DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE n° 341 del 19 novembre 2010

CITTÀ DI MONTESARCHIO
(PROVINCIA DI BENEVENTO)
DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE n° 341 del 19 novembre 2010
O G G E T T O : ADESIONE INIZIATIVA DI MARKETING
TERRITORIALE
“IL
SANNIO
IN
FIGURINE”
L'ANNO DUEMILADIECI il giorno diciannove del mese di novembre alle
ore 12,30 con prosieguo, nel Palazzo del Comune di Montesarchio, si è
riunita la Giunta Comunale con la partecipazione dei sig.ri:
1) Sig. Antonio DE MIZIO
2) Sig. Luigi SCHIPANI
3) Sig. Michele TANGREDI
4) Rag. Giuseppe MAURIELLO
5) Avv. Marcella SORRENTINO
6) Geom. Antonio LANZOTTI
7) Ing. Giuseppe CECERE
VICE SINDACO - PRESIDENTE
COMPONENTE
COMPONENTE
COMPONENTE
COMPONENTE
COMPONENTE
COMPONENTE
SONO ASSENTI:
1) Antonio IZZO
SINDACO
IL PRESIDENTE constatata la validità dell'adunanza, dichiara
aperta la seduta.
Verbalizza la seduta il Segretario Generale Dott.ssa Brunella Asfaldo.
PARERI EX ART. 49 D.Lgs. n° 267/2000
Il Responsabile SETTORE AA.GG. in ordine alla regolarità tecnica esprime parere
favorevole.
Montesarchio, lì 19 novembre 2010
Il Responsabile SETTORE AA.GG.
AD INTERIM – SEGRETARIO GENERALE
(Dott.ssa Brunella Asfaldo)
== FIRMATO COME IN ORIGINALE ==
Il Responsabile SETTORE ECONOMICO FINANZIARIO in ordine alla regolarità
contabile esprime parere favorevole.
Montesarchio, lì 19 novembre 2010
Il Responsabile SETTORE ECONOMICO FINANZIARIO
(Dott. Silvio Adamo)
== FIRMATO COME IN ORIGINALE ==
INTRODUCE L’ARGOMENTO L’ASSESSORE ALLA CULTURA
AVV. MARCELLA SORRENTINO:
L’argomento che intendo proporre alla Giunta riguarda il concetto di
Marketing territoriale.
Ormai a livello teorico e scientifico si è consolidata una definizione ampia
del concetto individuabile in tutte le azioni e attività dirette a far incontrare
l’offerta delle funzioni urbane con la domanda da parte dei residenti, delle
imprese interne ed esterne, dei turisti ed altri visitatori. Si tratta quindi del
processo attraverso cui le attività urbane sono relazionate alla domanda dei
clienti-obiettivo per massimizzare il funzionamento sociale ed economico
dell’area considerata. Parliamo quindi di un’applicazione delle nozioni e
degli strumenti del marketing aziendale al territorio e ai suoi attori, dove
l’offerta è data dal bene città e dai suoi servizi (di volta in volta codificati
nelle aree per insediamenti produttivi, nelle emergenze turistiche e
naturalistiche, nei servizi collettivi e culturali) e la domanda è data appunto
da residenti e imprese locali (marketing interno) e dagli investitori esterni e
nazionali, dai turisti e dai cittadini potenziali (marketing territoriale
esterno). Siamo nel campo del non profit marketing perché gli obiettivi
degli attori coinvolti (città, governo locale, soggetti economici e sociali del
territorio) non tendono a massimizzazione il profitto o il potere di mercato,
ma appunto ad assicurare e migliorare il benessere collettivo, attenuando il
potenziale conflitto tra desideri dei consumatori, obiettivi di impresa e
pubblico interesse. Non a caso si parla di marketing relazionale visitatori
per il bisogno di creare e consolidare un sistema di relazioni durature tra il
soggetto che gestisce l’offerta e l’acquirente, razioni peraltro di tipo anche
cooperativo perché deve esserci coerenza degli obiettivi reciproci (chi
attrae e chi è attratto). Qualcuno potrebbe evidenziare il rischio di
mercificare e “aziendalizzare” il bene urbano e territoriale, che per
definizione è un bene pubblico, collettivo, intriso di valore culturali, etici e
sociali, non strettamente riconducibili ai criteri del calcolo economico e dei
prezzi. Ma occorre sottolineare che si tratta solo di assumere gli schemi
logici ed i criteri ermeneutica di una disciplina scientifica consolidata che
offre agli attori territoriali strumenti di analisi e di intervento assai utili,
senza incidere sulle finalità “pubbliche” delle politiche connesse visitatori.
