La presente dissertazione prende le mosse dal caso del minore A.A. il quale
presenta una situazione patologica, di seguito illustrata, di ritardo mentale a
seguito di meningite.
SITUAZIONE OSSERVATA SULL’ALUNNO
L’alunno presenta un ritardo mentale lieve con difficoltà di apprendimento,
associato a disturbi del linguaggio e del comportamento con rapporto
d’insegnamento individualizzato di 1:4, ( così come si evince dalla diagnosi
clinica o funzionale).
Dalle prove di verifica iniziale relative alle conoscenze e alle competenze
acquisite nel precedente anno scolastico è emerso che il minore possiede
discreta padronanza delle abilità nelle diverse discipline.
Nell’ambito linguistico-espressivo possiede al minimo la tecnica della lettura:
legge brevi e semplici testi narrativi e con domande stimolo ne comprende il
contenuto globale.
Guidato compone brevi frasi di senso compiuto con riferimento ad esperienze
vissute. Evidenzia notevole difficoltà di pronuncia e di scrittura.
Disegna immagini complete e ricche di particolari, associando ed usando i
colori in modo appropriato. Predilige riprodurre ambienti reali.
Ha consolidato i concetti spaziali ( sopra-sotto; alto-basso; fuori-dentro), ha
bisogno di interiorizzare il concetto di destra e sinistra.
Ha consolidato il concetto dello scorrere del tempo nella giornata e il concetto
di oggi-ieri-domani.
Ha difficoltà a memorizzare i nomi e la successione dei giorni della settimana,
dei mesi, delle stagioni.
Riconosce le trasformazioni e i mutamenti nell’ambiente legati allo scorrere
del tempo.
Nell’ambito logico-matematico, sa operare le operazioni di base con l’ausilio di
strumenti meccanici.
Guidato con gli opportuni strumenti meccanici risolve semplici problemi con
una sola operazione.
Conosce e produce figure geometriche piane e sa riconoscerle nell’ambiente.
L’alunno per svolgere le attività didattiche ha bisogno di una guida costante
dell’insegnante, di continue stimolazioni e gratificazioni. La sua attenzione e
concentrazione sono di beve durata.
Dotato di limitate capacità di memorizzazione non è in grado di riutilizzare le
conoscenze pregresse.
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PATOLOGIA: LA MENINGITE
La meningite è un processo infiammatorio delle meningi, quasi sempre acuto e
clinicamente caratterizzato sia dai sintomi di una grave malattia generale, sia
da quelli particolari della compressione esercitata sul cervello e sul midollo
spinale dall’essudato ( siero o pus) che si forma nello spazio sottoaracnoideo.
Può essere secondaria ad infezioni generali ( tifo,polmonite, sepsi, gonorrea), o
a processi suppurativi di organi vicini ( sinusiti, otiti, mastoiditi) e lontani
( ascesso polmonare, empiema), a traumi del capo. Forma gravissima spesso a
esito letale è la meningite tubercolare, dovuta al trasporto ematogeno dei
bacilli di Koch da focolai preesistenti nell’organismo ( polmoni, ghiandole
linfatiche, ossa), caratterizzata da particolari manifestazioni di compromissione
delle meningi della base e dei nervi cranici ( apatia, torpore, sonnolenza, ptosi
palpebrale, strabismo, iperestesia cutanea, dermografismo, monoplegie).
Attualmente è curabile efficacemente con l’impiego della streptomicina ( per
via intramuscolare ed endorachidee) unitamente agli altri chemioterapici
antitubercolari ( idrazine dell’acido isonicotinico). La sifilide provoca
meningite a carattere cronico, soprattutto a carico della dura madre
( pachimeningite emorragica).
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Sintomi generali comuni alle varie forme di meningite sono: febbre elevata,
cefalea intensa, delirio, vomito, stispi, alterazione dei riflessi neuro-tendinei,
rigidità della nuca e del dorso ( segno di Kernig).
A carico del liquor cefalorachidiano ( prelevato mediante puntura lombare sia
a scopo diagnostico che curativo e decompressivo) si osservano varie e
caratteristiche
modificazioni:
aumento
di
pressione,
iperalbuminosi,
intorbidamento per presenza di polinucleati, di pus, di sangue, di fiocchetti di
fibrina. Particolare varietà clinica è la meningite cerebro-spinale, malattia
infettiva,
acuta,
contagiosa,
epidemica,
dovuta
al
meningococco
di
Weichselbaum, che solitamente predilige i bambini al di sotto dei 4 anni, a
insorgenza talora brusca e violente, a decorso spesso fulminante, ma
attualmente completamente dominata con l’impiego di antibiotici, e
chemioterapici.
