introduzione letteratura latina

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Cronologia
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753 a.C. fondazione di Roma
509 a.C. fine della monarchia
290a.C. fine terza guerra sannitica
275a.C. vittoria dei romani su Pirro
146 a. C. distruzione di Corinto e di
Cartagine
• 107 a. C. primo consolato di Mario
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90 -88 a.C. guerra sociale
83 – 82 a.C. guerra civile
81 – 79 a.C. dittatura di Silla
78 a.C. morte di Silla
La nascita della letteratura latina
Le origini
Si fanno risalire al III sec. a.C. con una
rappresentazione scenica di una tragedia
di Livio Andronico nel 240a.C.
Si è appena conclusa la prima guerra punica
(264 – 241)
• La letteratura latina nasce “adulta”
• Come traduzione di quella greca
• Già matura, già alle prese con problemi
stilistici: fare poesia, discutere di poesia
sono istanze già presenti nell’attività dei
primi letterati latini.
• La letteratura latina nasce come
letteratura di riporto, traduzione da quella
greca.
• Livio andronico inizia/inventa la traduzione
letteraria:
• Scrive l’Odusia che è la
traduzione/rifacimento dell’Odissea e di
molte tragedie greche
• Veri e propri riadattamenti
L’eta’ arcaica
• Caratteristiche degli autori latini dell’età
arcaica:
• Gli uomini di cultura sono schiavi o liberti
che come occupazione svolgono
un’attività da pedagoghi.
• Livio Andronico schiavo greco di Taranto
• Ennio proviene dalla Puglia
• Le ragioni sono da ricercare nelle
caratteristiche della società romana.
• In età repubblicana scrivere è considerata
una attività da schiavi
• Il civis romanus ha un’unica grande
occasione di gloria e prestigio e questa gli
è offerta dall’azione politica, dal cursus
honorum
Otium vs Negotium
• Il negotium è l’attività politica e clientelare
che assorbe tutte le energie
• L’otium è visto con sospetto, come
qualcosa che corrompe, che non è proprio
dell’uomo romano che è principalmente
uomo pubblico
Sallustio
• “Tutti gli uomini che si impegnano ad essere
superiori ai restanti esseri umani bisogna che si
sforzino con il massimo impegno a non
trascorrere la vita in silenzio come gli animali,
che la natura creò chini a terra e schiavi delle
pulsioni. Ma tutta la nostra forza è insita
nell'animo e nel corpo; ci serviamo
dell'intelligenza per il comando e maggiormente
del corpo per l'esecuzione; il primo abbiamo in
comune con gli dei, il secondo con le bestie.
…E dunque mi sembra più giusto cercare la
fama con l'intelligenza che con la forza e,
poichè la vita medesima di cui godiamo è
breve, rendere quanto più lungo possibile
il ricordo di noi. Infatti la gloria che viene
dalle ricchezze e dalla bellezza è
fuggevole e fragile, la virtù è un possesso
che risplende per sempre. “ ( De
coniuratione Catilinae)
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