Gelvin James L., Il conflitto israelo-palestinese. Cent’anni di guerra, Torino, Einaudi, 2007 (PBE nuova serie, Storia, 357) Cap. II Le culture del nazionalismo p. 21 il sionismo nacque verso la fine del XIX secolo per una duplice reazione: all’antisemitismo europeo, e ai vari movimenti nazionalisti che escludevano gli ebrei dalle comunitá politiche in fase di formazione. … L'impero ottomano duró oltre 400 anni. Aveva caratteristiche simili agli altri imperi: politica estera = espansione del territorio dal quale incamerare tasse e tributi e la difesa dei domini piú redditizi dalle brame degli altri imperi; politica interna = riscuotere tasse e tributi; proteggere i contadini che li pagavano da incursioni e saccheggi di beduini e predoni; garantire sicurezza e prosperitá dei commerci, scoraggiare le rivolte urbane fornendo approvigionamenti alle cittá; impedire che notabii locali e funzionari dai quali dipendeva per la riscossione dei tributi intascassero troppo e si creassero basi di potere indipendenti. Gli ebrei d'Europa diventano nazione p. 49 Dal ME all'inizio dell'eta moderna, molti ebrei d'Europa vissero in ben delimitate aree urbane, “ghetti”, al cui interno era la comunitá a regolare la vita quotidiana (transazioni commerciali, matrimoni, istruzione, assistenza sociale, composizione delle liti). 1791 = emancipazione degli Ebrei, prima in Francia poi a seguire negli altri paesi occidentali. Nel XIX secolo circa il 75% degli ebrei viveva nell'Europa orientale, di cui una buona parte nell'Impero russo. Fu tra loro che il sionismo riscosse maggior successo. Nel 1791 Caterina la Grande dispose che gli ebrei si insediassero al margine dell'Impero nel “distretto d'insediamento”, come fu definito, che si estendeva dal Mar Baltico al mar Nero e comprendeva terrritori appartenenti a Lettonia, Lituania, Bielorussia, Ucraina e Polonia. Vivevano miseramente in piccole cittá e villaggi, separati dagli altri abitanti; periodicamente subivano violenze; la loro lingua franca era lo yiddish, un misto di tedesco, ebraico, qualche tocco di slavo e francese antico. ... Nel 1882 sulla scia dei tumulti contro gli ebrei (pogrom) le autoritá approvarono una legislazione limitativa dei diritti degli ebrei di possedere o prendere in affitto terre nel distretto o di risiedere in campagna. Cap. II Il sionismo e la colonizzazione della Palestina … p. 64 Fo probabilmente l'affare Dreyfus (1894) che spinse Herzl all'adesione al sionismo. Egli riteneva che un feroce antisemitismo comportasse la mancanza di sicurezza per gli ebrei che necessitavano, dunque, di una patria nella quale essere maggioranza. Divenne sostenitore della causa sionista e pubblicó opuscoli e manifesti per rendere poplare il movimento. Due anni dopo l'affare Dreyfus pubblicó Der Judenstaat (Lo Stato ebraico) nel quale riassumeva le sue tesi. Tale libro fu anche pubblicato sotto forma di racconto utopico-didascalico “Altneuland (Vecchia nuova terra). Herzl propose agli ebrei di rivolgersi ai governi euiropei affinché garantissero agli ebrei “sovranitá su una parte del globo sufficientemente estesa da garantire le esigenze della nazione”. Richiesta che sarebbe stata accolta perché i governi di tutti i paesi tormentati dall'antisemitismo farebbero il loro interesse aiutandoci a ottenre la sovranitá desiderata. p. 73 La storia dell'insediamento ebraico é divisa in periodi corrispondenti alle ondate migratorie, chiamate aliyot, plurale di aliyah (salita, ascesa = ascensione dalla diaspora per rinascere in Palestina). La prima aliyah fu sollecitata dai pogrom che avvennero in Russia dopo l'assassinio dello zar Alessandro II. Pogrom che non eano una novitá e che in genere avvenivano nel periodo pasquale con la puntuale diffusione di dicerie secondo cui gli ebrei uccidevano bambini cristiani per finalitá ritualistiche legate alla loro Pasqua. p. 75 Dopo i pogrom del 1881 ebrei di Russia e Romania iniziarono a creare comitati per aiutare l'emigrazione in Palestina. Noti come “Amanti di Sion”, nel 1884 diedero vita a una organizzazione centralizzata presieduta da Leo Pinsker. Cercarono finanziatori del loro progetto e istituirono un comitato esecutivo a Giaffa per coordinare il flusso di immigrati in Palestina. Privi di esperiena in campo agricolo, copiarono le tecniche locali (pluricoltura estensiva, di sussistenza) e le forme organizzative (proprietá collettiva della terra e delle