Il contributo delle discipline economiche appare quindi quello di applicare
al territorio il concetto di vantaggio competitivo, che punta ad ottenere un
surplus di valore da un’area geografica in termini di costo, di
differenziazione e di qualità. Da ciò detto si potrebbe evidenziare una sorta
di confusione tra il marketing territoriale e le politiche di sviluppo locale,
mentre va sottolineato come il primo non interviene se non parzialmente e
in casi specifici nella modifica delle caratteristiche strutturali di un’area;
mentre le politiche territoriali coprono una gamma amplissima di settori di
intervento: dall’assetto urbano alla gestione dei rifiuti, dai sussidi alle
fasce deboli alla formazione professionale e superiore, dai trasporti
pubblici alla regolazione delle attività economiche. Inoltre le politiche di
sviluppo locale derivano o comunque interagiscono con il governo locale
che ha propri percorsi istituzionali elettorali e di rappresentanza.
Se la definizione di marketing territoriale utilizzata è nella sua versione più
limitata, cioè di promozione del territorio “data” l’offerta urbana, la
differenziazione con le politiche di sviluppo appare netta. Se tuttavia viene
impiegata l’accezione allargata, cioè l’adeguamento dell’offerta territoriale
alla domanda, prevedendo così la possibilità di agire sul prodotto città, le
connessioni tra le due aree risultano più strette. Anche se si può
innanzitutto evidenziare come il marketing territoriale sia orientato alla
domanda (definizione clienti-obiettivo, segmentazione della domanda,
promozione ai clienti) laddove le politiche territoriali sono per lo più
indirizzate all’offerta del prodotto urbano e alla sua trasformazione
evolutiva. Ancora possiamo affermare che il marketing territoriale
costituisca lo schema metodologico e logico per progettare, implementare e
valutare le politiche locali.
In ogni caso le funzioni del marketing territoriale coincidono con le
diverse finalità delle politiche di sviluppo locale: da un lato le azioni per
consolidare il tessuto economico esistente (di qui tutti gli strumenti
esistenti per rafforzare l’apparato produttivo: consorzi tra aziende locali
per promuovere l’esportazione o percorsi integrati di formazione
professionale); in secondo luogo la promozione dell’imprenditorialità
attraverso creazione di “incubatori” o centri servizi a supporto dello startup aziendale: ancora la diffusione dell’innovazione tecnologica attraverso
centri di ricerca e trasferimento tecnologico tra università e imprese; infine
l’attrazione di potenziali utenti, sia come investimenti esterni che come
turisti. Va anche sottolineato come tra le politiche territoriali le azioni di
pura promozione (pubblicità, attrazione di investimenti, sussidi per la
creazione di sedi fisiche) vengono considerate “politiche a somma zero”
per differenziarle dalle politiche che favoriscono la crescita , quali le
attività di formazione professionale, gli aiuti alle nuove imprese, gli
investimenti in infrastrutture o il miglioramento ambientale.
Lo scenario di riferimento sia del marketing territoriale che delle politiche
di sviluppo locale è rappresentato dal concetto di pianificazione strategica.
Con tale termine si intende il nuovo modo con cui si programmano e si
realizzano le nuove politiche locali, in un ottica non più vincolistica come i
piani di controllo della crescita degli anni 60-70 (in primis il piano
regolatore generale a scala comunale) ma di promozione stimolo alla
crescita, e soprattutto in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo e
non di breve come nei programmi delle amministrazioni locali
necessariamente legate ai cicli elettorali.
Ma soprattutto la novità assoluta del piano strategico è quella della
costruzione della governance locale, ossia del governo del territorio
partecipato da tutti gli attori locali, siano questi gli enti locali di diversa
scala (comuni, comunità montane, province, regioni) o le rappresentanze
delle associazioni di categoria (imprenditoriali, sindacali) e delle realtà
sociali e culturali (volontariato, associazionismo prosociale, organizzazioni
culturali). E’ la pianificazione dal basso che cerca di evitare le strozzature
e soprattutto le inefficienze rilevate negli ultimi decenni dai governi
autoritativi vincolistici che risultano penalizzati in termini di realizzabilità
degli interventi a causa dei deficit di consenso e cooperazione tra pubblico
e privato e tra le diverse sfere degli interessi della cittadinanza, economica
versus ambientale e sociale.
