Alla ricerca del sonno perduto Davvero bisogna dormire otto ore? Che effetti ha sulla nostra salute la carenza cronica di riposo? Come si combatte l’insonnia? In quali casi funziona la melatonina e in quali no? Ecco le risposte che cerchi e i risultati delle prove di laboratorio sugli integratori. 22 testsalute 113 L’ormone melatonina NON VA DATO A BAMBINI E ADOLESCENTI Salvo eccezioni, è controindicato per chi è in età pre-sviluppo A gli uomini bastano quattro ore di sonno, alle donne cinque, solo agli imbecilli sei». Con il suo proverbiale tatto, Napoleone non risparmiava critiche a chi trascorreva troppo tempo con la testa sul cuscino. Per lui quattro ore erano più che sufficienti, così come per Churchill, Margaret Thatcher e Rita Levi Montalcini. Ancor meno per Leonardo Da Vinci, che non metteva in pausa la sua frenesia inventiva neppure quando era tra le braccia di Morfeo. Sul sonno aveva elaborato una teoria tutta sua: un pisolino di quindici minuti ogni due ore. Tutti fanatici del “Nessun dorma”? Non proprio. Aveva tutt’altro stile Einstein, che di rinunciare alla sua notte di undici ore filate non voleva proprio saperne. Che fine fanno allora le otto ore canoniche che tutti si affrettano a consigliare? Non sono altro che un cliché. La verità è che il riposo è un’esperienza totalmente soggettiva. E non è tanto un problema di quantità, quanto di qualità. Se ci si sveglia con la percezione che il sonno è stato appagante e ci si sente in forma durante la giornata, vuol dire che si è dormito il giusto. Tra l’altro la quantità, che per la gran parte degli adulti si colloca tra le sei e le otto ore, in genere muta (o meglio diminuisce) con l’avanzare dell’età. Una persona a diciott’anni ha bisogno di dormire di più di quanto non ne avrà a ottanta. Se la carenza diventa cronica Chi dorme male per lungo tempo diventa più vulnerabile ai malanni. Come spiega Lino Nobili, responsabile del Centro di medicina del sonno dell’Ospedale Niguarda di Milano: «Bisogna distinguere però gli effetti immediati, come sonnolenza durante il giorno, stanchezza, mancanza di concentrazione, irritabilità, da quelli a lungo termine, che un deficit di sonno cronico può produrre. Un’insonnia prolungata può influenzare negativamente il sistema nervoso vegetativo e aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, avere ripercussioni sul sistema immunitario e facilitare un aumento di peso attraverso modificazioni del metabolismo. Il test su 15 prodotti Scegli il meno caro Abbiamo portato in laboratorio quindici prodotti a base di melatonina: 14 integratori (sono tutti da 1 mg) e l’unico farmaco in commercio (2 mg). Buone notizie, tutti contengono il quantitativo di melatonina dichiarato. Le differenze di prezzo sono però notevoli. L’integratore più economico,Melatonina Act, ha anche il vantaggio di essere privo di qualsiasi colorante ed edulcorante. Gli integratori, prezzo per dose • F&F S.r.l. Melatonina Act 0,08 € • EQUILIBRA Melatonina 0,09€ • MARCO VITI Melatonina Viti Retard 0,10 € • MARCO VITI Melatonina Viti Fast 0,10 € • MATT & DIET Melatonina Retard per prendere sonno 0,11 € • RADIUMFARMA BENESSERE Gocce della buonanotte 0,11 € • SPECCHIASOL Serenotte 0,12 € • ESI Melatonina Pura 0,15 € • MARVIT Sonno-Più 0,23 € • SOFAR Melatonina+Camomilla Forte 0,24 € • POOL PHARMA Melasin Up 0,26 € • MATT DIVISIONE PHARMA Melatonina Retard Valeriana Fast 0,27 € • ESI Melatonin Pura Fast 0,37 € • SANOFI Mag Notte 0,49 € Il farmaco,prezzo per dose • FIDIA Circadin 2mg 0.91€ Inoltre, può facilitare lo sviluppo di una depressione». Insomma, dormire sonni sereni non si può dire che scacci le malattie, ma aiuta a tenerle a distanza. Conoscerla per combatterla Sbaglia chi pensa che l’insonnia sia un disturbo, perché in realtà è il sintomo di altri problemi. Può dipendere da ansia o forte stress (eventi traumatici, pressioni sul lavoro, delusioni sentimentali...). Può essere legata a particolari malattie: quelle che portano a urinare di frequente, sindrome delle gambe senza riposo, depressione, problemi digestivi... Può essere l’effetto indesiderato di alcuni farmaci, come quelli per la pressione alta, per il cuore, per la tiroide, per l’asma, i contraccettivi orali, alcuni antidepressivi e paradossalmente persino quelli indicati per l’insonnia. Più banalmente potrebbe essere dovuta a cattive abitudini prima di andare a letto: consumo di alcol e di caffeina, pasti pesanti, attività sportiva troppo vicina al momento di coricarsi (va infatti evitata entro le 4-6 ore precedenti, se fatta prima invece è di aiuto), utilizzo serale di pc, tablet e smartphone. Quando