attrezzature). Secondo Herzl il sionismo sarebbe stato una parte del bastione d'Europa contro l'Asia, un avanposto della civiltá a difesa della barbarie. … Tra il 1882 e il 1900 il barone Raimond de Rotschild investí 1,5 milioni di sterline negli insediamenti agricoli. La sua visione peró non contemplava l'agricoltura di sussistenza e introdusse il sistema della piantagione, la monocultura intensiva, rendendoli peró anche dipendenti dai capricci del mercato. Decollò la viticoltura che richiedeva mano d'opera a basso costo, spesso araba e non ebraica, pertanto contraria agli ideali sionisti. Ciò metteva in dubbio la scelta di basarsi in toto su interessi privati al fine di eprseguire gli intenti sionisti. p. 81 Giá al primo Congresso Sionista i delegarti crearono un Fondo nazionale ebraico per l'acquisto di terra e la sua amministrazione fiduciaria per conto dela nazione ebraica. Fondo creato nel 1901 che spiega come la proprietá privata della terra continui ad essere rara nell'Israele odierno. p. 83 Riuscirono a creare strutture economiche e sociali a sostenere la colonizzazione ebraica della Palestina la seconda e terza aliyah avvenute, rispettivamente, nel 1904/14 e nel 1918/23. Le due ondate portarono in Palestina 75 mila nuovi coloni in seguito anche ad eventi traumatici come: il pogrom di Kisinev del 1903, la guerra russo-giapponese del 1904/05 e la rivolusione russa del 1905. p. 86 il propposito dei sionisti era disseminare di colonie l'intera Palestina. Si sviluppó un vero culto del dissodamento della terra, della bonifica, del “far fiorire il deserto”. p. 89 Seconda e terza aliyah sono spesso identificate con due tipi di insediamento agricolo (kibbutzim e moshavim). Praticvavano una forma di agricoltura mista. Coltivavano frutta e granaglie, allevavavano animali, producevano latte e latticini. I kibbutzim erano aziende agricole di tipo comunistico: non prevedevano la proprietá privata, non avevano gerarchie permanenti e non impiegavano manodopera esterna, lasciavano ristretti margini di privatezza (pasti in comune, bambini allevati in comune). Decisioni collettive. Il primo kibbutz fu creato nel 1909 a Degania sulla costa meridionale del lago di Tiberiade. Le moshavim, aziende agrciole di tipo cooperativistico che prevedevano la proprietá privata di parcelle di terra e la vendita privata dei prodotti agricoli sul mercato, si svilupparono dal movimento dei kibbutz a distanza di una decina d'anni dai suoi inizi. … Il kibbutz diventó il simbolo dello spirito cooperativistico, egualitario e pionieristico del movimento sionista. Secondo il sociologo Gershon Shafir rispondevano all'esigenza concreta e prosaica di eliminare il ricorso alla manodopera araba. La celebrazione dello spirito del kibbutz si sviluppò durante la terza aliyah per affermare il sionismo laburista e il suo movimento. p. 92 La quarta aliyah (1924/28) fece affluire circa 82 mila nuovi immigrati composta di ebrei polacchi che avevano scelto di emigrare in seguito alla politica antisemita adottata in Polonia. Erano nella maggior parte piccoli imprenditori e bottegai. La magior parte della quarta aliyah non si richiamava ai principi socialisti delle due ondate precedenti e per loro la conquista della terra era scarsamente allettante. Circa 4/5 si insediarono a tel Aviv e Haifa non in zone rurali. Dal 1923 al 1926 Tel Aviv crebbe da 16 a 40 mila unitá. Molti di questi profughi si sentirono rappresentati da Vladimir Jabotinski, che sarebbe diventato campione del “revisionismo sionista”. Per lui era necessario “revisionare” il movimento sionista affinché realizzasse la graduale trasformazione della Palestina (compresa la Transgiordania) in una repubblica autonoma sotto la maggioranza ebraica. Egli sará all'origine del filone dell'attuale pensiero politico israeliano contrapposto a quello che ha avuto origine nella seconda e terza aliyah. Egli, dunque, ispiró il Likud e i suoi esponenti. Il primo a diventare premier fu Menachem Begin nel 1977. Seguirono Y. Shamir, B. Netanyahu e Ariel Sharon. Cap. IV La prima guerra mondiale e il mandato britannico in Palestina Effetti della guerra: 1. distruzione dell'Impero ottomano e sua suddivisione in entitá politiche piccole che sarebbero diventate poi indipendenti; 2. Gran Bretagna e Francia amministrarono per mandato internazionale (istituto a metà tra annessione coloniale e sovranità totale) 3. l'obiettico del movimento sionista, la