CAPITOLO 6
L’epica a Roma
Anche se a Roma esistevano dei canti molto antichi non vi erano ancora le basi
dell’epica romana perché questi canti si recitavano nei banchetti e non venivano
messi per iscritto. L’epica cominciò quando il patrimonio orale latino venne a
contatto con la cultura scritta dei Greci dissolvendosi. Nacquero così le imitazioni
romane dei poemi greci e ci fu un pieno adeguamento alle forme e al metro dell’epica
greca. Anche se i modelli erano greci lo spirito immesso era romano, quello che
anima i poeti è uno spirito celebrativo, poiché si celebra una vittoria passata e
l’aprirsi di un’epoca nuova: Nevio scrive dopo la prima guerra punica, Ennio dopo la
seconda e Virgilio dopo le guerre civili.
Livio Andronico
Livio Andronico era un greco di Taranto, fu fatto prigioniero dopo la vittoria contro
Taranto nel 272e fu portato a Roma. Divenne lo schiavo della gens Livia e fu
incaricato di istruire i figli del padrone, fu affrancato e diede inizio alla diffusione
della cultura greca a Roma tramite una geniale romanizzazione della cultura greca.
Nel 240 Livio fece rappresentare un opera latina, questa data segna l’inizio della
letteratura latina. Nel 207 durante l’invasione di Annibale il senato lo incaricò di
comporre un inno propiziatorio a Giunone. Il senato istituì nel tempio di Minerva il
collegium scribarum histrionumque, una corporazione di scrittori e di attori fondata
dallo stesso Livio. Egli tradusse dal geco al latino l’Odissea, ma a noi sono pervenuti
pochi frammenti. Scelse l’Odissea e non l’Iliade perché

Poema attrae in modo speciale per il fascino delle avventure, e i sentimenti
profondi e immediati (viaggio di Ulisse e la fedeltà di Penelope).

Il guerriero Omerico (Achille) era diverso dal legionario romano (Achille,
secondo i romani, non si poteva permettere di lasciare la battaglia per un’offesa
personale)

Ulisse veniva sentito come un parallelo di Enea
Livio adattò l’opera per rendere al meglio il senso del poema che era diverso tra
romano e greco. Tra le cose più importanti usò il saturnio e si ispirò alla dea Carmina
anziché alla musa dei Greci.