Uno studio clinico dimostra che non solo la luce naturale, ma anche

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Uno studio clinico dimostra che non solo la luce naturale, ma anche la luce artificiale
può avere effetti biologici benefici sull’organismo.
Alessandra Biondi
Un ritmo circadiano stabile e regolare ha un notevole impatto sulla salute e il benessere
dell’individuo, per questo motivo gli effetti biologici della luce sono oggetto di attenzione
scientifica da diversi anni.
Tuttavia l'uomo moderno beneficia di rado della luce del sole sul posto di lavoro, facendo diventare
sempre più rilevante la questione se la luce artificiale può essere biologicamente efficace e
sostenere anche la sensazione di benessere e le prestazioni personali.
Una luce fredda con un’alta componente blu, durante l’orario di lavoro (>4000K) supporta
sicuramente l’attenzione, la concentrazione e le prestazioni lavorative, ma se non è seguita da una
luce con componente rossa può inficiare il naturale aumento di melatonina serale, con ripercussioni
sul sonno notturno. Al contrario una luce eccessivamente calda sul posto di lavoro (<3000K) non
favorisce la produzione di serotonina e si continua a produrre melatonina, con conseguente apatia,
mancanza di concentrazione e sensazione di stanchezza.
Uno studio clinico condotto dal ricercatore tedesco del sonno Dr. Dieter Kunz della 'Sleep Research
and Clinical Chronobiology‘ (http://www.schlafmedizin-berlin.de/mitarbeiter.php) ha ora
dimostrato l'efficacia biologica di particolari lampade da postazione di lavoro, analizzando la
produzione dell'ormone melatonina.
La lampada presa in esame è il modello LUCTRA® PRO dell’azienda tedesca DURABLE, nella
versione da tavolo, che oltre a prevedere il cambiamento durante la giornata della quantità di luce
emessa e della sua temperatura colore, rappresenta l’unica versione in commercio che lo può fare
automaticamente. L’utente, oltre a variare le caratteristiche della luce emessa manualmente, opzione
comune a molte lampade sul mercato, può beneficiare di un ciclo di illuminazione automatico,
personalizzato ed individuale, basato sul proprio orario di lavoro e sulle proprie prestazioni
lavorative. La lampada quindi non fornisce una luce statica e con le medesime caratteristiche per
tutto l’orario di lavoro, ma una luce che varia automaticamente nel corso della giornata lavorativa,
come quella naturale, seguendo e supportando così il percorso lavorativo del fruitore.
Alessandra Biondi
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Questo è dovuto all’ampio spettro di colore della luce delle lampade prese in esame, fornito da due
LED freddi (6500K) e due LED caldi (2700K), che opportunamente miscelati sono in grado di
fornire una luce quanto di più simile a quella solare, compresa cioè tra il bianco freddo con una
proporzione elevata di blu, e il bianco caldo, con un'alta proporzione di rosso.
Perché la luce artificiale può essere biologicamente efficace
L'occhio umano elabora queste informazioni utilizzando delle cellule specifiche, le cellule gangliari
della retina, trasferendole successivamente al nucleo soprachiasmatico (SCN) e alla ghiandola
pineale nel cervello, ovvero in quella porzione del cervello dove è controllato il nostro ritmo
circadiano, e quindi l'intero metabolismo del corpo, mediante l'equilibrio ormonale.
Le cellule gangliari della retina rappresentano infatti il terzo recettore del nostro occhio, recettore
che, a differenza di coni e bastoncelli, non è sensibile alla quantità di luce, e quindi preposto alla
visione, ma al colore della luce, condizionando la produzione di determinati ormoni, come
melatonina, serotonina o cortisolo. In caso di inadeguata esposizione alla luce naturale diurna, timer
principale del nostro orologio biologico, ecco che è possibile utilizzare avanzate soluzioni
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illuminotecniche che prevedono un uso sapiente, professionale e soprattutto personalizzato della
luce artificiale. Non solo illuminazione tecnica e normata volta alla visione, ma anche studiata e
progettata per promuovere il benessere, l’umore e la salute dell’individuo.
Dati principali e risultati dello studio
Nel corso di un test durato due mesi e mezzo tra luglio e settembre 2014, il gruppo di lavoro di
INTELLUX GmbH (http://www.intellux-berlin.de/) e della 'Sleep Research and Clinical
Chronobiology‘ di Berlino ha studiato gli effetti della luce emessa dalle lampade LUCTRA® sulla
produzione dell’ormone melatonina, regolatore del sonno.
I 16 soggetti, esaminati presso l'ospedale St.Hedwig di Berlino, sono stati sottoposti a cinque
diverse condizioni luminose. Due scenografie di illuminazione (luce tenue e luce brillante) sono
servite come situazioni di riferimento, altre tre situazioni sono state create utilizzando la lampada da
tavolo LUCTRA®: una luce bianco fredda a 6000 K (K=Kelvin=unità di misura per la temperatura
del colore), una luce bianco calda a 2700K, ed una intermedia a 3800 K. L'effetto delle diverse
condizioni di illuminazione è stato misurato utilizzando i livelli di melatonina nella saliva delle
persone sottoposte al test, che dovevano anche valutare il comfort visivo della luce. La valutazione
dello studio è terminata con un risultato inequivocabile: i cinque stati luminosi determinano
differenze significative per quanto riguarda la produzione di melatonina. La luce bianca calda
emessa dalle lampade non inficia la produzione di melatonina, tanto quanto quella soffusa, mentre
tutti gli altri stati di illuminazione hanno portato alla soppressione di melatonina.
Utilizzando quindi queste lampade sul posto di lavoro, è possibile regolare la temperatura di colore
della luce e la sua intensità come nel corso giornaliero della luce naturale, compensando così i
segnali luminosi mancanti dall’esposizione solare. In tal modo la soppressione della produzione di
melatonina di sera, che può portare a un possibile peggioramento della fase di rigenerazione
notturna, può essere combattuta efficacemente, senza inficiare le prestazioni lavorative.
Una sintesi e lo studio completo, possono essere scaricati da www.luctra.it gratuitamente previa
registrazione.
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