creazione di una sede nazionale per il popolo ebraico in Palestina garantito dal diritto pubblico, ottenne il sostegno della Gran Bretagna 4. frantumazione del quadro poitico/istituzionale che aveva tenuto insieme per 4 secoli in un unico stato turchi e arabi. Crollo che comportò la nascita di un gran numero di movimenti nazionaisti. p. 105 Conseguenze assai maggiori ebbe la dichiarazione del ministro degli esteri britannico Asrghur Balfour (proposta dal barone Lionel Walter Rothschild, del ramo britannico della famigliadi banchieri del barone Edmond de Rothschild) che divenne pietra miliare del movimento sionista: “Il Governo di Sua Maestá vede con favore la creazione in Palestina di un focolare nazionale del popolo ebraico e si adoprerá col massimo impegno per il raggiungimento di tale obiettivo, essendo inteso che non si fará nulla che possa recare pregiudizio ai diritti civili e religiosi delle comunitá non ebraiche presenti in Palestina, né ai diritti e allo status politico di cui godono gli ebrei in qualsiasi altro paese”. Intenti britannici ? 1. proteggere la via di comunicazione con l'India con insediamento ebraico fondamentale pre salvaguardare la posizione britannica nel canale di Suez; 2. sopravvalutazione del potere degli ebrei in USA e Russia 3. Lloyd George (all'epoca primo ministro britannico) aggiunse il desiderio di attrarre risorse finanziarie ebraiche; timore che la Germania s'impadronisse del movimento sionista; compassione per la situazione degli ebrei nel mondo p. 109 controversie territoriali : per i francesi secondo Sykes-Picot la Siria spettava alla Francia e la Palestina era parte della Siria; secondo la interpretazione russa dello stesso accordo la Palestina non era altro che il territorio circostante Gerusalemme che doveva essere internazionalizzato; secondo lo sceriffo della Mecca la Palestina avrebbe fatto parte dello Stato o stati arabi; poi c'era la Dichiarazione Balfour. p. 111 La questione dei punti di Wilson 1. diritto all'autodeterminazione dei popoli e abbandono degli accordi segreti non erano condivisi dalle potenze europee 2. mercati aperti e libero commercio: non aveva senso annettersi dei territori se le potenze coloniali non potevano escludere concorrenti indesiderati dai possedimenti p. 113 La Francia ricevette il mandato per Siria e Libano; la GB per i territori oggi corrispondenti a Israele, Giordania e Iraq. Il sistema dei mandati consentiva un controllo totale in campo economico e amministrativo dei territori assegnati. Potevano anche unire e separare territori a loro piacimento. Alla Conferenza del Cairo del 1921 i britannici decisero di separare il territorio a est del Giordano dal mandato sulla Palestina per crearvi una unitea amministrativa separata, la Transgiordania. Nominarono 'Abd Alla'h, secondogenito di al-Husain ibn Ali, emiro di Transgiordania, divenne re nel 1946 quando i britannici concessero l'indipendenza alla Giordania. p. 115 Nel 1922, conforme alle richieste della Societá delle nazioni, la GB presentó un documento che indicava i criteri per l'esercizio nel mandato della Palestina. Il preambolo del documento conteneva la dichiarazione Balfour che assumeva cosí valenza giuridica cogente. L'art. 6 diceva: l'Amministrazione della Palestina … faciliterà l'immigrazione ebraica in condizioni adeguate e incoraggerà, collaborando con l'Agenzia ebraica di cui all'art. 4 (istituto pubblico finalizzato a consigliare e collaborare con l'amm.ne per tutte le questioni attinenti la creazione del focolare ebraico e gli interessi della popolazione). L'Agenzia ebraica fu, inizialmente l'Organizzazione sionista mondiale con sede a Londra, rappresentata in Palestina dall'Esecutivo sionista il cui capo era David Ben Gurion, ebreo di oprigine polacca emigrato con la seconda aliyah. Mediante i suoi ufifci europei l'Agenzia ebraica istruiva e selezionava gli immigrati. Fu data precedenza ai sionisti che avevano ricevuto una preparazione in campo agricolo e in attivitá artigianali ed erano stati istruiti nella lingua ebraica. Cap. V Dal nazionalismo in Palestina al nazionalismo palestinese p. 121 Il nazionalismo palestinese nacque nel periodo tra le due guerre mondiali come reazione all'insediamento e all'immigrazione dei sionisti. Nelle campagne si adottarono forme di ressitenza ricorrenti nel mondo contadino: rioccupazione forata delle terre; aggressione ai coloni; danni alle