la melatonina serve L’insonnia può anche dipendere dall’alterazione del cosiddetto “ritmo circadiano”, cioè del ciclo sonno-veglia, che è regolato dal nostro orologio biologico. Tipicamente questo sfasamento avviene durante i viaggi intercontinentali, a causa della differenza di fuso orario (jet > 113 testsalute 23 > leg) oppure se si fa un lavoro su turni. Il nostro orologio interno riesce ad adattarsi abbastanza bene se le variazioni sono nell’ordine di una-due ore, ma quando sono maggiori si desincronizza. È in questi casi che si è dimostrata utile l’assunzione (poco prima di coricarsi) di melatonina, a integrazione di quella che il nostro organismo normalmente produce da sé, e che proprio in queste situazioni (e non solo) ha difficoltà a sintetizzare a sufficienza. La melatonina è infatti l’ormone (prodotto dalla ghiandola pineale) cui si deve la regolazione del ciclo sonno-veglia. Si comporta come una specie di sentinella che dà all’organismo informazioni sulla durata del giorno e della L’insonnia può dipendere da ansia e stress, cattive abitudini, ma anche da una malattia notte. La secrezione dell’ormone del sonno generalmente comincia ad aumentare intorno alle ore 22, raggiungendo il suo picco verso le 2-4 del mattino, per poi diminuire progressivamente, fino a raggiungere i livelli minimi durante il giorno. Questo perché è proprio dalla luce, o meglio dalla sua carenza, che in gran parte dipende la produzione e il rilascio di melatonina. Più luce c’è, più la produzione di melatonina sarà inibita. Anche sostanze come la caffeina e l’alcol, oppure l’attività fisica, sono in grado di diminuire il livello di melatonina nel sangue. Invece lo favoriscono alimenti ricchi di un particolare aminoacido (triptofano): noci, arachidi, lupini, pistacchi, noci brasiliane. Ma anche latte, fagioli, fave, ceci e piselli. Sei più gufo o più allodola? Farmaci, attenti a effetti collaterali e dipendenza Contro l’insonnia si fa uso (e soprattutto abuso) di farmaci chiamati con nomi diversi: sonniferi, sedativi, ansiolitici, ipnotici. Facilitano il sonno perché rallentano il lavoro del cervello, ma possono creare forte dipendenza e hanno tutti effetti collaterali: sonnolenza durante il giorno, che compromette l’attenzione e la concentrazione, e quindi maggior rischio di incidenti; ansia, irritabilità e allucinazioni. Chi li assume può assuefarsi, cosa che spinge ad aumentare il dosaggio e a diventare così maggiormente dipendenti. Gli ipnotici più diffusi sono le benzodiazepine. Non andrebbero usati per più di 4 settimane, un limite che non viene quasi mai rispettato. Sono a carico del paziente, visto che si tratta di farmaci di fascia C con obbligo di ricetta. 24 testsalute 113 Non sono solo situazioni esterne come il jet leg o il lavoro su turni a mandare in tilt il nostro orologio biologico e rendere difficili sonni tranquilli. C’entrano anche il patrimonio genetico e la difficoltà di adattamento a ritmi di vita convenzionali. Ci spiega meglio Raffaele Manni, direttore del Centro di medicina del sonno dell’Istituto Mondino di Pavia: «Chi nasce “gufo”, cioè è geneticamente programmato per stare sveglio fino a tardi e addormentarsi nel cuore della notte, ha difficoltà ad adattarsi a orari di risveglio normali, cui la vita lavorativa e sociale lo costringe. Il contrario avviene nelle “allodole”, i soggetti che hanno la tendenza a anticipare di alcune ore il sonno, per svegliarsi molto presto la mattina». Per fortuna non si tratta di condizioni immutabili. «Si è osservato che la chiave di questi comportamenti sta nella curva di secrezione della melatonina da parte dell’organismo continua Manni -. Questa curva si può influenzare somministrando la giusta quantità di melatonina nel momento più opportuno. Per esempio, se il gufo assume cinque ore prima del suo picco secretorio una certa dose di melatonina, riuscirà ad anticipare di un paio d’ore il momento dell’addormentamento, e quindi a non andare in debito di sonno se Insonni digitali MAI A LETTO CON IL TABLET La luce dei display retro-illuminati fa crollare la produzione di melatonina deve svegliarsi alle sette del mattino». Il meccanismo è sicuramente affascinante, ma una “cura” di melatonina ad personam, che preveda dosaggio e momento di somministrazione personalizzati, è possibile solo se si conosce esattamente l’andamento della curva che segue la melatonina nel paziente da trattare. Esiste un test che riesce a “disegnare” questa curva. In Italia è possibile farlo soltanto tramite il Centro di medicina del sonno di Pavia. «Siamo un “tramite” - precisa Manni - visto che