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DEFICIT: IL RITARDO MENTALE
Si ha ritardo mentale quando vi è un funzionamento intellettivo generale
significativamente sotto la media, presente contemporaneamente a carenze nel
comportamento adattivo, con comparsa in età evolutiva ( definizione data da:
American Association on Mental Deficienty).
Per meglio comprendere il ritardo mentale va prioritariamente indicato cos’è
l’intelligenza.
L’intelligenza, dunque, può essere così definita:
-
Capacità di condurre un ragionamento astratto;
-
Capacità di adattarsi a situazioni mutevoli;
-
Capacità di trarre profitto dall’esperienza;
-
Capacità di acquisire abilità.
La stessa intelligenza può essere, ovvero manifestarsi, di diverse espressioni: 1.
astratta, 2. sociale, 3. pratica, 4. emozionale, ecc. .
La scienza medica negli anni addietro si è posta il problema di misurare
l’intelligenza, ossia di misurare il grado di intelligenza posseduta da un
individuo, questo è avvenuto con la creazione di test, detti anche reattivi
mentali di livello, tra i più noti si indicano: la scala di Stanford – Binet, le scale
di Wechsles, le matrici progressive e la scala di Brunet – Lézine.
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La più usata, la scala di Stanford – Binet, ha sei prove da sottoporre al soggetto
in esame e misura il quoziente intellettivo ( Q. I.) in forza della seguente
relazione:
QI = EM / EC x 100
Dove QI è il quoziente intellettivo, EM è l’età mentale e EC è l’età cronologica.
A seguito della misurazione si può determinare l’esistenza di un ritardo
mentale allorquando il quoziente intellettivo è uguale ed inferiore a 70 .
Da cui si può astrarre una tabella di riferimento ed indicativa per la
suddivisione del ritardo mentale nelle gradazioni data dal DSM – IV:
GRADO DEL RITARDO MENTALE
QI
Ritardo mentale lieve
Da 70 a 55-50
Ritardo mentale moderato ( o medio)
Da 55-50 a 40-35
Ritardo mentale grave
Da 40-35 a 25-20
Ritardo mentale gravissimo
Inferiore a 25-20
Dunque possiamo affermare che il ritardo mentale è la risultanza di abilità
intellettive inferiori alla norma ( dove il QI per i normodotati è superiore a 70)
e la limitazione in abilità adattive.
L’insieme dei comportamenti che permettono all’individuo di adattarsi
all’ambiente in cui vive esprime il funzionamento adattivo dell’individuo. Da
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cui si può parlare di esistenza di ritardo mentale quando una o più aree
adattive sono compromesse.
Le aree adattive da valutare clinicamente sono: la comunicazione, la cura di se
stessi, le abilità domestiche, le abilità sociali, la capacità di utilizzare le risorse
della comunità, l’autonomia, l’abilità nel provvedere alla propria salute e
sicurezza, l’abilità accademico – scolastiche, l’attività inerenti la gestione del
proprio tempo libero, l’attività lavorative.
Il ritardo mentale, dunque, può essere considerato la via finale comune di
fenomeni patologici in grado di compromettere il funzionamento de sistema
nervoso centrale. Esso trova le cause in due ordini di fattori.
Fattori genetici, trattasi di anomalie già presenti nel patrimonio genetico del
prodotto del concepimento, e che incidono direttamente o indirettamente sui
processi di formazione, differenziazione e sviluppo del sistema nervoso
centrale ( alterazioni genetiche e aberrazioni cromosomiche).
Fattori acquisiti, trattasi di noxae patogene che insistono dall’esterno sul
sistema nervoso centrale. In relazione all’epoca in cui si manifestano si
distinguono:
1. fattori acquisiti prenatali: infezioni acute materne ( citomegalovirus,
rosolia, toxoplasmosi), malattie croniche materne ( diabete, cardiopatie,
endocrinopatie),
le
intossicazioni
(
accidentali,
professionali,
voluttuarie), stati carenziali.
