Esame di Stato – appunti Luca Verona – 2013

PRESENTAZIONE MATERIALE
venerdì 15 novembre 2013
19:45
Facendo riferimento ai temi d'esame proposti nelle passate edizioni, preparo gli appunti di ciò che ritengo importante integr ando:
- Prima prova: Atkinson & Hilgard's - Introduzione alla Psicologia 15° edizione - 2011
- Seconda prova:Moderato & Rovetto - Progetti di intervento psicologico - 2006
Materiale di appunti vario, ringraziando del gentile contributo Alberto Mascena
Frasi, citazioni o appunti da:
- Mantovani - Manuale di psicologia sociale - 2007
- Pedon & Maeran - Psicologia e mondo del lavoro - 2006
- Quaglino - Fare Formazione - 2005
In bocca al lupo per l'esame,
Luca Verona
Argomenti emersi nelle passate edizioni:
1° PROVA
emozioni 11111
apprendimento 1111 - costruzione della conoscenza
linguaggio 1111
comunicazione11
memoria 11
intelligenza 11
processi sociali - interazioni sociali - fenomeno psico-sociale - socialità - relazione interpersonale 1
Categorizzazione
cognizione
affettività
Comportamento
attenzione 1
Biologia (intesa nel rapporto con la Ps)
presa di coscienza del problema e intervento operativo sul problema
progresso scientifico e attività operativa ps
paradigmi teorici e metodi di valutazione
teoria psicologica
settore di interesse
una teoria
2° PROVA
selezione 11
formazione 1
motivazione 1
soddisfazione 1
Mobbing
clima aziendale - benessere / malessere organizzativo
incremento performance
socializzazione al lavoro (lavoratori esteri anche)
uniformare procedure e gestione HR
sportello crisi
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3° PROVA
assenteismo 11
comunicazione organizzativa 1
lavoro di squadra 1
conflitto 1
Rischio stress lavoro correlato
formazione
clima
burn - out
calo produttività
selezione
vessazioni in ufficio
intervento sostegno poveri
intervento studenti guida sicura
prevenzione disagio scolastico e clima
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NATURA & ORIGINI PSICOLOGIA
mercoledì 28 agosto 2013
16:37
La letteratura apre le porte alla cultura ed allo sviluppo.
Principi fondamentali teoria dell'apprendimento: quando si ottiene una ricompensa a seguito di un comportamento, il comportamento risulta
rinforzato -> Legge dell'effetto
Talvolta la ricompensa finisce per esercitare un effetto negativo perché si ritiene che il comportamento sia indotto da qlc fattore esterno, svalutando
qualsiasi fattore personale -> Effetto di IPERGIUSTIFICAZIONE - spiega il comportamento con eccessiva enfasi sulle cause situazionali salienti e non
abbastanza sulle cause personali -> finita la ricompensa scopare l'interesse, se attività fatta senza ricompensa interesse persiste
E' stato dimostrato che rinforzi contingenti al livello di prestazione hanno meno probabilità di scalzare l'interesse personale, anzi talvolta possono
aumentarlo se visto come prova della bravura.
Per credere alle asserzioni psicologiche necessita:
1. Sapere quali fatti sono già stati accertati in modo sicuro
2. Avere le conoscenze necessarie per determinare se gli argomenti a sostegno della nuova affermazione soddisfano i criteri dell'evidenza scientifica.
SCOPO DELLA PSICOLOGIA
La PSICOLOGIA può essere definita come lo studio scientifico del comportamento e dei processi mentali
Esempi di psicologia:
- Chi subisce un danno celebrale dimostra alterazioni caratteristiche del comportamento -> il danneggiamento di un'area specifica modifica il
comportamento individuale in un determinato modo unico e sempre quello - > PROSOPAGNOSIA - determinate funzioni psicologiche sono localizzate in
particolari aree del cervello
- Per spiegare il comportamento degli altri le persone tendono a sovrastimare l'effetto causale dei tratti di personalità, sottostimando nel contempo i
fattori situazionali -> ERRORE FONDAMENTALE DI ATTRIBUZIONE -> PER SPIEGARE IL NOSTRO COMPORTAMENTO SOVRASTIMIAMO LE CAUSE
SITUAZIONALI, MENTRE CON GLI ALTRI LE SOTTOSTIMIAMO
- La memoria di un adulto della fase infantile arriva fino ai 3 anni, prima no -> AMNESIA INFANTILE
- L'Obeso ha una pregressa deprivazione alimentare -topi prima malnutriti quando possono mangiare diventano obesi e mangiano più di quelli normali
- La violenza in TV sui bambini Può AVERE un EFFETTO CATARTICO -> riduce l'aggressività permettendo ai bambini di esprimerla in modo vicario e
liberarsene NO! -> i bambini che guardano tv aggressiva sono più aggressivi di chi guarda programmi normali che non fanno notare cambiamenti
Le radici tra i filosofi dell'antica Grecia: Socrate, Aristotele, Platone che si posero domande sulla vita interiore. Ippocrate (padre medicina) studiò come
cervello controlla vari organi corporei.
Tra i primi dibattiti natura - nutrimento (capacità umane innate o acquisite?)
- Primi filosofi prospettiva naturalistica: esseri umani nascono con patrimonio innato da accedere con ragionamento (Cartesio dice innate come Dio e
infinito)
- Prospettiva esperienziale la conoscenza di acquisisce attraverso le esperienze e le interazioni con il mondo (anche alcuni filosofi graci ma di più John Locke
17°sec) -> alla nascita tabula rasa che verrà scritta la conoscenza e la comprensione, no idee e capacità innate, attraverso canali sensoriali che associano
per somiglianza o contrasto -> nasce associazionismo (attuale usata per memoria e apprendimento)
- Ora pochi talebani, ora prospettiva più integrata, si sa influenza aspetti biologici e dell'esperienza, capire come natura e
nutrimento si combinano per dar vita all'aspetto ps individuale (Plomin & Asbury, 2005)
PSICOLOGIA SCIENTIFICA
Wilhelm Wundt - 19°sec. 1879 - Lipsia (D): "elementarista", poiché scompone le funzioni psichiche in elementi singoli che possono essere presi in esame
attraverso un approccio analitico.
- La mente e comportamento soggetti ad analisi scientifica (visione ma anche attenzione, emozione, memoria) usava introspezione (l'osservazione e la
registrazione della natura delle percezioni, pensieri e sentimenti propri di un individuo) - variate dimensioni di uno stimolo per l'auto osservazione
personale. Dovevano raccontare e dare delle misure quando vedevano lo stimolo (ORA SUPERATA)
STRUTTURALISMO E FUNZIONALISMO
Ambedue gli approcci consideravano la Ps come la scienza dell'esperienza conscia ma:
- STRUTTURALISMO - analisi delle strutture mentali - Titchener E.B. allievo di Wundt cercava di scindere ai minimi termini le componenti Ps
- FUNZIONALISMO - studio di come lavora la mente per consentire adattamento ad ambiente e/o funzione - William James dice non importanti elementi
base ma la fluidità della mente -> favorì Charles Darwin
Strutturalismo e Funzionalismo buone per il loro approccio sistematico ma scalzate nel 1920 da Comportamentismo, Gestalt e Psicoanalisi
COMPORTAMENTISMO
Nasce in Nord America con Watson John B.: da ps animali e bambini si può capire ps adulti. Ida ti Ps dovevano investigare solo il comportalemento perché
pubblico e lasciare stare al coscienza perché privata. Tutti comportamenti sono conseguenti al condizionamento e all'ambiente che li modella, tutti i
comportamenti complessi sono insieme di risposte condizionate interconnesse (risp condizionata era la + piccola unità comportamentale)
Famoso fisiologo russo Ivan PAVLOV su risposte condizionate -> dà origine alla psicologia Stimolo - Risposta (NON E' UNA TEORIA A Sé STANTE)
Psicologia della GESTALT
1912 Germania (poi America) Wertheimer, Kohffka, Koler -> Percezione. l'esperienza percettiva dipende dai modelli formati dagli stimoli e
dall'organizzazione dell'esperienza.
Il modello teorico della Gestalt riguardante il pensiero si oppose a quello comportamentista, secondo il quale gli animali risolvevano le problematiche con
un criterio costituito da tentativi ed errori, proponendo invece un criterio di spiegazione formato dal pensiero, dalla comprensione e dall'intuizione.
La Gestalt ha influenzato la moderna Ps sociale: Kurt Lewin, Salomon Asch (persone percepiscono insieme e non parti isolate,esp. Lunghezza barre), Friz
Heider. "L'insieme è più della somma delle sue parti" (posizione del molarismo epistemologico o emergentismo) allo stesso modo in cui le caratteristiche di
una società non corrispondono a quelle degli individui che la costituiscono.
L'attribuzione di significato e struttura degli stimoli in arrivo sono automatici e inconsapevoli -> Gestalt ancora pregnante nell'attuale ricerca SocioCognitiva
PSICOANALISI
Nasce tra il 19° e 20° sec. Con Freud Sigmund con il concetto di inconscio: i pensieri, atteggiamenti, impulsi, desideri, motivazioni ed emozioni siano
inconsapevoli. Desideri infantili inacettabili restano dentro e influenzano pensieri, sentimenti ed emozioni futuri. La motivazione implicava sempre il sesso
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inconsapevoli. Desideri infantili inacettabili restano dentro e influenzano pensieri, sentimenti ed emozioni futuri. La motivazione implicava sempre il sesso
o l'aggressività. Freud utilizzava il metodo delle Associazioni libere dove il paziente doveva dire tutto quello che pensava per per rendere consapevoli
desideri nascosti.
Fino alla fine della 2° Guerra Mondiale il comportamentismo USA la fece da padrone. Vennero i PC. Negli anni '50 Herbert Simon prese il nobel descrissero
come simulare al Pc i fenomeni PS -> molte questioni PS riformulate in termini di modelli di elaborazione delle info (Uomini come pc elaboratori di info)
Anni '50 sviluppo della linguistica moderna -> teorie su strutture mentali necessarie a comprendere e produrre linguaggio. Noam Chomsky -> analisi
psicologiche - psicolinguistica.
Sviluppo neuropsicologia -> relaz tra eventi neurologici e processi mentali
Ora PS si muove su 360° investigando aspetti impliciti ed espliciti
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ORIENTAMENTI MODERNI DELLA PSICOLOGIA
La prospettiva psicologica è un approccio per considerare gli argomenti all'interno della psicologia. Qualsiasi argomento può essere affrontato da diversi
punti di vista. I 5 principali approcci sono: la prospettiva:
Comportamentale
Cognitiva
Psico analitica
Fenomenologica
Biologica
Tutti si focalizzano su aspetti diversi dello stesso fenomeno complesso. Infatti la comprensione di molti argomenti psicologici richiede un approccio
eclettico cioè in grado di spiegare su prospettive multiple
PROSPETTIVA BIOLOGICA
Cerca di determinare i processi neurobiologici che sono alla base del comportamento e dei processi mentali.
10 miliardi di cellule e quasi infinite interconnessioni determinano l'attività del cervello e del sistema nervoso che sono tutti gli eventi psicologici. La
prospettiva biologicamette in relazione il comportamento manifesto con gli eventi elettrici o chimici che avvengono dentro al corpo.
PROSPETTIVA COMPORTAMENTALE
Stimolo - risposta osservabile: considera tutti i comportamenti come il risultato di CONDIZIONAMEN TO o RINFORZO. L'approccio non considera affatto i
processi mentali dell'individuo -> le persone che fanno rapporto verbale delle loro attività coscienti fanno inferenze sulla loro attività mentale. Ora ripresi
studi dei primi comportamentisti (Skinner, 1981)
PROSPETTIVA COGNITIVA
La moderna prospettiva cognitiva, contro al comportamentismo, di occupa dello studio dei processi mentali come percepire, ricordare, ragionare, decidere
e risolvere problemi (Gestalt) - diversamente da quella del 19° secolo non si basa più sull'introspezione ma
1. Solo studiando processi mentali possiamo capire pienamente come reagisce l'organismo
2. È possibile studiare i processi mentali in modo obbiettivo osservando i specifici comportamenti MA interpretandoli sulla base dei processi mentali da essi
sottesi (uomo - computer)
PROSPETTIVA PSICOANALITICA
Nata nello stesso periodo del comportamentismo con Sigmund Freud che combinò le nozioni cognitive di conoscenza , percezione e memoria con idee su
base biologica degli istinti.
Secondo la prospettiva psicoanalitica il comportamento ha le sue radici nei processi inconsci (credenze, paure, desideri) cui la persona è ignara, ma che
ugualmente ne influenzano il comportamento. Società o genitori proibiscono durante l'infanzia certi impulsi che sono istinti innati che vengono dunque
spinti fuori dalla consapevolezza, nell'inconscio, dove non scompaiono e si manifestano come malattie, problemi o anche come arte.
Freud sosteneva che l'uomo è guidato dagli stessi istinti del comportamento animale (prevalentemente sesso e aggressività) costantemente in lotta con la
società che impone il controllo degli stessi.
PROSPETTIVA FENOMENOLOGICA
Nata dal gestaltismo contro il comportamentismo e diffusa nella ps sociale e della personalità, dice che: Il comportamento umano dipende dalla nostra
percezione del mondo e non di come è realmente.
Il comportamento sociale umano è data dalla definizione soggettiva individuale della situazione che varia per cultura, storia personale e stato
motivazionale attuale. (la più aperta alle diff individuali, culturali, motivazionali ed emozionali).
Si basano su rapporti soggettivi ma non solo perché le persone non sono in grado di vedere le loro realtà soggettive come costruzioni sociali. REALISMO
INGENUO cioè la tendenza delle persone a considerare le loro ricostruzioni soggettive della realtà come resoconti fedeli del mondo oggettivo -> quindi
oltre rapporti soggettivi anche osservazione sistematica dei giudizi e dei comportamenti (Bruner). Enfasi soggettiva nel modo di definire le situazioni da
parte della persone che la vivono.
Relazioni tra prospettiva psicologica e quella biologica
La prospettiva fenomenologica, cognitiva, psicoanalitica, comportamentale si fondano su concetti puramente psicologici, mentre quella biologica si basa su
concetti della fisiologia e biologia più quella psicologica. Il RIDUZIONISMO spiega in modo solo biologico nozioni psicologiche (aree e neuroni per
comportamento)
La psicologia è importante in questo aspetto perché:
1. Le scoperte, i concetti ed i principi psicologici possono essere usati per indirizzare i biologi nel loro lavoro di ricerca. Capire gli aspetti psicologici
nell'immensità di cellule neuronali possono dare un'indicazione per dirigere le loro ricerche a gruppo rilevanti di cellule celebrali.
2. La nostra biologia agisce costantemente n concerto con le nostre esperienze passate e con l'ambiente attuale. Il biologo può tentare di comprendere il
primo fattore ma è sempre lo psicologo che deve esplorare e spiegare le esperienze passate e le circostanze attuali che influenzano le abitudini individuali.
Sono necessari dunque tutti per un una visione eclettica. (pag. 16)
SPECIALIZZAZIONI DEGLI PSICOLOGI
Biopsicologia: relaz tra processi biologici e comportamento
Ps cognitiva: studio processi mentali come il problem solving, memoria, linguaggio e pensiero
Ps evolutiva: sviluppo umano e modellamento del comportamento nella vita
Ps sociale e della personalità: La ps sociale: modo in cui le persone percepiscono ed interpretano il loro mondo, gruppi e relazioni sociali interpersonali;
La Ps della personalità studia pensieri, emozioni e comportamenti che definiscono lo stile di personalità individuale . Cioè il personale modo di
interagire con il mondo
Ps clinica e counseling: la ps clinica applica i principi psicologici alla diagnosi e al trattamento dei problemi personali ecomportamentali
Ps scolastica e psicopedagogia: ps scolastica apprendimento e problemi emotivi dei bambini; psicopedagogia: specialisti in insegnamento
ed apprendimento
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Ps delle organizzazioni ed ingegneristica: selezione ed ergonomia
Dal 21° secolo sempre più interconnessioni tra la psicologia e le altre facoltà
• neuroscienza cognitiva: si occupa dei processi cognitivi affidandosi alle metodologie e alle scoperte delle neuroscienze. Scoprire come il cervello realizza le
attività mentali in persone sane. Si accendono det. Aree mentali in risposta a compiti specifici
• Ps evoluzionistica: i processi ps sono meccanismi biologici creati per sopravvivere ed adattarsi
• Ps culturale: modo in cui la cultura di appartenenza influenzi le rappresentazioni mentali ed i processi psicologici degli individui che ne fanno parte
• Ps positivista (o del benessere..) studio empirico della comprensione del benessere in tutti i suoi aspetti sociali e personali. Porta al benessere.
METODI DI RICERCA IN PSICOLOGIA
1. Creare un'ipotesi scientifica
2. Mettere alla prova l'ipotesi
1. Produrre l'ipotesi: ipotesi è un'affermazione che può essere messa alla prova. E' utile conoscere le letteratura specifica pertinente prima. La fonte
principale di ipotesi scientifiche è una teoria che è un insieme correlato di proposizioni su un particolare fenomeno
Una teoria n competizione genera un insieme di ipotesi diverse, anch'essi passibili di verifica empirica. Il termine scientifico significa che i metodi sono
neutrali (che non favoriscono alcuno) e attendibili (ripetibili)
Varie metodologie:
– Metodo sperimentale:
gli esperimentiforniscono la più forte verifica delle ipotesi casuali -> il ricercatore controlla le condizioni spesso in laboratorio per poter scoprire le
relazioni causa - effetto tra le variabili. Una variabile può assumere qualsiasi tipo di valore. La capacità di esprimere un controllo preciso su una variabile
distingue il metodo sperimentale con gli altri metodi di osservazione scientifica
La variabile Indipendente è la causa, è la variabile sotto il completo controllo dello sperimentatore che ne controlla le variazioni.
La variabile Dipendente è l'effetto , poiché si ipotizza che dipenda dal valore della variabile indipendente
I gruppi sperimentali sono quelli cui è presente la causa ipotizzata.
I gruppi di controllo sono quello cui la causa ipotizzata è assente e serve per valutare se c'è differenza tra i gruppi sperimentali e la normalità-> la base
sulla quale vengono confrontati i gruppi espermentali
l'assegnazione casuale dei partecipanti: ogni partecipante ha uguale probabilità di essere assegnato ad uno qualsiasi dei gruppi. Possiamo così essere certi
che tutte le variabili intervenienti sono rappresentate uniformemente tra i gruppi e non dovrebbero portare ad errori di misurazione. Il metodo
sperimentale può essere fatto anche fuori dal laboratorio, questo permette solo misurazioni più precisi e controllo delle variabili più completo.
Per alcuni esperimenti è restrittivo l'analisi di una sola VI, spesso si apportano esperimenti multivariati cioè che manipolano contemporaneamente diverse
variabili indipendenti.
Misurazioni : spesso nel metodo sperimentali vengono fatte valutazioni su valori o quantità aventi scale differenti. Ogni variabile richiede un qualche tipo
di misurazione che esteso ad un campione si appoggia alla statistica (disciplina che tratta i dati campione presi da una popolazione si individui e da questi
dati trae inferenze sulla popolazione stessa). La statistica più semplice è il confronto tra medie del gruppo sperimentale e d controllo, che grazie a test di
significatività di se il risultato è statisticamente significativo (che è improbabile che la differenza osservata sia casuale o dovuta all'effetto di alcuni casi
estremi)
– Metodo correlazionale:
per i problemi che non possono essere sottoposti al metodo sperimentale. Alle volte non si possono verificare le condizioni dei soggetti. Possiamo usare il
metodo correlazionale per determinare se una certa variabile, che non è sotto il nostro controllo, sia associata o correlata con un'altra variabile che c
interessa. Una variabile può avere molti valori e per capire se sono correlati con i valori dell'altra variabile si usa il coefficiente di correlazione (r) (stima
del grado in cui due variabili sono correlate da -1 a +1 (max corr)). Sono correlate positivamente se hanno andamento parallelo e di uguale verso invece
sono correlate negativamente se al crescere di una cala l'altra.(r buono dopo 0,60)
I test presenta la stessa situazione a un gruppo di persone che differiscono per un tratto particolare
La correlazione e la casualità: non si può fare una relazione causa - effetto VI-VD tra gli studi di correlazione -> senza ulteriori esperimenti non è possibile
tra risultati che indicano solo la correlazione indicare alcuna conclusione causale.
– Metodo osservativo:
l'osservazione diretta: osservazione del fenomeno così come si manifesta in natura. Può ispirare. Osservazione accurata e preparata per evitare di
proiettare preconcetti. Alcune osservazioni dirette devono essere fatte in laboratorio per diminuire le variabili (triangolazione, oss. Etnografica)
Metodo dell'inchiestaè l'osservazione indiretta fatta con l'uso di questionari o interviste: inchiesta si chiede se è messo in atto il comportamento di
interesse -> problema della desiderabilità sociale (la gente cerca di presentarsi nel modo migliore possibile, imbrogliando!). Le inchieste sono state fatte
anche per politica e per marketing. Il questionario deve essere accuratamente collaudato (analisi fattoriale, item analysis, ecc- perché trovi quello che
stiamo cercando) e le persone devono essere selezionate in modo accurato per garantire la rappresentatività della popolazione.
Metodo idiografico: oss. Indiretta. Biografia parziale di un individuo nel rievocare esperienze rilevanti del passato. Problema che si basa sui ricordi che
spesso distorti o incompleti -> altri metodi per controllare
– Rassegne della letteratura
Tutte le ricerche esistenti su un determinato argomento:
• Rassegna narrativa: descrittiva di ricerche precedenti e ne discutono
• Meta - analisi: tecniche statistiche per confrontare studi precedentemente condotti e inferire conclusioni a riguardo -> evidenze empiriche
disponibili in relazione a particolari teorie o ipotesi psicologiche.
PRINCIPI ETICI DELLA RICERCA IN PSICOLOGIA
Sensibilità alle questioni etiche relativa alla conduzione delle ricerche su uomini o animali. American Psychological Association (APA) ha fondato delle linee
guida per il trattamento dei partecipanti. Negli USA per il finanziamento alla ricerca c'è attento accertamento prima di destinare i fondi.
1. Il primo principio per la ricerca sull'uomo è il minimo rischio.
2. Il secondo principio è il consenso informato (conoscenza anticipata di tutti gli aspetti dello studio e scegliere volontariamente se partecipare o meno,
possibilità di ritirarsi in qualsiasi momento)
Subito dopo il debriefing cioè la condivisione delle informazioni nel quale vengono immediatamente esplicitati gli aspetti omessi nel consenso informato e
che non sono stati messi perché se i partecipanti fossero stati informati avrebbero alterato l'esito dell'esperimento
3. Diritto alla riservatezza: dati confidenziali devono restare inaccessibili ad altri senza il consenso esplicito.
Ricerca si fa solo se c'è un ragionevole senso di creare informazioni realmente utili
Ricerca sugli animali: 1. interessante 2. da informazioni utili all'uomo -> per esperimenti dolorosi o lesivi deve essere molto giustificata la ricerca
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BASI BIOLOGICHE PSICOLOGIA
martedì 3 settembre 2013
17:00
Molti aspetti del comportamento umano possono essere capiti meglio dall'approfondimento biologico che li accompagna.
Percezioni, esperienze e comportamenti sono basati sull'attivazione del sistema nervoso
Renè Descartes (1596 - 1650) riteneva che tutte le azioni fossero in risposta ad uno stimolo esterno e che fosse l'anima a scegliere quale particola re reazione tra le disponibili.
Cartesio parlava del dualismo mente-corpo e che la mente (anima) esiste separatamente al corpo e che entrambi possono influenzarsi reciprocamente
- Paoul Rozin dice che il disgusto sociale viene dall'evoluzione -> disgusto impedisce al corpo di mettersi in pericolo. Comportamenti moralmente disgustosi dipendono dalla
cultura e servono per la socializzazione
- Essere esclusi da un gruppo sociale minaccia la salute fisica ed emotiva di un individuo. Di fronte ad un dolore si alza la soglia del dolore così da essere pronti a star male perché
soli. Dolore fisico ed esclusione sociale: stesse aree del cervello
Sistema nervoso: tutto il tessuto neuronale. Si divide in centrale (SNC) e periferico (SNP)
SNC: cranio e midollo spinale
SNP: sistema somatico: mex da e per recettori sensoriali, muscoli e superficie corpo per sistema autonomo e volontario
Nervi afferenti : from SNC to corpo
Nervi efferenti: from corpo to SNC
Sistema endocrino: secrezioni ormoni
Nerci sensoriali: from perlle, musocli.. To SNC
Motoneuroni: del sistema somatico. From SNC to musocli
Unità base sistema nervoso è il neurone:
Dal corpo cellulare o soma fuoriescono ramificazioni corte dette dendriti, che ricevono impulsi nervosi da altri neuroni.
Assone, di forma tubolare, trasmette. Alla sua estremità piccoli rigonfiamenti detti terminali sinaptici o bottoni terminali. Con altri neuroni piccolo spazio de tto fessura sinaptica
e trasmette per sinapsi. Info che passa per assone fa fare secrazione di neurotrasmettitori che andrà a stimolare il neurone adiacente.
Un neurone post-sinaptico può avere info da + pre-sinaptici.
Neuroni variano in dimensione e forma. Esistono tre tipi di neuroni:
1. Neuroni sensoriali: from recettori to SNC
2. Recettori: recepiscono alterazioni fisiche o chimiche e traducono eventi in impulsi nervosi
3. Motoneuroni:m from SNC to muscle
Interneuroni connettono neuroni sensoriali afferenti e motoneuroni (efferenti) (solo in SNC e occhi)
Nervi sono unione di più assioni. Raggruppamenti son detti nucleo nel cervello e nel midollo. Fuori è detto ganglio.
Nei nervi ci sono tantissime (9:1) cellule gliali che tengono i neuroni al loro posto, e portano nutrimento e pulizia delle cellule nervose
L'informazione impulso nervoso che passa nella cellula si chiama potenziale d'azione : movimento di molecole elettricamente cariche (ioni) dento e fuori. La cellula selettiva
degli ioni. Parete semi-permeabile. Attraverso canali ionici che selezionano cosa passa.
Neurone che non genera potenziale d'azione è detto a riposo. Cellule proteiche dette pompe ioniche mantengono Na+ (ioni) da una parte e K+ dall'altra in disequilibrio atomico.
A riposo dunque membrana cellulare è polarizzata (interno più negativo che l'esterno - potenziale a riposo).
Stimolato avviene la depolarizzazione che, superata la soglia eccitatoria fa entrare gli ioni diventando interno carico + e g enerando potenziale d'azione. Poi pompe ritornano a
lavorare. Uno dopo l'altro a "cascata" vanno avanti così per l'assone -> dal "periodo refrattario" se vanno in un senso o l'altro.
La guaina mielinica fatta ad intervalli permette la conduzione saltatoria che permette di aumentare la velocità ad ogni passa ggio.
Il neurone può comunicare solo con tutto o niente , ciè come un codice binario. Può variare frequenza per cambio ritmo stimolo; oppure come risponde un gruppo di neuroni.
Potenziale d'azione arriva a bottone terminale stimola le visciche sinaptiche piene di neurotrasmettitori che riempiono la fe ssura sinaptica e andando dai recettori dell'altra
cellula post sinaptica. Neuro trasmettitori e recettore fanno azione chiave-serraturae combaciano come un puzzle. Ricevente cambia permeabilità dei canali ionici. l'effetto può
essere inibitorio o eccitatorio. Si eccita quando va + vicino a raggiungere la sua soglia eccitatoria (il post).
Ad un neurone possono arrivare sia inebitori che eccitatori -> fa la somma degli input che riceve.
I neurotrasmettitori possono andare contro , insieme, uno annulla l'altro, possono essere presi da + recettori modificando la risposta, ecc.
Acetilcolina: ippocampo -> nuovi ricordi (memoria) e fibra muscolare
Norepinefrina: umore - litio rallenta (depressione) - bamba e paste allungano
Dopamina: simile a norepinefrina e da senso benessere
Seratonina: come norepinefrina regola umore : per depressione si alza serotonina (assorbimento + lento). Anche regolazione sonno ed appet ito. Lsd
Glutammato: presente nel SNC per l'apprendimento e la memoria. Presente nell'ippocampo (formazione nuovi ricordi)
Gaba: principale neurotrasmettitore inibitorio
CERVELLO
Per dividere l cervello si usa localizzazione:
Proencefalo: frontale cervello. Sopra corteccia celebrale - la più importante, sotto tutto il resto ( strutture sottocorticali)
Talamo: stazione di collegamento sensoriale
Ipotalamo: sotto il talamo regola mangiare, bere e accoppiarsi - contribuisce all'omeostasi (livello di funzionamento caratteristico di un organismo sano - temperatura,
battito, pressione) in caso di alterazione cerca di riportare all'omeostasi. Importante nell'emotività e nella risposta a sit uazioni che producono stress
Ghiandola pituitaria: parte più importante del sistema endocrino; da influenza ipotalamo controlla il sistema endocrino (produzione di ormoni)
Sistema limbico: controllo supplementare su regolazione comportamenti istintivi provenienti dal nucleo centrale. Ippocampo creazione memoria. Amigdala critica per le
emozioni come la paura.
Corteccia celebrale: tutti i sistemi sensoriali inviano informazioni ad aree specifiche della corteccia. Le risposte motorie sono controllate da s pecifiche aree della corteccia.
Il resto della corteccia è costituito da aree di associazione che controllano gli aspetti del comportamento. È grigia perché è costituita soprattutto da corpi di cellule nervose
e fibre amieliniche. La parte interna del cervello appare bianca.L acorteccia è costituita da 2 emisferi uniti dal corpo call oso. I 2 emisferi dx e sx sono suddivisi in lobi:
frontale, occipitale, parietale e temporale (aree adibite a funzioni diverse)
Area motoria primaria: controlla i movimenti del corpo. Aree specifiche per muscoli specifici. Al contrario muscle dx emisfero sx
Area somatosensoriale primaria: area parietale, separata da scissura centrale da motoria: esperienze sensoriali (caldo, freddo, tatto, dolore, movimento)
Area visiva primaria: è la porzione posteriore di ogni lobo occipitale: conducono ogni occhio alla corteccia visiva. Chiasma ottico che occhio dx va emisfero sx e
viceversa
Area uditiva primaria: sulla superficie dei lobi temporali, ai lati di ciascun emisfero è responsabile dei complessi segnali uditivi. Informazioni m andate ad aree
celebrali sono diverse per connessioni e numero.
Aree associative: aree associative frontali, davanti all'area motoria, processi mnestici necessari a risolvere problemi (con memoria); aree associative posteriori
localizzate presso aree sensoriali primarie e ciascuna dipende da un senso particolare ((un danno in quest'area permette ad e sempio di vedere bene, a differenza il
danno fosse nell'area visiva primaria, ma non riesce più a connettere e distinguere quello che vede dalle altre))
Mesencefalo: di mezzo, sopra il ponte e circondato dal proencefalo
Collicolo superiore e inferiore: trasmissione informazioni sensoriali e controllo del movimento
Sostanza nera: fondamentale per il circuito della dopamina
Romboencefalo: parte posteriore vicina al midollo spinale (sopra al):
Bulbo: sopra a midollo spinale , riflessi per posizione eretta e respiro
Ponte: sopra il bulbo; controllo attentivo, ritmi sonno-veglia
Formazione reticolare: rete d circuiti nervosi dalla parte inferiore del tronco encefalico fino al talamo. Importante per controllo arousal (pronta reazione a stimoli esterni
attentivo, cognitivo), focalizza attenzione su particolari stimoli e me blocca altri nel passaggio alla corteccia
Cervelletto: parte superiore tronco encefalico leggermente sopra al bulbo: coordinazione dei movimenti e nell'apprendimento di risposte mo torie. Connessioni con aree
frontali del cervello sono per il linguaggio, elaborazione di strategie e ragionamento. Potrebbe anche controllare e coordina re le funzioni mentali superiori
Oppure in termini di funzione:
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Oppure in termini di funzione:
Nucleo centrale comportamenti primitivi - tronco encefalico: comportamenti involontari: romboencefalo e mesencefalo + talamo e ipotalamo (proencefalo)
Sistema limbico controllo emozioni
Emisferi celebrali processi intellettivi superiori
Il mappaggio del cervello adesso avviene con metodi computerizzati come "potenziali evento rilevati" o PET o fMRI, una volta neurochirurgia esplorativa, diagnosi neurologica o
autopsia post mortem.
Il cervello è assimetrico: dx + fibre nervose lunghe, sx molte fibre più corte
LINGUAGGIO
Conoscenze derivano da pazienti con lesioni celebrali (afasia).
L'area di Broca: nell'emisfero sinistro nel lobo frontale sopra la scissura laterale: produzione linguaggio ((chi ha problemi afasia espressiva fa fatica a pronunciare le parole
e parlano in modo lento e faticoso)). Immagazzina i codici articolari
Le aree coinvolte nella comprensione del discorso e nella capacità di scrivere e comprendere il linguaggio scritto sono prin cipalmente localizzate nell'emisfero sx.
Area di Wernicke emisfero sx ma nel lobo temporale, problemi di afasia ricettiva non sono in grado di comprendere le parole, possono produrre frasi senza problemi ma
discorsi sbagliati e senza senso - sono immagazzinati i significati delle parole e insieme ai loro codici acustici
Giro angolare : appaia la forma scritta delle parole al corrispondente codice uditivo
- Per parlare: L'area di Broca immagazzina i codici articolatori, che specificano la sequenza do azioni muscolari necessari a p ronunciare una parola. Quando questi sono
trasmessi all'area motoria, attivano i muscoli.
L'area di Wernicke invece è deputata all'immagazzinamento dei codici uditivi e dei significati delle parole.
Per pronunciare una parola è necessario attivare il codice uditivo nell'area di Wernicke e trasmetterlo all'area di Broca, do ve si attiva il corrispondente codice articolatorio.
Di seguito il codice articolatorio viene trasmesso all'area motoria. (pag. 50)
- Per comprendere una parola pronunciata deve essere trasmessa dall'area uditiva a quella di Wernicke, li la forma parlata è ap paiata con il suo codice uditivo, che a sua
volta attiva il significato della parola stessa.
- per leggere una parola scritta: registrata dapprima nell'area visiva, trasmessa al giro angolare che associa la forma visiva della parola con il suo codice visivo nell'area di
Wernicke; una volta trovato il codice uditivo della parola si può risalire al suo significato.
Il corpo calloso è un fasci di fibre nervose che collega i due emisferi. Se ha una massiccia scarica di neuroni tra un emisfero e l'altro si ha crisi epillettica. In caso di gravi crisi si può
tagliare il corpo calloso ed ogni emisfero lavora per gli aspetti che è deputato a fare, senza possibilità di connessione (si nistra x parlare ad es.) In questo caso ogni emisfero
sembra ignaro delle esperienze dell'altro. Può facendo lavorare entrambi gli emisferi raggiungere comunque un risultato buono .
E' stato dimostrato che i due emisferi lavorano in modo differente, ma integrano le loro attività in ogni momento:
Emisfero sinistro: linguaggio, attività logiche complesse, calcoli matematici
Emisfero destro: linguaggio molto semplice, senso spazio e forma, forme geometriche e prospettive, assemblare blocchi colori per disegno compl esso
SISTEMA NERVOSO AUTONOMO
Il SNP è costituito dal sistema somatico(muscoli schelettrici e recettori sensoriali) e dal sistema nervoso autonomo (non centrale, che è sistema di nervi al di fuori del cervello e
midollo spinale)
In sistema nervoso autonomo controlla ghiandole e muscoli lisci, cuore, vasi sanguigni e rivestimento dello stomaco e dell'intestino. SNA perché agisce in modo autonomo e non
controllabile. E' controllato dal sistema nervoso, in particolare dall'ipotalamo
Il SNA si divide in simpatico e parasimpatico le cui azioni sono antagoniste
Sistema nervoso simpatico attivo in situazioni di arousal intenso: dilatazione pupille, meno saliva, + respirazione, + battito, inibizione digestione, contrazione della viscica
Sistema nervoso parasimpatico è riposo, contrario simpatico
Solitamente si tiene una via di mezzo, si mantiene il normale omeostatico
SISTEMA ENDOCRINO
Agisce più lentamente del sistema nervoso e controlla indirettamente attività di gruppi cellulari sparsi in tutto il corpo pe r mezzo degli ormoni.
Gli ormoni sono sostanze chimiche secrete dalle ghiandole endocrine nel torrente circolatorio e trasportate in altre parti dell'organismo dove esercitano effetti specifici sulle
cellule che riconoscono il loro linguaggio (tramite recettori). Attivazione da sistema nervoso o dovute al cambiamento dello stato chimico all'interno del corpo .
l'ipofisi o ghiandola pituitaria posta sotto l'ipotalamo produce il maggior numero di ormoni diversi e controlla le altre ghiandole endocrine. (controlla ad esempio la crescita
corporea)
Gli ormoni del sistema endocrino e i neurotrasemttitori dei neuroni hanno funzioni simili: entrambi trasportano messaggi tra l e cellule del corpo. Un neurotrasmettitore porte
messaggi tra neuroni adiacenti e il suo effetto è altamente localizzato. Un ormone invece può agire a lunga distanza e in var i modi, su diversi tipi di cellule. L'adrenalina e la
noradrenalina giocano sia come ormoni che come neurotrasmettitori.
La selezione naturale sono quelle variazioni dei tratti ereditari che contribuiscono maggiormente alla sopravvivenza e che vengono trasmesse alla g enerazione successiva.
Genetica del comportamento cerca se i geni influenzano il comportamento. Le condizioni ambientali influiscono fortemente sul modo in cui si esprime un particolare fattore
genetico.
La selezione sessuale implica tratti che promuovono il successo riproduttivo nel sesso con maggior potenziale riproduttivo di base.
Prima Prova Pagina 6
APPRENDIMENTO & CONDIZIONAMENTO
giovedì 24 ottobre 2013
17:24
Cap 7 pag. 237 "Atkinson"
Teoria comportamentale: metodi di trattamento basati sui principi di apprendimento e condizionamento - alcuni comportamenti (come il panico) possono essere risposte
apprese che possono essere disimparate in terapia
APPRENDIMENTO : cambiamento nel comportamento relativamente permanente che avviene come risultato dell'esperienza ( cambiamenti dovuti a matu razione o
temporanei non sono apprendimento)
Esistono 2 tipi principali di apprendimento:
APP. ASSOCIATIVO: implica l'apprendimento di relazioni tra eventi: Condizionamento classico (ad un evento ne segue un altro) e Condizionamento Operante (la risposta di
un ind. Avrà una particolare conseguenza) -> apprendimento di associazioni di eventi che si verificano insieme
APP. NON ASSOCIATIVO: relativo ad un singolo stimolo ed include abituazione (app. non associativo che riduce una risposta comportamentale in uno stimolo innocuo) e
sensibilizzazione (aumento della risposta comportamentale ad uno stimolo intenso) -> di breve durata ma servono a sintonizzare aspettative al mondo circostante.
Comportamentismo, cognitivismo e prospettiva biologica interessati all'apprendimento. Comportamentismo maggiore: John Watson (Nord America primi 1900) ->
introspezione per studiare comportamento (ispirato Pavlov) S-R di cause esterne. Poi che associazioni di tipo classico o operante fondamenta indistinto di tutti i tipi di
apprendimento (ricompense e punizioni) - teoria modificata verso teoria cognitiva & differenti specie apprendano in modo diverso (prosp. Biologica) -> "rivoluzione
cognitiva" (Bruner da 1950) rappresentazioni mentali studiabili sperimentalmente ((meglio con avvento PC si studia processi cognitivi e non solo S-R Herbert Simon))
CONDIZIONAMENTO CLASSICO: Ivan Pavlov 1920 cani associavano vista del piatto al gusto del cibo. Processo appreso in cui uno stimolo precedentemente naturale si
associa ad un altro stimolo, a seguito di ripetute presentazioni abbinate. I due eventi appresi come associati. Apprendimento di una relazione tra eventi
RISPOSTA INCONDIZIONATA: RI: risposta non appresa (salivazione)
STIMOLO INCONDIZIONATO: SI: stimolo che automaticamente elicita una risposta senza precedente condizionamento (cibo)
STIMOLO NEUTRO: SN: Non genera risposta (luce)
CONDIZIONAMENTO: dopo un certo numero di presentazioni appaiate lo SN si associa allo SI-> SN diventa STIMOLO CONDIZIONATO(SC) che causa una RISPOSTA
CONDIZIONATA (RC)
Saliva anticipatoria della RC che precede il cibo . Come tolleranza alle droghe: risposta compensatoria all'organismo. Se fuo ri dall'ambiente di condizionamento la sostanza
non scatena la risposta compensatoria condizionata (corpo non anticipa la risposta allo stimolo diminuendo la tolleranza)
PROVA DI RINFORZO: ogni presentazione abbinata dello SC seguita dallo SI. Ripetuti abbinamenti SC e SI rafforzano l'associazi one- ACQUISIZIONE - CURVO DI
APPRENDIMENTO prime prove, poi apprendimento è scarso. ESTINZIONE: SC non è più predittivo di SI (che è stato ripetutamente o messo). RECUPERO SPONTANEO: non
sono più necessarie prove di rinforzo, SC di nuovo porta a RC (quindi estinzione non cancella apprendimento, ma fa un nuova a ssociazione tra SC e assenza di RI). Anche
riapprendimento elimina l'estinzione più velocemente.
RISPOSTA DI GENERALIZZAZIONE: tanto più sono simili gli stimoli all'origine dello SC, tanto è più probabile che evochino la stessa risposta - reagire uguale a stessi stimoli
DISCRIMINAZIONE DEGLI STIMOLI: con rinforzo differenziale (2 stimoli simili con rnforzi diversi) sono condizionati a discrimi nare i 2 toni. Condizionamento puù essere
eccitatorio o inibitorio se attiva o inibisce la risposta
CONDIZIONAMENTO DI SECCONDO LIVELLO: lo SC diventa SI e quindi la RC d associerà con un altro SI. Luce diventa SI per cibo, q uindi il suono sarà il nuovo SC per salivare
Il condizionamento classico ha un ruolo anche nelle reazioni emotive come la paura (che genera ansia, panico, disturbo post traumatico da stress) - condizionato ad aver
paura di uno stimolo che prima era neutro -> stimolo condizionato produce una risposta condizionata, perché predice la comparsa di un certo stimolo condizionato. La
prevedibilità è importante anche per le reazioni emotive - segnali sono irregolari perso emotivo devastante sull'organismo (non sanno anticipare quindi sempre in stress e
ansia). Da un punto di vista cognitivo lo SC deve essere un predittore affidabile (contingente) dello SI, la semplice contigu ità temporale e frequenza non è sufficiente.
Non tutti SC possono essere associati a qualunque SI -> animali sono pre-programmati: disgusto appreso molto veloce, topi associano + al gusto, uccelli a forma. Servono
mezzi diversi per uguale risultato tra animali per specificità innate.
CONDIZIONAMENTO OPERANTE: certi comportamenti sono appresi perché operano sull'ambiente; il comportamento è strumentale per produrre un certo cambiamen to
sull'ambiente. Apprendimento di una relazione tra delle risposta comportamentali e le loro conseguenze. (Skinner 1950 USA comportamentismo) deriva da Thorndike che si
è rifatto a Darwin per cui: gli animali non apprendono per insight (improvvisa comprensione della situazione che conduce alla soluzione di un problema) ma piuttosto
apprendono tramite prove ed errori- comportamento di tipo prova-ed-errore apprendimento rinforzato da ricompensa -> legge dell'effetto: nel condizionamento operante si
seleziona da un insieme di risposte a caso solo quelle che provocano conseguenze positive.
Skinner studiava una risposta alla volta (skinner box) - spingere la barra per far cadere il cibo: più spingi più cibo, se togli cibo si spingerà meno (si estingue se non c'è
rinforzo). RINFORZO è il processo tramite il quale l'offerta di uno stimolo aumenta la probabilità di un comportamento (posit ivo: stimolo appetitivo; r. negativo: eliminazione
di uno stimolo avversario). PUNIZIONE (contrario rinforzo) diminuisce la probabilità di un comportamento e consiste nella pre sentazione di uno stimolo avversivo (punizione
negativa (eliminazione stimolo appetitivo) o positiva). Addestramento all'omissione: eliminazione di quello che il bambino de siderava ridusse la risposta comportamento.
MODELLAMENTO: rinforzare solo le variazioni di risposta che vanno nella direzione desiderata dallo sperimentatore. Non tutti i comportamenti possono essere modellati: il
fenomeno per cui gli animali ricorrono a comportamenti biologicamente spontanei è denominato deriva istintiva . Ciò significa che il comportamento operante, come il
classico opera sotto specifici vincoli biologici.
Rinforzi Primari: soddisfano bisogni fondamentali.
