2.3 – La questione palestinese (p. 375) Il sionismo Conclusa la II guerra nasce la questione palestinese le cui radici erano di decenni prima. È infatti dell’800 il sionismo (Sion monte di Gerusalemme), movimento teorico e politico nato con lo scopo di riportare gli ebrei in Palestina, terra dei propri antenati. Herzl (maggiore rappresentante) era convinto dell’impossibilità dell’integrazione degli ebrei dunque era indispensabile la creazione di uno stato ebraico. Incontrò oppositori ma anche molti appoggi, come il potente banchiere Rothschild (in Inghilterra). Le prime colonie I sionisti promossero l’emigrazione in Palestina. Gli ebrei acquistarono ebraiche in Israele terre agli Arabi grazie anche alle organizzazioni ebraiche statunitensi. Nel ‘14 abbiamo in Palestina circa 50 colonie agricole (kibbuz). Nel ‘17 il ministro degli esteri britannico si dichiara favorevole alla nascita di uno stato ebraico. Dopo la I guerra e il disfacimento dell’impero ottomano la GB ottenne il mandato (territori affidati a potenze europee perchè non ritenuti in grado di governarsi da soli) sulla Palestina. I Palestinesi cercarono di limitare gli ingresso degli ebrei organizzandosi politicamente ma le divisioni ostacolarono l’opposizione al fenomeno. Alcuni sionisti volevano creare uno stato esclusivamente ebraico, formando un’organizzazione armata (Haganah). La prima guerra Gli ebrei riuscirono a realizzare lo stato di Israele dopo la II guerra (‘48), contro Israele poiché gli europei si sentirono in debito, non si opposero alla formazione di uno stato ebraico. Immediatamente i paesi arabi confinanti attaccarono Israele, con l’obiettivo di distruggerla. La prima guerra fu vinta dagli israeliani. Nei primi anni lo stato di Israele fun guidato dal suo fondatore (Gruen), immigrato in Palestina nel 1906. Convinto che Israele fosse la continuazione di quello biblico. Costituì una forte attrazione agli ebrei di tutto il mondo e con la “legge del ritorno” (‘50), gli immigrati diedero vita ad un grande sviluppo dei kibbuz, bonificando vaste zone desertiche. 2.4 – I paesi Arabi e Islamici indipendenti (p. 377) La distinzione tra La questione palestinese coinvolgeva tutto il mondo arabo e islamico. “mondo arabo” e L’Islam oltre ai paesi arabi comprende anche i paesi africani e asiatici “mondo islamico” (maggioranza della popolazione di fede islamica). All’interno del modo islamico meridionale abbiamo diversità. 1) popolazioni che dopo la 1 guerra furono soto le grandi potenze europee; 2) paesi ricchi di petrolio e chi non ne possiede; 3) religione musulmana divisa tra sciiti e sunniti (sciiti = libro sacro la Sunna, insegnamenti di Maometto; sunniti = fondatore dello sciismo Alì, l’imam oggi e il discendente). 2.5 – I paesi arabi e islamici ex colonie ed ex mandati delle potenze eusopee (p. 380) L’Egitto Mancando una classe dirigente, gli uomini più intraprendenti si dedicavano alla carriera militare. È per questo che in molti paesi meridionali si affermò il nazionalismo (anni 50). In Egitto nel ‘52 un gruppo di ufficiali guidati da Nasser relizzarono un colpo di stato. Esiliato re Faruk I, assunse la guida del consiglio rivoluzionario. Subì un attentato nel ‘54 dai Fratelli musulmani (islamici estremisti), diventò presidente della repubblica egiziana nel ‘56. Influenzato da idee socialiste concesse terreni ai contadini e limitò il potere ai grandi proprietari. Favorì l’industria e diede diritti alle donne ma consentì l’esistenza di un solo partito governativo. La nazionalizzazione Il 26/7/1956 Nasser nazionalizzò il canale di Suez, mettendo in pericolo i del canale di Suez rifornimenti di petrolio dell’Europa (provenienti dal Medio Oriente) Francia e Inghilterra decisero di intervenire con l’aiuto di Israele. L’attacco all’Egitto fallì, gli USA non sostennero l’azione e l’URSS con un ultimatum ordinò la ritirata delle loro truppe, accusandoli di politica imperialista