DORMIRE, FORSE SOGNARE… Alcuni personaggi famosi, come Napoleone, Papa Giovanni XXIII, Thomas Edison, Pirandello avevano in comune la caratteristica di dormire poco più di tre ore per notte senza conseguenze negative; per noi comuni esseri umani, gli strascichi notturni dell’insonnia sono invece: mancanza di concentrazione, stanchezza, irritabilità, talvolta depressione e spesso spiacevoli somatizzazioni. Gli ultimi studi indicano che per oltre il 20% degli italiani l’insonnia è diventata una compagnia cronica dell’esistenza, mentre molti altri presentano una situazione più sfumata, più soggettiva, dove il sonno è apparentemente normale, con una durata adeguata e pochi risvegli, ma non si rivela un riposo ristoratore lasciandoli al mattino stanchi e assonnati, come se non avessero dormito. Secondo un rapporto della rivista Nature Reviews Drug Discovery, il mercato farmaceutico delle pillole per dormire sta aumentando sempre di più, fatturando attualmente in Italia mezzo miliardo di euro, mostrando che gli italiani si rivolgono sempre di più ai farmaci per curare l’insonnia, usandoli però troppo e male, rischiando così di rendere cronico il disturbo e di sviluppare nel tempo una dipendenza dal farmaco. Nella maggior parte dei casi l’insonnia può essere contrastata adottando alcuni semplici accorgimenti di tipo psicologico ed evitando “cattive abitudini”. 1. evitare ritmi di vita irregolare o disordinati; 2. limitare soprattutto di sera l’assunzione di sostanze stimolanti (the, caffè, nicotina) e di alcool, il quale in dosi limitate rilassa, ma in quantità elevate favorisce i risvegli notturni; 3. nel pasto serale è preferibile eliminare la carne a favore di pasta, riso e verdure; 4. evitare esercizio fisico serale, che tende ad eccitare l’organismo; 5. piuttosto che girarsi e rigirarsi nel letto, è meglio alzarsi e prepararsi una bevanda calda di camomilla, tiglio o passiflora; 6. può risultare utile per le persone più stressate mentalmente imparare un metodo di rilassamento (come il training autogeno o lo yoga) per distendersi e diminuire la tensione dei muscoli; 7. evitare di utilizzare la camera da letto per attività come leggere, guardare la televisione o mangiare perché crea associazioni mentali tensive; 8. se abbiamo un bambino che fatica a dormire, è bene lasciargli per la notte un indumento della madre, che gli possa fornire un senso di rassicurazione, quando si sveglia durante la notte. Tra le abitudini più deleterie vi è poi quella di dedicare il momento del pre-addormentamento, a passare in rivista tutte le cose che non siamo riusciti a svolgere nella giornata o a programmare i compiti o le scadenze che ci attendono domani: la nostra mente entra in uno stato di ansia e di sovreccitazione, o addirittura di profonda preoccupazione e questa specie di “ninna nanna” al contrario, come conseguenza ci fa ritrovare in piena notte svegli e attivi come se dovessimo affrontare fin da subito una giornata di impegni; peccato che manchino ancora alcune ore al risveglio e al mattino siamo spossati, come se avessimo già affrontato gran parte della giornata. Solo quando ci rendiamo conto che tutti questi accorgimenti non producono gli effetti desiderati è consigliabile rivolgersi con fiducia ad uno specialista, che ci somministri sotto controllo, per un periodo limitato, dei sonniferi utili a ritrovare il sonno e riequilibrare il ciclo sonno-veglia. L’atteggiamento più salutare nei confronti dell’insonnia risulta quello di ammorbidire le nostre ansie di perfezione quotidiane, riportando il sonno alla sua funzione naturale: permetterci di abbandonarci e di riposare. Dott. Duilio Zanelli