RINFORZO CONDIZIONATO o rinforzo secondario: qualsiasi stimolo può diventare un rinforzo se è costantemente abbinato ad un rinforzo primario. (soldi e lodi x uomo). I
rinforzi condizionati o secondari si rifanno comunque ad un rinforzo primario di base.
Gli organismi generalizzano ciò che hanno appreso. Tale generalizzazione può essere frenata dall'addestramento e dalla discri minazione (con discriminante chiara per casi cui
deve esserci la risposta e casi che meglio sopprimerla -> stimolo discriminante è utile è utile nella misura in cui la risposta sarà seguita da un rinforzo( come capacità
predittiva (determinate) in condizionamento classico))
RINFORZO PARZIALE: Un comportamento dopo essere acquisito può essere mantenuto anche rinforzandolo di tanto in tanto - estinzione di una risposta mantenuta con
rinforzo parziale è molto più lenta che con il rinforzo continuo.
Esistono 4 tipi di "programmi di rinforzo di base"
1. programmi a rapporto: + paghi + ricevi
2. programma a rapporto fisso: il numero di risposte che deve essere dato è fissato ad un particolare valore. Ogni tot rispos te prende paga. Pausa dopo aver ottenuto rinf.
3. programma a rapporto variabile:ricevere il rinf. Dopo un certo numero di risposte, ma questo n° varia in modo imprevedibile. Non ci sono pause (slot machine)
4. programmi ad intervallo: rinforzo si presenta solo dopo che è trascorso un certo intervallo di tempo (fisso o variabile da ll'ultimo rinforzo). Pausa dopo rinforzo, aumento
delle risposte in prossimità della fine della pausa (andare a vedere la posta in prossimità dell'arrivo del postino) e riprov a costante con tempo variavile.
CONDIZIONAMENTO AVVERSIVO: tramite punizione per indebolimento o scomparsa comportamento in occasioni successive. Punizione f unziona solo se ha una ri-direzione
funzionale. Punizione non attua comportamenti prevedibili come ricompensa; effetti inopportuni detestare persona e ambienti d ove somministrata; può provocare una
condotta aggressiva.
Risposta di fuga: imparare a dare una certa risposta per porre termine ad un evento avversivo in corso
Risposta di evitamento: imparare a produrre risposte finalizzate ad impedire il verificarsi di eventi avversi. (shuttle box - saltare la barriera tra 2 stanze)
Come in condizionamento classico anche nell'operante la contiguità temporale incide, ma anche (previdibilità) è il controllo:una risposta operante è condizionata solo
quando l'organismo interpreta il rinforzo come controllato dalla sua risposta. (se imparano a non avere controllo impotenza appresa poggia il concetto
secondo cui il condizionamento operante si realizza solo quando l'organismo percepisce di essere in grado di controllare il rinforzo -> se no passivo e non tenta
neanche di scappare nella shuttle box). Deve esserci anche contingenza tra risposte e rinforzo-> prevedibilità! (nel condiz. Classico il comportamento è
contingente ad uno stimolo particolare; nel condiz. Operante è contingente una particolare risposta anticipata). "illusione d i controllo" è quando le persone
credono di aver sotto controllo esiti dovuti al caso -> gioco d'azzardo (vincite a loro e perdite al caso)
BIOLOGIA: la deriva istintiva : le leggi di apprendimento, come per il condiz. Classico, non possono essere applicate a tutte le situazioni con tutti i rinforzi, come
si vede dalla prospettiva etologica ( ci deve essere anche una coincidenza pericolo-fuga, beccare e mangiare)
APPRENDIMENTO E COGNIZIONE
Watson: "datemi una dozzina di neonati sani e un mio ambiente specifico in cui possa crescerli e vi garantisco che saprò prenderne uno a caso e darlo
diventare un qualsiasi specialista, indipendentemente dai suoi talenti e dalle sue inclinazioni, tendenze abilità o vocazioni e razza dei suoi antenati"- per primi
Prima Prova Pagina 7
diventare un qualsiasi specialista, indipendentemente dai suoi talenti e dalle sue inclinazioni, tendenze abilità o vocazioni e razza dei suoi antenati"- per primi
comportamentisti bastavano le situazioni, per meccanismo apprendimento bastano gli animali dato che è il risultato della sola esperienza (R-R e conseguenza
risposte) -> contestata -> Tolman 1930 Apprendimento latente: nonostante gli apprendimenti il comportamento non cambia in modo corrispondente ->
creazione di una mappa cognitiva (rappresentazione mentale) da usare al bisogno-> l'apprendimento latente avviene nonostante non siano dati rinforzi.
APPRENDIMENTO OSSERVATIVO: non necessita il rinforzo nell'immediato; imparare attraverso l'imitazione e l'apprendimento osservativo: copiare il
comportamento degli altri, appurato che sia efficace e positivo. BANDURA 1963 inizialmente pensava app. osservativo seguisse i principi del condiz. Operante:
modelli (o entità più astratte come i libri) ci insegnano le conseguenze dei comportamenti. Il rinforzo spesso è indiretto: c olui che imita si aspetta di essere
rinforzato alla stregua del modello -> comportamento aggressivo bambini piccoli (pupazzo Bobo & tv)
Bandura ha sottolineato l'importanza della abilità cognitive nell'apprendimento perché deve essere in grado di:
1. prestare attenzione al comportamento del modello e osservare le conseguenze
2. ricordare ciò che è stato osservato
3. riprodurre il comportamento osservato
4. essere motivato a farlo
L'apprendimento immaginativo richiede abilità di immaginazione e anticipazione, pertanto pensieri e intenzioni sono fondament ali. Uomo agente proprie esperienza (ind<->
amb). La prospettiva dell'agente di Bandura: efficacia personale (credenze di un individui circa la propria efficacia come pe rsona) è essenziale per l'apprendimento complesso
e sociale
Credenze preesintenti possono ridurre o influenzare ciò che una persona può imparare; quindi apprendimento non è solo semplic e associazione tra input. Le credenze
preesistenti possono superare i dati fino a che non son resti abbastanza salienti
ALTO-> BASSO processi guidati da conoscenza
BASSO->ALTO processi guidati solo dalle informazioni in entrata
Credenze preesistenti è l'aspetto etologico del comportamento dei piccioni nel determinare gli apprendimenti. Senza credenze preesistenti apprendimento sarebbe
eccessivo e troppo caotico
Hebb (1966) sosteneva che l'apprendimento fosse un processo che riguarda modificazioni nell'attività neuronale. La ripetizione della stes sa risposta comporta cambiamenti
permanenti a livello delle sinapsi tra neuroni-> regola dell'apprendimento di Hebb -> plasticità neurale cioè abilità del sistema nervoso di cambiare in risposta all'esperienza.
Abilità di apprendimento più elementare è l'apprendimento Non associativo (cambiamenti possono durare ore o giorni):
- abituazione: una risposta comportamentale si riduce a seguito di successive presentazioni dello stimolo
- sensibilizzazione: la risposta comportamentale aumenta alla presentazione di stimoli intensi
Il sito essenziale di plasticità sinaptica è sito nel cervelletto
Amigdala è un area celebrale specifica per l'apprendimento ed il ricordo delle esperienze che inducono timore. Amigdala (emoz ioni) riceve info da aree talamiche e
corticali,associa gli stimoli e traduce le associazioni in risposte di paura mediate dal ipotalamo, mesencefalo e bulbo. Amig dala cambia nell'apprendimento di nuove risposte
di paura -> "potenziamento a lungo termine" nell'amigdala
Le modificazioni della trasmissione sinaptica in aree celebrali definite sono responsabili dei cambiamenti comportamentali che accompagnano l'apprendimento
associativo.
Apprendimento da luogo ad aumento o diminuzione della quantità di neuro trasmettitori rilasciati dal neurone trasmettitore; o ppure cambiamento numero ricettori post
sinaptici; sinapsi nuove; sinapsi più grandi-> PLASTICITA' SINAPTICA (cambiamento della morfologia o fisiologia delle sinapsi, associati ai processi di apprendimento o
memoria) - anche crescita nuovi neuroni.
Due segnali divergenti rafforzano la stessa sinapsi fornisce una possibile spiegazione dell'associazione in memoria di eventi separati (imparare nome legare con faccia) meccanismo NMDA (particolare recettore per modifiche a lungo temine del neurone)
MOTIVAZIONE ALL'APPRENDIMENTO: Arousal della motivazione. Arousal (o attivazione) ha una dimensione fisiologica (livello di allerta dell'organismo) che psicologica (da
calma ad ansia). - importante per motivazione - un organismo è motivato a mantenere il livello di arousal che è più appropriato per il comportamento che stà attuando.
Incentivi: comportamento motivato dall'attesa di una ricompensa. Molti comportamenti umani non hanno una ricompensa immediata ma al goal-oriented finale. Mediato da
cognizione. Comportamenti umani nascono da più complessi bisogni psicologici e hanno a che fare con aspetti intellettivi ed e motivi.
Motivazione circa l'interpretazione di un individuo circa le sue stesse azioni (motivazioni intrinseche (più determinate, più creative, più memoria - autoderminati e controllo )
ed estrinseche (a volte ricompensa può distruggere motivazione))
Apprendimento sociale oltre l'app. osservativo per una serie di spettri adattivi sia cognitivi che sociali, di ragionamento e comprensione. Inoltre apprendimento sociale e la
capacità umana cumulativa delle conoscenze che fa imitare perfettamente (cond. Operante discriminativo) e non(cond. Classico). Apprendimento osservativo nell'uomo non
è un vero apprendimento ma produce cambiamento nella pratica culturale
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MEMORIA
giovedì 24 ottobre 2013
17:24
La memoria è la capacità mentale più importante che possediamo; quasi tutte le decisioni che prendiamo si basano su ricordi d i un tipo o dell'altro.
La memoria ha 3 distinzioni fondamentali:
1. codifica, immagazzinamento, recupero
2.memoria breve e lungo termine
3. diversi tipi di memoria per diversi tipi di informazione
4. ogni tipo di memoria è mediata da strutture celebrali differenti
1.CODIFICA, IMMAGAZINAMENTO & RECUPERO
1.1 Stadio di Codifica: trasformato un input fisico (come onde sonore) nel tipo di codice o rappresentazione che la memoria accetta (e sistemato)
1.2 Stadio di Immagazzinamento: conservato o immagazzinato per del tempo l'input
1.3 Stadio di Recupero: riconoscimento e recupero info dalla memoria
Memoria può fallire in ognuno dei tre stadi. Per ogni stadio ci sono differenti strutture celebrali (codifica emisfero sx; re cupero emisfero dx)
2. TRE MAGAZZINI DI MEMORIA
Memoria agisce in modo differente nelle situazioni di immagazzinamento (>1 sec, <1 sec; intervalli più lunghi)
Atkinson - Shiffrin, 1968
2.1 info da ambiente immessa nel "magazzino o memoria sensoriale" che è attinente ad un determinato organo di senso (tutto da amb per quel senso); deposito temporaneo
(dopo pochi secondi info decade); l'informazione dal magazzino sensoriale viene trasferita alla memoria a breve termine -> memoria iconica (vista) e memoria ecoica (udito)
sono le memori più sviluppate
2.2 la Memoria a breve termine è circa la coscienza cioè si è consapevoli dell'informazione dal magazzino sensoriale (da sensazione a percezione): facilmente accessibile per
risposte o compiti; dura circa 20 sec ma è possibile impedire il decadimento dell'info tramite la ripetizione; info può esser e elaborata e trasferita nel magazzino a lungo termine
2.3 il magazzino a lungo termine è il vasto deposito nel quale si inseriscono tutte le info di cui disponiamo: le info entrano attraverso l'elaborazione dal b reve termine; capienza
illimitata; per il recupero l'info dal lungo termine viene presa e portata al breve termine dove può essere usata e manipolat a.
3. DIVERSI TIPI DI MEMORIA PER DIVERSI TIPI DI INFORMAZIONE
Memoria a lungo termine è diversa per immagazzinare fatti che le abilità
3.1 memoria implicita: persona ricorda inconsciamente vari tipi di informazione
3.2 memoria esplicita: una persona ricorda consciamente un evento passato, che si è verificato in un tempo ed in luogo ben pr ecisi
2.1 MEMORIA SENSORIALE
George Sperling, 1960
"Span di apprendimento": 1. persone sanno vedere più di quanto riescono a ricordare, ma dimenticano velocemente; 2. l'immagin e della dimostrazione sembra persistere più
della dimostrazione stessa.
Sperling usa la procedura di rapporto parziale e proietta matrice di lettere per un breve intervallo. Dopo: rapporto completo dire quante più lettere possibile; rapporto parziale
da riportare solo una fila di lettere -> con rapporto parziale le persone avevano a disposizione più lettere di quanto fossero in grado di riportare rispetto al com pleto.
In un 2° exp. Dove ha aumentato l'intervallo di presentazione tra lo stimolo e l'indicatore della riga da ricordare -> ha confermato che la memoria iconica svanisce dopo 1/3 sec
(anche Di Lollo trova questo con le matrici di punti).
Estrarre un info e renderla visibile hanno 2 percorsi diversi. Busey e Loftus per sensazione/percezione & memoria: 1. stimol o visivo scatena una risposta sensoriale (intensità
attività nervosa); 2. la quantità di info acquisita è correlata all'area di funzione della risposta sensoriale (attivazione a rea specifica); la visibilità dello stimolo è correlata allla
velocità con cui l'osservatore acquisisce info dallo stimolo stesso (grado in cui riusciamo a cogliere informazioni per il te mpo di presentazione)
2.2 MEMORIA A BREVE TERMINE
È uno "spazio di lavoro" (viene anche chiamata memoria di lavoro per indicarne il ruolo attivo piuttosto che di semplice spazio di immagazzinamento)
1.1 CODIFICA: tramite l'attenzione selettiva cogliamo solo ciò che è stato selezionato. Codifica visiva: possiamo ricordare item verbali anche in forma visiva.
Memoria a breve termine possiede diversi sotto insiemi o "buffer"(buffer episodico lega diversi aspetti di un ricordo; esecutivo fa da padrone a servo-sistemi). Un
sistema chiamato "loop articolatorio" (emisfero sx)immagazzina ed elabora informazioni in un codice acustico (ricordata con r ipetizione). Se no "taccuino visuospaziale" (emisfero dx) che mantiene ed elabora info visivo -spaziali (rotazione mentale) -> esemplifica attributi della memoria di lavoro: 1. info visiva non solo
immagazzinata ma elaborata. 2. l'info verrà sostituita da altre info finito il compito; 3. si è consapevoli dell'elaborazione delle informazioni tramite la memoria di
lavoro. Loop articolatorio e taccuino visuo-spaziale utilizzano strutture celebrali differenti.
1.2 IMMAGAZZINAMENTO: capacità molto limitata 7(±2)-> span di memoria: il massimo numero di item che riesce a ricordare nell'ordine esatto.
-"Chunking": se è possibile collegare gli stimoli della memoria a breve termine con quella a lungo termine, la prestazione di span mnestico cambia molto. Si può
usare la memoria a lungo termine per ricodificare materiale nuovo in unità più ampie e significative, per poi immagazzinare q ueste unità nella memoria a breve
termine: tale processo è denominato chunking (raggruppamento) in quanto le singole unità son dette chunk (pezzi) e la memoria a breve termine è espressa in 7±2
chunk.
- Oblio: decadimento degli item nel tempo o sostituzione con item nuovi. Più è lunga la parola, più tempo ci metto a dirla & + la dimentico. Quando arrivano nuove
info tolgono le precedenti per mantenere le 7±2 per livello critico di attivazione necessaria al ricordo.
1.3 RECUPERO: tanti più elementi ci sono nella memoria a breve termine tanto è più lento il recupero. Il recupero richiede una ricerca seriale da parte della memoria a
breve termine che deve attivare l'elemento fino ad un livello critico (quanti più elementi ci sono nella memoria a breve termine, tanto meno attivazione c'è per ognuna di
loro)
La memoria a breve termine non si usa solamente per calcoli numerici, ma anche per problemi complessi (es. figure simili da c ompletare: 1. trovare uguaglianze e differenze
osservabili e 2. trovare le regole per spiegare).
Ruolo determinante anche nei processi linguistici (esempio collegare nuove frasi a precedenti)
Memoria a breve termine immagazzina materiale e come spazio di lavoro per operazioni mentali MA è anche una stazione di transito per la memoria a lungo termine (es.
"ripetizione di mantenimento"per mantenere info nella memoria di lavoro mentre "ripetizione elaborativa" sono gli sforzi per codificare un'info nella memoria a lungo
termine - esperimenti a richiamo libero per memoria parola in una lista in base a posizione (prime(per maggiore ripetizione e quindi lu ngo termine) e ultime (ancora attive)))
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termine - esperimenti a richiamo libero per memoria parola in una lista in base a posizione (prime(per maggiore ripetizione e quindi lu ngo termine) e ultime (ancora attive)))
Strutture celebrali diverse per la memoria a breve (corteccia frontale - tipo RAM) e lungo termine (ippocampo -> corteccia)
2.3 MEMORIA A LUNGO TERMINE
Info conservate da alcuni minuti a tutta la vita (difficile, studiato oblio per settimane, per anni solo autobio - non si sa se perdita immagazzinamento o mancato recupero)
1.1 CODIFICA: memoria verbale si basa su significato degli elementi (codifica del significato). Si può anche codificare il codice acustico (poesie). Ma anche impressioni
visive, gusti, odori, suoni -> la memoria a lungo termine ha un codice preferenziale per il materiale verbale (significato) ma anche per altri codici.
Per migliorare la memoria si possono creare legami reali o artificiali tra gli elementi -> percorsi di recupero, tanto + approfondita ed elaborata la codifica del sig. tanto
migliore sarà il recupero. Per ricordate possono passare dalla causa seguendone il percorso (connessione tra comprensione e memoria). Tanto meglio capiamo e più
ricordiamo.
1.2 IMMAGAZZINAMENTO: implica un processo di consolidamento che è mediato dal sistema ippocampale
1.3 RECUPERO: molti casi di oblio la memoria debole spesso riflette la difficoltà di recupero piuttosto che di immagazzinamento. Dipende dagli stimoli di recupero ->
quanto migliori sono gli stimoli di recupero, tanto migliore è la nostra memoria. Recupero può essere pregiudicato dall'interferenza (associamo diversi elementi con lo
stesso stimolo, quando cerchiamo di usarli per raggiungere l'obiettivo, li attiviamo tutti creando interferenze: più elementi sono associati ad uno stimolo, tanto più lo
stimolo è sovraccaricato e tanto meno efficacemente può favorire il recupero).
Processo di ricerca:più percorsi possibili per il recupero dell'info, maggiore sarà il tempo
Attivazione:più numerosi fatti associati, più attivazione, più tempo e più debole l'attivazione
In alcuni casi oblio è dovuto alla perdita dell'info: l'ippocampo nel consolidamento sembra essere quello di un sistema di ri ferimenti crociati, che unisce aspetti di un
ricordo particolare immagazzinati in diverse aree del cervello -> ippocampo consolida ricordi relativamente recenti: i ricordi devono essere rielaborati dall'ipocampo per
un periodo di alcune settimane, dal momento che è soltanto durante questo lasso di tempo che la memoria risulta danneggiata d alla rimozione dell'ipocampo. Il
magazzino permanente è localizzato nella corteccia ed in particolare nelle regioni deputate all'interpretazione delle informazioni sensoriali
La miglior codifica aiuto il miglior recupero:
- ORGANIZZAZIONE DELLE INFO AL MOMENTO DELLA CODIFICA: quanto più organizziamo il materiale che cod. tanto più è poi facile recuperarlo (es. dividere per cat.)
- CONTESTO IMMAGAZZINAMENTO SIMILE AL CONTESTO DI RECUPERO: Es. ricordi che tornano quando si passa per la vecchia scuola. Il contesto non è sempre esterno
ma può includere quello che accade dentro di noi, cioè il nostro stato interiore al momento della memorizzazione. Memoria è parzialmente dipendente dal nostro stato
interiore (impariamo meglio se siamo tranquilli, Eich, 1980) - recupero migliore se nostro stato interiore durante il recupero è simile a quello della codifica
L'emozione può influenzare la memoria a lungo termine in 5 modi differenti:
- RIPETIZIONE: pensiamo più alle situazione carice ± positivo/neg che quelle neutre -> ripetizione importante per immagazzinamento -> ricordiamo qll + cariche
- RICORDI FLASH: registrazione vivida e relativamente stabile delle circostanze in cui si ha notizia di un evento significativo a forte carica emotiva (suscettibili comunque a
decadimento ed interferenza)
- ANSIA INTERFERENTE CON IL RECUPERO: casi in cui emozioni negative ostacolano il recupero. Pensieri negativi interferiscono con qualsiasi tentativo di recuperare
l'informazione inerente la domanda -> ansia non causa direttamente il deficit mnestico ma induce pensieri estranei o si associa ad essi, causando il fallimento del
recupero.
- EFFETTI DEL CONTESTO: memoria migliore quando contesto recupero è simile a quello di codifica; in codifica stato emotivo è parte del contesto, recupereremo meglio
anche con quello stato emotivo (Bower, 1981)
- RIMOZIONE: Freud sostenne che alcune esperienze emotive infantili sono così traumatiche che l'individuo potrebbe essere compl etamente travolto dall'ansia se
consentirebbe loro di entrare nella coscienza anche molti anni più tardi. Recuperabili solo quando l'emozione associata viene in parte ridotta. La rimozione è quindi
l'estremo fallimento del recupero: l'accesso ai ricordi specifici è attivamente bloccato
3.2 MEMORIA IMPLICITA
Memoria che si esprime in abilità e si rivela come il miglioramento di un compito percettivo, motorio o motorio, senza il ricordo conscio delle esperienze che hanno portato a
questo miglioramento. Studi principali fatti su persone che soffrono di amnesia (incapacità di ricordare e memorizzare, dovut a a molti fattori) -> esiste una memoria diversa per
i fatti da quella delle abilità. Memoria esplicita (fatti) usa sistemi diversi da quella implicita (abilità) - > abilità motorie e percettive non intaccate da chi soffre di amnesia.
Quando la memoria si esprime implicitamente, come nel priming (presentazione parole per breve tempo) la prestazione degli amn esici è normale (ricordo inconsapevole),
quando diviene consapevole tornano problemi amnesia. ((amnesia infantile: nessuno è in grado di ricordare eventi dei primi an ni di vita 3-5anni (Freud) - difficile da provare sembra sia dovuta alla profonda differenza tra il modo in cui i bambini piccoli codificano le esperienze e il modo in cui gli adulti organizzano i propri ricordi (e perché
l'ippocampo non è maturo fino al 1°/2° anno) - poi con linguaggio e scuola vengono forniti modi di organizzare le info)
Come abilità e lessico anche concetti possono essere immagazzinati e attivati inconsciamente -> la nozione di memoria implicita concettuale gioca un ruolo fondamentale nelle
moderne teorie sul pregiudizio (stimoli vengono recepiti inconsciamente ed usati in modo implicito - così non si sa di usare rappresentazioni razziste)
La memoria implicita (miglioramento prestazioni e abilità senza consapevolezza conscia delle lezioni che hanno portato a ciò) si fa un'ulteriore distinzione tra abilità
percercettivo-motorie (Huntington) (come leggere una parola capovolta allo specchio) e il priming (Alzheimer)(es. completamento radici di una parola) -> diversi depositi di
memoria (si vede sempre da malattia). Memoria esplicita coinvolge ippocampo e attività celebrale in emisfero dx. Memoria impl icita ha invece conseguenze nervose opposte
alla memoria esplicita in quanto quando in attività riflette un'attività nervosa minore del normale
MEMORIA COSTRUTTIVA
Memoria fino a ora descritta come videoregistratore: si prende l'info da ambiente con sensazioni, percezione, attenzione poi va nel lungo termine dove decade e non è più
recuperabile. PERO' non è così dato che la memoria è un processo costruttivo e ricostruttivo. La memoria di un evento può divergere sistematicamente dalla realtà obiettiva da
cui si origina, sia nei processi costruttivi che tramite la memoria ricostruttiva
- memoria infantile: Piget scoprì che alcuni ricordi anche vividi non erano sbagliati ma erano fabbricati dal nulla: è necessar ia una serie di circostanze particolari per costruire
una falsa memoria e possono esserci conseguenze devastanti (riconoscere uno stupratore che non era) -> nascono da una combinazione dei processi costruttivi che si possono
dividere tra: quelli che si verificano al momento della codifica originale dell'evento da ricordare e quelli che si verifican o dopo che la memoria dell'evento si è già formata
- la codifica mnestica si riferisce al processo necessario a stabilire la rappresentazione di qualche evento nella memoria a lungo termine: 1) p ercezione iniziale (trasferimento da
breve termine e 2) processo di trasferimento da breve a lungo termine (qualsiasi esso sia) -> falsi ricordi possibile in 1 e 2
- PERCEZIONE COSTRUTTIVA: ciò che percepiamo non corrisponde sistematicamente alla realtà oggettiva esterna. In molti casi la p ercezione è determinata non solo
dall'elaborazione dal basso verso l'alto (ricevi info senza pensarci) dei dai sensoriali grezzi e oggettivi, ma anche dell'in fluenza dall'alto verso il basso della storia personale, delle
circostanze, delle aspettative. -> quindi se ciò che si percepisce e sistematicamente diverso dalla realtà, la memoria che si costruisce sarà probabilmente di storta.
- INTERFERENZA PERCETTIVA: Creata un'ipotesi (anche su una percezione) sarà l'ipotesi stessa a guidare in massima parte la perc ezione futura dell'osservatore (Bruner). Verrà
mantenuta l'ipotesi iniziale anche contro l'evidenza.
- INFERENZE processi costruttivi della memoria da breve a lungo termine. Ricordiamo inferenze e non frasi complete
- RICOSTRUZIONE MNESTICA POST-FATTUALE: ogni volta che rivisitiamo certi ricordi nella nostra mente, i nostri ricordi in qualche modo cambiano. Possiamo el iminare le info
che non ci sembrano sensate alla luce di altre info apprese, quindi aggiungendo info: ricostruire e rileggere in modo diverso dopo tempo.
Gli osservatori costruiscono inferenze su ciò che deve essere accaduto e quindi incorporano i risultati di tali inferenze nel la loro memori dell'evento. Le inferenze possono
essere costruite anche sulla base di schemi , rappresentazioni mentali, oggetti, eventi o situazioni. Gli stereotipi sono di tipo schema perché rappresentano classi di persone.
Schemi possono anche essere usati per descrivere la ns conoscenza sul mondo e come comportarci. Percepire e pensare in termin i di schemi ci permette di elaborare in modo
rapido ed economico grandi quantità di info -> il prezzo è che l'evento o l'oggetto possono essere distorti se lo schema che utilizziamo non si adatta bene.
Nella memoria di una lista i processi mnemonici sembrano essere prevalentemente di tipo ascendente: la loro funzione è quella di conservare gli stimoli e di costruirne di nuovi.
I due aspetti della memoria conservare e costruire possono essere sempre presenti, sebbene la loro importanza relativa dipenda dalla situazione particolare.
- lo stereotipo sociale riguarda i tratti di personalità o gli attributi fisici di un'intera classe di persone. Quando ci sono fornite informazioni s u una persona talvolta ne facciamo
uno stereotipo e combiniamo insieme l'informazione ricevuta con quella presente nel nostro stereotipo. Il nostro ricordo dell a persona è così in parte costruito dallo stereotipo.
- le ricostruzioni post fattuali possono essere anche il risultato di informazioni fornite dagli altri. Da come viene presentata un info da altri (es. schiant o per incidente)
costituisce un info post-fattuale (dopo aver sentito ricostruiscono la propria visione per essere simili agli altri). E' possibile addirittura impiant are ricordi completamente fittizi in
condizioni controllate; questi ricordi possono essere indotti semplicemente chiedendo alle persone di immaginare resoconti fi ttizi del loro passato. Il processo di immagine
aggiunge un ulteriore informazione post-fattuale auto-generata che la creazione di altri dettagli che vengono anch'essi incorporati (non tutti riescono a generare falsi ricordi
25%). La memoria post-costruita è importante nella pratica legale, infatti non è possibile considerare una persona sicura al 100% più del 75% dato che non si è a conoscenza del
dato reale: 1) possibile cattiva codifica iniziale 2) qualche forma di ricostruzione post -fattuale 3) motivazione e opportunità di ripetere le info alla base del ricordo costruito
(spesso le circostanze reali (luce, stress, ricostruzioni post -fattuali) possono alterare la relazione tra sicurezza e accuratezza del ricordo) -> ricordo con situazione sfavorevole
non è attendibile ma la ripetizione formerà un forte ricordo dando sicurezza alla persone. I bambini sono ancora più suscetti bili alle suggestioni esterne, specie se interrogati;
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non è attendibile ma la ripetizione formerà un forte ricordo dando sicurezza alla persone. I bambini sono ancora più suscetti bili alle suggestioni esterne, specie se interrogati;
come le confessioni forzate cui le tecniche di interrogatorio sono in grado di produrre ricordi e confessioni genuinamente fa lsi di crimini (es. bambina stuprata dal padre).
La nostra memoria è spesso lontana dall'essere accurata. Anzi crea illusioni di memoria (persone ricordano con sicurezza eventi che in realtà non sono mai accaduti). Ce ne
sono di vari tipi: dalla integrazione di informazioni post fattuali o l'inclusione di interferenze riferite ad eventi passati solo realmente pensati.
- Effetto DRM : data una lista di parole semanticamente associate e una parola tema centrale delle parole ma realmente non presentata, le p ersone ricordano più facilmente la
parola tema che le altre.
- Errori d congiunzione: si ricorda di aver visto item che invece sono solo simili a quelli visti precedentemente
SONO TUTTE UN FALLIMENTO DEL CORRETTO RECUPERO DELLA FONTE DELL'INFORMAZIONE
Il monitoraggio della fonte fa stabilire la fonte più probabile di un'info in modo inferenziale (a volte può fallire portando a ricordi inaccurati sulla fonte). La memoria per le
informazioni è distinta dalla memoria per la fonte e mostra l'importanza del monitoraggio della fonte per l'accuratezza del r icordo -> la memoria della fonte declina con il
normale invecchiamento cognitivo (anziani non ricordano se prendere la medicina era un pensiero o un attività).
MIGLIORAMENTO DELLA MEMORIA
Ampliare la memoria a breve termine: non si può aumentare da 7±2 chunk, ma si può ampliare al grandezza di un chunk (cioè gl i item contenuti in uno span di memoria). Se si
potesse sviluppare un sistema di codifica in grado di funzionare per ogni sequenza amplieremmo un sacco la memoria. Sii posso no ricodificare gruppi per macro-tema. Si può
codificare il materiale affinché il recupero sia più facile.
Si può migliorare il recupero tramite interconnessioni di informazioni significative al momento della codifica. La creazioni di immagini mentali è il principale ingrediente di molti
sistemi che aiutano la memoria (sistemi mnemonici) -> immagini mentali per connettere elementi staccati e poterli recuperare meglio. Possibile anche per le parole chiave in
modo da ricordare parole straniere (scontrino -> recipiente = recipt)
Quanto più rielaboriamo gli elementi, tanto più possiamo richiamare e riconoscere in seguito. Questo avviene perché tanto più sonno le connessioni che stabiliamo tra gli
elementi, tanto più grande è la possibilità di recupero. -> domande su cause e conseguenze di una fatto sono delle elaborazioni efficaci perché generano delle connessioni
significative o percorso di recupero per l'evento. Possiamo richiamare il contesto anche mentalmente per recuperare l'info.
Dobbiamo organizzare e ordinare le info in modo appropriato. c'è sempre un problema di organizzazione con qualsiasi materiale misto; si possono elaborare i significati per
l'apprendimento. Bisogna tenere sempre un organizzazione -> quando l'organizzazione è fatta direttamente da chi deve ricordare il materiale la memoria sembra beneficiarne
al massimo.
Ci si può porsi delle domande su ciò che si sta cercando di imparare; anche per la memoria implicita cercare di ripetere ment almente un abilità percettivo-motoria in assenza di
un qualsiasi movimento fisico rilevante
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LINGUAGGIO & PENSIERO
martedì 29 ottobre 2013
19:39
Le maggiori conquiste della nostra specie nascono dalla nostra capacità di formulare pensieri complessi, comunicarli e modificarli. Pensare comprende un'ampia gamma di attività
mentali.
Il linguaggio è il nostro mezzo principale di comunicazione del pensiero (appreso senza studiare, difficile e complesso, pc non riesce a parlare)
L'uso del linguaggio ha due versanti:
- produzione del linguaggio: pensiero -> frase-> suoni
- comprensione del linguaggio: ascolto-> significati parole-> frase
Vari livelli del linguaggio: + alto unità sintattiche (frasi), parola e pezzi di parola con significato (morfemi) - livello più basso (fonemi). Il linguaggio è quindi un sistema con molteplici
livelli che serve a collegare il pensiero al discorso attraverso le parole e la sintassi (Chomsky, 1965). Pochi fonemi ma regole per produrre e capire migliaia di parole; regole sintattiche
permettono di produrre e comprendere milioni di proposizioni -> le due proprietà fondamentali del linguaggio sono la strutturazione si molteplici livelli e la produttività
(creatività).
Un fonema è il più breve segmento della parola dotato di significato. Ogni lingua ha suoi fonemi, questa può essere la risposta al perché sia difficile la pronuncia di parole straniere.
Quando i fonemi sono combinati nel modo giusto li percepiamo come parole. Ogni idioma ha le proprie regole su come combinare i fonemi
Le unità morfemiche o parole veicolano significati, anche i prefissi o suffissi. Morfema indica ogni piccola unità linguistica portatrice di significato. I morfemi grammaticali servono
per rendere le frasi grammaticalmente corrette. Significato è aspetto più importante di una parola -> può essere determinato dal contesto che chiarisce le possibili ambiguità della
parola
Le unità sintattiche comprendono frasi e sintagmi: corrispondono a parti di pensiero, consente all'ascoltatore di estrarre proposizioni dalle frasi. Sintagma nominale è il soggetto
mentre il sintagma verbale è il predicato. La sintassi corrisponde strettamente all'insieme delle proposizioni e ciò fornisce un legame tra linguaggio e pensiero -> è relazione tra
parole, nei sintagmi e nelle frasi, dà una struttura alle parti di una frase
Dalla figura si possono vedere gli effetti del contesto su comprensione e produzione linguistica.
Questa rappresentazione risulta semplificata in quanto non considera il contesto in cui avviene l'elaborazione del linguaggio .
Spesso il contesto rende prevedibile ciò che sta per essere detto. Alcune volte la comprensione è impossibile in assenza del
contesto.
Oltre alla conoscenza di base una parte saliente del contesto è rappresentata dall'altra persona (o altre) con cui si stà
comunicando.-> dobbiamo capire oltre ai vocalizzi anche le intenzioni dell'interlocutore mentre si esprime.
Nel parlare, così come nell'ascoltare, dobbiamo stabilire come l'espressione si adatta al contesto.
BASI NEURONALI
Emisfero celebrale sinistro: Area di Brocà (produzione parlato) nella parte posteriore del lobo frontale; area di Wernicke (significato parlato) nella regione temporale.
MALATTIE
Ogni tipo di Afasia è causata da una lesione ad un'area specifica del cervello. Però il linguaggio è mediato da aree celebrali differenti in persone diverse; presumibilmente anche le
zone legate all'afasia variano da un individuo all'altro.
- afasia di Broca: eloquio per nulla fluente, alterazione a livello sintattico (può maneggiare ancora alcuni tipi di analisi sintattica)
- afasia di Wernicke: eloquio fluente MA perdita contenuto
- afasia di conduzzione: problemi nel ripetere una frase ascoltata (connessioni danneggiate tra comprensione e produzione linguaggio)
- afasia anomica: problemi a recuperare parole dalla memoria
SVILUPPO DEL LINGUAGGIO
Il linguaggio è uno sforzo enorme per i bambini, comincia dai fonemi, parole fino a semantico. La sequenza dello sviluppo dellinguaggio è simile per tutti i bambini.
Bambini nascono in grado di distinguere i diversi suoni che corrispondono ai diversi fonemi di qualsiasi idioma. Nel primo anno imparano quali fonemi sono validi nella loro lingua e
perdono la capacità di discriminare i suoni che appartengono allo stesso fonema -> perdono la capacità di operare distinzioni inutili per la produzione e comprensione del loro
linguaggio. Nonostante nel primo anno sappiano riconoscere i fonemi importanti hanno bisogno di parecchi anni per imparare a combinarli per formare parole
1- 2 anni: divario tra concetti che vogliono comunicare e parole che hanno a disposizione
12 - 30 mesi: ipertestando -> applicare stesse parole per concetti vicini (cane per cane ma anche x mucca)
2e1/2 anni: più vocabolario e basta ipertestando. Da qui in poi il vocabolario si allarga a dismisura. -> i bambini sono predisposti ad imparare parole nuove
1e1/2 e 2e1/2 anni: inizia sintagmi e sintassi. Da poche parole con il concetto più importante a frasi complesse. Poi congiunzioni.
1° possibilità: bambini acquisiscano il linguaggio imitando gli adulti
2° possibilità: attraverso condizionamento -> ricompensa per frase corretta e riprenderli con errori (skinner)
- possibilità: bambino crea rappresentazioni mentali che solo dopo i 2 anni, raggiungendo il sottostadio della rappresentazionesimbolica, comincia a usare fonemi per formare parole
che rappresenta qualcosa altro. Circolarità generica tra pensiero e linguaggio, e nel periodo pre-operatorio le attività del bambino sono di tipo egocentrico (rivolto a sé) -> diviene
socializzato quando c'è decentramento cognitivo e il pensiero ha reversibilità con altri (Piaget)
- possibilità: nessun legame tra pensiero e linguaggio, crescendo il linguaggio attraverso la comunicazione organizza le categorie del pensiero, durante la crescita determina i
contenuti del pensiero per l'importanza sociale della trasmissione di conoscenze. Prima comunicazione è sociale e POI divieneinteriore (egocentrico) fino alla morte per soluzione
problemi (Vygotskij)
I bambini spesso apprendono aspetti generali come le regole: formulano un'ipotesi su una regola linguistica, la verificano e se funziona la conservano.
Negli anni recenti l'idea che imparare una lingua implichi l'apprendimento di regole è stato messo in discussione. Per alcuniimparano per iperestensione, per altri l'apprendimento di
una regola è l'apprendimento di numerose associazioni. Per testare ipotesi studi su afasici: afasici di Broca hanno problemi con i verbi irregolari (regole); afasia anomica (problemi a
recuperare parole dalla memoria) problemi con irregolari -> l'apprendimento del linguaggio sembra quindi implicare sia le regole e sia le associazioni e la memoria.
Una parte della nostra conoscenza sul linguaggio è congenita (presente sin dalla nascita) o innata: tutti i bambini attraversano la stessa sequenza di sviluppo linguistico, anche tra
culture diverse, indica che la conoscenza innata del linguaggio è molto ricca (così ricca da percorrere il normale processo anche senza modelli o insegnanti intorno) ((anche per
linguaggi gestuali come quello per i sordi)).
I bambini con età inferiore di un anno possono discriminare i fonemi di ogni idioma (primi mesi periodo critico per l'acquisizione dei fonemi tipici della propria lingua natia). Bambini
imparano prima e senza accenti 2° lingua. Esiste un periodo critico anche per l'acquisizione della sintassi (da bambino impari subito e meglio, se no non impari più -> più invecchi più
si fa fatica ad imparare una nuova lingua)
Chomsky ritiene che la capacità innata di apprendere il linguaggio sia peculiare della nostra specie. Anche altre specie hanno sistemi di comunicazione ma sono qualitativamente
diversi dal nostro. Gardner & Gardner insegnarono il linguaggio dei sogni ad uno scimpanzé: all'inizio per condizionamento e poi per osservazione. Sanno imitarli ma non sanno
creare frasi con significato diverso (Brown), sembra che imitino solo -> è diverso da come il bambino impara a mettere insieme le parole. Alcuni ricercatori hanno insegnai ad un altro
scimpanzé abilità nel cambiare l'ordine delle parole per cambiare significato (unico caso e ci ha messo molto tempo in più rispetto ad un bambino)
PENSIERO
Il pensiero può essere considerato "il linguaggio della mente". Esistono diversi tipo di linguaggio:
1. pensiero proposizionale: ascoltare la mente
2. pensiero per immagini: "vedere la mente"
1. PENSIERO PROPOSIZIONALE
Un concetto rappresenta un'intera categoria, un'insieme di caratteristiche associate ad una categoria. Servono per dividere il mondo in unità manipolabili.
La categorizzazione è il processo di assegnazione di un oggetto ad un concetto. Riduciamo la complessità del mondo cui dobbiamo rappresentarci mentalmente. I concetti ci
permettono di predire info che non sono immediatamente percepibili (potere percettivo). Concetti tanto utilizzati si associano ad una singola parola che ci permette di comunicare
con rapidità. Siamo in grado di costruire al momento i concetti che servono allo scopo specifico
CONCETTO: - Prototipo: caratteristiche descrittive dei migliori esemplari -> quello che viene in mente pensando al concetto. Costruiti sono più universali: somiglianza, immagine
che abbiamo in mente
- Nucleo: caratteristiche essenziali per far parte del concetto
Animali e colori sono più universali: più facilmente osservabili e scarsamente definiti (fuzzy) -> si cercano somiglianze con prototipo
I prototipi sono sia culturali che universali (natura). I principi su cui sn costruiti i prototipi sn universali (come individuare le caratteristiche frequenti negli esemplari del concetto).
I concetti sono divisi in gerarchie: il "livello base" o preferito per la classificazione è il primo livello cui classifichiamo (es. mela) (nome + corto, imparati da bambini, + usati).
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I concetti sono divisi in gerarchie: il "livello base" o preferito per la classificazione è il primo livello cui classifichiamo (es. mela) (nome + corto, imparati da bambini, + usati).
Categorizziamo ogni volta che vediamo un oggetto. E' stato dimostrato che più la regola (essere precisi nel determinare i motivi di somiglianza al prototipo) è ricca di caratteristiche,
più il processo di categorizzazione sarà lento e incline ad errori. Per i concetti fuzzy non abbiamo sufficienti caratteristiche identificative per confrontarli su regole e dunque possiamo
determinare la somiglianza con il prototipo: 1) trovare le caratt. Del prototipo 2) somiglianza tra ciascun esemplare e prototipo per scovarne le caratt. Comuni; 3) la maggior
somiglianza è correlato con rapidità e accuratezza nel classificare l'esemplare -> così possiamo categorizzare basandoci sulla somiglianza col prototipo e con esemplari simili
immagazzinati in memoria
ACQUISIZIONE DEI CONCETTI
Modi diversi
- Esplicitamente insegnato -> nucleo dei concetti (caratteristiche essenziali per definire il concetto)
- Esperienza -> prototipo (miglior individuo per il confronto)
strategia degli esemplari (impara un tipo che poi utilizza per tutti i simili)
verifica delle ipotesi (faccio astrazione e cerco caratteristiche nucleo)
Da un punto di vista neuronale si differisce nei concetti fuzzytra animali e oggetti in diverse aree celebrali.
Danni in area ad esempio animali di solito ha problemi a pronunziare parola anche sul concetto animali. -> Animali da oggetti in base al funzionale e percettivo.
Una linea di ricerca dice che: somiglianza ogg & prototipo coinvolge regioni celebrali differenti rispetto a quelle utilizzate tra oggetto& esemplari -> diverso posizionamento in
memoria, quindi se rovinata un area di memoria non si può attingere, mentre all'altra si. Perciò l'uso degli esemplari dipende da strutture celebrali che mediano il funzionamento
della memoria a lungo termine, mentre l'uso dei prototipi deve dipendere da altre strutture.
La categorizzazione che utilizza la regola si basa su differenti circuiti neuronali rispetto a quelli usati dalla somiglianza.
RAGIONAMENTO
Quando pensiamo in modo proposizionale organizziamo la sequenza dei nostri pensieri. Quando proviamo a ragionare nostri pensieri diventano un argomentazione che corrisponde
ad una affermazione (inizio) o conclusione (fine) -> in mezzo ci stanno le motivazioni a sostegno.
Organizziamo -> ragioniamo -> pensieri> argomentiamo, affermiamo, motivazioni -> conclusioni
Una serie di aree celebrali si attiva durante il ragionamento deduttivo ma non durante quello induttivo, mentre alcune aree celebrali mostrano pattern inverso
RAGIONAMENTO DEDUTTIVO -emisfero destro, parte posteriore
La validità deduttivaè un ragionamento forte: impossibile che le conclusioni di un ragionamento siano false se le premesse sono vere -> per forza vera. Il sillogismo è composto da
due premesse e una conclusione.
Teorie ragionamento deduttivo: dimostrano le conclusioni con regola logica e premesse. Seguiamo una logica intuitiva e regole della logica per cercare di dimostrare che la
conclusione di un ragionamento deriva dalle sue premesse. Più il ragionamento è complicato più seguire la regola diventa un processo consapevole.
