Prognosi Associazione Italiana Gist, aprile 2007 I Gist hanno gradi diversi di aggressività clinica e di potenziale maligno. Dopo una diagnosi e un intervento chirurgico, sia il medico che il paziente vogliono poter stabilire se la chirurgia è stata risolutiva o se rimane il rischio di recidiva. Nel 2001 il National Institutes of Health (NIH) americano ha organizzato una conferenza a cui hanno partecipato numerosi esperti per discutere in merito alla diagnosi e cura dei Gist. Nel corso di questa conferenza è stato elaborato un documento comune (pubblicato dal Dott. Jonathan Fletcher nel 2002) in cui sono state formulate delle linee guida che aiutano a tracciare un quadro indicativo del rischio di recidiva o di metastasi nel Gist trattato chirurgicamente nell’adulto (il Gist pediatrico o Wild Type può mostrare un decorso e un potenziale maligno diverso). Queste linee guida sono sintetizzate nella tabella riportata di seguito e si basano principalmente sulla dimensione della massa (misurata nell’asse maggiore) e sulla conta mitotica. Tale criterio è necessariamente parziale, in quanto altri fattori individuali concorrono alla determinazione della prognosi (quali la rottura naturale o accidentale della massa e l’ottenimento di margini di resezione liberi da malattia). Da tale tabella non si evince una netta distinzione tra Gist maligni e Gist benigni. Infatti non esiste una chiara distinzione del grado di aggressività dei Gist, che appaiono di incerto potenziale maligno. In alcuni casi anche Gist di piccolissime dimensioni, con un apparente basso grado di malignità possono recidivare o originare metastasi alcuni anni dopo la resezione chirurgica. Esperti di Gist preferiscono evitare l’uso di termini quale “benigno” per definire un Gist, in quanto tutti i Gist sono potenzialmente a rischio di recidiva. Ciò premesso e sottolineato il valore indicativo e statistico di questa classificazione, le linee guida non sono da considerare valide per quei Gist che, al momento della diagnosi e dell’intervento chirurgico sono ad uno stadio metastatico. E’ stato raggiunto un consenso pressoché unanime nel ribadire che anche a seguito di un’apparente completa resezione di un Gist metastatico, una recidiva è possibile. Classi di Rischio nei Gist dell’adulto (Fletcher et al, 2002) Misura della massa (Dimensione massima) Conta mitotica Rischio molto basso <2 cm <5 / 50 HPF Rischio basso 2-5 cm < 5 / 50 HPF <5 cm 6-10 / 50 HPF 5-10 cm < 5 / 50 HPF >5 cm > 5 / 50 HPF >10 cm Qualsiasi Rischio intermedio Rischio alto HPF = High-power fields (campi ad alto ingrandimento). I livelli di rischio presentati nella classificazione del Dr. J. Fletcher sono stati suffragati da successivi studi sul rischio di recidiva dei Gist. Ne citiamo alcuni: (a) In una regione della Svezia, sono stati raccolti ed esaminati retroattivamente i dati di tutti i casi di Gist KIT-positivo registrati tra il 1983 ed il 2000. Tali dati hanno rivelato: - nessun caso di recidiva nel Gruppo a rischio molto basso; - meno del 3% di casi di recidiva nei Gruppi a rischio basso e intermedio; - 62,5% di casi di recidiva nel Gruppo ad alto rischio. (b) Uno studio analogo è stato condotto in Islanda e ha riguardato tutti i Gist diagnosticati negli anni tra il 1990 ed il 2003, tra cui sono stati individuati 52 casi di Gist KIT-positivi. Nessun caso di recidiva è stato riscontrato nella categoria di rischio molto basso. Il 20% dei pazienti appartenenti al Gruppo di rischio intermedio hanno presentato delle recidive, così come il 46% dei pazienti del Gruppo ad alto rischio. (c) Uno studio giapponese ha seguito 80 casi di Gist ed ha riscontrato che solo il 4,5% dei casi appartenenti al Gruppo di rischio intermedio ha presentato delle recidive, rispetto al 38,8% dei casi di recidiva di pazienti collocati nel Gruppo ad alto rischio. Nonostante l’eterogeneità dei risultati, questi studi confermano la validità delle linee guida sul grado di rischio elaborate dal Dr. Fletcher. Altri studi hanno evidenziato che la conta mitotica potrebbe avere maggiore importanza nel