economico e diplomatico
2. problema dei profughi palestinesi
p. 215
Nel 1950 il Parlamento israeliano la Knesset voto' la legge del ritorno il cui primo
articolo stabiliva: “Tutti gli ebrei hanno il diritto di immigrare nel paese”.
A complicare ulteriormente il provvedimento ebraico per cui circa il 94% delle proprieta'
immobiliari abbandonate dai palestinesi fuoriusciti furono assegnate agli ebrei israeliani.
Per affrontare atti di sabotaggio e di infiltrazione Israele effettuo' operazioni di
rappresaglia contro gli stati da cui provenivano gli “infiltrati”.
p. 216
Nei primi 4 anni dell'esistenza di Israele arrivarono circa 700 mila nuovi immigrati.
Fu il raddoppio della popolazione israeliana. Altri 700 mila arrivarono nei 15 anni
seguenti.
… Inoltre ebrei iracheni, libici, egiziani siriani yemeniti (trasportati con ponte aereo
“Operazione tappeto volante”... Nel 2000 nell'intero mondo arabo restarono soltanto
5.000 ebrei.
Negli anni '60 gli ebrei di provenienza araba cominciarono a lamentare una certa
discriminazione nell'accesso al lavoro, istruzione, ospitati in tendopoli, ecc. … Molti
concretarono questa insoddisfazione aderendo ai partiti di destra del blocco del
Likud, una coalizione trasformatasi in un unico partito soltanto nel 1988 che manifestava
un certo rancore verso la aristocrazia laburista e che manifesto' atteggiamenti bellicosi nei
confronti dei paesi di provenienza, dal suo populismo e dall'ideologia non socialista,
consona ai sentimenti piccolo borghesi di molti immigrati dai paesi arabi.
p. 220
Verso la fine degli anni '40 ebbe inizio una serie di colpi di stato militari che
rovesciarono i governi di Siria, Egitto, Irap, Yemen del Nord, Libia. Portarono al
potere una nuova generazione di dirigenti politici arabi che, nel corso degli ani '50 e
'60 si faranno paladini di politiche antimperialiste, di non allineamento, di sviluppo
economico di stampo dirigista, all'epoca diffuse nei paesi in via di sviluppo. Il piu'
importate di questi dirigenti fu l'egiziano Nasser.
…
Nasser era all'inizio piu' preoccupato di negoziare un trattato coi britannici che
mettese fine a una presenza militare che durava ormai da 70 anni....
Nel 1954 gli egiziani scoprirono un piano del ministro dela Difesa israeliano (Lavon) per
far saltare in aria installazioni statunitensi e britanniche con l'intento di far cadere la
responsabilita' sugli egiziani per far interrompere i negoziati per il ritiro delle truppe
britanniche dal canale di Suez. Nasser era infuriato.
Poi venne l'incursione israeliana a Gaza. Nasser chiese armi agli occidentali che
rifiutarono. Allora cerco' altrove (Cecoslovacchia) e decise di riconoscere la Cina
Crisi di Suez del 1956 = USA posero il veto sulla richiesta egiziana di un prestito
internazionale per attuare la diga di Assuan che era fondamentale per l'agricoltura
egiziana. Nasser attuò allora la nazionalizzazione del canale di Suez di cui la GB era
azionista di maggioranza. Così l'Egitto poteva intascare un discreto beneficio e
porre fine alla presenza britannica in Egitto. Questa scintilla fece divampare la crisi
di Suez.
Dopo la nazionalizzazione Francia GB e Israele presero a tramare l'invasione
dell'Egitto.
Invece di rovesciare Nasser l'invasione suscito' la riprovazione internazionale.
Poiché avveniva sulla scia dell'invasione sovietica in Ungheria, accese anche la
contrarieta' degli USA perche' sviava l'attenzione dall'Ungheria.
L'invasione fu inoltre il canto del cigno delle vecchie potenze coloniali. Fu sulla scia
di questa crisi che USA assunse il ruolo di incontrastata potenza esterna nell'area
medioorientale. In seguito alle pressioni USA, GB Francia e Israele furono costrette
a ritirare le forze armate. Il prestigio di Nasser salì alle stelle.
Collegamento con la crisi del 1967 = Nasser elaboro' una visione dell'Occidente in
termini di cospirazione e si adopero' al conseguimento di una unita' araba. Nel 1958
Egitto e Siria si unificarono nella Republica araba unita (RAU) e stava negoziando
con l'Iraq. L'interruzione di questi negoziati e la secessione della Siria (1961)
confermarono Nasser nell'idea della cospirazione occidentale. Inoltre si confermo' nel
pericolo rappresentato da Israele per l'unita' araba.