Il numero delle regole richieste dall'argomentazione è un buon predittore della sua difficoltà.
L'errore denominato belif bias nel ragionamento sillogico dice che molte persone giudicheranno una conclusione logicamente non valida come valida se a loro sembrerà plausibile
Le regole della logica non comprendono tutti gli aspetti del ragionamento deduttivo. Le regole sono attivate dalla forma logica delle preposizioni, ma spesso l'essere umano valuta il
ragionamento deduttivo anche dal contenuto -> il contenuto delle preposizioni influenza il ragionamento.
Non sempre usiamo regole logiche per risolvere problemi deduttivi, piuttosto usiamo regole meno astratte e più pertinenti ai problemi quotidiani - regole pragmatiche (regole che
influenzano il comportamento) e anche costruendo una rappresentazione concreta della situazione, ovvero facendo un modello mentale.-> regole e modello hanno in comune che
sono determinate dal contesto del problema - contrario di quello che avviene con l'applicazione di regole logiche che non dovrebbero esserne influenzate
RAGIONAMENTO INDUTTIVO - emisfero sinistro e corteccia frontale
I ragionamenti sono induttivamente forti se è improbabile che la conclusione sia falsa se le premesse sono vere- un ragionamento può essere valido anche se non ha validità
deduttiva. La forza induttiva è dunque una probabilità e non una certezza. ↓
- La probabilità di base è tanto maggiore quanto maggiore sono i membri della classe (se in un posto sono tutti uguali è più probabile che uno con le stesse caratteristiche
appartenga alla classe).
- la congiunzione dice che la probabilità non può essere inferiore alla probabilità di quella stessa proposizione unita ad un'altra -> la probabilità deve essere sempre considerata nelle
condizioni maggiori
La regola della probabilità di base e della congiunzione sono guide razionali al ragionamento induttivo (confermate dalla logica) e la maggior parte delle persone ne fa uso quando le
regole sono esplicite.
L'euristica è una procedura breve e relativamente semplice da applicare che spesso, ma non inevitabilmente, può dare la risposta giusta. -> scorciatoie mentali di categorizzazione e
attribuzione senza considerare tutti le variabili.
- La somiglianza è usata come euristica per stimare la probabilità (e ignorano la probabilità di base)
- euristica della casualità: gli individui valutano la probabilità di una situazione dalla forza delle connessioni esistenti tra gli eventi che la compongono
- euristica della reperibilità: euristiche utili per stimare la probabilità così come la frequenza -> + frequenza di presentazione da parole simili
- euristica della rappresentatività: ogni caso sia pragmatico della categoria cui appartiene -> da un solo episodio induzioni ingiustificate
- pregiudizio della conferma: maggior credito a ciò che conferma le nostre precedenti convinzioni rispetto a ciò che le contraddice
La ns fiducia nell'euristica ci conduce ad ignorare fondamentali regole razionali, incluse probabilità e congiunzione
PENSIERO PER IMMAGINI (VISIVE)
Frequentemente recuperiamo percezioni passate e le elaboriamo allo stesso modo di un percetto reale (immagina) -> Imagery coinvolge le stesse rappresentazioni e gli stessi
processi impiegati nella percezione (Finke, 1985) e le stesse strutture celebrali(corteccia visiva). Immagini piene di dettagli e da esplorare quindi pensiero per immagini dipende da
una rappresentazione analogica, mentre il pensiero proposizionale da una rappresentazione simbolica.
- Le immagini possono subire delle operazioni come la rotazione mentale : lettere + ruotate + tempo per capire,
- esplorare un oggetto o una sequenza che vengono esplorate circa come la realtà (+ sforzo + tempo) (imagery come percezione)
- limitate dal livello di definizione: determina il n° di dettagli distinguibili (+ grande immagine- tempo) (imagery come percezione)
L'imagery è simile alla percezione fin dai primi stasi dell'elaborazione corticale (maggiore attivazione imagery che richiedepiù lavoro percettivo)
PROBLEM SOLVING
Ci sforziamo a raggiungere un obiettivo ma non abbiamo ancora a disposizione i mezzi per farlo: vi è una condizione iniziale e una condizione meta.
Spesso dobbiamo scomporre l'obiettivo finale in sotto-obiettivi fino a raggiungere il livello in cui abbiamo i mezzi per ottenere i nostri scopi (Anderson, 1990)
I problemi della vita reale non sono circoscritti in maniera lineare.
- riformulare i problemi in modo più chiaro
- strategie per scomporre gli obiettivi finali in sotto-obiettivi
- modo in cui le persone si rappresentano mentalmente il problema: se è a portata di mano è più facile risolverlo
Strategie di Problem solving (Newell & Simon 1972): 3 strategie generali e applicabili a qualsiasi problema. Strategie molto deboli, senza conoscenze specifiche e pox innate
- metodo della riduzione della differenza: ridurre la differenza tra condiz. Attuale e meta: creazione di sotto obiettivi che una volta raggiunti ci avvicinano alla meta
- analisi dei mezzi e dei fini: intraprendere un'azione anche se questa comporta un temporaneo allontanamento tra la nostra condizione attuale e la meta
- raggiungimento all'indietro: partendo dalla meta al sotto-obiettivo, da questo sotto-obiettivo ad un altro e così via fin che arriviamo ad avere un sotto-obiettivo raggiungibile con i
mezzi a disposizione
La capacità di risolvere un problema non dipende solo dalla strategia che adottiamo ma anche dal modo in cui lo rappresentiamo. A volte va meglio una Proposizionale, altre una
visiva (a scelta).
Spesso riformuliamo il problema in un modo migliore ma se facciamo assunzioni sbagliate, il nostro assetto mentalepuò ostacolare la soluzione (problema di fissità funzionale).
Ristrutturare una situazione ed essere in grado di rappresentarla mentalmente in una determinata maniera è spesso la chiave per la soluzione. Quando "vediamo" è tutto fatto. Per
riformulare è utile anche l'analogia : se due problemi sono nella medesima sotto-struttura, quando ho risolto 1 ho i mezzi per risolvere anche il 2° -> spesso non vediamo le analogie
perché siamo troppo concentrati sulla superficie dei problemi.
Gli esperti risolvono i problemi in modo qualitativamente migliore dei principianti per rappresentazioni e strategie: espertihanno chunk configurati e codificati in modo migliore e +
complesso, inoltre conoscono stimoli e risposte del loro ambiente. Anche per problemi nuovi ci basiamo sull'esperienza di problemi simili precedentemente risolti, solo con
sufficiente esperienza nel settore al presentarsi del nuovo problema mettiamo a fuoco aspetti strutturali. Esperti si fanno un piano prima di intraprendere un azione o problema.
Esperti vanno dai dati del problema a soluzione mentre principianti al contrario.-> le caratteristiche di competenza costituiscono alcune delle procedure dominio-specifiche che
finiscono per prevalere sui metodi deboli di problem solving.
Esperienza porta con se anche processi automatici che sappiamo eseguire anche senza il controllo della coscienza. Effetto STOOP lettura è un processo automatico (nome colore e
colore con cui scritta la parola incongruenti + tempo e + errori per dire colore con cui scritta). Usiamo tuttora in PS sociale alcune variazioni degli esperimenti di Stroop per studiare
gli automatismo nella percezione sociale.
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gli automatismo nella percezione sociale.
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Da Appunti "Albero Mascena"
LINGUAGGIO
Il linguaggio è certamente la capacità cognitiva che più caratterizza l’uomo, permette infatti due importanti funzioni:
1. comunicativa: grazie alla quale l’individuo ha la possibilità di favorire la trasmissione di informazioni e l’interazione sociale.
2. simbolica e di astrazione: il linguaggio permette di descrivere gli eventi attraverso i concetti che offrono l’occasione di acquisire una serie di conoscenze, relative alla realtà senza
che vi sia stata una partecipazione o esperienza diretta da parte del soggetto. Importante per lo sviluppo del pensieri nel rapporto linguaggio-pensiero uno dei temi più discussi
storicamente -> le maggiori conquiste della nostra specie nascono dalla nostra capacità di formulare pensieri complessi, comunicarli e modificarli. Non è ancora chiara la relazione tra
pensiero e linguaggio anche se considerate come distinte capacità superiori
Vygotskij 1930 : il linguaggio e il pensiero sono strutturalmente interdipendenti dal momento che il linguaggio non serve solo a verbalizzare ciò che si pensa; bensì esercita una
funzione regolatrice sul funzionamento del pensiero e sul suo sviluppo. Linguaggio regola pensiero e suo sviluppo & verbalizza. Il pensiero non è semplicemente espresso in parole
ma viene ad esistere attraverso esse.
In una polemica con questa posizione, secondo Piaget i bambini si servono del linguaggio così detto “egocentrico” perché è l’unica forma di linguaggio che hanno a disposizione per
comunicare. Alla base di questa ipotesi sta la convinzione che lo sviluppo cognitivo proceda separatamente, senza che il linguaggio svolga alcuna funzionefondamentale.
Comunque stiano le cose, ciò che è sicuro è che il linguaggio costituisce una capacità estremamente complessa, cioè quella diassociare suoni e significati mediante regole
grammaticali che variano con il variare delle lingue specifiche.
Né il produrre parole, né la capacità di comunicare di per sé implicano il possesso della competenza linguistica, infatti esistono molte specie animali che hanno la possibilità di
comunicare, ma i comportamenti utilizzati per la comunicazione sono innati adifferenza di ciò che avviene per la specie umana, la quale, pur avendo una disposizione genetica a
parlare, deve però acquisire durante lo sviluppo tale capacità.
Per questa ragione, un modo ovvio per vedere se anche altre specie possono acquisire il comportamento verbale è cercare di insegnare loro a parlare. A questo scopo diversi
tentativi sono stati fatti con gli scimpanzé.
Resta il fatto comunque che il linguaggio è sempre stato una delle capacità umane più straordinarie e complesse, e da quando gli uomini hanno cominciato a riflettere sulla natura e
su se stessi, essa ha sempre costituito un importante oggetto di interesse.
Nei primi studi dello sviluppo infantile abbiamo una fase preintellettuale del linguaggio ed una fase prelinguistica del pensiero in cui il pensiero e la parola non risultano essere ancora
collegati fra loro. Ciò che darà origine ad una interdipendenza tra pensiero e parola sarà il significato della parola; nel significato il pensiero è incorporato nella parola. Il significato
della parola non è costante ma muta durante lo sviluppo del bambino: in particolare possiamo dire che il rapporto tra pensiero e parola non è qualcosa di statico ma bensì di
dinamico che muta in base alle diverse fasi del processo di sviluppo.
Va fatta una distinzione per quanto riguarda il linguaggio: abbiamo unaspetto semantico interiore ed un aspetto fonetico esteriore. Nel bambino infatti la struttura del linguaggio
non rispecchia la struttura del pensiero, la grammatica precede infatti la logica (il realismo nominale) e per il bambino l’aspetto semantico e fonetico della parolarappresentano una
unità indifferenziata. Ad ogni diverso grado nello sviluppo dei significati verbali, corrisponde un particolare rapporto tra l’aspetto fonetico e semantico del linguaggio.
Parlare richiede un trasferimento dal piano interiore a quello esteriore, comprendere è invece un passaggio dall’esteriore all’interiore. Secondo Miller il linguaggio interiore è il
linguaggio esteriore meno suono ed è un processo di volatilizzazione del linguaggio nel pensiero.
In merito a questo secondo Piaget, all’inizio dell’età scolare si avrebbe una scomparsa del linguaggio egocentrico che diverrebbe linguaggio socializzato, per Vygotskij invece il
linguaggio egocentrico non sparirebbe, bensì corrisponderebbe ad una prima fase di transizione delle funzione interpsichichea quelle intrapsichiche, da forme di attività sociale a
forme di attività individuale. Funzionalmente il linguaggio egocentrico è affine a quello interiore in quanto è un linguaggioper se stessi, strutturalmente invece è affine a quello
esteriore, il suo destino è comunque quello di sopravvivere perdendo per V. la sonorità.
Il linguaggio egocentrico è qualcosa che si situa tra il linguaggio per se stessi e il linguaggio per gli altri e che tende, nel suo aspetto evolutivo, verso il linguaggio muto. Il linguaggio
interiore non va considerato come il linguaggio meno suono, bensì come funzione verbale organizzata in modo del tutto diversodal linguaggio esteriore. nel linguaggio interiore la
parola muore nel momento in cui partorisce il pensiero -> il pensiero viene concepito come il linguaggio della mente. Esiste più di un tipo di linguaggio:
1. pensiero proposizionale
2. pensiero per immagine
Solo in tempi recenti i diversi approcci allo studio dei fenomeni linguistici si sono articolati nelle discipline che oggi noi conosciamo, come la filosofia del linguaggio, la linguistica e la
psicologia (psicolinguistica).
La linguistica
La linguistica è la disciplina che si occupa dello studio della lingua come sistema, a prescindere da chi la usa e dal modo in cui viene usata. E’ importante distinguere tra lingua e
linguaggio, che secondo la definizione data da De Sassure sono:
1. la lingua un’astrazione che sta ad indicare tutte le regole che regolano l’uso dei suoni, delle forme e degli strumenti lessicali, sintattici, semantici e d’espressione. Mentre esistono
molte lingue diverse, ciascuna con delle regole proprie,.
2. il linguaggio è una capacità specifica della specie umana, identica per i parlanti/ascoltatori di tutte le lingue.
L’oggetto di studio della linguistica sono le regole che governano le diverse lingue e/o che sono comuni a tutte in quanto sistemi.
La linguistica Generativa
La linguistica generativa ha più di ogni altra influenzato gli studi psicologici sul linguaggio, sia dando l’avvio alla psicolinguistica, sia aprendo la strada ad un nuovo modo di affrontare i
problemi psicologici in generale, sia all’impostazione nota come cognitivismo.
Secondo Chomsky, il fondatore di questo indirizzo di studio, scopo della linguistica deve essere quello di spiegare quali sono le conoscenze che il parlante ascoltatore di una lingua
deve possedere per poter usare correttamente quella lingua. Chomsky assume che esista unapredisposizione innata, che è patrimonio genetico della specie umana, ad acquisire
qualsiasi lingua. Che nell’acquisire la sua lingua madre un bambino non imiti semplicemente ciò che sente dagli adulti è indicativo del fatto che tutti i bambini, in una certa fase
commettano errori di ipercorrettismo. In polemica con la tesi sostenuta da Skinner, Chomsky sostiene che ciò che un bambino acquisisce sono le regole della lingua particolare cui è
esposto. Queste regole relative alla lingua costituiscono la competenza linguistica del parlante.
Chomsky distingue tra competenza e esecuzione:
1. competenza:insieme delle conoscenze linguistiche che il parlante ideale deve possedereper essere in grado di produrre e comprendere un numero di frasi infinito della sua lingua.
L’aspetto creativo del linguaggio è una caratteristica fondamentale della competenza e il tipo di linguistica è chiamata generativa, nel senso che si preoccupa di individuare le regole
linguistiche che permettono l’uso creativo, cioè la produzione sempre nuova di espressioni della lingua da parte del parlante. Creatività ed innatismo sono le nozioni fondamentali
che hanno maggiormente influenzato la psicologia e la psicolinguistica cognitivista.
2. esecuzione: nella pratica la competenza si riflette nell’esecuzione, la quale comprende le manifestazioni linguistiche reali del soggetto. E’ evidente che l’esecuzione è in buona
parte determinata dalla competenza, ma è anche influenzata da molti altri fattori extra linguistici, come le limitazioni dovute alla memoria, problemi di attenzione ecc.
La psicolinguistica
Alla nascita della psicologia non è corrisposto per molti anni un interesse scientifico nei confronti del linguaggio, che perun lungo periodo, in pratica fino alla rivoluzione chomskiana.
È stato affrontato dalla psicologia solo marginalmente.
Tra gli psicologi che si sono occupati del linguaggio prima del cognitivismo ricordiamo: Wundt, Buhler, Vigotskij e Piaget.
Il termine psicolinguistica venne usato perla prima volta nel 1953. oggi il termine indica il settore della psicologia che studia la capacità di parlare e capire.
All’inizio degli anni ’50la corrente dominante in psicologia era il comportamentismo e diversi autori in quell’ambito si occuparono di linguaggio. Traessi Skinner secondo il quale una
persona impara a parlare in un modo molto simile a quello con cui apprende ogni altro comportamento cioè attraverso rinforzi e punizioni.
Skinner sottolinea come, quando i bambini emettono i primi suoni simili a quelli del linguaggio adulto, essi ottengono moti rinforzi da parte dei genitori.
Il problema del linguaggio comunque resta in ambito comportamentista marginale. E’ soprattutto con l’avvento dellateoria chomskiana e l’affermarsi della teoria cognitivista, che fa
propri gli assunti della linguistica generativa, che quella del linguaggio diventa uno dei settori principali dell’indagine psicologica.
Ci sono 4 problemi della psicolinguistica:
1. acquisizione: durante i primi sei mesi il bambino produce suoni che sono uguali in tutti i contesti linguistici, indipendentemente dal contesto culturale e linguist ico, i bambini
producono prevalentemente p, b, m, t, a, e.. E’ probabile che in questa prima fase il bambino cominci a s elezionare i suoni della propria lingua e a perfezionarsi nella loro
produzione. Nel periodo che va dai 6 ai 12 mesi, appare il balbettio. In questa fase si passa da uno stadio in cui il bambino produce suoni che non hanno alcun rapporto con
parole della lingua madre, alla produzione gradualmente sempre più corretta di parole. Dal punto di vista delle categorie grammaticali, le prime parole che il bambino produce
sono sostantivi, nomi di oggetti o persone per lui rilevanti come i genitori, i giocattoli, il cibo. Più tardi, e nell’ordine , egli comincerà ad usare i verbi e gli aggettivi a solo alla fine
gli avverbi e i pronomi. Tra il primo e il secondo anno di vita il bambino affina ulteriormente le proprie capacità e inizia a produrre le prime espre ssioni , che possono essere
anche costituite da una sola parola, e per questo chiamate olofrasi. Successivamente il bambino comincia a legare insieme due , tre, o quattro parole per formare frasi. In
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questa fase in cui i sostantivi sono ancora buona parte del vocabolario, le frasi non sono né complete né corrette e il lingu aggio del bambino viene perciò definito telegrafico.
Lunghezza, complessità e correttezza grammaticale si modificano notevolmente fra i 18 e i 24 mesi. Da questa età il bambino continua ad arricchire il suo vocabolario fino a
che, intorno ai 5 anni egli diviene padrone di strutture assai simili a quelle degli adulti e controlla un vocabolario di circa 2000 parole. Un fatto rilevante è che i bambini arriva no
in un tempo relativamente breve ad impadronirsi di questa abilità così complessa senza che di fatto essa venga insegnata.
2. comprensione:capire ciò che qualcuno dice è un fatto del tutto automatico, che, anzi, non siamo in grado di evitare. Tuttavia capire un discorso è un processo di estrema
complessità che richiede il concorso coordinato e contemporaneo di molte capacità diverse. Per poter capire una frase dobbiam o in primo luogo segmentare correttamente il
continuum dei suoni, in modo da isolare le diverse parole, quindi attribuire un significato alle parole e analizzare la struttura sintattica della frase . Questi tre stadi non
esauriscono il processo di comprensione, non sono separati né hanno luogo sequenzialmente. Esistono molti studi che indicano come l’identificazione di una parola non
avvenga attraverso un semplice processo di identificazione sequenziale dei singoli suoni che la compongono. Esistono diverse teorie tra le quali una particolarmente
importante è la teoria dell’analisi per sintesi. Essa ci spiega che l’identificazione avviene così:l’ascoltatore possiede un sistema che produce o sintetizza esso stesso dei suoni;
quando sente un pezzo di discorso questo sistema cerca di produrre suoni confrontabili con quelli uditi, tali tentativi vengo no guidati da indici di somiglianza acustica. I suoni
prodotti dal sistema in questo modo, vengono confrontati con il suono ricevuto ed è questa o perazione di confronto che costituisce la vera e propria analisi del suono ricevuto
e parte della sua identificazione. C’è però ancora un lungo cammino da percorrere prima di giungere alla comprensione e cioè alla conclusione del processo attra verso cui un
ascoltatore giunge ad assegnare un’interpretazione e una sequenza di suoni.
3. costruzione Questo che viene chiamato processo di costruzione consiste nell’attribuire significati alle parole che via via vengono identificate, nel metterle insieme alle parole
già sentite e a quelle che seguiranno, fino al compimento della frase. Per ottenere questo risultato un ascoltatore deve utilizzare un ampio numero di strategie sia di tipo
sintattico che semantico. Gli studiosi hanno tuttavia attribuito maggior peso alle une o alle altre dando cosa: il termine me moria semantica viene usato per descrivere la
conoscenza generale in opposizione alla memoria episodica. Collins e Quilliam proposero che i concetti relativi ai nomi di ge neri naturali sono organizzati in memoria come una
rete con nodi e indicatori organizzati gerarchicamente. Secondo questo modello com prendere il linguaggio equivale a trovare un percorso attraverso a rete che mette in
relazione la parola di una frase in maniera permessa dalla sua sintassi.
Socializzazione, linguaggio e sviluppo cognitivo
Un contributo importante nel dibattito relativo ai rapporti fra sviluppo cognitivo e linguaggio, è stato dato dalla teoria e dalle ricerche elaborate da Bernstein nell’ambito della
sociolinguistica. B. assume dalla teoria linguistica di Chomsky la distinzione tra:
- competenza, ossia il sistema di regole linguistiche a disposizione di ogni parlante
- performance, cioè l’uso effettivo del linguaggio nella scelta dei parlanti nelle loro deviazioni dal modello della competenza.
La teoria di B. si fonda principalmente sull’ipotesi che lastruttura delle relazioni sociali determina gli usi e le scelte linguistiche dei parlanti.Di loro volta i comportamenti linguistici,
socialmente modellati, orienterebbero l’accesso verso diversi modelli simbolici……e agirebbero sul comportamento sociale favorendo o inibendo le possibilità di mobilità sociale.
Bernstein descrive due differenti sistemi di uso linguistico definendoli:
1. codice elaborato: lascia ampia libertà alle scelte linguistiche dei parlantipermettendo di esprimere e differenziare contenuti semantici complessi e scarsamente prevedibili. Il
carattere di complessità e d minima prevedibilità è proprio anche delle scelte sintattiche ed è tale da produrre una notevoleversatilità nelle espressioni individuali, chiarezza e
specificità del discorso e indipendenza dal contesto immediato. - borghesia
2. codice ristretto: concede una libertà molto ridotta alle scelte linguistichedel parlante e presenta massima probabilità negli aspetti sintattici e semantici delle espressioni. Il
significato complessivo della comunicazione può risultare troppo generico e poco chiaro o poco legato al contesto immediato del discorso e dell’esperienza particolare del parlante. classe operaia
Le ricerche condotte da B. in Gran Bretagna tendono a stabilire un legame tra l’uso dell’uno o dell’altro e la classe di appartenenza sociale.
L’uso esclusivo del codice ristretto rispecchierebbe la struttura delle relazioni sociali ed interpersonali della classe operaia; l’uso del codice elaborato rispecchierebbe la struttura
delle relazioni sociali ed interpersonali dellaborghesia. Nella società inglese i contesti di socializzazione familiare di queste due classi sociali si differenzierebbero per la diversa
divisione dei ruoli e il diverso orientamento nei confronti dell’individuo. Nella classe operaia le classi tenderebbero a strutturarsi in un sistema gerarchico chiuso e formale. In questo
tipo di famiglia la comunicazione tende ad esercitare un controllo diretto sulle persone e secondo modalità che consentono scarsamente all’individuo di differenziarsi dal proprio
ruolo, definito in base alla posizione ricoperta all’interno del gruppo. La famiglia della middle class, strutturandosi invece secondo modelli di socializzazione che presentano
definizioni meno rigide dei ruoli, permettono ai loro membri di differenziarsi sulla base delle loro caratteristiche individuali.
La posizione di Bernstein non è stata esente da critiche apparendo per molti versi troppo schematica e riduttiva, e quanto meno, da sottoporsi a ulteriori verifiche nell’ambito di
realtà sociali diversi da quella brittannica. I dati relativi alle competenze linguistiche e al rendimento scolastico delle classi più disagiate sembrano, comunque, confermare in linea
generale la tesi di B. pare che i bambini delle classi medie e ricche parlino di più con i propri genitori e siano maggiormente premiati per i progressi che fanno nell’uso del linguaggio.
Appare, in ogni modo, la correlazione tra uso del così detto codice ristretto e scarso sviluppo delle capacità cognitive la quale non può essere, tra l’altro, stimata sulla base del solo
rendimento scolastico. E’ stato anche osservato che il giudizio degli insegnanti nei confronti degli scolari che mostrano unapiù carente competenza linguistica potrebbe agire come
profezia che si auto-avvera, predeterminando l’insuccesso dello scolaro, rispetto ad acquisizioni e prestazioni che non gli sarebbero affatto precluse dalle sue effettive capacità
cognitive.
Ambito clinico
Nell’ambito clinico terapeutico, il linguaggio assume naturalmente un ruolo primario; viene considerato, infatti uno dei sistemi rappresentativi che meglio esprime il pensiero e di
conseguenza viene suggerita l’utilizzazione delle comunicazioni verbali del paziente come strumento attraverso il quale indagare problematiche di natura intrapsichica. E’ attraverso
il linguaggio che si stabilisce il “primo rapporto” con il pz, sempre attraverso la comunicazione verbale si decidono le “regole” del rapporto terapeutico che devono essere chiare e
condivise. Il paziente esporrà verbalmente il problema che l’ha portato in terapia e sarà lo psicologo a dovere individuare quelle che sono le aspettative del pz rispetto alla terapia. Il
più delle volte il soggetto comunica in modo latente e deformato una serie di richieste di aiuto. Non è importante, inoltre, solo la modalità di comunicazione utilizzata dal soggetto
ma anche ciò che viene comunicato. dal terapeuta: egli dovrà usare un linguaggio accessibile, privo di tecnicismi, accurato, e mostrare il più grande rispetto per le comunicazione e i
sentimenti del pz.
Tutto ciò che il terapeuta fa e dice nel colloquio deve comunicare il suo impegno, la sua competenza, il suo interesse nell’aiutare il pz.
Per quanto riguarda i metodi d’indagine, negli ultimi anni si è registrato un interesse per le problematiche relative alla valutazione dello sviluppo comunicativo-linguistico in fasi di età
sempre più precoci. Per la valutazione dello sviluppo linguistico-comunicativo attualmente ci si può avvalere di strumenti diretti e indiretti. I primi costituiscono in osservazioni o
prove somministrate dal clinico al soggetto stesso come il C.I.I.
I secondi sono invece i questionari volti a valutare le competenze comunicative somministrate ai genitori del bambino, come il Questionario sullo Sviluppo Comunicativo e Linguistico
nel secondo anno di vita
Le teorie più recenti, inoltre, sostengono che, oltre ad una componente semantica e sintattica, nel linguaggio è possibile individuare una componente pragmatica. In questo senso
ogni enunciato è “un atto linguistico” cioè non può essere interpretato senza far riferimento all’intero contesto.
COMUNICAZIONE
La comunicazione può venir definita come un processo dinamico che avviene tra almeno due persone, un emittente che invia un messaggio di tipo verbale e non, ed un destinatario
che riceve il messaggio e lo elabora generando un feedback comunicativo, il tutto può avvenire in maniera consapevole o non del tutto consapevole.
Comunicare è indispensabile agli individui, attraverso la comunicazione vengono espressi e soddisfatti i bisogni di natura pratica quotidiana e bisogni più profondi come
l’appartenenza e l’affiliazione; attraverso la comunicazione l’individuoinstaura dei rapporti sociali e crea la propria identità; tutto ciò incide sulla salute psichica e più in generale sul
benessere complessivo dell’individuo.
Lo studio della comunicazione umana può venir suddiviso in tre settori d’indagine:
1. la sintassi, ovvero lo studio dei problemi legati alla codifica e decodifica delle informazioni;
2. la semantica ovvero il significato che la comunicazione ha per i comunicanti
3. la pragmatica ovvero gli effetti della comunicazione sul comportamento umano.
Di quest’ultimo aspetto si è occupata la Scuola di Palo Alto, nel suo esponente Watzlawick, che secondo un ottica costruttivista indaga come le persone comunicano e come la
comunicazione incida sulla patologia, intesa da lui come patologia relazionale e quindi ascrivibile alla comunicazione. Nel suo libro “pragmatica della comunicazione umana”(1971)
Watzlawick espone le sue idee assumendo che la comunicazione è un comportamento e che quindi essendo impossibile il non comportamento è impossibile la non comunicazione ed
anche il silenzio è comunicazione; questo è il primo dei cinque assiomi della comunicazione
1. “è impossibile non comunicare”;
2. in ogni comunicazione c’è un aspetto di contenuto ed un aspetto di relazione (2 assioma),
3. il primo viene espresso attraverso un modulo numerico (attraverso le parole che agli oggetti si danno),
4. la relazione viene espressa attraverso un modulo analogico (attraverso il linguaggio non verbale) (4 assioma).
Secondo Watzlawick la natura della relazione dipende dalla punteggiatura della comunicazione (3 assioma) che viene decisa dai partecipanti ed in relazioni conflittuali è la
punteggiatura ad essere conflittuale ovvero ogni soggetto considera il proprio comportamento come causato dal comportamento a ltrui, senza considerare che è il proprio
comportamento ad aver causato quello dell’altro; in quest’ottica l’unica possibilità di risolvere la conflittualità della punteggiatura sta nella metacomunicazione ovvero ad un
livello in cui si comunica non sui contenuti ma sulla comunicazione stessa (cioè sulle modalità della relazione), la difficoltà che incontrano le persone, restando invischiate in
comunicazioni conflittuali, risiede nel portare piano numerico (parole) una comunicazione che ha luogo sul paino analogico (r elazione), ES: quando si litiga e non ci si ricorda più
il contenuto del litigio ma si perpetua la conflittualità sulla base delle risposte relazionali innescate, l’unico modo di ri solvere il conflitto è parlare delle modalità di
comunicazione spostando l’attenzione dal contenuto.
5. Watzlawick individua inoltre (5 assioma) due tipologie di scambi comunicativi: simmetrici o complementari;
- Simmetrici: i primi si basano sull’uguaglianza dove un soggetto rispecchia il comportamento dell’altro (es: due fidanzati),
- Complementari: i secondi si basano sulla differenza dove c’è una asimmetria comunicativa, un soggetto in una posizione primar ia ed uno in una posizione inferiore (es:
madre/bambino; medico/paziente) dove un soggetto completa il comportamento dell’altro; quest’ultima non necessariamente è una relazione negativa infatti può essere data
anche dal contesto e dalla situazione della comunicazione (es: studio medico).
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anche dal contesto e dalla situazione della comunicazione (es: studio medico).
Secondo Watzlawick anche la patologia è ascrivibile al dominio della comunicazione, è infatti attraverso modalità comunicative che si genera e si mantienetale, all’interno di un
sistema che è composto dai soggetti che ne fanno parte e dalle relazioni che li legano, quindi dai soggetti e dalle loro comunicazioni; è all’interno del sistema, tendente all’omeostasi,
che si individuano relazioni e comunicazioni patologiche ed è quindi nella globalità del sistema stesso e nel qui e nell’ora della relazione che devono venir indagati; secondo questo
approccio la patologia è determinata da una relazione patologica all’interno del sistema stesso (la famiglia come sistema primario), il quale perpetua dei pattern comportamentali
(relazionali) che mantengono lo stato patologico dell’individuo il quale diventa lui stesso sintomo di una patologia che interessa il sistema in cui è inserito (non esiste un individuo
nevrotico, ma un sistema nevrotico che fa diventare il soggetto sintomo del sistema a cui appartiene); è in quest’ottica che si individuano i risvolti applicativi delle teorizzazioni di
Watzlawick e della scuola di Palo Alto, dando vita alla terapia Sistemica,
TERAPIA SISTEMICA - WATZLAWICK -> trovare nella relazione del sistema i pattern comportamentali che portano all'equilibrio ed alla definizione patologia del soggetto -> cambiando
questi aspetti della relazione l'equilibrio sarà aggiustato e la patologia scomparirà
Secondo cui gli elementi patogeni sono patologie relazionali del sistema stesso e devono essere indagate nel qui e nell’ora della relazione e nella globalità del sistema; la terapia
Sistemica non cerca motivazioni recondite al malessere psichico e si discosta dal determinismo psicoanalitico abbracciando una visione meno pessimista della patologia. L’intervento
terapeutico consiste, quindi, nel smascherare quei pattern comportamentali che vengono perpetuati dal sistema al fine di mantenerne l’equilibro ed attraverso la costruzione di
nuovi schemi e nuove modalità comunicative “curare” la patologia del sistema che di conseguenza cesserà di manifestare la suasintomatologia nel comportamento dell’individuo.
Un modo per comunicare (ma non l’unico) è il linguaggio
Con questa breve sezione vogliamo fornire il lettore di elementi ulteriori per approfondire lo studio del rapporto tra funzione cognitiva e funzione verbale nel quadro evolutivo
infantile.
La presentazione sintetica delle conclusioni scientifiche di tre fondamentali studiosi contemporanei quali B.F.Skinner, J.Piaget e L.S.Vygotskij danno il senso della fondamentalità di
una domanda in tale direzione.
Per Skinner il linguaggio è un comportamento verbale acquisito allo stesso modo di qualsiasi altro comportamento.
L'apprendimento linguistico del bambino si lega ad una attività di tipo motorio. In particolare i bambini costruiscono i significati delle parole non come categorie astratte ma come se
fossero delle vere e proprie etichette associate ad oggetti o situazioni reali.
Piaget considera la capacità del bambino di rappresentarsi mentalmente le azioni come il presupposto base per l'acquisizione del linguaggio.
Solo dopo i due anni il bambino, raggiungendo il sottostadio della rappresentazione simbolica, con il gioco del far finta, comincia ad usare un oggetto per rappresentarne un altro. In
seguito a ciò egli incomincia a mettere insieme i fonemi per formare una parola che a sua volta rappresenta qualcos'altro.
Piaget non sostiene che il linguaggio sia un prerequisito per lo sviluppo del pensiero, ma solamente che tra il pensiero e illinguaggio esiste una circolarità geneticain cui nessuna
funzione è causa o effetto dell'altra. L'appoggio reciproco è necessario perché il p. ed l. dipendono dall'intelligenza che ècomunque anteriore al linguaggio.
Nel periodo preoperatorio in cui le attività del pensiero del bambino sono di tipo egocentrico, anche il linguaggio ha caratteristiche egocentriche e sincretiche (globale), è
caratteristica da un punto di vista linguistico la mancanza di rapporti sintattici tra i componenti della frase.
Il linguaggio diventa SOCIALIZZATO solo quando il pensiero acquista la caratteristica di reversibilità, consente il decentramento cognitivo.
Per Vygotskij nella fase iniziale della vita del bambino non c'è alcun legame tra pensiero e linguaggio e nessun rapporto di reciproca dipendenza. La relazione tra questi si crea
soltanto durante lo sviluppo della coscienza, ed è il linguaggio attraverso la comunicazione che organizza in modo qualitativo le categorie del pensiero.
In particolare Il linguaggio durante la crescita viene a determinare maggiormente i contenuti del pensiero,proprio per l'importanza sociale della trasmissione delle conoscenze.
Al contrario di Piaget il linguaggio ha inizialmente la forma di comunicazione sociale e solo successivamente si accompagna un linguaggio interiore,molto simile al linguaggio di tipo
egocentrico. Questo all'opposto di quanto sosteneva Piaget non scompare mai, favorendo il bambino e accompagnando le fasi strategiche di soluzione dei problemi reali.
Il linguaggio ed il pensiero che originariamente erano indipendenti finiscono così per integrarsi in un processo d'interazione reciproca
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MOTIVAZIONE - SODDISFAZIONE LAVORATIVA
giovedì 24 ottobre 2013
17:24
Per motivazione si intende una condizione che determina direzione e l'intensità del comportamento. E' sperimentata soggettivamente come un desiderio conscio.
Possiamo controllare il comportamento ma è quasi impossibile controllare le motivazioni. Esse sono dovute da bisogni: fisiologici, culturali e di interazione con gli individui.
La scelta consapevole è più la conseguenza che la causa dei nostri stati motivazionali
Esistono 2 tipi di teorie per le motivazioni di base, date dalle origini della motivazione: cosa le provoca e come controlla il comportamento:
- teorie pulsionali: accento su ruolo dei fattori interni della motivazione. Bisogni fisiologici di base (fame, sete, ecc.) + sesso e aggressività
- teorie da incentivazione: ruolo motivazionale degli eventi esterni o degli oggetti del desiderio. Gli incentivi sono gli oggetti della motivazione. La natura di quello che desideriamo
ci porta in una o nell'altra direzione.
Molti incentivi servono anche da ricompensa per produrre piacere o rinforzare il comportamento che ci avvicina a loro
- rinforzi primari: ricompensa indipendentemente dall'apprendimento precedente (es. sensazione sessuale)
- rinforzi secondari: hanno ottenuto il loro ruolo di rinforzo tramite l'apprendimento della loro relazione tra gli eventi. Apprendimento è crucial e (può avere ruolo anche in parte per
modificare i rinforzi primari)
Le teorie degli incentivi e quelle delle pulsioni offrono prospettive diverse nel controllo delle emozioni, è solo una questione di forma perché il risultato è uguale, operano insieme
nella realtà e spesso interagiscono. Fattori incentivanti possono risvegliare pulsioni. Anche fattori sociali e culturali possono giocare un ruolo importante.
OMEOSTASI E PULSIONI
La nostra vita dipende dal mantenere inalterate certe cose. Siamo stati progettati per funzionare in equilibrio interno, e le motivazioni di base servono per mantenerlo. l'omeostasi
è lo stato interno costante che opera attivamente per controllare (fisiologici, psicologici e meccanici) e mantenere uno stato interno costante (il punto di equilibrio). Molti processi
fisiologici operano come termostati: attivano motivazioni che servono a mantenere l'omeostasi. (caldo: sudare (fisico), spogliarsi (meccanico), neuroni che alterno metabolismo e
mandano segnali di sensazione cosciente di caldo (psico))
- esperienza febbre per far capire perdita omeostasi: cervello ingannato e sente freddo anche se corpo caldo e per questo nonostante la temperatura alta si tende ad avere freddo
- sete: manifestazione PS del bisogno di acqua: 2 riserve: 1) acqua dentro cellule del nostro corpo; 2) acqua contenuta nel sangue e nei liquidi extra-corporei. Da perdita pressione
reni richiama sete (sete extracellulare) O dal sale nel sangue (sete intracellulare - con acqua riduce concentrazione a osmotica)
MOTIVAZIONE DA RICOMPENSA E DA INCENTIVAZIONE - Ipotalamo ricompensa - dopaminergico "volere" e oppidi "piacere"
La motivazione da incentivazione (o desiderio di qualcosa) è tipicamente associato ad un affetto (intera gamma delle esperienze consce di piacere o dispiacere).
Il piacere si è evoluto per sostenere un ruolo psicologico fondamentale che è modulare il comportamento come "valuta corrente" della psicologia (Cabanac, 1992). Il piacere
associato a stimoli che aumentano la capacità di sopravvivenza. Per guidare azioni future i piaceri e dispiaceri devono essere appresi, ricordati e attribuiti ad oggetti o eventi che
assumano salienza incentivante cioè associato ad un effetto anticipato che cattura l'attenzione e guida il comportamento. Volere è l'anticipazione del piacere. Se una cosa ci è
piaciuta in passato contribuisce a volerla in futuro.
Il tradurre il volere in piacere come "valuta corrente" psicologica , attivano lo stesso sistema celebrale premiante nel sistema cerebrale dopaminergico (parte superiore tronco
encefalico e inviano i loro assoni fino alla corteccia prefrontale -> il neuro trasmettitore dopamina trasmette il messaggio). l'attività di questo sistema nervoso valuta le ricompense
(volere) (Wise, 1982)
TOSSICODIPENDENZA E RICOMPENSA
La dipendenza per certe persone è una motivazione potente. La bramosia nei confronti di certe droghe come gli oppiacei, gli psicostimolanti o altre sostanze può diventare
incontrollabile. Le droghe attivano direttamente i meccanismi celebrali del piacere ed i sistemi di incentivazione fino a livelli senza pari -> dipendenza comportamentale se dovuta ad
arr
La dipendenza si ha solo quando si verifica uno schema comportamentale di assunzione compulsiva e distruttiva della droga. Ci sono tre fattori principali:
1. rendere iper attivo il sistema celebrale della ricompensa; livelli dopaminergici molto più alti del normale e dopo si vuol e riprovare
2. astinenza dovuta a tolleranza(il bisogno di un quantitativo di droga maggiore per ottenere lo stesso effetto euforizzante) i sistemi celebrali possono diventare più resistenti
all'attivazione stessa e aiutano il cervello a rimanere in stato di equilibrio anche in presenza di droga. Se viene tolta la sostanza manca l'attività nei sistemi di piacere creando
astinenza (reazione intensamente avversiva alla cessazione dell'uso della sostanza psicoattiva). I cambiamenti permanenti ne i sistemi celebrali sella ricompensa producono
desiderio intenso anche quando l'astinenza è finita
3. la sensibilizzazione neuronale significa che i neuroni dopaminergici verranno attivati più intensamente dalle droghe e dagli stimoli ad essa collegati. (dopamina media da "volere"
rispetto a "piacere") -> dura molto più a lungo dell'astinenza
FAME, ALIMENTAZIONE E DISTURBI
Il controllo della fame implica molti degli stessi concetti omeostatici della sete, ma in modo più complesso. Per sete basta acqua, per fame gran numero di alimenti diversi in
ecquilibrio. Alcune preferenze gustative sono innata altre riguardano i meccanismi di apprendimento. Il sapore è il fattore più potente nella scelta dei cibi (componenti gustativi e
olfattivi) con caratteristiche innate per piacere per alcuni e avversione per altri
1. Sapore innato: dolci per calorie apprezzato e rifiuto per amaro "veleno"
2. apprendimento individuale e sociale: apprendimento classico per graduale accettazione del sapore e sapore-effetto - oppure rifiuto e avversione per un cibo che la prima volta
non piaciuto. Il cibo non è cambiato ma la persona sì: i nuovi ricordi associativi fanno sì che ad una seconda occasione il cibo risulti sgradevole (avversione condizionata)
Indipendentemente dal cibo che scegliamo dobbiamo mantenere l'omeostasi energica del corpo per mantenere il consumo cellulare, la mancanza genera fame dell'alimento
specifico. Omeostasi è il principale meccanismo attivo nel controllo della fame, ma anche fattori incentivanti sono importanti. Abbiamo bisogno anche di assaporare e non solo di
nutrirsi -> il forte desiderio di stimolazione orale (molto oltre la soddisfazione di bisogni calorici) si riflette nell'uso di dolcifi canti artificiali che danno sapore senza calorie: gli
incentivi del cibo sono sotto forma di esperienza sensoriale. Per sazietà condizionata è il senso di pienezza fine pasto che è in parte prodotto dall'apprendimento (fino a quando il
livello calorico è uguale, dopo piano piano comincia a richiedere più cibo -> incentivo simulato fa ingrassare). Altilessia: quando si ha fame il cibo è più buono: qualsiasi stimolo
esterno che corregge un problema interno è sperimentato come piacevole.
Indicatori fisici della fame: 1) le sensazioni gastriche dovute alle contrazioni non sono la vera causa della fame, hanno più a che fare con senso di sazietà che di fame, non attivazione
dei recettori; 2) lo stesso cervello ha i propri sensori che registrano l'eventuale carenza di calorie disponibili (nel tronco dell'encefalo e nell'ipotalamo sensibili ai livelli di glucosio
- il controllo della fame è l'opposto del controllo della sazietà: per farci sentire sazi 1) stomaco e intestino: sia dilatazione che sostanze chimiche attivano i recettori; 2) dal duodeno
(parte intestino che riceve il cibo dallo stomaco) che lascia un ormone nel sangue che al cervello dà sazietà; 3) il più sensibile segnale celebrale di disponibilità di sostanze nutritive
proviene dai nervi del fegato -> recettori fegato più sensibili da riuscire a definire i livelli delle sostanze dentro al fegato.
Segnali di fame e sazietà sono prodotti in modo da produrre motivazione a mangiare e mangiare. Nel tronco encefalico si sommano i segnali provenienti dai diversi recettori di fame
e sazietà più l'elaborazione del gusto, ulteriormente elaborato dal pro-encefalo nell'ipo-talamo -> sindrome ipotalamica laterale (ipotalamo non funzionante) perdita totale della
fame. Sindrome ipotalamica ventromediale produce un appetito estremo ((oppio aumenta appetito, anfetamine sospensione cibo)). Sono molti i sistemi neuroanatomici e
neurofunzionali coinvolti in appetito e sazietà -> lesioni ipotalamiche non cancellano la fame ma fanno alzare o abbassare il livello di equilibrio omeostatico.