colture e proprietá. Hobsbawn definí tale forme “ribellione primitiva” : mira al ristabilimento di quello che si riteneva lo status quo; sono spontanee, localizzate di breve durata. p. 123 L'élite colta degli arabi palestinesi all'indomani del crollo dell'Impero ottomano adottarono il nazionalismo arabo: idea che tutti gli arabi costituivano un'unica nazione per lingua storia e cultura. Sentimenti panarabi continuarono fino agli anni Cinquanta del XX secolo e oltre. Altri abitanti arabi della Palestina si consideravano siriani. Nel tardo Impero ottomano la Grande Siria era un'unitá socioeconomica integrata. Strade ferrovie e unitá commerciale. Durante il mandato le aspirazioni nazionaliste si rivelarono imperaticabili. La Palestina fu separata dalla Siria e il successivo percorso storico divise le due entità per cui si rafforzó l'identità palestinese. Il primo nazionalismo era composto da notabili urbani, ex burocrati ottomani, e da uno strato emergente di liberi professionisti desiderosi di avere un ruolo in qualsiasi assetto politico futuro. Programma comune: contrarietá al mandato, alla Dichiarazione Balfour e alla separazione dalla Siria, sebbene l'autonomia palestinese, nell'ambito di uno starto federale siriano, fosse un pilastro della piattaforma politica. Organizzazioni di estrazione piú popolare esprimevano il loro nazionalismo con un linguaggio che rispecchiava l'atteggiamento militante, l'opposizione all'élite e l'egualitarismo. Nel febbraio del 1929 i rappresentanti di entrambi i gruppi si riunirono a Damasco per creare un fronte comune. Nacque il primo Congresso generale palestinese. Poco dopo per le strade di damasco comparvero manifesti che dicevano “la Palestina é la nostra terra”. p. 128 La linea Paulet-Newcombe , ossia la separazione tra Siria e Palestina, entró in vigore nel 1923 ma la separazione tra i due territori non fu mai messa in dubbio. … Gli autoctoni palestinese si attaccarono al carro sbagliato: il nazionalismo siriano. Molti rimasero affezionati al sogno della Grande Siria. p. 133 La Grande rivolta Nel 1935 un predicatore con forte seguito, al-Qassam, prese la via delle colline con alcuni seguaci per condurre la guerrigliacontro britannici e sionisti. I britannici uccisero al-Qassam durante uno scontro a fuoco. Nella Palestina esplose pre tre anni la rivolta che segnó un punto di svolta tra autoctoni e sionisti. Le radici nel conflitto: 1. emarginazione economica e crescente impoverimento della popolazione autoctona 2. aumento e crescente intrusione della comunità sionista. Più ebrei arrivavano più agenti sionisti acquistavano terre. Nel 1931 circa 20 mila famiglie contadine erano state espulse dalle loro terre. p. 140 Uso di immagini e termini religiosi nella retorica nazionalista (martiri, crociata, ecc). Come la lingua per italiani e francesi fu vista come elemento di differenziazione, cosí l'Islam fu visto quale elemento caratterizzante la differenza degli ottomani rispetto agli occidentali. Cosí l'Islam assunse la connotazione di specifica cultura e storia del paese. p. 142 la Grande rivolta scoppió nell'aprile del 1936 sulla scia dell'uccisione di due ebrei a Nablus. La spirale delle rappresaglie collegò i vari partiti nazionalisti. Sciopero e boicottaggio dissanguarono la pop. palestinese delle cittá mentre il prelievo forzato di danaro dai palestinesi abbienti divise il movimento secondo linee di classe. … Nell'autunno del 1937 circa 10 mila combattenti arabi – mujahedin – s'aggiravano per le campagne, attaccando britannici e sionisti e seminando il panico. Difficile dise se mossi da sentimento nazionalista o dal saccheggio. Non ernsao peró sostenuti dalla popolazione autoctona per via delle appropriazioni per cui si costituí una economia di sacheggio. p. 148 La rivolta causó la morte di 3 mila ribelli e la carcerazione di molti dirigenti nazionalisti. Campagne danneggiate dai rivoltosi e dalle rappresaglie britanniche. Molte persone abbienti e istruite si allontanarono dalla Palestina sia per sfuggire ai combattimenti che per sottrarsi alle estorsioni dei ribelli. Cap. VI Dalla Grande rivolta alla guerra del 1948 p. 156 Relativa quiete della Palestina in epoca bellica per la forte contrazione dell'immigrazione e il proseguimento dell'espansione dell'economia palestinese. Con la quinta aliyah erano arrivati circa 200 mila nuovi immigrati (piú degli innigrati di tutte le altre aliyot messe