Come il marketing mix a livello aziendale, anche a livello di territorio le
leve di azione sono riconducibili alle “quattro p”: prodotto, prezzo,
promozione e politiche distributive. Dove per prodotto intendiamo il bene
città o territorio con tutte le caratteristiche tangibili e intangibili (caratteri
dell’insediamento urbano, aree industriali, arredo urbano, emergenze
turistiche, architettoniche, storico-artistiche, servizi di eccellenza, cultura e
tempo libero); per prezzo intendiamo tutte le componenti economicofinanziare dei prodotti urbani (dai biglietti dei musei al costo delle aree
produttive fino al costo della vita e del lavoro nell’area); per politiche
distributive si considerano tutte le azioni tra produzione e consumo
territoriale (dall’accessibilità geografica e di trasporto alla fruibilità delle
reti di trasporto e di accesso anche virtuale); per promozione tutte le azioni
di pubblicità e costruzione dell’immagine della città/territorio.
La pianificazione del marketing territoriale segue fasi sequenziali con
propri strumenti e metodi di implementazione. Si parte dall’analisi del/i
mercato/i e delineamento della città/regione in termini di prodotto. Di qui
la definizione della visione chiara dello sviluppo futuro del territorio e
degli obiettivi di crescita. Ne seguono appropriate strategie di marketing e
un piano di azione di marketing operativo che deve prevedere anche forme
innovative di attuazione e valutazione e monitoraggio.
a) La prima fase è quella dell’analisi di mercato o del posizionamento della
città/territorio che si attua secondo le tecniche delle analisi swot (punti di
forza e debolezza, minacce e opportunità): l’audit interno punta a definire i
fattori di eccellenza e i vincoli alla crescita del sistema locale considerato
per individuare gli attributi territoriali in grado di influenzare le percezioni
dell’area (analisi degli swot interni) mentre l’audit esterno è teso al
conoscere l’ambiente competitivo in cui si inserisce il territorio (analisi
degli swot conparati) definendo così il posizionamento della città sul
mercato degli investimenti esterni o dei flussi turistici, cercando di
evidenziare le minacce prodotte dai competitors e la loro gravità sugli
scenari evolutivi del sistema locale e le opportunità di sviluppo in termini
di livello di attrattività territoriale p livello di soddisfazione dei
consumatori attuali.
b) La seconda fase è la determinazione dei gruppi target, cioè della
domanda attuale e potenziale: si tratta quindi di segmentare il mercato
innanzitutto distinguendo tra domanda interna ed esterna. Per domanda
interna si considerano i residenti e i lavoratori attivi, le imprese locali,
laddove la domanda esterna è rappresentate da turisti, visitatori per affari,
imprese esterne in cerca di localizzazione produttive, gli investitori, i
potenziali nuovi residenti ed il mercato delle esportazioni.
c) La terza fase è costituita dalla definizione dell’interazione tra offerta e
domanda, segnatamente dall’analisi dell’opinione dei gruppi obiettivo
sull’offerta esistente, tramite tutti gli strumenti delle analisi di mercato
(indagine campionarie, interviste sul grado di soddisfazione dei clienti e
sulle possibili attrazioni territoriali)
d) La quarta fase riguarda la definizione dell’offerta attuale e potenziale in
termini di formulazioni di possibili adattamenti dell’offerta urbana, del suo
ruolo e della sua identità. E’ questa la fase che più si lega ai processi di
emersione e costruzione delle politiche di sviluppo locale e di
pianificazione strategica perché si devono valutare le possibili alternative
dello scenario, si deve optare per il modello di crescita territoriale (crescita
incontrollata, guidata o crescita zero) per costruire la visione del futuro
della città/territorio, in termini di selezione delle attività economiche e dei
settori produttivi su cui puntare, della tipologia di abitazioni e usi del suolo
urbano, dei servizi assicurati dal governo locale o dalle società private ,
delle modalità di finanziamento dei servizi urbani. Ne derivano:
strategie di consolidamento, quando la città evidenzia con problematiche
socioeconomiche ed organizzative se non addirittura crisi di particolari
settori produttivi;
strategie di diversificazione quando il sistema si rileva dipendente da un
ristretto numero di aziende o settori ormai nella fase di maturità del ciclo di
vita del prodotto (pensiamo alle aree che hanno affrontato pesanti processi
di deindustrializzazione quali i distretti minerari in Inghilterra o i settori
siderurgici e cantieristici italiani);
strategie di qualità in presenza di strutture fisiche e infrastrutturali obsolete
(la maggiorparte dei nostri centri urbani);
strategie di espansione quando sussistono risorse latenti non sfruttate in
termini di aree fisiche o opportunità settoriali non sfruttate (giacimenti
turistici non utilizzati)
e) La quinta fase è l’elaborazione del piano operativo di marketing
territoriale con discussione partecipata da parte di tutte le componenti
interessate (soggetti economici e sociale, enti locali, rappresentanze
cittadini e consumatori).