- obesità: si definisce obeso un individuo con un eccesso di peso corporeo pari o superiore al 30% del suo peso forma. È dovuta a una deviazione dell'omeostasi. Problema socciale
soprattutto femminile, può causare numerosi problemi -> può essere dovuto a fattori genetici o sovralimentazione o ambedue.
La base biologica e imitano lo stile alimentare dei genitori obesi? Gemelli monozigoti separati è uguale nella coppia ma diverso tra diverse coppie-> genti dimostra quanto
ingrassiamo--> geni fattore determinante nel peso e nell'aumento di peso. -> legame tra geni e cellule adipose & un legame tra cellule adipose e obesità (n° e dimensione cellule)
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Diversi farmaci e droghe intaccano l'equilibrio -> problema dieta che quando interrotta riporta al punto di equilibrio (anche togliendo cellule adipose, il cervello percepisce
cambiamento livello grasso e si adopererà per ristabilire il livello)
La sovralimentazione causa l'obesità- > da perdita di controllo dopo dieta limite fa superare il livello di sazietà -> persone che cercano di limitare quello che mangiano, ignorando
l'impulso a mangiare di più, possono arrivare a ignorare il senso di sazietà che di solito frenerebbe il loro desiderio di mangiare. -- qualunque tipo di attivazione emotiva sembra
aumentare l'assunzione di cibo da parte di certi obesi. Lo stress è in grado di attivare sistemi celebrali di base i quali, i n alcune circostanze, portano alla sovralimentazione.
Le diete spesso falliscono e chi riesce a perdere peso poi lo recupera, per 2 motivi: 1) deprivazione può portare ad una successiva sovralimentazione; 2) deprivazione rallenta tasso
metabolico quindi metabolismo più lento. -> ambedue spiegabili da un p.to di vista evoluzionistico. Per la dieta servono nuove abitudini alimentari permanenti ed esercizio fisico
(farmacologico fa perdere intanto che prendi la medicina, comportamentale dura)
- anoressia nervosa: (disfunzione ipotalamica) disturbo dell'alimentazione caratterizzato da un'estrema perdita di peso auto-imposta del almeno il 15% del peso normale. Negano il
problema e si vedono grasse: deperimento e infezioni. 15 to 30 anni con ossessione alle calorie che consumano con intensa attività fisica
- bulimia: (problemi in neurotrasmettitore serotonina o in funzioni esecutive) disturbo dell'alimentazione caratterizzato da frequenti e pisodi di abbuffare seguiti da tentativi di
liberarsi dall'eccesso di cibi per mezzo di vomito e lassativi. Peso può restare normale, il problema è il costo fisiologico del vomitare.
Fattori sociali e culturali giocano un ruolo determinante nella bulimia e anoressia: mutamento culturale del prototipo di bellezza femminile. La teoria di oggettivazione : teoria
socioculturale di come essere allevati in una cultura che considera come un oggetto il corpo femminile che altera fondamentalmente l'immagine di sé ed il benessere delle ragazze e
delle donne (descrivere in dettaglio i processi ps ed emotivi per cui a seguito di ripetuta esposizione i messaggi oggettivanti creano disturbi dell'alimentazione). l'oggettivazione
sessuale è una forma di disumanizzazione di relazione interpersonale. l'auto-oggettivazione significa che la persona pensa e valuta il proprio corpo da una prospettiva in terza
persona focalizzandosi sugli attributi corporei osservabili piuttosto che in sé e su di sé (anche maschi gay) -> pensare solo al proprio esterno toglie risorse cognitive e mentali al resto
predice reazioni emotive e riduzione di quelle positive (come qll sessuale). -> porta a disturbo dell'alimentazione, depressione, disfunzioni sessuali coincidono con genere ed età
GENERE E SESSUALITA'
Proprio come la fame e la sete anche la sessualità è un fattore motivante potente -> sesso motivazione sociale che implica un'altra persona (diversamente da quelle di
sopravvivenza). Motivazioni sessuali NON omeostasi o deficit interno): 1. sviluppo sessuale precoce VS 2. sessualità adulta & 3. fattori biologici VS 4. fattori ambientali
1. sviluppo sessuale precoce:
1.3 ognuno deve sviluppare un appropriata identità di genere, hanno inizio in grembo . Una volta sviluppati testicoli o ovaie essi producono ormoni sessuali. L'ormone fondamentale
nello sviluppo genitale è l'androgeno, se le ghiandole sessuali en producono a sufficienza il neonato avrà genitali maschili se no genitali femminili anche se è geneticamente maschio.
Dopo aver modellato i genitali l'androgeno comincia a operare nelle cellule celebrali (cambia volume e struttura dell'ipotalamo (motivazione)). Androgeno mascolinizzato aumenta
aggressività e indicano che alcuni comportamenti legati al genere sono parzialmente determinati dagli ormoni (anomale ormonali possono femminilizzare il comportamento
sessuale maschile (es. stress materno)). -> importanza dell'ambiente ormonale iniziale per il comportamento sessuale successivo degli animali e suggeriscono la possibilità che gli
ormoni prenatali possano essere importanti anche per la motivazione sessuale dell'essere umani.
1.4 L'etichetta assegnata e il ruolo sessuale in cui l'individuo è allevato hanno un'influenza molto più grande sull'identità sessuale rispetto ai geni e agli ormoni individuali (più che
per gli animali) -> sia gli ormoni prenatali che l'ambiente sono due determinanti fondamentali di tale identità e normalmente operano in armonia. Quando non concordano
l'ambiente diventa dominante
2. sessualità adulta:
2.3 cambiamenti nei sistemi ormonali dalla pubertà 11\14 anni ipotalamo fattori di rilascio delle gonadotropine che stimolano l'ipofisi che rilascia nel torrente ematico ormoni
sessuali gonadotropine che circolano fino alle gonadi (fanno sperma (ipotalamo fa gonadotropine ecc fino a far produrre androgeni/testosterone dai testicoli) or ovaie(ipotalamo F
ogni 28 gg)).
2.4 In molte specie l'eccitazione sessuale è strettamente legata a variazione de livelli ormonali (in uomo meno) -> nell'uomo più che androgeni il desiderio sessuale è dovuto a fattori
emozionali, nella donna ancora meno a causa degli ormoni (in menopausa interesse aumentato per il sesso). Il grado di controllo ormonale sulla condotta sessuale degli adulti è
minore negli uomini rispetto agli altri animali. Comunque anche per l'uomo ci può essere un qualche controllo ormonale (testosterone <->desiderio sex)
3. in un certo senso il cervello è l'organo sessuale primario -> origina il desiderio sessuale e ne controlla il comportamento. Gli ormoni sessuali influenzano il sistema nervoso a
svariati livelli. A livello del midollo spinale esistono dei circuiti nervosi che controllano i movimenti della copulazione (erezione, movimenti pelvici, eiaculazione), nell'ipotalamo
regolazione aspetti più importanti per desideri e sensazioni sessuali intensi.
4. ambiente grande importanza sulla sessualità adulta; prime esperienze possono influire su specifiche risposte sessuali. Ne lle scimmie atteggiamenti pre-sessuali a 60gg dalla
nascita, queste risposte innate, modificazione e perfezionamento indicano che l'apprendimento è importante nello schema sessuale dell'adulto (chi non esposto ai giochi problemi
nell'attività e nella relazione (fiducia)).
Anche la cultura influenza l'espressione del desiderio sessuale. Ogni società ha le proprie regole di condotta sessuale + o meno permissive, incesto da quasi tutte). Da anni '70
rivoluzione sessuale ora in calo per paura AIDS. Le donne vedono il sesso come una parte della relazione, uomo come attività fisica anche per il tradimento: uomo si eccita
guardando i corpi e le donne dal livello di attività sessuale.
l'orientamento sessuale di un individuo rappresenta il grado in cui è sessualmente attratto da persone di sesso opposto e/o dello stesso sesso. Orientamento sessuale come un
continuum che va dall'esclusiva eterosessualità all'esclusiva omosessualità, scala divisa in diversi componenti (attrazione, desiderio, auto identificazione, ecc). Asessualità è
completa mancanza di attrazione sessule. 33% maschi e 65% F. L'omosessualità si può predire dalla non conformità al genere nell'infanzia= simili per M e F, F hanno avuto +
probabilità di avere amici M e fare cose da M. -> è il mancato apprezzamento delle attività tipiche del genere di appartenenza che sembra essere il miglio predittore
dell'orientamento omosessuale adulto, sia per M che per F.
I gay hanno provato esperienze etero e l'orientamento sex è determinato dall'adolescenza -> non sono le attività sessuali a determinare l'omosessualità in età adulta, bensì le
tendenze (smentito comportamento sessuale da apprendimento)
3. esotico-che-diventa-erotico secondo cui il ruolo della biologia nel determinare l'orientamento sessuale è critico ma più limitato -> il solo fatto che un comportamento sia
vantaggioso per la riproduzione non significa che l'evoluzione lo debba necessariamente "fissare" nella specie (solo natura non nutrimento) -> azione combinata
natura&nutrimento - come imprinting cioè il rapido apprendimento precoce che permette ad un animale appena nato di sviluppare un attaccamento nei confronti della propria
madre , che invece può essere la figura sociale più vicina.
Le cause PS e biologiche sono così strettamente intrecciate nel controllo di molte motivazioni umane da confluire insieme in un unico flusso di eventi. PS e bio in motivazioni sono
aspetti del controllo che interagiscono continuamente per dirigere i processi motivazionali.
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EMOZIONI
giovedì 24 ottobre 2013
17:24
Le emozioni sono così centrali nelle esperienze umane negli incontri sociali che siamo portati a considerare disumani coloro i quali sembrano non averne: disturbo di personalità
antisociale (psicopatici o sociopatici) che è un deficit della normale risposta emotiva
Le emozioni e motivazioni sono fortemente correlate. Le emozioni possono attivare e dirigere il comportamento nello stesso mo do delle motivazioni di base.
Emozioni: indotte dall'esterno; sollecitata da un'ampia varietà di stimoli
Motivazioni: indotte dall'interno; sollecitata sa bisogno specifico
1.
2.
3.
4.
5.
6.
l'emozione è un episodio complesso, a più componenti, che induce una prontezza ad agire. È composta da 6 componenti:
Valutazione cognitiva: valutazione del soggetto del significato personale delle sue circostanze attuali -> sollecitano risposte
Esperienza soggettiva dell'emozione: il tono affettivo o lo stato sentimentale associato all'emozione
Tendenze al pensiero e all'azione: urgenza di pensare o agire in modi particolari
Sistema nervoso autonomo: reazioni corporee interne (diverso da sistema nervoso periferico
Espressioni facciali: contrazioni che muovono i tratti del viso in modi particolari
Risposta alle emozioni: come le persone affrontano le emozioni , o come reagiscono ad esse o alla situazione che le ha indotte
Nessuna delle 6 componenti è un emozione, anzi tutte insieme contribuiscono a dar vita ad una particolare emozione. Sistema c omplesso distinto dall'umore
Emozioni: causa chiara, relative a qualcosa/qualcuno; tipicamente brevi; sistema complesso di 6 fattori -> dentro a cat. discreta
Umore: stati affettivi diffusi e liberamente fluttuanti; persistono a lungo (giorni); salienti solo a livello di salienza sog gettiva -> variabili sulla piacevolezza a livello di arousal
Una qualsiasi delle 6 componenti può far partire il processo dell'emozione. Risposte delle varie componenti contribuiscono al l'intensità dell'emozione esperita: emozioni diverse
vengono sentite in modo diverso. L'attivazione del SNA aumenti gradatamente l'intensità delle ns emozioni, ma il modello di a ttivazione è uguale per diverse emozioni -> come
distinguerle allora????
1. VALUTAZIONE COGNITIVA
La relazione individuo-ambiente si riferisce alla situazione oggettiva in cui si trova la persona, le sue attuali circostanze nel mondo o in relazione agli a ltri -> affinché queste
circostanze si traducano in un'emozione dobbiamo interpretarle come rilevanti rispetto ai ns obiettivi personali o al ns benessere -> questo processo interpretativo è la
valutazione cognitiva.-> il significato personale a sua volta determina il tipo di emozione che esperimentiamo così come la sua intensità ( Lazarous, 1991). Le valutazioni cognitive
sono pesantemente responsabili della differenza delle emozioni; sono spesso sufficienti a determinare la qualità della esperienza emotiva
Teoria biffattoriale delle emozioni: emozioni risultano dalla combinazione di 2 fattori:( Schachter e Singer 1962)
1) stato iniziale di arousal inspiegabile
2) una spiegazione (o valutazione) cognitiva dell'arousal
Somministrata adrenalina, chi aveva spiegazione attivazione erano meno influenzati dalla situazione. Se c'è qualcosa della si t. Che spieghi fa percepire meno sgradevole
attivazione arousal.
Attribuzione erronea dell'arousal l'arousal fisiologico persistente può essere erroneamente attribuito a circostanze successive e intensificare le ns reazioni emotive in quelle
circostanze. Arousal attribuito alla valutazione, così sia l'arousal che la valutazione contribuiscono all'intensità dell'esp erienza e talvolta la sola valutazione può determinare la
qualità.
Tutte le teorie sono simili in quanto ipotizzano che le valutazioni individuali delle situazioni (non dell'arousal) portano a ll'esperienza soggettiva di emozione, all'arousal associato
e alle altre componenti della risposta emotiva -> differiscono dal modo in cui concettualizzano la valutazione
- teorie minimalista della valutazione cognitiva: riducono il n° delle dimensioni di valutazione al minimo. Esistono diverse transizioni umane fondamentali che producono
emozioni specifiche -> Lazarous 1991 identifica tali transizioni fondamentali come tema relazione centrale (significato personale conseguente ad un modello particolare di
valutazione di una specifica relazione ind-amb)-> è nella relazione tra ambiente ed il sign. personale che determina l'emozione.
- teorie dimensionali della valutazione cognitiva: identificano una varietà di dimensioni di valutazione ritenuta sufficiente a spiegare le differenze tra le emozioni. -> specificare le
varie dimensioni di valutazione e le conseguenze emotive di tali dimensioni (una dimensione è la desiderabilità dell'evento anticipato e se questo accade o no)
Il processo di valutazione può provenire in modo conscio e deliberato o inconscio: mostrare foto serpenti in modo conscio e c on mascheramento retrogrado (mostrate foto x 30
milli sec e poi foto naturale) -> i soggetti fobici dimostravano risposte fisiologiche quasi identiche alle foto del loro oggetto fobico in ogni caso -> valutazioni cognitive di minaccia
possono avere luogo a livelli inconsci, indicendo le persone a esperire emozioni per ragioni sconosciute -> solo valutazioni cognitive più rudimentali (valenza e urgenza) sono al di
fuori della coscienza, le più complesse sono il risultato della valutazione conscia
Biologia: ruolo chiaro nei circuiti emotiva è l' amigdala che registra le reazione emotive -> alcune connessioni non passano tramite corteccia da canali sensoriali ma sono dirette:
base bio delle valutazioni cognitive inconsce. -> amigdala è in grado di rispondere alle situazioni di allarme prima della corteccia (sperimentare un emozione prima di saper e
cos'è) -> tramite neuroimaging sui ratti si è visto che l'amigdala controlla gli stimoli in grado di elicitare emozioni a un libello automatico/inconscio
2. ESPERIENZA SOGGETTIVA ED EMOZIONE
È una dimensione consapevole, la componente sentimentale. Un effetto del processo di valutazione consiste nella modificazione dell'esperienza soggettiva. Non tutte le
esperienze emotive sono dovute al processo emotivo: le emozioni possono manifestarsi anche senza sentimenti consapevoli; i se ntimenti funzionano da feedback della rilevanza
personale delle circostanze attuali -> la componente sentimentale dell'emozione guida il comportamento, le decisioni e l'elaborazione delle informazioni.
Prestiamo maggiore attenzione agli eventi congruenti con i sentimenti che stiamo provando rispetto agli incongruenti: apprend iamo di più degli eventi in sintonia con i nostri
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Prestiamo maggiore attenzione agli eventi congruenti con i sentimenti che stiamo provando rispetto agli incongruenti: apprend iamo di più degli eventi in sintonia con i nostri
sentimenti (Bower, 1981). Sentimenti attuali guidano automaticamente l'attenzione,producendo tempi di reazione più veloci degli eventi congruenti; i mparano di più -> i nostri
sentimenti influenzano quali ricordi sono più accessibili, e tali ricordi a loro volta influenzano cosa ci viene più facile da imparare in un determinato momento.
I ns sentimenti possono influenzare la valutazione delle altre persone e oggetti. Le ns emozioni alterano anche le nostre de cisioni economiche; influenzano anche i giudizi sulla
frequenza dei vari rischi -> le emozioni attivano la tendenza a riprodurre le stesse valutazioni cognitive che inizialmente hanno prodotto l'emozione st essa (diamo stesso giudizio
tendendo a valutare la situazione con attributi interni o esterni).
Le conseguenze cognitive delle esperienze soggettive servono a perpetuare gli stati emotivi, il che produce spirali verso il basso per le emozioni negative e verso l'altro per quelle
positive (sorridi e la vita ti sorriderà!)
3. TENDENZE AL PENSIERO E ALL'AZIONE
I sentimenti guidano il comportamento; l'elaborazione dell'informazione è data dall'urgenza di questa: le urgenze sono chiama te tendenze al pensiero e all'azione. Tendenze al
pensiero con emozioni negative sono più ristrette e specifiche, positive più ampie e aperte alle possibilità. Le urgenze si t rasformano in azioni dipende dal complesso interfaccia
tra: controllo degli impulsi, norme culturali, altri fattori. Particolari tendenze rendono le emozioni adattive da un punto d i vista evolutivo (paura da tempi di risposta + rapidi)
Le emozioni negative restringono il ns campo di pensiero ed azione, le emozioni positive hanno un effetto complementare: ampl iano il nostro repertorio di pensiero e azione (+
creativi, curiosi, sociali; aumenta addirittura la portata visiva delle persone permettendo loro di vedere più di quello che normalmente vedono)
Sebbene le emozioni di per sé abbiano vita breve, possono esercitare su di noi effetti duraturi. Permettendoci di ampliare il ns modo di pensare e di conseguenza le ns azioni, le
emozioni positive promuovono la formazione di idee innovative e creative, nonché di legami sociali più solidi -> le emozioni positive costruiscono il ns magazzino di risorse a cui
attingere in caso di difficoltà (fisiche, ps, sociali ed intellettuali) (es. dal gioco) -> formazione esperienziale
Sentirsi bene fa molto più bene di quanto noi crediamo la teoria di ampliamento e costruzione afferma che le emozioni positive ampliano il ns modo di pensare ed agire, il che a
sua volta permette la costruzione di risorse personali durature, rendendoci persone più complete ed elastiche
4. SNA - MODIFICAZIONI CORPOREE ED EMOZIONE
Quando proviamo un emozione può far renderci conto di un certo numero di cambiamenti fisici. La maggior parte dei cambiamenti fisiologici che hanno luogo durante l'arousal
emozionale deriva dall'attivazione simpatica del SNA (sistema nervoso simpatico prepara il corpo ad agire in emergenza ed è responsabile del: 1. + pressione e battito sang. 2.
respirazione + rapida 3. pupille dilatate 4. sudorazione aumentata 5. + zuccheri nel sangue 6. sangue coaugula + fast 7. sang ue da stomaco e intestino a cervello e cuore 8.pelle
d'oca. Il sistema nervoso parasimpatico riporta gradualmente l'organismo al suo stato normale)
Include ipotalamo (motivazioni) e amigdala (valutazione cognitiva x emozioni) -> nuclei tronco encefalico (SNA) -> muscoli e ormoni surrenali --> attivazione fisiologica per stati
emotivi negativi. Emozioni positive producono scarse modificazioni corporee (adeguate per aiutare a riprendersi da qualsiasi attivazione protratta conseguente da emozioni
negative -> effetto di annullamento delle emozioni positive) . --> coltivare emozioni positive sembra essere un modo particolarmente buono di combattere gli effetti fisiologici
prolungati delle emozioni negative.
La percezione che abbiamo della nostra attivazione è denominata percezione viscerale.-> la riduzione dell'attivazione del SNA si trasforma nella riduzione di intensità
dell'emozione provata (emozione si attiva, ma ha valore intenso solo se si attiva il SNA -- nel midollo spinale (veterani)). Emozione viscerale contribuisce all'intensità delle
emozioni; quindi quelli che hanno una buona percezione viscerale provano emozioni più intense di chi ha minor sensibilità sul proprio stato di attivazione (anche + espressioni
facciali e più attività celebrale collegata)
William James 1980 : la percezione dei cambiamenti corporei è l'espressione soggettiva dell'emozione; non si può avere l'una senza l'altra. Anch e Carl Lange arrivò alla stessa
conclusione lo stesso periodo. Quindi Teoria di James-Lange: l'attivazione del SNA differenzia le emozioni
Walter Cannon: critica teoria James-Lange : strutture interne troppo lente per essere fonte primaria dell'emozione, induzione artificiale cambiamenti corporei as sociati ad un
emozione non causa l'esperienza di un'emozione vera, lo schema di attivazione del SNA non sembra differire tra uno stato emot ivo e l'altro.
Vari autori provato a distinguere in categoria attivazioni diverse per emozioni diverse, valide in modo universale -> prime due obiezioni di Cannon son ancora valide --> non è
l'attivazione del SNA a generare l'emozione ma si ritiene sia la valutazione cognitiva individuale della situazione .
6. ESPRESSIONE FACCIALE ED EMOZIONE
L'espressione facciale che accompagna un'emozione serve a comunicare l'emozione a coloro che ricevono la comunicazione -> comunicazione emozione fattore importante con
valore di sopravvivenza per la specie, in modo universale per alcune di queste, indistinte per cultura e per muscolatura facc iale coinvolta.
Oltre a funzione comunicativa le emozioni contribuiscono all'esperienza soggettiva dell'emozione, come la valutazione e le mo dificazioni corporee. (anche gestualità)
Il volto umano si è evoluto per trasmettere segnali emotivi ed il cervello umano per codificare tali segnali. Per Darwin si t ratta di risposte innate con una storia evolutiva ereditata
per qualche valore di sopravvivenza - la sola espressione facciale di una persona modifica di per sé il comportamento in un'altra -> espressone facciale materna risolveva
l'incertezza dei bambini sul pericolo.
Sebbene certe emozioni del volto appaiano associate in modo innato a certe emozioni, altre sono prese dalla cultura: le regole di esibizione emotiva variano da cultura a cultura
specificando il tipo di emozione che le persone dovrebbero esprimere in certe situazioni, così come i particolari comportamen ti associati (espressioni simile per differenti regole
di esibizione tra le culture -> pox problemi interpretativi)
- ipotesi del feedback facciale: l'idea che le espressioni del viso, oltre che alla loro funzione comunicativa, contribuiscono anche all'esperienza delle emoz ioni. Questa è un'ipotesi
parallela a quella di James-Lange (come riceviamo feedback da SNA = per espressione facciale -> causano o intensificano l'esperienza emotiva). Le espressioni sul viso possono
esercitare un effetto indiretto sull'emozione, poiché aumentano l'attivazione del SNA (produrre particolari emozioni causava cambiamenti fisiologici)-> espressione emozionale
tra la lista dei fattori in grado di innescare un'emozione (valutazioni cognitiva sono l'innesco più probabile) (sorridere dà una risposta fisiologica più veloce).
RISPOSTE ALL'EMOZIONE: REGOLAZIONE EMOTIVA
La regolazione emotiva (risposta individuale alle proprie emozioni) è parte del processo emotivo perché le persone reagiscono alle loro emozioni pre figgendosi cosa e quando
sentire una particolare emozione -> emozioni e sforzi per regolarli vanno a braccetto -> una considerevole parte del processo di socializzazione è finalizzata a insegnare ai bambini
come e quando regolare le proprie emozioni.-> la loro capacità di regolare le emozioni sarà un predittore della loro capacità sociale.
La gente controlla o regola le proprie emozioni in modo diverso, non vengono scelte in modo deliberato ma l'uso ripetuto può farle divenire risposte automatiche al di fuori della
consapevolezza conscia -> risposte individuali deliberate o non possono influenzare le altre componenti dell'emozione sia direttamente che non.
L'emozione è un processo che si dispiega e modifica nel tempo, e non un semplice stato che può essere catturato in un singol o istante. Per modificare un'emozione si può
reprimere o imporre un qualsiasi segnale facciale (att. SNA e amigdala e peso sul funzionamento cognitivo)OPPURE concentrars i sul modo in cui si interpreta la situazione
reinterpretandola in modo migliore di prima (no costi fisiologici e diminuzione attività amigdala) -> reprimere espressioni facciali per mantenere compostezza compromette
abilità sociali. Quindi meno pesante rivalutare la situazione; come distrarsi rispetto a ruminare (tendono ad acuire le emozioni negative)
EMOZIONI GENERE E CULTURA
Circostanze emotive fanno risaltare differenze tra gli individui e i gruppi. Il processo cognitivo comincia con le valutazion i cognitive individuali delle transizioni con l'ambiente e
termina con le risposte alle proprie emozioni. LE differenze dono all'inizio e alla fine : all'inizio dato dalla differenza d i valutazione o precedenti, mentre alla fine sono le risposte
alle emozioni (in mezzo: risposte emozionali di esperienza soggettiva, tendenze al pensiero e all'azione, modificazioni corp oree e fino ad un certo punto espressioni facciali - sono
meno influenzate dalla differenza di genere e cultura). Qualsiasi differenza di genere o cultura nelle valutazioni/risposte a ll'emozione può generare cambiamenti nelle
componenti medie del processo.
- differenza di genere: uomini e donne hanno forti credenze su come le emozioni differiscono in base al genere di appartenenza. Realmente differisc ono per espressione delle
emozioni (facciale e verbale) che nell'esperienza soggettiva delle stesse. Differenza di genere nel come manifestare le emozi oni ci si rifà agli stereotipi di genere (donne elevate
emozioni, tristezza, ansia, paura; uomini bassa intensità, rabbia, orgoglio, disprezzo) -> emozioni è uno dei sistemi per comportarsi nel modo appropriato rispetto al genere.
Le differenze di genere nell'espressione emotiva sono legate alle differenze di genere negli obiettivi di regolazione delle e mozioni ( da come regoli la tua emozione ti comporti da
M o da F) -> cambia nell' espressione delle emozioni e non nell'esperienza emotiva in sé.
Le differenze di genere nelle emozioni possono derivare principalmente dalla fine del processo emotivo, cioè dal modo in cui M e F regolano ed esprimono le loro emozioni.
Queste differenze, a loro volta, derivano in massima parte dalle differenze di genere in cui i M e le F sono educati a social izzare (dai genitori) per conformarsi agli stereotipi di
genere -> i genitori parlano diversamente delle emozioni ai bambini di età prescolare -> le lezioni differenziate in base al genere sull'appropriata regolazione delle emozioni sono
uno dei modi in cui i ragazzi imparano ad essere mascolini o femminili, potenti o indifesi
- differenze culturali: come il collettivismo (culture che enfatizzano connessione ed interdipendenza tra persone) e l' individualismo (culture che enfatizzano separazione e
indipendenza tra individui) modellano le esperienze emotive. Le differenze culturali negli obiettivi personali possono produr re differenze culturali nelle emozioni, tramite
differenze poste all'inizio del processo emotivo (valutazione cognitiva) e del significato personale oltre che degli obiettiv i personali specificatamente nelle relazioni interpersonali.
Le relazioni hanno un'importanza diversa tra le persone appartenenti a culture individualistiche o collettive, e la stessa ci rcostanza (es. progetto fallito) produce emozioni diverse.
Dalla prima infanzia, ciò che la cultura ci trasmette influenza le emozioni che le persone si sforzano di provare. (es. libr i di racconti per bambini USA) -> biculturali usano lingua
parlata più recentemente.
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Collettivismo e individualismo influenzano anche la parte finale del processo emotivo, prescrivendo quali emozioni possono es sere espresse e quando. Cambiano il senso della
comunicazione dell'emozione.
Le emozioni sembrano legare insieme le persone nelle culture collettivistiche, e definirne l'unicità individuale in quelle in dividualistiche.
AGGRESSIVITA' (IPOTALAMO)
La tendenza all'atto associato alla rabbia è l'attacco.
l'aggressività (ipotalamo)è un comportamento intenzionalmente finalizzato a colpire un'altra persona (fisicamente o verbalmente), oppure a distruggere una proprietà ->
intenzionalmente
Le due principali teorie sul comportamento sociale formulano ipotesi molto diverse sulla natura dell'aggressività.
- la teoria psicoanalitica di Freud vede l'aggressività come una pulsione: Istinti, come quello sessuale, quando frustrato determina una pulsione aggr essiva: teoria della
frustrazione-aggressività: ogni volta che lo sforzo di un individuo per raggiungere un qualsivoglia scopo è bloccato, si determina una pulsione aggressi va che lo motiva a
distruggere l'ostacolo causa della frustrazione: 1. aggressività causata da frustrazione e 2. aggressività è pulsione fondame ntale -> criticata: come animali ma solo uomini fanno
guerre su vasta scala -> Quando stimolato ipotalamo l'aggressività ha le caratteristiche di una pulsione dato che coinvolge reazioni innate (topolin o ad uccidere) -> nei mammiferi
superiori gli schemi istintivi di aggressività sono controllati dalla corteccia prefrontale (area implicata nella regolazione delle emozioni) e sono maggiormente influenzati
dall'esperienza
- la teoria dell'apprendimento sociale la considera una risposta appresa: modelli di comportamento che la gente sviluppa in risposta a contingenze ambientali. Alcun i
comportamenti possono essere ricompensati e altri produrre risultati negativi: alla fine la gente seleziona modelli di maggio r successo.
- la teoria dell'apprendimento sociale differisce dal comportamentismo classico in quanto pone importanza sui processi cognitivi (persone possono rappresentarsi
mentalmente le situazioni e prevedere conseguenze: cambiare il proprio comportamento)
- pone l'accento sul apprendimento vicario (o per osservazione) : modello trasmette sia comportamenti specifici sia risposte emozionali. Modelli più efficaci e fattori
determinanti per l'effettiva attuazione del comportamento osservato (Bandura, 1986) -> + rinforzi + probabile si verifichi. Una persona frustrata può aggredire, cercare
aiuto, superare ostacolo o anestetizzarsi con droghe e alcol: la risposta scelta sarà quella che nel passato ha avuto maggior successo nell'alleviare la frustrazione (aggressivo
sarà chi ah imparato a reagire alla frustrazione con un comportamento aggressivo (Bandura))
1. aggressività è solo una delle molteplici reazioni ad un'esperienza negativa o di frustrazione; 2. l'aggressività è influenzata dalle conseguenze previste del comportamento
Esperimento pupazzo Bobo di Bandura osservate da adulti e video -> l'osservazione degli schemi comportamentali aggressivi (sia live che video) rende più probabile l'aggressività
nello spettatore. l'aggressività ai assoggetta al rinforzo al pari di qualsiasi altra risposta appresa. Le conseguenze dell'a ggressività giocano un ruolo importante nel modellare il
comportamento.
Attenzione sulla catarsi (liberarsi di un'emozione sperimentandola intensamente) -> le prove disponibili sostengono il punto di vista della risposta appresa. Aggressività genera
aggressività piuttosto che ridurla -> AGGRESSIVITA' NON E' CATARTICA. Guardare film violenti rende violenti: le correlazioni non implicano un rapporto di causa -effetto. Può
essere che bambini più aggressivi preferiscano vedere programmi televisivi violenti -> non è detto che TV violenta porti ad aggressività (solo x M) --> la maggior parte degli studi
porta alla conclusione che l'osservazione della violenza aumenta effettivamente l'aggressività interpersonale, specialmente n ei bambini piccoli - ciò si oppone alla concezione
catartica dell'aggressività e come all'idea dell'aggressività come pulsione.
l'uso abituale di videogame violenti è accompagnato da una sensibilità ridotta alle sofferenze degli altri.
l'aggressività può spesso verificarsi quando una persona è frustrata, ma non sempre consegue alla frustrazione esistono molte condizioni e stimoli sociali che aumentano o
diminuiscono la tendenza delle persone ad agire aggressivamente
Lo studio dell'aggressività rende noto che una reazione emotiva è un evento complesso, che tutte le sue componenti sono essi stessi eventi complessi che coinvolgono molteplici
fattori psicologici e biologici. Le componenti bio e PS delle emozioni probabilmente si influenzano in modo reciproco, in un processo dinamico che evolve nel tempo -> nel tempo
circuiti retroattivi PS e bio di un emozione possono influenzare lo sviluppo dell'emozione stessa.
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INTELLIGENZA
giovedì 24 ottobre 2013
17:24
Il concetto di intelligenza è uno dei più controversi nella storia della psicologia. Ci sono molteplici teorie divergenti perla sua definizione (test, apprendere da esperienza, pensare
astratto o relazionarsi efficacemente con ambiente) - il tema centrale finale è: l'elaborazione delle informazioni
VALUTAZIONE DELLE CAPACITA' INTELLETTIVE - TEST
I test e gli altri strumenti di valutazione giocano ruoli pratici e scientifici importanti: devono essere attendibili (gradoin cui la misura) e validi (misura ciò che vuole misurare) &
standardizzati (condizioni di somministrazione del test devono essere identiche per tutti i soggetti.
- Attendibilità: fornisce risultati riproducibili e coerenti. comunemente valutando due gruppi di punteggi. In generale >= 0.90 (per quali =0.70)
 Test-retest: stabilità temporale -> test somministrato a stesso gruppo a distanza di tempo
 Attendibilità di forme parallele: le due forme del test sono altamente correlate -> forme equivalenti stesso test
 Coerenza interna: il grado in cui domande o gli item diversi di un test misurano la stessa cosa. Eliminazione item inattendibili
 Accordo tra valutatori O attendibilità fra i giudici: valutazione soggettiva fatta da giudici indipendenti (qualitativo)
- Validità: il test misura esattamente ciò che vuole misurare.
 Validità di criterio O empirica: correlando il punteggio con qualche criterio esterno
 Validità di costrutto: mostrare che i punteggi del test correlano con gli esiti che teoricamente dovrebbe predire -> tramite teoria ricercatore genera previsioni. Se non
coincide sia teoria che test vanno rivisti
PRIMI TEST DI INTELLIGENZA
La prima persona che cercò di sviluppare test di abilità intellettive fu FrancisGalton, partendo dalla teoria evoluzionistica di suo cugino Darwin
• FRANCIS GALTON: L'intelligenza è una questione di capacità sensoriali e percettive eccezionali che si trasmettono da una generazione all'altra. Tanto è più sensibile un individuo
tanto egli sarà più intelligente. Fatto prove stile Lombroso per la grandezza della testa ma senza risultati.Galton inventò il coefficiente di correlazione. (abilità percettivo-motorie)
• ALFRED BINET: per governo francese 1881 un test in grado di evidenziare quei bambini intellettualmente troppo lenti per il regolare iter scolastico: per Binet l'intelligenza doveva
essere misurata per capacità di ragionamento e soluzione problemi. Scala di item con difficoltà crescente, che misurava il tipo di cambiamenti intellettivi di solito associati alla
crescita; quanto più un bambino riusciva a collocarsi in alto alla scala, tanto più elevata era la sua età mentale -> possibile confronto EC (età cronologica) con EM (età mentale)
• LEWIS TERMAN: della Stanford University standardizzò la somministrazione del test e identificò i punteggi normativi in base all'età. 1916scala di intelligenza Standford-Binet.
Ogni item del test fu situato al livello d'età in cui una considerevole maggioranza di bambini riusciva a superarlo. Si otteneva l'età mentale di un bambino sommando il numero di
item superato ad ogni livello d'età -->>
○ WILLIAM STERN: quoziente intellettivo (QI) rapporto tra EM ed EC (QI=EM/EC x100 == EM sarà over EC allora si supera QI 100).
Ora si usano p.t standardizzati in base all'età mentale che al QI in termini percentili, e per il punteggio si usano tabellecon la distribuzione normale per i punteggi standard
e attualmente in linea con la concezione attuale dell'intelligenza come insieme di capacità diverse, la revisione ha raggruppato il test in 4 grandi aree di capacità intellettive:
ragionamento verbale; astratto/visivo; aritmetico; a memoria breve. Buona attendibilità e validità.
• DAVID WECHSLER: scala di intelligenza per adulti WAIS : WECHSLER ADULT INTELLIGENCE SCALE; divisa in 2 parti: verbale e performance (punteggiseparati + uno totale) -> in
seguito sviluppato un test simile per bambini. Performance: cubi, disegni. Buona attendibilità e validità.
Alcuni PS intendono l'intelligenza come una capacità generale di comprensione e ragionamento che si manifesta in molti modi.Binet osservò che bambini brillanti avevano bei
punteggi in tutti gli item -> quindi avevano un'abilità sottostante fondamentale.
Anche Wechsler riteneva che "l'intelligenza è la capacità complessiva o globale di un individuo di agire in modo finalizzato,pensare razionalmente e rapportarsi con il suo
ambiente in modo efficace.
Altri PS ritengono che i test d'intelligenza valutino un certo n° di abilità mentali relativamente indipendenti l'una dall'altra. Per avere info più precise Analisi fattoriale che è una
tecnica statistica che esamina le intercorrelazioni tra diversi test, e raggruppando quelli altamente correlati, li riduce adun numero più piccolo di dimensioni indipendenti, dette
fattori.l'obiettivo è determinare il n°minimo di fattori o abilità necessario a spiegare l'insieme di correlazioni.
○ CHARLES SPERMAN l'ideatore dell'analisi fattoriale, a suggerire che tutti gli individui possiedano un fattore generale di intelligenza (g) in misura variabile. Inoltre speciali
fattori (s) sono specifici di abilità o test particolari - > misurazione dell'intelligenza sarebbe g+l'ammontare di s
○ LOUIS THURSTONE: 1938 suggerisce che l'intelligenza possa essere frazionata in un gran numero di abilità primarie grazie all'analisi fattoriale -> ripetendo ripetuti test e
analisi individuò 7 fattori che utilizzò nel test di abilità mentali primarie (PMA, Primary Mental Abilities). Non riuscì deltutto perché: 1.abilità primarie non del tutto
indipendenti; 2. numero di abilità fondamentali identificate dipende dalla natura degli item.
Dagli anni '60 la ricerca sull'intelligenza è stata dominata dall'approccio fattoriale. Con lo sviluppo della PS cognitiva siè delineato un approccio nuovo: comprendere l'intelligenza
nei termini dei processi cognitivi che entrano in funzione quando ci impegniamo in attività intellettive (Stemberg & Kaufman,1998). Piuttosto di identificare i fattori, questo
approccio cerca di identificare i processi mentali alla base del comportamento intelligente
• HOWARD GARDNER: (2004) non esiste solo una capacità mentale sottostante o g, bensì una varietà di intelligenze che lavorano in combinazione. Per Gardner l'intelligenza è
"l'abilità di risolvere problemi o confezionare prodotti che sono la conseguenza di un particolare contesto o comunità". l'intelligenza non è una "cosa" ma "un potenziale la cui
presenza permette l'accesso individuale a forme di pensiero appropriate a specifici tipi di contenuto" (il tipo di intelligenza individuale permette il suo ruolo particolare). "teoria
delle intelligenze multiple": esistono 7 tipi di intelligenza particolare: 1) linguistica; 2)musicale; 3)logico-matematica; 4)spaziale; 5)somatico-cinetica; 6)intrapersonale; 7)
interpersonale. Secondo Gardner la capacità degli individui in differenti culture rappresentano differenti combinazioni di varie intelligenze. Servono diversi tipi di prove per
analizzare le varie Intelligenze.
Gardner tenta di spiegare l'ampia varietà dei ruoli adulti nelle diverse culture, questa diversità non può essere spiegata dauna singola intelligenza, ma almeno 7 presenti in
differenti combinazioni
• MIKE ANDERSON: critica Gardner in quanto ciascuna intelligenza è correlata con un'elevata abilità nelle altre; ha tentato di sviluppare un intelligenza generale (come Thurstone e
co.). La "teoria dell'intelligenza di Anderson" afferma che le differenze individuali nell'intelligenza e i cambiamenti evolutivi nella competenza intellettiva sono spiegati da diversi
meccanismi: conseguenze a differenza nel meccanismo di elaborazione di base che implica il pensiero, il quale a sua volta produce conoscenza. Individui variano nella velocità
dell'elaborazione di base -> bassa velocità = bassa intelligenza.
Anderson nota che alcuni meccanismi cognitivi non hanno differenze tra le persone: meccanismi capacità universali = moduli.Ciasun modulo è indipendente. Maturazione
di nuovi moduli che spiega l'aumento delle capacità cognitive, nel corso dello sviluppo.
Oltre ai moduli per Anderson ci sono 2 "capacità specifiche": 1) pensiero proposizionale (espressione linguistico matematica); 2) funzionamento visivo spaziale -> svolti da
"processori specifici" (a differenza dei moduli (specifici) si occupa di un amplia classe di problemi e sono influenzati dalmeccanismo di elaborazione di base (alta velocità
base uso + efficace dei processori specifici.
Per Anderson la conoscenza:
1) meccanismo elaborazione di base -> elaboratori specifici -> conoscenza -- "il pensare" differenze individuali di conoscenza
2) uso dei moduli per acquisire conoscenza: la conoscenza è automatica se il modulo è sufficientemente maturo
Anderson cerca di spiegare diversi aspetti dell'intelligenza, non solo le differenze individuali ma anche l'aumento delle abilità cognitive nel corso dello sviluppo. Anderson postula
un meccanismo di elaborazione di base, equivalente all'intelligenza di base di Spearman o g insieme ad elaboratori specifici che si occupano del pensiero proposizionale o visuospaziale; esistenza di capacità universali è spiegato anche dall'esistenza di moduli il cui funzionamento dipende dalla maturazione
• STEMBERG: (1985) la "teoria triadica di Stemberg" considera l'esperienza, meccanismi di base e elaborazione delle info. 3 sottocategorie:
1. 3 componenti (processi pensiero) interdipendenti
1) meta-componenti (abilità analitiche: controllare e valutare durante la soluzione dei problemi)
2) componenti di performance: (abilità creative: strategie di problem solving e attività creative)
3) componenti di acquisizione della conoscenza: (abilità pratiche: codificano e combinano le info durante il problem solving)
3 componenti interdipendenti:Le componenti critiche sono il processo di codificae quello di comparazione. Codifica ->da analogia forma una rappresentazione
mentale del mondo per ogni analogia -> compara-> analizza le comparazioni cercando gli attributi che, abbinandosi, possono risolvere l'analogia-- le differenze
individuali sono determinate soprattutto dall'efficienza dei processi di codifica dei processi di codifica e comparazione
2. Esperienza: Secondo Stemberg le differenze nell'esperienza influenzano la capacità di risolvere un dato problema (continuum novità-automatismo)
3. Sottocategoria contestuale (effetti dell'ambiente e cultura): adattamento, selezione e modellamento degli ambienti del mondo reale
La teoria triadica di Stemberg presuppone 3 sotto categorie: componenti (elaborazione interna info- analisi, creativo, pratico), esperienza, contesto (correlazione tra ambiente
esterno e intelligenza individuale)
• STEPHAN CECI: ha enfatizzato il contesto nel problem solving della teoria di Stemberg: "teoria bioecologica di Ceci" presuppone l'esperienza di "potenziali cognitivi multipli"
piuttosto di un'unica intelligenza generale di base. Queste abilità hanno base biologica e pongono dei limiti ai processi mentali. La loro emergenza è modellata dalle sfide e
opportunità nell'ambiente individuale o contesto. -> il contesto (per Ceci sono domini di conoscenza così come fattori: tipo di personalità, motivazione e istruzione/ mentali,
sociali o fisici) è essenziale alla dimostrazione dell'abilità cognitiva ---> la prestazione intellettiva quotidiana o nel mondo reale non può essere spiegata solo dal QI o da qualche
nozione biologica di intelligenza generale. Al contrario dipende dall'interazione tra i potenziali cognitivi multipli e una base di conoscenza ricca e ben organizzata (bambino con
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forti potenziali cognitivi in ambiente sfavorevole)
Esaminando il contesto e rifiutando l'idea di un'unica intelligenza di base Ceci propone la teoria "bioecologica" sui potenziali cognitivi multipli di base biologica ma che la loro
espressione dipende dalla conoscenza accumulata dall'individuo in un particolare dominio. (per Ceci la conoscenza è cruciale all'intelligenza).
