EMOZIONI, MEMORIA E APPRENDIMENTO: QUALI
CONNESSIONI?
Da tempo gli studiosi delle neuroscienze ci confermano che le
emozioni sono implicate in tutte le attività della mente: “tutti i processi
di elaborazione delle informazioni sono basati sull’emozione, nel
senso che l’emozione è l’energia che dirige, organizza, amplifica e
modula l’attività cognitiva, e a sua volta costituisce l’esperienza e
l’espressione di tale attività”.
Le emozioni giocano un importante ruolo nei processi cognitivi legati
alla memoria, in quanto la forza dei ricordi dipende dal grado di
attivazione emozionale indotto dall’apprendimento, per cui
eventi/esperienze vissute con una partecipazione emotiva di livello
medio-alto vengono catalogati nella nostra mente come “importanti”
(attraverso il coinvolgimento di strutture cerebrali che fanno parte del
sistema limbico, come l’amigdala e la corteccia orbito-frontale) e
hanno una buona probabilità di venire successivamente ricordati.
Inoltre la ripetitività ha un impatto sui circuiti neuronali, favorendo il
sedimentarsi delle esperienze di apprendimento. La memoria si può
definire come la capacità di conservare tracce della propria esperienza
passata e di servirsene per relazionarsi al mondo e agli eventi futuri, ed
è inoltre implicata nelle funzioni mentali dell’attenzione, della
percezione, dell’apprendimento, della regolazione emozionale, etc. Da
un punto di vista funzionale si possono distinguere tre tipi di memoria,
che rappresentano anche gli stadi temporali dell’elaborazione mnestica:
la memoria (o registro) sensoriale, la memoria a breve termine (MBT)
e la memoria a lungo termine (MLT). Non mi soffermerò sulla
descrizione dei vari tipi di memoria, ma sul fatto che “ricordare” non
significa semplicemente richiamare alla mente la registrazione
ordinaria di un informazione, in quanto “il ricordo è il risultato della
costruzione di un nuovo profilo di eccitazione neuronale, che presenta
caratteristiche proprie dell’engramma iniziale ma anche elementi
della memoria derivati da altre esperienze, e che risente delle
influenze esercitate dal contesto e dallo stato della mente in cui ci
troviamo nel presente”, quindi il cervello interagisce con il mondo e
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registra le diverse esperienze in modo tale per cui gli avvenimenti
passati influiranno in modo diretto su come e che cosa impariamo,
anche se di tali avvenimenti non necessariamente abbiamo un ricordo
conscio. Inoltre gli studiosi ci dicono che la memoria è statodipendente e che la riattivazione di ricordi espliciti è facilitata quando
le condizioni in cui ci troviamo sono simili – in termini di mondo
fisico (immagini, suoni, odori) o interiore (stati della mente, emozioni,
modelli mentali) – a quelli che erano presenti al momento della
registrazione ordinaria. Da tutto ciò deriva l’importanza fondamentale
per il formatore di facilitare l’apprendimento tramite la creazione di
condizioni di contesto che favoriscano una partecipazione emotiva di
livello medio-alto, progettando ad esempio laboratori formativi
esperienziali favorenti la multisensorialità, l’espressione e la creatività
corporea, l’utilizzo di un linguaggio analogico e metaforico (pensiamo
alle possibilità evocative della narrazione cinematografica, alla
potenza delle storie e delle favole) e tanto altro per inscrivere il
processo di ritenzione delle informazioni nel corpo, nella mente e nel
cuore delle persone.
DOTT.SSA FABIANA BOCCOLA
www.fabianaboccola.it
[email protected]
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