f) L’ultima fase è l’avvio del piano implementato attraverso l’inizio delle
attività di promozione rivolte ai diversi target: turisti, investitori esterni e
interni, cittadini attuali e potenziali. In questa fase si costruiscono le
diverse partnership pubblico-privato tramite agenzie ad hoc (per
l’attrazione di investimenti o per la promozione turistica) e si attivano i
diversi strumenti operativi (incentivi agli investimenti, vendita di aree,
pacchetti promozionali turistici).
Le misure funzionali vanno dal disegno urbano ai servizi collettivi, le
politiche delle attrazioni (elementi fisici, materiali ed eventi) e di
miglioramento infrastrutture (per comunicazioni, per l’innovazione e la
tecnologia, per la formazione, per la qualità della vita, per la regolazione
dei mercati) fino alle poltiche di formazione e creazione del tessuto
relazionale collettivo (atteggiamenti di ospitalità, capacità relazionale).
A livello operativo diventa sempre più importante che le strutture per il
marketing urbano siano legate ad un gruppo relativamente stabile, con
meccanismi di consultazione e coordinamento della molteplicità attori
degli attori coinvolti e la costituzione di apposite agenzie di promozione
dello sviluppo territoriale, che richiedono come elementi minimi di
operatività, l’ampio consenso istituzionale, il coinvolgimento maggiori
centri decisionali privati, il finanziamento pubblico e privato ed obiettivi di
interesse generale e conduzione aziendale privata. Questi requisiti derivano
proprio dalle finalità del marketing territoriale che non sono solo di
promozione e pubblicità, ma di intervento sull’offerta urbana e soprattutto
dal fatto che i piani di marketing non ci configurano come elaborazione
autonome di programmi, ma come individuazione di elementi strategici
che si inseriscono nei piani delle autorità locali.
Come detto, il marketing territoriale si rivolge agli utenti potenziali di un
territorio, sia sul fronte degli investitori che sul fronte dei cittadini
potenziali e dei turisti o visitatori. Le politiche conseguenti vanno
differenziate in base ai diversi segmenti della domanda territoriale, anche
se le metodologie e le caratteristiche strategiche del piano di marketing
territoriale appaiono simili per gli investimenti e per i turisti. Ovviamente
saranno diverse le destinazioni delle attività di analisi e promozione così
come le politiche dell’offerta territoriale derivate dai piani di marketing.
Il turismo rappresenta il settore emergente dell’economia mondiale pari al
5-7% dell’occupazione nei paesi industrializzati, quindi configurandosi
come il principale comparto singolo per volume della produzione e addetti
diretti e indiretti. E’ un settore economico di difficile misurazione per la
sua intrinseca trasversalità, coinvolgendo 33 settori sui 90 delle branche
Tei. Ovviamente il grado di “coinvolgimento” turistico dei diversi settori
risulta assai differenziato, andando dal 100% dei comparti agenzie viaggi e
alberghi e complementari al 37% dei pubblici esercizi (ristorazione e bar),
al 13% dei servizi ricreativi fino al 10% dell’agricoltura e dei trasporti.