GENETICA ED INTELLIGENZA
Non si può dire cosa influenzi chi e come.
l'ereditarietà è la percentuale di varianza di qualunque tratto ascritto alle differenze genetiche fra gli individui di una popolazione -> tanto più differenze sono genetiche tanto più
ereditarietà è prossima a 1. Per constatare ereditarietà di fanno gli studi sui gemelli monoovulari allevati separatamente -> gemelli omozigoti sono maggiormente uguali
nell'ereditarietà che i gemelli dizigoti - gemelli omozigoti hanno caratteristiche di personalità più simili rispetto ai gemelli eterozigoti, grazie alla loto maggiore somiglianza
genetica
- l'ereditarietà non è la % di un tratto all'interno di un individuo ma è relativo alla percentuale di ereditarietà di un individuo un relazione con la popolazione
- se qualcosa cambia la variabilità di un tratto in una popolazione, anche l'ereditarietà cambia
- non spiega perché vi siano differenze tra i membri, ma solo che per qualche motivo c'è differenza
Spesso si invoca l'ereditarietà dell'intelligenza a sostegno dell'ipotesi genetica MA le differenze nei QI medi di varie popolazioni umane potrebbero essere dovute esclusivamente
a differenze ambientali, anche se all'interno di ogni singola popolazione tutte le variazioni fossero dovute a differenze genetiche
-- il cambiamento non è dovuto solo all'ereditarietà ma riguarda il variare della media (che non è ereditabile) -> l'ereditarietà riguarda le varianze e non i livelli medi
Daniel Goleman sosteneva che la comprensione ed il controllo delle ns emozioni sono una delle chiavi più importanti per la salute e il successo: "intelligenza emotiva".
Mayer e Salovey ipotizzano l'esistenza di 4 componenti critiche dell'intelligenza emotiva: (percepire, utilizzare, capire e gestire le emozioni)
1. Accurata percezione ed espressione delle emozioni -> capire le emozioni degli altri ed anticipare le minacce + empatia + autoanalisi delle emozioni per gestirsi meglio
2. Accedere alle emozioni e generarle al servizio del pensiero e della risoluzione del problema-> accedere a sentimenti attuali o futuri per prendere decisioni
3. Comprensione delle emozioni e significato emotivo -> capire perché abbiamo certe emozioni e da cosa dipendono
4. Regolazione delle emozioni -> essere in grado di trattare e regolare le emozioni in modo appropriato
L'intelligenza emotiva si può apprendere ed è veramente importante per il successo e per il benessere
DIFFICOLTA' GENERALIZZATE NELL'APPRENDIMENTO (DISABILITA' INTELLETTIVE)
I livelli di intelligenza si dispongono lungo un continuum, quando è molto al di sotto della norma: "difficoltà generalizzatedi apprendimento". Ci sono 4 livelli: difficoltà
generalizzate lievi; livello moderato; difficoltà generalizzate; difficoltà generalizzate molto gravi
Numerosi fattori biologici possono causare delle difficoltà generalizzate di apprendimento (genetica, tossiche durante gravidanza, infezioni, traumi, disordini celebrali, fattori
socioculturali) -> tutti i fattori possono influire negativamente sullo sviluppo intellettivo del bambino e possono aggravare le condizioni biologiche che interferiscono con il suo
sviluppo cognitivo --> con farmacologico e programmi sociali si può intervenire, soprattutto con programmi precoci e continuati
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SOCIALE - INFLUENZA & COGNIZIONE
giovedì 24 ottobre 2013
17:24
l'errore fondamentale di attribuzione è la tendenza a spiegare le azioni delle altre persone sovrastimando l'influenza della personalità o del carattere e sottost imando l'influenza
delle situazioni o circostanza; sia quando cerchiamo di spiegare i grandi eventi che la quotidianità.
La PSICOLOGIA SOCIALE è lo studio scientifico dei modi in cui il comportamento e i processi mentali delle persone sono modellati dalla presenza deg li altri, reale o immaginaria.
Gli PS sociali cominciano non l'osservazione di base che il comportamento umano è funzione sia della persona che della situaz ione. Le persone più che alle caratteristiche oggettive
delle situazioni reagiscono alle loro interpretazioni soggettive a riguardo. Bisogna guardare la complessa interazione tra le identità, gli obiettivi e i desideri delle persone e gli aspetti
situazionali-> influenza sociale e situazionale modellano il comportamento delle persone -> molte azioni umane possono risultare incomprensibili dal punto di vista esclusivo della
psicologia della personalità
La presenza di altri, le maggioranze unanimi, le richieste da persone autorevoli, le norme sociali e le interazioni di gruppo hanno l'enorme potere di influenzare il comportamento, i
pensieri e i sentimenti delle persone.
La facilitazione sociale è ad esempio quando lavorano più velocemente in presenza di qualcun altro con lo stesso compito ( coazione) e alla presenza di un pubblico passivo ->
talvolta è inibente (se non esperti) allora facilitazione o inibizione sociale (Triplett): meglio in compiti semplici o ben conosciuti, se no viceversa. 2 spiegazioni:
1. Robert Zajonc si riferisce alle teorie motivazionali: livelli di eccitazione o arousal tendono a rinforzare le risposte dominanti di un individuo -> nel caso di componenti semplici
o ben radicati la risposta dominante ha la maggior possibilità di essere la risposta corretta e la prestazione dovrebbe essere facilitata. Nel caso di comportamenti complessi o
appresi da poco, la risposta dominante o quella più probabile facilmente sarà sbagliata (basta anche presenza virtuale o vigilanza elettronica)
2. Si riferisce a fattori attentivi: sovraccarico mentale e restringimento focus attentivo in presenza di altri -> semplice mi concentro solo su pochi aspetti e carico non è eccessivo
PROBLEMA RISOLTO!!!
Il Compito di Stroop: (1935) compito complesso e scarsamente appreso: colore inchiostro più veloce con simboli che con parole soprattutto se incongruenti (interferenza di
Stroop)-> lettura della parla è la risposta dominante -> la spiegazione relativa alla risposta dominate predice che la presenza sociale (persone in stanza) dovrebbe compromettere l a
spiegazione, producendo "inibizione sociale", mentre essendoci solo 2 stimoli (colore e parola) non dovrebbe esserci carico a ttentivo producendo "facilitazione sociale" -> vince
attentiva: persone hanno una migliore prestazione al compito di Stroop in presenza di altri .
► La mera presenza di altri non produce forte facilitazione (se altro è distratto)
► Competizione e confronto è elemento critico -> se non c'è competizione facilitazione sociale è ridotta
DEINDIVIDUAZIONE
Nel 1895 Gustave LeBon pensava che comportamenti immorali e aggressivi si diffondessero tramite contagio attraverso la massa o la folla come una mal attia. Era l'esordio dell
DEINDIVIDUAZIONE (Festinger '50; Zimbardo '60, ecc) è che certe situazioni di gruppo possono minimizzare la salienza delle identità personali degli individui, ridurre il loro senso di
responsabilità sociale e produrre di conseguenza un comportamento aggressivo o insolito.
Deindividuate (Zimbardo) studentesse anonime davano scosse con errore, anonime somministravano un n° di scosse doppio. Come i bambini che rubavano + caramelle ad
Halloween se restavano anonimi.
La NORME SOCIALI sono regole implicite o esplicite si comportamento e credenze accettabili.
Ma norme sociali o anonimato? donne travestite simile klux klu klan , infermiera, vestiti normali: non grandi differenze -> anonimato non porta necessariamente ad un aumento
dell'aggressività --> le situazioni che riducono la responsabilità pubblica, come i gruppi numerosi o l'anonimato, non diminuiscono semplicemente la salienza delle identità personali
degli individui ma simultaneamente rafforzano la salienza delle identità gruppali ( e promuovono il comportamenti normativo p er il gruppo saliente (assumono tratti caratteristici
del gruppo)). Le stesse caratteristiche di situazioni gruppali promuovono una maggiore conformità alle norme sociali specific he della situazione.
Effetti degli astanti: le persone sono meno propense ad aiutare in presenza di altri: 1) definisce la situazione come non -emergenza attraverso il processo di ignoranza collettiva (ogni
individuo, osservando la calma degli altri risolse l'ambiguità della situazione decidendo che non esisteva alcuna emergenza); 2) diffonde la responsabilità dell'azione (quando
ciascuno sa che sono presenti molti altri e che l'onere della responsabilità non cade su di lui) --> altri non solo ci aiutano a decidere quando non agire in una situazione di
emergenza, ma servono anche come modelli per mostrarci come e quando essere dei buoni sammaritani (dopo che l primo va ad aiu tare arrivano tutti).
CONFORMITA' ALLA MAGGIORANZA
Se decidiamo che la maggioranza è una fonte più valida di info rispetto alla ns esperienza, potremmo cambiare idea e conforma rci all'opinione maggioritaria. Esperimento di
Solomon Asch (1950) un soggetto tra 7/9 persone e dire di 3 barre di lunghezza diversa quale fosse lunga come quella dell'espositore -> sebbene la risposta corretta fosse sempre
evidente, il soggetto medio si conformava al consenso di gruppo 1/3 delle volte (75% almeno una volta). Come i giudizi del gr uppo sembrano incomprensibili al soggetto, così il
soggetto crede che il suo dissenso sia incomprensibile per il gruppo e lo giudicheranno, per più volte la prenderanno per una sfida alla competenza del gruppo -> una sfida così viola
una forte norma sociale di non insultare gli altri
l'accondiscendenza è il conformismo pubblico, non contaminato dalla possibilità che il soggetto abbia effettivamente cambiato idea sulla rispost a giusta.
La pressione a conformarsi è molto meno forte se il gruppo è unanime. Se anche 1 (che non deve neanche dare la risposta corre tta) si stacca dalla maggioranza, il conformismo
scende dal 32% al 6%. -> permette al soggetto di dissentire senza sentirsi completamente isolato.
Il ns comportamento può essere squisitamente sensibile ai fattori situazionali. Persino caratteristiche della situazione che sono nello sfondo (al di fuori della ns consapevolezza
conscia) possono esercitare il loro potere e spingerci al conformismo.
Ci sono varie ragioni del perché ci conformiamo: talvolta per le situazioni ambigue che non sappiamo come comportarci -> influenza sociale. Si ritiene che le interpretazioni degli
altri in una situazione ambigua siano più corrette della vostra (oppure semplicemente per essere accettati - influenza sociale normativa) --> le pressioni ad adattarsi e piacere alla
base dell'influenza sociale normativa sembrano ridursi con l'età
INFLUENZA DELLA MINORANZA
l'innovazione intellettuale, il cambiamento sociale e la rivoluzione politica spesso hanno luogo perché una minoranza informa ta e articolata inizia a convertire gli altri verso il
proprio punto di vista. (Esp. Asch aste 2 complici davano risp sbagliate e 4 reali -> 32% dava almeno un giudizio scorretto) la minoranza per avere forza deve rimanere coerente per
tutto l'esperimento. l'influenza della minoranza è che le minoranze possono portare le maggioranze dalla loro parte se presentano una posizione coerente senza apparire rigide ,
dogmatiche o arroganti. Tali minoranze sono percepite come più sicure di sé e più competenti rispetto alla maggioranza (Maass & Clark, 1984).
Le minoranze sono anche più efficaci se difendono una posizione coerente con gli sviluppi delle norme sociali in una società più vasta. -> i membri della maggioranza ascoltando le
argomentazioni della minoranza mostrano un cambiamento degli atteggiamenti in privato (interiorizzato) e non solo conformismo pubblico (Asch) -> alle volte cambiamento degli
atteggiamenti privato ma non pubblico (change solo dopo del tempo (Wood, 1994)) -> Le minoranze sono in grado di generare cambiamenti negli atteggiamenti perché inducono le
persone della maggioranza a riflettere sugli argomenti; anche quando non riescono a convincere la maggioranza ampliano la gam ma di opinioni accettabili. Le maggioranze unanimi
difficilmente sono inclini a pensare attentamente alla loro posizione.
Un'altra teoria "contratto implicito di indulgenza" nel trattamento dei membri di minoranza, il che significa che semplicemente per apparire giusti i membri della maggioranza
permettono a quelli della minoranza di esprimersi, ma in questo modo aprono "la porta" alla loro influenza.
Una minoranza decisa può modificare gli atteggiamenti perché serve coraggio per portare avanti la propria opinione , e percep ire di essere coraggiosi incita alla fedeltà.
Le maggioranze hanno tipicamente il potere sociale di approvare o disapprovare, accettare o rifiutare, ed è questo potere che riesce ad ottenere l'accondiscendenza o il
conformismo pubblico. Viceversa raramente le minoranze hanno tale potere sociale. Ma se hanno credibilità allora avranno il p otere di produrre una sincera modificazione di
atteggiamento, innovazione, cambiamento sociale o rivoluzione.
OBBEDIENZA ALL'AUTORITA'
In determinate circostanze la persona più normalmente buona può trasformarsi in un criminale: difficile da accettare perché s i crede che cose mostruose possano essere fatte solo
da mostri.
Esplorare le interazioni tra identità è stato oggetto di studio da parte di Stanley Milgram '60 che fece un famoso esperimento. Reclutate persone tramite il giornale dovevano dare
scosse elettriche al complice dello sperimentatore con voltaggio crescente ad una prova semplice di memoria. l'obbedienza all 'autorità era misurata in base al grado massimo di
scossa che il soggetto avrebbe somministrato prima di rifiutarsi di continuare. Il 65% dei partecipanti continuava ad obbedir e proseguendo l'esperimento fino a completare la serie
di scosse; nemmeno un soggetti si arrestò prima di somministrare 300v.ciò si lega al concetto di errore fondamentale di attribuzione (assumiamo che il comportamento delle
persone rifletta le loro qualità innate -> sottostimiamo o trascuriamo il potere delle situazioni su di noi). Milgram trovò che pochi volevano obbedire e provavano di sagio e riserve
sulla punizione eppure continuavano ad obbedire. -> se assumiamo che le intenzioni delle persone guidino il comportamento, non riusciamo a vedere come sottili caratteristiche
situazionali spingessero all'obbedienza (li vediamo come dei mostri senza capire la situazione).
Furono condotte diverse varianti dell'esperimento da Milgram, ed ognuna portava a drastici cambiamenti della percentuale di o bbedienza. Le 4 principali furono:
1. Sorveglianza: lo sperimentatore che controllava il soggetto sperimentato lasciava la stanza, obbedienza calava dal 65% al 21% -> la presenza costante o sorveglianza
dello sperimentatore è un fattore situazionale che spinge all'obbedienza
2. Schermi: nell'esperimento standard l'allievo era nella stanza accanto dello sperimentato; se nella stessa stanza cala dal 65% al 40, s e deve controllare che l'allievo tenga
la mano sulla piastra della scossa al 30% -> quando invece la distanza psicologica aumenta e non si ha il feedback verbale dalla stanza accanto, l'obbedienza arriva al
100% -> più è diretta l'esperienza del soggetto con la vittima, cioè meno schermi, meno la persona obbedirà (es contrario guerra in tv). Se si deve dire ad un altro di
premere il pulsante obbedienza arriva al 93%--> meglio far morire molte persone con un pulsante che tirare un sasso ad una persona (effetto degli schermi)
3. Presenza di modelli di ruolo: uno dei motivi della riuscita degli esperimenti sul conformismo e autorità è che le pressioni sociali sono dirette ad un unico individuo. Se
presente un dissenziente diminuita l'accettazione della maggioranza. Quindi i modelli che disobbediscono permettono ai partecipanti di seguire la propria coscienza.
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Molti individui non scelgono tra obbedienza e autonomia, ma tra obbedienza e conformismo. Obbedire e conformarsi cono tra i "collanti" sociali umani
4. Situazioni emergenti: il significato di ogni situazione si dispiega e modifica nel tempo, quindi dobbiamo pensare a come è iniziata una situazion e e come è evoluta.
Spesso è più facile continuare un cattivo comportamento piuttosto di ammettere gli errori. -> i soggetti non hanno tempo di riflettere sulla situazione ed il
comportamento riflette le definizioni altrui della situazione in questione. Pensando alla situazione le persone possono tornare a pensare con la propria testa
Giustificazione ideologica: al di sopra di tutti i rinforzi situazionali che producono obbedienza ci sono i fattori sociali. Per Milgram è tramandato dalla ns specie con l'evoluzione. La
divisione del lavoro in una società richiede ai soggetti di subordinare le proprie azioni indipendenti per servire gli obiett ivi di organizzazioni sociali più ampie. -> accettazione da
parte di un individuo di un ideologia (insieme di convinzioni e atteggiamenti che legittima l'autorità della persona che comanda e giustifica di seguire le sue dire ttive). Influiscono
anche (come nell'esperimento di Milgram) il prestigio e la rilevanza sociale del promotore dell'ideologia-> è proprio la convinzione personale sull'importanza dell'attività da svolgere
che induce gli individui a subordinare la propria autonomia ed indipendenza morale a chi afferma di agire in nome della scien za.
QUESTIONI ETICHE: Milgram criticato perché crea stress inaccettabile nei partecipanti, per effetti ps a lungo termine dell'ex p e perché si sentono presi in giro quando sanno i veri
scopi dell'exp.Serve un attento debriefing che spiega le ragioni delle procedure e ristabiliva il rapporto positivo con lo sperimentatore. Ora American Psychological As sociation vuole
rischio minimo e consenso informato.
Berger ha replicato ai giorni ns l'exp e ha trovato gli stessi risultati: la pressione situazionale fa ancora obbedire all'au torità.
Anche nelle condizioni normali e quotidiane (infermiere dare medicine per telefono) fa notare la forza situazionale -> facciamo l'errore di assumerne che il comportamento delle
persone rifletta il loro carattere e le loro intenzioni (ripetiamo l'errore fondamentale di attribuzione).
INTERIORIZZAZIONE
Chi cerca di influenzarci vuole modificare i nostri atteggiamenti privati (interiorizzazione) oltre che ai ns comportamenti p ubblici (accondiscendenza), cercando di ottenere
cambiamenti che persistano anche dopo che queste persone non saranno più presenti: tale processo è detto interiorizzazione.
• Auto-giustificazione:come abbiamo visto con Milgram, talvolta è più facile continuare a comportarsi male piuttosto che ammettere i ns errori. Almeno nella cultura
occidentale la gente odia essere incoerente. La pressione ad essere coerenti può essere così forte che spesso le persone giustificheranno, o razionalizzeranno, il
comportamento passato, costruendo o adattando costruzioni private per sostenerlo -> per essere coerenti si cambia il privato. (es. adesivo sul campanello fino all'insegna
stradale) -> tecnica del piede nella porta: per far dire di sì a richieste che sarebbero rifiutate si fa una richiesta minima che accettata pubblicamente farà poi dire dì sì a
richiesta impegnativa (specialmente nelle culture occidentali individualistiche)
 Teoria della dissonanza cognitiva (Leon Festinger 1957): esiste un impulso alla coerenza cognitiva, il che significa che due cognizioni, o pensieri, che sono incoerenti
producono disagio, il che motiva a sua volta la persona a rimuovere l'incoerenza e riportare le cognizioni in armonia. Dissonanza cognitiva = disagio prodotto da
cognizioni incoerenti.
Idea basilare è che: quando atteggiamenti e comportamenti sono in conflitto, prendiamo la via più semplice per liberarci dall o stato spiacevole di dissonanza: creiamo
consonanza o coerenza modificando l'atteggiamento; perciò il comportamento si mantiene o si giustifica cambiando o aggiungendo nuove cognizioni consone ->
razionalizzazione. Exp. Girare i pioli e dire a successivi che compito è divertente: i soggetti che erano stati pagati poco affermavano di essersi divertiti, chi tanto non
trovavano l'esperienza + gradevole di un gruppo di controllo. -> secondo la teoria della dissonanza cognitiva essere pagati molto fornisce una ragione molto chiara e
consona per aderire alla richiesta dello sperimentatore, di conseguenza percepisce poca o nulla dissonanza cognitiva nel dire dp bello -> chi pagato tanto non
cambiavano i loro atteggiamenti. Chi pagato poco non aveva una ragione chiara e consona per compiacere, quindi sperimentano dissonanza, che ridussero arrivando a
credere che si erano effettivamente divertiti-> cambiato atteggiamento. -> un comportamento che causa dissonanza produrrà una modificazione di atteggiamento nelle
situazioni di accondiscendenza indotta quando il comportamento può essere indotto con una minima quantità di pressione, si essa nella forma di premio o punizione.
(es. punizione minima ai bambini che minaccia piccola di non giocare fa pensare a non interesse, con minaccia grande attrazione non cambia).
Le persone giustificano i loro sforzi passati attribuendo maggiore valore alle loro scelte. Le persone che si sforzano di più per entrare in un gruppo finiscono per valutare
quel gruppo di più rispetto a chi entra con pochi sforzi. Tendiamo a giustificare le nostre decisioni passate in modo simile. Prima di prendere una decisione diverse
alternative possono sembrare ugualmente attraenti: dopo aver deciso la teoria della dissonanza cognitiva predice che il semplice atto di scegliere un'altra alternativa
creerà dissonanza, perché è incoerente con le buone caratteristiche delle alternative non scelte -> si minimizzano le buone caratteristiche delle alternative e si
esagerano quelle della prescelta.
 Teoria di auto-percezione: (Daryl Bem) gli individui imparano a conoscere i propri atteggiamenti, emozioni ed altri stati interni parzialmente inferendoli
dall'osservazione dei propri comportamenti e delle circostanze in cui tali comportamenti si verificano. Finche gli indizi interni sono deboli, ambigui o non interpretabili,
la teoria di auto-percezione afferma che l'individuo è come qualsiasi osservatore esterno, che deve basarsi su indizi esterni per inferire gli stati interni di qualcuno. ->
persona cerca una risposta del proprio comportamento così come farebbe un osservatore esterno, cercando di decidere se spiegare il comportamento in riferimento
alla persona o alla situazione.--> errore fondamentale di attribuzione -> può accadere anche il contrario: sovrastima situazione e sottostima personale (ricompensa )-per il principi dell'auto-percezione le ricompense possono minare l'interesse intrinseco e la motivazione (effetto di ipergiustificazione - porta a spiegare il proprio
comportamento con eccessiva enfasi sulle cause situazionali salienti e non abbastanza enfasi sulle cause personali) ---> valuto il mio comportamento come un esterno e
nel valutarlo do colpa a caratteristiche interne e no a situazione (o viceversa).
La modificazione dell'atteggiamento indotta dal comportamento può avvenire automaticamente, senza un profondo pensiero conscio. Sia la teoria della dissonanza cognitiva
che quella dell'auto-percezione razionalizzano le loro azioni passate modificando gli atteggiamenti -> il processo può non coinvolgere la ricerca deliberata di consonanza. Le
forze situazionali sono potenti e spesso invisibili
Quando qualche forma di influenza sociale ci spinge a comportarci in un certo modo, spesso non ce ne accorgiamo; se lasciati a cercare un senso alle nostre azioni, finiamo
per cambiare consapevolmente o no le i ns atteggiamenti interni per essere coerenti con il ns comportamento esterno. (auto-giustificazione possono essere visti come
tecniche di influenza sociale in azione)
• Gruppi di riferimento e identificazione:Ogni gruppo ha un insieme implicito o esplicito di credenze, atteggiamenti e comportamenti che considera corretti. Membri che si
allontanano rischiano l'isolamento e la disapprovazione sociale. Con ricompensa o punizione sociale i gruppi ottengono accondiscendenza. I gruppi possono anche
promuovere l'identificazione. -> sembrare o identificarci con altri membri del gruppo.
I gruppi coi quali ci identifichiamo sono i nostri gruppi di riferimento: ci riferiamo ad essi per valutare e regolare le nostre opinioni e azioni -> schema di riferimento: opinioni e
azioni, ma anche prospettiva generale per vedere il mondo - schema di riferimento (ideologia del gruppo nel ns sistema di valori = interiorizzazione). Il processo di
identificazione può rappresentare un ponte tra l'accondiscendenza e l'interiorizzazione. (spesso pressioni contrastanti datoche si appartiene a più di un gruppo).
Dall'identificazione all'interiorizzazione: nel corso della crescita si passa attraverso vari gruppi cui noi mettiamo alla prova i ns atteggiamenti e convinzioni, cambiandoli. "ciò
che effettivamente pensiamo" può cambiare repentinamente -> persone che restano aperte a nuove esperienze continuano a crescere, in particolare durante l'uni -> il vero
compito dell'uni è quello di sviluppare un'identità ideologica partendo da diverse convinzioni e atteggiamenti sperimentati, per passare all'identificazione e interiorizzazione
(cambiamenti in interiorizzazione sono autosufficienti e la fonte non deve controllare per mantenere il cambiamento indotto -> prova interiorizzazione è la stabilità duratura
delle credenze, degli atteggiamenti e dei comportamenti indotti).
Spesso scegliamo i ns gruppi di riferimento perché condividono i ns atteggiamenti, che a loro volta ci aiutano a sviluppare e sostenere i ns atteggiamenti in relazione circolare.
INTERAZIONI DI GRUPPO
Influenza sociale e potere diretto da verso singolo a verso altro gruppo.
► Norme istituzionali:sono come le norme sociali: regole implicite o esplicite di comportamenti e credenze accettabili, applicate ad intere istitu zioni od organizzazioni dello stesso tipo
(modelli di interazione istituzionalizzati = esistenza di aspettative comportamentali prescritte per le persone che occupano ruoli particolari) -> i ruoli istituzionali rappresentano
un'altra potente situazione che influenza il comportamento umano (ruoli X comportamento).
Stanford Prison Experiment di Philip Zimbardo (1972) 24 studenti divisi a caso tra detenuto e guardia carceraria: -> in poco tempo l'esperimento era diventato realtà. Rivelata il
potere delle situazioni e delle norme istituzionali nei contesti di detenzione. l'istituzione carceraria è così patologica ch e può distorcere e modificare il comportamento di individui
normali. (BBC replicato esperimento in modo non scientifico ottenendo la reazione di un gruppo armonico tra carcerati e carce rieri)
► Decisioni di gruppo: molte decisioni non sono prese dagli individui ma dai gruppi.
• Polarizzazione di gruppo: Negli anni '50 si pensava che decisioni di gruppo fossero più caute e conservative. James Stoner fece un exp in grado di paragonare in modo
quantitativo la rischiosità di diverse decisioni. Nell'exp prima dovevano prendere decisioni da soli, poi in gruppo, poi di nuovo privato: le decisioni del gruppo erano più
rischiose rispetto alle decisioni individuali!- inoltre cambiamento di opinioni interiorizzato, nel secondo individuale scelte significativamente più rischiose rispetto al primo
solo -> effetto di polarizzazione di gruppo. -> anche da altre ricerche: la discussione di gruppo non porta necessariamente a decisioni più rischiose ma sono più estreme
rispetto alle decisioni individuali (se inizialmente + rischio -> gruppo ancora + rischio -- calmo -> gruppo + calmo).
l'effetto di polarizzazione di gruppo spiegato dai concetti di influenza informativa (si verifica quando la gente considera gli altri come fonti valide di informazioni -> +
argomentazioni + verso qll posizione// distorsione: argomenti a favore di idea iniziale invece di farne di nuove)e influenzanormativa (gente vuole essere accettata e
apprezzata dal gruppo. Gente paragona proprio punto di vista con le norme del gruppo -> conformarsi o estremizzare propria idea per essere accettati // non solo per
conformismo ma anche per ri-valutare loro posizioni iniziali) --> influenza sia informativa che normativa avvengono simultaneamente nel gruppo. Effetto di polarizzazione
avviene solamente ascoltando le argomentazioni del gruppo, senza conoscere le posizioni-> informativa maggiore di normativa.
• Pensiero di gruppo: fenomeno in cui i membri di un gruppo sono spinti a sopprimere il loro dissenso nell'interesse del consenso di gruppo (Irving Janis, 1982) indotta da 1)
gruppo coeso; 2) isolamento gruppo da influenze esterne; 3)assenza procedure sistematiche verifica; 4) un capo direttivo orientato; 5)stress elevato: promuovono desiderio
mantenere il consenso del gruppo con conseguenza: 1) illusione invulnerabilità; 2) pressione diretta su dissenzienti; 3) autocensura; 4) razionalizzazione condivisa piuttosto di
analisi realistica; 5) guardiani del pensiero autonominati- criticata È emerso che la coesione di gruppo produce decisioni peggiori solo se combinata a minacce dell'immagine positiva del gruppo stesso. Di fronte a tali minacce i membri del
gruppo restringono il campo d'azione all'obbiettivo di mantenere e proteggere la loro identità gruppale positiva, il che spesso riduce l'efficacia del processo decisionale.
Un'altra teoria afferma che le norme gruppali favoriscono il mantenimento del consenso: negativo producono decisioni di scarsa qualità/ in altri casi le norme gruppali
favoriscono il pensiero critico: in tali casi la discussione di gruppo dovrebbe migliorare la qualità delle decisioni -> in entrambi i casi le norme sociali specifiche della situazione
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favoriscono il pensiero critico: in tali casi la discussione di gruppo dovrebbe migliorare la qualità delle decisioni -> in entrambi i casi le norme sociali specifiche della situazione
guidano il comportamento più delle caratteristiche più generiche del gruppo, come la coesione o l'anomia personale
COGNIZIONE SOCIALE
Le persone pensano e giudicano le altre persone in continuazione. I ns pensieri e giudizi hanno delle conseguenze. La psicologia sociale è lo studio di come il comportamento
individuale e i processi mentali sono modellati dalla presenza reale o immaginaria degli altri. Lo studio della cognizione sociale esamina le interpretazioni soggettive individuali
delle esperienze sociali, così come i modelli di pensiero sul mondo sociale.
Esistono 2 modelli di pensieri: 1) più automatico e meno intenzionale; 2) più controllato e deliberato. Come visto per le emo zioni le valutazioni cognitive delle persone
(interpretazioni delle situazioni che innescano le emozioni (prima fase emozioni)) possono verificarsi a livello sia conscio che inconscio -> quando le valutazioni sono inconsce le
persone possono provare emozioni senza sapere perché - lo stesso può accadere in modo generale per la cognizione sociale.
Per comprendere il potere delle situazioni sociali bisogna anche entrare "nelle loro teste" ed esaminare in che modo pensano gli altri. La cognizione sociale esamina i processi che
attivano gli stereotipi e gli schemi sociali, influenzando il pensiero e il comportamento delle persone; oltre gli stereotipi persino i processi per cambiare idea o innamorarsi.
La cognizione sociale,o pensare agli altri, si verifica: in modo automatico (al di fuori della consapevolezza) oppure impegna to e deliberato -> prodotto una varietà di "teorie di
processo duale" all'interno della PS sociale: es. modello di continuum della formazione delle impressioni e il modello di pro babilità dell'elaborazione relativo alla persuasione -> il
riconoscimento di questi 2 modelli di pensiero ci aiuta a comprendere meglio e addirittura modificare gli esiti sociali. (fin o al punto che siamo motivati e desiderosi di impegnarci nel
pensiero deliberato possiamo vincere gli stereotipi, evitare le vie periferiche della persuasione r minimizzare il transfert -- quando non siamo in grado siamo + suscettibili a varie
forme di cognizione e comportamento sociali automatici.)
FORMAZIONE DELLE IMPRESSIONI
► Stereotipi: le impressioni iniziali degli altri sono distorte dalle aspettative preesistenti. Ogni volta che percepiamo un qualsiasi ogge tto o evento, paragoniamo l'informazione in
entrata con i ns ricordi di precedenti incontri con oggetti o eventi simili. I ns ricordi non sono foto ma ricostruzioni semp lificate delle percezioni iniziali, tali rappresentazioni sono
chiamati schemi e sono credenze o conoscenze organizzate su persone, oggetti, eventi e situazioni. Il processo di ricerca in memoria degli sc hemi coerenti è definita elaborazione
schematica, o anche pensiero dall'alto in basso. Schemi ed elaborazioni ci permettono di organizzare ed elaborare un'enorme quantità di info con grande efficienza (invece di
ricordate tutti i dettagli basta trovare uno schema per codificare e ricordare le sue caratteristiche distintive -> gli stereotipi sono schemi generali su classi o sottotipi di persone. Lo
stereotipo ha conseguenze significative sulla formazione delle impressioni. Abbiamo schemi per classi di persone e di det. Pe rsone (es. presidente USA). Abbiamo anche uno schema
di noi stessi: schema del sé: insiem
e organizzato di auto-concetti, immagazzinato in memoria (Markus, 1977)
• Attivazione automatica degli stereotipi: le associazioni contenute all'interno degli stereotipi possono diventare iperapprese o automatiche. Ripetuta esposizione agli
stereotipi sulle persone possono diventare abituali e automatici, e operare al di fuori della consapevolezza conscia. l'automaticità degli stereotipi si basano sulle tecniche di
priming (attivazione incidentale degli schemi da parte di contesti situazionali): priming influisce su memoria e comportamento sociale; il priming è in grado di attivare gli
stereotipi automaticamente, al di fuori della ns coscienza (es. costruire una frase con 5 parole tra cui anziano- poi camminavano + lentamente). La connessione di attivazione
dello stereotipo con il suo comportamento è così accreditata che basta attivare il comportamento per far partire lo stereotipo.
Una delle principali fonti di attivazione degli stereotipi è rappresentata dai media visivi: es. violenza per bimbi; ed. persone in tv scarsamente rappresentative delle persone
reali -> donna oggetto -> disturbi alimentazione (persone che guardano molta tv assimilano comportamenti più sessisti nei confronti delle donne).
Gli stereotipi possono attivare anche un priming inconscio (es. stimoli prime di 30 ms. con immagini di neri e dopo diceva errore rifare il test noioso: attivazione dello
stereotipo nero - idea neri ostili - generava automaticamente un comportamento ostile in soggetti insospettabili (uguale per alto o basso razzista). Quindi basta incontrare
una persona per attivare lo stereotipo. Oltre a categorizzare gli altri li valutiamo anche emotivamente: neri volti bianchi estranei, per bianchi viceversa: risposte + veloci per
risposta a parole negative per la controparte -> quando categorizziamo gli altri come out-group simultaneamente ed automaticamente attiviamo associazioni negative, che
facilitano risposte negative. Attivazione amigdala (monitoraggio stimoli per emozioni inconsapevoli) per volto out-group e diminuzione per in-group.
I volti non familiari, in generale, sono inizialmente percepiti come minacciosi. Nel tempo tuttavia la risposta di minaccia diminuisce per quelli "come noi" ma non per quelli
"diversi da noi".
• Stereotipi ed elaborazione delle info: gli stereotipi come gli schemi più in generale ci aiutano a elaborare le informazioni. Gli stereotipi e gli schemi aiutano a organizzare e
recuperare meglio il materiale -> senza gli stereotipi saremmo soprafatti dalle informazioni che ci sommergono. Il prezzo che paghiamo è una distorsione della percezione così
come della memoria, nonché delle nostre inferenze a riguardo. -> effetto primacy: in generale la prima info che riceviamo ha maggior impatto sulle nostre impressioni
complessive (anche impressione su complice che fa es. di mate, se i primi fatti bene miglior impressione che uno che ne fa più giuste ma non i primi).
– Il primacy è conseguenza dell'elaborazione schematica o pensiero dal alto verso il basso -> quando vogliamo avere una prima impressione su una persona ricerchiamo
attivamente in memoria uno o più schemi stereotipici che meglio corrispondono alle info in entrata, in seguito assimiliamo ogni ulteriore informazione a quel giudizio e
rimuoviamo ogni informazione discrepante come non rappresentativa della persona in oggetto.
Le nostre percezioni successive risultano guidate dallo schema e quindi relativamente inaccessibili ai nuovi dati -> la prima impressione è quella che conta.
– Gli stereotipi ci aiutano anche a fare inferenze cioè dare giudizi che vanno oltre l'info disponibile (es. exp di Asch che con serie aggettivi dava generosità a caldo
piuttosto che a freddo) -> con aspettative o stereotipi possiamo andare oltre i dati disponibili e costruire un'inferenza. La reputazione già acquisita è difficile da
smuovere.
– Stereotipi sulla razza e il genere di appartenenza modellano le nostre interpretazioni del comportamento degli altri. l'informazione coerente con lo stereotipo è
considerata diagnostica della capacità o personalità sottostante dell'individuo, mentre l'informazione incoerente è liquidata come non caratteristica (ottimo risultato: M
intelligente e F fortunata)--> semplicemente tramite esposizione ai media le persone sono influenzate a vedere il mondo attraverso le lenti dello stereoti po attivato.
– È molto probabile che decisioni rapide, prese all'istante, siano influenzate dagli stereotipi ("bias dell'arma" = nero ha in mano una pistola)
Gli stereotipi (come più in generale l'elaborazione schematica dall'alto verso il basso) determinano il modo in cui percepiamo, ricordiamo e interpretiamo le info sul mondo.
Quando ci formiamo impressioni sugli altri filtriamo le info in entrata attraverso gli stereotipi preesistenti e costruiamo attivamente le ns percezioni, memorie e inferenze. Gli
effetti degli stereotipi sulla percezione e il pensiero spesso restano invisibili: raramente vediamo il ruolo degli stereotipi nel modellare le ns interpretazioni, al contrato
crediamo di vedere le cose per quel che sono. -> persino se lo stereotipo è sbagliato le persone arrivano a credere che sia "vero" perché costruiscono e vedono il mondo in
questo modo ricostruito.
• Stereotipi che si autoavverano: gli stereotipi possono predire il futuro, perché una volta attivati mettono in moto una catena di processi comportamentali che servono a
indurre negli altri i comportamenti che confermano lo stereotipo iniziale -> profezia che si autoavvera. Gli stereotipi non esistono solo nella testa ma si manifestano anche
con le azioni; quindi lo stereotipo anche se applicato in modo erroneo modella il ns comportamento che a sua volta modella il comportamento della controparte e che quindi
ha fornito la conferma comportamentale dello stereotipo iniziale sbagliato -> le credenze diventano verità.
– Le persone che hanno pregiudizi possono interagire in un modo che effettivamente produce i comportamenti stereotipici a soste gno del pregiudizio (anche al di fuori
della consapevolezza conscia)
– La mera presenza di una persona stereotipata può attivare stereotipi che presto si autoavverano.
– Gli stereotipi si autoavverano compresi quelli verso il ns gruppo di appartenenza: minaccia dello stereotipo: il semplice fatto di essere esposti alla minaccia di essere
identificati con uno stereotipo possa sollevare il livello d'ansia di una persona, che di conseguenza svalorizza la sua prest azione -> effetto dovuto al carico mentale
aggiuntivo che origina dai bersagli degli stereotipi in certe situazioni di test. (per monitorarsi e cercare di sopprimere se ntimenti negativi riducono la capacità di
memoria di lavoro, cannando il test) -->> imparare cos'è la minaccia dello stereotipo e allontanare gli stereotipi della società dalla propria abilità ed esperienza
nell'essere sottoposti ad una prova, può eliminare l'effetto nel suo complesso.
► Individuazione: processo che significa valutare le qualità personali degli individui una persona alla volta: modo più riflessivo e controll ato di pensiero. È l'estremo opposto dello
stereotipo, in mezzo si trova il modello del continuum.
Prima si stereotipizza automaticamente (categorizzazione iniziale automatica - genere, etnia, età (si applicano alla maggior parte delle persone, disponibili subito e fisicamente, sign.
culturali nelle interazioni) -> si va oltre stereotipizzazione se controparte ha qualche rilevanza personale per noi -> se sì confermiamo di confermare la ns categorizzazione iniziale ->
se sbagliata ricategorizzazione (trovare categoria più specifica) (se non ancora adeguata integrazione pezzo per pezzo): --> quando diventano disponibili molte informazioni su
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qualcuno, se siamo motivati e in grado di prestare una stretta attenzione a quelle info, finiamo per giudicare le persone "pe r il contenuto della loro personalità" (individuazione).
Essendo oneroso in termini di tempo persistiamo nel categorizzare le persone per garantirci una ricchezza di info con poco s forzo mentale.
– Il contatto cooperativo strutturato tra membri di diversi gruppi riduce la stereotipizzazione e promuove l'individuazione -> strutturando il bisogno di cooperare o condividere
info tra gruppi di persone che si stereotipavano favorisce individuazione (o diminuisce stereotipizzazione). Cooperazione fa anche produrre risultati individuali e di gruppo più
positivi
– Sapere che gli stereotipi possono produrre distorsioni di giudizi e azioni può indurre un forte desiderio di superare le risposte stereotipiche e applicare al loro posto risposte
più eque = possiamo coscientemente superare l'influenza degli stereotipi (solo se consapevoli potenziale influenza negativa, motivati a ridurre i pregiudizi, avere sufficienti
risorse attentive per impegnarsi) possono addirittura impedire l'attivazione automatica degli stereotipi -> impegnandoci possiamo trattare le persone con giustizia
– Come noi vediamo noi stessi Approccio dell'identità sociale:ci sono molti modi con cui possiamo identificare noi stessi. Le ns identità possono cambiare dalla situazione o dal
ns stato interno lungo un continuum tra membri di un gruppo sociale e individui singoli -> qualunque delle ns identità sociali sia più saliente in quel particolare momento
influenza il ns comportamento. Noi rappresentiamo i ns gruppi sociali di appartenenza come prototipi mentali, simili a stereotipi: quando una particolare identità diventa
rilevante le azioni e gli atteggiamenti riflettono il prototipo che si ha in mente del gruppo (gruppo sociale spesso fonte di autostima, ma anche no (tedeschi per nazismo))
► Attribuzioni: processo in cui formiamo impressioni su di noi e sugli altri implica che devo comprendere le cause del loro comportamento. l'attribuzione si riferisce ai ns tentativi
intuitivi di inferire le cause del comportamento -> compiti attributivi che affrontiamo nel decidere se un comportamento osservato riflette qualcosa della persona (attribuzione
disposizionale) o della situazione in cui osserviamo la persona
Attribuzione disposizionale o interna inferiamo che il principale responsabile del comportamento è qualcosa relativo alla persona (disposizione credenze, atteggiamenti,
caratteristiche di personalità individuali
Attribuzione situazionale o esterna: inferiamo che il principale responsabile del comportamento è una qualche causa esterna
○ La TEORIA DI ATTRIBUZIONE di Fritz Heider (1958) notò che il comportamento delle persone è così convincente che lo giudichiamo una rappresentazione esatta della
persona in questione, dando un peso insufficiente alle circostanze (errore fondamentale di attribuzione: si verifica quando sottostimiamo le influenze situazionali del
comportamento e assumiamo che la responsabilità sia di qualche caratteristica personale dell'individuo (Ross, 1977)) -> abbiamo uno schema di causa-effetto del
comportamento umano che dà troppo peso alla persona e troppo poco alla situazione; mentre le situazioni contribuiscono in modo importante a causare il
comportamento sociale delle persone. Anche con prove e sostegno alla situazione ancora si tende ad attribuire caratteristiche alla persona.
Sia le persone che gli osservatori fanno l'errore fondamentale di attribuzione nella stessa situazione (anche se risaputo dov uta a situazione (domande e punteggio
rispondenti che sapevano già le risposte-> sia concorrenti che osservatori diedero trp peso alle cause disposizionali e trp poco a quelle situazionali)
Le attribuzioni causali, come altri aspetti della formazione di impressioni, sono governate da 2 differenti modelli di pensie ro: 1. automatico e non intenzionale; 2. controllato e
deliberato. -> questo influenza la frequenza dell'errore fondamentale di attribuzione. Queste si dividono tra inferenza disposizionale (+ automatico) e situazionale --> commettiamo
spesso errore fondamentale di attribuzione perché è un processo automatico, iperappreso, che si verifica frequentemente al di fuori della consapevolezza conscia. Solo con
impegno cognitivo possiamo riferirci a cause situazionali. Vista la quantità di pensieri che abbiamo il lavoro cognitivo difficile
Le attribuzioni, l'errore fondamentale, ecc. e tutti i processi cognitivi non sono biologici o universali ma sono malleabili e dettati dalla cultura.
ATTEGGIAMENTI
GLI atteggiamenti sono valutazioni favorevoli o sfavorevoli di oggetti, persone o situazioni, o di altri aspetti del mondo, comprese le idee as tratte e le politiche sociali. Anche se gli
atteggiamenti esprimono sentimenti, spesso sono collegati alle cognizioni, più precisamente alle credenze sugli aspetti dell' atteggiamento. Infine gli atteggiamenti sono alle volte
legati alle azioni che intraprendiamo relativamente agli oggetti dell'atteggiamento stesso. -> gli ps sociali ritengono che l'atteggiamento sia costituito da una componente cognitiva,
una componente affettiva e una componente comportamentale.-> tutti si occupano delle interrelazioni tra credenze, sentimenti e comportamenti pertinenti.
