La presa in carico del paziente e della famiglia Maria Paola Barbieri La demenza è una malattia: • Frequente: In Italia sono 1.000.000 circa i casi di demenza e circa 3 milioni di familiari sono coinvolti direttamente nell’assistenza ai pazienti (Alzheimer Europe Yearbook, 2008). Sono circa 30.000 i malati in Liguria • Cronica : può durare ben oltre dieci anni • Complessa: coinvolge il paziente in ogni suo aspetto personale(cognitivo, psichico e somatico)e relazionale, e tocca anche la famiglia, coprotagonista dall’inizio alla fine del percorso di malattia Cronicità nella malattia di Alzheimer Inizio della malattia Pre--DA Pre Lieve Lieve--Moderata 25 Diagnosi Intermedia Grave Sintomi cognitivi Perdita dell’autosufficienza 17 Decadi MMSE Comparsa dei sintomi Disturbi del comportamento 10 Ricovero in strutture sanitarie 5 Morte 0 0 2 4 6 Anni Adattata da Gauthier S. ed. Clinical Diagnosis and Management of Alzheimer’ Alzheimer’s Disease. 1996. 8 10 Clinical Dementia Rating Memoria CDR 0 NORMALE CDR 0.5 DEMENZA DUBBIA CDR 1 DEMENZA LIEVE CDR2 DEMENZA MODERATA CDR3 DEMENZA GRAVE Memoria adeguata o smemoratezza occasionale Lieve smemoratezza permanente; parziale rievocazione di eventi Perdita memoria modesta per eventi recenti; interferenza attività quotidiane Alcune difficoltà nel tempo; possibile disorientamento topografico Difficoltà moderata; esecuzione di problemi complessi; giudizio sociale adeguato Perdita memoria severa; materiale nuovo perso rapidamente Usualmente disorientamento temporale, spesso parziale Difficoltà severa esecuzione di problemi complessi; giudizio sociale compromesso Perdita memoria grave; rimangono alcuni frammenti Nessuna pretesa di attività indipendente fuori casa. In grado di essere portato fuori casa Interessi ridotti, non sostenuti, vita domestica ridotta a funzioni semplici Nessuna pretesa di attività indipendente fuori casa. Non in grado di uscire Perfettamente orientato Orientamento Giudizio soluzione problema Attività sociali Risolve bene i problemi giornalieri; giudizio adeguato rispetto al passato Dubbia compromissione nella soluzione di problemi; analogie differenze Attività indipendente e livelli usuali nel lavoro, acquisti, pratiche burocratiche Solo dubbia compromissione nelle attività descritte Incapace di compiere indipendentemente le attività, ad esclusione di attività facili Casa e tempo libero Vita domestica e interessi intellettuali conservati Vita domestica ed interessi intellettuali lievemente compromessi Cura personale Interamente capace di curarsi della propria persona Richiede facilitazione Lieve ma sensibile compromissione della vita domestica; abbandono hobbies ed interessi Richiede aiuto per vestirsi, igiene, utilizzazione effetti personali Richiede molta assistenza per cura personale; non incontinenza urinaria Orientamento solo personale Incapace di dare giudizi o risolvere problemi Nessuna funzionalità fuori dalla propria camera Richiede molta assistenza per cura personale; incontinenza urinaria CDR 4: DEMENZA MOLTO GRAVE il paziente presenta deficit severo di linguaggio o della comprensione, problemi nel riconoscere i familiari, incapacità a deambulare in modo autonomo, problemi ad alimentarsi da solo, nel controllare la funzione intestinale o vescicole. CDR 5: DEMENZA TERMINALE vegetativo, allettato, incontinente Il paziente richiede assistenza totale perché completamente incapace di comunicare, in stato Modello della complessità comorbilità Sintomi cognitivi Stato funzionale Sintomi non cognitivi ambiente Nella medicina della complessità curare vuol dire mantenere nel migliore equilibrio possibile il sistema Complessità della malattia richiede multidimensionalità della valutazione Dalla complessità nasce l’esigenza di fornire una risposta terapeutica e di aiuto altrettanto articolata, che può avvenire soltanto con una presa in carico globale ,in grado di prestare attenzione alla storia clinica e alla biografia del paziente , prescrivere terapie farmacologiche e non farmacologiche, curare le comorbilità , fare formazione e counselling verso i familiari, e che non trascuri gli aspetti di protezione e tutela , anche sul piano legale come la promozione e l’avvio dell’istituto dell’amministrazione di sostegno Metodi a confronto Acuzie/cronicità cura standard/presa in carico • Intervento specialistico basato sulla fase di malattia o sull’organo ammalato (specialista unico) • Intervento di un team di esperti (UVA, UVM..) • Disinteresse per eventuali altre problematiche(somatiche, funzionali, psicologiche, sociali.. , delegate ad altri ) • Attenzione alla comorbilità e al politrattamento farmacologico, all’ambiente.: valutazione multidimensionale • Massima intensità di attenzione nella fase diagnostica • Appoggio lungo tutta la storia clinica, anche ai familiari • Luogo di cura tipico :ospedale • Luogo di cura tipico : domicilio • Obiettivo: guarigione • Obiettivo : benessere , ricerca del miglior equilibrio possibile in ogni fase la presa in carico è un viaggio Nella presa in carico la cura si fa progetto , comprende la famiglia e l’ambiente, sa accompagnare cercando un equilibrio sempre diverso nell’evolversi delle situazioni, sa valutare tutti gli aspetti ,tende al benessere Come guidare una nave attraverso i marosi, lo scopo è il viaggio in sé . Quello della demenza è lungo e difficile fare diagnosi e prescrivere terapia non basta…Ma è indispensabile.. ● ● diagnosi significa il riconoscimento di uno status di paziente , dare una spiegazione dei disturbi, conoscerne l’evoluzione Fare diagnosi significa ri-conoscere significa possibilità di accesso ai servizi dedicati, inserimento in percorsi terapeutici, sostegno alla famiglia…Fare diagnosi significa avere in mano la chiave che apre la porta dell'assistenza Ma fare diagnosi non è così ovvio..... Casi diagnosticati 20-50% Casi non diagnosticati 50-80% Alzheimer’s Disease International Word Alzheimer Report 2011 The benefit of early diagnosis and intervention Ministero della salute • • • • • La terapia farmacologica è solo un aspetto dell’approccio terapeutico al paziente demente, che deve necessariamente essere globale (farmacologico, riabilitativo e socio-assistenziale), incentrando l’interesse sulla persona malata nella sua totalità, provvedendo alla sua gestione nelle varie fasi della malattia, fornendo supporti diversi a seconda delle necessità o della gravità della malattia stessa…. Si tratta di un’assistenza di natura sostanzialmente diversa da quella tradizionale, caratterizzata da nuove modalità di erogazione, basate sui principi della continuità delle cure per periodi di lunga durata e dell’integrazione tra prestazioni sanitarie e sociali erogate in ambiti di cura molto diversificati tra loro (assistenza continuativa integrata). E’ indispensabile che la continuità delle cure sia garantita tramite la presa in carico del paziente da parte dei servizi e delle istituzioni, allo scopo di coordinare tutti gli interventi necessari al superamento delle condizioni che ostacolano l’inserimento nel tessuto sociale o che limitano la qualità della vita del malato. L’ambiente familiare rappresenta quasi sempre la soluzione di assistenza più adeguata, grazie alla ricchezza di contenuti umani e relazionali; i servizi devono quindi tendere a mantenere la persona nel suo ambiente di vita, supportare la famiglia, offrire soluzioni alternative, quando il supporto manca o viene meno, assicurare continuità assistenziale mediante dimissioni programmate. Fonte: Direzione Generale Prevenzione – Ufficio V (c.c. – Redazione Ministerosalute.it – settembre 2002)Data pubblicazione: 17 settembre 2002 Ministero della salute Gestione Integrata per la continuità assistenziale …........la presa in carico prevede l'inserimento del paziente in un percorso clinico-assistenziale dove, a seconda delle fasi della malattia, il clinico o il centro esperto definiscono, in accordo con gli interessati, l'intervento più appropriato. Nella Gestione Integrata il paziente e i suoi cari rappresentano il centro di una rete di cui fanno parte i servizi specialistici ambulatoriali, i centri diurni, i servizi di assistenza domiciliare, le residenze sanitarie assistenziali (RSA), le lungodegenze, l'ospedale Da "Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2007-2008" Chronic Care Model-Regione Toscana PROGETTO SPERIMENTALE OTTOBRE 2010. • Obiettivo n. 1Garantire una valutazione precoce e una diagnosi corretta • Obiettivo n. 2 Informare e formare i familiari, gli operatori coinvolti nell’assistenza e i cittadini. • Obiettivo n. 3 Mantenere il più a lungo possibile le persone affette da demenze nell’ambito familiare. • Obiettivo n. 4 Fornire un servizio assistenziale adeguato in centri diurni, residenze sanitarie e in residenze protette. • Obiettivo n. 5 Fornire un servizio assistenziale adeguato in caso di scompenso acuto. In caso di ricovero in Ospedale, migliorare l’assistenza fornita • Obiettivo n. 6 Sviluppare la sperimentazione e la ricerca • Obiettivo n. 7 Collegare in rete tutte le unità e le sedi coinvolte nel percorso assistenziale Le criticità oggi: ovvero la presa in carico che non c’è .. ancora • • • • La frequente mancanza di diagnosi Difficoltà a trovare un riferimento unitario Difficoltà a orientarsi tra i servizi Mancanza di continuità assistenziale e scarsa integrazione tra i servizi • Reparti ospedalieri inadeguati alla gestione dell'acuzie del demente • Mancanza di posti in residenze sanitarie, soprattutto di sollievo La multidimensionalità dei bisogni deve diventare problema dei servizi non delle persone (A.Fabbo resp.progetto demenze AUSL Modena)