Per comprendere l’impatto del turismo sullo sviluppo locale è possibile
relazionare la spesa turistica degli abitanti di una regione diretta fuori
dall’area (in Italia o all’estero) e la spesa effettuata dai non residenti
(italiani e stranieri). Si ottiene così una mappa del peso del turismo nelle
regioni italiane che da un lato può evidenziare un saldo negativo,
imputabile sia ad una più elevata propensione alla spesa turistica fuori
regione (aree economicamente più ricche come Lombardia, Piemonte,
Umbria) sia alle caratteristiche e alla dimensione delle attrazioni e
dell’offerta turistica nell’area (Campania, Molise, Basilicata, Sicilia);
dall’altro lato è possibile registrare un saldo positivo o per la significativa
capacità di attrazione che compensa la propensione elevata alla vacanza
fuori regione (Trentino, Veneto, Toscana, Emilia Romagna) o per la
limitata propensione al turismo fuori regione degli abitanti per carenza di
potere di acquisto (regioni del Mezzogiorno). Gli effetti di attivazione
diretta e indiretta vanno quindi coniugati con le caratteristiche della
struttura economica delle singole regioni. Si distinguono così regioni
specializzate nel turismo pur in assenza di un’economia strutturalmente
forte (Trentino, Valle D’Aosta) da regioni poco turistiche seppure
economicamente forti (Piemonte, Lombardia) e da regioni caratterizzate da
economia forte e impatto turistico relativamente significativo (Veneto,
Emilia, Toscana).
In Italia oltre al modello dei distretti industriali e dei sistemi produttivi
locali, anche il sistema turistico nazionale si caratterizza per una diffusa
rete di localismi turistici. E’ possibile costruire la mappa dei distretti
turistici italiani con opportuni indicatori: il grado di terziarizzazione sia in
relazione alle vocazioni primarie (es.stabilimenti balneari per la vocazione
marina) sia in relazione ad opportunità di divertimento, shopping, sport di
tipo orizzontale (golf, sale da ballo, parchi a tema, etc.); la qualità della
ristorazione in termini di concentrazione di punti di ristorazione di alta
qualità; la qualità dell’ospitalità misurata attraverso la concentrazione di
alberghi segnalati dalle più importanti guide turistiche; la segmentazione
della ristorazione in base al grado di diversificazione dell’offerta
gastronomica (ristoranti, pizzerie,etc)
Ne emerge un quadro geografico particolarmente interessante con oltre
3200 comuni italiani su 8100 che si caratterizzano per una vocazione o
un’attrattiva o un pretesto turistico.
I comuni con potenzialità turistiche si distribuiscono in 3 forme territoriali:
i nuclei, cioè singoli comuni e aggregazioni di 2/3 comuni con attrattive
turistiche leggere; i magneti, singoli comuni e aggregazioni di 2/3 comuni
con attrattive turistiche forti; i veri e propri distretti turistici, aggregazioni
di 4 o più comuni con attrattive turistiche complementari.
A loro volta i 299 distretti turistici italiani si differenziano tra 96 distretti a
vocazione marina (il primo è quello di Rimini-Riccione-Cattolica); 37 a
vocazione culturale e storica (il primo è il polo di Ravenna); 137 a
vocazione prevalentemente montana (il principale è il distretto di BormioLivigno) e 29 distretti integrati, intesi come aggregati territoriali
multivocazione ma privi di una univoca definizione (Ischia e MassaCarrara).
Il marketing territoriale diretto alla promozione del turismo segue le stesse
fasi e le stesse modalità operative delle altre tipologie analizzate: l’analisi
del mercato e del posizionamento competitivo dell’area, lo studio dei
fattori attrattivi e degli swot interni; la segmentazione della domanda
attuale e potenziale; la definizione dei clienti obiettivo; il marketing
operativo e le politiche di comunicazione e promozione del territorio.