– Le persone parlano molto dei loro atteggiamenti e si interrogano su quelli degli altri
– Gli atteggiamenti delle persone ne predicono il comportamento:
1. Il comportamento umano è intenzionale e riflette le preferenze individuali
2. Gli atteggiamenti rappresentano le preferenze
3. Per predire il comportamento è sufficiente osservare gli atteggiamenti
Per modificare i comportamenti dobbiamo iniziare a cambiare i loro atteggiamenti (es. auto-giustificazione; gruppi di riferimento)
► Comunicazione persuasiva:
Il modello di probabilità dell'elaborazione: una delle più prominenti teorie di processo duale della persuasione. Finalizzato a predire quando certi aspetti della comun icazione
persuasiva (forza arg. e credibilità fonte) avranno o meno importanza. Viene fatto un continuum dove da un lato ci sono i pro cessi cognitivi che governano la persuasione (via
centrale) (pensiero controllato ed impegnato), mentre all'opposto del continuum c'è la via periferica con pensiero automatico e privo di sforzo
– Via centrale: quando l'individuo risponde mentalmente alla comunicazione persuasiva e la elabora. Motivato e ha capacità per farlo. Se comunicazione genera pensieri che
confermano la posizione sostenuta, l'individuo si muoverà verso quella posizione; se contrari individuo rimarrà non convinto o si allontanerà.
La persistenza del cambiamento di opinione è spesso slegata dal ricordo personale degli argomenti che hanno prodotto il cambiamento -> via centrale della persuasione può
essere considerata un auto-persuasione indotta dai pensieri che la persona genera mentre legge, ascolta o persino anticipa ascoltando la comunicazione: sono i pensieri a
influenzare più che la comunicazione
– Via periferica alla persuasione: quando l'individuo risponde ad indizi non relativi al contenuto di una comunicazione ne al suo contesto. La via periferica viene presa quando
l'individuo non è in grado o non è motivato a compiere il lavoro cognitivo necessario a valutate meticolosamente il contenuto della comunicazione. -> condizionamento
classico molto usato (ripetutamente prodotto neutro con immagini positive); euristica o regola intuitiva per inferire la validità dei messaggi persuasivi (es. politici mentono
sempre). Le comunicazioni che seguono queste regole intuitive possono essere persuasive nonostante il contenuto sostanziale possa essere poco convincente, più che altro
perché è improbabile che le persone riflettano sulle info date.
Tra i fattori di scelta se l'influenza sarà centrale o periferica vi è il coinvolgimento personale, se c'è argomentazioni for ti producevano atteggiamenti più favorevoli rispetto a quelle
deboli
-> il modello della probabilità dell'elaborazione predice che nella condizione di alto coinvolgimento saranno motivati a elabo rare le argomentazioni sostanziali e quindi a produrre
risposte cognitive attinenti all'argomento (+ argomentazioni forti + accordo, - argomentazioni deboli + accordo rispetto a + argomentazioni deboli che fanno - accordo)
Regola euristica: i messaggi con molte argomentazioni sono più probabilmente validi rispetto a quelli con poche argomentazion i, di conseguenza le argomentazioni forti non
avranno un effetto maggiore rispetto a quelle deboli.
-> mentre la credibilità della fonte soggetti alto coinvolgimento + influenzati dalla forza delle argomentazioni, basso coinvolgimento dall'euristica "argomentazi oni fatte da una
persona competente sono più valide rispetto a quelle fatte da una persona non competente". La controargomentazione o confutare gli argomenti, è la strategia + efficace per
resistere alla persuasione. Il rafforzamento dell'atteggiamento definito come l'atto di generare pensieri per supportare i vs atteggiamenti originari senza rifiutare direttamente le
argomentazioni del messaggio non è un efficace strategia di resistenza.
► Atteggiamenti e comportamento:
l'assunzione secondo cui gli atteggiamenti di una persona determinino il suo comportamento è profondamente radicata nel pensiero occidentale ed in molti casi è effettivamente
così -> non sempre -> criticato-> LaPiere, 1934 fece un esperimento: negli anni '30 un professore bianco girò gli USA con una coppia cinese, esisteva un forte pregiudizio ve rso i
cinesi, andarono ed alloggiarono in 200 alberghi, poi inviarono la richiesta di accettare coppie cinesi a tutti, delle 128 ri sposte, il 98% si rifiutò di ospitare cinesi. --> gli atteggiamenti
non predicono i comportamenti. Come errore fondamentale anche gli ps sociali sottostimano la situazione.
Alle volte la situazione ha un grado di costrizione che ci fa comportare in modo non coerente: conformismo alla maggioranza d i Asch, rispetto del potere di Milgram, difficile dire di
no in faccia a cinesi) --> la pressione esercitata dai coetanei può avere influenze simili sul comportamento.
Gli atteggiamenti predicono con più sicurezza i comportamenti quando:
1. Atteggiamenti saldi e coerenti: predicono il comportamento meglio di atteggiamenti deboli e ambivalenti (sociali o personali (dissonanza tra affettivo e cognitivo)) -> se le
componenti di un atteggiamento sono chiare e coerenti predicono meglio il comportamento
2. Specificamente collegati al comportamento: meglio di qll scollegati in modo generico -> atteggiamenti specifici migliori predittori di comportamenti attivi
3. Basati sull'esperienza diretta: meglio dell'aver letto o sentito dire -> persone che hanno già deciso che azione intraprendere mostrano un legame più forte tra i loro
atteggiamenti e il loro comportamenti rispetto a coloro che hanno tardato a prendere una decisione. l'esperienza diretta può anche costituire l'esperienza psichica
dell'assetto mentale di una persona che le consente di pianificare
4. Consapevolezza: persone consapevoli dei loro atteggiamenti hanno maggiore probabilità comportarsi in modo coerente ad essi.
► Attrazione interpersonale: cognizioni e sentimenti interconnessi in modo complesso nell'attrazione interpersonale
 Piacersi: non è sempre sufficiente per una relazione duratura:
 Attrazione fisica: l'attrazione fisica continua ad essere importante non solo nei primi appuntamenti, ma anche in quelli successivi così come al matrimonio. È importante
per reputazione sociale: sia uomini che donne sono valutati più favorevolmente quando sono di un partner o di un amico attraente, rispetto a quando sono in
compagnia di un compagno non attraente - MA - sia i M che le F sono valutati meno favorevolmente quando sono in compagnia di un estraneo fisicamente più
attraente di loro. La bellezza fisica diminuisce di importanza nel momento in cui si sceglie un partner stabile.
 Vicinanza: il miglior singolo predittore dell'amicizia tra 2 persone à la vicinanza, ossia la distanza alla quale vivono; la principale eccezione all'effetto di vicinanza nel
promuovere l'amicizia sembra essere associata agli antagonismi iniziali (di solito i primi incontri variano dal neutrale al piacevole-> amicizia)
 Familiarità: la vicinanza crea gradimento perché aumenta la familiarità: effetto di mera esposizione: la familiarità di per sé aumenta l'attrazione. l'effetto si ottiene
anche quando gli individui sono inconsapevoli di essere stati precedentemente esposti allo stimolo -> se non siete particolarmente belli e pensate che la vs attrazione
per qualcuno non sia contraccambiata, persistete e fatevi vedere in giro, vicinanza e familiarità possono giocare a vs favore . --> + esposizioni + piace.
 Similarità: (o somiglianza) il detto che gli estremi si attraggono è falso -> le coppie sono molto simili, anche per quanto riguarda la bellezza fisica (soppesiamo la
bellezza fisica di un partner potenziale in base alla probabilità che la persona sia desiderosa di accoppiarsi con noi (perso ne brutte cercano partner brutti perché si
aspettano di essere rifiutate da belli) -> risultato è similarità della bellezza fisica: la maggior parte di noi finisce con partner più o meno belli come noi.
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aspettano di essere rifiutate da belli) -> risultato è similarità della bellezza fisica: la maggior parte di noi finisce con partner più o meno belli come noi.
Oltre a bellezza fisica, anche somiglianza nella personalità è importante, gradimento attività quotidiane simili.
Aspetti arbitrari e insignificanti della somiglianza provocano attrazione (esempio stesse iniziali cognome, ecc) -> egoismo implicito: siamo inconsciamente attratti da
persone/luoghi o oggetti che implicitamente ed in modo sottile ci ricordano noi stessi
 Transfert: è la tendenza dei clienti di trasferire sentimenti e assunzioni relativi ad un particolare altro significativo (es. genitore o coniuge) sul loro terapeuta. Può
essere usato anche in modo generale: ogni volta che incontriamo una persona nuova che ci ricorda qualcuno che è stato importante nel ns passato, questo senso di
riconoscimento, influenza le ns percezioni e gradimento verso qll persona (semplice ricordo di qualcuno sign. per noi in passato attiva automaticamente conoscenze
immagazzinate, o schemi, sull'altro sign. questo ci porta a elaborare l'info(memoria e inferenze) sulla persona appena incontrata cin modo coerente con lo schema
attivato)-> producono effetti cognitivi e comportamentali che gli ps sociali si aspettano
 Innamorarsi e accoppiarsi: l'amore è più di un intensa attrazione. Conosciamo persone che ci piacciono molto ma non amiamo, o amore per chi non ci piaceva
 Amore e matrimonio: il concetto di amore romantico è antico, ma che abbia a che fare con il matrimonio è recente (per certe culture ancora oggi patto contrattuale)
 Amore e auto-espressione: la motivazione primaria dell'innamoramento consiste nel bisogno di espansione del sé. Si dice che le relazioni strette producano autoespansione, o l'aumento di risorse e capacità potenziali, in molteplici modi. Quando diventiamo intimi accediamo alle risorse, alle prospettive e all'identità di quella
persona e ciascuna di queste può aiutarci a raggiungere i ns obbiettivi personali. Inoltre auto-espansione, soprattutto se è rapida, è entusiasmante. -> all'interno delle
relazioni strette le persone tendono a pensare chi amano come se pensassero a se stesse, cioè l'altro diventa fuso, persino confuso, con il sé -> tanto più "le coppie
includono l'altro nel sé" tanto più a lungo resisteranno insieme.
 Amore passionale e amore affettuoso:
□ l'amore passionale: è uno stato di intensa emozione nel quale "sentimenti teneri e sessuali, di eccitazione e sofferenza, angoscia e conforto, altruismo e gelosia,
coesistono in una fusione di sentimenti". l'amore passionale combina l'attivazione fisiologica con la percezione che l'arousalsia suscitato dalla persona amata
□ l'amore affettuoso: è "l'affetto che proviamo verso coloro con i quali la nostra vita è profondamente intrecciata"; stato emotivo di calore piuttosto che passione
emotiva. La relazione con il passare del tempo aumenta in interdipendenza ed effettivamente cresce la capacità di provare forti emozioni. (partner da lungo
tempo intensi sentimenti di solitudine se separati anche per poco). Paradossalmente le coppie affettuose diventano più compatibili a coordinare la quotidianità e
l'effettiva frequenza di emozioni forti è generalmente abbastanza bassa.
Chi fa coincidere l'amore con la variante passionale è probabile resti deluso!gli intensi sentimenti dell'amore passionale hanno poche probabilità di resistere nel
tempo -> "la storia di un amore è, da un certo punto di vista, il dramma della sua lotta contro il tempo" Giraldi
 Teoria triangolare dell'amore: dicotomia amore passionale/affettuoso è semplicistico. Servono 3 componenti: 1)intimità (emotiva e condivisione sentimenti) ; 2)
passione (motivazionale: attrazione sessuale e romantica); 3. impegno (cognitiva: mantenere la relazione). La teoria triangolare dell'amore dice che la combinazione di
questi 3 componenti in modi diversi porta agli 8 tipi di relazioni . La matrice (r: intimità, passione, impegno) x (c.: 8 ti pi di amore) danno risultato alto o basso
 Legame di coppia e strategie di accoppiamento: trae origine dalla teoria dell'evoluzione di Darwin. Base genetica per superare i problemi di sopravvivenza o aumentare
le possibilità di riproduzione. Secondo la teoria evoluzionistica le persone si accoppiano per creare prole che trasmetterà i l proprio patrimonio genetico alle generazioni
future: 1) sconfiggere rivali; 2)selezionare compagni elevato potenziale riproduttivo; 3) impegnarsi in attività sociali e se ssuali per riproduzione; 4)prevenire defezione
del compagno; 5) assicurarsi successo riproduttivo della prole -> la razza umana crea legami intensi e duraturi con un partner per assicurarsi che la prole sopravviva fino
all'età riproduttiva.
Sia M che F hanno un ruolo diverso nella riproduzione, anche le tattiche di accoppiamento e le strategie usate dai 2 sessi possono essere evolute in modo da essere
ugualmente differenti: uomo da p.to di vista evolutivo maggior numero di donne possibile, la F investire molto tempo e molte energie per ogni nascita quindi limitato
num. di discendenti e per questo deve scegliere bene il compagno. -> per questo M + promiscui -> donne giovani (molti + anni di fertilità a disposizione)con uomo +
vecchio di stato sociale superiore e solide risorse materiali --> quando le persone valutano un potenziale partner nella vita reale, al posto di affermare le loro preferenze
generali, queste differenze scompaiono.
Nei geni anche per forza fisica nel lavorare x M e di conseguenza nel potere. La teoria evoluzionistica potrebbe spiegare si a la promiscuità che la fedeltà sessuale
dell'uomo.
Prima Prova Pagina 28
ATTENZIONE
giovedì 24 ottobre 2013
17:24
ATTENZIONE (Appunti Mascena)
L’attenzione può essere considerata come un insieme di processi con cui la mente opera una selezione dell'informazione proveniente dal mondo esterno.
Gli stimoli che arrivano agli organi di senso dall’ambiente esterno e dal nostro organismo sono molti di più di quelli che potremmo elaborare, la funzione che regola l’attività
dei processi mentali filtrando ed organizzando le informazioni allo scopo di emettere una risposta adeguata è l’attenzione.
I principali compiti da essa svolti sono:
1. Mettere a fuoco alcuni stimoli ed escluderne altri
2. Distribuire le risorse cognitive tra i diversi compiti
3. Permettere la concentrazione per un certo tempo su un determinato stimolo, anche con uno sforzo di volontà
4. Vigilare in attesa di riconoscere tra gli stimoli in arrivo degli stimoli critici
5. Seguire, con un certo livello di consapevolezza, le proprie azioni.
L’attenzione prevede, quindi, sia una focalizzazione degli stimoli utili che un’inibizione di quelli inutili.
MODELLI TEORICI
1. Secondo la teoria di Kahneman esiste un limite di tipo biologico all’elaborazione contemporanea delle informazioni e queste devono quindi essere poste in sequenza
attraverso un canale sensoriale che blocca tutte le informazioni che eccedono la capacità di elaborazione;
TEORIA DEL FILTRO di BROADBENT:
Secondo questo autore esisterebbe una fase iniziale di elaborazione dell’informazione durante la quale tutti gli stimoli veng ono analizzati simultaneamente sulla base delle
loro caratteristiche fisiche elementari e immagazzinati per un breve periodo.
In questa fase, quindi, non si ha alcuna selezione dell’informazione. A questo stadio di elaborazione, che Broadbent attribuisce al
1. sistema sensoriale (S),
↓ Un filtro, posto tra il sistema S e il sistema P, seleziona gli stimoli che possono avere accesso ai livelli di elaborazione p iù sofisticati.
2. segue una fase di elaborazione più avanzata da attribuire al sistema percettivo (P), il quale opera serialmente, elaborando cioè uno stimolo dopo l’altro.
(Sistema di filtraggo rispetto al flusso di stimoli in entrata: Broadbent suppose che il filtro operasse in relazione alle fi nalità, ai compiti e alle aspettative del soggetto,
selezionando gli stimoli rilevanti e scartando quelli irrilevanti. Questa selezione sarebbe avvenuta dopo una prima analisi d elle caratteristiche fisiche degli stimoli.)
Secondo un'altra teoria dell'attenzione (Norman), la selezione viene operata non mediante il blocco o il filtro dell'informazione sensoriale, ma elaborando selettivamente
l'informazione già attivata in memoria dall'informazione sensoriale che si sta raccogliendo. Si deve notare che anche stimoli familiari e usati di frequente sembrano essere
percepiti così automaticamente, che è impossibile ignorarli. Un esempio di questo automatismo è dato dallo "STROOP-EFFECT" in cui si mostrano a soggetti delle parole
stampate in colori diversi e si chiede loro di ignorare le parole e di riferire solo il colore dell'inchiostro. Questo compito era perfettamente eseguito, salvo che nel caso in cui
le parole erano nomi di colori, diversi dal colore dell'inchiostro. In questo caso l'impedimento derivava dalla percezione de l significato della parola resa quasi automatica
dall'esercizio, che normalmente facilita la lettura ma che in questo caso era un elemento di disturbo. Lo stroop-effect può essere considerato un esempio di insuccesso
dell'attenzione selettiva.
ATTENZIONE SELETTIVA: l'attenzione seleziona un determinato tipo di informazione e focalizza su di esso i processi di elaborazione cognitiva. E' un processo attivo.
ATTENZIONE DIVISA : distribuita su + compiti. Gli psicologi dimostrarono attraverso una serie di esperimenti che i soggetti compievano un minor numero di errori se
prestavano attenzione simultaneamente a due compiti di natura diversa anziché in due compiti uguali (per es. aritmetici). In queste situazioni si parla di Interferenza
Strutturale: l'esecuzione di un compito interferisce sull'altro se essi condividono lo stesso tipo di elaborazione (ad esempio verbale). L'attenzione può essere divisa più
facilmente se i compiti riguardano abilità diverse (se vengono utilizzate risorse cognitive diverse). Compito primario(compito che viene privilegiato)-secondario (risorse
residue).
In questo contesto l'attenzione non è considerata come un'unica risorsa, ma come un sistema di organizzazione di risorse cognitive che vengono dislocate in funzione della
complessità del compito e delle richieste.
Le prestazioni ottenute nello svolgimento simultaneo dei due compiti si misurano attraverso dei grafici con le curve POC (caratteristiche operanti nella prestazione).
Elaborazione controllata / automatica
Azioni compiute sotto il controllo continuo dell'attenzione, in modo consapevole e operazioni svolte senza l'impiego di risorse attentive.
Mentre prima l'attenzione era un sistema di filtraggio delle informazioni in entrata, successivamente fu considerata un siste ma di controllo delle operazioni cognitive.
Sistema attenzionale supervisore: un'operazione cognitiva può vincere automaticamente su un'altra in base alla maggiore attivazione che essa ha in un determi nato
momento rispetto ad altre operazioni.
Proceduralizzazione o Automatizzazione: delle attività che prima richiedevano un'attenzione controllata si proceduralizzano, diventano automatiche, entrano a far p arte
degli schemi motori astratti e costituiscono quindi le procedure (x es. guidare, camminare etc) E' legata ai processi di memo ria procedurale. I processi automatici sono
quindi azioni inconsapevoli soggetti ad un controllo consapevole.
Disattenzioni-Lapsus: derivano da deviazioni del pensiero o pensieri distraenti.
ABITUAZIONE : capacità di prestare attenzione nonostante la presenza di un elemento disturbante.
DISABITUAZIONE: si verifica quando il rumore disturbante non è + costante e improvvisamente cambia
ADATTAMENTO SENSORIALE: adattamento incontrollabile dei nostri sensi.
Arousal: è il grado di eccitazione fisiologica rispetto ad un livello di base. Può essere misurata attraverso la freq. cardiaca, la pressione arteriosa e l'elettroencefalogramma.
L'arousal è un'attività fisiologica che fa mantenere l'attenzione, infatti prepara l'organismo ad uno stimolo, x es. attentiv o.
Attenzione esplicita/implicita o preconscia
ATTENZIONE FOCALE: ignora stimoli familiari x focalizzarsi su stimoli nuovi. E' sempre supportata dall'abituazione.
ATTENZIONE SELETTIVA: si sceglie di essere attenti ad alcuni stimoli e di ignorarne altri.
Fenomeno del Cocktail party.
ATTENZIONE SOSTENUTA o VIGILANZA: si aspetta di rilevare la comparsa di uno stimolo particolare. E' un momento attentivo che deve essere efficientissimo in alcuni
mestieri (vigilante, bagnino, guardiano notturno). Implica un elevato arousal.
L'attenzione è + efficiente se guidata dall'aspettativa, come dimostra la Teoria della detenzione del segnale.
Ricerca attentiva: al contrario della vigilanza è una ricerca attenzionale attiva, ricerca di caratteristiche ben precise dello stimolo.
Disturbi:
Patologia di Neglet (Lesioni al lobo parietale frontale dell’emisfero destro).
Test:
Test delle campanelle, Trail Making Test, Pasat, Stroop Test, Torre di Londra.
Si rivela sempre difficile indagare l’attenzione come un processo singolo, in quanto non è una funzione che agisce isolatamen te, ma modula l’attività di altri processi
cognitivi
ATTENZIONE
(materiale Mascena 1)
Agli esordi della psicologia scientifica l'attenzione è stata oggetto di studio all'interno di esperimenti riguardanti la coscienza ed in particolare l'introspezione.
Prima Prova Pagina 29
Con il comportamentismo e la Gestalt l'attenzione fu relegata su un piano assolutamente secondario, per essere nuovamente rivalutata negli anni 50dal Cognitivismo. In
questo stesso periodo gli studi neurofisiologici si affiancarono a quelli più propriamente psicologici. Attenzione e livello di attivazione (Moruzzi e Magoun 1949) sono visti
come stati correlati, ma che non si identificano. Il concetto di attenzione appare di fatto multiforme perché comprende aspet ti diversi e viene usato per spiegare situazioni e
fenomeni differenti. (attenzione e livello attivazione simili -> attenzione è multiforme)
In particolare, sia la selezione delle informazioni che la capacità di svolgere contemporaneamente compiti diversi sono state studiate dai ricercatori, che quindi parlano di
attenzione selettiva e di attenzione divisa.
L'attivazione dunque può essere vista come un dato globale dell'organismo che si svolge lungo un continuum, mentre l'attenzione è considerata come una funzione
selettiva che si correla con il livello di attivazione, ma che non coincide con esso.
Il grado di attenzione dipende dal livello di attivazione dell'organismo; proprio in quanto processo di selezione di informazioni l'attenzione può essere definita un "processo
cognitivo".
Kahneman (1973) ipotizza che esista un limite di tipo biologico all'elaborazione contemporanea di più informazioni, costituito da limi ti di elaborazione del sistema
sensoriale; Broadbent (1958) ritiene che il limite della capacità attentiva sia ascrivibile ad una selezione che avviene dopo la registrazione sens oriale, mentre altri
propendono per l'ipotesi (Deutsh e Deutsh, 1963; Norman, 1968) che questa avvenga in memoria, e quindi agli ultimi livelli di elaborazione dell'informazione, spostando
così l'accento sulle aspettative del soggetto che influenzano la selezione degli stimoli.
I limiti del sistema sensoriale e della capacità di elaborazione dell'informazione sono studiati confrontando e differenziand o queste ultime con quelle dei bambini (Karmel,
1969) e attraverso l'evolversi di strategie di elaborazione delle informazioni (Gibson e Rader, 1979).
Inoltre si evidenzia il fatto che ad alcuni eventi viene prestata attenzione a livello cosciente, mentre altri sono recepiti ugualmente, in qualche modo, anche se non viene
prestata loro attenzione: esisterebbero quindi delle procedure di registrazione automatiche, che passano le informazioni ad una componente del sistema che stabilisce a
quale degli elementi si deve prestare attenzione.
L'attenzione viene stimolata da variazioni improvvise dell'intensità degli stimoli o dalla comparsa nell'ambiente di stimoli rivestiti di un particolare significato per il soggetto
(come per un bambino ascoltare la voce della propria madre, ad esempio).
Posner (1980) individua due momenti successivi nella registrazione automatica, l'orientamento (cioè volgersi in direzione dello stimolo) e la detenzione (cioè la
registrazione cosciente e il rilevamento dello stimolo).
Cohen e Gelber (1975) affermano che è opportuno differenziare i meccanismi che presiedono all'orientamento verso lo stimolo (volgere gli occhi etc) da quelli coinvolti
durante la fissazione. Nella risposta di orientamento lo stimolo cattura l'attenzione, nella risposta di fissazione opera un meccanismo diverso che trattiene l'attenzione. In
entrambi i processi si riscontra un ruolo attivo da parte del soggetto, giacché processi di questo tipo non possono essere considerati come automatici.
Lo studio dell'attenzione si occupa di come percepiamo un aspetto o l'altro. Lo studio dell'attenzione selettiva è stato avviato da Cherry (1953) che cercò di capire come
avviene che fra stimoli molteplici provenienti dal mondo esterno, il soggetto ne selezioni alcuni (attended messages) lasciandone decadere altri (unattended messages). La
dimostrazione di ciò è data da un fenomeno noto come "cocktail party" in cui si riesce a prestare attenzione ad una sola conversazione nonostante ve ne siano parecchie in
corso che potrebbero interferire.
Donald Bradbent (1958) asserì che i soggetti hanno la capacità di prestare attenzione ad una sola voce alla volta, evidenziando la relazione negativa, inversamente
proporzionale, fra il grado di comprensione di due voci, nel senso che se aumenta la comprensione di una cala la comprensione dell'altra (uso della tecnica dell'ascolto
dicotico).
Questa specie di alternanza di attenzione da una voce all'altra potrebbe però essere ricondotta invece che a un suo spostamen to, alla divisione simultanea dell'attenzione.
Si può cioè prestare attenzione soprattutto ad una voce, ma nello stesso tempo distribuire una piccola porzione dell'attenzione all'altra voce . Questa teoria, nota come
teoria del filtro, fu proposta da Treisman (1964) per spiegare il fatto che accadeva che i soggetti erano sensibili all'informazione presentata all'orecchio cui si doveva
prestare meno attenzione, soprattutto se la voce cui non dovevano prestare attenzione diceva il loro nome .
Secondo un'altra teoria dell'attenzione (Norman, 1979) la selezione viene operata non mediante il blocco o il filtro dell'informazione sensoriale, come si è già accennato in
precedenza, ma elaborando selettivamente l'informazione già attivata in memoria dall'informazione sensoriale che si sta raccogliendo. Si deve notare che anche stimoli
familiari e usati di frequente sembrano essere percepiti così automaticamente, che è impossibile ignorarli (Schneider e Schif frin, 1977). Un esempio di questo automatismo
è dato dallo "stroop-effect" (Stroop, 1935) in cui si mostrano a soggetti delle parole stampate in colori diversi e si chiede loro di ignorare le parole e di riferire solo il colore
dell'inchiostro. Questo compito era perfettamente eseguito, salvo che nel caso in cui le parole erano nomi di colori, diversi dal colore dell'inchiostro.
In questo caso l'impedimento derivava dalla percezione del significato della parola resa quasi automatica dall'esercizio, che normalmente facilita la lettura ma che in questo
caso era un elemento di disturbo. Lo stroop-effect può essere considerato un esempio di insuccesso dell'attenzione selettiva.
Altri autori si sono dedicati all'indagine sullo sviluppo dell'attenzione. Mackworth (1976) evidenzia due tipi di attenzione,
1. la prima dovuta all'esperienza dell'ambiente fisico e sociale e regolata dall'attività dei lobi frontali,
2. e la seconda involontari regolata dal flusso degli stimoli esterni indipendentemente dall'esperienza.
L'attività dovuta ai lobi frontali è legata al loro sviluppo, che non si completa che verso i sette anni di età. Il pieno svi luppo dell'attenzione selettiva e volontaria sarebbe
quindi possibile a partire da questa età. Tuttavia è rilevabile una attenzione involontaria nell'adulto e un'attività di orie ntamento volontario nei bambini. Quella che matura
con lo sviluppo è quindi una sempre maggiore capacità di percezione selettiva delle informazioni utili per una certa prestazi one.
I fenomeni fisiologici tipici dell'attenzione (dilatazione pupillare, vasocostrizione periferica, vasodilatazione cerebrale, decelerazione dell'attività muscolare, arresto del
ritmo alpha all'EEG con sostituzione di ritmo beta irregolare e riflesso psicogalvanico) sono presenti in quella che viene de finita "risposta di orientamento" (Sokolof, 1969):
si osservano alla prima presentazione dello stimolo, e si riducono alla ripresentazione dello stimolo (risposta di abituazion e). Tale risposta è legata alla coincidenza dello
stimolo con una sua traccia presente nella memoria a lungo termine. (attivazione arousal a prima esperienza poi abituazione)
La risposta di abituazione è più rapida con il crescere dell'età: secondo la teoria di Piaget, ciò può essere legato alla costanza dell'affetto, acquisita dopo una certa età e alla
relativa capacità di prevedere gli stimoli acquisita dal bambino. Nei bambini in età scolare non si evidenziano particolari d ifferenze nelle capacità attentive, rispetto agli
adulti, mentre differenti sarebbero piuttosto le capacità di formulare strategie diverse per la soluzione di un compito, cioè la capacità di cogliere gli elementi principali di
una realtà problematica utili alla soluzione di un compito. Sembrerebbe dunque implicato un di verso livello di sviluppo cognitivo, piuttosto che un aspetto legato
all'attenzione. Al momento non c'è nessuna teoria sull'attenzione unanimemente condivisa; sembra accertato che molti processi diversi siano responsabili della selettività
dell'attenzione. Un'altra difficoltà nello studio dell'attenzione deriva dal fatto che il processo attentivo è implicato in n umerosi altri processi cognitivi fondamentali (la
percezione, la memoria, l'apprendimento) oltre al fatto che lo studio disgiunto dell'attenzione dagli altri processi psichici si è rivelato poco fecondo.
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BORN OUT- STRESS LAV CORRELATO - MOBBING - STRESS
giovedì 24 ottobre 2013
17:27
BURNOUT (meteriale Mascena)
La sindrome da burnout è l'esito patologico di un processo stressogeno che colpisce le persone che esercitano professioni d'aiuto, qualora queste non rispondano in maniera
adeguata ai carichi eccessivi di stress che il loro lavoro li porta ad assumere. In tal senso il burnout diventa una sindromeda stress non più esclusiva delle professioni d'aiuto ma
probabile in qualsiasi organizzazione di lavoro. (incapacità di gestire eccessivi carichi di stress)
La sindrome presenta tre dimensioni:
- deterioramento dell'impegno nei confronti del lavoro,
- deterioramento delle emozionioriginariamente associati al lavoro
- ed un problema di adattamento tra persona ed il lavoro, a causa delle eccessive richieste di quest'ultimo.
Le categorie lavorative più interessate da questa sindrome sono tutte quelle figure caricate da una duplice fonte di stress,ovvero quello personale e quello della persona aiutata; in
particolare colpisce i medici e le altre figure sanitarie, compresi volontari e studenti, gli addetti ai servizi di emergenza, tra cui poliziotti e vigili del fuoco, psicologi, psichiatri e
assistenti sociali, sacerdoti e religiosi (in particolare se in missione), insegnanti ed educatori, avvocati e ricercatori.
Ne consegue che, se non opportunamente trattati, questi soggetti cominciano a sviluppare un lento processo di"logoramento" o "decadenza"psicofisica dovuta allamancanza di
energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato.
In tali condizioni può anche succedere che queste persone si facciano un carico eccessivo delle problematiche delle persone acui badano, non riuscendo così più a discernere tra la
propria vita e la loro.
Il burnout comporta esaurimento emotivo, depersonalizzazione, un atteggiamento spesso improntato al cinismo e un sentimento di ridotta realizzazione personale. Il soggetto
tende a sfuggire l'ambiente lavorativoassentandosisempre più spesso e lavorando con entusiasmo ed interesse sempre minori, a provare frustrazione e insoddisfazione, nonché
una ridotta empatia nei confronti delle persone delle quali dovrebbe occuparsi. Il burnout si accompagna spesso ad un deterioramento del benessere fisico, a sintomi psicosomatici
come l'insonnia e psicologici come la depressione. I disagi si avvertono dapprima nel campo professionale, ma poi vengono confacilità trasportati sul piano personale: l'abuso di
alcol, di sostanze psicoattive ed il rischio di suicidio sono elevati nei soggetti affetti da burnout.
Per misurare il burnout ci sono diverse scale:
-> ma è da ricordare lascala di Maslach: un questionario di 22 items, ossia domande, atte a stabilire se nell'individuo sono attive dinamiche psicofisiche che rientrano nel burnout. A
ogni domanda il soggetto interessato deve rispondere inserendo un valore da 0 a 6 per indicare intensità e frequenza con cuisi verificano le sensazioni descritte nella domanda
stessa.
La prevalenza della sindrome nelle varie professioni non è ancora stata chiaramente definita, ma sembra essere piuttosto elevata tra operatori sanitari quali medici e infermieri,
oltre che gli insegnanti.
Le fasi del burnout
1. La prima, preparatoria, è quella dell'entusiasmo idealistico che spinge il soggetto a scegliere un lavoro di tipo assistenziale.
2. Nella seconda (stagnazione) il soggetto, sottoposto a carichi di lavoro e di stress eccessivi, inizia a rendersi conto di come le sue aspettative non coincidano con la realtà lavorativa.
L'entusiasmo, l'interesse ed il senso di gratificazione legati alla professione iniziano a diminuire.
3. Nella terza fase (frustrazione) il soggetto affetto da burnout avverte sentimenti di inutilità, di inadeguatezza, di insoddisfazione, uniti alla percezionedi essere sfruttato, oberato di
lavoro e poco apprezzato; spesso tende a mettere in atto comportamenti di fuga dall'ambiente lavorativo, ed eventualmente atteggiamenti aggressivi verso gli altri o verso se
stesso.
4. Nel corso della quarta fase (apatia) l'interesse e la passione per il proprio lavoro si spengono completamente e all'empatia subentra l'indifferenza, fino ad una vera e propria "morte
professionale".
Le cause del burnout
· sovraccarico di lavoro: il disadattamento è presente quando la persona percepisce un carico di lavoro eccessivo (le richieste lavorative sono cosìelevate da esaurire le energie
individuali al punto da non rendere possibile il recupero), quando, anche in presenza di un carico ragionevole, il tipo di lavoro non è adatto alla persona (si percepisce di non
avere le abilità per svolgere una determinata attività) e quando il carico emotivo del lavoro è troppo elevato (il lavoro scatena una serie di emozioni che sono in contraddizione
con i sentimenti della persona).
· senso di impotenza: il soggetto non ritiene che ciò che fa o vuole fare riesca ad influire sull'esito di un determinato evento.
· mancanza di controllo: il disadattamento si verifica quando l'individuo percepisce di avere insufficiente controllo sulle risorse necessarie per svolgere il proprio lavoro oppure
quando non ha sufficiente autorità per attuare l'attività nella maniera che ritiene più efficace.
· riconoscimento: si ha disadattamento quando si percepisce di ricevere un ricononscimento inadeguato per il lavoro svolto.
· senso di comunità: è presente disadattamento quando crolla il senso di appartenenza comunitario all'ambiente di lavoro, ovvero quando si percepisce che manca il sostegno,
la fiducia reciproca ed il rispetto e le relazioni vengono vissute in modo distaccato ed impersonale.
· assenza di equità: si ha disadattamento quando non viene percepita l'equità nell'ambiente di lavoro in ambiti quali, ad esempio, l'assegnazione dei carichi di lavoro e della
retribuzione o l'attribuzione di promozioni e avanzamenti di carriera.
· valori contrastanti: il disadattamento nasce quando si vive un conflitto di valori all'interno del contesto di lavoro e cioè quando la persona non condivide i valori che
l'organizzazione trasmette oppure quando i valori non trovano corrispondenza, a livello organizzativo, nelle scelte operate enella condotta.
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Le conseguenze del burnout:
A livello individuale
Atteggiamenti negativi verso i clienti/utenti
Atteggiamenti negativi verso se stessi
Atteggiamenti negativi verso il lavoro
Atteggiamenti negativi verso la vita
Calo della soddisfazione lavorativa
Calo dell'impegno verso l'organizzazione
Riduzione della qualità della vita personale
Peggioramento dello stato di salute
A livello organizzativo
· Aumento dell'assenteismo
· Aumento del turnover
· Calo della performance
· Calo della qualità del servizio
· Calo della soddisfazione lavorativa
Stress lavoro-correlato
Lo stress può essere definito come la reazione a-specifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso.
Il concetto di stress si è evoluto andando ad esplorare maggiormente la relazione tra l'uomo e l'ambiente:Richard Lazarus, ad esempio, usa il termine stress per descrivere la
particolare interazione che intercorre tra l’organismo e l'ambiente nel momento in cui le richieste ambientali vengono percepite dall'uomo come eccessive, mettendo così a rischio il
suo benessere individuale
STRESS LAVORO CORRELATO: lo stress lavoro correlato viene esperito nel momento in cui le richieste provenienti dall’ambiente lavorativo eccedono le capacità dell’individuonel
fronteggiare tali richieste. E' una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni
individui NON si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro. Nell’ambito del lavoro talesquilibrio si può verificare quando il lavoratore non si sente
in grado di corrispondere alle richieste lavorative. Tuttavia non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro possono essereconsiderate come stress lavoro-correlato. Lo stress lavorocorrelato è quello causato da vari fattori propri del contesto e del contenuto del lavoro.
Conseguenze individuali e organizzative dello stress
Il rischio stress lavoro correlato è riconducibile ad alcune caratteristiche del lavoro come, ad esempio, carichi lavorativieccessivi, basso grado di controllo sull’attività svolta, basso
sostegno organizzativo, ambiguità e conflitti di ruolo, scarse possibilità di sviluppo professionale, precarietà del lavoro,stipendio non adeguato e la presenza di varie forme di
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sostegno organizzativo, ambiguità e conflitti di ruolo, scarse possibilità di sviluppo professionale, precarietà del lavoro,stipendio non adeguato e la presenza di varie forme di
molestie (bullismo, mobbing, ecc.).
Nel momento in cui l’individuo non riesca a fronteggiare queste situazioni, le risposte da stress possono manifestarsi a livello:
· Fisiologico: lo stress innesca reazioni a livello del sistema nervoso autonomo e del sistema ormonale, perciò si potrebbero avere ripercussioni a livello cardiovascolare
(accelerazione del battito cardiaco), respiratorio (aumento della frequenza respiratoria), muscolo-sceletrico (ipertonia) e a livello del sistema immunitario (la produzione di
adrenalina e cortisolo e corticosterone inibiscono la produzione di globuli bianchi).
· Psicologico: i principali effetti dello stress riguardano il manifestarsi di stati emotivi negativi, quali rabbia, ansia, irritabilità esintomi di depressione. Dal punto di vista
cognitivo, invece, si riscontrano calo dell’autostima e del senso di autoefficacia, diminuzione dell’attenzione (con conseguente innalzamento della probabilità di errori e
incidenti) e percezione di ostilità da parte del sistema sociale dell’individuo. Infine, dal punto di vista comportamentale,si osservano cali delle prestazioni (sia in termini
quantitativi che qualitativi) e una maggiore inclinazione alla dipendenza da alcol e sigarette.
Il calo in termini di salute fisica e mentale dei lavoratori porta inevitabilmente al deterioramento delle prestazioni dell’intera organizzazione: questo aspetto è riscontrabile in alcuni
indicatori come l’aumento dell’assenteismo, l’aumento del tasso di turnover e la riduzione della produttività. Un altro indicatore principe della presenza di stress lavoro correlato è il
problema del presenzialismo. Il presenzialismo è definibile come il semplice presenziare al lavoro senza apportare la propria totale portata produttivaa causa di problemi di salute.
Questo fenomeno sembra emergere quando il lavoratore si sente stressato, ma, nel contempo, teme di perdere il posto e di essere etichettato come malato.
Aree chiave di rischio stress lavoro correlato, all’interno delle quali si possono osservare diverse dimensioni di rischio:
· Ambiente e Attrezzature: Condizioni fisiche di lavoro (illuminazione, rumore, clima, ecc.), problemi inerenti l’affidabilità, la disponibilità, l’idoneità, la manutenzione,
l’obsolescenza o la riparazione di strutture ed attrezzature di lavoro, condizioni di sicurezza rispetto ai vari rischi esistenti;
· Disegno del compito lavorativo: Lavoro ripetitivo, lavoro frammentato, mancata definizione di competenze e conoscenze necessarie a svolgere il lavoro, sottoutilizzo delle
competenze individuali mancata conoscenza di scopi e processi;
· Carico e ritmo di lavoro: Sovraccarico o sottocarico di lavoro, mancanza di controllo sul ritmo, tempo insufficiente per eseguire il compito, scadenze pressanti;
· Orario di Lavoro: Lavoro a turni, orari di lavoro rigidi, imprevedibili, eccessivamente lunghi o che alterano i ritmi sociali, assenza di pause.
Contesto lavorativo
· Organizzazione del lavoro: carenze di comunicazione, bassi livelli di sostegno per la risoluzione di problemi e lo sviluppo personale, mancanza di definizione degli obiettivi
organizzativi;
· Rapporti interpersonali: Isolamento fisico o sociale, rapporti limitati con i superiori, leadership non efficace, conflitti interpersonali, mancanzadi supporto sociale;
· Ruolo nell’organizzazione: Ambiguità e conflitto di ruolo, responsabilità non definite, scarso valore sociale attribuito al lavoro;
· Sviluppo di carriera: Incertezza o blocco della carriera,bassa retribuzione, precarietà dell’impiego;
· Controllo e Libertà decisionale: Partecipazione ridotta al processo decisionale, carenza di controllo sul lavoro (il controllo, specie nella forma di partecipazione rappresenta
anche una questione organizzativa e contestuale di più ampio respiro);
· Interfaccia Casa-Lavoro: Richieste contrastanti tra casa e lavoro, straordinario eccessivo, ferie non godute, scarso appoggio in ambito domestico, problemi di doppia carriera,
difficoltà di conciliazione tra vita privata e vita lavorativa.
Il concetto di stress lavoro correlato assume particolare rilievo non solo in ambito psicologico, ma anche in ambito legislativo, in quanto la valutazione del rischio da stress lavoro
correlato rappresenta uno degli obblighi normativi a cui tutti i datori di lavoro sono sottoposti.
Valutazione preliminare
La valutazione preliminare consiste nella rilevazione di indicatori oggettivi e verificabili, ove possibile numericamente apprezzabili, appartenenti quanto meno a tre distinte
famiglie:
1. Eventi sentinellaquali ad esempio: indici infortunistici; assenze per malattia; turnover; procedimenti e sanzioni e segnalazioni del medico competente; specifiche e frequenti
lamentele formalizzate da parte dei lavoratori. I predetti eventi sono da valutarsi sulla base di parametri omogenei individuati internamente alla azienda (es. andamento nel
tempo degli indici infortunistici rilevati in azienda).
2. Fattori di contenuto del lavoro quali ad esempio: ambiente di lavoro e attrezzature; carichi e ritmi di lavoro; orario di lavoro e turni; corrispondenza trale competenze dei
lavoratori e i requisiti professionali richiesti.
3. Fattori di contesto del lavoro quali ad esempio: ruolo nell’ambito dell’organizzazione, autonomia decisionale e controllo; conflitti interpersonali al lavoro; evoluzione e
sviluppo di carriera; comunicazione (es. incertezza in ordine alle prestazioni richieste).
La valutazione approfondita prevede la valutazione della percezione soggettiva dei lavoratori, ad esempio attraverso differenti strumenti quali questionari, focus group o interviste
semistrutturate, sulle famiglie di fattori/indicatori precedentemente descritte. Questa fase si riferisce ai gruppi omogeneidi lavoratori rispetto ai quali sono state rilevate le
problematiche. Nelle aziende di maggiori dimensioni è possibile che tale fase d’indagine venga realizzata anche solo tramiteun campione rappresentativo di lavoratori.
MOBBING
Il mobbing è un insieme di comportamenti violenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, demansionamento, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, ostracizzazione, etc.)
perpetrati da parte di uno o più individui nei confronti di un altro individuo, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale nonché della salute psicofisica
dello stesso. I singoli atteggiamenti molesti non raggiungono necessariamente la soglia del reato né debbono essere di per sé illegittimi,ma nell'insieme producono danneggiamenti
plurioffensivi anche gravi con conseguenze sul patrimonio della vittima, la sua salute, la sua esistenza.
Più in generale, il termine indica i comportamenti violenti che un gruppo (sociale, familiare, animale) rivolge ad un suo membro.
Il termine mobbing è stato coniato agli inizi degli anni settanta dall'etologo Konrad Lorenz per descrivere un particolare comportamento aggressivo tra individui della stessa specie
con l'obiettivo di escludere un membro dello stesso gruppo. Il termine che in senso letterale significa “accerchiare qualcuno/a per attaccarlo/la”, definisce il comportamento di
alcune specie animali che assalgono un componente del gruppo che per vari motivi deve essere espulso.
Mobbing sul lavoro
Questa pratica è spesso condotta con il fine di indurre la vittima ad abbandonare da sé il lavoro, senza quindi ricorrere al licenziamento o per ritorsione a seguito di
- comportamenti non condivisi (ad esempio, denuncia ai superiori o all'esterno di irregolarità sul posto di lavoro),
- o per il rifiuto della vittima di sottostare a proposte o richieste immorali (sessuali, di eseguire operazioni contrarie a divieti deontologici o etici, etc.) o illegali.