definire il rischio di recidiva rispetto alla dimensione del tumore. Uno studio italiano del 2006 (Bearzi et al) ha riesaminato 158 casi di Gist analizzati presso uno stesso laboratorio di patologia dal 1990 al 2003. Tali risultati hanno ampiamente riconfermato quanto già rilevato dal Dr. Fletcher: - nessun paziente delle categorie di rischio basso e molto basso è deceduto per Gist solo 2 su 32 pazienti appartenenti al Gruppo di rischio intermedio sono deceduti per Gist; nel Gruppo ad alto rischio, la chirurgia è stata risolutiva nel 49% dei pazienti mentre il 39% è deceduto (ma precisiamo che questi dati si riferiscono al “periodo pre-Glivec”) e il 12% è sopravvissuto grazie al trattamento farmacologico con Glivec somministrato dopo la recidiva. Lo studio più ampio che sia stato condotto sui Gist (Dr. M. Miettinen, 2004) ha ribadito che, per la determinazione del grado di rischio, la conta mitotica ha significatività maggiore rispetto alla dimensione del tumore. L’86% dei tumori di dimensioni maggiori di 10 cm e con mitosi di numero maggiore a 5/50 HPF ha generato metastasi mentre si scende all’11% per i tumori di dimensioni maggiori ai 10 cm e con mitosi inferiori a 5/50 HPF. Molti studiosi hanno riscontrato che il rischio di recidiva sembra variare anche in relazione all’organo in cui il tumore ha avuto origine. I Gist che colpiscono lo stomaco sembrano essere meno aggressivi di quello originati in altri organi dell’apparato gastrointestinale, specialmente nell’intestino tenue. E’ per questa ragione che nel 2002, il Dr. Miettinen ha proposto dei livelli di rischio differenziati tra i Gist che interessano lo stomaco e quelli che colpiscono l’intestino. Classi di rishio nei Gist dell’adulto (Miettinen et al, 2002) Probabilmente “benigno” (dove il termine indica “comportamento clinico poco aggressivo”) intestino stomaco intestino Probabilmente “maligno” Potenziale maligno incerto o basso stomaco intestino stomaco diametro max. <2 cm e conta mitotica <5 / 50 HPF diametro max. <5 cm e conta mitotica <5 / 50 HPF diametro max. > 5 cm conta mitotica > 5 / 50 HPF diametro max. > 10 cm conta mitotica > 5 / 50 HPF diametro >2 cm e <5 cm conta mitotica <5 / 50 HPF diametro >5 cm e <10 cm conta mitotica <5 / 50 HPF o o e e Altre caratteristiche del tumore sono spesso associate ad un rischio di malignità, come ad esempio la presenza di necrosi, infiltrazioni in tessuti adiacenti, aggressione delle mucose e vascolarizzazione molto diffusa (presenza di vasi sanguigni nei tessuti tumorali). I tumori che presentano mutazioni nell’esone 9 sembrano essere piu’ aggressivi di quelli che mutano nell’esone 11. La resezione completa del tumore con margini microscopicamente liberi da malattia (R0) offre le migliori prospettive di guarigione; una resezione con margini non microscopicamente liberi (R1) è meno promettente (anche se non necessariamente implica una ripresa di malattia nel futuro), ma la resezione incompleta con margini non liberi (R2) aumenta il rischio di recidiva. La rottura del tumore (sia che avvenga durante il trattamento chirurgico che prima ancora della diagnosi stessa del tumore) aumenta le probabilità di recidiva in quanto le cellule tumorali possono spandersi ed attecchire nella cavità addominale. (N.B. Margini di resezione macroscopicamente liberi significa che, ad occhio nudo, il chirurgo che ha effettuato l’intervento non rileva infiltrazioni ne’ segni di malattia visibile. Margini microscopicamente liberi, invece, segnalano l’assenza di malattia nei tessuti esaminati al microscopio) E’ bene tener presente che i risultati degli studi in merito alle recidive dipendono molto dagli intervalli di tempo con cui i pazienti sono monitorati per il follow-up. Sebbene la malattia si ripresenti frequentemente (in forma recidivante o metastatica) nei due anni immediatamente successivi alla resezione del Gist originario, ci sono casi di ripresa di malattia dopo un piu’ lungo intervallo. Quindi il follow-up deve prevedere controlli regolari e continuati nel tempo. Associazione Italiana Gist A.I.G. – aprile 2007