Per l’individuazione dei clienti target, ogni area può costruire una matrice
tra PAT - potenziali attrattori turistici - e utenti-turisti, pur nel
riconoscimento della specificità del prodotto turistico data dal carattere
composito del prodotto per la molteplicità e l’integrazione delle
componenti: servizi offerti da una azienda, da altri operatori, dalla
Pubblica Amministrazione e risorse presenti nell’ambiente. Gli elementi di
attrazione nella destinazione possono essere molteplici, a carattere
naturale, artificiale (monumenti), culturale (musei, teatri, festival), sociale
(modi di vita locale, opportunità di socializzazione); e possono integrarsi
in circuiti che esaltano le potenzialità delle singole attrattive e agevolano il
turista. La politica di promozione turistica che ne deriva va dalla
pianificazione e realizzazione della rete di infrastrutture di collegamento
tra le diverse attrattive ai servizi e alle facilities (strutture ricettive,
ristorative, sportive, di trasporto, punti di vendita al dettaglio, altri servizi)
fino alla costruzione dell’immagine della destinazione. A tal proposito
l’immagine del prodotto turistico si connota per una fragilità intrinseca
dovuta anche alla vulnerabilità dell’esperienza del turismo per le carenze
anche di una soltanto delle imprese turistiche locali. La percezione del
prodotto turistico e/o della destinazione può cambiare nel tempo per i
mutamenti nella domanda degli utenti o per le performance dei
concorrenti. Ciò richiede una continua riformulazione e ridefinizione del
prodotto o addirittura la diversificazione, attraverso l’inserimento di nuovi
servizi, nuovi destinatari, nuove caratterizzazioni. In ogni caso l’immagine
esterna del prodotto turistico, intesa come “insieme delle rappresentazioni
mentali delle sue caratteristiche, reali o fittizie, presso un dato pubblico”
diventa il fattore principale nella politica di marketing territoriale per il
turismo. In effetti l’immagine crea e dipende dalle aspettative del turista, e
nello stesso tempo rappresenta un decisivo fattore per consolidare le
motivazioni e il senso di appartenenza degli operatori turistici locali. Va
tuttavia sottolineato come diventi altrettanto importante verificare la
coerenza tra immagine percepita e offerta turistica in senso lato, pena la
perdita di credibilità del territorio e la possibile disaffezione dei
clienti/turisti attuali e potenziali. Ancora va presidiata la coerenza tra
immagine della città/regione, anche in termini di identità collettiva e
“spirito del luogo” e immagine del prodotto specifico: in caso di coerenza
si può rafforzare la scelta del turista e la continuità della preferenza,
laddove in caso di incoerenza si possono produrre fenomeni di “discrasia
cognitiva” che tendono a spostare le scelte di consumo su
prodotti/destinazioni alternative.
Ne deriva l’esigenza di forte attenzione ai canali informativi attraverso cui
le immagini circolano e di programmazione di politiche di comunicazione
specifiche e complessive (turismo urbano, turismo naturalistico, artisticoculturale, enogastronomico, servizi collettivi, arredo urbano, etc.). Si tratta
quindi di una vera e propria politica di marca (paese/regione/località) per
la caratterizzazione del prodotto, le scelte di comunicazione, di
distribuzione e di pricing, riferite ai prodotti specifici.
Le iniziative che influenzano le decisioni del turista possono essere
classificate in quattro tipologie: le azioni che modificano le opinioni e le
idee del consumatore (si parla in tal caso di “riposizionamento
psicologico”); le azioni che modificano le caratteristiche del prodotto
urbano (“riposizionamento reale” legato alle politiche territoriali
strutturali); le iniziative che richiamano l’attenzione sugli attributi
scarsamente considerati; le azioni che modificano il modello ideale del
prodotto urbano. Anche le finalità delle politiche di comunicazione si
differenziano tra obiettivi di riconoscimento (risposta cognitiva), di
adesione (risposta affettiva), e di mobilitazione (stadio di azione). Proprio
per questi aspetti si definisce il marketing territoriale e in particolare quello
legato alle attività turistiche, come marketing di tipo relazionale, che
prevede interazione non solo con risorse naturali e fisico-tecniche ma
anche tra individui, e soprattutto si circostanzia in un rapporto di
partecipazione nella condivisione di un giudizio sul territorio piuttosto che
in processo di consumo di tipo partecipato. Ovviamente il grado di
partecipazione del turista dipende nello specifico dalla durata e dalla
frequenza del consumo oltre che dalla tipologia dei servizi turistici.