Per potersi parlare di mobbing, l'attività persecutoria deve essere funzionale alla espulsione del lavoratore, causandogli una serie di ripercussioni psico-fisiche che spesso sfociano in
specifiche malattie (disturbo da disadattamento lavorativo, disturbo post-traumatico da stress) ad andamento cronico.
La somma dei singoli episodi visti nel loro insieme tendono a produrre il danno nel tempo.
Si distingue fra mobbing gerarchico o verticale e mobbing ambientale o orizzontale; nel primo caso gli abusi sono commessi da superiori gerarchici della vittima, nel secondo caso
sono i colleghi della vittima ad isolarla, a privarla apertamente della ordinaria collaborazione, dell'usuale dialogo e del rispetto.
Si parla di mobbing dall'alto, o quando l'attività è condotta da un superiore al fine di costringere alle dimissioni un dipendente in particolare, ad es.perché antipatico, poco
competente o poco produttivo; in questo caso, le attività di mobbing possono estendersi anche ai colleghi (i side mobber), che preferiscono assecondare il superiore, o quantomeno
non prendere le difese della vittima, per non inimicarsi il capo, nella speranza di fare carriera, o semplicemente per "quieto vivere".
Si definisce invece mobbing tra pari quello praticato da parte dei colleghi verso un lavoratore non integrato nell'organizzazione lavorativa per motivi d'incompatibilità ambientale o
caratteriale, ad es. per i diversi interessi sportivi, per motivi etnici o religiosi oppure perché diversamente abile,
oppure il mobbing dal basso; generalmente la causa scatenante del mobbing orizzontale non sono tanto le incompatibilità all'interno dell'ambiente di lavoro quanto una reazione
da parte di una maggioranza del gruppo allo stress dell'ambiente e delle attività lavorative: la vittima viene dunque utilizzata come "capro espiatorio" su cui far ricadere la colpa
della disorganizzazione, delle inefficienze e dei fallimenti.
Il mobbing strategico si ha quando l'attività vessatoria e dequalificante tende ad espellere il lavoratore, per far posto ad un altro lavoratore(di solito in posizioni di dirigenza o
apicali).
Il Bossing è un termine che indica azioni compiute dalla direzione o dall'amministrazione del personale e che assume i contorni di una vera e propria strategia aziendale, volta alla
riduzione, ringiovanimento o razionalizzazione del personale, oppure alla semplice eliminazione di una persona indesiderata.Viene attuato con il preciso scopo di indurre il
dipendente alle dimissioni. Può attuarsi in modalità differenti ma con lo scopo comune di creare un clima di tensione intollerabile.
In ogni caso, il mobbing è riferibile ad un complesso, sistematico e duraturo comportamento del datore di lavoro,che deve essere esaminato in tutti i suoi aspetti e nelle loro
conseguenze, per creare un coacervo di stimoli lesivi che non può né deve essere frazionato o spezzettato in tanti singoli episodi, ciascuno dei quali aventi un proprio effetto
sanitario ovvero giuridico.
Il primo a parlare di mobbing quale condizione di persecuzione psicologica nell'ambiente di lavoro è stato alla fine degli anni ottanta lo psicologo svedese Heinz Leymann che lo
definiva come una comunicazione ostile e non etica diretta in maniera sistematica da parte di uno o più individui generalmente contro un singolo, progressivamente spinto in una
posizione in cui è privo di appoggio e di difesa. In Italia è stato introdotto la tematica del mobbing dallo psicologo tedesco Harald Ege, che per primo nel 2002 ha pubblicato un
metodo per il riconoscimento del danno da mobbing e del fenomeno stesso tramite il riconoscimento di 7 parametri (il cosiddetto metodo Ege 2002).
La pratica del mobbing consiste nel vessare il dipendente o il collega di lavoro con diversi metodi di violenza psicologica oaddirittura fisica. Ad esempio: sottrazione ingiustificata di
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incarichi o della postazione di lavoro, dequalificazione delle mansioni a compiti banali, così da rendere umiliante il prosieguo del lavoro; rimproveri e richiami, espressi in privato ed
in pubblico anche per banalità; dotare il lavoratore di attrezzature di lavoro di scarsa qualità o obsolete, arredi scomodi,ambienti male illuminati; interrompere il flusso di
informazioni necessario per l'attività (chiusura della casella di posta elettronica, restrizioni sull'accesso a Internet); continue visite fiscali in caso malattia. Insomma, un sistematico
processo di "cancellazione" del lavoratore condotto con la progressiva preclusione di mezzi e relazioni interpersonali indispensabili allo svolgimento di una normale attività
lavorativa.
Si può quindi qualificare il mobbing lavorativo come costrittività organizzativa, le possibili azioni traumatiche possono riguardare la marginalizzazione dall'attività lavorativa, lo
svuotamento delle mansioni, la mancata assegnazione dei compiti lavorativi o degli strumenti di lavoro, i ripetuti trasferimenti ingiustificati, la prolungata attribuzione di compiti
dequalificanti rispetto al profilo professionale posseduto o di compiti esorbitanti o eccessivi anche in relazione a eventuali condizioni di handicap psico-fisici, l'impedimento
sistematico e strutturale all’accesso a notizie, la inadeguatezza strutturale e sistematica delle informazioni inerenti l’ordinaria attività di lavoro, l'esclusione reiterata da iniziative
formative, il controllo esasperato ed eccessivo.
È quindi chiaro che il mobbing non è una malattia ma rappresenta il termine per indicare la complessiva attività ostile postain essere solitamente da un datore di lavoro (pubblico o
privato, da solo o in combutta) per demansionare il lavoratore, isolarlo e obbligarlo al trasferimento o alle dimissioni.
Conseguenze sulla salute
Il mobbing non è una malattia ma può esserne la causa. La patologia psichiatrica più frequentemente associata è il disturbo dell'adattamento; esso si compone di una variegata
sintomatologia ansioso-depressiva reattiva all'evento stressogeno. Fra le conseguenze rientrano la perdita d'autostima, depressione, insonnia, isolamento. Il mobbing è causa di
cefalea, annebbiamenti della vista, tremore, tachicardia, sudorazione fredda, gastrite, dermatosi. Le conseguenze maggiori sono disturbi della socialità, quindi, nevrosi, depressione,
isolamento sociale e suicidio, in un numero non trascurabile di casi
Mobbing familiare
Questa pratica è condotta all'interno delle dinamiche relazionali coniugali e familiari ed è finalizzata alla delegittimazione di uno dei coniugi e alla estromissione di questo dai
processi decisionali riguardanti la famiglia in genere e nello specifico i figli.
Il mobbing familiare più frequente è quello che coinvolge le famiglie separate e viene messo in pratica da parte del genitoreaffidatario nei confronti di quello non affidatario al fine
di spezzare il legame genitoriale nei confronti dei figli.
In alcuni casi, il mobbing familiare si presenta attraverso una serie di strategie "persecutorie" preordinate da parte di unodei coniugi nei confronti dell'altro coniuge, allo scopo di
costringere quest'ultimo a lasciare la casa coniugale o ad acconsentire, ad esempio, a una separazione consensuale, pur di chiudere rapporti coniugali fortemente conflittuali.
Dal mobbing familiare si distingue, secondo un autore, il "mobbing genitoriale", termine che sarebbe da riservarsi alle contese in corso di separazione coniugale in cui vi siano
comportamenti finalizzati ad escludere l'altro genitore dall'esercizio della propria genitorialità. Il c.d. "mobbing genitoriale" sarebbe riconducibile a quattro casi (spesso
erroneamente citati come casi di mobbing familiare)
· sabotaggi delle frequentazioni con il figlio,
· emarginazione dai processi decisionali tipici dei genitori,
· minacce,
· denigrazione e delegittimazione familiare e sociale.
Mobbing in società
Forme di mobbing, orizzontale o verticale, raramente rilevanti dal punto di vista giuridico, sono distinguibili anche in varie tipologie di aggregazione sociale non legate a professioni o
ambiti lavorativi, ad esempio: studenti, amici, colleghi, gruppi o bande giovanili,circoli sportivi, associazioni amatoriali, società filantropiche ecc. Di solito lo scopo è quello di indurre
un membro non gradito all’autoallontanamento spontaneo dal gruppo o associazione, attraverso tutta una serie di pressioni e vessazioni di tipo morale o psicologico. La materia in
questione interessa di norma più l’analisi psicologica (psicologia dei gruppi) e sociologica (sociologia delle relazioni interpersonali) che non quella giuridica.
Mobbing a scuola
Il mobbing a scuola è forma di “vessazione di branco” chespesso si confonde con il bullismoovvero con una sorta di bullismo di gruppo organizzato ai danni di un compagno di
classe. Esiste anche in ambiente scolastico, benché più denunciato sui media che studiato e analizzato, una forma particolaredi mobbing “dall’alto”, ossia praticato da un insegnante
a danno di uno o più allievi, attraverso: espressioni sistematicamente denigratorie e/o provvedimenti disciplinari persecutori, valutazioni o giudizi ingiustificatamente negativi.
Fenomeno in aumento, anche se poco conosciuto e ancor meno studiato, il mobbing di studenti più o meno organizzati nei confronti di insegnanti ritenuti deboli e non in grado di
mantenere la disciplina in classe, mobbing che tende a voler nascondere le proprie mancate responsabilità nei confronti dellostudio, della disciplina e del rispetto delle regole.
STRESS
DEFINIZIONE
Ogni tipo di sollecitazione (fisica o psicologica) che richiede una reazione adattiva all’organismo. Un certo livello di stress basale è comunque indispensabile al buon funzionamento
di ogni organismo (Canestrari).
Lo stress è una risposta non specifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata ad esso (Selye)
Lo stress è la condizione che si verifica quando si debbono affrontare eventi che sono percepiti come pericolosi per il benessere psicofisico della persona (Smith; Bem)
E’ da considerare:
- una reazione funzionale al mantenimento dell’equilibrio organismo-ambiente e insorge quando questo equilibrio va in crisi a sfavore dell’individuo dando origine a fenomeni
pscicofisiologici e comportamentali rilevanti per la salute e il benessere dello stesso.
- una tensione provocata da una pluralità di stimoli (i/e) ai quali il soggetto reagisce personalmente, secondo la propria struttura cognitiva e la sua esperienza personale.
Gli eventi o agenti stressanti (stressors) possono essere di varia natura: possono essere relativi ad eventi traumatici, incontrollabili, imprevedibili, quelli che richiedono cambiamenti
sostanziali e i conflitti interni.
Iperstress: tensione che supera per eccesso lasoglia ottimale del soggetto
Ipostress: tensione sotto la soglia ottimale
Eustress: tensione adeguata alla percezione delle proprie risorse e che favorisce una risposta proattiva in funzione del raggiungimento di un obiettivo
Distress: tensione inadeguata e non funzionale per eccesso o per difetto alla percezione delle proprie risorse.
TEORIE DI RIFERIMENTO
Teoria di Selye: Nel 1936stress = stimolo nocivo. Nel 1950: affermò che non solo gli eventi negativi producevano stress o stati patologici ma anche fattori positivi di tipo emozionale.
Inoltre
lo stress non fu più concepito solo come stimolo ma anche come risposta fisiologica e psicologica dell’organismo ad ogni richiesta dell’ambiente. La "Sindrome Generale di
Adattamento" (GAS) è quella risposta che l'organismo mette in atto quando è soggetto agli effetti prolungati di svariati tipidi stressors. L'evoluzione della sindrome avviene in tre
fasi:
1. Allarme, l'organismo risponde agli stressors mettendo in atto strategie di coping. Iniziale riduzione dei normali livelli di attività (immobilizzazione) e conseguente attivazione
psicofisiologica (aumento del battito cardiaco, pressione sanguigna, tono muscolare ed arousal).
2. Resistenza, il corpo tenta di combattere e contrastare gli effetti negativi dell'affaticamento prolungato, producendo risposte ormonalispecifiche da varie ghiandole (surrenali).
3. Esaurimento, se gli stressors continuano ad agire, il soggetto può venire sopraffatto e possono prodursi effetti sfavorevoli permanentia carico della struttura psichica e/o
somatica
Smith e Bem sostengono che l’organismo in condizione di stress reagisce con una risposta di lotta o fuga (il fegato secerne maggiori quantità di glucosio per alimentare i muscoli in
caso di attacco o si restringono i vasi sanguigni per ridurre la perdita di sangue in caso di ferita)
Ricerche di Mason: Ha reso più flessibili le ricerche di Seyle sostenendo che oltre alla risposta biologica e alle strutture anatomo-funzionali vi è una valutazione personale cognitiva
del significato dello stimolo.
Ricerche attuali: si concentrano sulla dimensione soggettiva dello stress evidenziando come il valore stressogeno di una situazione sia intrinsecamente legato allavalenza,
all’aspettativa e alla percezione che l’individuo ha dei propri bisogni e delle proprie capacità.
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Teoria dell’impotenza appresa di Seligman che spiega come l’esperienza di eventi avversivi e incontrollabili possa portare all ’apatia e alla depressione e all’incapacità di vedere le
occasioni in cui è possibile riprendere il controllo (Overmeier e Seligman). Questa teoria ha spiegato perché i prigionieri nei campi di concentramento nazisti non si siano ribellati ai
loro carcerieri.
METODI DI INDAGINE
La life Events Scale (Holmes e Rahe) misura l’impatto dei cambiamenti di vita a partire dagli eventi più stressanti.
Ogni tipo di sollecitazione (fisica o psicologica) che richiede una reazione adattiva all’organismo. Un certo livello di stress basale è comunque indispensabile al buon funzionamento
di ogni organismo (Canestrari).
Lo stress è una risposta non specifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata ad esso (Seyle)
Lo stress è la condizione che si verifica quando si debbono affrontare eventi che sono percepiti come pericolosi per il benessere psicofisico della persona (Smith; Bem) (morte del
coniuge) a quelli meno stressanti (infrazioni lievi della legge)
Questionari per valutare il carico di lavoro del caregiver che si occupa dei malati di alzhaimer (CBI)per capire quanto stress si accumuli in situazioni prolungate come questa.
AMBITI APPLICATIVI
Capire la relazione fra stress e salute è utile per capire la capacità dell’uomo di adattarsi agli eventi. Lo stress viene sperimentato quando vi sono delle richieste esterne o interne al
soggetto che eccedono rispetto alle risorse di adattamento dell’individuo. Le strategie di coping che possono focalizzarsi sul problema o sull’emozione.
E’ stato dimostrato sperimentalmente che affrontare situazioni di stress può portare alla costituzione di maggiori risorse psicologiche. Le malattie psicosomatiche caratterizzate da
sintomi fisici (ulcera, emicrania e ipertensione), sono chiamate talvolta malattie da adattamento perché hanno origine dal tentativo dell’individuo di adattarsi allo stress.
Le tecniche comportamentali (imparare a rilassarsi) e le tecniche cognitive (non arrendersi ai pensieri negativi) possono aiutare a reagire in modo più adattivo.
LO STRESS
Uno degli argomenti più studiati dalla psicologia della salute è costituito dagli effetti dello stress sul benessere fisico ed emotivo. Lo stress è un’esperienza umana universale. A
provocare lo stress possono essere delle spiacevoli: un licenziamento, una malattia o un insuccesso. Ma anche gli eventi e leesperienze generalmente piacevoli possono essere
stressanti. Queste esperienze, piacevoli o spiacevoli che siano, sono accomunate dal fatto di richiedere un qualche tipo di adattamento o aggiustamento.A volte le persone riescono
ad adattarsi piuttosto facilmente alle situazioni stressanti, ma altre volte ciò è più difficile.
Lo stress può essere definito come uno stato che si manifesta quando una persona è sottoposta dall’ambiente a pressioni che gli richiedono un cambiamento. Lo stress, dunque,
deriva da richieste fatte dall’ambiente alla persona. Le richieste ambientali, o fattori di stress, possono avere natura fisica o psicologica;
- possono essere intrinseche a una situazione
- o attribuite alla situazione dal soggetto.
E’ necessario sottolineare il fatto che l’esperienza dello stress influenza l’organismo. Quest’ultimo, in situazione di stress, si prepara per fronteggiare e contrastare un pericolo
esterno o mettersi in salvo. Queste risposte fisiologiche comportano l’attivazione del sistema nervoso autonomoche altera alcune delle normali funzioni dell’organismo: accelera la
respirazione e la frequenza cardiaca, restringe i vasi sanguigni e aumenta la pressione, dilata le pupille e accresce la sudorazione. Sulla base di tali presupposti, Hans Selye un
endocrinologo e biochimico, ipotizzò che potesse esistere una configurazione generale di risposta allo stress,indifferente al variare della fonte dello stress, che poteva aiutare
l’organismo a fronteggiare l’evento stressante. Egli chiamò questa configurazione sindrome d’adattamento generale. Questa sindrome è descritta come una risposta a tre stadi:
1. Essa comincia con una reazione d’allarme caratterizzata da una serie di cambiamenti fisici tipici della reazione di attacco. Questi cambiamenti sono prodotti dalla attivazione del
sistema nervoso simpatico da parte della corteccia surrenale.
2. Lo stadio successivo è quello della resistenza. In tale stadio le persone si riprendono dall’allarme iniziale e cercano di affrontare la situazione di stress.
3. Se questa continua, la persona entra nel terzo stadio, l’esaurimento. Durante questo stadio, è possibile che l’individuo non riesca più a resistere ai fattori di stress e che le sue
risorse diminuiscano rapidamente al riapparire dei sintomi della reazione d’allarme.
Il fenomeno dello stress può anche avere un lato positivo. Le ricerche, infatti, hanno mostrato che gli animali di laboratorio e gli esseri umani che sperimentano precocemente
situazioni di stress, da adulti se la cavano meglio dei compagni non stressati. Essi hanno prestazioni migliori e si adattano+ facilmente a situazioni nuove o stressanti. Spesso, però,
chi è esposto a lungo a situazioni di stress si ammala.
Le malattie psicosomatiche (ad esempio l’ulcera, l’emicrania, l’asma) sono reali malattie fisiche. Lo stress può provocare tali malattie fisiche agendo su specifici punti di vulnerabilità
dell’organismo. Secondo la teoria della combinazione diatesi-stress per produrre i sintomi psicosomatici occorre sia una diatesi, ovvero una predisposizione biologica, sia il
verificarsi di eventi stressanti. Una delle patologie più comuni legate allo stress è il disturbo post-traumatico da stress (PTSD).
In psicologia e psichiatria il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) (o Post-Traumatic Stress Disorder, PTSD) è l'insieme delle forti sofferenze psicologiche che conseguono ad un
evento traumatico, catastrofico o violento. La diagnosi di PTSD necessita che i sintomi siano sempre conseguenza di un evento critico, ma l'aver vissuto un'esperienza critica di per sé
non genera automaticamente un disturbo post-traumatico (la prevalenzalifetime nella popolazione generale è infatti di circa il 6,8%, con una variabilità dovuta al tipo di evento, al
significato soggettivo che esso assume, ed al diverso equilibrio dei fattori psicosociali di tipo protettivo o di rischio)[1].
È denominato anche nevrosi da guerra, proprio perché inizialmente riscontrato in soldati coinvolti in pesanti combattimenti o in situazioni belliche di particolare drammaticità (con
nomi e sottotipi diversi: Combat Stress Reactions, Battle Fatigue, Shell Shocks, etc.).
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Oltre al PTSD classico è stata anche proposta la classificazione del sottotipoDESNOS (Disorder of Extreme Stress - Not Otherwise Specified) ai fini di un eventuale inserimento nel futuroDiagnostic and
Statistical Manual of Mental Disorders-V. Il DESNOS sarebbe una sindrome caratterizzata da sintomi particolarmente gravi e persistenti, spesso correlati con un preesistente Disturbo di Personalità di
tipo Borderline.
I pazienti con PTSD vengono abitualmente classificati in tre categorie, in base al loro tipo di coinvolgimento nell'evento critico che ha originato il disturbo:
primari, le vittime dirette che hanno subito personalmente l'evento traumatico
secondari, i testimoni diretti dell'evento, o i parenti delle vittime primarie (ad esempio, nel caso di un lutto)
terziari, il personale di soccorso (volontario o professionale) che si trova ad operare con le vittime primarie o secondarie.
I principali disturbi, accusati dalla maggior parte dei pazienti, sono riassunti dalla cosiddetta "triade sintomatologica", per come definita dalla classificazione del DSMIV: intrusioni,evitamento, hyperarousal. In particolare, si possono riscontrare tra gli altri sintomi:
Flashback: un vissuto intrusivo dell'evento che si propone alla coscienza, "ripetendo" il ricordo dell'evento.
Numbing: uno stato di coscienza simile allo stordimento ed alla confusione.
Evitamento: la tendenza ad evitare tutto ciò che ricordi in qualche modo, o che sia riconducibile, all'esperienza traumatica (anche indirettamente o solo simbolicamente).
Incubi: che possono far rivivere l'esperienza traumatica durante il sonno, in maniera molto vivida.
Hyperarousal: caratterizzato da insonnia, irritabilità, ansia, aggressività e tensione generalizzate.
In alcuni casi, la persona colpita cerca "sollievo" (spesso peggiorando la situazione) con abusi di:
alcool,
droga,
farmaci e/o psicofarmaci.
Spesso sono associati sensi di colpa per quello che è successo o come ci si è comportati (o per il non aver potuto evitare ilfatto), sensi di colpa che sono spesso esagerati ed incongruenti con il reale
svolgimento dei fatti e delle responsabilità oggettive (sono detti anche complessi di colpa del sopravvissuto); spesso, sono compresenti anche forme medio-gravi di depressionee/o ansia generalizzata. In
alcuni casi si vengono a produrre delle significative tensioni familiari, che possono mettere in difficoltà i parenti della persona con PTSD.
Incollato da <http://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_post_traumatico_da_stress>
Le vittime di stress intensi riferiscono che gli eventi traumatici riaffiorano in loro nella forma di sogni o di ricordi ricorrenti. In certi casi, essi rivivono tali eventi per qualche minuto o
qualche ora, comportandosi come se in quel momento si trovassero di nuovo nella situazione di crisi; ciò può accadere in seguito a circostanze che rassomigliano all’originale evento
traumatico o lo simbolizzano. Chi soffre di questo tipo di disturbo riferisce di sentirsi estraneo a persone e attività in precedenza importanti, di essere gravemente depresso e di
essere soggetto a imprevedibili esplosioni di rabbia e aggressività alla minima provocazione.
Le tecniche utilizzate per fronteggiare lo stress servono adeliminare una risposta psicologica suscitata dalla maggior parte dei fattori di stress cioèl’ansia.
l'ANSIA come termine è ricco di connotazioni e viene usato per riferirsi a sintomi psicopatologici, a paure fondate, a stati motivi irrazionali e a normali reazioni provate da chiunque.
Essa può diventare una fonte di stress che richiede un adattamento. Alcune modalità di contrasto possono dunque essere usateper ridurre o evitare l’ansia stessa, mentre altre
vengono utilizzate per adattarsi a fattori di stress esterni. Secondo lateoria dell'apprendimento i vari modi di contrastare lo stress risultano dall’apprendimento di specifiche
relazioni risposta- rinforzo. Secondo questo orientamento, dunque, la riduzione dell’ansia o della paura ha un effetto di rinforzo. Quindi, le teorie dell’apprendimento suggeriscono
che i comportamenti di contrasto siano risposte di evitamento appreso che alleviano l’ansia. Tali comportamenti vengono usati ripetutamente, almeno finché di dimostrano capaci
di assolvere a tale scopo.
Un’interessante estensione di questa idea può trovarsi nei lavori di Seligman e collaboratori. Tali lavori mostrano che dei cani, una volta costretti a ricevere scosse elettriche
incontrollabili e inevitabili, non si sottraevano alle scosse nemmeno quando la cosa diventava possibile.Seligman ha chiamato questo stato “impotenza appresa”, in quanto gli
animali avevano imparato che nessuna risposta che potevano dare influenzava quel che accadeva loro. L’impotenza appresa è stata osservata anche nell’uomo. Da un punto di vista
cognitivo, l’esperienza dello stress non è riducibile alla somma dei fattori di stress cui si è esposti.
L’interpretazione degli eventi da parte di un individuoinfluenza l’esperienza dello stress. Lo stress viene quindi descritto come una transazione tra le persone e l’ambiente in cuila
variabile di mediazione critica è la percezione che il soggetto ha della richiesta ambientale e della propria capacità di farvi fronte. Per studiare gli effetti dello stress sulla salute i
ricercatori hanno dovuti escogitare dei modi per misurarlo. Le varie scale introdotte a questo scopo riflettono le differenticoncezioni, da parte dei ricercatori, di quali siano le
proprietà essenziali del concetto generale di stress.
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proprietà essenziali del concetto generale di stress.
Una prima procedura che serve per la misurazione dello stress è laSocial Readjustment Rating Scale di Holmes e Rahe. Il suo obiettivo è quello di misurare il numero e l’intensità
degli eventi stressanti sperimentati dalle persone tramite il giudizio da parte del soggetto su 43 avvenimenti della vita secondo il grado di riaggiustamento sociale richiesto da
ciascuno. Tutti i confronti venivano fatti in relazione al matrimonio, al quale veniva assegnato un valore arbitrario. Una seconda procedura per la valutazione dello stress misura
l’auto- percezione dello stress globale. A tale proposito, la Perceived Stress Scale richiede ai soggetti di valutare il grado in cui le richieste dell’ambiente eccedono la capacità dei
soggetti stessi di affrontarle. Scala degli Eventi stressanti di Paykel.
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FORMAZIONE
giovedì 24 ottobre 2013
17:24
"Psicologia e mondo del lavoro" Pedon - Maeran, 2002
La formazione è il momento di trasmissione e acquisizione del sapere tecnico -professionale. La formazione è "un'azione intenzionale e programmata di cambiamento, mediante
interventi che accrescono le competenze degli utenti" -> educazione, istruzione e addestramento
Il processo formativo si articola in 5 fasi: ( Gian Piero Quaglino, 1985)
1. Identificazione dei bisogni formativi -> non in modo astratto ma da bisogni dell'organizzazione ed efficienza
2. Definizione degli obiettivi -> non aspirazioni generali o sviluppo personale ma espressi in modo concreto e misurabile (scopi specifici agevolano apprendimento e prestazione)
3. Sviluppo dei metodi e dei materiali/programmi formativi -> facilitare apprendimento di conoscenze e abilità immediatamente trasferibili nel lavoro
4. Realizzazione del programma . Vi sono 2 approcci teorici:
 Approccio comportamentale: da Bandura 1977 apprendimento classico, operante e osservativo. Diversi tipi di stimolo possono condizionare l'apprendimento che
viene appreso e mantenuto attraverso adeguati rinforzi, l'osservazione e l'imitazione delle persone. -> programmi di training hanno differenti tecniche di rinforzo e
modellamento (es. videorec.)
 Approccio cognitivo: acquisizione di capacità e conoscenze in relazione a differenti tipi di apprendimento e al loro grado di trasferibilità in ambito lavorativo (come
imparare e come trasferirlo) -> programmi training sono diversi tra esperto e novizio ( differenze nel modo di organizzare la conoscenza e trasferirla)+ am biente + livello
tecnologia
5. Valutazione dei risultati: pratica non molto diffusa nelle org ora, ci si limita alle impressioni -> una corretta valutazione è funzionale all'analisi dei bisogni formativi (confronto
bisogno iniziale e raggiungimento finale). Per valutare i risultati della formazione ci si basa su: la valutazione dei formandi, sulla percezione di valore dell'esperienza, sul
riconoscimento di quanto appreso, sulla trasferibilità delle conoscenze assimilate nei contesti pubblici, sul conseguimento degli obbiettivi organizzativi nell'aumento della
produttività o il miglioramento della qualità
Il processo è influenzato dai vincoli o dalle opportunità proprie di ogni specifica organizzazione .
La formazione richiede tecnologia e formazione di valori, la formazione và orientata secondo la configurazione della compless ità. Dunque formazione come processo, orientamento
strategico, tecnologia ed espressione dei valori rappresentano le condizioni vincolanti ogni attività lavorativa al pieno rag giungimento delle finalità individuate al legame tra
apprendimento individuale e cambiamento organizzativo (Quaglino)
Formazione dal '69 a '73 eroica, assestamento da '74 al '78 ora ripresa in nuovi territori organizzativi a diversi livelli.
"Fare Formazione" Gia Piero Quaglino, 2005
La formazione dovrà essere più articolato, consolidato e integrato di quando attualmente disponibile.
Quaglino propone una "Teoria Generale della Formazione - TGF" - generale non perché complessiva ed esclusiva, ma per il tentativo del superamento dell'attuale riflessione teorica
che è caratterizzata anzitutto da frammentazione e disarticolazione. La formazione attende uno sviluppo di un nuovo modello teorico.
Il vecchio modello teorico, ad esempio quello di Hawrylishyn (1977) dimostra la sua incapacità esplicativa del contesto attu ale
La TGF conferma:
1. l'impianto di elementi componenti è composta da: teoria degli Obiettivi, teoria dell'Apprendimento, teoria dei metodi, teoria della formazione. Per ciascuno di essi è sia un campo
del sapere che un contributo alla configurazione del modello teorico complessivo
2. Adozione di criteri e condizioni vincolanti l'assetto teorico di ciascuno degli elementi componenti. 5 criteri base:
a. Livelli di apprendimento
b. Livello del soggetto
c. Centratura del progetto educativo
d. Posizione del soggetto
e. Campi di apprendimento
3. Ritrovamento di un insieme di connessioni privilegiate tra criteri e contenuti per i singoli elementi : necessità di integraz ione elementi che def. Struttura TGF. I temi sono:
a. Recupero del soggetto
b. Centratura sull'apprendimento
c. Rottura del setting d'aula
d. Ritrovamento del legame tra formatore e azione formativa (formatore: docente, animatore, guida, agevolatore/ lezione, caso, lavoro di progetto, esercitazione, gruppo
esperienziale, outward bound, learning community, action learning)
Il traguardo finale è rappresentato dal ricomporre la circolarità tra teoria e prassi (teoria < -> prassi): la solidità della teoria non può essere in nessun modo essere disgiunta dalla
qualità dei risultati della pratica. Sono due aspetti della stessa realtà
La formazione è attesa da cambiamenti profondi: da un lato le tecnologie informatiche per l'autogestione dell'apprendimento e dall'altro apprendere dall'esperienza al di là dei
motivi puramente culturali (formazione per crescita e sviluppo nell'organizzazione).
Le organizzazioni avranno necessità di un cambiamento culturale e di prospettiva. l'organizzazione incontra la crisi del pens iero tecnico a valle della rivoluzione informatica e
saranno i soggetti a cui si dovranno ridefinire i valori e significati associati al rapporto soggetto - organizzazione, motivi e opportunità di crescita e sviluppo, riformulazioni logiche e
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strumenti di gestione -> reinventare la cultura.
È indispensabile che la formazione punti in tempi brevi a consolidare sapere, a conseguire innovazione, ad attrezzarsi di teo ria (limitarsi ad aggiornare tecniche e unità didattiche
non è sufficiente).
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CULTURA & CLIMA AZIENDALE
giovedì 24 ottobre 2013
17:24
CULTURA
L'influenza della cultura è un elemento cruciale nelle organizzazioni "la cultura organizzativa è importante perché gli elementi culturali determinano strategie, obiettivi e modi
di agire" ( Schein, 2000) -> l'organizzazione stessa è una cultura (attenzione nelle fusioni).
La cultura è composta da rituali, miti e simboli; Schein è lo psicologo più autorevole: problem solving, apprendimento, valori e assunzioni di base.
3 aspetti importanti della cultura aziendale:
1. assunzioni critiche su come gruppo pensa e percepisce pattern di comportamento pubblico
2. la cultura appartiene ad un gruppo
3. la cultura è appresa
-> 2 funzioni di base della cultura: 1) risolvere problemi integrazione interna (mission, goal, mezzi); 2) adattamento esterno
Lewin diceva che il comportamento è funzione della personalità e dell'ambiente -> cultura colla sociale. Schein (1985) propone 3 livelli distinti di cultura organizzativa
conformata a cipolla (esterno, conscio, inconscio). La cultura organizzativa assume ruoli diversi in base al tipo di intervan to che deve operare.
CLIMA
Dai lavori di Lewin sulla dinamica di gruppo la matrice originaria di questo tipo di studi -> (1980) ha indicato le condizioni di tipo psico-sociale che ri vengono a creare
ricorrendo al concetto di atmosfera "qualcosa di intangibile, una proprietà della situazione sociale complessiva".
Argyris (1958): clima composto da 3 gruppi di variabili organizzative: 1) politiche, procedure e posizioni formali org.; 2) f attori personali come bisogni, valori, capacità ind.; 3)
insieme variabili per conformare fini individuali con organizzativi.
Il clima organizzativo è definibile in 2 approcci:
1. insieme di caratteristiche relativamente durevoli che permettono di descrivere un'organizzazione e distinguerla dalle altre. Tratti climatici. Stili di leadership
2. elementi percettivi. Campbell : atteggiamenti e aspettative che descrivono l'organizzazione. Situazionale
Pritchard e Karasick (1973) relazione tra clima e soddisfazione al lavoro
Payne e Pugh (1976) contesto -> struttura-> clima-> individuo (percezioni e variabili) --> strutture diverse climi diversi; per altri autori non struttura ma percezione del clima
cambia l'esperienza di lavoro quotidiana. Per De Vito (1991) è dato dall'insieme delle dimensioni che compongono l'org.
James e Jones (1974) distinguono tra clima organizzativo e clima psicologico riferibile ad attributi individuali -> interazione trasformata in aspettative, atteggiamenti,
comportamenti. Il clima psicologico è la percezione del clima organizzativo. Problema della relazione con soddisfazione lavorativa (risposta affettiva degli individui)
- soddisfazione implica una valutazione della struttura nei termini di un sistema individuale di bisogni o valori (livello di astrazione, affettività, analisi)
- progredita visone con interazionismo simbolico: è l'interazione tra gli individui, in risposta alla loro situazione, a rendere possibile quel consenso che è la fonte e la premessa
per parlare di clima organizzativo. Il significato non è negli oggetti stessi, ne è esclusivo prodotto di un individuo elaboratore di processi, ma esiste nella transazione
comportamentale stessa, è appreso nel tempo ed emerge da una serie di interazioni tra persone.-> definiti i contenuti delle interazioni che fanno emergere il clima
-> nell'intersoggettività si costruisce un legame sovraindividuale tra prospettive, interpretazioni, valori, credenze dei memb ri; mentre il clima è un atteggiamento collettivo,
prodotto e riprodotto in continuazione attraverso le interazioni tra i membri. -> clima sia medium che risultato delle situazioni.-> critica non considerato contesto e cultura org.
Clima collegato a cultura: clima è relativamente durevole, cultura è molto durevole. Clima è più variabile e superficiale negli atteggiamenti e valori, mentre la cultura oltre a
questi livelli, anche a quello delle assunzioni inconsce di una collettività di individui -> il clima è la risposta che un gruppo di individui interagenti, che sono informati e vincolati
da una comune cultura organizzativa. -> il clima interseca le forme della cultura dalle quali gli individui hanno un'esperienza più consapevole ed immediata, ma ch e non
rappresenta la sostanza della cultura organizzativa.
La grandezza e lo scopo dell'organizzazione sono quasi interamente determinati dalle tecniche di comunicazione. Solo con la comunicazione si può conoscere il proprio ruolo,
posto, compito e coordinare le diverse parti dell'organizzazione. La struttura sociale e relazionale dell'organizzazione dipende dal clima organizzativo che può essere definito
come la percezione collettiva dell'organizzazione.
De Cock et al. (1987) hanno definito 4 tipi di climi incrociati: flessibilità vs controllo; orientamento all'individuo cs ori entamento all'organizzazione. Ogni quadrante
caratteristiche, managment, comunicazione e consulenza proprio.
- clima di supporto: concentrata sull'individuo, diretta all'interno e comunicazione tramite contatti informali (associazione senza struttura + che organizzazione). Leader
orientato a persone e a relazione
- clima innovativo: focalizzata sugli obiettivi e flessibile verso l'esterno. Struttura a rete e tutti orientati al compito. Le ader orientato a compito e organizzazione
- clima volto al rispetto delle regole: organizzazione centrata sull'individuo e sul rispetto delle regole. Rischio regole più importanti obiettivi. Leader orientato procedure
- clima orientato sull'obiettivo: organizzato su obbiettivi e sul controllo dei mezzi per raggiungerlo. Persone si devono adattare all'organizzazione. Leader orientato al compito
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APPUNTI ROVETTO
mercoledì 13 novembre 2013
16:57
CAP. 1 - IL PASSAGGIO GENERAZIONALE NELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
Dalla bibliografia trattato prevalentemente da un p.to di vista economico guiridico e meno psicologico e sociale. Vi sono 4 aspetti da considerare:
- il sistema: nella relazione tra famiglia ed impresa (affiliazione, coesione Vs concorrenza e produttività)
- l'imprenditore: know how e determinare clima organizzativo (Shon). Atteggiamento verso passaggio generazionale: o personalità -> interazione OPPURE cognitivista
(opinione-> atteggiamento-> intenzione-> comportamento) e demografico e socioculturale
- erede (figlio): sia abilità e capacità che motivazione e valori. Se vuole diventare imprenditore -> orientamento cognitivista: teoria dell'azione ragionata (Fishbein, Ajzen, 1975);
motivazione all'autorealizzazione e autoefficacia
- centratura sulla relazione: dinamiche relazionali tra imprenditore ed erede. imprendtore problemi a fare il selezionatore: non troppo innovatore ma rischio troppo malneabile.
Può essere importante una fase di pre-entrata, con formazione in aziende esterne, e responsabilità a crescere
Lo psicologo quando ci sono problemi e fa da "familiare indiretto". Serve competenza tecnica e trasversale lavorando in staff. Il passaggio generazionale è un "evento critico" ->
"episodi specifici o fenomeni psicosociali in misura minore circoscrivibili in termini di spazio e tempo, che costituiscono dei punti di svolta e di non ritorno". l'evento critico
contiene delle modalità di funzionamento inadeguate; 2 precetti:
- normativo o non normativo: il primo tipo indica gli eventi non prevedibili o attesi, il secondo gli eventi imprevedibili o non attesi -> scelta o non scelta--> valutazione in base a
condizione contesto.
Obiettivo preservare corpo e spirito dell'azienda. Crescendo l'azienda deve andare in cerca di risorse orientate sulla mera competenza.
Azioni:
1. definire le variabili aziendali
2. conoscenza reciproca, interessi e valori legati al lavoro
3. individuazione di bisogni e richieste
4. costruzione individuale di un piano di sviluppo
5. costruzione congiunta di piani di inserimento: valutazione personale, progetti personali confrontati per piano condiviso, strategie e valutazioni periodiche
Fasi:
1. analisi del contenuto e presa di contatto: n° soggeti, problematiche , obiettivi, relazioni, ragioni, pianificazione interventi
2. storie e motivazioni individuali: interviste individuali per storia familiare e lavorativa. Alla fine incontro collettivo x dimensioni comuni emerse
3. valori ed interessi individuali e reciproci // definizione profilo dirigenziale: sia formale (strumenti di misura) che informale. Trovati valori e considerazioni verso l'azienda
4. identificazione dei progetti individuali//selezione interna
5. costruzione di un progetto condiviso// inserimento// valutazione
2 CASI:
1. dimensione familiare -> orgoglio personale - ps familiare indiretto
2. dimensione organizzativa -> fonte di reddito - ps si inserisce in contesto formale ed altre professionalità
CAP. 2 - LA FORMAZIONE IN ORGANIZZAZIONE PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE MANAGERIALI
Quaglino: " la formazione è un percorso educativo, il suo obbiettivo è l'apprendimento: l'attivazione, il sostegno ed il consolidamento dell'apprendimento"
Questione apprendimento "processo di acquisizione, trasformazione e sviluppo delle competenze"
Come imparano gli adulti?
Sistemi organizzativi e contesto sociale caratterizzato da incertezza, accelerazione e turbolenza: dare solo conoscenze tecniche vale per poco (Senge, 1999) -> esigenza
formazione permanente ( percorso di apprendimento parallelo al ciclo di vita; Capaldo, 2002)
- Kolb, 1984:L importanza dell'esperienza nella sequenzialità e ciclicità del percorso di apprendimento
- Knowles, 1973: dimensione dell'adultità come unità di misura del pensiero sul "come si apprende" in formazione
- Argyrsi, 1982; Shon, 1983: le dimensioni della conoscenza tacita e della riflessività dell'apprendere
Concetti più significativi da organizzativo a generale:
- single loop (incrementale) o double loop (rivoluzionario): org. Acquisiscono, elaborano e diffondono conoscenza -> organizational learning: per apprendere sono necessari:
○ Visione condivisa
○ Padronanza personale
○ Modelli mentali
○ Confronto di gruppo
○ Pensiero sistemico (tutti: Aryris & Shon 1996; Senge, 1990; Fulmer & Keys, 1998)
- knowledge-creating learning: gestione della conoscenza orientando passaggio da dimensione personale ad organizzativa. "comunità di pratiche" nelle organizzazioni come
utilizzo e passaggio funzionale conoscenze
- action learning: apprendimento dalla soluzione dei problemi -> problem solving tramite: indagine -> formulazione di ipotesi -> esperimento -> verifica -> revisione
- trasformative learning (Mezirow, 1991): individuo capace di costruire il proprio mondo tramite molteplici livelli di apprendimento: strumentale (scopi), comunicativo
(interazioni); emancipatorio (modificare valori e convinzioni): apprendo -> disapprendo -> riflessione critica -> ricostruisco (facilitata dall'interazione)
- implicit learning: nell'azione quotidiana ha processi automatici di acquisizione e recupero del sapere -> così come controllo e trasformazione dell'azione
- reflective learning: apprendimento tramite riflessione -> mettere in discussione i presupposti intellettuali
○ Reflection-in-action: quando si pensa durante il fare
○ Reflection-on-action: riflessione posteriore al fare stop-and-back
- self-directed learning: volontà di approfondire in modo specifico -> propria vocazione al controllo dell'apprendimento
- flexible learning: massimizzare le opportunità di formazione: ampliare la scelta per le persone tra vecchie e nuove tecnologie, formale o informale, interno o esterno
- lifelong learning: imparare per tutta la vita: comunità professionale costantemente aggiornata; educazione finalizzata alla realizzazione personale e alla scoperta della
creatività individuale per la costruzione di una learning society.
Il processo di formazione
La sfida più che sul contenuto è sul metodo per : bisogno di apprendimento , contenere costi e tempi, presenza di grandi risorse nel know how delle aziende da passare
- apprendere a cambiare
- apprendere ad apprendere
- apprendere da sé
Il setting tradizionale -> lezione d'aula non è sufficiente per peculiarità, quantità e qualità della formazione --> uscire dall'aula: (avvicinamento al mondo del lavoro, flessibilità,
centratura su partecipante, relazione ind o di gruppo, attivazione riflessione su esperienza, diffusione sapere tacito, attenzione a cultura org., coinvolgimento emotivo, new
tecnologie, valorizzazione risorse interne (manager è docente))
- counseling: "setting di lavoro formativo duale vincolato all'obiettivo di promuovere una riflessione in profondità sul tema oggetto di analisi a partire dall'esperienza esclusiva
del soggetto coinvolto" -> autoriflessione guidata -> strumento classico: autocaso (Piccardo, 1998) -> partecipante scrive un esperienza di lavoro seguito dal counselor: al
termine presentate modalità di comportamento alternative ((tmpi lunghi 6 m./1 a. e possibilità per il counselor di seguire direttamente alcune attività di lavoro del sog.)
- formazione outdoor: sviluppo personale e professionale. Valore di metafora del contesto da cui provengono i partecipanti che promuove il trasferimento degli
apprendimenti nella pratica del lavoro (non confuso con situazioni estreme dei corsi di sopravvivenza) -> gestione processi decisionali, problem solving,
pianificazione/realizzazione, migliramento capacità, comunicazione, ecc. tramite:
○ Metafora
○ Avventura
○ Commitment (coinvolgimento: intellettuale, emozionale, relazionale, energetico, fisico)
○ Concretezza
○ Osservazione
AZIONE-> OSSERVAZIONE/RIELABORAZIONE-> RIPROGETTAZIONE e proposte
- web-training: temporalità per distinguere tra formazione sincronica (insieme) e assincronica (diviso); potere di interlocuzione per formazione simmetrica(posso rispondere) o
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AZIONE-> OSSERVAZIONE/RIELABORAZIONE-> RIPROGETTAZIONE e proposte
- web-training: temporalità per distinguere tra formazione sincronica (insieme) e assincronica (diviso); potere di interlocuzione per formazione simmetrica(posso rispondere) o
assimmetrica (non posso rispondere)
Formatore non è docente ma facilitatore - orientatore. Apprendimento individuale connesso all'apprendimento in organizzazione. Classe virtuale
I 3 approcci hanno caratteristiche in comune che sono: CAMBIARE - RIPENSARE - CONDIVIDERE, creando comunità e creatività
1.
