Primo Dopoguerra: schema discorsivo

IL PRIMO DOPOGUERRA
CONSEGUENZE DELLA GUERRA: la Grande guerra lasciò in Europa distruzione, morti, inflazione,
disoccupazione e soprattutto rancori fra gli stati.
CONFERENZA DI PARIGI: Nel 1919 a Parigi si riunì la Conferenza per la pace con gli stati vincitori
(Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti i principali)1 che escluse la Russia (che aveva abbandonato il
conflitto nel ‘17 per la rivoluzione interna) In questa sede fu creata la Società delle nazioni, un organo
sovra-nazionale che doveva vigilare sulla pace fra gli stati; il progetto era reso debole dalla mancata
partecipazione di stati quali la Germania, la Russia, gli Stati Uniti (che la crearono ma non vi entrarono),
la Spagna e altre realtà europee.
I PAESI SCONFITTI: i paesi che avevano perso il conflitto furono duramente puniti, sopratutto la
Germania.
Germania: fu privata di tutte le colonie e dei territori occupati, dovette risarcire i danni di guerra, le
fu imposto di smantellare l’apparato militare, l’Alsazia e la Lorena tornarono alla Francia, le fu tolta la
città di Danzica (venne dichiarata città libera) e fu creato il corridoio di Danzica per dare uno sbocco
sul mare alla Polonia e separare la Prussica dalla Germania. La punizione così dura alla Germania sarà uno
dei motivi che renderà più semplice la salita al potere di Hitler, che punterà proprio sulla vendetta
contro queste sanzioni.
Impero austro-ungarico: fu smembrato in tre stati sovrani (Austria, Ungheria e Cecoslovacchia)
Impero ottomano: fu smembrato e la salita al potere di Mustafà Kemal Pascià, detto Ataturk (il padre
turco) fece nascere al repubblica turca, sul modello di una democrazia occidentale. Ataturk proclamò la
divisione fra potere civile e religioso, il suffragio universale, abolì la pena di morte e tutti quelle
tradizioni considerate arretrate (poligamia, velo alle donne, copricapo tradizionali come fez e
turbante). Questa svolta laica non piacque né ai nazionalisti né agli integralisti religiosi e questo rese il
nuovo stato instabile.
GLI USA: gli Stati Uniti, non toccati sul proprio territorio dalla guerra fiorirono grazie alla
distruzione europea. Vendevano all’Europa materie prime e prodotti industriali e vissero un decennio di
boom economico. Per “rendere sana” la propria società imposero il proibizionismo, col divieto di vendere
alcolici e facendo finire in mano alla malavita americana tutti i guadagni del settore: fu il periodo dei
gangsters, delle bische clandestine in cui si smerciavano alcolici, del charleston e del jazz. Quando
l’Europa si riprese gli Usa si trovarono ad affrontare una crisi: i prodotti rimanevano invenduti, gli
agricoltori si impoverirono, e ci fu una crisi di sovrapproduzione. La paura spinse milioni di risparmiatori
a vendere le proprie azioni causando così il crollo della Borsa di Wall Street nel 1929. Solo grazie al
New Deal di Roosvelt e all’abolizione del proibizionismo gli stati Uniti uscirono dalla crisi, permettendo
però allo Stato di entrare nell’economia a discapito del liberalismo puro.
I BALCANI: Nei Balcani fu formato il regno di Jugoslavia, unendo insieme nazioni diverse: Croazia,
Slovenia, Bosnia Erzegovina (che appartenevano all’impero austro-ungarico); Serbia e Montenegro (che
erano regni autonomi). La Jugoslavia fu una creazione artificiale dei diplomatici della conferenza di
Parigi, realizzata nella speranza che un unico Stato, di una certa autonomia, rendesse più stabile e
calma la zona balcanica, tradizionalmente turbata da conflitti e di discordie.
IL MEDIO-ORIENTE: dalla dissoluzione dell’Impero Turco nacquero nuovi stati spesso sotto il
controllo di Francia o Gran Bretagna (i mandati) come Siria, Libano, Palestina, Transgiordania, Iraq.
LA PALESTINA: in Palestina si recarono molte migliaia di ebrei che volevano sfuggire alle zone di
residenza2 e ai pogrom3 russi, all’ondata di antisemitismo francese4. Per loro la Palestina era la Terra
promessa, la patria da conquistare. Nacque così il sionismo 5, movimento politico che si proponeva il
ritorno degli ebrei in Palestina. I rapporti fra palestinesi ed ebrei si fecero subito difficoltosi.
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Le nazioni che presero parte alla conferenza furono: Regno Unito, Francia, Stati Uniti d'America, Italia, Giappone, Belgio ,
Brasile, Dominion britannici (Australia, Unione Sudafricana, Nuova Zelanda, Terranova, Canada), India (appartenente all'Impero
Britannico), Grecia, Guatemala, Haiti, Hejaz, Honduras, Cina, Cuba, Regno di Jugoslavia, Liberia, Nicaragua, Panama, Polonia,
Romania, Siam, Cecoslovacchia, Ecuador, Peru, Bolivia, Uruguay.
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Una sorta di grande ghetto fra Polonia e Ucraina, dal quale non potevano uscire.
Attacchi, con saccheggi ed eccidi, ai quartieri o ai villaggi abitati da ebrei.
Nata dal caso Dreyfuss del 1894
Da “Sion”, nome di una collina di Gerusalemme
L’INGHILTERRA: la potenza vincitrice mantenne un governo democratico e, più di altre potenze, riuscì
ad uscire dalla crisi nonostante alcune perdite territoriali come l’Egitto e l’Irlanda. Infatti, nel marzo
del 1919, in Egitto scoppiò un’insurrezione nazionalista contro il dominio inglese: il governo
britannico affida al generale Allenby, nominato commissario, il compito di gestire la fine del
protettorato. L’Egitto viene dichiarato indipendente nel febbraio del 1922. In Irlanda, nel 1919, l’IRA
(Irish republican Army) inizia una sanguinosa guerriglia che culminò nel 1921 con il riconoscimento
d’indipendenza della parte centrale e meridionale (EIRE). Anche nella colonia indiana ci furono
cambiamenti “di rotta”, dovuti anche all’azione di protesta pacifica intrapresa da Ghandi.
LA FRANCIA: la Francia si godette la vittoria sulla Germania umiliata e il possesso della Rhur. Nella
seconda metà degli anni 20 l’economia del paese ebbe una crescita esaltante, trainata soprattutto dal
settore chimico e meccanico.
SPAGNA E PORTOGALLO: in Spagna e in Portogallo (neutrali durante la Grande Guerra) si insediarono
regimi dittatoriali di destra (nel 1920 in Spagna con Miguel Primo de Rivera e nel 1932 in Portogallo con
Salazar)
L’ITALIA: l’Italia uscì dalla guerra ottenendo le regioni irredente (Trento e Trieste) con l’aggiunta
dell’Istria e dell’Alto Adige, ma n on ottenne la citta di Fiume, né le colonie tedesche promesse dalal
Francia. I nazionalisti iniziarono quindi a parlare di “vittoria mutilata” come se l’Italia non avesse avuto
il risarcimento sufficiente per i sacrifici compiuti. La crisi economica nata dopo la guerra portò a
numerose rivolte e manifestazioni di contadini nel “biennio rosso” (1919-1920). Da qui prese le mosse il
partito fascista di Mussolini, ex socialista.