…
Quando nel maggio del 1967 l'URSS lo informo' (ingannevolmente come apparira'
in seguito) che Israele stava ammassando truppe lungo il confine siriano, Nasser il
14 maggio del 1967 invio' l'esercito nel Sinai...
Nelle prime ore di guerra gli attacchi israeliani distrussero il 90% dell'aviazione
egiziana, il 70% di quelle siriana e tutta la giordana. Padrone dei cieli, Israele vinse
in sei giorni e si impossesso' del Sinai egiziano, altere del Golan (siriana),
Cisgiordania, Gaza, e Gerusalemme est.
…
Dopo la guerra preoccupazione degli arabi divenne la restituzione dei territori
occupati. Gli israeliani chiedevano riconoscimento e accordi di pace in cambio della
restituzione dei territori.
La formula “terra in cambio di pace” entro' a far parte della risoluzione 242 del
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (22 nov 1967). Israeliani, egiziani e
giordani (che avevano anticipato il ritorno della Cisgiordania sotto il loro controllo)
accettarono la risoluzione. La Siria nel 1973. Non accettarono i palestinesi
rappresentati dall'OLP.
p. 230
Kissinger attuo' la diplomazia della spola (negoziati mai diretti ma tramite mediatore)
riducendo l'URSS a mero osservatore degli eventi. Falli' pero' nell'obiettivo di
raggiungere una soluzione definitiva del conflitto.
…
Sadat, succeduto a Nasser nel 1970, concluse la pace per puntellare il suo debole
consenso in patria. Se avesse riconquistato il Sinai, ottenuti aiuti statunitensi, se avesse
potuto dirottare risorse militari verso economia avrebbe ottenuto appoggio del suo popolo
(fu ucciso nel 1981).
…
Storici: incapacita' di israele e arabi di pervenire ad un accordo in base alla
risoluzioone 242 ?
Ambiguita' della risoluzione.
Tre no degli arabi riuniti a Khartoum in Sudan (no a negoziati con Israele, no alla
pace e al riconoscimento di Israele).
Nel gioco a somma zero che era la guerra fredda sarebbe stato un punto per gli USA
se arabi avessero firmato la pace.
Guerra del 1973
Sadat voleva porre fine allo stallo, avvallato da USA e URSS. La guerra fece tra le
11 mila e 16 mila vittime arabe e israeliane e fu utilizzata dai paesi arabi membri
dell'OPEC come pretesto per alzare il prezzo del petrolio, che aumento' del 380% in
pochi mesi.
Dopo l'accoglimento da parte egiziana di invio truppe russe nell'area e la massima
allerta dell'USA il mondo fu sull'orlo della guerra nucleare.
L'America, impantanata in Vietnam e da poco in relazione con la Cina, fu di nuovo
investita nell'area.
…
Dopo il 1967 il Min della Difesa Moshe Dayan inauguro' la politica dei “ponti aperti” =
ai palestinesi residenti in Cisgiordania e Gaza venne riconosciuto il diritto di spostarsi
nella Palestina storica e di trovare impiego in Israele.
p. 241
Dal 1993 gli Israeliani avviarono una politica di rinuncia alla forza lavoro palestinese
sostituendola con lavoratori provenienti dall'Asia orientale e meridionale, dall'Europa
orientale e Africa.
Con lo scoppio della seconda intifada nel 2000 Israele inizio' a limitare in maniera
continuativa l'ingresso in Israele di forza lavoro palestinese.
…
p. 242
Gli insediamenti israeliani in Cisgiordania diventano capisaldi permanenti nel territorio e
un prezioso oggetto di scambio barattabile …
p. 244
Nel periodo 1972/1981 la crescita economica rallento' drasticamente a ragione dela crisi
che provoco' in Occidente la stagflazione e per via della rigidita' delle istituzioni
economiche e politiche israeliane.
…
Le elezioni del 1977 portarono per la prima volta al potere un primo ministro del
Likud, Mecham Begin. Sharon fu nominato ministro dell'Agricoltura e responsabile
della politica degli insediamenti.
p. 246
Il Gush Emunin fu fondato nel 1974 ma la sua ideologia risale agli insegnamenti del
rabbino Abraham Isaac Kook degli anni Venti.
…
Perseguivano il progetto di salvaguardare quello che si riteneva un lascito divino. Per
garantire che nessun governo israeliano cedesse il sacro lascito, gli adepti del Gush
Emunim vi si insediarono, sovente col consenso implicito del governo.
… Il governo ha incoraggiato l'espansione di questi insediamenti offrendo una vasta
gamma di incentivi: riduzioni fiscali, sovvenzioni, prestiti a basso interesse.
