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LE FUNZIONI PSICHICHE DEGLI ORGANI
Lunedì 02 Febbraio 2009
Che cos’è L’emozione?
Le emozioni (l’amore, l’odio, il disgusto, la gioia, la vergogna, la gelosia, la
rabbia, il senso di colpa, la paura, l’ansia e cosi via) sono sentimenti che
proviamo in momenti specifici, ma è molto difficile cogliere ciò che gli
suscita; per questa ragione sono state elaborate diverse teorie in proposito.
Secondo la psicobiologia esistono tre sfaccettature delle emozioni:
- l’emozione è un sentimento e soggettivo, che si soffre o si prova. Nella
maggior parte dei casi si tratta di un insieme di sensazioni emotive differenti;
- l’emozione è uno stato di risveglio fisiologico, vale a dire l’espressione o la
manifestazione di reazioni somatiche specifiche da parte di alcuni organi
viscerali come il cuore, l’intestino, lo stomaco, innervati dal sistema nervoso
autonomo. Tali risposte sono provocate da stimoli emozionali diversi;
- l’emozione è un atto definito comunemente emozionale, come la difesa o
l’attacco in risposta a una minaccia. In questo caso si tratta di un’espressione
comportamentale.
A questi tre aspetti, alcuni studiosi ne hanno aggiunti due: lo stato
motivazionale e la modalità di reazione cognitiva.
Gli psicologi definiscon invece alcune categorie delle emozioni:
Wilhelm Wundt ha suggerito tre dimensioni fondamentali dell’emozione,
ciascuna formata da una coppia di opposti: piacere/dispiacere,
tensione/distensione, eccitazione/rilassamento.
Robert Plutchik, invece, ha individuato otto emozioni elementari, raggrupate
in quattro copie di opposti: gioia/tristezza, accettazione/disgusto,
rabbia/paura, sorpresa/anticipazione. Tutte le altre emozioni derivano dalle
combinazioni di quelle elementari.
Nel definire le emozioni, le teorie classiche pongono l’accento sulle reazioni
somatiche.
Secondo la teoria di James-Lange (1884), l’emozione traduce la risposta alle
modificazioni fisiologiche che si verificano all’interno dell’organismo. In
particolare, William James ha suggerito che le emozioni sono le percezioni
dei cambiamenti fisiologici provocati da particolari stimoli; pertanto si è tristi
perché si piange, e non viceversa.
Le emozioni forti sono strettamente legate all’attivazione dei muscoli
scheletrici e al sistema nervoso autonomo, tant’è vero che alcune
espressioni linguistiche sottolineano tale relazione : “tremare per la paura”,
“arrossire per la vergogna”, “avere fegato”.
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Le emozioni sono sempre accompagnate da cambiamenti endocrini. La teoria
degli umori ha origini antichissime e si esprime attraverso termini usati anche
per descrivere le emozioni: bilioso, flemmatico, sanguigno etc.
Esistono diversi circuiti cerebrali che modulano e controllano le emozioni;
per esempio, la decorticazione provoca accessi di rabbia violenta.
Il concetto di sistema limbico è stato proposto per indicare il circuito
responsabile delle emozioni.
James Papez ha individuato un circuito nervoso dell’emozione che
comprende l’ipotalamo, i corpi mammilari, il talamo e l corteccia cingolare.
Secondo Paul MacLean, il cervello umano può essere considerato come un
sistema a tre strati, ciascuno dei quali corrisponde a uno stadio importante
dello sviluppo evolutivo:
- lo strato più antico è il cervello rettiliano, situato nel tronco encefalico, che
regola le funzioni di conservazione;
- il secondo strato è il cervello emozionale, che corrisponde al sistema
limbico e modula le emozioni;
- il terzo strato è rappresentato dallo straordinario sviluppo della corteccia
cerebrale, alla base del pensiero razionale.
I due emisferi cerebrali trattano l’emozione in modo diverso e ancora oggi è
accettata l’idea secondo cui essi svolgono ruoli specifici e distinti nei
processi cognitivi.
Numerose ricerche si interessano alla loro influenza negli stati emozionali, in
quanto sembra che la tonalità affettiva cambi a seconda del lato. Quindi le
lesioni nella parte anteriore dell’emisfero sinistro sono in relazione con stati
depressivi frequenti: tanto più esse sono vicine al lobo frontale, quanto più
forte è la depressione. Al contrario, gli individui con l’emisfero destro alterato
sono apatici e di buon umore. Si possono trarre le stesse conclusioni anche
nei soggetti mancini.
La possibilità che gli shock emotivi gravi e prolungati si ripercuotano sullo
stato di salute generale è conosciuta da decenni con il nome di malattia
psicosomatica, ma la relazione tra il fattore causale e l’effetto patologico è
rimasta sconosciuta fino a oggi.
In seguito ai progressi recenti dell’immunologia, soprattutto nell’ambito delle
citochine, si è osservato che tra i sistemi endocrino, nervoso e immunitario si
creano relazioni reciproche molto strette: per questa ragione i traumi
psicologici possono ripercuotersi anche sul sistema immunitario. Oggi si può
affermare che negli esseri umani esiste una rete
psiconeuroendocrinoimmunologica.
Le ricerche in fisiologia dell’informazione, grazie a Gioia Bertha e alla
nutripuntura, hanno permesso di verificare la relazione che intercorre tra le
funzioni degli organi e il comportamento: riequilibrare i circuiti di un preciso
organo migliora infatti l’equilibrio comportamentale corrispondente. Per ogni
famiglia di organi si è potuto così stabilire una classificazione
psicofisiologica in relazione con i cinque sensi.
Riferimenti bibliografici
Manuale di nutripuntura - Dr. Patrick Vèret, Dr. Yvonne Parquer - Ed.
Tecniche Nuove pag.142/143/144/145
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