Invecchiamento Cerebrale e Malattia di Alzheimer Rossella Liperoti Centro di Medicina dell’Invecchiamento Ce.M.I. Università Cattolica del Sacro Cuore - Roma Invecchiamento Cerebrale L’invecchiamento si associa ad una fisiologica modificazione dello stato cognitivo - Rallentamento dei processi di apprendimento - Rallentamento della velocità di esecuzione delle prove di performance - deficit di memoria Queste modificazioni sono stabili e non influenzano l’autonomia funzionale dell’anziano nella vita quotidiana Invecchiamento Cerebrale A partire dai 30 aa il nostro cervello comincia a perdere per un processo di morte cellulare programmata (apoptosi) un numero di neuroni progressivamente maggiore…fino a centomila al giorno >70aa Dai 30 ai 75 aa il cervello perde fino al 10% del suo peso e fino al 20% del suo rifornimento di sangue Ridondanza Il numero di neuroni è di gran lunga superiore a quello necessario per tutte le attività cerebrali Plasticità Capacità delle cellule nervose di apprendere nuove funzioni DEMENZA La parola ‘DEMENZA’ indica un gruppo di malattie del sistema nervoso centrale che causano un progressivo declino nelle capacità di una persona di ricordare, pensare, imparare e svolgere le attività del vivere quotidiano. Le principali abilità compromesse sono: Memoria Orientamento Pensiero Giudizio Emozioni Comportamento Quanto è frequente la demenza? La maggior parte delle persone anziane NON ha la demenza. La demenza NON fa parte del normale invecchiamento La demenza può comparire anche in età adulta ma è più frequente dopo i 65 anni. Epidemiologia I malati di demenza sono circa 1 milione nel nostro Paese, oltre 6 milioni in Europa e oltre 30 milioni nel mondo. Tali numeri sono destinati ad aumentare nel tempo e si stima che possano raddoppiare entro il 2020. Prevalenza della Demenza Lobo et al. Neurology 2000 Cause di Demenza: prevalenza Causa Alzheimer Demenza Vascolare Depressione Abuso di Alcol Idrocefalo normoteso Cause metaboliche, Farmaci Neoplasie Parkinson % 57 13 4.5 4.2 1.6 1.5 1.5 1.2 Malattia di Alzheimer • E’ la forma più frequente di demenza • E’ un processo degenerativo che consiste nella progressiva perdita neuronale Deposito di sostanze all’interno del neurone (grovigli neurofibrillari e proteina tau) e all’esterno (placche di amiloide) Distruzione del neurone e deficit neurotrasmettitoriale Atrofia Cerebrale Malattia di Alzheimer: lesioni patologiche Atrofia Cerebrale Soggetto anziano normale Soggetto con malattia di Alzheimer Lobo temporale • E’ il lobo della MEMORIA (Ippocampo): – Visiva – Semantica/verbale – emozionale • Comprensione del linguaggio • Elabora e interpreta input dai nervi acustici • Emozioni, affetto, sessualità (Amigdala) Disturbo di memoria: sintomo di esordio più frequente Memoria Capacità di codificare, conservare, consolidare, immagazzinare ed infine rievocare informazioni ed esperienze derivate dall’ambiente e dall’attività di pensiero. Fattori di rischio Età Fattori genetici (esiste una familiarità per le forme giovanili; esiste una sucettibilità genetica) Fattori vascolari (ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, fumo) Fattori ambientali (bassa scolarità, sedentarietà, ‘pensionamento mentale’) La Storia Naturale della Malattia di Alzheimer 30 Iniziale Moderato Severo Sintomi Cognitivi MM SE score 25 20 Perdita di autonomia 15 Disturbi Comportamentali 10 Istituzionalizzazione 5 Morte 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5 5.5 6 6.5 7 7.5 8 8.5 9 anni Feldman H, Gracon S. In: Clinical Diagnosis and Management of Alzheimer’s Disease. 