insieme). … La guerra nei mari mise al riparo meglio di misure protezionistiche la debole industria palestinese. Inoltre Palestina divenne la seconda base britannica nella zona (dopo l'Egitto). L'acquartieramento delle truppe creó la crescita della domanda di prodotti locali. p. 158 Gli inglesi si resero conto di non poter sostenere l'impegno coloniale e cercarono di convincere gli USA a svolgere un ruolo piú attivo nella soluzione del problema palestinese. … 1942 all'albergo Biltmore di New York un congresso sionista straordinario = Programma Biltmore : i moderati di Weizmann (gradualismo, divisione della Palestina tra ebrei e palestinesi, negoziato coi britannici) scalzati da Ben Gurion : immediata creazione di uno stato comprendente l'intera Palestina e lotta armata, se necessaria, per gli obiettivi. p. 161 Nei primi mesi del dopoguerra Irgun e Banda Stern intensificarono gli attacchi terroristici contro i britannici. Costoro risposero aumentando la repressione, costretti peró a mantenere in Palestina un esercito di 1000 mila uomini. Nel 1947 i britannici s'arresero e rovesciarono la questione Palestina sul tavolo delle Nazioni Unite. Nell'agosto del 1947 la Commissione presentó una relazione di maggioranza e una di minoranza. Maggioranza: fine del mandato GB; divisione Palestina fra comunita' araba ed ebraica ma unite economicamente; status internazionale per Gerusalemme. Minoranza : unico stato federale. Gia' prima del voto GB annuncio' che si sarebbe ritirata nel maggio del 1948. Cosi quando l'Assemblea voto la proposta di maggioranza sia sionisti che palestinesi sapevano che nessuno avrebbe reso esecutiva la deliberazione delle Nazioni Unite. Fu in questo momento che la guerra in Palestina inizio' veramente. p. 163 panorama internazionale: URSS aveva istituito il blocco di Berlino; si prevedeva la vittoria del Pci in Italia; scioperi comunisti avevano paralizzato la Francia; un colpo di stato in Cecoslovacchia aveva portato al potere i comunisti. Truman: impegno morale per ebrei vittime della Shoah; Israele avamposto occidentale in una area ostile. p. 164 La guerra del 1948 Israeliani chiamano “guerra d'indipendenza” e palestinesi “nakbah”, si compose di due conflitti: guerra civile tra Yishiv e palestinesi dal dic. 1947 al maggio 1948 e una guerra tra neonato stato di Israele e i suoi vicini iniziata nel maggio 1948 e conclusa con vari accordi armistiziali nei primi mesi del 1949. Effetto: creazione di uno Stato di Israele all'interno di confini riconosciuti. Per la guerra i tre quarti dei palestinesi residenti nei territori sui quali israele proclamo' la sovranita' diventarono profughi ed era proibito far ritorno nelle loro case nello Stato ebraico. … La vittoria dello Yishuv sugli Stati arabi circostanti e lo spostamento dei palestinesi all'interno dei confini di Israele trasformarono il conflitto. Nel maggio del 1948 Israele si era proclamato stato sovrano e un cataclisma aveva travolto i palestinesi. … La comunita' internazionale volse l'attenzione a quella che riteneva la questione primaria: porre fine alla belligeranza nell'area. p. 170 Stati arabi (Lega araba, niente piu' della somma dei suoi componenti) erano divisi in due campi: Giordania e Iraq da una parte, Egitto Siria Arabia Saudita dall'atra. Giordania e Iraq governati da due rami della famiglia hashimita, che avevano relazioni strette con i britannici, sicche' si temeva una “cospirazione hashimita” volta a dominare il mondo arabo. A complicare la faccenda Giordania, Egitto e Iraq nutrivano tutti ambizioni egemoniche nell'area. Risultato: mancanza di coordinamento e collaborazione. p. 172 Colloqui di pace a Rodi organizzate dall'ONU si arenarono su due questioni: Gerusalemme e profughi. Per i sionisti i palestinesi erano arabi che, in quanto tali, potevano essere “rimpatriati” in uno dei tanti stati arabi. … Anziché trattare trattati di pace si raggiunsero accordi armistiziali = confermati confini dello stato di Israele, La striscia di Gaza, zona occupata dall'esercito egiziano durante la guerra rimase sotto controllo egiziano. Giordania annette la Cisgiordania i cui residenti avrebbero avuto passaporto e valuta giordana. Gerusalemme divisa tra citta' nuova controllata da israeliani e citta' vecchia controllata da giordani. Nel 1960 i Giordani aggiunsero confusione dichiarando Gerusalemme loro capitale. Piano ripartizione delle Nazioni Unite, 1947 Linea