Più in generale una strategia di promozione turistica, come in ogni azione
di marketing territoriale, deve prevedere sia azioni “interne” rivolte ai
cittadini e agli operatori economici locali per rafforzare la visione dello
sviluppo settoriale e verificare la customer satisfaction attuale, sia un piano
di marketing “esterno” rivolto ai consumatori/turisti potenziali per
promuovere la destinazione o il singolo prodotto e far conoscere/aderire
all’offerta locale. Diventa quindi fondamentale il percorso di concertazione
locale con gli attori del settore turistico e più in generale gli stake-holder
territoriali nella costruzione di una strategia chiara e condivisa di sviluppo
locale.
Il piano di comunicazione a sua volta deve identificare i gruppi obiettivo,
definire gli obiettivi (se si vogliono ottenere risposte cognitive, affettive, di
azione e per quale pubblico), scegliere i canali di supporto e definire il
budget, individuare il mix promozionale di ogni campagna, lanciare e
coordinare l’insieme di azioni, misurare i risultati e valutare la
realizzazione del piano. Il mix promozionale è rappresentato dalle azioni
pubblicitarie (televisione, radio, quotidiani, opuscoli, riviste), il direct
marketing (posta, telemarketing), la promozione delle vendite
(concessioni, agevolazioni, pacchetti multiprodotto), le pubbliche relazioni
(rassegne stampa, seminari e convegni, sponsorizzazioni), fino alla vendita
personalizzata e all’e-marketing.
E’ proprio a proposito delle azioni pubblicitarie che ritengo interessante la
proposta formulata dalla BETELGEUSE S.R.L. con nota prot. n° 23870
del 19 novembre 2010 con cui comunica il varo del progetto editoriale “IL
SANNIO IN FIGURINE”, che interesserà tutti gli alunni della quinta
elementare della nostra Provincia. Tale progetto prevede l’allestimento di
un album che gli studenti potranno riempire mediante l’apposizione di
figurine riproducenti luoghi, monumenti e paesaggi del Sannio.
La consegna degli album e delle figurine sarà completamente gratuita e
rincorrerà lo scopo di far "scoprire'" ai ragazzi l'interessante e molteplice
particolarità del territorio, mediante un metodo consolidato ma sempre in
voga.
L'avvenuta. distribuzione della 1^ edizione, ha ottenuto un elevato grado
d'interesse e persino i1 parere favorevole da parte del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali.
L'iniziativa ha fini esclusivamente culturali, tuttavia, la Betelgéuse intende
sollecitare gli Enti pubblici ad un contributo finalizzato a migliorarne la
realizzazione, la qualità editoriale e la distribuzione.
Di qui la necessità di un sostegno all'iniziativa; sostegno che si traduce in
un contributo di € 300,00.
Invito pertanto la Giunta a deliberare in merito.
L’ASSESSORE ALLA CULTURA
F.TO Avv. Marcella Sorrentino
LA GIUNTA COMUNALE
PRESO ATTO della relazione introduttiva dell’Assessore Avv.
Marcella Sorrentino, integralmente riportata;
VISTA la proposta formulata dalla BETELGEUSE S.R.L. con nota
prot. n° 23870 del 19 novembre 2010 relativa al varo del progetto
editoriale “IL SANNIO IN FIGURINE”, che interesserà tutti gli alunni
della quinta elementare della nostra Provincia. Tale progetto prevede
l’allestimento di un album che gli studenti potranno riempire mediante
l’apposizione di figurine riproducenti luoghi, monumenti e paesaggi del
Sannio.
RILEVATO che la consegna degli album e delle figurine sarà
completamente gratuita e rincorrerà lo scopo di far "scoprire'" ai ragazzi
l'interessante e molteplice particolarità del territorio, mediante un metodo
consolidato ma sempre in voga;
ATTESO che la 1^ edizione di tale iniziativa ha ottenuto un elevato
grado d'interesse e persino i1 parere favorevole da parte del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali.