2.
3.
4.
INTERVENTO DI FORMAZIONE IN UN'ORGANIZZAZIONE
Compiere 4 passaggi (Quaglino)
Analisi dei bisogni dell'apprendimento: quali competenze scegliere -> esigenze di apprendimento
○ + dati (differenti strumenti: quantitativo è questionari, qualitativo è interviste e focus group)
○ da + fonti diverse interne ed esterne (letteratura: contenuti, destinatari e metodi di formazione); benchmarking altre organi zzazioni),
○ documentali (competenze possedute e richieste) e personali (visione attori e idee di formazione realizzate in passato)
Risultato analisi dei bisogni:
 Integrazione (lavorare congiuntamente massimizzando l'efficacia comunicativa)
 Contenimento del conflitto (gestione emozioni e situazioni di difficoltà e scontro)
 Gestione del tempo (variabile tempo come risorsa economica e da massimizzare)
 Motivazione dei collaboratori
 Guida delle riunioni (gestire momenti di confronto e discussione)
Progettazione dell'intervento
○ Definire il piano di formazione: priorità intervento e calendarizzazione
○ Per ciascun intervento predisposta una scheda qualificante i rispettivi caratteri:
 Ragioni: legame tra iniziativa e analisi bisogni, perché?
 Obiettivi: traguardo finale
 Contenuti: tema o argomento da approfondire. Che cosa?
 Destinatari: quali e quanti partecipanti coinvolti. Per chi?
 Metodo: modalità di lavoro per apprendimento. Come?
 Conduzione: ruolo delle varie figure. Chi?
 Materiali: supporti utilizzati. Con che cosa?
 Durata: estensione temporale ed articolazione. Tempo?
 Calendario: stabilire date di formazione e di lavoro. Quando?
 Sede: luogo per l'evento e logistica. In che posto?
 Budget: puntualizza costo della formazione per l'org. Quanto?
 Modalità di iscrizione: come dovranno aderire e se avranno costi a carico.
○ Esperienza outdoor: acquisizione competenze secondo modalità analogiche. Impegni in compiti nuovi e concreti, con osservazione e rielaborazione. Indicazioni per
evoluzioni auspicabili
○ Counseling individuale: n° incontri e ore. Trasferimento apprendimenti in azienda appresi nell'outdoor -> autocaso -> classe virtuale ad hoc
○ Giornata d'aula di follow up finalizzata a condividere il bilancio personale degli apprendimenti e dei cambiamenti percepiti e mettere appunto un piano di autoformazione
erogazione
Valutazione dei risultati: monitoraggio in itinere, che offre la possibilità di riprogettazione e possibilità di apprendimento dei soggetti in formazione (incrementa consapevolezza
apprendimenti competenze e revisione dei processi di apprendimento (capire come si apprende) cioè meta-apprendimento che aiuta per le attività formative e auto-formative.
La valutazione può essere fatta con metodi quantitativi (test, questionari, schede di valutazione, prove tecniche) o qualitative (interviste, focus group, riunioni, diari, cartelloni,
discussioni di gruppo e follow-up. 3 strumenti di valutazione:
○ Questionario autocompilato: reazione e apprezzamento da parte dei partecipanti
○ Intervista individuale, a metà del counseling al fine di verificare sia la reazione sia l'apprendimento e i cambiamenti del comportamento
○ Diario (in caso di counseling) annotare trasferimento nel lavoro delle esperienze di formazione
La giornata di follow-up è un intreccio tra valutazione e formazione. Vengono selezionati dal formatore gli autocasi per una discussione di gruppo , per bilancio acquisizioni e
prospettive future in vista di un "autoformazione permanente" -> termine giornata di follow-up sarà base a successive formazioni al medesimo gruppo.
Cap. 5 moderato-roverro (pag. 87)
PROGETTO DI INTERVENTO SOCIALE
La psicologia di comunità ha da sempre approfondito l'importanza della dimensione psicologica e sociale nello sviluppo dell'individuo. Siamo soggetti in quanto formiamo una
comunità -> per questo, essendo dentro la comunità possiamo svolgere un intervento sociale..
Il soggetto agisce e non è passivo, Lewin dice che l'individuo è inserito nel suo contesto ed in esso contribuisce ad edificare. La soggettività è il punto nodale di una rete sociale
che l'individuo si impegna attivamente a strutturare, già con l'attivazione del processo di adattamento all'ambiente. Soggetto <-> ambiente
Lo sforzo della ps di comunità è di allargare l'immagine dell'ambiente di vita immediato del soggetto alla realtà dei gruppi, della comunità, del più ampio contesto sociale e
politico cui è inserito. il sostegno è nel potenziamento sia della soggettività che della socialità.
5.
6.
7.
8.
9.
Importante la progettazione: la progettazione è identificabile con quell'azione cognitiva che permette di trasformare materiali e/o condizioni al fine di ottenere un
cambiamento desiderato; specificatamente è un azione di sistematizzazione e nuova connessione tra elementi e risorse concernenti un'area problematica, in grado di tradurre
la "transizone del desiderio" -> all'idea -> all'azione intenzionale che mette in pratica le singole azioni per raggiungere il cambiamento desiderato.
In ambito psicosociale la motivazione di fondo consiste nella volontà di generare un cambiamento produttivo per il singolo e per la collettività. l'intervento sociale:
Offerta di servizi alle persone: creato appositamente per utenza, pertinenti caso singolo e attenzione a bisogni destinatario, senza però perdersi nel particolarismo. Si progetta
per accogliere problemi, flessibile e non dato una volta per tutte ma implementare nella relazione con l'altro. In modo frontale e di supporto
Impiego di personale, professionale o paraprofessionale: il progetto è composto da professionisti e paraprofessionisti (educatori) definendo: azioni, metodi e strumenti
lavorando in gruppo ed in appoggio alle risorse informali nel territorio
Valenze valoriali, affettive ed etiche: la professione è trovare metodi e pratiche per orientare il personale al superamento del problema. La progettazione sociale deve
attenersi al rapportare aspettative ed intenti ad obiettivi operativi, risorse disponibili o attivabili, vincoli presenti o futuri. Articolare un progetto di cambiamento specificandone
scopi, tempi, HR, economia significa fare i conti con le parzialità delle azioni , anche quando i valori etici e morali di chi progetta non vorrebbero scindere la propositività
personale dalla fattibilità progettuale
Dipendenza dai finanziamenti pubblici: ora dal pubblico si stà passando al finanziamento del privato-sociale: + indicato + certificato -> + accreditato -> maggiore verificabilità
dei risultati mediante ricorso certificazioni europee
Organizzazione a rete dei servizi: si progetta per inserirsi in una rete già organizzata , bisognerà creare una lavoro di rete con tutte le realtà specifiche e definite.
APPROCCI E TAPPE DELLA PROGETTAZIONE
Esistono 3 diversi approcci:
1. sinottico-razionale: si conoscono bene tutte le variabili-> progettazione. Chiari obiettivi e finalità
2. euristico: è un approccio al progetto nel quale persone con gli stessi problemi si trovano a risolverlo, hanno un minimo di pre-strutturazione programmata, la progettazione è
l'obiettivo da raggiungere. Stessi problemi = più mirata. Goal= attivazione
3. concertivo-partecipativo: detto anche progettualità dialogica -> gli obiettivi individuali vengono confrontati con gli altri per : cultura, aspettative, priorità. Goal:
progettazione cartacea
In base al tipo di approccio le tappe logiche di un progetto possono assumere pesi e rilevanze diverse:
1. IDEAZIONE: come e perché nasce un progetto; idee, persone e tempi nella cultura e nella comunità locale che la percepisce. Le idee prendono forma e si tessono le relazioni
per svilupparle, si stima quali e quanti possono essere i soggetti istituzionali interessati. Ha origine da un'analisi dei bisogni sociali di una fascia della popolazione di un territorio
definito, da emergenze e problemi irrisolti o di situazioni ritenute a rischio -> dovrebbe far nascere qualche forma di partecipazione dei destinatari
2. ATTIVAZIONE: chi e a che titolo afferisce il progetto: più che dare soluzioni ad hoc nel sociale si aiuta la gente ad aiutarsi ->sviluppare empowerment a livello degli individui e
della comunità. l'attivazione necessita la stimolazione di diversi attori sociali: -> arricchire il piano di ideazione
- consolidare ed allargare la domanda di progettazione, sviluppando patternship e alleanze con altre organizzazioni operanti in modo collaterale sulla problematica del
progetto
- individuare e attrarre a sé le risorse di cui anche potenzialmente la comunità dispone (risorse umane, organizzative, finanziarie, logistiche)
- individuare e definire griglie di lettura ed interpretazione comuni riguardo al problema
- individuare ed esplicitare le finalità e le strategie di fondo, che orientano il progetto e che permettono di individuarne la coerenza in tutte le sue parti
3. PROGETTAZIONE: mettere per iscritto il progetto, per la valutazione e l'approvazione degli organi competenti
i. Premessa ed analisi del contesto: in sintesi l'ambito di interesse e il problema , descrivendo il back-ground teorico-scientifico di riferimento
- analisi della domanda del committente
Prima Prova Pagina 40
- analisi della domanda del committente
- risultati di una fase preliminare di analisi dei bisogni del target (ricerche, pubblicazioni)
- dati ricavati da fonti ufficiali, statistiche o indicatori sociali -> quantificazione numerica del problema
- legislazione di supporto
La premessa ha la finalità di documentare il livello di conoscenza generale che si ha della problematica, di legittimare la realizzazione del progetto in funzione della sua
rilevanza a livello sociopolitico ed economico, di far scaturire la progettazione dell'intervento dell'analisi di quanto rich iesto dalla committenza
ii. Finalità generale ed obiettivi: che cosa si desidera cambiare, in chi e in quale misura. la finalità deve essere definita nel modo più chiaro, indicandone gli indicatori
qualitativi e quantitativi del cambiamento atteso, l'area territoriale coinvolta e se possibile il numero totale dei destinatari.
Se finalità molto ampia e preferibile indicare i sotto-obiettivi a breve, medio e lungo termine e che devono indicare più chiaramente i singoli cambiamenti attesi nella
direzione della finalità generale -> facilita la valutazione da parte di esterni o interni al progetto
iii. Target o popolazione bersaglio: destinatario indicandone caratteristiche sociodemografiche ma anche valori, credenze e abitudini connesse alla problematica i n
questione. Specificare i destinatari diretti e l'eventuale presenza di beneficiari indiretti (persone a cui possono rispettare cadute non direttamente espresse nelle finalità
generali. Saranno da descrivere le modalità di presa di contatto con il target (orari, aule)
iv. Metodologie e attività: come -> metodologie, suddivisione per fasi, strumenti ; e il che casa. La metodologia indica il processo logico che si vuole seguire ed il modo di
organizzarlo, mentre le attività ne esprimono i contenuti
v. Tempi di realizzazione: definire arco temporale e tempi parziali se progetto diviso in fasi
- durata complessiva
- tempo parziale per sotto-obbiettivi o fasi
- tempo per ogni singola attività o incontro
vi. Stesura del budget: coerenza tra progetto sociale e progetto economico è data dalla stesura di una tabella dei conti mediante la quale tutte le f asi e attività vengono
tradotti in termini monetari. Costi unitari e complessivi, al netto e al lordo di ogni singola parte
vii. Vincoli e potenzialità: stima dei vincoli reali che possono intralciare la realizzazione del progetto. Profilo di fattibilità
4. REALIZZAZIONE: attenzione che la traduzione delle singole fasi in azioni operative non stravolga la natura e la finalità del progetto. Costante e puntuale monitoraggio che
serve a controllare l'andamento verso gli obiettivi.
5. VALUTAZIONE: individuazione e rilevazione di alcuni indicatori del cambiamento progettato. La valutazione del processo ingloba il monitoraggio del progetto e
l'implementazione dello stesso; il monitoraggio permette di apporre aggiustamenti in itinere sino ad arrivare ad una riprogrammazione.
La rilevanza e la fattibilità è bene sia vagliata sin dalle prime fasi di ideazione ed attivazione (ex ante) che durante (in itinere) che valutazione degli esiti (ex post). Dovrà testare:
- efficacia del progetto: capacità di raggiungere gli obiettivi pre-fissati
- efficienza del progetto: stima in base al rapporto costi/benefici
Il progetto è bene sia una sperimentazione di un modello di intervento valido nel tempo e di grande impatto sociale.
CAP. 7 - MODELLI E STRUMENTI DI ORIENTAMENTO
La formazione vive un momento di svalutazione dei percorsi. Dispersione scolastica significativa e disoccupazione giovanile, invecchiamento e licenziamento della vecchia forza
lavoro -> si nota una presenza di offerte di lavoro riguardanti la bassa e l'alta specializzazione che penalizzano la possibilità di inserimento lavorativo nelle professioni intermedi
che rappresentano tradizionalmente l'utenza privilegiata dei servizi di orientamento.
Fattori socio economico possono condizionare la scelta scolastivo-professionale.
Le società occidentali devono abituare gli adolescenti ad un'accentuata disponibilità alla flessibilità, ed a un continuo cambiamento ed rielaborazione della propria identità
personale e professionale, unitamente all'assunzione di responsabilità personali e sociali decisamente più consistenti di quelli sperimentate dalle generazioni precedenti. Tutto
ciò non è indolore e spesso si associa a scelte poco funzionali, a disagio sociale e forme di disadattamento che possono minare lo sviluppo e le responsabilità di un inserimento
sociale produttivo e partecipante.
Scegliere il futuro a 14 o 18 anni è difficile, a queste persone cui viene invocata un'attività di orientamento in grado di offrire aiuti importanti. Richiesta elevata professionalità
agli operatori per i numerosi casi difficili. Strumenti e capacità diverse per esigenze diverse.
Spesso gli aiuti sono sporadici ed in extremis e a causa di ciò hanno scarsa probabilità di incidere sulle difficoltà che vanno ad incidere sulle persone indecise!!! A queste azioni si
contrappongono i cosiddetti interventi di career counseling, di consulenza personalizzata, di bilancio delle competenze personale e professionale - valutazione del personale,
che fanno ricorso a procedure di tipo "clinico", psicometrico e psicologico; e tutte quelle iniziative di orientamento e carattere educativo che si propongono intenzionalmente di
migliorare alcune abilità al fine di rendere le persone maggiormente in grado di attivare autonomi e consapevoli processi decisionali.
Modelli di orientamento:
• Modelli evolutivi: Brown, 2003e i modelli evolutivi dicono che lo sviluppo professionale di un individuo è di tipo stadiale. Dolnald E. Super ha per primo proposto di considerare
il costrutto dello sviluppo professionale nell'intero arco della vita, in 5 stadi. Per ogni stadio specifici ruoli e compiti; sono "passaggi" della vita:
○ Crescita o infanzia
○ Esplorazione o adolescenza
○ Stabilizzazione o prima maturità
○ Mantenimento o media maturità
○ Ritiro o vecchiaia
Per ogni passaggio si può essere orientati acquisendo; abilità, ruoli, interessi, strategie di coping, concetto di sé e valutazione della realtà.
Super (1984)suggerisce di abbandonare la visone lineare degli stadi in favore di una posizione enfatizzante la natura ciclica dello sviluppo professionale. Necessità di adattarsi a
transizioni che possono avvenire anche all'interno dello stesso stadio, ricorrendo al processo di ri-esplorazione e ri-collocazione.
Le teorie hanno posto particolare attenzione ai processi di esplorazione professionale:
○ Attività: processi interni, situazioni relazionali e contestuali
○ Atteggiamenti: motivazione a realizzare i progetti di vita, esplorare ed essere aperti a nuove esperienze
○ Competenze: attività ed atteggiamenti danno senso competenza che incrementa il desiderio e la motivazione a esplorare sé stessi e l'ambiente.
I modelli evolutivi enfatizzano il fatto che la persona con i propri bisogni e desideri deve trovare il modo di realizzare ciò che li stà a cuore, pur svolgendo le mansioni previste
per ogni fase della vita delineati dalla comunità cui si trova a vivere. Orientamento per analisi dei compiti e a sostenere le capacità utili a gestirli efficacemente, tra cui le
capacità esplorative per il miglior adattamento
• Teoria dell'adattamento persona-ambiente: gli individui sono caratterizzati da specifici interessi, valori, tratti di personalità e abilità e che questi aspetti devono potersi
combinare con le caratteristiche degli ambienti che essi frequentano (Brown, 2003). i 2 modelli presentati (interessi e adattamento) enfatizzano la relazione persona-ambiente
ed è assenziale l'adattamento dome conseguenza o corrispondenza
○ Holland, 1992, affermava che la persona che compie una scelta professionale "cerca" le situazioni che soddisfano le sue motivazioni, le conoscenze che possiede, le sue
capacità e la sua personalità. Ogni persona può essere descritta in 1 dei tipi RIASEC: realistico, investigativo, artistico, sociale, intraprendente e convenzionale.
Analogamente anche gli ambienti lavorativi possono essere differenziati ricorrendo alle stesse tipologie. Congruenza caratteristiche persona con situazione lavorativa
hanno più soddisfazione --> scelta professionale è l'espressione della personalità di un individuo (chi svolge lo stesso lavoro son tutti uguali). Analisi della relazione
persona-ambiente:
 La congruenza: ind & amb
 La coerenza: concordanza interna tra preferenze individuo. Fare quello che ci si sente di fare
 La differenziazione: interessi verso un solo tipo di lavoro oppure uguale circa per tutti
 l'identità: chiarezza degli scopi, degli interessi e delle doti di una persona
I livelli di congruenza si assocerebbero alla possibilità di successo e di soddisfazione delle scelte scolastico/professional e; gli interessi veicolano le interazioni con i diversi
ambienti e quindi permetterebbero di soddisfare i propri bisogni e valori, e quindi influenzerebbero lo sviluppo del sé e del la propria identità sociale.
HOLLAND -> SOGG-AMB INTERESSI -> X LA MIGLIORE OCCUPAZIONE PROFESSIONALE
○ Teoria dell'adattamento lavorativo (TWA): considerare quanto ind - amb riescono a soddisfare le reciproche aspettative e richieste. Le persone hanno 2 tipi di bisogni:
biologici (fame e sete) e psicologici (accettazione sociale, indipendenza, sicurezza) -> concetto di soddisfaction = appagamento sperimentato dal lavoratore in relazione
della realizzazione delle sue aspirazioni e aspettative e appagamento bisogni. -> concetto di soddisfactoriness = stima della produttività e dell'efficienza di un ind in
relazione alle richieste dell'amb.
Adattamento lavorativo è quando la persona cerca di raggiungere e mantenere la corrispondenza con il proprio ambiente. La persona e l'ambiente si trovano ad
interagire con lo scopo di ricevere i rinforzatori necessari ad entrambi.
Nel lavoro c'è ampio spazio per le attitudini: individui con abilità e valori simili si possono comportare in modo diverso in un determinato ambiente, hanno a che fare con
gli stili di personalità.
Enfatizzata la capacità di realizzare un buon incontro tra le caratteristiche del lavoratore e quelle del posto di lavoro -> dovrebbe condurre alla stabilità professionale.
Ogni nuovo lavoro sempre meglio (da progressione orizzontale a verticale)
TEORIA ADATTAMENTO -> BISOGNI sogg RINFORZI amb -> PER POSSIBILITA' ADATTAMENTO ALLA POSIZIONE LAVORATIVA SPECIFICA
I modelli centrati sulla scelta e sullo sviluppo professionale: definite learning base theory -> interesse processi apprendimento nella scelta e nello sviluppo professionale (Brown,
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2003) --> contrapposta a teoria tratti e relazione ind-amb (trp uomo giusto x posto giusto); anche a modelli evolutivi perché non previsti sviluppi.
I pregi sono quelli di poter modificare e potenziare la personal agency o capacità di autodeterminare le proprie azioni -> le persone non sono vittime di forze intrapsichiche,
temperamentali o situazionali ma modificano il comportamento nel tempo, è modificabile -> analisi dei processi implicati nell'identificazione delle "barriere" sia interne
(credenze, opinioni, abilità, ecc) sia esterne (influenze sociali, culturali, ecc) che possono limitare o impedire efficaci e consapevoli decisioni scolastico-professionali
• La prospettiva sociocognitiva: persone sanno fare riflessioni e analisi sui propri eventi e di autoregolare un comportamento con un controllo. Comportamento è
apprendimento che viene nell'interazione ind-amb: persone modificano il contesto che a sua volta modifica pensieri, affetti e quindi comportamenti (Wood & Bandura,1989)
○ Autoefficacia: opinioni di una persona sulla sua capacità di organizzare ed eseguire le sequenze le sequenze di azioni necess arie per raggiungere particolari tipi di
performance (Bandura, 1986) -> persona che pensa positivamente riuscirà con l'impegno a soddisfare gli obiettivi (Nota & Soresi, 1996).
Ripetizioni di attività dà modeling e feedback che portano a convincimenti su ciò che succederà, determinando preferenze pro fessionali. Maggiore credenze di efficacia =
maggiori interesse e viceversa. Interessi cambiano nel tempo se persone hanno possibilità di creare nuove competenze ergo nuove credenze di efficacia
○ Aspettative risultato
○ Scopi personali
• La teoria dell'elaborazione dell'informazione: nella scelta dell'orientamento si accorgono di avere un "problema professionale": discrepanza tra situazione di indecisione ed il
pensiero di vedere la decisione superata -> deve esserci capacità, saper pianificare, speranza e fiducia, locus interno.
Il problem solving professionale implica elementi cognitivi, affettivi, comportamentali e relazionali. Risolto quando si sceglie tra una rosa di alternative ed efficacia
orientamento misurata in quanto riesce a facilitare decisione. Orientamento farà fare approfondita valutazione di sé, conoscenza modelli sviluppo professionale ed
incrementare le capacità d problem solving per consentire adeguate operazioni di elaborazione delle info e l'attivazione di processi esecutivi di controllo delle azioni
• La teoria della costruzione della carriera: Savikas, 2005, importanza alla modalità in cui le persone costruiscono realtà e le danno significato, all'interno del loro ambiente e
delle relazioni che sperimentano. Lo sviluppo professionale avviene grazie al significato che viene attribuito ai comportamenti, alle esperienze lavorative e alla maturazione del
concetto si sé professionale
LAVORO -> AUTOSTIMA -> CONCETTO DI SE' -> SVILUPPO PROFESSIONALE
l'adattabilità alla vita professionale è caratterizzata da 4 componenti:
○ Preoccupazione: per la propria vita professionale è propensione a pensare in modo ottimistico
○ Controllo: riguarda l'agency che gli individui devono assumere per poter agire efficacemente nella realtà professionale -> capacità decisionali, assertività, locus of control
interno e autodeterminazione
○ Curiosità: desiderio di conoscere le diverse opzioni e le opportunità professionali nella comunità, esplorare ed apprendere come funziona il mondo
○ Fiducia: in sé stessi permette di anticipare il successo e di agire per affrontare le sfide e superare gli ostacoli (fiducia determina l'autoefficacia)
l'individuo che si caratterizza per buoni livelli di adattabilità si preoccupa del proprio futuro come lavoratore, cerca di controllare il proprio futuro professionale, esplora i
possibili sé e gli scenari futuri grazie alla curiosità e si considera fiducioso nei confronti della possibilità di perseguire le proprie aspirazioni
Strumenti di orientamento
l'orientamento varia in base al tipo di cliente ed il tipo di problema. l'orientamento è allenare il cliente stesso ad orientarsi autonomamente nella percezione di obiettivi o rotte
che dovrà tracciare e tenere. Necessari una serie di strumenti di analisi che possono essere utilizzati con adolescenti ed adulti. Strumenti di analisi prima e dopo l'orientamento
Alcuni di questi strumenti sono riuniti in portfoli:
○ Optimus: aspettative professionali e personali, valori professionali, interessi prof, indecisione scolastico-prof, autoefficacia, ADMQ questionario stile decisionale
adolescenti, problem solving, abilità sociali, competenza sociale, qualità della vita
○ Clipper: adolescenti tra 15 e 19 anni, per Italia -> MAGELLANO: aiutare nella scelta del percorso universitario: analisi interessi professionali, personalità, attitudini,
risoluzione dei problemi.
Magellano lavoro: per studenti scuole superiori -> orientamento ambito lavorativo
○ Di Nuovo (2003) per studenti scuole medie superiori: 1 e 2 fase quadro di riferimento generale
1. Il questinario di riferimento delle competenze -> percezione proprie capacità e competenze
2. Questionario sui valori professionali
3. Scheda con preferenze per specifici corsi di studio
4. Valutazione degli interessi e delle motivazoni
La 3° parte comprende:
1. Qai questionario di adattamento personale:livello di adattamento e capacità
2. Differenziale semantico DS: rappresentazione che soggetto ha di sé per dinamismo l affettività, stabilità emotiva e sé ideale
3. QIP questionario sugli interessi: attrazione nei confronti di una serie di aree
l'ultima parte integra i punteggi profilando punti di forza e debolezza per evidenziare livelli di autostima, autoefficenza, autonomia degli stili e le condizioni decisionali
La ps dell'orientamento efficace e deontologicamente condivisibile azione per aiutare le persone a compiere analisi e riflessioni sugli eventi che lo riguardano e di autoregolarili
○ Anche gli individui indecisi, insicuri, svantaggiati sono capaci di controllo e autoregolazione
○ Chi si rivolge a centri orientamento ha comunque già appreso
○ Modello di riferimento teorico dell'orientamento è scarsamente rilevante se non concorre a migliorare le condizioni di vita d elle persone
L'orientamento non è selezione ma una facilitazione nell'attivazione della scelta
-> strumenti orientamento:
Interessi : Strong vocational interest Blank; self directed search, il mio lavoro futuro
Valori professionali: scala dei valori professionali (Wis/Svp), inventario dei lavori professionali, i miei valori professionali
Decisione/indecisione scolastico-professionale: idee e atteggiamenti sul futuro scolastico-professionale (11-14; 15-19), la mia scelta
Credenze di efficacia: quanta fiducia ho in me (11-14, 15-19) scala dell'autoefficacia (scolastica, sociale, occupazionale) percepita,
Capacità decisionali: Adolescent decision making questionaire, melbourne decision making questionaire
Capacità di problem solving: so affrontare i miei problemi?, problem solving inventory, come mi comporto con gli altri, scale of interpersonal behaivor
Personalità: inventario delle risorse personali
Capacità di coping: adolescent coping scale,
Qualità della vita: la mia vita da studente (11-14, 15 - 19)
Autodeterminazione: questionario sull'autodeterminazione
Idee irrazionali: career belif inventory
CAP. 8 - FORMAZIONE ALLA COMUNICAZIONE EFFICACE NELLE AZIENDE
La comunicazione in azienda è esigenza pressante anche per processo produttivo ed è legato a contesti diversi contesti. I modelli di comunicazione sono vari e legati a diversi
modelli teorici
Un modello di comunicazione efficace: l'assertività -> molto apprezzato in azienda
"L'assertività è la capacità del soggetto di utilizzare in ogni contesto relazionale modalità di comunicazione che rendano altamente probabili relazioni positive nell'ambiente e
annullano o riducono la possibilità do reazioni negative" -> in base al contesto ci sono stili comunicativi più o meno efficaci perché consentono di generare valore all'interno di
una relazione sia personale che professionale.
Stile assertivo favorisce fiducia in sé stessi, affermare le proprie idee. Tratti fondamentali dello stile assertivo sono: 1) senso di responsabilità delle proprie azioni comunicative;
2) capacita di accogliere i feedback; 3) capacità di dare feedback costruttivi e specifici.
Una comunicazione assertiva è rivolta al futuro e alla soluzione, piuttosto che al problema -> permette di aumentare il benessere personale e l'energia complessiva del sistema
persona- azienda -> rispetto per sé e per altri -> difficile da trasmettere in formazione. Il formatore deve quindi riuscire a mediare tra livelli di apprendimento, cercando di
stimolare il cambiamento in 3 aree: (Quaglino)
1. Sapere: aula frontale; concetti, teorie, modelli; basta essere in grado di public speaking e slide
2. Saper fare: (in comunicazione è: saper interagire efficacemente con gli altri); formatore diventa animatore d'aula e role playing e simulazioni. Ruolo attivo e mettersi alla prova
per potersi valutare -> giochi d'aula (test di autovalutazione, videocamera, case history, ecc)
3. Saper essere: riguarda la sfera personale (autostima, stili di pensiero, identità), raramente è l'obiettivo dei corsi di formazione; spesso si parte dal sapere per poi inglobare le
altre 2 dimensioni. Dipende anche dalla disponibilità di apertura del corsista e di conseguenza le situazioni personali che metterà a disposizione
Comunicare con il cliente interno e con il cliente esterno
La differenza è dovuta alla persona cui è rivolta. Il modello di assertività è applicabile in egual modo essendo flessibile e pluriapplicabile.
– Interna: colleghi (clienti, superiori, collaboratori, ecc) ed è più difficile perché c'è anche una questione emotiva. Il clima lavorativo è fatto prevalentemente dalle relazioni che si
hanno con i propri pari livello: il tempo che si passa con i colleghi è a volte maggiore di quello che si passa con il proprio partner, per questo il rapporto necessita di grande
attenzione e deve essere coltivato tramite una comunicazione efficace ->corsi per lavorare in équipe, per migliorare la circolazione delle info, per potenziare la comunicazione
interna
Esterna: utenti ( clienti, formatori, pazienti, ecc)
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– Esterna: utenti ( clienti, formatori, pazienti, ecc)
Fasi del processo di formazione:
1. Analisi della domanda di formazione: fondamentale poiché pone le basi per concretezza ed efficacia:
a. Analisi dello scenario: analisi contenuto
b. Individuazione dei punti di criticità e delle aree tematiche
c. Definizione degli obiettivi
d. Programmazione del piano formativo (NO programmazione intervento)
- (Obiettivo, output, contenuti (chi e a chi), obiettivi emersi del consulente, individuazione componente simbolica nella domanda committente - consulente, strumenti analisi,
riformulazione domanda a committenza con i contenuti simbolici, scrittura progetto, creazione setting monitoraggio e verifica, considerate espansioni e verifica finale)
È una serie di incontri con il committente per trasformare la richiesta in obiettivi oggettivabili e verificabili. Oltre a colloqui si possono usare test, osservazioni dirette ed
interviste strutturate -> si può anche creare un test ad hoc.
Oltre che con committenza utile anche indagine a livello dei soggetti coinvolti nella formazione (esigenze futuri corsisti e progetto calato nella realtà aziendale)
2. La progettazione dell'intervento formativo: raccolti i dati delle esigenze formative e della definizione del problema si può stilare il progetto in accordo con disponibilità
economiche e di tempo dell'azienda. Se N è grande è possibile fare un corso pilota in un n + piccolo.
- La lettera di presentazione di un progetto inizia con l'intestazione, descrizione obiettivi, analisi e proposta indicativa; ipotesi formativa: obiettivi, metodi, risorse (personali,
fasi, tempi, costi), tempi e logistica.
Un buon corso è personalizzato a seconda delle esigenze dell'azienda e di ciò che è emerso dalla fase preliminare dell'analisi della domanda (+ o meno specifici, + o meno diretti
all'org. O alla persona, ecc) ((pag 156))
Ancora prima sella realizzazione del progetto proposto , si può avviare un processo di valutazione della qualità del progetto, questi determinano la qualità del progetto:
-> domande da farsi tra la progettazione della formazione e lo svolgimento ( obiettivi chiari?, quale livello approfondimento?, sono descritti metodi didattici? È fatto segno della
valutazione? È equilibrato tra attività? Strumenti? Metodologie? Ecc ecc (pag. 160))
3. l'erogazione dell'intervento formativo (svolgimento): le metodologie didattiche sono molteplici e possono stimolare varie dimensioni dell'apprendimento attivo: analitica,
sintetica, creativa, formale e istituzionale, comportamentale. Si possono distinguere tra
a. Lezioni frontali e interattive: scambio di opinioni e capacità di circoscrivere il problema
b. Esercitazioni pratiche individuali e di gruppo (case history, problem solving, business game, brainstorming, ecc) approfondimento pratico e apprendimento reale
c. Study group: apprendimento e focalizzazione apprendimenti fatti in aula
d. Strumenti multimediali: musiche, video x farsi capire meglio il docente e per il corsista memorizzare meglio
e. Uso di homework e prove comportamentali: tra una sessione e l'altra del corso sperimentare abilità e riportarle in gruppo
f. Testimonianze di esperti: capire ruolo e agire quotidiano delle persone che lavorano nell'organizzazione
g. Attività di socializzazione, role playing, assessment: aiutati da facilitatori per costruire un buon clima d'aula e riflessio ne guidata esperienze/comportamenti altrui
Metodologie per coinvolgere emotivamente il corsista attraverso attività, di solito in gruppo, di sperimentazione di attività nuove ed insolite (outdoor che cambia in base al tipo
di partecipanti ed obiettivo dove vengono fatte le esperienza che poi vengono rilette e riflettute e con il docente utilizzate come metafore della vita lavorativa)
-> Morgana learning system: classe + outdoor - mondo irreale con ruolo specifico per formare individuo ed il gruppo. Inventati personaggi in linea con corsisti per
avventura creata ad hoc: prima parte role playing; seconda parte verbalizzazione e concettualizzazione delle exp vissute. Infine ricodifica dell'esp erienza nell'analogia con
la vita lavorativa ed il ruolo professionale, rafforzando apprendimento e cambiamento.
La parte finale dell'organizzazione di un corso riguarda l'impostazione pratica delle lezioni: def tempi e luoghi. Durata ottimale è di circa 3 giornate al fine di apprendere e
creare il clima giusto. La distribuzione delle 3 giornate non è sempre possibile di fila (full immersion = + concentrazione e miglior clima) -> dilazionare il tempo (diluito nel
tempo = possibili disturbi se svolto in azienda ma non avrà il carico di una settimana persa) e tra le fasi o applicazione in azienda o homework.
In ogni caso ulteriore incontro di follow-up a distanza di qualche settimana valutare efficacia e stabilità cambiamento e progettare un'eventuale formazione continua
4. La valutazione dei risultati della formazione: la committenza si aspetta risultati tangibili, attenzione che attività formativa avviene non facilmente operazionabili e
direttamente osservabili nel contesto lavorativo: conoscenze, atteggiamenti, valori, relazioni, cultura e comportamenti. -> si vede differenza prima - dopo.
La misurazione viene fatta a 4 livelli (Quaglino):
1. Reazione: gradimento: raccolta commenti a caldo dei destinatari relativamente a contenuti, docenza, materiali e ambiente didattico. Questionario.
2. Apprendimento: acquisizione conoscenze, capacità, atteggiamenti: la valutazione dell'apprendimento misura se c'è stato un aumento di competenze in rapporto al
livello iniziale e agli obiettivi da raggiungere. Checklist o prove concrete o questionari a scelta multipla per valutare l'apprendimento concettuale e verifica
comportamentale (scheda da compilare da parte del trainer col prima e dopo e risultato raggiunto).
3. Comportamento: trasformazione apprendimento in applicazione lavorativa: il cambiamento a livello comportamentale valutazione soggettiva con questionario di
autovalutazione o test mentre per oggettivo deciso con committenza fatta relazione con i motivi sottostanti l'attività formativa -> possibile valutazione oggettiva con
strumenti ad hoc per esempio verifica di tempo richieste (se scritturato da prima) o questionario conoscenza procedure
Strumenti valutazione: BBP&A che si inserisce in un sistema di valutazione su 4 livelli (gradimento partecipanti, apprendimento, applicazione e impatto su l business)
chiamato Tableau Strategia-Perosne (TSP) giudizio degli altri per valutare comportamento
4. Risultati: conseguimento di una determinata "performance": la valutazione dell'impatto sul business è il livello di misurazione finale. Difficile, un solo intervento è fatto
su individuo, con più interventi può essere compreso un gruppo. Valutazione prende forma dopo numerosi, intensificati e articolati programmi formativi -> allora
valutazione significativa e attendibile.
La BBP&A propone la misurazione in 2 diverse prospettive:
1. effetto sui risultati aziendali: a monte e a valle processi interessati
2. presa di responsabilità del business, accettazione obiettivi più ambiziosi.
I 4 punti appena descritti devono essere analizzati in tempi diversi, per schema 4 livelli di risultati:
1. Reazioni
2. Risultati immediati
3. Risultati intermedi
4. Risultati finali
1.
2.
3.
4.
CAP. 10 - PROBLEMATICHE DELLO SVILUPPO DELLE POTENZIALITA' NEI SINGOLI E NEI GRUPPI
La gestione delle risorse umane è passata: Nelle imprese e nelle org è possibile trovare una delle 4 modalità descritte: ciò induce il management a considerare le persone tanto
a livello individuale che collettivo, e le condizioni del lavoro quanto la produttività. La gestione delle HR costituisce così un'analisi critica del valore dell'org.
Amministrazione del personale: 1850 - 1915 era reclutamento e pagare x legge (ora fare buste paga è molto complicato) -> amministrare. (Henry Foil, 1916). Registrazione e
controllo dei dati personali e collettivi del personale: conservare dossier, registri di base, aggiornamento statistica e applicazione leggi e regolamenti d'impresa. Ora con
informatizzazione è profondamente cambiata l'amministrazione del personale -- FUNZIONAMENTO QUOTIDIANO E COMPITI DI CONTROLLO ED ESECUZIONE
Relazioni umane 1930 - 1950: da precursori miglioramento condizioni di lavoro - Elton Mayo - l'importanza dell'ambiente e delle relazioni interpersonali sul rendimento,
legame affettivo tra questi fattori e il funzionamento dell'impresa. Relazioni sociali, igiene, sicurezza, formazione sono inserite nella gestione HR. l'org è concepita come un
sistema di interazioni sociali in cui i fattori psicologici sono di particolare rilievo (comunicazione, stile management e contenuto del lavoro importanti x org).
Le nuove funzioni della gestione HR migliorano l'ambiente ma non è possibile misurarne l'impatto e dunque verificarne l'effetto completo: esse migliorano il quotidiano senza
mettere in discussione l'org, i principi org e del management. Nonostante ciò 2 vantaggi: 1) allarga il campo della gestione delle HR mediante considerazione PS e sociale della
decisione; 2)riconosce il lavoratore come persona e non come macchina -- CONSIDERARE LE RELAZIONI SOCIALI E LA FORMAZIONE
Management strategico 1980 - 1990: dalla modernizzazione seguita allo shock petrolifero e la forte concorrenza ha portato la soppressione di alcuni posti di lavoro e la
creazione di altri impieghi più qualificati.
Strategie per le imprese e ricerca efficacia economica hanno fatto ampliare ambito gestione HR: comunicazione interna e proporre propri punti di vista a gerarchia -> maggiore
autonomia e ampia integrazione con le strategie dell'impresa. Svilupparsi anche pratiche di segmentazione -> gestione differenziata dei dipendenti è il riflesso di una
concezione aperta dell'org., vicina ai propri membri e attenta al mercato e alla concorrenza -- PIANIFICAZIONE DEI LAVORATORI, DEGLI IMPIEGATI E DELLE COMPETENZE
Sviluppo del potenziale umano 1993 - 2000: articolare il potenziale umano e lo sviluppo interno dell'organizzazione. Ci si è accorti che nelle org il potenziale umano era una
risorsa poco usata: le HR sono fondamentali perché determinano, con le competenze tecniche, la capacità d'impresa di creare valori, forza concorrenziale org data da
competenza e qualificazione del personale.
Per riuscire è necessario mobilitare le energie ed il coinvolgimento personale: cultura, valori, progetti, "vision", sviluppo sociale, logica del progetto d'impresa, formazione del
management, metodi qualificanti di ingegneria,logica delle competenze. -> tema del cambiamento è prioritario per valutare concepimento sistema aperto nell'org. -- CERCA DI
CONIUGARE I PROBLEMI UMANI (IMPIEGO, QUALIFICAZIONE, EVOLUZIONE) CON GLI ALTRI PROBLEMI DELL'IMPRESA (COMPETITIVITA')
Nuove questioni sulla gestione HR
Nuove correnti di pensiero portano a riconsiderare la gestione delle HR -> strategia di sviluppo del potenziale umano (Knowledge management) (vista prevista economia
immateriale)
- la teoria dell'intervento nella gestione HR
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immateriale)
- la teoria dell'intervento nella gestione HR
Difficile diagnosi in org perché si possono solo studiare gli attori influenti, le strategie di potere, i loro obiettivi e l'insieme di pratiche che ne derivano -> intervento richiede
molteplici competenze politiche, tecniche e relazionali. l'intervento può contribuire allo sviluppo organizzativo a partire delle relazioni di lavoro ossia interazioni. (difficile
Taylorismo ancora diffuso).
Management deve essere esperto, competente ed abile -> facilitatore e catalizzatore. Il consulente deve mantenere equilibrio e non dare un carattere troppo direttivo
all'intervento. -> nelle relazioni di consulenza (da psicoanalisi) pericolo transfert e contro-transfert : svelare e trattare le proiezioni dei dipendenti dell'impresa sul consulente
(transfert) e le proiezioni che quest'ultimo attua sui membri che formano il suo ambito di investigazione (contro-transfert). Lo psicoanalista ed etnologo Georges Devereux
(1980) chiama angoscia dell'osservatore di fronte alla ricchezza ed alla diversità delle sue osservazioni. Probabili processi di interazione fanno emergere delle relazioni che
contengono insegnamenti significativi e solidi per analista che deve integrare i dati raccolti in queste analisi se l'obiettivo è quello di contribuire, mediante un metodo
interattivo, a trasformare il funzionamento dell'org. osservata
- strategia di sviluppo del potenziale umano nelle organizzazioni
Progressivamente produzione di atti di gestione innovativi per l'impresa. Evoluzione HR manager và nell'attività di consiglio della gerarchia incaricata di animare la équipe di
lavoro -> sviluppare funzione pedagogica dell'inquadramento, capacità di apprendimento degli attori. Idea fondamentale è che i lavoratori salariati si proiettino nel futuro:
processi di creazione e di transfert delle capacità per raggiungimento obiettivo -> creare, acquisire e trasferire le conoscenze mediante l'evoluzione dei principi org e del
comportamento dei salariati.
Il potere dei quadri superiori proviene non solo dalla posizione ricoperta, ma dalle conoscenze e competenze, e sulla capacità di riflettere sulle proprie pratiche professionali.
All'apprendimento utile l'introspezione (interrogarsi su cosa stanno facendo e conseguenze loro azioni) anche in gruppo. Lo sviluppo dell'introspezione contribuisce ad
accrescere il livello di visibilità e leggibilità dell'org.
- verso un management delle conoscenze
Negli USA c'è Knowledge Management dove lavoratori altamente qualificati trattati come sogg attivi dell'org: si tratta di conservare e sviluppare le loro conoscenze e la loro
esperienza. Nel mondo in cui l'economia immateriale cresce, sempre maggior interesse a produttività dovuta al sapere e alle conoscenze.
Queste capacità corrispondono all'insieme delle pratiche che formalizzano e strutturano gli insegnamenti DELLE ESPERIENZE professionali quotidiane. -> si manifestano con la
concettualizzazione dei principi di azione efficaci e suscettibili di essere messi in opera con nuovo avvenimento.
- salariati : conoscenze tacite (app. informale e socializzazione -> formalizzate: oggettivarle e diffonderle) e conoscenze esplicite (possono essere interiorizzate e condivise con
ingroup)
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________
--> la conoscenza dei saperi avviene tramite l'imposizione (nella misura in cui conoscenze sono standardizzate ed imposte)
Per cambiare le org. Tramite la gestione delle HR bisogna:
1. gruppo che incoraggia soluzione del problema
2. sperimentazione con finalità progetti innovativi
3. attori devono apprendere da exp, favorendo collaborazione salariati anche con partner esterni
4. transfert conoscenze incoraggiato da esplicitazioni
↓
Con formazione si formalizza (con documenti) per rendere espliciti per ogni persona: rappresentazione propria attività, conoscenze e posizione nell'impresa.
Il cambiamento organizzativo conduce gli attori a prendere coscienza di una serie di problemi nuovi (introspezione) e immaginare delle trasformazioni durante
(concettualizzazione) --> miglioramento della performance generale.
Sviluppo organizzativo si basa su: autonomia e responsabilità èquipe (gruppo); formazione e nuove conoscenze; linee guida e strumenti gestione competenze; miglioramento
comunicazione e valutazione
INTROSPEZIONE & CONCETTUALIZZAZIONE -> CAMBIAMENTO ENTRO ORG -> COSCIENZA DEI PROBLEMI NUOVI DEGLI ATTORI + IMMAGAZZINAMENTO TRASFORMAZIONE
DURATURA (CONCETTUALIZZARSI) -> GRUPPO, FORMAZIONE, CONOSCENZE, LINEE GUIDA, DISPOSITIVI COMUNICAZIONE
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