armistiziale, 1949 p. 176 Perche' i palestinesi abbiano abbandonato le loro case é questione controversa. Forse la paura di restare intrappolati in una zona di guerra... Furono cancellati oltre 500 villaggi palestinesi. La maggior parte dei palsestinesi fuggi' in Cisgiordania, nella strisca di Gaza, nei paesi arabi limitrofi. Quelli più istruiti e con maggio disponibilità economica cercarono rifugio anche in luoghi lontani come Golfo persico, Europa, Americhe. Cap. VIII Conflitto arabo-israeliano Questione irrisolta dalla guerra del 1948 = 1. Stato d'Israele riconosciuto da molti paesi ma non dagli Stati arabi limitrofi, della Lega araba che impose boiccottaggio economico e diplomatico 2. problema dei profughi palestinesi p. 215 Nel 1950 il Parlamento israeliano la Knesset voto' la legge del ritorno il cui primo articolo stabiliva: “Tutti gli ebrei hanno il diritto di immigrare nel paese”. A complicare ulteriormente il provvedimento ebraico per cui circa il 94% delle proprieta' immobiliari abbandonate dai palestinesi fuoriusciti furono assegnate agli ebrei israeliani. Per affrontare atti di sabotaggio e di infiltrazione Israele effettuo' operazioni di rappresaglia contro gli stati da cui provenivano gli “infiltrati”. p. 216 Nei primi 4 anni dell'esistenza di Israele arrivarono circa 700 mila nuovi immigrati. Fu il raddoppio della popolazione israeliana. Altri 700 mila arrivarono nei 15 anni seguenti. … Inoltre ebrei iracheni, libici, egiziani siriani yemeniti (trasportati con ponte aereo “Operazione tappeto volante”... Nel 2000 nell'intero mondo arabo restarono soltanto 5.000 ebrei. Negli anni '60 gli ebrei di provenienza araba cominciarono a lamentare una certa discriminazione nell'accesso al lavoro, istruzione, ospitati in tendopoli, ecc. … Molti concretarono questa insoddisfazione aderendo ai partiti di destra del blocco del Likud, una coalizione trasformatasi in un unico partito soltanto nel 1988 che manifestava un certo rancore verso la aristocrazia laburista e che manifesto' atteggiamenti bellicosi nei confronti dei paesi di provenienza, dal suo populismo e dall'ideologia non socialista, consona ai sentimenti piccolo borghesi di molti immigrati dai paesi arabi. p. 220 Verso la fine degli anni '40 ebbe inizio una serie di colpi di stato militari che rovesciarono i governi di Siria, Egitto, Irap, Yemen del Nord, Libia. Portarono al potere una nuova generazione di dirigenti politici arabi che, nel corso degli ani '50 e '60 si faranno paladini di politiche antimperialiste, di non allineamento, di sviluppo economico di stampo dirigista, all'epoca diffuse nei paesi in via di sviluppo. Il piu' importate di questi dirigenti fu l'egiziano Nasser. … Nasser era all'inizio piu' preoccupato di negoziare un trattato coi britannici che mettese fine a una presenza militare che durava ormai da 70 anni.... Nel 1954 gli egiziani scoprirono un piano del ministro dela Difesa israeliano (Lavon) per far saltare in aria installazioni statunitensi e britanniche con l'intento di far cadere la responsabilita' sugli egiziani per far interrompere i negoziati per il ritiro delle truppe britanniche dal canale di Suez. Nasser era infuriato. Poi venne l'incursione israeliana a Gaza. Nasser chiese armi agli occidentali che rifiutarono. Allora cerco' altrove (Cecoslovacchia) e decise di riconoscere la Cina Crisi di Suez del 1956 = USA posero il veto sulla richiesta egiziana di un prestito internazionale per attuare la diga di Assuan che era fondamentale per l'agricoltura egiziana. Nasser attuò allora la nazionalizzazione del canale di Suez di cui la GB era azionista di maggioranza. Così l'Egitto poteva intascare un discreto beneficio e porre fine alla presenza britannica in Egitto. Questa scintilla fece divampare la crisi di Suez. Dopo la nazionalizzazione Francia GB e Israele presero a tramare l'invasione dell'Egitto. Invece di rovesciare Nasser l'invasione suscito' la riprovazione internazionale. Poiché avveniva sulla scia dell'invasione sovietica in Ungheria, accese anche la contrarieta' degli USA perche' sviava l'attenzione dall'Ungheria. L'invasione fu inoltre il canto del cigno delle vecchie potenze coloniali. Fu sulla scia di questa crisi che USA assunse il ruolo di incontrastata potenza esterna nell'area medioorientale. In seguito alle pressioni USA, GB Francia e Israele furono costrette a ritirare le forze armate. Il prestigio di Nasser salì alle