Necessità assistenziali nel desease management del paziente con

Necessità assistenziali nel
disease management del
paziente con demenza
Maria Del Pesce
U.O. di Neurologia
Senigallia ( AN)
Gestire la cronicità in un’ottica di comunità. Esperienze, idee,soluzioni e
confronto a livello nazionale ed internazionale.
Ancona 30-31/10/2012
DEMENZA

Condizione caratterizzata dallo sviluppo
di molteplici deficit cognitivi che devono
essere
sufficientemente
gravi
da
provocare
una
menomazione
del
funzionamento lavorativo e sociale e
devono rappresentare un deterioramento
rispetto ad un precedente livello di
funzionamento (DSM IV)
DEMENZA


Patologia cronica, di lunga durata caratterizzata
dalla presenza di sintomi cognitivi a decorso
ingravescente e di sintomi non cognitivi, che
porta inevitabilmente alla dipendenza in tutte le
attività della vita quotidiana.
Ha un percorso complesso e drammatico,
interessante diversi nodi e figure, mediche e
non, con compiti specifici, che necessariamente
debbono collegarsi fra loro
QUINDI…………..

-
L’approccio assistenziale è diverso da quello
tradizionale: deve essere incentrato sulla
persona malata nella sua totalità e sulla
sua famiglia come luogo elettivo di cura e
deve essere in grado di fornire supporti
diversi a seconda delle necessità e della
gravità durante l’intero arco della malattia.
RICHIEDE
Continuità delle cure per periodi di lunga durata
Integrazione tra le prestazioni sanitarie e sociali
erogate in ambiti di cura molto diversificati ( a
seconda dello stadio di malattia)
-
Stretta collaborazione tra i diversi operatori
Epidemiologia delle demenze
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
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Prevalenza del 5,3% (maschi) e del 7,2% (femmine)
dopo i 65 anni
Raddoppio ogni 5 anni di età
Interessa oltre il 30% della popolazione sopra gli 85
anni
Incidenza annuale: 11,9 nuovi casi ogni 1000 abitanti
dopo i 65 anni
Nelle Marche il 22,5% della popolazione ha più di
65 aa
Per il 2030 è previsto un aumento del 250% della
popolazione anziana
DEMENZA
=
EMERGENZA
SOCIO-SANITARIA
 Percorso
assistenziale nella
zona di Senigallia per i
pazienti affetti da demenza


Istituzione delle UVA : D.M. n.214 del
20/07/2000
Progetto Regionale Alzheimer: Delibera
regionale del giugno 2002
Zone pilota: Fano, Senigallia e San
Benedetto del Tronto
Identificazione bisogni
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Diagnosi ed informazione
Comunicazione della diagnosi
Interventi assistenziali: farmacologici e
non farmacologici
Problemi gestionali, di aiuto al caregiver;
accesso ai servizi; tutela sociale e
giuridica
Interventi sanitari,comorbilità
Attività formativa
FORMAZIONE

Diretta agli operatori : MMG, medici

Diretta ai familiari
ospedalieri, infermieri, assistenti sociali, OSS,
fisioterapisti, logopedisti, animatori, operatori
delle case di riposo e delle RSA
Fase Pre-diagnostica e Diagnostica
•
•
•
MMG
Psicometrista
Ambulatorio dedicato
(UVA, attiva poi in tutte le fasi della malattia)
-
Valutazione del paz. sulla scorta di un percorso diagnostico
strutturato ( e predefinito)
Programmazione, se necessario, di approfondimenti diagnostici
Informazione
al paziente e alla famiglia sulla patologia
(decorso, prognosi, etc)
Informazione sui diritti del malato e dei suoi familiari fornendo
anche la certificazione e i presidi necessari
Mantenimento del collegamento col MMG
Follow up
Interventi assistenziali e problemi
gestionali



Trattamento farmacologico e non ( per disturbi cognitivi e
psico-comportamentali)
Compilazione dei piani terapeutici
Avvio ai servizi sanitari e sociali:
ATTIVAZIONE
UVD
specialista,medico
assistente sociale)
TERRITORIALE
responsabile
delle
( MMG, medico
cure
domiciliari,
-
Ingresso nelle strutture residenziali ( Centro Diurno,
-
Cure domiciliari
RSA, etc)
Interventi sanitari- comorbilità
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ADI
Neurologo del territorio
Reperibilità telefonica neurologo
ospedaliero
Percorsi preferenziali ospedalieri
(attualmente in fase di organizzazione solo per
odontoiatria)
Centro diurno Alzheimer
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Attivato nel 2003 ( Comune, Azienda Sanitaria,
Opera Pia Mastai Ferretti)
Dispone di 20 posti accreditati
E’ attivo dalle 8.30 alle 18.30 per 215 giorni all’anno
Vi operano educatori, animatori, fisioterapisti,
infermieri, OSS,psicologi, medici
Fornisce anche sostegno psicologico ai familiari
(riunioni di gruppo periodiche)
Importante luogo di incontro tra operatori, pazienti
e familiari
Caffè Alzheimer
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Attivato nel 2009 dalla cooperativa sociale
“Progetto Solidarietà”
Spazio a disposizione di familiari, operatori e malati
di Alzheimer in compagnia dei loro caregivers
Equipe multidisciplinare
Molteplici occasioni di incontro:
Momenti ricreativi ed informali
Percorsi tematici su alcune tematiche legate alla malattia
Gruppi di sostegno per familiari
Corsi specifici ( ABC, approccio capacitante, etc.)
Caffè Alzheimer


Grande momento di socializzazione
Grande
momento
di
professionale e umana
operatori
crescita
per gli
Criticità

Mancanza di uno sportello Alzheimer
(disponibilità della Segreteria per le cure domiciliari)
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
Insufficiente assistenza psicologica
Difficoltà di coordinamento
Conclusioni
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La vera carenza non è quella di strutture e di
operatori, ma quella di un piano organico e
diffuso sul territorio che eviti gli interventi
socio-sanitari “a singhiozzo” o scarsamente
coordinati
Non sono i pazienti e i care-givers che devono
adeguarsi
all’organizzazione
sanitaria.
Va
costruito un sistema che, in maniera flessibile e
dinamica, vada di volta in volta definito
sull’evoluzione dei bisogni del paziente e della sua
famiglia
R.O.A.D.
(Rete operativa assistenziale per le demenze- Progetto UNIVA di
Foggia, 2012)

Necessità di progettare ed attuare
una
struttura
funzionale
di
integrazione puntuale tra tutte le
strutture operanti nel settore