CONSIDERATO che l'iniziativa ha fini esclusivamente culturali;
RITENUTO concedere alla Betelgéuse un contributo finalizzato a
migliorarne la realizzazione, la qualità editoriale e la distribuzione
quantizzabile in € 300,00;
VISTI:
- il D.Lgs. n° 267/2000 (T.U.EE.LL.);
- il parere favorevole in ordine alla regolarità tecnica della proposta,
espresso dal Responsabile del Settore AA.GG. – ad interim – Segretario
Generale – Dott.ssa Brunella Asfaldo, ai sensi dell'articolo 49 comma 1 del
Decreto Legislativo 18.8.2000 n° 267;
- il parere favorevole in ordine alla regolarità contabile della proposta,
espresso dal Responsabile del Settore Finanziario - Dr. Silvio ADAMO, ai
sensi dell'articolo 49 comma 1 del Decreto Legislativo 18.8.2000 n° 267;
A VOTI UNANIMI - ESPRESSI CON VOTAZIONE PALESE
D E L I B E R A
per le motivazioni esposte in narrativa e che qui si intendono riportate:
1) Di prendere atto della relazione introduttiva dell’Assessore delegato
Avv. Marcella Sorrentino, testualmente riportata in narrativa;
2) Per tale effetto, aderire all’iniziativa proposta dalla BETELGEUSE
S.R.L. con nota prot. n° 23870 del 19 novembre 2010 relativa al
varo del progetto editoriale “IL SANNIO IN FIGURINE”, che
interesserà tutti gli alunni della quinta elementare della nostra
Provincia. Tale progetto, da attuare nel corso dell’anno 2011,
prevede l’allestimento di un album che gli studenti potranno
riempire mediante l’apposizione di figurine riproducenti luoghi,
monumenti e paesaggi del Sannio;
3) .Di dare atto che la consegna degli album e delle figurine sarà
completamente gratuita e rincorrerà lo scopo di far "scoprire'" ai
ragazzi l'interessante e molteplice particolarità del territorio,
mediante un metodo consolidato ma sempre in voga;
4) Di dare atto che la 1^ edizione di tale iniziativa ha ottenuto un
elevato grado d'interesse e persino i1 parere favorevole da parte del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali;
5) Di assegnare alla Betelgéuse un contributo di EURO 300,00
finalizzato a migliorarne la realizzazione, la qualità editoriale e la
distribuzione, prescrivendo al Settore Economico – Finanziario di
prevedere espressamente detta somma nel bilancio di previsione per
l’esercizio 2011;
6) Di Onerare il Settore AA.GG., in cui è incardinata l’unità operativa
competente all’istruttoria del procedimento, degli adempimenti
consequenziali;
7) Di Dichiarare, stante l’urgenza a provvedere, con separata ed
unanime votazione, la presente deliberazione immediatamente
eseguibile, ai sensi dell'art. 134 comma 4 del Decreto Legislativo
18.8.2000 n° 267.
IL PRESIDENTE
(Antonio DE MIZIO)
== FIRMATO COME IN ORIGINALE ==
IL SEGRETARIO GENERALE
(Dott.ssa Brunella Asfaldo)
== FIRMATO COME IN ORIGINALE ==
_____________________________________________________________________________
E’ copia conforme all’originale per uso amministrativo
Montesarchio, lì ___________
IL SEGRETARIO GENERALE
______________________________________________________________________
=====================================================
PUBBLICAZIONE
Il sottoscritto Messo Comunale addetto alla pubblicazione degli atti
all'albo Pretorio,
COMUNICA
che tale deliberazione viene pubblicata all'Albo Pretorio di questo
Comune per 15 giorni consecutivi a partire dalla data odierna (art.
124 comma 1 Decreto Legislativo 18.8.2000 n° 267).
Montesarchio, lì 10 dicembre 2010
IL MESSO COMUNALE
== FIRMATO COME IN ORIGINALE ==
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IL SOTTOSCRITTO SEGRETARIO GENERALE,
VISTI GLI ATTI D'UFFICIO
ATTESTA
CHE LA PRESENTE DELIBERAZIONE:
E' stata trasmessa in elenco ai capigruppo consiliari ed il relativo testo è
stato messo a disposizione dei Consiglieri, nella stessa data di affissione all'Albo
Pretorio, così come prescritto dall'art. 125 Decreto Legislativo 18.8.2000 n° 267
CHE LA PRESENTE DELIBERAZIONE E' DIVENUTA ESECUTIVA
perchè dichiarata immediatamente eseguibile (Art. 134 comma 4 Decreto
Legislativo 18.8.2000 n° 267);
Montesarchio, lì
IL SEGRETARIO GENERALE
== FIRMATO COME IN ORIGINALE ==
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All’adozione degli atti consequenziali la presente deliberazione è competente l’Ufficio eventi culturali
IL SEGRETARIO GENERALE
== FIRMATO COME IN ORIGINALE ==