stelle. Collegamento con la crisi del 1967 = Nasser elaboro' una visione dell'Occidente in termini di cospirazione e si adopero' al conseguimento di una unita' araba. Nel 1958 Egitto e Siria si unificarono nella Republica araba unita (RAU) e stava negoziando con l'Iraq. L'interruzione di questi negoziati e la secessione della Siria (1961) confermarono Nasser nell'idea della cospirazione occidentale. Inoltre si confermo' nel pericolo rappresentato da Israele per l'unita' araba. … Quando nel maggio del 1967 l'URSS lo informo' (ingannevolmente come apparira' in seguito) che Israele stava ammassando truppe lungo il confine siriano, Nasser il 14 maggio del 1967 invio' l'esercito nel Sinai... Nelle prime ore di guerra gli attacchi israeliani distrussero il 90% dell'aviazione egiziana, il 70% di quelle siriana e tutta la giordana. Padrone dei cieli, Israele vinse in sei giorni e si impossesso' del Sinai egiziano, altere del Golan (siriana), Cisgiordania, Gaza, e Gerusalemme est. … Dopo la guerra preoccupazione degli arabi divenne la restituzione dei territori occupati. Gli israeliani chiedevano riconoscimento e accordi di pace in cambio della restituzione dei territori. La formula “terra in cambio di pace” entro' a far parte della risoluzione 242 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (22 nov 1967). Israeliani, egiziani e giordani (che avevano anticipato il ritorno della Cisgiordania sotto il loro controllo) accettarono la risoluzione. La Siria nel 1973. Non accettarono i palestinesi rappresentati dall'OLP. p. 230 Kissinger attuo' la diplomazia della spola (negoziati mai diretti ma tramite mediatore) riducendo l'URSS a mero osservatore degli eventi. Falli' pero' nell'obiettivo di raggiungere una soluzione definitiva del conflitto. … Sadat, succeduto a Nasser nel 1970, concluse la pace per puntellare il suo debole consenso in patria. Se avesse riconquistato il Sinai, ottenuti aiuti statunitensi, se avesse potuto dirottare risorse militari verso economia avrebbe ottenuto appoggio del suo popolo (fu ucciso nel 1981). … Storici: incapacita' di israele e arabi di pervenire ad un accordo in base alla risoluzioone 242 ? Ambiguita' della risoluzione. Tre no degli arabi riuniti a Khartoum in Sudan (no a negoziati con Israele, no alla pace e al riconoscimento di Israele). Nel gioco a somma zero che era la guerra fredda sarebbe stato un punto per gli USA se arabi avessero firmato la pace. Guerra del 1973 Sadat voleva porre fine allo stallo, avvallato da USA e URSS. La guerra fece tra le 11 mila e 16 mila vittime arabe e israeliane e fu utilizzata dai paesi arabi membri dell'OPEC come pretesto per alzare il prezzo del petrolio, che aumento' del 380% in pochi mesi. Dopo l'accoglimento da parte egiziana di invio truppe russe nell'area e la massima allerta dell'USA il mondo fu sull'orlo della guerra nucleare. L'America, impantanata in Vietnam e da poco in relazione con la Cina, fu di nuovo investita nell'area. … Dopo il 1967 il Min della Difesa Moshe Dayan inauguro' la politica dei “ponti aperti” = ai palestinesi residenti in Cisgiordania e Gaza venne riconosciuto il diritto di spostarsi nella Palestina storica e di trovare impiego in Israele. p. 241 Dal 1993 gli Israeliani avviarono una politica di rinuncia alla forza lavoro palestinese sostituendola con lavoratori provenienti dall'Asia orientale e meridionale, dall'Europa orientale e Africa. Con lo scoppio della seconda intifada nel 2000 Israele inizio' a limitare in maniera continuativa l'ingresso in Israele di forza lavoro palestinese. … p. 242 Gli insediamenti israeliani in Cisgiordania diventano capisaldi permanenti nel territorio e un prezioso oggetto di scambio barattabile … p. 244 Nel periodo 1972/1981 la crescita economica rallento' drasticamente a ragione dela crisi che provoco' in Occidente la stagflazione e per via della rigidita' delle istituzioni economiche e politiche israeliane. … Le elezioni del 1977 portarono per la prima volta al potere un primo ministro del Likud, Mecham Begin. Sharon fu nominato ministro dell'Agricoltura e responsabile della politica degli insediamenti. p. 246 Il Gush Emunin fu fondato nel 1974 ma la sua ideologia risale agli insegnamenti del rabbino Abraham Isaac Kook degli anni Venti. … Perseguivano il progetto di salvaguardare quello che si riteneva un lascito divino. Per garantire che nessun governo israeliano cedesse il sacro lascito, gli adepti