l’esame vero e proprio viene eseguito in Svizzera, nei laboratori Bühlmann. È comunque il nostro Centro a sottoporre a valutazione clinica il paziente che chiede di fare il test (non basta chiederlo per vederselo accordare) e a fornirgli il kit e le indicazioni precise cui dovrà scrupolosamente attenersi per fare la raccolta dei cinque prelievi di saliva necessari per le analisi». Qual è la giusta dose? Assodato che la melatonina funziona solo se l’insonnia è legata a un problema di ciclo sonno-veglia e che è efficace nel contribuire a ridurre il tempo richiesto per addormentarsi, quanta se ne deve assumere per mettere a posto le cose? Qui sorge qualche dubbio, soprattutto da parte di chi con la melatonina ha una consuetudine di lungo corso ed è abituato a dosaggi più alti rispetto a quelli consigliati attualmente. Se infatti fino alla fine del 2013 gli unici prodotti contenenti melatonina in commercio in Italia erano gli integratori, in dosaggi fino a 5 mg, a partire dall’anno che volge al termine è vietato commercializzare integratori con un dosaggio di melatonina superiore a 1 mg. Questa decisione è il risultato di un adeguamento al regolamento europeo 432/2012, il quale stabilisce che basta il consumo di 1 mg di melatonina per avere l’effetto benefico sul sonno. Una dose doppia, cioè 2 mg al giorno, è invece riservata al medicinale Circadin, primo e unico farmaco in Italia con melatonina. È un farmaco di fascia C (totalmente a carico del paziente) ed è acquistabile solo con la ricetta medica. Sul foglietto Così ti propizi i favori del dio della notte Associazione positiva Rendere la camera da letto un luogo che concilia il sonno: quieto, fresco e con un’illuminazione tenue. Se si non ci si riesce ad addormentare, meglio alzarsi e dedicarsi a un’attività rilassante, invece che rigirarsi tra le lenzuola. È fondamentale che il letto e la camera non vengano associati all’ansia del non dormire. Letto=dormire Non usare il letto per attività che non siano legate al riposo e all’intimità: niente tv, tablet e smartphone. Regolarità Stabilire orari regolari per cenare, andare a dormire e svegliarsi, da rispettare anche nel fine settimana e durante le vacanze. È necessario per ottenere una buona regolarità. Quando ci si sveglia presto, prima di quanto desiderato, meglio non restare a letto ma incominciare subito la propria giornata. Rituale Organizzare un rituale del sonno, cioè un insieme di buone abitudini che precedono il momento di andare a letto: leggere, fare un bagno caldo, bere un infuso o una camomilla. È utile legare il sonno a qualcosa di rilassante e piacevole. Giusta alimentazione Essere misurati a cena è importante: mangiare piatti semplici, poco conditi; scegliere alimenti che conciliano il sonno (noci, semi oleosi, legumi, banane, pasta, riso). Non alzare il gomito Nelle ore serali rinunciare a caffè, bevande alcoliche e sigarette. È vero che l’alcol induce sonnolenza, ma facilta anche le interruzioni del sonno. Niente sport di sera L’esercizio fisico, se svolto di giorno, è un aiuto contro l’insonnia. Va invece evitato di sera. illustrativo si legge: «Per il trattamento a breve termine dell’insonnia primaria (difficoltà persistente ad addormentarsi o a mantenere il sonno oppure una qualità del sonno scadente), in pazienti da 55 anni di età». Il farmaco costa troppo Poiché una dose (2 mg) del farmaco costa 0,91 euro, cioè oltre cinque volte di più rispetto alla stessa dose (due compresse da 1 mg) dell’integratore meno caro, la domanda sorge spontanea: se ci viene prescritto il farmaco Circadin, possiamo risparmiare acquistando l’integratore (e assumendone una dose doppia)? «Anche se assumere una certa quantità di principio attivo con due compresse, invece che con una sola, non sia la stessa cosa da un punto di vista dell’assorbimento - secondo Manni -, la sostituzione è tecnicamente possibile, a condizione che le due compresse di integratore siano di tipo retard, caratteristica che le rende più simili al Circadin». Retard significa che il rilascio di melatonina è più lento, per questo è in genere consigliato a chi ha il problema dei risvegli notturni, più che difficoltà ad addormentarsi. Chi invece prende la melatonina da tempo ed è abituato alle vecchie dosi può prendere più compresse di integratore? «Fino a 5 mg sembra non si rischino effetti indesiderati», lo afferma l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). L’invito però è di chiedere sempre prima a un medico: «Il fai-da-te per risolvere i disturbi del sonno è pericoloso e va assolutamente evitato» raccomandano gli esperti. 113 testsalute 25