1996:239-253. Ashford et al., 1995 Fase Iniziale Deficit di memoria che compromette le attività quotidiane Difficoltà nell’eseguire compiti usuali Difficoltà di linguaggio – anomia Disorientamento nel tempo e nello spazio Ridotta capacità di giudizio Difficoltà di ragionamento astratto Collocazione di oggetti in posti sbagliati Cambiamenti di umore e comportamento Cambiamenti di personalità Perdita di iniziativa Fase Intermedia Peggioramento disturbo di memoria Maggiore compromissione delle attività quotidiane Difficoltà a riconsocere e orientarsi anche in ambienti familiari Difficoltà di linguaggio – anomia Agnosia (difficoltà a riconscere volti, luoghi, oggetti noti) Aprassia (perdita della capacità di coordinare movimenti volontari) Comportamenti inappropriati in pubblico Riduzione del linguaggio spontaneo Deliri, allucinazioni Agitazione psico-motoria Turbe del sonno Fase Finale Totale dipendenza funzionale del malato Incapacità ad esprimersi Incapacità a camminare Incapacità a riconoscere familiari Incapacità a capire o interpretare eventi Incapacità ad orientarsi dentro la propria abitazione Incontinenza doppia Disturbi di deglutizione Malnutrizione, disidratazione, decubiti Infezioni (polmonite) Il Caso di Auguste D. ‘The first noticeable symptom of illness shown by this 51-year-old woman was suspicioness of her husband . [At times] believing that people were out to murder her, [she] started to scream loudly. At times she…seems to have auditory hallucinations.’ A. Alzheimer, 1907 Disturbi Psico-Comportamentali I disturbi del comportamento sono spesso indicati con la sigla inglese BPSD (Behavioural & Psychological Symptoms of Dementia) e si verificano in circa il 90 % delle persone con demenza in qualunque epoca della malattia Presentazione Clinica Depressione Aggressività Agitazione Psicomotoria BPSD Psicosi Apatia L’importanza dei disturbi psico-comportamentali Sono associati a: Declino cognitivo più rapido Declino funzionale più rapido e marcato Impiego di farmaci psicotropi con aumento di effetti collaterali Aumentata morbidità e mortalità Aumento del carico assistenziale Grave rischio di sindrome da stress psicologico per il caregiver Incremento del tasso di ospedalizzazione Precoce istituzionalizzazione Incremento dei costi di assistenza Cause dei Disturbi PsicoComportamentali Difficoltà di comunicazione – Il paziente : • Può essere incapace di esprimere i propri bisogni • Può avere disturbi del linguaggio • Può avere deficit sensoriali Comunicazione 7% 38% 55% Body Language Tone of voice Words Cause dei Disturbi PsicoComportamentali Difficoltà di comunicazione – Comunicare è troppo complicato – Comunicare espone al confronto – Difficoltà di comprensione (il paziente non riceve adeguate spiegazioni) Comunicazione Il comportamento del paziente con demenza riflette l’umore delle persone che gli stanno accanto Ausili per la vista e l’udito sono utili Disturbi sensoriali (cataratta, tappi di cerume) devono essere trattati La comunicazione è facilitata da un ambiente calmo Il linguaggio e la cultura del paziente devono esssere considerati Il Trattamento Non esiste una cura Esistono farmaci sintomatici che migliorano i sintomi cognitivi e comportamentali Sperimentazioni in corso (nuovi farmaci sintomatici, GAG-mimetici, vaccino) Trattamento dei Disturbi PsicoComportamentali Valutazione del tipo, intensità e frequenza dei sintomi Ricerca e trattamento di cause organiche e fattori precipitanti Supporto informativo ed educazionale per il caregiver Trattamento non farmacologico Trattamento farmacologico quando i sintomi diventano particolarmente disturbanti per il paziente, il caregiver ed il nucleo familiare Finkel et al., 1996. Resiberg B, 2000 Trattamento Non Farmacologico Interventi indirizzati al paziente e alla famiglia Interventi ambientali Terapie comportamentali Interventi di carattere ricreativo Musico-terapia Attività fisica Stimolazione multisensoriale Rassicurazione (contatto fisico, tono Mittelman MS et al., 1996. Gwyther LP, 1998 della voce)