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2. fattori acquisiti perinatali: cause agenti tra la 27^ settimana di
gravidanza e la 1^ settimana di vita. Sono numerose condizioni
patologiche direttamente correlate al travaglio, al parto, all’immediato
adattamento post-partum ( sofferenze fetali acute = prima della
fuoriuscita del feto dal canale del parto; sofferenze neonatali acute =
subito dopo la fuoriuscita del feto dal canale del parto). Solitamente la
sofferenza fetale acuta determina le premesse per l’insorgenza di una
sofferenza neonatale. In tale gruppo vanno inserite anche patologie che
possono interessare il neonato ( ittero, infezioni, anemie, disturbi
metabolici).
3. fattori acquisiti postnatali: noxae patogene che intervengono dopo la 1^
settimana di vita ( infezioni, traumi, intossicazioni, disturbi metabolici).
Il DSM – IV individua, in relazione all’entità del deficit intellettivo, quattro
quadri clinici:
 ritardo mentale lieve
 ritardo mentale moderato ( o medio)
 ritardo mentale grave
 ritardo mentale gravissimo.
Le gradazioni rappresentate si possono evidenziare nella espressione dei
seguenti fattori.
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Il ritardo mentale lieve è difficilmente evidenziabile nei primi anni di vita. Il
periodo iniziale in cui si nota il problema è quello dell’inserimento nella
frequenza
scolastica,
quando
possono
sopraggiungere
difficoltà
nell’apprendimento. Fino all’età di circa vent’anni i soggetti affetti necessitano
di un sostegno nell’adattamento scolastico e sociale. Possono con specifico
aiuto conseguire un’autonomia sociale e lavorativa.
Il ritardo mentale moderato (o medio) ha eziologia organica e gli individui
affetti da tale patologia rimangono ad un’età mentale di 6/8 anni. Presentano
discrete capacità comunicative e con supervisione possono provvedere alla
cura della propria persona e allo svolgimento di lavori semplici. Hanno relativa
autonomia nei luoghi famigliari e possono discretamente adattarsi alla vita nel
contesto sociale, imparando magari a spostarsi senza aiuto impiegando mezzi
pubblici. Per ciò che concerne l’apprendimento scolastico, comprensione e uso
del linguaggio sono lenti e il vocabolario appreso è piuttosto limitato. A scuola
si manifesta uno sviluppo disarmonico delle discipline.
Il ritardo mentale grave ha origine organica e l’età mentale dell’individuo si
ferma ai 4/6 anni. I livelli del linguaggio sono minimi o assenti, presenta
l’olofrase tipica del periodo sensomotorio. Se opportunamente supportato,
l’individuo affetto può acquisire una competenza basilare della comprensione
di sé e le capacità di svolgere attività lavorative molto semplici in ambienti
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protetti e in presenza di personale specializzato. Può acquisire capacità per
riconoscere parole semplici per i bisogni primari.
Il ritardo mentale gravissimo comporta che il soggetto non è in grado di
svolgere le principali funzioni della vita quotidiana. La vita di relazione è per
lo più ridotta. Linguaggio per lo più assente o fortemente compromesso con
non più di 10/20 parole comprensibili con difficoltà. Il sostegno è necessario
per tutta la durata della vita e deve essere continuo.
Nello studio del ritardo mentale si è evidenziato che il funzionamento adattivo
non dipende soltanto dall’intelligenza ma anche da altri fattori tra i quali, in
particolare, quelli emozionali:
 tolleranza alle frustrazioni
 diluizione temporale dell’appagamento degli impulsi
 sicurezza emotiva
 piacere di essere e partecipare …..
Tutti questi, ed altri, sono fattori importanti nel determinare la qualità
dell’adattamento e dipendono in larga misura dalla qualità dei rapporti e dalle
relazioni precoci che il soggetto stabilisce con figure significative ( genitori,
fratelli, parenti, ecc.) .
La qualità delle relazioni precoci e gli stress psicologici influiscono
sfavorevolmente sulle capacità di adattamento emozionale del soggetto per cui
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diventano frequenti comportamenti inadeguati: inibizione, intolleranza,
impulsività, dipendenza, aggressività (auto – etero).
Infine si evidenzia che il ritardo mentale può avere profili di comorbilità con i
disturbi pervasivi dello sviluppo, con il disturbo da deficit di attenzione con
iperattività, con i disturbi d’ansia e con i disturbi dell’umore.
Tali disturbi sono 3 – 4 volte più frequenti che nella popolazione generale.
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N.B.: Fatti o riferimenti a persone realmente esistite ed esistenti è puramente
casuale, la ricostruzione del profilo è del tutto ipotetica.
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