Cap. IX
Il movimento nazionale palestinese diventa adulto
Si deve all'OLP e ad Arafat il mantenimento in vita delle aspirazioni nazionali
palestinesi.
…
Nasser sperava che fare dell'Olp un docile strumento nelle mani della Lega araba
sarebbe stata una garanzia che il problema arabo. Sulla scia della guerra del 1967 e
del comportamento indecoroso della Lega, i palestinesi si resero conto che la
liberazione della Palestina stava nelle loro mani.
…
p. 262
Come i rivoluzionari algerini i comandanti guerriglieri che componevano la dirigenza
dell'olp fecero propria la teoria della lotta armata.
…
Dal 1969 i rappresentanti dei gruppi guerriglieri hanno dominato il Comitato esecutivo
dell'Olp.
Arafat fondo' al-Fatah verso la fine degli anni '50. In tutta la sua storia al-Fayah
propose un messaggioschiettamente nazionalista. Obiettivo della sua lotta e' il
ristabilimento dello Stato democratico e indipendente di Palestina. Non conteneva
appelli alla rivoluzione sociale e alla lotta di classe presenti ad esempio nella carat
costitutiva di un altro gruppo guerrigliero (Fplp, Fronte popolare per la lberazione
della Palestina).
p. 269
Soltanto nel 1974 l'Olp si prefisse l'obiettivo della creazione diuno stato palestinese
di dimensioni ridotte in Cisgiordania e Gaza; ma nello stesso tempo tergiverso'
dichiarando che si trattava di uno stato temporaneo destinato a durare finche'
l'intera Palestina non fosse interamente liberata.
Trascorsero altri 10 anni perche' l'Olp accettasse la risoluzione 242 che prevedeva il
riconoscimento della sovranita', integrita' territoriale e indipendenza di ogni stato
dell'area.
p. 270
Nel 1987 i palestinesi dei territori scatenarono l'intifada contro l'occupazione
israliana e Arafat si senti' in dovere di porsi alla testa del movimento.
…
Nell'estate del 1970 Fplp e Fdplp misero in atto blocchi stradali e attentati terroristici
clamorosi per mettere in difficolta' il governo giordano (stimavano che la liberazione
della Palesstina dovesse partire da un governo palestinese in Giordania).
Arafat fu costretto ad appoggiare i fedayin in armi. A meta' settembre l'esercito giordano
reagi' contro i guerriglieri facendo seguire l'espulsione dei guerriglieri dalla Giordania (=
settembre nero).
…
L'organizzazione fu costretta a installare il suo quartieri generali in Libano dove rimase
fino all'invasione israeliana del 1982. Dovettero stabilirsi poi in Tunisia.
…
Errori di Arafat = nel 1990 diede appoggio a Saddam Hussein invasore del Kuwait e
nel 1991 diede appoggio a un breve e fallimentare putsch dei comunisti duri e puri
contro Gorbacev inimicandosi Russia e stati del golfo.
p. 276
Intifada ('scrollarsi di dosso” qualcosa di spiacevole, cioe' ribellarsi, insorgere).
L'intifada del 1987/93 rappresento' una svolta nella storia del conflitto.
Nel 1986 re Hussein di Giordania annuncio' di aver rotto i ponti con Arafat. A causa
della firma del trattato di pace tra israele ed Egitto a Camp David nel 1979, la Lega
araba aveva espulso il suo associato egiziano, Sadat …
…
Nel dicembre del 1987 in seguito a un incidente tra un carro israeliano rimasero uccisi 4
palestinesi a Gaza. Nella striscia esplosero rivolte e dimostrazioni. Ragazzini disarmati
che tiravano sassi contro i carri israelianio … Rabin, ministro della Difesa ordino' di
spezzare le braccia ai ragazzini … “mobilitazione passiva” = gli adulti praticarono il
boicottaggio dei prodotti e degli imprenditori israeliani. Rifiutarono di pagare le tasse.
Ritirarono i deposti dalle banche israeliane, scioperi degli acquisti.
L'intifada rammento' al mondo il persistere della questione palestinese e trasformo'
l'occupazione in problema spinoso per gli israeliani.
…
p. 287
Tra le molte organizzazioni venute alla luce durante l'intifada uno sfido' l'Olp: il
movimento di resistenza islamico, il Hamas che acquisto notorieta' mettemndo in
pratica una tattica letale: gli attentati suicidi.
Hamas si differenzia dalla laica Olp per il rifiuto di riconoscere Israele, sia la
soluzione dei due Stati ed intende modellare secondo principi islamici la societa'
palestinese...
attivavano anche associazioni islamiche attive nelle opere di carita'...
Scarica