del Gush Emunim vi si insediarono, sovente col consenso implicito del governo. … Il governo ha incoraggiato l'espansione di questi insediamenti offrendo una vasta gamma di incentivi: riduzioni fiscali, sovvenzioni, prestiti a basso interesse. Cap. IX Il movimento nazionale palestinese diventa adulto Si deve all'OLP e ad Arafat il mantenimento in vita delle aspirazioni nazionali palestinesi. … Nasser sperava che fare dell'Olp un docile strumento nelle mani della Lega araba sarebbe stata una garanzia che il problema arabo. Sulla scia della guerra del 1967 e del comportamento indecoroso della Lega, i palestinesi si resero conto che la liberazione della Palestina stava nelle loro mani. … p. 262 Come i rivoluzionari algerini i comandanti guerriglieri che componevano la dirigenza dell'olp fecero propria la teoria della lotta armata. … Dal 1969 i rappresentanti dei gruppi guerriglieri hanno dominato il Comitato esecutivo dell'Olp. Arafat fondo' al-Fatah verso la fine degli anni '50. In tutta la sua storia al-Fayah propose un messaggioschiettamente nazionalista. Obiettivo della sua lotta e' il ristabilimento dello Stato democratico e indipendente di Palestina. Non conteneva appelli alla rivoluzione sociale e alla lotta di classe presenti ad esempio nella carat costitutiva di un altro gruppo guerrigliero (Fplp, Fronte popolare per la lberazione della Palestina). p. 269 Soltanto nel 1974 l'Olp si prefisse l'obiettivo della creazione diuno stato palestinese di dimensioni ridotte in Cisgiordania e Gaza; ma nello stesso tempo tergiverso' dichiarando che si trattava di uno stato temporaneo destinato a durare finche' l'intera Palestina non fosse interamente liberata. Trascorsero altri 10 anni perche' l'Olp accettasse la risoluzione 242 che prevedeva il riconoscimento della sovranita', integrita' territoriale e indipendenza di ogni stato dell'area. p. 270 Nel 1987 i palestinesi dei territori scatenarono l'intifada contro l'occupazione israliana e Arafat si senti' in dovere di porsi alla testa del movimento. … Nell'estate del 1970 Fplp e Fdplp misero in atto blocchi stradali e attentati terroristici clamorosi per mettere in difficolta' il governo giordano (stimavano che la liberazione della Palesstina dovesse partire da un governo palestinese in Giordania). Arafat fu costretto ad appoggiare i fedayin in armi. A meta' settembre l'esercito giordano reagi' contro i guerriglieri facendo seguire l'espulsione dei guerriglieri dalla Giordania (= settembre nero). … L'organizzazione fu costretta a installare il suo quartieri generali in Libano dove rimase fino all'invasione israeliana del 1982. Dovettero stabilirsi poi in Tunisia. … Errori di Arafat = nel 1990 diede appoggio a Saddam Hussein invasore del Kuwait e nel 1991 diede appoggio a un breve e fallimentare putsch dei comunisti duri e puri contro Gorbacev inimicandosi Russia e stati del golfo. p. 276 Intifada ('scrollarsi di dosso” qualcosa di spiacevole, cioe' ribellarsi, insorgere). L'intifada del 1987/93 rappresento' una svolta nella storia del conflitto. Nel 1986 re Hussein di Giordania annuncio' di aver rotto i ponti con Arafat. A causa della firma del trattato di pace tra israele ed Egitto a Camp David nel 1979, la Lega araba aveva espulso il suo associato egiziano, Sadat … … Nel dicembre del 1987 in seguito a un incidente tra un carro israeliano rimasero uccisi 4 palestinesi a Gaza. Nella striscia esplosero rivolte e dimostrazioni. Ragazzini disarmati che tiravano sassi contro i carri israelianio … Rabin, ministro della Difesa ordino' di spezzare le braccia ai ragazzini … “mobilitazione passiva” = gli adulti praticarono il boicottaggio dei prodotti e degli imprenditori israeliani. Rifiutarono di pagare le tasse. Ritirarono i deposti dalle banche israeliane, scioperi degli acquisti. L'intifada rammento' al mondo il persistere della questione palestinese e trasformo' l'occupazione in problema spinoso per gli israeliani. … p. 287 Tra le molte organizzazioni venute alla luce durante l'intifada uno sfido' l'Olp: il movimento di resistenza islamico, il Hamas che acquisto notorieta' mettemndo in pratica una tattica letale: gli attentati suicidi. Hamas si differenzia dalla laica Olp per il rifiuto di riconoscere Israele, sia la soluzione dei due Stati ed intende modellare secondo principi islamici la societa' palestinese... attivavano anche associazioni islamiche attive nelle opere di carita'...